Dal capitalismo alla crisi economica

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Transcript Dal capitalismo alla crisi economica

DAL CAPITALISMO ALLA CRISI
ECONOMICA
Golia Giovanna Amoruso Jolanda Greco Cristina
[email protected]
[email protected]
20.04.12
[email protected]
cristina-
IL CAPITALISMO INDUSTRIALE
ATTRAVERSO MARX
L'affermarsi dell'industria ha generato la possibilità di produrre una considerevole eccedenza di merci, creando così un sistema
economico caratterizzato dalla continua espansione della produzione e da una crescente accumulazione della ricchezza,
assai diverso dai sistemi produttivi tradizionali, i cui livelli di produzione erano prevalentemente statici.
Il giovane Karl Marx, filosofo ed economista tedesco, si impegna in molteplici studi nella critica dell’economia politica a lui
contemporanea, motivato dall’aspirazione a capeggiare o quanto meno a orientare teoricamente (offrendo un fondamento
scientifico ) le lotte della classe operaia contro la società capitalista.
La critica più radicale e rigorosa del capitalismo, come si è detto, venne formulata da Marx nell'opera il Manifesto del partito
comunista. In collaborazione con Engels, Marx, nel mettere in rilievo la funzione storica della borghesia , affermava che il
sistema capitalistico era di ostacolo alla futura espansione dell'industria in quanto aggravava le condizioni materiali di vita
della nuova classe da esso creata: il proletariato. Al capitalismo andava sostituito un nuovo sistema sociale: il "comunismo",
caratterizzato dall'abolizione della proprietà privata e dalla socializzazione dei mezzi di produzione. Violenta o pacifica,
occorreva una vera e propria rivoluzione proletaria che doveva, per Marx, tuttavia, mirare all’abbattimento dello Stato
borghese e delle sue forme istituzionali e alla dittatura del proletariato.
IL PLUSVALORE
La ricchezza delle società nelle quali predomina il modo di produzione capitalistico si presenta come una " immane raccolta di
merci“ , costituiscono merci non soltanto gli oggetti che il sistema produce e pone sul mercato,ma anche la forza lavoro a cui
fa capo la stessa attività produttiva. Di fatti, nel capitalismo industriale si parte da una somma D1 che viene spesa per
acquisire una merce M al fine di arrivare ad una somma D2.
Il processo D1-M-D2 non deve il suo contenuto nessuna distinzione qualitativa dei suoi estremi poiché essi sono entrambi denaro,
ma lo deve solamente alla loro differenza quantitativa. La forma completa di questo processo è quindi D-M-D+, cioè è uguale
alla somma di denaro originariamente anticipata, più un incremento. Chiamiamo plusvalore (surplus value) questo
incremento, ossia questa eccedenza sul valore originario. L'origine del plusvalore è nel consumo produttivo della forzalavoro. Affinchè il possessore della forza-lavoro la venda come merce, egli deve disporre della propria persona come
dell'unica cosa di cui è libero proprietario, ovvero non dispone dei mezzi di sussistenza e dei mezzi di produzione necessari
per realizzare la forza-lavoro. Il lavoratore è costretto a vendere sul mercato l’ unica merce di cui dispone:la propria
capacità lavorativa. La merce forza-lavoro ha un valore d'uso particolare: l'operaio, che ha venduto al capitalista l'uso della
propria forza-Iavoro, è tenuto in azione dal capitalista per un tempo in cui riproduce il proprio valore di scambio, cioè il
salario, o valore della forza-Iavoro, ma anche per un tempo eccedente, in cui produce valore in più. Il plusvalore non è altro
che pluslavoro che l'operaio fornisce oltre il tempo di lavoro necessario per riprodurre il suo salario.
La produzione capitalistica produce plusvalore in quanto consuma produttivamente la forza-Iavoro.
LO SPIRITO DEL CAPITALISMO
SECONDO WEBER
Max Weber, studioso tedesco, nel “L’etica protestante e lo spirito del Capitalismo “ identifica nel lavoro, come valore in sé,
l'essenza del capitalismo e riconduce all'etica della religione protestante, in particolare calvinista, lo spirito del capitalismo.
Weber mette in relazione due fenomeni omogenei: la mentalità religiosa calvinista e la mentalità capitalista, asserendo che l’ agire
degli individui era ispirato a uno spirito nuovo che motivava i singoli imprenditori a una ricerca assidua e intensa di occasioni
di guadagno. Si tratta dello spirito capitalista che ingiungeva agli imprenditori la ricerca del profitto come un dovere, ne fa
l’oggetto di dedizione, poiché questo compito domina la sua esistenza e costituisce un fine in sé. Tale spirito del capitalismo è
dato dalla piena autonomia assunta dalle funzioni economiche: il lavoro, la produzione, il risparmio, l'accumulo dei capitali, il
profitto, la razionalizzazione delle attività produttive. L’imprenditore in tal modo può dare prova di autentiche qualità morali:
dedizione,affidabilità, responsabilità ecc, la posta dell’attività di imprenditore è la dimostrazione delle sue qualità di persona.
Nel protestantesimo di Calvino il segno della grazia divina diventa visibile e sicuro: è la ricchezza, il benessere generato
dal lavoro. Anzi il lavoro in sé acquistava il valore di vocazione religiosa: è Dio che ci ha chiamato ad esso. È quindi il beruf, il
lavoro e il successo che ne consegue che assicura il calvinista che "Dio è con lui", che egli è l'eletto, il predestinato.
Non c'è dubbio , sostiene Weber, che rispetto ai paesi che aderirono alla Riforma nella sua versione calvinista, quelli rimasti
cattolici siano arrivati in ritardo a formare lo spirito del capitalismo.
Come osserva lo studioso tedesco, Georg Simmel, l’espansione dell’economia monetaria procede di pari passo con l’affermazione
di un tipo di fiducia astratta, funzionale alle relazioni sociali moderne.
LA CULTURA MODERNA
INTERPRETATA DA SIMMEL
Georg Simmel nell’opera La filosofia del denaro pone come simbolo dell’epoca moderna: il denaro. Quest’opera costituisce un
esemplare trattazione sociologica del denaro considerato come istituzione. Il denaro è un’espressione fondamentale della
capacità dei gruppi sociali di produrre oggetti materiali e ideali (in particolare, i sistemi di idee e di regole) mediante i quali
gestire aspetti diversi del loro rapporto con la natura e con altri gruppi sociali.
Il denaro media le relazioni di scambio in quanto è un oggetto di valore certo relativamente stabile, pubblicamente riconosciuto e
garantito che commisura l’aspetto vendita/rinunzia con l’aspetto compera/acquisizione, quali ne siano i soggetti, gli oggetti,
i tempi, i luoghi, le modalità. Tuttavia, il denaro, in quanto oggetto astratto ossia incapace di soddisfare immediatamente
bisogni concreti è particolarmente atto a mediare il loro appagamento, tende a diventare per l’individuo moderno un fine a se
stesso, perché stimola un desiderio insaziabile e una ricerca instancabile.
La centralità dell’esperienza economica e del denaro rivela il carattere materialistico e strumentale della società moderna. La
modernità accentua il pericolo che gli individui e i gruppi non si riconoscano nelle realtà stesse che creano e in cui si
muovono. Secondo Simmel nella società moderna il fenomeno dell’alienazione è particolarmente presente e pressante. Egli
vede nella metropoli contemporanea sia una grande conquista della modernità, sia una dimostrazione lampante delle
contraddizioni e dei pericoli che le sono propri. Una metropoli è tale laddove un massiccio insediamento urbano diventa la
sede privilegiata di una grande e crescente varietà di gruppi sociali, forme culturali, strutture architettoniche e risorse
tecnologiche. In quanto tale, la metropoli offre a chi ci vive molteplici e sempre mutevoli occasione di sperimentare nuove e
diverse espressioni dell’esperienza quotidiana. In generale, nella metropoli è possibile osservare due tipi di atteggiamento
opposti: il comportamento blasè indica un bisogno di autodifesa e si traduce nella diffidenza nei confronti dell’esterno e degli
altri, nell’abitudine a mostrarsi indifferenti alle sollecitazioni; il comportamento nevrastenico è invece tipico di chi ha l’ansia
di cogliere tutte le opportunità, di essere al passo con i tempi e di cedere a qualsiasi tentazione, capriccio o moda offerti
dalla continua innovazione.
“PER IL VECCHIO CAPITALISMO, SOTTO IL PIENO DOMINIO DELLA LIBERA CONCORRENZA, ERA CARATTERISTICA
L’ESPORTAZIONE DI MERCI. PER IL PIÙ RECENTE CAPITALISMO, SOTTO IL DOMINIO DEI MONOPOLI, È DIVENTATA
CARATTERISTICA L’ESPORTAZIONE DI CAPITALE” [LENIN].
Se il capitalismo industriale aveva come motore l’industria manifatturiera, il capitalismo finanziario ha come motore il sistema
finanziario e ciò determina la sostanziale differenza nella modalità di accumulazione del capitale. Nel capitalismo industriale,
l’ intero sistema presuppone la dinamica del rapporto tra merce e denaro, col capitalismo finanziario si attua gradualmente
una trasformazione strutturale del capitalismo, il sistema si basa sul rapporto tra denaro e denaro.
Il capitalismo finanziario è forma di potere in sé. E’ potere mosso non dall’obiettivo prioritario di fare profitto attraverso la
produzione e la vendita di beni e servizi bensì da quello di controllare e manipolare coscienze con modalità di estrema e
raffinata efficienza.
Con il termine di capitalismo finanziario ci si riferisce ad una nuova fase del capitalismo in cui il potere economico è concentrato
nelle mani di grandi istituzioni finanziarie, e caratterizza le società contemporanee. In modo particolare, stiamo parlando
della concentrazione del potere e delle risorse nelle mani di quei pochi imprenditori che possiedono le più importanti e
imponenti imprese industriali, e soprattutto del capitale bancario controllato da grandi e numerosi istituti di credito. In un
contesto in cui i settori del capitale industriale, commerciale e bancario sono posti sotto il controllo dell'alta finanza, le
principali industrie e banche nazionali e internazionali sviluppano un carattere monopolistico che genera una grande
riduzione della libera concorrenza.
Non a caso, il capitalismo è caratterizzato da una forte contraddizione, poiché è un processo che coinvolge tutte le risorse sociali
avanzando in maniera anarchica e spesso distruttiva, in base a contrasti tra interessi privati che si esprimono nella
competizione tra le imprese, le quali, pur essendo il motore del processo economico, danno luogo alla formazione di unità
produttive sempre più scarse, grandi e, per l'appunto, capaci di politiche di carattere monopolistico. Questa contraddizione si
manifesta in vari modi: le economie capitalistiche subiscono crisi cicliche, in cui la ricchezza viene distrutta invece che
prodotta, c'è un sovrappiù di merci rispetto alla capacità d'acquisto delle masse e si manifesta la disoccupazione; inoltre
esse, intese ad accrescere il profitto nel breve termine, aumentando il capitale fisso delle imprese, tendono nel medio-lungo
termine a ridurre il tasso di profitto. Il capitalismo finanziario, legato al mondo della finanza e della speculazione, viene
spesso considerato una delle principali cause della crisi economica internazionale (cominciata tra il 2007 e il 2008
inizialmente in America, per investire successivamente anche tutta l'Europa). Questa crisi globale, tutt'oggi ancora in corso,
è d'origine finanziaria, e si è diffusa poi al settore economico; le cause di questo fenomeno sono da riscontrare:
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nella speculazione e innovazione finanziaria
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nell'eccessivo ricorso all'indebitamento
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nella sottocapitalizzazione di alcune istituzioni finanziarie
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nell'enorme crescita del valore di mercato
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nell'aver commesso errori nella conduzione della politica monetaria e finanziaria
Di fronte a questa situazione le autorità sono intervenute (tardivamente) riducendo al minimo i tassi d'interesse e attuando il
salvataggio finanziario di grandi banche d'affari, agenzie di mutui ipotecari e compagnie di associazioni, ma questi interventi
sono consistiti nella sostituzione del debito pubblico a una parte del debito privato preesistente; quindi si è scelto di
ricorrere al debito pubblico per salvare le banche e le grandi società finaziarie, piuttosto che per sostenere le imprese in
difficoltà, alle quali non è stato concesso il credito necessario, poiché le banche hanno trattenuto la liquidità loro fornita dallo
stato o l'hanno destinata a impieghi puramente speculativi.
BIBLIOGRAFIA E FILMOGRAFIA
DI RIFERIMENTO
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Incontri con il pensiero sociologico G.Poggi e G.Sciortino
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Dispense sulla web cattedra
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Varie ricerche on-line