Vocabolario-dellantisemitismo

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Transcript Vocabolario-dellantisemitismo

Questo lavoro è stato ideato e realizzato dalle alunne della classe V B e dal prof. Benedetto Di Pietro
“Quando senti insultare un ebreo presta attenzione perché stanno
insultando te”
(A. Camus)
Avezzano 23 Gennaio 2014
Piccolo vocabolario dell’antisemitismo
Arbeit
macht frei
“Poi l’autocarro si è fermato, e si è vista una grande porta, e
sopra una scritta vivacemente illuminata (il suo ricordo
ancora mi percuote nei sogni): ARBEIT MACHT FREI, il lavoro
rende liberi”.
Primo Levi, Se questo è un uomo
Jan Liwacz, prigioniero polacco non ebreo numero 1010 entrato ad
Auschwitz il 20 giugno del 1940, venne incaricato di forgiare la
macabra scritta. Di professione fabbro, era a capo della Schlosserei,
l'officina che fabbricava lampioni, inferriate e oggetti in metallo. Nel
costruire la scritta, Liwacz decise di saldare la lettera «B» della parola
Arbeit sottosopra, per indicare almeno moralmente il suo dissenso.
Piccolo vocabolario dell’antisemitismo
Breve storia di
come si diventa
“usurai”
[…] L’occupazione di molti ebrei, per tanti secoli, di padre in figlio, è
dunque consistita nel maneggiare denaro, investire denaro, correndo sempre
il rischio di esserne depredati. E così si spiega un’attitudine tramandata sino
ad oggi in molti di loro: l’attitudine agli affari, per meglio dire una spiccata
capacità commerciale, bancaria e, da ultimo, anche industriale […] Non si
deve credere, dunque, che l’abilità di molti ebrei in tali settori sia una loro
“arte” innata, da sempre: tutto quello che ne sappiamo, sino alla fine del
primo millennio, ci consente di escluderlo. Se non pochi ebrei la
posseggono oggi, se l’alta finanza e l’alta industria annoverano svariati nomi
ebraici – primi fra tutti i Rotschild- ciò si spiega considerando che gli avi
furono costretti ad apprenderla”.
Eugenio Saracini, Breve storia degli ebrei e dell’antisemitismo.
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Capro
espiatorio
In senso figurato il capro espiatorio è l’oggetto o la persona o il
gruppo sociale selezionato in modo arbitrario e irrazionale per
portare su di sé la colpa di altri. Secondo l’approccio
psicanalitico, il capro espiatorio è l’oggetto, la persona, il
gruppo sul quale vengono scaricate colpe che in realtà non
possono essergli attribuite. Il meccanismo che presiede alla
designazione del capro espiatorio è la proiezione, un
meccanismo di difesa dell’individuo, che allontana così da sé
una colpa che non riesce ad accettare, proiettandola, cioè
trasferendola su altri.
Paolo Crepet, Psicologia Ed. Einaudi scuola 2010
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Dachau
Nel 1941 ebbe luogo, a Dachau, il primo degli esperimenti medici
tedeschi in cui furono impiegati, come cavie umane, soprattutto gli
ebrei. Anche altre razze come russi, polacchi, romeni, considerate
geneticamente indesiderabili, erano sottoposte agli “esperimenti
scientifici”. I medici delle SS si occupavano di cosiddetti studi sulla
“ereditarietà biologica”. Questi medici inoculavano ai prigionieri la
malaria, il tifo, sperimentavano per incarico della IG-Farben e di
altre ditte farmaceutiche preparati sulfamidici e, a questo scopo,
provocavano preventivamente alle vittime delle ferite infettate con
bacilli di cancrena gassosa, spezzavano loro gli arti, li storpiavano
per poi medicarli.
Lucio Lombardo Radice, Konzentrations Zentrum
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E stetti
zitto
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perché mi stavano antipatici
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
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Ferdinando
il cattolico
Il 31 marzo 1492 il re di Spagna Ferdinando il Cattolico firmava un decreto
in forza del quale tutti gli ebrei dovevano lasciare il paese entro quattro
mesi, senz’altra alternativa all’infuori del battesimo o della morte. I più
partirono, e fu un esodo di grandi proporzioni: 2000.000 ebrei si
allontanarono dalla Spagna, la terra dove avevano vissuto per tanti secoli
(…) Di questi, circa 100.000 si diressero verso il Portogallo, dal quale
sarebbero stati espulsi nei successivi decenni. (…) “Si può dunque dire che
gli ebrei sono stati, fino a oggi una minoranza in perenne movimento: da
ovest a est, da nord a sud, e viceversa: sempre in partenza, sempre in arrivo,
sempre «erranti».
Eugenio Saracini, Breve storia degli ebrei e dell’antisemitismo
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Ghetto
Il termine ghetto deriva dal Ghetto di Venezia del XIV secolo […] era una fonderia di
ferro (dal veneziano geto, pronunziato ghèto dai locali ebrei Ashkenaziti di origine
tedesca, inteso come getto, cioè la gettata di metallo fuso), da cui il nome. Nel 1555 Papa
Paolo IV creò il Ghetto di Roma che forzava gli ebrei a vivere in un'area specifica e
prevedeva una serie di restrizioni particolari, che sarebbero poi state in vigore per secoli.
Gli ebrei non potevano acquisire terreni al di fuori del ghetto, e spesso nemmeno in
quello. Dovevano in ogni caso vivere confinati all'interno dei ghetti […] I ghetti avevano
quindi strade strette e case alte e affollate. Ma la cosa più terribile era che il recinto del
ghetto era chiuso da una o più porte. Queste venivano chiuse al calar del sole, per essere
riaperte solo all'alba. Durante le ore buie gli ebrei non potevano per nessuna ragione
allontanarsi dal ghetto. Spesso i residenti necessitavano di un visto per poter uscire dai
limiti del ghetto anche durante il giorno.
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Häftling
(prigioniero, in tedesco)
Häftling
(prigioniero, in tedesco)
“Häftling: ho imparato
che io sono un Häftling. Il
mio nome è 174 517;
siamo stati battezzati,
porteremo finché vivremo
il marchio tatuato su
braccio sinistro”.
Primo Levi, Se questo è un uomo,
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I protocolli dei
Savi di Sion
I Protocolli dei Savi di Sion o degli Anziani di Sion sono un falso documentale
prodotto nei primi anni del XX secolo in Russia dalla Okhrana, la polizia segreta
zarista, e pubblicato in forma di documento segreto attribuito a una cospirazione
ebraica tendente a impadronirsi del mondo.
Nonostante la comprovata falsità di tali documenti, essi riscossero ampio credito
in ambienti antisemiti e antisionisti e, tuttora, sono la base, specie in Medio
Oriente, per avvalorare la teoria della cosiddetta cospirazione ebraica.
Anche se dopo la seconda guerra mondiale l'uso sistematico dei Protocolli come
strumento di propaganda antisemita è diminuito, il testo è tuttora un'arma
largamente diffusa, nell'arsenale dell'antisemitismo contemporaneo.
Wikipedia
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Jean Amery
Filosofo austriaco torturato dalla Gestapo perché attivo nella
resistenza belga, e poi deportato ad Auschwitz perché ebreo:
“Chi è stato torturato rimane torturato. (…) Chi ha
subito il tormento non potrà più ambientarsi nel
mondo, l’abominio dell’annullamento non si estingue
mai: La fiducia nell’umanità, già incrinata dal primo
schiaffo sul viso, demolita poi dalla tortura, non si
riacquista più”
Primo Levi, I sommersi e i salvati
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Konzentrations
Zentrum
«L’elemento
di differenza, e di un orrore senza precedenti, fu
l’ideazione e l’organizzazione dei ‘campi di sterminio’ (…). I
campi di ‘concentramento’ in origine furono creati come vasti
luoghi di detenzione per chiudervi coloro che si opponevano al
Nuovo Ordine, e per eliminarli, con una parvenza di legalità,
come ‘traditori’ o ‘spie’, se la loro ‘rieducazione’ si dimostrava
impossibile (…). Nei campi di ‘sterminio’, tale possibilità non
esisteva. Erano creati con l’unico scopo di sterminare gli ebrei
d’Europa, e gli zingari»
Gitta Sereny, In quelle tenebre
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La notte dei
cristalli
Con Notte dei cristalli, viene indicato il pogrom condotto dai
nazisti (SS) nella notte tra il 9 e 10 novembre 1938 in Germania,
Austria e Cecoslovacchia.
Si parlò di 7500 negozi ebraici distrutti durante la notte del 9
novembre, di quasi tutte le sinagoghe incendiate o distrutte.
Il numero delle vittime decedute per assassinio o in conseguenza
di maltrattamenti, di atti terroristici o di disperazione ammontava
a varie centinaia, senza contare i suicidi.
Wikipedia
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Marrano
I marrani erano ebrei sefarditi (ebrei della Penisola iberica) che
vennero costretti ad abbracciare la religione cristiana, sia con la
coercizione come conseguenza della persecuzione degli ebrei da
parte dell'inquisizione spagnola, sia per "libera" scelta. Furono
chiamati «marrani», che in spagnolo significa «maialini».
La loro vita divenne presto un inferno. Insopportabili le loro
condizioni di vita, a causa delle restrizioni apportate alle già
limitate libertà civili ed economiche. I roghi di marrani
continuarono ad attrarre le folle sulle piazze spagnole, dapprima
frequentemente, poi sempre più di rado, per oltre due secoli, fin
verso la metà del ‘700”.
Eugenio Saracini, Breve storia degli ebrei e dell’antisemitismo.
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Naso
Il 5 dicembre 1939 la rivista La difesa della razza, rispondeva all’interrogativo
ansioso dei lettori: “Come si distingue un ebreo da un italiano?”.
“Nell’ebreo” precisava la risposta, “si riscontra più frequentemente questo
complesso di caratteri: statura piuttosto bassa, capo brachicefalo, corto,
capelli ricci, naso con la tipica forma a sei, labbro inferiore tumido,
pronunziato”. Nelle vignette de Il Balilla (1939) il concetto era espresso dal
seguente distico:” Tutti sanno che i giudei/hanno il naso fatto a sei”.
Infatti il problema degli antisemiti con gli ebrei non è tanto quello della
diversità (come, più ovviamente, coi negri) quanto della somiglianza: l’ebreo
è più infidamente minaccioso perché somiglia a noi. Ed è così subdolo da
avere spesso un naso di forma nient’affatto ebraica. Poiché l’ebreo è per lui
il “corpo estraneo”, l’antisemita desidera mettergli in mezzo alla faccia un
segno di riconoscimento: il naso.
A Sofri, la Repubblica, 19 marzo 1999
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Ottobre
cioè
16 ottobre 1943
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All’alba di sabato 16 ottobre 1943, giorno festivo per gli ebrei,
scelto appositamente per sorprenderne il più possibile,
trecentosessantacinque uomini della polizia tedesca, coadiuvati da
quattordici ufficiali e sottufficiali, effettuarono il rastrellamento
degli appartenenti alla comunità ebraica romana.
Trasferiti alla stazione ferroviaria Tiburtina, i deportati furono
caricati su un convoglio composto da 18 carri bestiame.
Tornarono in Italia solo 15 uomini e 1 donna. Tra coloro che
rimasero ad Auschwitz, nessuno sopravvisse.
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Pogrom
Pogrom è un termine storico di derivazione russa (significa
letteralmente "devastazione") con cui vengono indicate le
sommosse popolari antisemite, e i conseguenti massacri e
saccheggi. “Il primo, e probabilmente il più grande eccidio
di cui si abbia notizia, ebbe luogo nell’Italia meridionale
verso la fine del XIII secolo, soprattutto ad opera della
monarchia angioina: furono uccise migliaia di persone e il
vicolo Scannagiudei di Napoli costituisce un ricordo
agghiacciante di quelle stragi.
Eugenio Saracini, Breve storia degli ebrei e dell’antisemitismo
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Quando Paul Celàn…
Nel 1945, il grande poeta rumeno di origine ebraica Paul Celàn scrisse una poesia
intitolata Todesfuge (Fuga della morte) che aveva come tema diretto i campi di sterminio.
Celàn era una vittima della Shoah; padre e madre erano stati deportati dai nazisti dalla
città di Czernowitz in un campo di sterminio ucraino e lì uccisi.
Nel 1944 una rivista dell’Armata Rossa aveva rivelato che nel campo di Majdanek presso
Lublino un’orchestrina di prigionieri ebrei era obbligata a suonare durante le uccisioni, i
trasferimenti, le selezioni per le camere a gas... Si veniva così a sapere che orchestre
coatte di questo tipo erano state istituite in molti altri campi. In particolare Celàn aveva
saputo che nel campo dove erano stati uccisi i propri genitori, un’orchestrina di deportati
ebrei era stata costretta a suonare un Tango della morte.
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Le leggi razziali
italiane
«È tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti. Tutta l'opera che finora ha
fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei
discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia
deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche
o religiose».
(La difesa della razza, anno I, 1938, p. 2)
Galeazzo Ciano riporta nel suo diario per la giornata del 14 luglio 1938:
«Il Duce mi annuncia la pubblicazione da parte del Giornale d'Italia di uno
statement sulle questioni della razza. Figura scritto da un gruppo di studiosi,
sotto l'egida del Ministero della Cultura Popolare. Mi dice che in realtà l'ha
quasi completamente redatto lui».
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Sonderkommandos
(Squadra Speciale)
Era così chiamato il gruppo di prigionieri a cui era affidata la gestione dei
forni crematori. A loro spettava mantenere l’ordine fra i nuovi arrivati
(spesso del tutto inconsapevoli del destino che li attendeva) che dovevano
essere introdotti nelle camere a gas; estrarre dalle camere i cadaveri, cavare i
denti d’oro dalle mascelle; tagliare i capelli femminili; smistare e classificare
gli abiti, le scarpe, il contenuto dei bagagli; trasportare i corpi ai crematori e
sovraintendere al funzionamento dei forni; estrarre ed eliminare le ceneri.
Le Squadre speciali erano costituite in massima parte da ebrei.
Dovevano essere gli ebrei a mettere nei forni gli ebrei, si doveva dimostrare
che gli ebrei, sotto-razza, sotto-uomini, si piegano ad ogni umiliazione,
perfino a distruggere se stessi”.
Primo Levi, I sommersi e i salvati
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Triangoli, stelle, cerchi
“La costrizione a portare sul petto la stella di Davide non fu una trovata dei
nazisti. Il primo ad imporre un “segno” agli ebrei fu un califfo arabo, Omar
II, verso la metà del VII secolo: era un pezzo di stoffa che aveva la forma di
un maiale. Omar II impose un segno anche ai cristiani: un pezzo di stoffa
che aveva la forma di una scimmia.
Qualche secolo più tardi i cristiani si impadronirono dell’idea, invertendone naturalmente
i termini: «la confusione fra cristiani, ebrei e saraceni» dice una deliberazione del IV
Concilio Lateranense (1215) «ha raggiunto tali proporzioni che non si notano più
differenze fra una persona e l’altra. Succede quindi che cristiani abbiano rapporti sessuali
con ebree e saracene, ed ebrei o saraceni con cristiane. Allo scopo di evitare che simili
peccaminose unioni rimangano impunite, ordiniamo che ebrei e saraceni di entrambi i
sessi vengano pubblicamente differenziati dal resto della popolazione, dovunque e per
sempre…»
Eugenio Saracini, Breve storia degli ebrei e dell’antisemitismo.
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Untermensch
(Sub-umano, in tedesco)
Untermensch (parola tedesca per sub-umano) è un termine dell'ideologia
razzista nazista utilizzato per descrivere i "popoli inferiori",
specialmente "i popoli dell'Est", cioè gli ebrei, gli zingari, polacchi,
serbi i altri popoli slavi come bielorussi, russi, e ogni altra persona
che non fosse di "razza ariana".
Il termine "Untermensch" era utilizzato negli scritti e nei discorsi
diretti contro gli ebrei, e l'esempio più noto è una pubblicazione
del 1935 delle SS con il titolo "Der Untermensch" che contiene
un'invettiva antisemitica estratta da un discorso tenuto da Heinrich
Himmler.
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Vagoni piombati
“Non c’è diario o racconto, fra i molti nostri, in cui non compaia il treno, il
vagone piombato, trasformato da veicolo commerciale in prigione
ambulante o addirittura in strumento di morte. E’ sempre stipato […] nel
nostro vagone c’erano anche due giovani madri con i loro bambini di pochi
mesi, e una di loro aveva portato con sé un vaso da notte: uno solo, e
dovette servire per una cinquantina di persone. Dopo due giorni di viaggio
trovammo chiodi confitti nelle pareti di legno, ne ripiantammo due in un
angolo, e con uno spago e una coperta improvvisammo un riparo,
sostanzialmente simbolico: non siamo ancora bestie, non lo saremo finché
cercheremo di resistere”.
Primo Levi, I sommersi e i salvati Torino, Einaudi, 1986
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Wstawac
(Alzarsi, in polacco)
Sognavamo nelle notti feroci
Sogni densi e violenti
Sognati con anima e corpo:
Tornare; mangiare; raccontare:
Finché suonava breve sommesso
Il comando dell’alba:
“Wstawac”;
E si spezzava in petto il cuore.
Ora abbiamo ritrovato la casa,
Il nostro ventre è sazio,
Abbiamo finito di raccontare.
E’ tempo. Presto udremo ancora
Il comando straniero:
“Wstawac”
Primo Levi, I sommersi e i salvati
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XX secolo
Durante l'impiccagione di un bambino, alla quale i
prigionieri del campo sono costretti ad assistere, sente qualcuno
chiedere: Dov'è Dio? Dove si trova?
Il peso del suo corpo non è sufficiente a rompergli il collo,
così il bambino muore lentamente e in agonia. Elie Wiesel lo
ricorda davanti a lui, vede la sua lingua ancora rosea e gli occhi
chiari, e piange.
«Dietro di me sentii lo stesso uomo chiedere: Dov'è Dio adesso?
E udii una voce dentro di me rispondergli: Egli è qui - Egli è appeso qui
su questa forca»
Elie Wiesel. La notte
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Zyklon B
Il 3 settembre 1941 nel campo di concentramento
di Auschwitz avviene la prima esecuzione di
massa mediante il gas “Ziklon B”.
Circa 600 prigionieri di guerra sovietici e 298
prigionieri politici ammalati vengono chiusi nei
bunker sotterranei, annessi alla baracca numero
due, nei quali viene immesso il gas.
Lucio Lombardo Radice, Konzentrations Zentrum
Piccolo vocabolario dell’antisemitismo
Bibliografia:
P. Crepet, Psicologia, Ed. Einaudi scuola
P. Levi, La tregua, Ed. Einaudi1997
P. Levi, I sommersi e i salvati, Torino, Einaudi, 1986
P. Levi, Se questo è un uomo, Einaudi
L. Lombardo Radice, Konzentrations Zentrum, Ed. Savelli 1979
E. Saracini, Breve storia degli ebrei e dell’antisemitismo, Ed. Mondadori 1990
G. Sereny, In quelle tenebre, Ed. Adelphi 1999
A. Sofri, la Repubblica, 19 marzo 1999
E. Wiesel, La notte, Firenze La Giuntina, 1992
Wikipedia
…Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli…
PRIMO LEVI Se questo è un uomo
Questo lavoro è
stato curato dalle
alunne del VB e dal
prof. B. Di Pietro
del Liceo Statale
«Benedetto Croce»
Avezzano (AQ)