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La valutazione multidimensionale clinico psicologica nei disturbi psicosomatici e somato psichici Carlo Pruneti Dipartimento di Psicologia Sezione di Psicologia Clinica Università degli Studi di Parma e mail: [email protected]

IPPOCRATE di COS

SALUTE

(IV secolo a.c.) fu il “ PRECURSORE” della moderna concezione di salute, della valutazione multidimensionale e dell’intervento integrato, per primo sostenne che l ’organismo è unitario. Secondo Ippocrate: Ippocrate di Cos (circa 460-370 a.c)

• La malattia non è semplice affezione di un singolo apparato, ma di tutto un sistema, profondamente influenzato dai suoi rapporti con l’ambiente • Individua nel cervello l’organo più potente del corpo, dalla cui capacità di discernimento dipendono gli organi di senso (studi sugli effetti di traumi o malattie del SNC sul comportamento) • Dal trattato Delle Epidemie: “

Il medico deve studiare i costumi, il regime, il modo di vita, l’età di ognuno; i discorsi, i silenzi, i pensieri, il sonno, l’insonnia, i sogni – come e quando – i gesti involontari – strapparsi i capelli, grattarsi, piangere… Perché, il più grande errore che si commette oggi è separare la psiche dal soma…” Nell'isola di Cos, tenne vere e proprie conferenze e ospitò malati di ansia e depressione ai quali venivano, tra gli altri, fatti effettuare esercizi di rilasamento .

TEORIA UMORALE

(Pitagora, Ippocrate, Galeno)

QUALITÀ UMORI (organo) ETÀ RADICI CARATTERI STAGIONI ARIA UMIDO SANGUE (cuore) SANGUIGNO PRIMAVERA INFANZIA CALDO FUOCO BILE GIALLA (cistifellea) BILIOSO SECCO TERRA ACQUA UMIDO FREDDO BILE NERA (milza) FLEGMA (cervello) MALINCONICO FLEMMATICO ESTATE AUTUNNO INVERNO GIOVINEZZA MATURITÀ VECCHIAIA

Gli umori, responsabili dello stato di salute o malattia e del temperamento sono messi in relazione con le stagioni e le età della vita. Tale schema riflette il tentativo di una comprensione globale dell’uomo e della natura.

SALUTE

La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non consiste soltanto in un’assenza di malattia o infermità. Il possesso del massimo stato di salute che è capace di raggiungere costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano (OMS).

Cambiamento epistemologico , con importanti ripercussioni sul piano operativo, che coinvolge non solo il medico ma anche lo psicologo e gli altri operatori della salute:

Obiettivo benessere psicofisico

Valutazione multidimensionale e approccio globale alla persona

Formazione multidisciplinare degli operatori della “ salute ”

Dialogo e collaborazione fra specialisti delle diverse discipline

Interventi integrati e personalizzati

VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE:

La complessità dell’organismo umano e l’estrema variabilità interindividuale presuppongono:

in caso di malattie organiche, accanto alla diagnosi medica, una approfondita valutazione delle variabili psicologiche individuali e socio-ambientali intervenienti nell’insorgenza, nel mantenimento e nel decorso della malattia e che possono influenzare la compliance;

in presenza di disturbi psicopatologici, la diagnosi multiassiale prevede insieme alla valutazione psicodiagnostica anche la valutazione di qualsiasi condizione medica ( asse III - DSM) e dei problemi di natura psicosociale e ambientale ( asse IV - DSM) concomitanti, che possono avere un ruolo nella manifestazione, nel mantenimento dei sintomi, oltre che nella programmazione dell’intervento e nell’efficacia del trattamento

DIAGNOSI

“ Processo logico con cui il medico definisce l’esistenza e la natura della malattia e le condizioni del paziente…”

(Enciclopedia Universale Rizzoli)

Modello medico classico della diagnosi

Primo contatto col malato e colloquio clinico Osservazione Esame obiettivo clinico Formulazione/Riformulazione ipotesi diagnostica Accertamenti diagnostici: esami strumentali e di laboratorio NO I risultati degli esami confermano l’ipotesi diagnostica?

SI Trattamento Verifica trattamento

Le differenze fra diagnosi medica e clinico-psicologica

Segni e sintomi Segni e sintomi Prima ipotesi Verifica di laboratorio o strumentale Conferma della diagnosi Intervento Verifica dell’efficacia Prima ipotesi Valutazione del comportamento Verifica della diagnosi (?) Intervento Verifica dell’efficacia (?)

Il paradigma di Hull

ORGANISMO STIMOLO RISPOSTA

ESTERNO, oppure INTERNO: Cognitivo Fisiologico Fisico, ecc.

INFLUENZE:

Genetiche Temperamentali Familiari Educazione Stati mentali

MOTORIO VOLONTARIO COGNITIVO VERBALE AUTONOMICO INVOLONTARIO

La valutazione clinico-psicologica:

COSA INDAGARE Comportamenti interni: cognitivi, emozionali, neurovegetativi, ecc.

Comportamenti esterni: verbali, motori, gestuali, di relazione, ecc.

Abitudini e condotte a rischio per la salute Stili di vita disadattivi e comportamenti stress correlati Tratti stabili, tipologie di personalità, temperamento Risorse e stili di coping Fattori socio-ambientali (status socio-economico; presenza/assenza di relazioni affettive significative, sostegno sociale, ecc) Sintomi, disturbi psicopatologici Quadro e profilo psicofisiologico Quadro neuroendocrino

La valutazione clinico-psicologica

METODICHE D’INDAGINE

AnamnesiColloquioOsservazione (comportamento, gestualità, mimica, ecc.) • Somministrazione di test psicodiagnostici (valutazione dello stato attuale, personalità e temperamento, resistenza allo stress, stile e risorse di coping, sistema di credenze-aspettative, ecc.) • Valutazione dell’assetto psicofisiologicoIntegrazione con altri dati medici (esami

ematochimici, dosaggi ormonali, esami strumentali)

PATOLOGIE ORGANICHE DISTURBI SOMATICI

FATTORI PSICOLOGICI varabili individuali e socio-culturali (storia clinica, aspettative e credenze, resistenza allo stress, abitudini e comportamenti tipici, status socio-economico, rete dei servizi, ecc)

INTEGRAZIONE - INTERAZIONE - BIDIREZIONALITÀ MENTE

CORPO Disturbi sostenuti da FATTORI PSICOLOGICI:

ruolo nell’insorgenza, intensità e mantenimento anche di disturbi fisici

DISTURBI PSICOSOMATICI

PATOLOGIE di TIPO più strettamente MEDICO:

alterazioni organiche con ripercussioni psicologiche

DISTURBI SOMATOPSICHICI

DSM IV - TR

Nel DSM IV non compare il termine “psicosomatico” ne’ “medicina psicosomatica” o “disturbo psicosomatico” o il suo reciproco “disturbo somato – psichico” ma vi è una sezione riguardante disturbi “psicofisiologici”, disturbi post traumatici da stress, disturbi somatoformi e condizioni mediche acute e disordini fisici (asse III)

DSM-IV

Disturbi somatoformi

Sintomi fisici che non trovano giustificazione in nessuna causa fisiologica e che sfuggono al controllo volontario

Causa psicogena: ruolo cardine dell’ansia

La mente produce effetti negativi sul corpo

Insorgenza tipicamente correlata con eventi stressanti DISTURBO DI CONVERSIONE (ISTERIA) DISTURBO ALGICO DISTURBO DI DISMORFISMO CORPOREO IPOCONDRIA DISTURBO DI SOMATIZZAZIONE

DSM IV Disturbi psicofisiologici

Sintomi fisici veri e propri, causati o aggravati da fattori emozionali

Rappresentano una prova empirica dell’integrazione mente-corpo

La psiche, la mente produce effetti negativi sul soma, il corpo

Non compaiono fra le categorie diagnostiche del DSM-IV e per tanto non sono riconosciuti come disturbi mentali

Il DSM-IV tuttavia prevede la diagnosi di fattori psicologici che influenzano una condizione medica, codificata nella vasta sezione che comprende “altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica”

Diagnosi applicabile a qualsiasi malattia organica influenzata nell’eziologia, decorso e mantenimento da fattori psicologici, come lo stress.

DSM IV

  

Disturbi Mentali Dovuti a una Condizione Medica Generale

caratterizzato dalla presenza di sintomi mentali che sono ritenuti la conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica generale. Il termine condizione medica generale si riferisce a condizioni che sono codificate sull ’ Asse III del DSM IV Lo scopo di distinguere le condizioni mediche generali dai disturbi mentali è quello di incoraggiare l ’ accuratezza delle valutazioni e di fornire uno strumento pratico e rapido per favorire la comunicazione tra operatori sanitari

DSM IV Disturbo Post-traumatico da Stress

    

Acuto.

Questa specificazione dovrebbe essere usata quando la durata dei sintomi è inferiore a 3 mesi.

Cronico.

Questa specificazione dovrebbe essere usata quando i sintomi durano 3 mesi o più.

Ad Esordio Tardivo.

Questa specificazione indica che sono trascorsi almeno 6 mesi tra l ’ evento e l ’ esordio dei sintomi L ’ individuo con PTSD, presenta sintomi persistenti di ansia o di aumento dell ’ arousal non presenti prima del trauma. Questi sintomi possono includere difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, che può essere causata da incubi frequenti durante i quali viene rivissuto l concentrarsi o a eseguire compiti.

’ evento traumatico, ipervigilanza, ed esagerate risposte di allarme. Alcuni individui riferiscono irritabilità o scoppi d’ira o difficoltà a Reperti di laboratorio associati L ’ aumento dell ’arousal può essere misurato attraverso studi del funzionamento del sistema neuro-vegetativo (per es., frequenza cardiaca, elettromiografia, attività delle ghiandole sudoripare).

Intervento multidisciplinare, disturbi psicofisiologici e stress

• Secondo la teoria della debolezza somatica e un determinato disturbo psicofisiologico risiede nella debolezza di un organo specifico. la connessione tra lo stress • La teoria della reazione specifica , invece, si basa sul presupposto che le persone differiscono rispetto alle modalità, ai pattern di reattività, con cui il loro sistema nervoso autonomo risponde allo stress. L’apparato di organi più sensibile allo stress ha maggiore probabilità di ammalarsi. Per esempio, una persona il cui canale preferenziale di risposta autonomica è la frequenza cardiaca, con aumento della pressione arteriosa, è più suscettibile di sviluppare disturbi cardiovascolari.

• L’intensità e la durata della risposta individuale allo stress, la capacità di resistenza allo stesso e la sua possibile azione patogena sono mediate da variabili biologico-costituzionali, psicologico-cognitive, comportamentali e socioambientali.

Intervento multidisciplinare: disturbi psicofisiologici e assessment psicofisiologico

Oltre ad essere parte integrante dell’assessment di tutti maggiori disturbi, la

valutazione psicofisiologica gioca un ruolo fondamentale nei cosiddetti “disturbi psicosomatici” o meglio psicofisiologici.

Nel caso del paziente “psicosomatico tipico”, l’alterazione dell’equilibrio emozionale espressa dall’ansia tende a manifestarsi attraverso

canali e vie di tipo somatico piuttosto che a livello comportamentale.

Spesso si ha uno scarico totale su vie vegetative ed endocrine al di fuori del livello di coscienza, senza vissuti intrapsichici e comportamenti correlati.

In questi casi

solo un’ accurata valutazione clinico psicologica, psicofisiologica e psicoendocrina sarà in grado di descivere il disturbo ed indirizzare il trattamento .

Come i nostri schemi percettivi, cognitivi e l ’ansietà….possono influenzare il comportamento

 “Quello che per il bruco sarà la fine del suo mondo....diventerà l'inizio della vita per la farfalla”

Psicodiagnostica e psicologia clinica. Come scegliere il test giusto?

 

Vantaggi indubbi nell’utilizzo di una batteria standardizzata ma se ….

Affiancata da strumenti specifici per ogni persona o per giungere ad una descrizione accurata al fine di impostare un intervento mirato

ASSESSMENT PSICOFISIOLOGICO

É un segmento della valutazione clinica generale del caso, rivolto all’esame della specifica configurazione di attivazione psicofisiologica (SNA) in condizioni date.

La catena di registrazione

Soggetto elettrodo trasduttore amplificatore poligrafo oscilloscopio computer

Assessment psicofisiologico: le principali variabili fisiologiche oggetto d’indagine

attività elettrodermica (scl/scr/gsr/spr)

elettromiogramma di superficie (EMG)

frequenza/ampiezza cardiaca (HR; HA)frequenza/ampiezza respiratoria (RR; RA)intervallo inter-battito (IBI)temperatura periferica (PT)

pressione arteriosa media (PWV)

EEG bipolare

PROFILO PSICOFISIOLOGICO DI STRESS

(FULLER, 1974) Nel PPF la registrazione si articola in tre fasi, precedute da un periodo di adattamento all’ambiente: • linea di base (Baseline/Riposo), 6 minuti; • presentazione di uno stimolo stressante (Stress Presentation), 4 minuti; • attesa di un possibile ritorno ai livelli di base (Recovery/Recupero), 6 minuti.

ESEMPIO DI PROFILO PSICOFISIOLOGICO DI STRESS

PPF: modalità di registrazione

Il soggetto viene fatto accomodare sopra un lettino parzialmente reclinato con le braccia distese lungo il corpo, in una stanza insonorizzata e con un illuminazione adeguata, a temperatura costante (18 ° -22 ° C) ed umidità inferiore al 50%. Dopo un’adeguata informazione del soggetto riguardo all’esame (durata, modalità, breve spiegazione dei canali registrati, rassicurazioni sull’assenza di alcun pericolo o dolore), segue il posizionamento degli elettrodi.

• • •

Anatomia della pelle

Lo strato corneo è composto da cellule piatte e morte. Queste vengono continuamente rimpiazzate da altre prodotte dallo strato germinativo.

Il derma sottostante è formato da tessuto connettivo e contiene vasi sanguigni, nervi, vasi linfatici, follicoli piliferi, ghiandole sudoripare e ghiandole sebacee.

CUTE

L’ipoderma è un tessuto sottocutaneo ricco di grasso che contiene vasi sanguigni e linfatici, le radici dei follicoli piliferi, nervi sensoriali e le porzioni secretorie delle ghiandole sudoripare.

Strato Corneo Strato Lucido EPIDERMIDE DERMA Strato granuloso Strato spinoso Strato germinativo Strato papillare Strato reticolare IPODERMA

Ghiandola sudoripara

La ghiandola sudoripara è un annesso cutaneo formato da un tubicino lungo e sottile, un’estremità del quale è connessa con l’esterno a livello dell’epidermide mentre l’altra termina a fondo cieco dopo essersi avvolta a gomitolo su sé stessa a livello del derma o anche dell’ipoderma (segmento secretorio). Attraverso il derma il dotto, o glomerulo sudoriparo, assume una forma ondulata che diviene a spirale lungo l’epidermide.

Psicofisiologia e fisiologia…le ghiandole sudoripare

Parametri

 Frequenza: numero di EDRs osservate nella finestra temporale considerata.

 Ampiezza: altezza di una singola risposta.  Latenza: tempo che intercorre tra la presentazione dello stimolo e la comparsa della risposta. Rispetto ad altri biosegnali, quello relativo all’EDA presenta una latenza di risposta più grande. La latenza della risposta dell’EDA relativa alle misure esosomatiche si aggira intorno ai 1-2 sec (Edelberg, 1967). La latenza della SPR, invece, è più breve di circa 300 msec (Venables & Christie, 1980).

 Tempo di ascesa (Rise time) : tempo che impiega la EDR a raggiungere l’intensità massima.

Innervazione

La parte secretoria della ghiandola sudoripara è provvista di fibre nervose simpatiche ampiamente ramificate, alcune delle quali si estendono fino alle zone dermali del dotto.

Anche se la trasmissione post-gangliare simpatica è di norma adrenergica (NA come neurotrasmettitore), secrezione di sudore è colinergica (ACh come neurotrasmettitore).

quella relativa alla

I neuroni simpatico.

pre-gangliari responsabili della secrezione di sudore si accompagnano, a livello periferico, alle altre fibre nervose simpatiche provenienti dal corno laterale del midollo spinale (da C8 a L2) ipsilateralmente attraverso il tronco

Controllo

Stimolazioni elettriche dell’ipotalamo paraventricolare e dell’area posteriore dello stesso è seguita da vasocostrizione, piloerezione e secrezione di sudore. Dall’ipotalamo le fibre “simpatiche” attraverso il tegmento e la formazione reticolare raggiungono ipsilateralmente il corno laterale del midollo spinale.

   

Esistono due principali fonti cerebrali di EDA: 1.

EDA 1, costituita da influenze ipsilaterali eccitatorie provenienti dall’amigdala (reazioni di orientamento e difesa) e inibitorie dall’ippocampo (inibizione comportamentale) mediata dalle aree termoregolatrici dell’ipotalamo, concomitante a fattori emozionali.

2. EDA 2, costituita da influenze controlaterali provenienti dai gangli della base e dalle aree corticali premotorie, concomitante alla preparazione di azioni motorie specifiche.

3.

EDA 3, costituita dall’attività modulatrice della formazione reticolare legata alle variazioni dell’arousal generale.

Proprietà resistive e capacitive della pelle

 

Una resistenza variabile costituita dallo strato corneo.

Una resistenza fissa costituita dalla barriera dell’epidermide.

Resistenze costituite dai dotti delle ghiandole sudoripare.

Una resistenza fissa e bassa costituita dalla parte inferiore dell’epidermide, dal derma e probabilmente dall’ipoderma.

Le membrane della parte secretoria delle ghiandole sudoripare, data la loro permeabilità selettiva a determinate specie ioniche, accumulano e separano cariche (ioni) come dei condensatori.

Meccanismi

La maggior parte dell’EDA avviene nel derma o negli stessi dotti sudoripari. La cavità del dotto ha infatti un potenziale negativo rispetto al tessuto circostante che dà origine al potenziale cutaneo. I dotti sono in genere pieni sino allo strato germinativo; è questa quantità statica di sudore che determina il livello tonico dell’EDA, cioè il SCL e il SPL.

Se il sudore contenuto nel dotto viene spinto temporaneamente verso l’alto da un aumento del tono simpatico nell’attività secretiva della ghiandola, si osserva un aumento della conduttività (SCR) ovvero un aumento della negatività (SPR). Non è necessario che il sudore raggiunga la superficie della pelle per distinguere una SCR o una SPR.

il tipo di dispersione del sudore successivo al all’innalzamento nel dotto modifica la morfologia della risposta. Una graduale diffusione del sudore sullo strato corneo produce una SPR caratterizzata da un aumento transitorio di negatività (risposta unifasica) e una SCR caratterizzata da un lento recupero. Un riassorbimento più attivo del sudore attraverso un cambiamento nella membrana selettiva del dotto produce una SPR caratterizzata da una iniziale fase negativa ed una successiva fase positiva (risposta bifasica) e una SCR a recupero più rapido

 FREQUENZA CARDIACA (FC) Elettrocardiogramma (ECG): registrazione a livello epidermico dell’attività elettrica del muscolo cardiaco.

 L’onda depolarizzante origina nel nodo seno-atriale e si propaga, attraverso tessuti ad alta conducibilità, alle altre fibre muscolari.

 L’intensità, la direzione e il verso dell’onda depolarizzante sono rappresentate da un tracciato tipico.

 La frequenza cardiaca viene stimata in base al tempo che intercorre tra un’onda R e l’altra.

Il cuore

.

TEMPERATURA CUTANEA PERIFERICA  Le mani fredde e il pallore sono dovuti alla riduzione del lume dei vasi sanguigni periferici (vasocostrizione).

 Ad una attivazione simpatico adrenergica che provoca vasocostrizione cutanea corrisponde una attivazione simpatico-colinergica che determina vasodilatazione muscolare.

 Si registra applicando un termistore sulla porzione distale (temperatura cutanea distale) di un dito o sull'eminenza ipotenare della mano (temperatura cutanea periferica).

Segnale sinusoidale

Conversione analogico-digitale

Campionamento del segnale

Sottocampionamento

Physiological Changes in the Flight-or-Fight Response Organ Change Pupils of the Eye Enlarge to facilitate greater acuity to see danger and escape routes Brain Heart Lungs Liver Increased blood flow, increased metabolism of glucose, focusing more intense, fatiguing thoughts Increased heart rate and vasospasm for risk of stroke and heart attack Increased respiratory rate, dilation of bronchi, increased oxygen supply to enable rigorous physical response to attack Increased glucose production via gluconeogenesis which depletes energy reserve Muscles Fat tissue Digestion Increased breakdown of glycogen to glucose for immediate energy, increased residual tension causing neurons behavior, irritability and discomfort Increased breakdown of stored fat, more fatty acids in the bloodstream increasing heart disease risk Increased acidity and decreased motility causing discomfort, possible constipation (at first) followed by diarrhea (if reaction is severe) Excretory Lymph tissue Neuron stimulation of the bladder producing the urge to urinate in spite of the fact that urine flow is reduced Increased release of T cells and natural killer cells depleting the reserves thus decreasing immune function Skin Sweat Glands (mouth, throat) Decreased blood flow causing cold hands/feet Increased sympathetic nervous response causes sweating and hyperhydresis Salivary Glands Decreased flow of saliva causing thicker, sticky, dry mouth "cotton mouth"

Stress oggettivi:

       

Calcolo aritmetico (MAT) Compiti di memoria Iperventilazione forzata (manovra di Valsalva Somministrazione di rumori molto forti (90 dbl) Cold pressor test Video game Diapositive o filmati CPM 47 (in versione tradizionale o computerizzata

MENTAL ARITHMETIC TASK:

È un compito di calcolo mentale nel quale al soggetto è richiesto di eseguire consecutivamente la sottrazione di un numero di due cifre da un altro di tre, ad esempio del numero 13 a partire dal numero ottenuto in ogni successiva sottrazione a partire dal numero 1007 per tutti e quattro i minuti della fase di stress.

STRESS SOGGETTIVO:

Consiste nel chiedere al soggetto di parlare, per tutti e quattro i minuti della fase di stress, di un argomento che sia risultato rilevante dall’anamnesi e dal colloquio clinico, in modo tale da creare una condizione di “attivazione” neurovegetativa. In taluni casi è possibile intervenire con quesiti e richieste di precisazioni per favorire lo sviluppo di un’adeguata immedesimazione nel compito richiesto.

APPLICAZIONI DEL PROFILO PSICOFISIOLOGICO DI STRESS

 Nella valutazione iniziale del caso , riesce a dare informazioni sullo stato attuale e relativo ai mesi precedenti, sulla reattività allo stress, e sull’esaurimento delle risorse emozionali.

 E’ un utile strumento per la eventuali miglioramenti.

verifica dell’andamento del caso , ossia per vedere durante il trattamento la presenza, l’entità e la direzione di  A termine del trattamento per una migliore valutazione dei risultati conseguiti, e durante il follow-up per testare l’effettivo consolidamento di essi.

Va da sé che il criterio di successo di un intervento terapeutico deve passare per tutti i tre maggiori sistemi di risposte (cognitivo, comportamentale e psicoficofisiologico) per avere una reale significatività clinica.

Psicofisiologia nella pratica clinica

Vi sono numerose evidenze cliniche per cui un profilo di generale di bassa attivazione :

SCL basso (0,7-1,5 µS) e non reattivo, HR stabile a frequenze relativamente basse e non reattivo, TH relativamente bassa (29-31

°

C sull ’eminenza tenar) RISULTA TIPICO DI SINDROMI IMPRONTATE A DEPRESSIONE DELL ’UMORE O GRAVE DISTURBO DI TIPO OSSESSIVO.

In assoluto il minimo livello di attivazione , con valori bassissimi di SCL (anche 0,5-0,8 µS), drammatica e stabile bassa temperatura (anche 25,5 29

°

C sull ’eminenza tenar) e bassa e irregolare H.R., si riscontra nelle sindromi anoressiche conclamate .

Psicofisiologia nella pratica clinica

Un profilo caratterizzato da alti valori in: S.C.L. (12-13 µS o più), H.R. (80 o più bpm), E.M.G. frontale (4-7,5 µV, se più elevati valutare se si è in presenza di una cefalea tensiva o altro tipo di distonia), bassi valori alla Temperatura Periferica (28-29 ° C sull ’eminenza tenar), accompagnati da una spiccata reattività a stimoli stressanti, e soprattutto se vi è scarso o assente recupero risulta tipico di

sindromi caratterizzate da alto livello di ansietà

, quali ansia generalizzata, DAP, disturbi somatoformi con notevole interessamento somatico

PPF e disturbi d’ansia: evidenze cliniche

DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATA: caratterizzato da elevati livelli basali e di risposta in fase di stress, con scarsa capacità di recupero, di ritorno ai livelli di base-line.

DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO: elevata risposta agli stressor e scarsa capacità di ritorno ai livelli di baseline

PPF e disturbi d’ansia: evidenze cliniche

FOBIE SPECIFICHE e FOBIA SOCIALE: livelli basali non significativamente elevati, significativa reattività neurovegetativa nella fase di stress. Ritorno ai livelli di base-line nella fase di recupero. DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS: caratterizzato da elevati livelli basali e di risposta in fase di stress con scarsa capacità di recupero.

PPF e disturbi d’ansia: evidenze cliniche

DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO: caratterizzato da un profilo areattivo, con assenza di risposta di allerta, conseguente all’ipercontrollo emotivo derivante dagli schemi cognitivi caratteristici del disturbo orientati a prevenire l’ansia e ogni altra reazione emotiva (guscio cognitivo).

Lo stress

Stress

Hans Selye per primo impiegò questo termine per definire stesso.

la risposta aspecifica dell’organismo ad un evento interno o esterno. Tale reazione può divenire pericolosa quando si trasforma in un’attivazione eccessiva, cronica ed inutile per l’equilibrio dell’organismo

STRESS

A PROPOSITO DI STRESS…..

distress

Eustress

STRESS: che cos’è?

Nel linguaggio comune assume il senso di tensione, ansia, preoccupazione, malessere diffuso, associato a conseguenze negative per l’organismo e per lo stato mentale dell’individuo.

Il termine stress in genere viene indifferentemente utilizzato per indicare sia l’evento causante lo stress, sia la conseguente risposta, in difesa dallo stesso.

STRESS

Il termine stress fu impiegato per la prima volta in ambito scientifico da Selye (1936), che lo definì come

RISPOSTA ASPECIFICA DELL’ORGANISMO AD OGNI RICHIESTA EFFETTUATA SU DI ESSO

Lo stress è un adattamento dell’organismo al cambiamento dell’omeostasi prodotto da uno stressor

STRESS: storia della teoria

Le definizioni e le teorie sullo stress si sono evolute storicamente attraverso diverse fasi. A partire dalle prime elaborazioni teoriche che enfatizzavano il ruolo dell’ambiente esterno e le caratteristiche oggettive dello stimolo (APPROCCIO BASATO SULLO STIMOLO) , i modelli successivi si focalizzarono sul ruolo dei fattori interni all’individuo nel determinare la risposta di stress (APPROCCIO BASATO SULLA RISPOSTA) , fino alla elaborazione del MODELLO TRANSAZIONALE , basato sull’interazione fra l’individuo e l’ambiente, secondo uno scambio dinamico e reciproco

STRESS: definizione

Una definizione articolata ed esaustiva del concetto di stress, che sintetizza in un’unica formulazione i contributi teorici di diversi autori (Selye, Mason e Lazarus), è stata proposta da Pancheri (1979):

STRESS: definizione

Lo stress è una risposta emessa dall’organismo conseguentemente ad uno stimolo che ne altera l’equilibrio omeostatico. Tale risposta si manifesta sia a livello fisiologico che a livello comportamentale ed è mediata da un’attivazione emozionale indotta da una valutazione cognitiva del significato dello stimolo. Essa è relativamente aspecifica, nel senso che un’ampia gamma di stimoli può innescarla, ma è personalizzata in rapporto al significato dello stimolo per il singolo individuo e alle sue modalità di reazione psicofisica.

STRESS: definizione

Lo stress è di per sè una reazione fisiologica adattiva , che può tuttavia assumere un significato patogenetico quando è prodotta in modo troppo intenso, rimane attiva per lunghi periodi di tempo o quando è ostacolata nel suo normale svolgimento

L’elaborazione teorica sullo stress evidenzia

 L’ETEROGENEITÀ DEGLI STIMOLI STRESSOGENI  LA RELATIVA SPECIFICITÀ DELLA RISPOSTA DI STRESS  LA VALENZA ADATTIVA DELLA RISPOSTA DI STRESS  IL RUOLO DELLA VALUTAZIONE COGNITIVA E DELLA REAZIONE EMOZIONALE COME MEDIATORI DELLA RISPOSTA DI STRESS

Influenze genetiche e socio-ambientali Stimoli fisici Stimoli psicosociali Stimoli biologici Valutazione cognitiva

Rinforzi

Attivazione emozionale Programma psicobiologico Reazioni aspecifiche Reazioni specifiche Reazioni aspecifiche Malattia somatica Programma comportamentale Reazioni specifiche

Rinforzi

Comportamento deviante La risposta allo stress varia da persona a persona: stimoli dotati dello stesso potere stressante non inducono necessariamente la stessa risposta in soggetti diversi, così come stimoli stressanti di differente entità possono provocare reazioni equivalenti in persone differenti. La nocività di uno stimolo stressante non dipende quindi solo dalla intensità e durata della stimolazione, ma anche da fattori individuali, come la valutazione cognitiva, i tratti di personalità, le condizioni psicofisiche attuali, la resistenza allo stress, le risorse e i meccanismi di coping utilizzati e dai condizionamenti di tipo ambientale e familiare

STRESS SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO

Descritta da Seley, si compone di tre fasi: • Fase di ALLARME: l’organismo mobilita le sue difese attivando sia l’asse ipotalamo-ipofisi-cortico-surrene, sia la parte midollare del surrene attraverso il SNA simpatico. Durante questa fase si mobilitano le energie con funzione difensiva ( innalzamento della frequenza cardiaca, della PA, dell’EMG, diminuzione della secrezione salivare, aumento del cortisolo, ecc…)

STRESS SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO

Fase di RESISTENZA:

se lo stress persiste, l’evento fondamentale è l’incremento della secrezione del cortisolo, che ha come conseguenza, a lungo termine, la soppressione delle difese immunitarie. L’organismo tenta di adattarsi alla situazione e gli indici fisiologici tendono a normalizzarsi anche se lo sforzo per il ripristino dell’omeostasi è intenso.

STRESS SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO

Fase di ESAURIMENTO:

si manifesta se lo stress continua oppure è superiore alle capacità di adattamento dell’organismo, questa fase è associata a modificazioni fisiologiche che rappresentano fattori predisponenti all’insorgenza di disturbi psicofisiologici

La risposta di stress

Le modificazioni fisiologiche caratteristiche della reazione di stress, mediate dal sistema nervoso autonomo e dall’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, determinano complessivamente un aumento del rilascio di adrenalina, noradrenalina, glucocorticoidi (tra cui il cortisolo, riconosciuto come ormone dello stress per eccellenza), mineralcorticoidi e modificazioni nei livelli di altri ormoni e neurotrasmettitori, tra i quali la prolattina, il GH (ormone della crescita), gli oppioidi endogeni, l’acetilcolina, la dopamina, ecc.

La risposta di stress Queste sostanze mediano reazioni fisiologiche importanti, utili per fuggire, reagire e/o resistere al pericolo/minaccia. Tuttavia, se l’attivazione fisiologica è sufficientemente intensa o si protrae oltre un certo periodo di tempo, senza un recupero dei livelli pre stress, può causare danni funzionali e/o strutturali ai sistemi somatici interessati.

STRESSOR

ipotalamo CRF ipofisi anteriore ACTH corticale del surrene SNA-SIMPATICO Terminazioni post-gangliari del SNA simpatico midollare del surrene GLUCOCORTICOIDI (Cortisolo, Cortisone, ecc.) NORADRENALINA MINERALCORTICOIDI (Aldosterone, ecc.) ADRENALINA

Stress e catecolamine

Stimoli Valutazione Cognitiva

L’attivazione emozionale e la risposta catecolamminica ad essa correlata dipendono dalla valutazione cognitiva dello stimolo e dal suo significato sul piano emotivo per il soggetto

Attivazione emozionale Aumento delle CATECOLAMINE EFFETTI SOMATICI + PA + FC + gettata cardiaca + glicogenolisi + lipolisi + dilatazione bronchiale - Attività intestinale EFFETTI COMPORTAMENTALI . Attivazione EEG . Migliori prestazioni motorie e cognitive . Aumento dell’attenzione e della vigilanza . Potenziamento della ritenzione mnestica

ORMONI e STRESS

Cortisolo Prolattina

prodotto dalle ghiandole surrenali (corticale del surrene ), è il principale ormone dello stres , è un glucocorticoide, coinvolto nel metabolismo delle proteine e carboidrati, in particolare del glucosio

stress ipercortisolemia

modificazioni dei livelli e del ritmo circadiano del cortisolo sono presenti nel disturbo depressivo, nell ’anoressia mentale ed in varie malattie organiche

effetto euforizzante, antiinfiammatorio, immunosoppressivo

prodotta dall ’ iposifi anteriore

stimola la produzione del latte

effetto inbitorio sul comportamento sessuale : + PRL=calo del desiderio sessuale

livelli ematici elevati di PRL si associano a una riduzione della secrezione di LH e ad anovulazione fino all ’amenorrea

stress iperprolattinemia

+ estrogeni + PRL

Ormone della crescita (GH)

La risposta del GH allo stress è più lenta di quella degli altri ormoni

• Stress aumento dei livelli basali di GH

CORTISOLO

I livelli di cortisolo seguono un ritmo circadiano con livelli più elevati la mattina (zenit) al risveglio e più bassi la sera (nadir). Lo stress, ma anche l'esercizio fisico, la gravidanza, diete restrittive, farmaci contenenti estrogeni, il carbonato di litio, il metadone e l'alcool etilico possono far aumentare i livelli di cortisolo.

STRESSOR SISTEMA SOMATOTROPICO STRESSOR SISTEMA GONADICO ipotalamo GRF (+) ipofisi SS (-) GH fegato, reni, altri tessuti IGF-1 crescita ossea ipotalamo GnR H (+) ipofisi FSH LH ovaie - testicoli Ovulazione estrogeni progestrerone Spermatogenesi testosterone STRESSOR SISTEMA TIROIDEO ipotalamo TRF (+) ipofisi TSH tiroide T3 e T4 tessuti

Integrazione psicobiologica

Attivazione SNC Comportamento Stimoli Valutazione Cognitiva Gli stressor di varia natura attivano, attraverso la mediazione cognitiva, sia la risposta comportamentale che i tre sistemi fisiologici rappresentati dal Sistema Nervoso Autonomo (SNA), dai Sistemi Neuroendocrino ed Endocrino (SNE e SE) e dal Sistema Immunitario (SI).

Attivazione SNA Attivazione SNE e SE Azione sul SI Modificazioni somatiche

Psicologia clinica e sistema immunitario STRESS VIRUS PARASSITI FARMACI

I PROBLEMI SONO TANTI CHE MI PROVOCANO MAL DI TESTA...

Stress e malattia

Il ruolo dello stress come fattore di rischio per la salute è stato ampiamente studiato e confermato da innumerevoli evidenze empiriche. Le conseguenze dannose dello stress sulla salute sono mediate da modificazioni del sistema endocrino, immunitario e nervoso autonomo e dall’influenza negativa che esercita sui comportamenti rilevanti per la salute

Legge di Yerkes Dodson

Stress e stile di vita

STRESS STILE di VITA

Stress e stile di vita

Le persone sotto stress, OVVERO IN PREDA A STRESS CRONICO, hanno maggiore probabilità di mettere in atto comportamenti malsani o rischiosi, tra i quali: consumo di alcol, sostanze stupefacenti ad essetto euforizzante, sigarette, farmaci (soprattutto ansiolitici e ipnoinducenti), diminuzione delle ore di sonno, consumazione veloce dei pasti, ecc., il tutto, nel tentativo di ridurre la sensazione incombente di minaccia o di controllare le emozioni vissute come destabilizzanti. Per cui lo stress risulta anche come conseguenza dello stile di vita adottato

Stress?

Lo stress è da identificare non solo e non tanto come l’evento o situazione (interna od esterna all’individuo) che genera turbamento, quanto nella reazione complessa, a livello comportamentale, fisiologico ed ormonale, che tale evento o situazione provoca ed alla permanenza nel tempo dello stato di disequilibrio che si viene a creare.

Ansia e stress

 Gli schemi di valutazione cognitiva, le convinzioni, sono in grado di giocare un ruolo di primo piano nella percezione degli stimoli esterni e nella elaborazione interna della risposta d’ansia e stress.

-Ne vuole una? L’ultima? -Vuole scherzare? Quella roba uccide!

Ansia, stress e rilassamento

 E’ da tenere ben presente che la sola assenza di ansia non significa rilassamento. Così come per altre variabili, la qualità , la tipologia del riposo e della distensione, è in grado di condizionare la risposta interna dell’organismo.

Infine, in che rapporto stanno: ansia, stress, piacere? realizzazione di se? Spesso sono strettamente interconnessi.

L’intensità e la durata della risposta individuale allo stress, la capacità di resistenza allo stesso e la sua possibile azione patogena sono mediate da: VARIABILI BIOLOGICO-COSTITUZIONALI, PSICOLOGICHE E SOCIO-AMBIENTALI Tra i fattori moderatori della relazione stress salute/malattia rientrano le strategie e le risorse di coping ……….

Il

COPING

, che cos

’è?

"Coping", letteralmente, significa "far fronte a,

tener testa (con successo)". In psicologia clinica, rappresenta la modalità di risposta tendenzialmente impiegata dal soggetto per cercare di fronteggiare i problemi.

Il coping può essere descritto come un’insieme di

pensieri. Schemi mentali e relativi comportamenti che l’individuo mette in atto conseguentemente ad un evento stressante per cercare di fronteggiarlo.

COPING: definizione

Lazarus e Folkman (1984) definirono il coping come “gli sforzi della persona, sul piano cognitivo e comportamentale, per gestire (ridurre, attenuare, dominare o tollerare) le richieste interne ed esterne poste da quelle interrelazioni persona-ambiente che vengono valutate come estenuanti o eccessive rispetto alle risorse possedute”

STILI di COPING

Distinsero due stili fondamentali di coping • Coping focalizzato sul problema o

strumentale

finalizzato a gestire o risolvere la situazione problematica • Coping centrato sull’emozione o palliativo volto a ridurre le emozioni negative associate all’esperienza di stress

Valutazione primaria e secondaria

Gli stimoli assumono una valenza stressogena nella misura in cui sono percepiti dal soggetto come potenzialmente dannosi (valutazione primaria o “appraisal”) e se questi valuta le proprie risorse insufficienti o inadeguate a prevenire il verificarsi di conseguenze sfavorevoli (valutazione secondaria, reappraisal”)

STILI di COPING

Altri autori successivamente distindero un’ulteriore strategia di coping:

COPING ORIENTATO ALL’EVITAMENTO che consiste nel mettere in atto comportamenti sostitutivi o attività distraenti rispetto alla situazione stressante

STILI di COPING

L’efficacia delle diverse strategie di coping dipende dalla natura dello stimolo/situazione stressante e dalle caratteristiche individuali. Non esistono, dunque, modalità di gestione dello stress intrinsecamente funzionali/disfunzionali

STILI di COPING

Le strategie basate sull’evitamento , tuttavia, come la negazione e il disimpegno, il prendere le distanze o la fuga, sebbene possano essere utili, in alcune circostanze, nelle fasi precoci dell’adattamento a eventi traumatici, se utilizzate sistematicamente, possono rivelarsi disadattive, incrementando il rischio di malattia

RISPOSTE E RISORSE DI COPING

Occorre distinguere le “risposte di coping” dalle

“risorse di coping”

.

Quest’ultime possono essere

interne o personali

oppure

esterne o ambientali

RISPOSTE di coping RISORSE di coping coping orientato al problema coping orientato alle emozioni strategie di evitamento interne o personali esterne o ambientali

RISORSE DI COPING

Le risorse interne comprendono: 1. risorse individuali quali lo stato di salute ed il livello d’energia 2. particolari configurazioni e tratti di personalità (propensione all’ottimismo, hardiness, ecc), 3. Believes, schemi cognitivi (autostima, autoefficacia, percezione di controllo), 4. competenze e abilità (capacità di problem solving e abilità sociali).

RISORSE di COPING

Le

risorse esterne

comprendono: risorse materiali

(disponibilità economica, ecc)

e socio-ambientali

(sostegno sociale, ecc)

Valutazione degli stili di coping

La valutazione degli stili di coping è un momento importante della indagine psicodiagnostica, sia ai fini della programmazione dell’intervento psicologico e/o psicoterapeutico sia in presenza di patologie organiche.

Gli stili di coping, infatti, sono in grado di influenzare pesantemente sia la compliance ai regimi terapeutici che l’illness behaviour (comportamento di malattia).

La programmazione dell’intervento, dunque, non può prescindere dalla valutazione delle strategie di coping prevalenti (coping esteriorizzante-coping interiorizzante; coping orientato al problema, all’emozione o all’evitamento)

Stili di coping e trattamento

I pazienti esteriorizzanti tendono ad accusare gli altri dei loro problemi, attribuiscono all’esterno la causa e la responsabilità del disagio incontrato nelle relazioni interpersonali ed è perciò più probabile che rispondano bene a quelle tecniche che siano strutturate per modificare il loro comportamento attraverso la gestione delle contingenze di rinforzo interno, cognitivo, ma anche ambientale e sociale piuttosto che con strategie progettate per facilitare l’insight, l’autoresponsabilizzazione e l’attenzione alle proprie caratteristiche più profonde.

Stili di coping e trattamento

I pazienti interiorizzanti cercano invece di gestire il loro livello di sofferenza in modo molto diverso, ossia tentando di dirigere i loro sforzi verso l’interno, essendo acutamente sensibili al disagio, incolpando se stessi di inabilità e, pensando di essere carenti in tutta una serie di conoscenze e strategie, giungono in alcuni casi ad un ipercontrollo sia degli impulsi che dei sentimenti. Questo perché i soggetti interiorizzanti tendono a “trattenersi” piuttosto che a “reagire”, e di conseguenza sono più portati a soffrire rispetto a quelli esteriorizzanti.

Stili di coping e trattamento

I pazienti che tendono ad una maggiore esteriorizzazione sembrano essere più responsivi alle procedure di trattamento dirette alla facilitazione e alla maggiore abilità comportamentale e di conseguenza maggiormente orientati al cambiamento del sintomo principale; sembrano, al contrario, quasi refrattari, almeno nella prima fase del trattamento psicoterapeutico, agli interventi diretti a favorire l’insight e all’introspezione.

Stili di coping e trattamento

I pazienti più interiorizzanti , invece, risultano essere molto più sensibili e capaci di rispondere ai trattamenti che tentano di aumentare il livello di consapevolezza emotiva o la possibilità di discriminazione delle emozioni, ma appaiono molto meno sensibili agli interventi che si concentrano direttamente sui sintomi e sui comportamenti di relazione.

Stili di coping e trattamento

Le considerazioni sugli stili di coping, rientrano, pertanto, tra le variabili di cui il clinico deve tenere conto nella scelta del tipo di intervento più appropriato. La valutazione degli stili di coping può essere effettuata anche attraverso test psicodiagnostici standardizzati, tra i quali……..

Uno strumento psicodiagnostico fruibile in Italia: il “Coping Orientations to the Problems Experienced” (COPE)

Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE) Di Carver, Scheier e Weintraub (1989)

Versione italiana a cura di Sica e coll (1997)

Questionario di autovalutazione, strumento multidimensionale

Somministrazione individuale o collettiva

Tempo richiesto per la compilazione: 5-10 minuti

Valutazione delle modalità di coping tendenzialmente impiegate

60 item, 4 per ciascuna delle 15 scale che compongono il test

Valutazione della frequenza con la quale il soggetto mette in atto, in situazioni problematiche/stressanti, una determinata modalità di coping

Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE)

Il questionario valuta 15 diversi tipi di coping:  ATTIVITÀ : intrapendere un’azione per eliminare lo stress o attutirne gli effetti  PIANIFICAZIONE : riflettere, pianificare, elaborare strategie per superare il problema  SOPPRESSIONE DI ATTIVITÀ COMPETITIVE: affrontare più efficacemente il problema mettere da parte ogni altra attività, evitare distrazioni per poter  CONTENIMENTO : aspettare l’occasione opportuna per affrontare lo stress, trattenendosi dall’agire impulsivamente  RICERCA DI INFORMAZIONI : chiedere consigli, assistenza, informazioni

Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE)

      RICERCA DI COMPRENSIONE : ottenere supporto morale, rassicurazioni, comprensione SFOGO EMOTIVO : esprimere emozioni, dare sfogo ai propri sentimenti REINTERPRETAZIONE POSITIVA E CRESCITA : elaborare l’esperienza critica in termini positivi e/o di crescita ACCETTAZIONE : accettazione della situazione e/o della propria incapacità nell’affrontarla DEDICARSI ALLA RELIGIONE : cercare aiuto o conforto in un credo religioso UMORISMO : prendersi gioco della situazione, riderci e scherzarci sopra.

   

Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE)

NEGAZIONE : rifiutare l’esistenza della situazione critica, tentando di reagire come se lo stress non esistesse DISTACCO COMPORTAMENTALE : corrisponde a una situazione di helplessness, si riducono gli sforzi per fronteggiare la situazione problematica, si abbandonano I tentativi di risoluzione, aspettandosi scarsi risultati dai propri tentativi di fronteggiamento DISTACCO MENTALE : è il contrario della soppressione delle attività competitive, implica distrarsi, sognare ad occchi aperti, dormire più a lungo, ecc.

USO DI DROGHE O ALCOL : uso di sostanze per tollerare lo stress

Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE)

In genere modalità di coping focalizzate sul problema correlano positivamente con ottimismo, autostima, resistenza e comportamento di tipo A  Mentre si associano negativamente con l’ansia di tratto  Anche la scala di reinterpretazione positiva e crescita presenta analoghe associazioni  Le scale di negazione e distacco comportamentale , invece, correlano negativamente con ottimismo, autostima, resistenza, tipo A e positivamentw con l’ansia di tratto

Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE)

Per la versione italiana, gli autori (Sica e coll, 1997), consigliano di fare riferimento ai 5 fattori derivanti dall ’ analisi fattoriale di secondo ordine eseguita sul campione italiano, data l ’ insoddisfacente consistenza interna di alcune scale del questionario. Per analisi approfondite è comunque possibile ricorrere alle singole scale del COPE:      SUPPORTO SOCIALE : ricerca di informazioni (5) + ricerca di comprensione (6) + sfogo emotivo (7) EVITAMENTO alcol (15) : umorismo (11) + negazione (12) + distacco comportamentale (13) + distacco mentale (14) + uso di droghe o ATTITUDINE POSITIVA: contenimento (4) + reinterpretazione positiva e crescita (8) + accettazione (9) ATTIVITÀ : attività ( 1) + pianificazione (2 ) + soppressione di attività competitive (3) RELIGIONE : dedicarsi alla religione (10)

Coping Orientations to the Problems Experienced (COPE)

INTERPRETAZIONE dei RISULTATI:  IL PUNTEGGIO ALLE SCALE DEL COPE AUMENTA AL CRESCERE DELLE ABILIT À RIFERITE DAL SOGGETTO, PER CUI A PIÙ ALTI PUNTEGGI CORRISPONDONO PI Ù ADEGUATE ABILITÀ DI COPING  NON È PREVISTO UN PUNTEGGIO TOTALE DI ABILITÀ DI COPING  PER L ’ INTERPRETAZIONE DELLE SINGOLE SCALE E DEI 5 FATTORI VEDI DESCRIZIONI PRECEDENTI  PARTICOLARE ATTENZIONE VA RIVOLTA A PUNTEGGI ELEVATI NELLE SCALE DI EVITAMENTO, RELIGIONE E SUPPORTO SOCIALE . A SECONDA DEI CASI, INFATTI, L ’ USO PROLUNGATO DI TALI STRATEGIE POTREBBE COMPORTARE SCARSO BENESSERE, SCARSO SENSO DI EFFICACIA PERSONALE, FATALISMO E COMPROMISSIONE DELLA QUALITÀ DELLA VITA  AL CONTRARIO ELEVATI PUNTEGGI ALLE SCALE ATTITUDINE POSITIVA, E ORIENTAMENTO AL PROBLEMA IN GENERE RAPPRESENTANO MODALITÀ FUNZIONALI ED ADATTIVE.

PERSONALITÀ (E STATO DI SALUTE)

  

Organizzazione dei tratti comuni ,ovvero delle dimensioni orizzontali che si ritrovano in tutti gli individui (Allport,1937; 1960).

Evidenza, descrizione, analisi dei fondamentali, “source traits” costituenti un profilo di personalità tratti (Cattell, 1950).

Connessione e comportamentali - sociali (Mishel, & Peake, 1981).

tra aspetti biologico-costituzionali

Tratti di personalità

Categorie per la descrizione dei comportamenti più tipici.

Taluni comportamenti o stili si manifestano infatti in maniera più o meno costante in tutti gli individui, altri invece sono più specifici: aggressività, introversione, emotività, depressione, sono esempi di descrizioni comportamentali relativamente comuni.

personalità

Gli individui possono essere caratterizzati da qualità permanenti che li distinguono gli uni dagli altri; tali caratteristiche, pur non andando a coprire tutto lo spettro delle peculiarità individuali, sono in grado di offrire importanti indicazioni per la comprensione del loro comportamento in un’ampia gamma di situazioni (Krahè, 1994).

PERSONALITÀ E STATO DI SALUTE Per un’adeguata valutazione del caso all’interno di una valutazione multidimensionale clinico-psicologica in ambito medico-clinico è importante condurre un’analisi approfondita del profilo di personalità

PERSONALITÀ E STATO DI SALUTE Le evidenze cliniche dimostrano come i tratti di personalità abbiano un ruolo importante in relazione allo stato di salute

PERSONALITÀ E STATO DI SALUTE

come possibili fattori di rischio o risorse rispetto all’insorgenza e/o al mantenimento di patologie organiche e sintomi somatici

sono state individuate configurazioni specifiche di personalità che sembrano predisporre e/o proteggere rispetto all’insorgenza di specifiche patologie: ad es. Tipo A, B, D, C di personalità

influenza sull’aderenza al trattamento e sul comportamento di malattia

PERSONALITÀ E STATO DI SALUTE

Uno dei test psicodiagnostici più utilizzati per una valutazione globale della personalità è il

Sixteen Personality Factors Questionnaire (16PF)

Sixteen Personality Factors Questionnaire 5

a

edizione (16PF-5)

Sixteen Personality Factors Questionnaire – 5 a edizione (16 PF-5)

 Test di personalità di Cattell  La versione italiana della 5 a edizione è del 2000  Scopo: fornire una descrizione completa ed esaustiva della personalità normale, non patologica  Il 16 PF-5 misura 16 dimensioni o tratti stabili di personalità (fattori primari), bipolari e relativamente indipendenti + 5 fattori globali

Sixteen Personality Factors Questionnaire – 5 a edizione (16 PF-5)

Ciascuna dimensione di personalità è concepita come un continuum bipolare lungo il quale si colloca il soggetto e la linea che congiunge le posizioni relative a ciascun fattore traccia il profilo tipico complessivo della personalità del soggetto.

Sixteen Personality Factors Questionnaire – 5 a edizione (16 PF-5)

 Del 16PF esistono diverse forme standardizzate sulla popolazione italiana: 5 (ultima versione), A , C e D  La forma 5 è composta da 185 item a scelta multipla con tre possibilità di risposta  Ciascuna scala comprende da 10 a 15 item

Sixteen Personality Factors Questionnaire 5 a edizione (16 PF-5)

Oltre alle 16 scale riferite ai fattori primari, comprende 3 scale di controllo:  un indice di Managment dell’Immagine (IM), che valuta la desiderabilità sociale  scala INF (infrequenza), elevato numero di risposte diverse rispetto alla risposta prevalente emessa dal campione normativo  scala ACQ (acquiescenza), tendenza a rispondere vero agli item senza tener conto del contenuto

Sixteen Personality Factors Questionnaire – 5 a edizione (16 PF-5) INDICI DELLO STILE DI RISPOSTA SCALA di MENAGEMENT dell’ IMMAGINE (IM): •

scala di desiderabilità sociale: punteggi alti riflettono la tendenza a dare risposte socialmente desiderabili, mentre i punteggi bassi indicano la disponibilità ad ammettere caratteristiche o comportamenti socialmente non desiderabili

gli stili di risposta relativi alla desiderabilità sociale includono sia tentativi di mascheramento del sè sia di inganno dell’altro; la distorsione delle risposte può essere più o meno consapevole

sono da considerarsi significativamente elevati i punteggi ≥ 95 °

sono da considerarsi significativamente bassi i punteggi ≤ 5 °

Sixteen Personality Factors Questionnaire – 5 a edizione (16 PF-5) SCALA INFREQUENZA (INF): •

alti punteggi alla scala indicano che l’esaminato ha risposto ad un numero relativamente ampio di item in modo differente rispetto alla maggior parte delle persone.

questo stile di risposta può riflettere: una tendenza a rispondere in modo casuale, indecisione, difficoltà di lettura e/o comprensione, tentativi per evitare di fornire “impressioni sbagliate”

sono da considerarsi significativamente elevati i punteggi ≥ 95 °

sono da considerarsi significativamente bassi i punteggi ≤ 5 °

Sixteen Personality Factors Questionnaire – 5 a edizione (16 PF-5) SCALA ACQUIESCENZA (ACQ): •

misura la tendenza a rispondere “vero” ad un item senza tenere conto del contenuto

questo stile di risposta può riflettere: incomprensione del contenuto dell’item, risposte casuali, difficoltà a rispondere a domande di tipo autovalutativo, incapacità a scegliere tra le alternative di risposta possibili, un’immagine di sè poco definita, un forte bissogno di approvazione

sono da considerarsi significativamente elevati i punteggi ≥ 95 °

sono da considerarsi significativamente bassi i punteggi ≤ 5 °

Sixteen Personality Factors Questionnaire – 5 a edizione (16 PF-5)

Il test non ha limiti di tempo, tuttavia è opportuno invitare i soggetti a non soffermarsi troppo sugli item  Autosomministrazione, salvo nel caso di soggetti con particolari difficoltà  Somministrazione sia individuale che di gruppo  Tempo mediamente previsto 35-50 minuti  Livello di scolarità richiesto per la compilazione: completamento delle scuole elementari

Sixteen Personality Factors Questionnaire – 5 a edizione (16 PF-5)

 Il test è standardizzato e prevede la conversione dei punteggi grezzi in punti sten (scala da 1 a 10) per i fattori primari e globali, mentre le scale di controllo sono espresse in percentili.

 Il 16 PF è impiegato non solo in ambito clinico, ma anche nella selezione del personale e nell’orientamento scolastico e professionale.

A B C E F G H I L M N O FATTORE Q1 Q2 Q3 Q4 ESPANSIVITÀ RAGIONAMENTO STABILITÀ EMOZIONALE DOMINANZA VIVACITÀ COSCIENZIOSITÀ AUDACIA SOCIALE SENSIBILITÀ VIGILANZA ASTRATTEZZA PRUDENZA APPRENSIVITÀ APERTURA AL CAMBIAMENTO FIDUCIA IN SÈ PERFEZIONISMO TENSIONE

Punteggi da 1 a 3 sten

riservato, impersonale, distaccato concreto reattivo, instabile, emozionalmente mutevole remissivo, cooperativo, evita i conflitti serio, misurato, accurato opportunista, non rispetta le regole timido, pavido, timoroso utilitarista, non sentimentale, materialista fiducioso, non sospettoso, accettante pratico, aderente alla realtà, realista, orientato alla soluzione sincero, schietto, franco, genuino sicuro di sè, soddisfatto, tranquillo tradizionalista, conservatore dipendente dal gruppo, affiliativo tollerante il disordine, approssimativo, flessibile rilassato, placido, paziente

Punteggi da 8 a 10 sten

espansivo, disinvolto, attento agli altri astratto emozionalmente stabile, maturo, adattabile dominante, energico, assertivo vivace, esuberante, spontaneo coscienzioso, ligio al dovere socialmente audace, intraprendere, temerario, sfrontato, avventuroso sensibile, esteta, sentimentale, romantico vigile, sospettoso, scettico, circospetto astratto, fantasioso, ideativo, orientato verso le idee prudente, discreto, guardingo, chiuso apprensivo, insicuro, preoccupato aperto al cambiamento, sperimentatore fiducioso di sè, solitario, individualista perfezionista, autodisciplinato, organizzato teso, energico, impaziente, motivato

FATTORE EX estroversione AX ansietà TM durezza IN indipendenza SC autocontrollo

Punteggio da 1 a 3 sten Punteggio da 8 a 10 sten introverso, socialmente inibito estroverso, socialmente participativo imperturbabile, bassa ansietà ricettivo, aperto, intuitivo acconidiscendente, piacevole, altruista ansioso, alta ansietà duro, risoluto, bassa empatia indipendente, persuasivo, volitivo impulsivo, segue gli istinti Controllato, inibisce gli istinti

ANALISI E VALUTAZIONE DELLE VARIABILI PSICOLOGICHE, COMPORTAMENTALI E DI PERSONALITÀ IN SOGGETTI CON SINDROME PREMENOPAUSALE

MENOPAUSA NATURALE

Definizioni

ultima mestruazione fisiologica conseguente alla cessazione dell’attività follicolare ovarica, identificata retrospettivamente dopo 12 mesi consecutivi di amenorrea, non riconducibile ad altre cause patologiche o fisiologiche evidenti (WHO, 1996). Nella popolazione italiana si manifesta mediamente tra i 46 e i 53 anni (Genazzani, 2000).

PERIMENOPAUSA: periodo di tempo, di durata estremamente variabile, compreso tra l’inizio delle prime irregolarità mestruali fino a un anno dopo l’evento menopausa, in cui possono manifestarsi, ma non necessariamente, diversi disturbi che definiscono la Sindrome Climaterica.

SINDROME CLIMATERICA o PREMENOPAUSALE: è caratterizzata da un insieme di sintomi di diversa natura (psicologici, cognitivi e organici) che riconoscono un’origine multifattoriale. La sintomatologia è estremamente variabile da donna a donna; i disturbi si manifestano secondo combinazioni diverse per entità, intensità e durata e possono anche non manifestarsi affatto.

Tra i fattori intervenienti rientrano, oltre alle modificazioni fisiologiche, variabili psicologiche, comportamentali e ambientali.

SINDROME PREMENOPAUSALE S I I I N D R O M E P R E M E N O P A U S A L E

I I r r r r e g o l l a r r i i t t à d e l l f f l l u s s o e d e l l c i i c l l o D i i s t t u r b i v a s o m o t t o r r i

polimenorrea

vampate

D d i i e s l l l l t t u a r r b s f f i i e u r r r r a o g s e e n s s i i t t u a a l l l i i l e e D i i s t t u r r b c i i o p g s n i i i i c t t i i o v i i l l o g i i c i i e D i i s t t u

secchezza vaginale

alterazioni dell'umore

cefalea

r r b i s o m a t t i c i i

oligomenorrea

menorragia

menotrorragia

ipomenorrea

sudorazioni notturne

disturbi del sonno

aumento del rischio di infiammazioni e infezioni

irritabilità

ansia

prurito, bruciore

depressione

urgenza della minzione

aumento della frequenza urinaria

astenia

difficoltà di concentrazione

incontinenza urinaria

disturbi della memoria

dispareunia

vaginismo

calo del desiderio sessuale

vertigini

palpitazioni, tachicardia

dolori articolari

tensione mammaria

ritenzione idrica

aumento ponderale

atrofia della cute, dei capelli e delle unghie

MENOPAUSA: Cenni di endocrinologia Noradrenalina, Dopamina, Serotonina, Acetilcolina, GABA, ecc…

Menopausa:

IPOTALAMO ORMONE LIBERANTE LE GONADOTROPINE: Gn-RH • Aumento del livelli

circolanti delle gonadotropine, in particolare FSH

Deficit ormonali: riduzione

dei livelli di E 2 e P

IPOFISI GONADOTROPINE IPOFISARIE: FSH, LH OVAIO

ASSE IPOTALAMO-IPOFISI-OVAIO

STEROIDI: Estradiolo (E 2 ) Progesterone (P) PEPTIDI: inibine activine

Carenza ormonale: TESSUTI e ORGANI interessati

SNAApparato cardiovascolarePelle e mucoseApparato urogenitaleOsso

• MENOPAUSA e SNC ( Nappi e Affinito, 2000; Genazzani, 2000; Genazzani e Stomati, 2000)

SISTEMA CATECOLAMINERGICO (adrenalina, noradrenalina, dopamina)

• Regolazione umore e alcune funzioni motorie • Deficit estrogenico • Sintomi vasomotori •

SISTEMA SEROTONINERGICO

NORADRENALINA

DOPAMINA

• Deficit estrogenico 

SEROTONINA

• Incremento della sensibilità e della vulnerabilità agli stimoli stressanti • Serotonina: controllo del tono dell’umore e del comportamento • Depressione, ansia, irritabilità e disturbi della memoria •

SISTEMA OPPIOIDE (ß-endorfina ed altri oppioidi endogeni)

• modulazione del comportamento, analgesia, termoregolazione, proprietà neuroendocrine, sensazioni di benessere e di piacere • Deficit estrogenico 

ß-endorfina e altri oppioidi endogeni

• Alterazioni tono dell’umore, del comportamento e disturbi nocicettivi

Introduzione

La transizione menopausale si configura come fonte significativa di stress e si associa ad un incremento della vulnerabilità per disturbi psicopatologici quali i disturbi d ’ansia, i disturbi dell ’umore e i disturbi sessuali, oltre ad un aumento dell ’incidenza dei disturbi psicofisiologici .

Vista la natura multifattoriale della Sindrome Premenopausale e l ’estrema variabilità interindividuale nel vissuto soggettivo e nella sintomatologia personalizzati , riferita, emerge l ’esigenza di interventi “modellati” sul singolo caso, rendendosi quindi necessaria una valutazione multidimensionale ed un approccio multidisciplinare nella cura della donna in perimenopausa e menopausa.

Scopo della ricerca

VERIFICARE L’ESISTENZA DI CONFIGURAZIONI TIPICHE DI RISPOSTA E DI POSSIBILI RELAZIONI TRA TRATTI STABILI DI PERSONALITÀ, STILI DI VITA, COMPORTAMENTI STRESS-CORRELATI E I SINTOMI CARATTERISTICI DELLA SINDROME PREMENOPAUSALE

Il campione è

Campione

rappresentato da 30 soggetti in perimenopausa, reclutati presso il Centro Menopausa dell’ospedale di Carpi.

ET À LIVELLO D ’ISTRUZIONE LAVORO N

°

SOGGETTI S Ì NO ELEM.

M. INF.

M. SUP.

RANGE MEDIA (DS) FREQ.

FREQ.

FREQ.

FREQ.

FREQ.

30 45-55 50.53

( ± 2.73) 21 (70%) 9 (30%) 7 (23.3%) 12 (40%) 11 (36.7%) CRITERI D’INCLUSIONE nel campione: Presenza di sintomi tipici della Sindrome Premenopausale riferiti all’anamnesi

Assenza di qualsiasi tipo di trattamento per ridurre la sintomatologia climaterica (HRT, fitoestrogeni, cure omeopatiche, agopuntura, ecc.)

Assenza di condizioni medico-cliniche che potevano influire significativamente sull’insorgenza della menopausa, sui disturbi manifestati e sul benessere psicofisico complessivo (ovariectomia, isterectomia, chemioterapia, radioterapia, ecc.)

Materiale e Procedura

  Le informazioni relative alla condizione medico-clinica e alla sintomatologia climaterica, sono state raccolte mediante intervista anamnestica semi strutturata.

Successivamente psicodiagnostici: sono stati somministrati i seguenti test

Symptom Questionnaire (SQ) di G.A. Fava e di tempo determinato; R. Kellner (1981), questionario di autovalutazione che tende a valutare la presenza di eventuali sintomi e lo stato di benessere/malessere percepito dal soggetto in un periodo  Sixsteen Personality Factors Questionnaire - forma C (16 PF-C) di R.B.

Cattell (1956), per la descrizione dei tratti stabili, non patologici, di personalità;  Pisa Stress Questionnaire (PSQ) di C.A. Pruneti (1996), test per valutare la presenza di stili di vita disfunzionali e comportamenti stress-correlati, a rischio per la salute.

 

Analisi dei dati

Valori medi

e relative

deviazioni standard

per tutti i punteggi dei test, tracciando per ciascuno dei tre reattivi utilizzati un profilo medio del campione.

Test di Kruskal-Wallis

(per tre o più campioni indipendenti) per verificare l’eventuale esistenza di differenze significative nei punteggi ai test tra i tre gruppi individuati utilizzando la variabile “alterazioni del ciclo” (polimenorrea, oligomenorrea e amenorrea) come variabile di raggruppamento.

Test di Mann-Whitney

(per due campioni indipendenti) per confrontare le medie dei punteggi ottenuti all’SQ, al PSQ e al 16 PF-C dai due gruppi distinti in base alla presenza/assenza di vampate e sudorazioni.

 Sono stati calcolati il

coefficiente “r s ” di Spearman regressione lineare semplice

e il

coefficiente di

per ricercare associazioni significative e relazioni d’influenza tra le variabili misurate dai test utilizzati.

12 10 8 6 4 2 0 7,7

Risultati

SQ 8,2 10,67 6,23 Ansia Depressione

punteggio medio

Sintomi somatici

valore di riferimento

Ostilità Il campione presenta punteggi medi alle scale dell’SQ tutti sopra soglia; questi dati correlano con la comparsa di fastidiosi disturbi fisici e con la percezione di una maggiore ansietà, irritabilità e di una tendenza ad essere di umore triste , lamentati dalla maggior parte delle donne in perimenopausa.

Risultati

9 8 7 3 2 1 6 5 4 7 7 8 PSQ 6 7 7 8 SR V DS

punteggio medio

PP TL I

valore di riferimento

TOT I punteggi medi ai 6 fattori del PSQ sono tutti elevati, eccetto il punteggio al fattore Precisione e Puntualità, evidenziando una tendenza da parte dei soggetti ad assumere comportamenti stress-correlati e stili di vita disadattivi , a rischio per la salute ed una vulnerabilità per i disturbi da stress .

Risultati

PROFILO MEDIO 16 PF-C

9 8 7 6 5 4 3 2 1

4 3 3 4 4 5 4 7 6 5 5 6 3 3 3 9 A B C E F G H I L M N O Q1 Q2 Q3 Q4 Il profilo ottenuto dai punteggi medi ai fattori del 16 PF-C descrive una tendenza dei soggetti del campione ad essere emotivamente instabili, con difficoltà di adattamento (C) , sensibili e bisognosi di attenzione (I) , resistenti al cambiamento (Q1) , dipendenti e bisognosi di approvazione sociale (Q2) , con scarsa capacità di controllo sul proprio comportamento e le proprie emozioni (Q3) , inclini all’ansietà generalizzata (Q4) .

Risultati

Test di Kruskal-Wallis: non sono emerse differenze significative tra i soggetti con oligomenorrea, polimenorrea e amenorrea in riferimento ai tratti di personalità, allo stile di vita e alla sintomatologia manifestata.

I risultati ottenuti, coerenti con le ipotesi iniziali, evidenziano come i soggetti con diverse irregolarità del ciclo non differiscano rispetto allo stile di vita, alle dimensioni di personalità e allo stato sintomatologico.

Risultati

Test di Mann-Whitney : non sono state trovate delle differenze rilevanti dal punto di vista statistico nelle variabili di stato, nello stile di vita e nelle caratteristiche di personalità dei soggetti che riferivano vampate e sudorazioni rispetto a quelli che non presentavano tali disturbi.

 Dal calcolo del coefficiente “r s ” di Spearman sono emerse numerose correlazioni significative che descrivono configurazioni di risposta tipiche comprendenti variabili di stato, tratto e inerenti allo stile di vita.

 L’impiego del coefficiente di regressione lineare semplice , per indagare la direzione delle correlazioni rilevanti rispetto allo scopo della ricerca, ha portato a risultati molto interessanti, in parte attesi, altri fecondi di indicazioni nuove e di nuovi quesiti da approfondire con ulteriori studi.

TABELLA DELLE REGRESSIONI VARIABILE INDIPENDENTE VARIABILE DIPENDENTE

t

C (16 PF-C)

A (SQ) - 3.014 L (16 PF-C) O (16 PF-C) Q4 (16PF-C) I ( PSQ) TOT (PSQ) F (16 PF-C) L (16 PF-C) Q4 (16PF-C) I (PSQ) C (16 PF-C) L (16 PF-C) O ( 16 PF-C) Q4 (16PF-C) TOT (PSQ) O (SQ)

              

A (SQ) A (SQ) A (SQ) A (SQ) A (SQ) D (SQ) D (SQ) D (SQ) D (SQ) O (SQ) O (SQ) O (SQ) O (SQ) O (SQ) DS (PSQ) 2.483 2.582 4.061 2.845 2.394 - 2.41 2.272 2.861 2.387 - 2.925 3.571 2.334 4.533 1.915 2.228 p < 0.01 < 0.05 < 0.05 < 0.01 < 0.01 < 0.05 < 0.05 < 0.05 < 0.01 < 0.05 < 0.01 < 0.01 < 0.05 < 0.01 N.S. < 0.05

Caratteristiche di personalità come la tendenza ad essere teso, frustrato, irritabile, emotivamente instabile (alti punteggi al fattore Q4 e bassi punteggi al fattore C), con un forte senso del dovere, associato a sensi di colpa, apprensione e insicurezza (alti punteggi al fattore O), risultano essere predittive di manifestazioni sintomatologiche di tipo ansioso-depressivo e di elevati livelli di ostilità.

Anche i soggetti tendenzialmente diffidenti, scettici e dogmatici , con atteggiamenti “paranoici” (alti punteggi al Fattore L) sembrano avere una maggiore probabilità di manifestare alti livelli di ansia, umore depresso e irritabilità.

Uno stile di vita iperattivo e la messa in atto di comportamenti disfunzionali associati ad elevati livelli di stress sembrano influenzare significativamente la comparsa dei disturbi psicologici caratteristici della sindrome climaterica.

Discussione e Conclusioni

I risultati ottenuti evidenziano l’influenza di determinati tratti stabili di personalità e stili di vita disadattivi rispetto alla manifestazione e all’entità dei disturbi , più strettamente psicologici, caratteristici della Sindrome Premenopausale , a conferma l’importanza di una valutazione multidimensionale e di un approccio multidisciplinare nella cura della donna in perimenopausa e menopausa.

Discussione e Conclusioni

Una valutazione della personalità e delle variabili psicologiche e comportamentali, inoltre, può costituire un utile strumento per interventi di prevenzione , attraverso l’individuazione precoce di soggetti predisposti a sviluppare una Sindrome Premenopausale imponente e di eventuali inclinazioni psicopatologiche o disturbi psicopatologici che, in questa fase critica di transizione, manifestarsi, ripresentarsi o esacerbarsi.

potrebbero

Discussione e Conclusioni

Le problematiche della menopausa richiedono un approccio multidisciplinare in cui il ginecologo svolge il ruolo di coordinatore. Questo è possibile solo se il medico non vede il climaterio semplicemente come una fase di transizione nella fisiologia riproduttiva della donna, preoccupandosi esclusivamente di individuare le alterazioni anatomo-funzionali legate ad essa, ma si interessa anche dell'anamnesi psicologica dei soggetti. Gli interventi terapeutici dovrebbero avere come obiettivo il benessere psicofisico e non ridursi alla semplice prescrizione di farmaci per l’eliminazione dei sintomi e il recupero di uno stato di salute soddisfacente.

Discussione e Conclusioni

Un intervento che sia rivolto alla donna, nel rispetto della sua complessità e unicità psicofisica, e non al semplice contenimento della sintomatologia climaterica, è realizzabile solamente attraverso il dialogo e la collaborazione fra specialisti di diverse discipline, nel riconoscimento delle specifiche competenze.

Discussione e Conclusioni

Un intervento che sia rivolto alla donna, nel rispetto della sua complessità e unicità psicofisica, e non al semplice contenimento della sintomatologia climaterica, è realizzabile solamente attraverso il dialogo e la collaborazione fra specialisti di diverse discipline, nel riconoscimento delle specifiche competenze.

La valutazione multidimensionale in

CARDIOLOGIA

La valutazione multidimensionale del paziente cardiovascolare Le malattie cardiovascolari rappresentano una delle principali cause di morte in tutto il mondo.

I disturbi cardiovascolari sono riconosciuti come “l’epidemia” del secolo.

Il rischio cardiovascolare è di natura multifattoriale; è importante a riguardo sottolineare come diversi fattori di rischio siano modificabili grazie ad interventi di modificazione comportamentale.

Centralità di un approccio multidisciplinare alla patologia cardiovascolare sia sul piano della prevenzione che della cura

Ruolo dello psicologo nella prevenzione e/o cura della patologia cardiovascolare Le evidenze cliniche dimostrano e sottolineano l’efficacia di un approccio e di interventi multidisciplinari al paziente cardiovascolare.

L’indiscussa importanza dei fattori psicologici rispetto allo stato di salute-malattia in generale e, nello specifico, al rischio e alla riabilitazione cardiovascolare sostiene la necessità di un approccio integrato alla malattia cardiaca, in cui lo psicologo viene ad assumere un ruolo di rilievo sia nell’ambito della prevenzione primaria e secondaria, che della riabilitazione e della programmazione di interventi personalizzati.

Ruolo dello psicologo nella prevenzione e/o cura della patologia cardiovascolare Interventi informativi e formativi di sensibilizzazione Interventi di educazione alla salute Consulenza e sostegno al paziente cardiovascolare e ai familiari Valutazione dei fattori di rischio e delle risorse sul piano psicologico e socio-ambientale.

Ruolo dello psicologo nella prevenzione e/o cura della patologia cardiovascolare Valutazione clinico-psicologica (tratti di personalità, stili di coping, livello di motivazione, ecc.) finalizzata alla progettazione di interventi riabilitativi personalizzati orientati a contenere lo stress connesso all’intervento e favorire l’aderenza al trattamento Diagnosi e trattamento di eventuali disturbi psicopatologici concomitanti e/o predisponenti (disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, ecc.) Interventi di modificazione comportamentale orientati a: 1. riduzione dei fattori di rischio 2. riduzione degli stili di vita e comportamenti disadattivi, stress correlati 3. incremento di comportamenti preventivi e stili di vita salutari

La RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLARE

• Secondo la definizione elaborata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la riabilitazione cardiovascolare comprende qualsiasi intervento in grado di riportare il paziente alle condizioni fisiche, mentali e sociali, le migliori possibili, compatibili con il proprio stato di malattia. • Col termine Riabilitazione Cardiovascolare (RC) si intende “ un processo multifattoriale attivo e dinamico che ha come fine ultimo quello di favorire la stabilità clinica di ridurre la disabilità conseguente alla malattia, di favorire un ruolo attivo nella società, in ultima analisi, di ridurre i rischi di successivi eventi cardiovascolari, di migliorare la qualità della vita e di incidere positivament sulla sopravvivenza”* *(Giannuzzi, P., 2003)

La RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLARE

L’obiettivo dell’intervento riabilitativo è perciò il raggiungimento del miglior stato di benessere psicofisico del paziente, mediante interventi integrati, che presuppongono l’impiego di diversi strumenti, tecniche e la collaborazione tra gli specialisti delle diverse discipline coinvolte (cardiologo, internista, terapisti della riabilitazione, psicologo, ecc).

Fattori di rischio cardiovascolare: MODIFICABILI e NON MODIFICABILI L’individuazione dei fattori di rischio, il loro contenimento o la loro modificazione, qualora possibile, rappresentano un obiettivo fondamentale dell’intervento sia di tipo preventivo che riabilitativo

Fattori di rischio modificabili Fumo ( sia attivo che passivo) Ipercolesterolemia (> 250 mg/dl) Ipertensione arteriosa (sistolica>120; diastolica>80) Sovrappeso, obesità Diabete mellito Ipertrigliceridemia Iperomocistieinemia Stress ossidativi Ridotto tono del parasimpatico Depressione Stress cronico a livello psicofisico Comportamento di tipo A (ostilità) Fattori di rischio non modificabili Familiarità Età Sesso Stato post-menopausale

COMPORTAMENTO DI TIPO A

Tra i fattori di rischio cardiovascolare rientra il comportamento di TIPO A: (Friedman e Rosenman, 1974) configurazione di personalità caratterizzata da urgenza di tempo, impazienza, ostilità, competitività, ambizione e difficoltà a mostrare i propri sentimenti (compresa la rabbia)  Suddetti comportamenti disadattivi insieme, all’ incapacità di gestire eventi stressanti, influenzano negativamente il benessere psicofisico dell’individuo, sia incrementando il rischio di sviluppare una patologia coronarica, che ostacolando il recupero della piena funzionalità  Pisa Stress Questionnaire (PSQ) di C. Pruneti : strumento psicodiagnostico per la valutazione dei i comportamenti disadattivi, stress correlati; di facile e rapida somministrazione

DEPRESSIONE e ANSIA

Numerosi studi hanno evidenziato l’importanza della depressione nella prognosi di soggetti cardiopatici, sottolineando come questa debba essere considerata un fattore di rischio indipendente che influisce direttamente sul sistema nervoso autonomo (SNA) Anamnesi positiva per disturbi dell’umore, così come la presenza di una depressione attuale, sindromica o subclinica, sono predittive di un maggior rischio cardiovascolare, in soggetti senza alcuna evidenza clinica di cardiopatia così come in soggetti cardiopatici.

Anche l’ansia è predittiva di un maggior rischio cardiovascolare, sia in soggetti sani, che in quelli cardiopatici Disturbi d’ansia e/o disturbi depressivi rappresentano, pertanto, fattori predisponenti, concomitanti e/o conseguenti rispetto alla patologia cardiovascolare.

Si evidenzia un elevata comorbilità tra patologia cardiovascolare e disturbi psicologici quali la depressione, il disturbo di attacchi di panico con/senza agorafobia, ecc.

SNA come FATTORE di RISCHIO CARDIOVASCOLARE • Recenti studi hanno sottolineato l’importanza che il SNA riveste nelle malattie cardiovascolari.

• Lo studio ATRAMI (Autonomic Tone and Reflexes After Myocardial Infarction) ha evidenziato come in soggetti con infarto miocardico acuto e in pazienti con ridotta frazione di eiezione l’aumento del rischio di morte è associato alla presenza di uno squilibrio nella regolazione autonomica.

• Gli indicatori di una ridotta attività vagale, come la minore sensibilità al baroriflesso (BRS) e la minore variabilità della frequenza cardiaca (HRV) sono importanti fattori prognostici di aumentata mortalità per eventi cardiaci.

• Nei pazienti che hanno subito un evento cardiaco acuto il SNA simpatico risulta avere una maggiore attivazione  se ne deduce che, avendo un ridotto tono parasimpatico (BRS e HRV depressi), in questi pazienti è notevolmente aumentato il rischio cardiovascolare

STRESS come FATTORE di RISCHIO CARDIOVASCOLARE Il ruolo dello stress come fattore di rischio per la salute è stato ampiamente studiato e confermato da innumerevoli evidenze empiriche. Le conseguenze dannose dello stress sulla salute (fisica e psichica) sono mediate da modificazioni del sistema endocrino, immunitario e nervoso autonomo e dall’influenza negativa che esercita sui comportamenti rilevanti per la salute

STRESS come FATTORE di RISCHIO CARDIOVASCOLARE Lo stress si configura come fattore di rischio per i disturbi cardiovascolari principalmente per due motivi: 1. Lo stress cronico si associa a squilibri neuorendocrini caratterizzati da un incremento delle catolamine (iperattivazione surrenale), cortisolo, prolattina, GnRH con evidenti ripercussioni sulla funzionalità dell’apparato cardiopvascolare 1. Le persone sotto stress hanno maggiore probabilità di mettere in atto comportamenti malsani o rischiosi (consumo di alcol, sigarette, tranquillanti, sonniferi, diminuzione delle ore di sonno, consumazione veloce dei pasti, ecc.) nel tentativo di ridurre la minaccia percepita o di controllare le emozioni attivate dall’esperienza potenzialmente dannosa.

Approccio multidisciplinare al paziente cardiovascolare La diagnosi e l’intervento psicologico si vengono, dunque, ad affiancare alla diagnosi e all’intervento clinico-farmacologico e, nel caso, cardio-chirurgico (Task Force e GICR, 2003).

Confronto trattati-non trattati pre e post (Baseline),

Pruneti e coll., Italian Heart Journal, 2002

80 70 60 50 40 30 20 10 0 Tratt. (Pre) Non Tratt.(Pre) SCR 13,12 12,23 EMG 5,11 4,57 RR 1,75 1,96 PT 32,2 32,15 HR 67,31 66,84 60 50 80 70 40 30 20 10 0 Tratt. (Post) Non Tratt. (Post) SCR 7,18 11,48 EMG 4,18 4,14 RR 1,65 1,74 PT 33,05 32,57 HR 68,47 62,5

Confronto trattati-non trattati pre e post (Stress presentation)

Pruneti e coll., Italian Heart Journal, 2002 100 90 90 80 80 70 70 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10 0

Tratt. (Pre) Non Tratt.(Pre) SCR 19,33 18,48 EMG 8,99 7,14 RR 2,58 2,72 PT 30,7 30,57 HR 86,15 82,57

0

Tratt. (Post) Non Tratt. (Post) SCR 13,45 18,08 EMG 7,18 6,84 RR 2,2 2,66 PT 31,88 30,19 HR 80,12 84,57

Confronto trattati-non trattati pre e post (Stress presentation) (

Pruneti e coll., Italian Heart Journal , 2002) 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 SCR Tratt. (Pre) 19,33 Non Tratt.(Pre) 18,48 EMG 8,99 7,14 RR 2,58 2,72 PT HR 30,7 86,15 30,57 82,57 30 20 10 90 80 70 60 50 40 0 SCR Tratt. (Post) 13,45 Non Tratt. (Post) 18,08 EMG 7,18 6,84 RR 2,2 2,66 PT HR 31,88 80,12 30,19 84,57

80 70 60

Alprazolam in AMI. Confronto trattati-non trattati pre e post (Baseline),

Hearth J., 2002 da: Pruneti e coll. Italian 80 70 60 50 50 40 40 30 20 10 0 SCR EMG RR PT HR Tratt. (Pre) 13,1 5,11 1,75 32,2 67,3 Non Tratt.(Pre) 12,2 4,57 1,96 32,2 66,8 30 20 10 0 SCR EMG RR PT HR Tratt. (Post) 7,18 4,18 1,65 33,05 68,47 Non Tratt.

(Post) 11,48 4,14 1,74 32,57 62,5

BIOFEEDBACK e DISTURBI CARDIOVASCOLARI

• In particolare l’efficacia terapeutica del biofeedback in riabilitazione cardiologica riguarda, insieme all’acquisizione della capacità di controllare meglio determinate risposte fisiologiche, anche lo sviluppo di una maggiore consapevolezza delle proprie risposte emotive e di quei bisogni e di alcune necessità di cui normalmente non si ha coscienza.

• Mediante questa tecnica il paziente apprende infatti a discriminare e a modificare non solo le proprie risposte disfunzionali o patologiche, ma anche le situazioni che sono in grado di provocare tali risposte, riuscendo in questo modo a imparare col tempo a prevenire tali comportamenti.

• Il biofeedback è stato, inoltre, impiegato per valutare l’efficacia di determinati farmaci.

Campione

DAG= 24 DAP= 9 DM= 13 DOC= 8 TOT= 54

DAG DM DAP DOC 12 10 8 μS 6 4 2 0 “riposo” (minuto 6) risposta allo stress recupero dopo lo stress

12

μS

10 8 6 20 18 16 14 4 2 0

“riposo” (minuto 6) “stress” (minuto 1) “recupero” (minuto 6) DAG 8,04 16,18 10,84 DM 1,83 2,9 2,89 DAP 10,97 19,83 15,25 DOC 2,58 4,09 4,44

Disturbo d’ansia generalizzata e dist. somatoforme: confronto (t di Student) trattati vs non trattati (*=p<.01).

90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 TRATTATI NON TRATTATI EMG 3,97 4,4 * GSR 3,22 13,46 PER.TEMP.

30,87 32,75 * HR 69,2 82,1

Episodio depressivo maggiore: confronto (t di Student) trattati vs non trattati (*= p<.01).

90 80 * 70 60 50 40 30 20 10 0 EM G * GS R P ER . T EM P H R T R A T T A T I N ON T R A T T A T I 3 , 7 4 , 1 6 , 1 2 , 2 3 3 , 3 3 1 6 9 8 3 , 6

I Marcatori della Diagnosi della Malattia di Alzheimer

+ and/or + and/ot + and/or + and/or + and/or + and/or + and/or +

Genetic Testing (APP, PS1, PS2) Positron Emission Tomography Biological Markers (CSF, Plt) MRI EC-Hipp Atrophy Neuropsych. Testing MRI/TAC MMSE EON AD Type MCI

Analisi ed elaborazione dei dati nella pratica e nella ricerca clinico psicologica

Come utilizzare i dati raccolti in psicologia clinica e psicopatologia

Obiettivi della ricerca applicata in psicologia clinica

 Conoscenza delle caratteristiche psicopatologiche di gruppi diagnostici o di singoli casi  Individuazione fattori funzionali per l’impostazione del trattamento  Valutazione dell’efficacia dei trattamenti

Dati utilizzabili nella ricerca clinica

MMPI

16- PF

SQ

Self- report

 PPF  Esami ematochimici, dosaggi ormonali

Problemi metodologici

Studi sperimentali su una

popolazione

clinica Studio dei

singoli casi

clinici Come creare gruppi omogenei?

Come integrare tra loro i dati raccolti?

MMPI (Hathaway, McKinley)

 Strumento per valutare orientamenti psicopatologici  Costruito attraverso metodo empirico  Utile per l’approfondimento del caso attraverso l’interpretazione DELL’INTERO PROFILO 10 scale cliniche + 3 scale di validità

MMPI

40 35 30 25 20 15 10 5 DAP DAG DOC DCA DEP Hs 14 13 10 15 13 D 31 31 31 34 35 Hy 30 27 26 29 28 Pd 19 19 21 22 23 Mf 26 24 24 23 25 Pa 12 10 11 14 14 Pt 25 23 22 27 26 Sc 24 21 21 27 26 Ma 17 21 15 18 17 Si 31 28 26 30 34 DAP DAG DOC DCA DEP

Scale di validità

 L : misura la tendenza da parte del soggetto a mostrare una buona immagina di sé  F : misura una serie di esperienze ritenute poco frequenti nella popolazione normale. Punteggi elevati indicano tendenza a considerare gravi i propri problemi  K : misura atteggiamenti difensivi nei confronti del test. Punteggi elevati indicano tendenza a negare i problemi (atteggiamento difensivo)

80 75 70 65 40 35 30 60 55 50 45

Scale di validità

L  Atteggiamento difensivo K alto (>71), L modale (tra 50- 59) F basso (<45) 90 80 70 60 50 40 30 F K L  Quadro esagerato dei sintomi F alto (<71) K, L bassi F K

Scale cliniche: caratteristiche

 Ogni distribuzione di punti T ha un punteggio medio di 50 punti ed una deviazione standard di 10  Il punto T 65 è il punto dal quale l’elevazione assume un significato clinico. Corrisponde al 92 ° percentile  Un’elevazione tra 60 e 64 punti T è considerata moderatamente elevata  Bassi punteggi nelle scale cliniche non sono interpretati come indicativi di particolari caratteristiche. Fanno eccezione Si e MF

Scale cliniche

Hs (ipocondria): item relativi a sintomi fisici  D (depressione):ha a che fare con tristezza, bassa autostima, disperazione  Hy (isteria): item relativi a problemi fisici e dal contenuto fortemente ottimista   Pd (deviazione psicopatica): item relativi a isolamento sociale e indifferenza a regole sociali Mf (mascolinità/femminilità): item che riguardano interessi estetici, adesione più o meno rigida a stereotipi sessuali

Scale cliniche

 Pa (paranoia): item relativi al grado di sensibilità alle opinioni altrui  Pt (psicoastenia): item che misurano aspetti relativi all’ansia, rimuginazione, compulsioni  Sc (schizofrenia)item che misurano il grado di confusione mentale  Ma (ipomania): valuta il grado di energia della persona, espressa a livello ideativo, motorio, emotivo  Si (introversione sociale): misura la tendenza ad isolarsi o a stare con gli altri

Assi di Diamond

 Schema elaborato per misurare variabili non direttamente indagate dalle scale cliniche di base   Si contrappongono tra loro due scale cliniche, due coppie di scale con altre due o un gruppo con un altro VANTAGGIO : è possibile, attraverso regole interpretative, ottenere ulteriori informazioni di interesse clinico

Schema degli assi

9 I D P E N D E N Z A 5 Auto accusa 7 Auto commis erazion e D--------------------Ma Asse timico Pt--------------------Pd Asse valutazione di Sé Hy-------------------Pa Plasticità sociale Hs-------------------Sc Contatto interpersonale 6 Opposit ività 8 Fanta stiche rie intellet tualiza te 10 D I S T A C C O

Asse timico (D----Ma)

 Se D è maggiore: atteggiamento depressivo  se D è molto maggiore: perdita di interessi  Se Ma è maggiore: ottimismo  se Ma è molto maggiore: disforia inconcludente

Asse stima di sé (Pt—Pd)

 Se Pt è maggiore: dubbiosità ed indecisione  se Pt è molto maggiore: bassa autostima e blocco  Se Pd è maggiore: immagine positiva di sé  se Pd è molto maggiore: ipervalutazione delle proprie capacità

Asse adattamento (Hy-Pa)

    Se Hy è maggiore: elasticità nei confronti dell’ambiente se Hy è molto maggiore: tendenza alla dipendenza dall’ambiente circostante Se Pa è maggiore: tendenza a seguire le proprie regole se Pa è molto maggiore: ambiente vissuto come ostile

Asse contatto sociale (Hs—Sc)

    Se Hs è maggiore: tendenza a comunicare le proprie esperienze emotive se Hy è molto maggiore: la vita emotiva è in funzione delle relazioni sociali Se Sc è maggiore: prevalgono momenti introspettivi se Sc è molto maggiore: tendenza marcata all’incomunicabilità

Autoaccusa/oppositività (D+Pt)-(Ma+Pd)

  Se D – Pt è maggiore: tendenza all’autosvalutazione ed autoaccusa se è molto maggiore: possibile blocco per indecisione, rituali ossessivi o fobici  Se Ma – Pd è maggiore: tendenza all’ipervalutazione di sé ed alla sottovalutazione delle circostanze  se molto maggiore: forti tratti oppositivi e marcata impulsività

Autocommiserazione/ fantasticherie (Hy+Hs—Pa+Sc)

  Se Hy – Hs è maggiore: tratti di dipendenza ed autocommiserazione se è molto maggiore: marcata contesto/dipendenza e ricerca di vantaggi secondari   Se Pa – Sc è maggiore: sviluppo di fantasie per proteggersi dalla realtà se è molto maggiore: ricca produzione di fantasie che possono anche sostituirsi alla realtà

Asse dipendenza/distacco (D+Pt+Hy+Hs—Ma+Pd+Pa+Sc)

Se D – Pt – Hy – Hs è maggiore: dipendenza sociale

Se Ma – Pd – Pa – Sc è maggiore: ostilità sociale

16- PF (Cattell, 1956)

 Strumento per la valutazione di 16 dimensioni di personalità (dimensioni bipolari)  Per ciascun fattore si ottiene un punteggio grezzo che viene trasformato in un punteggio standard normalizzato (sten, stanine)  Punteggi bassi= <3 punti sten  Punteggi alti= >8 punti sten

Tratti : definizione

“Abbiamo il diritto ed il dovere di sviluppare il concetto di tratto come teoria definitiva, poichè, in ogni attività della persona esiste, accanto ad una parte variabile, anche una parte costante, tendenziale. Quest’ultima la isoliamo nel concetto di tratto”.

(Stern, 1921)

Fattori del 16- PF

                A : Schizotimia – Ciclotimia B : Bassa attitudine generale – Intelligenza C : Instabilita generale – Forza dell’io E : Sottomissione – Dominanza F : Desurgenza – Surgenza G : Debolezza di carattere – Forza del super-io H : Inibizione schizotimica – Intraprendenza ciclotimica I : Rudezza – Delicatezza L : Libertà da tensioni paranoiche – Tendenza paranoica M : Atteggiamento pratico – Indifferenza alle convenzioni sociali N : Ingenuità semplicità – Sofisticazione O : Libertà da ansia – Insicurezza ansiosa Q1 : Conservatorismo – Radicalismo Q2 : Dipendenza dal gruppo – Autosufficienza Q3 : Mancanza di stabilità di carattere – Forza di volontà Q4 : Distensione – Ansia somatica

SQ (Fava, Kellner, 1981)

Strumento per la valutazione di alcune variabili di stato:  ANSIA  DEPRESSIONE  SINTOMI SOMATICI  OSTILITA’ = “Termometro clinico”

PPF

 Metodologia di registrazione di più funzioni fisiologiche strettamente connesse con l’attività adrenergico- colinergica  Registrazione in tre fasi: linea di base (baseline), presentazione di uno stimolo stressante (fase di stress), attesa di un possibile ritorno ai livelli di base (fase di recupero)

EMG (elettromiografia di superficie)

 Quando una fibra muscolare viene attivata si determina un’onda di eccitazione, di natura elettrica, che si diffonde lungo tutta la fibra; questa attività elettrica è alla base della contrazione muscolare.  Per rilevare la tensione muscolare si utilizza un elettromiografo che rileva il livello di del potenziale elettrodermico che eccita le fibre del muscolo e ne determina la contrazione. Usando elettrodi di superficie l’attività elettrica registrata corrisponde alla somma dell’attività di numerose unità motorie.

EMG: esempi

6 5,5 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 Marianna Iacopo Stefania B 3,9 4,2 3,6 S 5,1 5,4 4,05 R 4,2 4,5 3,8

GSR (conduttanza cutanea)

 In presenza di molti stimoli emozionali e stessanti si possono osservare notevoli cambiamenti nella attività elettrica della pelle (riflesso psicogalvanico).  Le ghiandole sudoripare sono innervate dalla branca simpatica del SNA: gli stimoli stressanti aumentano l’attività di tali ghiandole incrementando, la conduttanza cutanea.

GSR: esempi

25 20 15 10 5 0 Marianna Iacopo Stefania B 0,7 11,3 2,3 S 0,8 18,8 2,8 R 0,9 20,1 2,2

Thermal (temperatura periferica)

 Fattori biochimici e psicologici influenzano l’attività vasomotoria periferica e risposte autonomiche quali la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa. L’attivazione della componente simpatica provoca una riduzione nella temperatura periferica. Una condizione di rilassamento, con il prevalere dell’attività parasimpatica, è associata ad un aumento della stessa.

T: esempi

25 20 Marianna Iacopo Stefania 40 35 30 B 27,9 33,2 35,3 S 27,7 34,3 35,3 R 27,6 34,4 35,3

HR (frequenza cardiaca)

 Il cuore ha una frequenza (FC) di circa 72 battiti al minuto (bpm). La frequenza cardiaca può essere rilevata contando il numero di battiti per minuto a livello della arteria radiale. Tuttavia, per una rilevazione più precisa si utilizzano i cardiotacometri, che non misurano direttamente la frequenza cardiaca, ma l’intervallo tra due battiti successivi.

HR: esempi

120 100 80 60 40 Marianna Iacopo Stefania B 100 70 62 S 104 72 64 R 102 70 61

PPF: valori indicativi

    GSR 12-13 µS Hr > 80 bpm EMG 4-7,5 µV (se più elevati valutare se si è in presenza di una cefalea tensiva o altro tipo di distonia).

Bassi valori di Th (28-29°C), accompagnati da una spiccata reattività a stimoli stressanti, e soprattutto se vi è scarso o assente recupero… … risulta tipica di sindromi caratterizzate da alto livello di ansietà , quali ansia generalizzata , DAP , disturbi somatoformi con notevole interessamento somatico.

PPF: valori indicativi

   GSR basso (0,7-1,5 µS) e non reattivo Hr stabile, bassa e non reattiva Th relativamente bassa (29 ° -31 ° C) … risulta tipica di sindromi improntate a depressione dell’umore o grave disturbo di tipo ossessivo .

In assoluto il minimo livello di attivazione, con valori bassissimi di GSR (anche 0,5-0,8 µS), drammatica e stabile Th (anche 25,5-29°C) e bassa e irregolare Hr, si riscontra nelle sindromi anoressiche conclamate.

Esami ematochimici

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4.

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7.

Cortisolo Emocromo Ferritina, Transferrina, Sideremia PRL FSH, LH TSH, T3, T4 Eventuale presenza di immunosoppressione, ipercolesterolemia o alterazioni elettrolitiche (Azotemia, cloremia, Magnesemia, Calcemia, ecc.)

Self- report

 “A 47 anni sono un bambino. (…) ho paura, sono inadatto, provo senso di colpa, tendo ad una perfezione protettiva e sedante, queste sono le emozioni che mi ritornano; come fragili bacchette di carta, affondate in una caotica, contraddittoria battaglia con me stesso. (…). Quante volte sono fuori luogo e le cose diventano “grandi” e quindi creano ansia. Sono un uomo adulto fino a quando il successo e il plauso mi sostengono, divento bambino al primo rimprovero, incapace di tollerare il più piccolo insuccesso”.

Self- report

 “…come la felicità non dura per sempre, così non dura la tristezza, l’una si trasforma nell’altra in modo del tutto naturale. Ogni momento può essere accettato così come si presenta, qualunque sia il suo colore emotivo; anche nel mezzo di una grande sofferenza stiamo comunque provando qualcosa, abbiamo la possibilità di entrare in contatto con la natura dell’esperienza (…)”

Concludendo…

Soltanto utilizzando un approccio olistico, interventi personalizzati, “modellati” sul singolo caso e una concezione multifattoriale della malattia e del benessere psicofisico, si può intervenire a vari livelli per una ristrutturazione dell’intero sistema.