6 marzo 2013

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Transcript 6 marzo 2013

Bisogni Educativi Speciali
(BES)
Dall’inserimento
all’integrazione verso
l’inclusione
Linee Guida dell’UNESCO del
2009
“La scuola inclusiva è un processo di
fortificazione delle capacità del sistema di
istruzione di raggiungere tutti gli studenti. ...
Un sistema scolastico ‘incluso’ può essere
creato solamente se le scuole comuni
diventano più inclusive. In altre parole, se
diventano migliori nell’educazione di tutti i
bambini della loro comunità”
Caratteristica della Scuola
Inclusiva
La logica dell’inclusione richiede di transitare dall’idea di
una scuola che incarna un sistema duale unificato (nella
stessa classe convivono senza interazioni reciproche la
programmazione disciplinare di classe e il Piano
Educativo Individualizzato per l’allievo/gli allievi in
difficoltà), all’idea di una scuola a sistema unico , in cui la
classe identifica un gruppo di allievi naturalmente
eterogeneo
La Scuola inclusiva deve dare risposte ai bisogni di
ciascun alunno attraverso un progetto personalizzato
Tipologie di (BES)



Disabilità
Disturbi evolutivi specifici
Svantaggio socioeconomico,linguistico,
culturale.
Disturbi evolutivi specifici





disturbi specifici dell’apprendimento
disturbi i deficit del linguaggio,
disturbi delle abilità non verbali,
disturbi della coordinazione motoria,
disturbi dell’attenzione e dell’iperattività
Disturbi specifici
dell’apprendimento ( DSA )
Non sono correlati a deficit sensoriali, motori
o neurologici. Sono di tipo diverso:
 Dislessia
 Discalculia
 Disgrafia
 Disortografia
 Disturbi associati (comorbilità)
Dislessia


La Dislessia comporta difficoltà di grado lieve,
medio o severo nella lettura e nella
comprensione dei testi e dei numeri, nella
memorizzazione delle definizioni, nella
memorizzazione dei termini specifici.
Necessitano di spiegazioni che passino anche
attraverso l’esempio concreto, la
sperimentazione, l’uso di schemi riassuntivi.
Discalculia




Tale disturbo coinvolge, in particolare,
l'acquisizione di abilità relativamente semplici,
quali ad esempio la scrittura e la lettura dei
numeri e il sistema del calcolo
Difficoltà di organizzazione spazio-temporale
e visuo-spaziale
Difficoltà di coordinazione motoria
Difficoltà di svolgimento di compiti in
sequenza.
Disgrafia


La disgrafia è un disturbo non verbale,
che coinvolge tipicamente la scrittura di
parole e di numeri e l’utilizzo del segno
grafico, in misura lieve, media o severa
Comporta difficoltà con alcuni compiti di
motricità fine. Può inoltre risultare poco
organizzato nella gestione del materiale
e del lavoro autonomo
Disortografia


Chi soffre di disortografia non rispetta le regole
di trasformazione del linguaggio parlato in
linguaggio scritto, non è in grado di tradurre
correttamente i suoni che compongono le parole
in simboli grafici.
I sintomi della disortografia possono essere
omissioni di grafemi o parti di parola (es. pote
per ponte o camica per camicia), sostituzioni di
grafemi (es. vaccia per faccia; parde per parte),
inversioni di grafemi (es. il per li; spicologia per
psicologia).
LEGGE 170/2010 (8 ottobre)

L’articolo 1 riconosce la dislessia, la disgrafia,
la disortografia e la discalculia quali disturbi
specifici di apprendimento, di seguito
denominati «DSA», che si manifestano in
presenza di capacità cognitive adeguate, in
assenza di patologie neurologiche e di deficit
sensoriali, ma possono costituire una
limitazione importante per alcune attività della
vita quotidiana.
Le FINALITA’ della Legge

a) garantire il diritto allo studio;
b) favorire il successo scolastico, anche attraverso misure
didattiche di aiuto concreto, assicurando una formazione
adeguata e promuovendo lo sviluppo delle potenzialità
individuali;
c) ridurre i disagi legati alla sfera emotiva e relazionale;
d) adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle
necessità didattiche e pedagogiche degli studenti;
e) favorire la preparazione degli insegnanti;
f) favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici di
potenziamento a livelli diversi;
g) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra
famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso
scolastico;
h) assicurare uguali opportunità di sviluppo delle capacità
sia in ambito sociale che professionale.
Piano Didattico Personalizzato


Il PDP, è un contratto tra famiglia, scuola e istituzioni
socio-sanitarie, per organizzare un percorso mirato nel
quale vengono soprattutto definiti gli strumenti
compensativi e dispensativi che aiutano alla realizzazione
del successo scolastico degli studenti con DSA. Per
ciascuna materia devono infatti essere individuati gli
strumenti dispensativi e compensativi più efficaci per
consentire allo studente il raggiungimento degli obiettivi
alla pari dei compagni.
Il PDP deve essere redatto all’inizio di ogni anno
scolastico, entro la fine del mese di novembre
Certificazioni di DSA in Sicilia
SECONDARIA DI 2° GRADO
TOTALE GENERALE
AGRIGENTO
22
90
CALTANISSETTA
33
130
CATANIA
144
562
ENNA
17
88
MESSINA
103
430
PALERMO
63
286
RAGUSA
11
58
SIRACUSA
20
114
TRAPANI
6
72
TOTALE
GENERALE
419
1830
PROVINCIA
Disturbi dell’attenzione e
dell’iperattività (ADHD)
INTERA PROVINCIA
SECONDARIA 2° GRADO
A.S.
Scrutinati
Evasione
Abbandono
Istr. Parentale
2004/05
95,81%
1,55%
2,29%
0,35%
2005/06
96,71%
1,24%
1,99%
0,07%
2006/07
96,89%
0,93%
2,15%
0,03%
2007/08
96,34%
1,14%
2,47%
0,04%
2008/09
97,09%
1,07%
1,81%
0,03%
2009/10
97,20%
0,99%
1,77%
0,04%
2010/11
96,34%
1,04%
1,93%
0,04%
2011/12
96,71%
0,82%
1,55%
0,04%
INTERA PROVINCIA
SECONDARIA 2° GRADO
A.S.
Anno
invalidato
Fr
saltuaria
Non
Promosssi
Ripetenti
Immigrati
Sosp,
Giud.
2004/05
-
1,44%
12,96%
7,01%
0,37%
-
2005/06
-
2,18%
13,57%
7,82%
0,43%
-
2006/07
-
1,65%
14,60%
7,25%
0,68%
-
2007/08
-
1,01%
16,36%
8,05%
0,80%
22,30%
2008/09
-
0,88%
15,28%
8,16%
0,93%
22,23%
2009/10
-
1,22%
14,82%
7,34%
0,96%
21,46%
2010/11
0,66%
0,62%
13,51%
6,96%
1,11%
20,28%
2011/12
0,89%
0,63%
13,23%
6,79%
1,34%
20,84%
Svantaggio socioeconomico,
linguistico, culturale

“il disagio scolastico è uno stato emotivo
non correlato significativamente a
disturbi di tipo psicopatologico,
linguistico o cognitivo, ma che si
manifesta attraverso una serie di
comportamenti di rifiuto delle attività
scolastiche, tali da impedire l’utilizzo
delle proprie capacità cognitive, affettive
relazionali
Affrontare il disagio





Strategie motivazionali:
Strategie comunicative
Creare progetti di peer education
Creare progetti ed iniziative di tutoring
e mentoring
Dare ampio spazio all’orientamento
formativo
Strategie motivazionali



- potenziare il senso di self-efficacy nei
soggetti coinvolti;
- “personalizzare il curriculum”
coinvolgendoli in attività che rispondano
ad un loro reale interesse;
- applicare delle metodologie valutative
di tipo formative.
Strategie comunicative


utilizzare, se possibile, counselor di formazione
in grado di rafforzare la consapevolezza dei
soggetti riguardo ai propri problemi, nonché
alla possibilità di unarisoluzione autonoma e
autogestita;
scegliere le modalità della comunicazione non
autoritaria e dell’ascolto attivo come strategie
relazionali con gli studenti.
Creare progetti di peer education



Il termine inglese peer education (“educazione fra pari”)
indica comunicazione fra coetanei che instaurano un
rapporto di educazione reciproca. La peer education è
quindi una nuova strategia didattica, un nuovo metodo
educativo in base al quale alcuni membri di un gruppo
vengono formati per svolgere il ruolo di tutor nei confronti
di altri compagni.
Tale metodo fa riferimento al ruolo centrale che la
relazione con i coetanei gioca nello sviluppo psicosociale
dell’adolescente.
Sito del manuale:
http://www.youthpeer.org/upload/resources/155_ResFile_
Manual.pdf.
Creare progetti ed iniziative di
tutoring
Quando si parla di “tutoring” si fa
riferimento ad una relazione educativa
privilegiata in cui sono coinvolti due o più
compagni che si definiscono
rispettivamente tutor e discente.
Utilizzato fra ragazzi di età diversa esso
è un ottimo mezzo per favorire lo
scambio e la crescita tra gli studenti di
una stessa scuola.
Creare progetti ed iniziative di
mentoring
Il progetto, nato negli Stati Uniti nel 1987 per iniziativa di
Matilda Raffa Cuomo, ha lo scopo di aiutare gli
adolescenti che frequentano la scuola dell’obbligo a
sviluppare stima di sé, a prendere coscienza della proprie
potenzialità ed a migliorare il rendimento scolastico. Il
progetto di mentoring, che prende il nome da Mentore,
precettore di Ulisse, rappresenta quindi una metodologia
innovativa di accompagnamento attraverso l’istituzione di
un rapporto di fiducia e di ascolto tra un adulto ed un
adolescente.
Sull’esperienza di mentoring è utile la consultazione del
sito web: www.mentoringusa.it
Dare ampio spazio
all’orientamento formativo
Fonti di finanziamento dei
Progetti



Fondo scuole a rischio
Fondo d’Istituto
Fondo sociale europeo (PON e POR)
Fondo Sociale Europeo

Gli interventi dell’Azione 3 del Piano Azione
Coesione sono finanziati con le risorse del
Fondo Sociale Europeo (FSE) nell’ambito dei
Programmi Operativi (POR) delle Regioni in
Obiettivo Convergenza
Obiettivo specifico del PON
Azione poste a bando
F) Promuovere il successo
scolastico, le pari opportunità
e l’inclusione sociale
F3 – Sviluppo di reti contro la
dispersione
scolastica
e
creazione
di
prototipi
innovativi
Risultati attesi:









Riduzione del fallimento formativo precoce e della dispersione
scolastica a parità di contesto e attivazione di tutte le energie
formative ed educative presenti nel territorio
Creare reti di scuole e attori del territorio che agiscano in
misura sinergica e integrata nel contrastare i fattori alla base
del fallimento formativo
Accrescere il successo scolastico
Ridurre la dispersione scolastica
Offrire una seconda opportunità ai soggetti usciti precocemente
dai percorsi di istruzione e formazione
indicatori di risultato
Tasso di abbandono al biennio delle scuole superiori
Tasso di passaggio alla classe successiva
quota di drop out reinseriti in percorsi di istruzione
Misure incentivanti per progetti
relativi alle aree a rischio.




Realizzazione di una reaòe alleanza educativa
di tutte le componenti scolastiche e i genitori.
Utilizzo di una didattica laboratoriale
Realizzazione di attività aggiuntive in orario
extracurricolare.
Attenzione alla documentazione dei percorsi
realizzati nell’intento di diffondere gli aspetti
positivi.
Norme sui BES



Direttiva-ministeriale 27/12/2013 prot.lo
721_13
CIRCOLARE MINISTERIALE n. 8 del 6
marzo 2013
nota-1551 del 27/06/2013 ( chiarimenti
piano-annuale-inclusivita)
Direttiva-ministeriale 27/12/2013


La Direttiva ridefinisce e completa il tradizionale
approccio all’integrazione scolastica, basato sulla
certificazione della disabilità, estendendo il campo di
intervento e di responsabilità di tutta la comunità
educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali
(BES), comprendente: “svantaggio sociale e culturale,
disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi
specifici, difficoltànderivanti dalla non conoscenza della
cultura e della lingua italiana perché appartenenti a
culture diverse”.
La Direttiva estende pertanto a tutti gli studenti in difficoltà
il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento,
richiamandosi espressamente ai principi enunciati dalla
Legge 53/2003.
Circ. Min n. 8 del 6 marzo 2013
Alunni con DSA e disturbi evolutivi specifici:
 Per quanto riguarda gli alunni in possesso di una diagnosi
di DSA rilasciata da una struttura privata, si raccomanda nelle more del rilascio della certificazione da parte di
strutture sanitarie pubbliche o accreditate – di adottare
preventivamente le misure previste dalla Legge
170/2010, qualora il Consiglio di classe o il team dei
docenti della scuola primaria ravvisino e riscontrino, sulla
base di considerazioni psicopedagogiche e didattiche,
carenze fondatamente riconducibili al disturbo.
Circ. Min n. 8 del 6 marzo 2013
Area dello svantaggio socioeconomico,
linguistico e culturale:
 Tali tipologie di BES dovranno essere
individuate sulla base di elementi oggettivi
(come ad es. una segnalazione degli operatori
dei servizi sociali), ovvero di ben fondate
considerazioni psicopedagogiche e didattiche.
 Attivare percorsi individualizzati e
personalizzati, oltre che adottare
strumenticompensativi e misure dispensative
con le stesse modalità sopra indicate.
Circ. Min n. 8 del 6 marzo 2013




Istituzione del gruppo lavoro per l’inclusione (GLI) che si
occupa delle problematiche relative a tutti i BES.
I suoi componenti sono tutte le funzioni strumentali, insegnanti
per il sostegno,assistenti alla comunicazione, docenti
“disciplinari” o con compiti di coordinamento delle classi,
genitori ed esperti istituzionali o esterni in regime di
convenzionamento con la scuola)
Elaborazione di una proposta di Piano Annuale per
l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al
termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno).
A seguito di ciò, gli Uffici Scolastici regionali assegnano alle
singole scuole globalmente le risorse di sostegno secondo
quanto stabilito dall’ art 19 comma 11 della Legge n. 111/2011
(assegnazione posti in deroga)
nota-1551 del 27/06/2013