LAVORO E ATTIVITA` ECONOMICA
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Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006
Capitolo X. Lavoro e attività economica
LAVORO E
ATTIVITA’ ECONOMICA
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Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006
Capitolo X. Lavoro e attività economica
Contenuti della lezione:
• Il lavoro come valore centrale della
modernità (breve storia)
• Il lavoro come attività sociale
organizzata ed il suo contenuto
• Il mercato del lavoro come
istituzione sociale e le principali
problematiche ad esso connesso
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Capitolo X. Lavoro e attività economica
Parte I: il lavoro come valore centrale della
modernità (breve storia)
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Capitolo X. Lavoro e attività economica
Il LAVORO consiste nello svolgimento di compiti che richiedono uno sforzo fisico o
mentale, con l’obiettivo di produrre beni o servizi destinati a soddisfare i bisogni
umani.
•Generalmente, le culture delle società antiche e dell’epoca medievale,
tendevano a svalutare il lavoro e in particolare le attività manuali (ad esempio,
lavoro come “maledizione” in seguito alla caduta dal Paradiso terrestre;
Negotium versus Otium). Ne derivava un ordine sociale in cui “i lavoratori”
occupavano il più basso gradino della scala sociale.
•In Occidente, dopo l’anno Mille, con la rinascita delle città, la ripresa dei
commerci e la connessa ascesa della borghesia, il Negotium (inteso come
intrapresa e, grazie alle corporazioni, come artigianato) acquisisce un ruolo
sempre più importante. Tuttavia: le attività connesse all’agricoltura continuano
ad essere fortemente svalutate; il dinamismo della broghesia riassorbito nelle
strutture tradizionali; permane al servitù della gleba.
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• Tra il XV ed il XVI secolo si verificano importanti cambiamenti:
inizia l’epoca delle scoperte geografiche; lo Stato moderno in
formazione ha bisogno di accrescere la sua ricchezza per
perseguire una politica di potenza; con l’Umanesimo si afferma il
modello dell’homo faber; la riforma protestante legittima, anche
su un piano religioso, l’attività pratica ed il lavoro in genere, in
alcune aree dell’Europa e poi delle Americhe.
• Nel XVIII secolo gli illuministi capovolgono definitivamente la
gerarchia tradizionale Ottium\Negotium: tra il 1751 ed il 1772
vengono pubblicati, a cura di Diderot e D’alambert, i vari volumi
de l’Éncyclopédies (Dizionario ragionato delle scienze, arti e
mestieri).
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• Con la triplice rivoluzione (francese, americana ed industriale) e la
nascita dell’economia politica, il XIX secolo si apre con la definitiva
legittimazione dell’attività imprenditoriale ed acquisitiva. Nasce il
mercato del lavoro inteso in senso moderno.
• Lo sviluppo dell’industria, del movimento operaio e dei processi di
democratizzazione conducono, tra il XIX ed il XX secolo, ad un
riconoscimento definitivo (anche sul piano dei diritti) del valore e
dell’importanza del lavoro salariato.
• Attraverso un lungo percorso storico, che va dal 1848 al secondo
dopoguerra, il lavoro inteso come diritto entra a far parte della
maggior parte delle Costituzioni scritte. Dopo gli anni ’30 del XX
secolo, la lotta alla disoccupazione e l’accrescimento del benessere
delle masse lavoratrici, divengono obiettivi centrali della politica e
contribuiscono allo sviluppo del Welfare State.
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Sul piano strutturale, questi cambiamenti relativi allo
status del lavoro, sono legati alle seguenti trasformazioni:
1. sviluppo della divisione del lavoro (processi produttivi
complessi e parcellizzati);
2. separazione tra abitazione e lavoro;
3. sostituzione della produzione artigianale con la produzione
di massa;
4. passaggio dall’autosufficienza all’interdipendenza
economica.
Possibili conseguenze di queste trasformazioni:
- Marx alienazione;
- Durkheim passaggio dalla solidarietà meccanica a
quella organica e rischio anomia.
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Parte II: il lavoro come attività sociale
organizzata ed il suo “contenuto”
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Il lavoro è la base dell’economia reale insieme delle
attività concernenti la produzione e la distribuzione di
beni e servizi. Nella società contemporanea, il lavoro può
essere:
- retribuito occupazione: prestazione di lavoro
regolarmente retribuita con un salario o uno stipendio (o
lavoro formalmente libero);
- non retribuito economia informale: attività esterne alla
sfera dell’occupazione regolare (in Italia, si stima che
quest’area corrisponda a circa il 20% del PIL)
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Il “contenuto”, la qualità ed il tipo di
lavoro retribuito che viene svolto,
dipende dalle caratteristiche del
sistema organizzativo nel quale è
Inserito, dalla tecnologia impiegata e
dal sistema istituzionale-politico
esterno.
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F.W. Taylor: organizzazione scientifica del lavoro
analisi rigorosa e oggettiva di ogni singolo compito
del processo produttivo (operazioni elementari) per
determinare l’'unico modo migliore’ di svolgerlo.
Alcune caratteristiche del taylorismo:
- accurato monitoraggio dei dipendenti;
- scarsa autonomia d’azione;
- svolgimento delle mansioni secondo standard
prefissati;
- salario legato alla produttività dell’operaio.
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• Con la trasformazione del taylorismo in
un processo produttivo continuo e
dinamico collegato ai mercati di massa
si ha il passaggio al fordismo.
• La principale innovazione apportata dal
fordismo è stata l’introduzione della
catena di montaggio (operaio-massa).
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Alcuni limiti del fordismo e del taylorismo:
- applicabilità circoscritta a settori che producono merci
standardizzate per mercati di massa;
- impianti produttivi altamente costosi;
- elevata rigidità del sistema produttivo;
- sistema a basso affidamento l’alta sorveglianza sui
lavoratori produce demotivazione, insoddisfazione e
assenteismo.
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Negli ultimi decenni si è assistito a un costante declino dei
mercati di massa e a uno sviluppo dei mercati di nicchia
beni innovativi e di alta qualità.
Post-fordismo
Produzione flessibile
- piccole squadre di
lavoratori;
- uso di tecnologie
avanzate;
- quantità ridotte di
beni;
- soddisfazione della
clientela.
Multiskilling
Produzione di gruppo - competenze multiple;
- motivazione dei
lavoratori;
- collaborazione dei
gruppi di lavoro al
processo produttivo
circoli di qualità.
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- responsabilizzazione;
- capacità d’iniziativa;
- formazione sul
lavoro.
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Parte III: il mercato del lavoro come
istituzione sociale e le principali
problematiche ad esso connesso
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Il MERCATO DEL LAVORO è quell’istituzione sociale
regolativa, fondata sul concetto di lavoro
formalmente libero o mercificazione del lavoro,
tramite la quale chi è in cerca di occupazione
(OFFERTA DI LAVORO) incontra e si confronta
con chi ha necessità di impiegare lavoro, per
svolgere un’attività sociale formale (DOMANDA DI
LAVORO)
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• Forze Lavoro (popolazione attiva): è composta dagli
occupati e dai disoccupati.
• Popolazione non attiva: è composta dagli individui che
non sono più, per ragioni d’età, in condizione
professionale e da tutti coloro i quali non lavorano e non
sono in cerca di occupazione.
• I principali indici statistici utilizzati per misurare le
grandezze relative al lavoro sono:
- Il tasso di attività: rapporto tra le Forze lavoro e la
popolazione di 15 anni e più (misura l’OFFERTA DI
LAVORO)
- Il tasso di occupazione: rapporto tra le persone occupate
e la popolazione di 15 anni e più (misura la DOMANDA
DI LAVORO)
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La disoccupazione è l’assenza di lavoro
retribuito e formalmente riconosciuto che si determina sul
mercato del lavoro.
frizionale
momentanea uscita dal
mercato del lavoro
strutturale
mancanza di lavoro dovuta dalle
condizioni complessive del sistema
economico e sociale
I disoccupati sono individui senza lavoro, disposti a iniziare a
lavorare entro due settimane e che hanno cercato lavoro nel
mese precedente la rilevazione (definizione generale ILO).
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- Il tasso di disoccupazione: rapporto tra le
persone in cerca di lavoro e le forze lavoro
- Il tasso di disoccupazione di lunga durata:
rapporto tra le persone in cerca di lavoro da
12 mesi e più e le forze lavoro
In Italia, i dati ufficiali su tutte le grandezze
sinora viste vengono raccolti dall’ISTAT,
tramite un’indagine trimestrale su un
campione di 175.000 individui
residenti in Italia
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•
Nella prospettiva sociologica, il mercato del lavoro è un mercato
sui generis rispetto agli altri mercati dove si scambiano beni e
servizi: il mercato del lavoro rispecchia le disuguaglianze e le
strutture di potere presenti nella società ed è influenzato da
istituzioni quali la famiglia e il welfare state
•
Gli attori sociali che esprimono la domanda e l’offerta di lavoro
sono considerati come:
1)
soggetti radicati in strutture sociali che condizionano le loro
preferenze e le loro azioni
2)
soggetti che fanno parte di gruppi solidali al loro interno che si
contrappongono sul mercato per l’appropriazione dei vantaggi
(materiali ed immateriali) messi a disposizione dalla moderna
produzione
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Nel mercato del lavoro dei paesi più sviluppati è in atto
una trasformazione:
il passaggio dalle mansioni industriali di tipo manuale
alle occupazioni impiegatizie nel settore dei servizi.
Le cause di questo mutamento sono:
- continua introduzione di macchine che si sostituiscono
alla manodopera;
- diffusione della tecnologia informatica nell’industria;
- sviluppo dell’industria manifatturiera nei paesi non
occidentali (es. Cina).
Economia della conoscenza
Progettazione, sviluppo e
commercializzazione di beni immateriali
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Le principali problematiche connesse al
mercato del lavoro contemporaneo sono:
1. Disoccupazione
2. Riproduzione delle disuguaglianze di
genere
3. Problemi di gestione del tempo e delle
relazioni primarie (in particolar modo
della famiglia)
4. Precarietà
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Disoccupazione
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Le conseguenze della disoccupazione
possono essere di tipo:
pratico
- perdita del reddito;
emozionale
- depressione;
- difficoltà economiche.
- rassegnazione.
Studio di M. Jahoda (anni ’30):
Chiusura di una fabbrica locale
disoccupazione diffusa di lungo periodo
degrado delle strutture sociali e delle reti di relazioni tra
persone fine della solidità della comunità.
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Riproduzione delle disuguaglianze di genere
e problemi di gestione del tempo
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Donne e lavoro
Il lavoro nelle società preindustriali era caratterizzato da:
- assenza di separazione fra attività produttive e domestiche;
- produzione (prevalentemente agricola) svolta in casa o nelle
immediate vicinanze;
- partecipazione di tutti i membri della famiglia al lavoro
agricolo o artigianale.
Le donne:
- avevano una discreta influenza nell’ambito familiare;
- curavano l’amministrazione degli affari;
- gestivano attività in proprio;
- MA erano escluse dal monopolio maschile della politica e
della guerra.
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Le disuguaglianze di genere sono ancora presenti nel mondo
del lavoro.
Le principali forme di discriminazione sono:
- segregazione occupazionale di genere: uomini e donne si
concentrano in lavori diversi segregazione verticale
(concentrazione delle donne in posizioni di scarso potere e
con poche prospettive di carriera) e orizzontale (destinazione
di uomini e donne in diverse categorie d’impiego);
- concentrazione in lavori part-time: migliore conciliazione
con gli impegni familiari, ma retribuzione ridotta, insicurezza
del posto e limitate opportunità di carriera;
- divario retributivo: retribuzione media delle donne
occupate è inferiore a quella degli uomini.
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Il lavoro domestico nasce con la separazione della casa dal
luogo di lavoro divisione fra il ‘vero’ lavoro e il lavoro
domestico ‘invisibile’.
Il lavoro domestico è:
- tipicamente femminile;
- (spesso) non remunerato;
- importante per l’economia fornisce gratuitamente servizi;
- fonte di isolamento e insoddisfazione.
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Il crescente ingresso delle donne nel mercato del lavoro
sta modificando il loro ruolo nel lavoro domestico
gli uomini contribuiscono di più alle faccende domestiche.
Ma questi cambiamenti:
- sono molto lenti (adattamento ritardato);
- la responsabilità principale del lavoro domestico continua
a gravare sulle donne (secondo turno).
Tali disuguaglianze sono meno accentuate fra:
- le coppie appartenenti alle classi superiori;
- le coppie più giovani.
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La gestione del tempo è diventato uno dei principali problemi
delle famiglie, poiché:
- il lavoro assorbe sempre più tempo;
- la donna spesso lavora.
Il tempo da dedicare al rapporto con i figli e alla vita familiare
si è enormemente ridotto.
È necessario riconciliare le esigenze del lavoro
con quelle della famiglia.
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Il dissidio ‘famiglia-lavoro’ può essere gestito grazie a:
-Welfare adeguato
- flessibilità dell’orario: autonomia nella definizione
dell’orario di lavoro;
- job sharing: condivisione di una posizione lavorativa fra
due persone;
- telelavoro: possibilità di svolgere il lavoro da casa,
grazie all’uso di un computer;
- congedi parentali: possibilità per entrambi i genitori di
assentarsi dal lavoro per la cura dei figli.
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Precarietà
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R. Sennett analizza la “corrosione del carattere” che avviene
nell’”uomo flessibile”.
Le caratteristiche oggi richieste ai lavoratori sono:
- flessibilità,
- adattabilità,
- mobilità,
- disponibilità a rischiare.
Questi requisiti contraddicono gli aspetti fondamentali della
forza di carattere:
- lealtà,
- impegno per obiettivi a lunga scadenza,
- fiducia.
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André Gorz
- Il lavoro retribuito avrà un ruolo sempre meno importante.
- La classe operaia è una minoranza in declino della forza
lavoro non c’è speranza di trasformare la natura del lavoro
retribuito.
- La disoccupazione e la flessibilizzazione rendono la maggior
parte degli individui una “non-classe di non-lavoratori”.
- Si sviluppa una società dualistica: nel primo settore
produzione e governo sono organizzati in modo da
massimizzare l’efficienza; nel secondo settore gli individui
saranno sempre più impegnati in attività non lavorative per il
proprio appagamento personale.
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