Riflessioni sull*identità culturale e sulle reazioni

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Transcript Riflessioni sull*identità culturale e sulle reazioni

Riflessioni sull’identità culturale e sulle
reazioni contemporanee di fronte alla
diversità
• Esiti dell’ indagine sull’ identità culturale di due test
svolti in classe
• Riflessioni sulla lettura “Eccessi di culture” di Marco
Aime
Si 6
No 14
Si 19
No 1
Si 3
No 17
Si 15
No 5
Gli stranieri in Italia:
Si 5
No 14
Si 19
No 0
Si 0
No 19
Si 13
No 6
Si 10
No 9
Un nostro commento ai dati emersi
Riflessioni sulla lettura del testo:
“Eccessi di culture” di Marco Aime
“Parole come cultura, identità, etnia, razzismo compaiono con insistenza nei discorsi dei
politici, sulle colonne dei giornali, nei dibattiti televisivi, e la sempre maggiore enfasi
posta sulle culture e sulle loro presunte radici conduce ad una crescente attenzione
verso il locale ed i localismi, alcuni dei quali vengono poi impugnati e caricati di
aspirazioni globali. Molti dei cosiddetti “conflitti culturali” che sembrano caratterizzare
la nostra epoca, spesso sotto lo scudo della cultura nascondono, ben altre spinte ed
interessi.”
Con l’aiuto dello scrittore abbiamo compreso che siamo tutti “camaleonti culturali” e
possediamo identità plurime. Abbiamo anche capito che non sono mai le culture a
scontrarsi ma gli individui pronti a segnare confini e a costruire muri piuttosto che
entrare in comunicazione gli uni con gli altri.
Abbiamo così voluto ascoltare le parole degli “altri”.
Queste le parole dette da Amadou Hampaté Ba durante l’assemblea dell’UNESCU. Nel
suo discorso aggiunge: “la tradizione è come un albero, c’è il tronco, ma ci sono anche i
rami. Un albero senza rami non può dare ombra. E’ per questo che occorre che le
tradizioni stesse eliminino i rami che muoiono. Io sono contro la conservazione cieca
delle tradizioni, come sono contro la loro negazione totale, che significherebbero la
rinuncia alla personalità africana”. Conclude dicendo che secondo lui le culture non
sono pietre e neppure le pietre sono pericolose fino a quando vengono lasciate dove
stanno.
Riflettendo in classe…
Al termine della presentazione in lavori di gruppo
dei vari capitoli del testo ci è piaciuto cogliere
due conclusioni divertenti del rapporto tra le
diversità per imparare a non condannarle,
distinguendo sempre tra noi e gli altri: a volte le
novità nascono dagli incontri di tradizioni che
“agiscono” su di noi anche a nostra insaputa e
forse potremmo, a volte, non prendere troppo
sul serio le nostre distinzioni pregiudiziali.
Tortellini e couscous
In una scuola materna del quartiere
frequentata da molti bambini
maghrebini, le maestre un giorno
hanno deciso di preparare il couscous.
Hanno cercato la ricetta originale per
cucinarlo secondo la tradizione. I
bambini erano contenti. Poi la maestra
ha chiesto a un piccolo marocchino: “Ti
piace?”. Lui rispose: “Si ma quello di
mia mamma è più buono perché mette
uno strato di couscous ed uno di
tortellini, uno di couscous…”
Abbiamo giocato a trasferire in situazione “lombarda” il testo del professor
R. Linton…per vedere quante sciocchezze riusciamo a dire quando
vogliamo rivendicare una presunta e integra identità culturale
Il cittadino americano medio
"Il cittadino americano medio si sveglia in un letto costruito secondo un modello che
ebbe origine nel vicino Oriente. Egli scosta le lenzuola e le coperte che possono
essere di cotone, pianta originaria dell'India; o di lino, pianta originaria del vicino
Oriente; o di lana di pecora, animale originariamente domesticato nel vicino
Oriente; o di seta, il cui uso fu scoperto in Cina. Tutti questi materiali sono stati
filati e tessuti secondo procedimenti inventati nel vicino Oriente. Si infila i
mocassini inventati dagli indiani delle contrade boscose dell'Est, e va nel bagno, i
cui accessori sono un misto di invenzioni europee e americane, entrambe di data
recente. Si leva il pigiama, indumento inventato in India, e si lava con il sapone,
inventato dalle antiche popolazioni galliche. Poi si fa la barba, rito masochistico
che sembra sia derivato dai sumeri o dagli antichi egiziani.
Tornato in camera da letto, prende i suoi vestiti da una sedia il cui modello è stato
elaborato nell'Europa meridionale e si veste. Indossa indumenti la cui forma derivò
in origine dai vestiti di pelle dei nomadi delle steppe del- l'Asia, si infila le scarpe
fatte di pelle tinta secondo un procedimento inventato nell'antico Egitto, tagliate
secondo un modello derivato dalle civiltà classiche del Mediterraneo; si mette
intorno al collo una striscia dai colori brillanti che è un vestigio sopravvissuto degli
scialli che tenevano sulle spalle i croati del diciassettesimo secolo. [...]
Andando a fare colazione si ferma a comprare un giornale, pagando con delle
monete che sono un'antica invenzione della Lidia. Al ristorante viene a contatto
con tutta una nuova serie di elementi presi da altre culture: il suo piatto è fatto di
un tipo di terraglia inventato in Cina; il suo coltello è di acciaio, lega fatta per la
prima volta nell'India del Sud, la forchetta ha origini medievali italiane, il cucchiaio
è un derivato dell'originale romano. Prende il caffè, pianta abissina, con panna e
zucchero. Sia l'idea di allevare mucche che quella di mungerle ha avuto origine nel
vicino Oriente, mentre lo zucchero fu estratto in India per la prima volta. Dopo la
frutta e il caffè, mangerà le cialde, dolci fatti, secondo una tecnica scandinava, con
il frumento, originario dell'Asia minore. [...]
Quando il nostro amico ha finito di mangiare, si appoggia alla spalliera della sedia
e fuma, secondo un'abitudine degli indiani d'America, consumando la pianta
addomesticata in Brasile o fumando la pipa, derivata dagli indiani della Virginia o la
sigaretta, derivata dal Messico. Può anche fumare un sigaro, trasmessoci dalle
Antille, at- traverso la Spagna. Mentre fuma legge le notizie del giorno, stampate in
un carattere inventato dagli antichi semi ti, su di un materiale inventato in Cina e
secondo un procedimento inventato in Germania. Mentre legge i resoconti dei
problemi che si agitano all'estero, se è un buon cittadino conservatore, con un
linguaggio indo-europeo, ringrazierà una divinità ebraica di averlo fatto al cento per
cento americano."
Il cittadino lombardo medio
Il cittadino lombardo medio si sveglia in un letto “Ikea”, costruito secondo un
modello che ebbe origine nel vicino Oriente, avvolto tra coperte formate di piume
provenienti dalla Francia. Si alza e infila le pantofole provenienti dall’India. Si toglie
il pigiama, indumento inventato in India e spesso realizzato in seta, il cui uso fu
scoperto in Cina. Si lava con il sapone inventato da antiche popolazioni galliche.
Se donna, si trucca secondo un’usanza tipica degli antichi Egizi e diffusa anche in
altre regioni dell’Africa. Tornato in camera prende i suoi vestiti da una sedia, il cui
modello è stato elaborato nell’Europa meridionale, e si veste. Indossa una maglia
di cotone “made in Taiwan” e si infila dei jeans la cui primogenitura viene
ricondotta alla città di Genova, e scarpe da ginnastica che hanno marchio
statunitense ma sono realizzate da bambini/e e adolescenti indonesiane. Si dirige
in cucina a fare colazione; beve un the, bevanda originaria della Cina, diffusa nelle
prime comunità Buddiste già dal terzo secolo; e lo aromatizza con succo di limone,
pianta già nota agli antichi Romani e diffusa tra le coltivazioni di quasi tutto il
mondo. Per andare al lavoro, se non vuole accrescere l’inquinamento atmosferico
tutto moderno, utilizza la sua bicicletta, mezzo di trasporto inventato tra la fine del
‘700 e l’inizio dell’ ‘800 in Europa. Per la strada si ferma a pagare il giornale
pagando con monete, antica invenzione della Lidia. A pranzo il suo piatto è di un
tipo di terraglia inventato in Cina, il suo coltello è d’acciaio, lega comparsa per la
prima volta nell’india del sud, mentre la forchetta di origine italiane. Mangia pollo e
patate: queste ultime furono importate in Europa dopo la scoperta – conquista del
nuovo mondo. Gusta un caffè, pianta abissina ora coltivata in vastissime
piantagioni in Centro e Sud America da poveri braccianti sottopagati. Accende
la televisione inventata da John Logie Baird negli anni ‘20 per aggiornarsi sulle
notizie provenienti da tutto il mondo e , se è un buon cittadino, in una lingua
neolatina di probabile provenienza Indoeuropea, ringrazierà una divinità
Ebraico-cristiana di averlo fatto….al cento per cento lombardo!