La Genitorialità

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La genitorialità

Sergio Izzo

La genitorialità

La psicopedagogia la definisce come “il lungo e continuo apprendistato per imparare l'arte di essere genitori “.

Essa è, in questa accezione, il processo dinamico attraverso il quale si impara a diventare genitori capaci di prendersi cura e di rispondere in modo sufficientemente adeguato ai bisogni dei figli; bisogni che sono estremamente diversi a seconda della fase evolutiva.

Da un punto di vista generale, la

genitorialità

è anche una funzione processuale dell'essere umano che si sviluppa indipendentemente dall'essere genitore.

Il desiderio di

"prendersi cura di“

qualcun altro è un desiderio che si manifesta precocemente e che trova espressioni diverse a seconda delle modalità immaginative e rappresentative che sono a disposizione dell'individuo nei vari momenti dello sviluppo.

La genitorialità rappresenta una situazione evolutiva strettamente legata alla storia infantile ed adolescenziale: la capacità di effettuare costruzioni preconsce sul funzionamento genitoriale dei propri genitori costituisce un importante presupposto rispetto all'elaborazione di progetti e desideri riguardo alla propria genitorialità ed influenza le modalità di accudimento, l'interpretazione degli stati emotivi e dei bisogni del proprio bambino

In altre parole, la genitorialità e l'età evolutiva rappresentano due momenti del ciclo di vita fortemente interconnessi e interagenti tra loro.

I due individui in gioco, il caregiver e il bambino,

seppur distinti nella loro individualità personale e di ruolo, sono da noi considerati in ugual misura attivi partner co-costruttori della stessa interazione.

La transizione alla “

genitorialità”

traduzione italiana dell'espressione anglosassone "the transition to parenthood", indica “il periodo di passaggio in cui una coppia coniugale si prepara all'acquisizione dello status genitoriale", inteso come assunzione di responsabilità non solo biologica, ma soprattutto sociale/educativa.

Le modalità di assunzione della genitorialità definiscono anche la futura fisionomia della famiglia.

Con la nascita del primo figlio avviene una radicale ridefinizione dei ruoli e un riposizionamento relazionale.

Nell'ultimo ventennio, nel mondo occidentale, la transizione alla genitorialità ha assunto connotati specifici: si tratta sempre più di una scelta ponderata e spesso unica nell'arco della vita di un adulto.

Inoltre l'età della prima maternità si è progressivamente elevata (per l'Italia i dati più recenti la collocano a 30 anni), riducendo la fecondità e quindi il numero di figli (il valore medio è circa l'1,3 per donna). Il calo delle nascite è propria della società occidentale ed è causata da molteplici fattori economici e sociali, fra i quali i modelli culturali ed i valori individuali rivestono un ruolo fondamentale.

La gravidanza è un periodo ricco di rielaborazione del passato e progettazione per il futuro, un ponte tra passato e futuro. Il periodo della gestazione non segna solo l'attesa della nascita del bambino, ma anche l'attesa della nascita della madre, della donna come madre e della nascita del padre, dell'uomo come padre.

Compito delle Istituzioni DEVE essere quello di agevolare e favorire tale transizione, accogliendo questa complessità e accompagnando la coppia in un percorso che veicoli verso la genitorialità , in modo consapevole e sereno. I corsi di preparazione al parto-nascita sono un'occasione per attuare questo percorso, le modalità di svolgimento degli stessi ne determinano l'efficacia.

Sebbene i corsi siano nati con lo scopo di informare le donne sulla fisiologia del travaglio e del parto e di acquisire strumenti per contrastare il dolore, migliorando così il vissuto del parto stesso, durante la loro evoluzione si sono aggiunte altre finalità legate al sostegno e all'accompagnamento prima della donna e poi della coppia in gravidanza, nel delicato e cruciale passaggio dalla diade alla triade .

Il ritorno a casa con il bambino rappresenta la nascita reale della famiglia e si accompagna a cambiamenti nell'organizzazione della vita personale e di coppia.

Il puerperio è un periodo del tutto particolare per la donna, pieno di novità, di gioia e di gratificazioni, ma è anche un impegno sia dal punto di vista fisico che emotivo. Questa fase è un momento di particolare vulnerabilità per l'immaginario che spesso si scontra con la realtà, per le sensazioni ed il timore di non riuscire a gestire adeguatamente le nuove richieste e il nuovo ruolo. Si aprono temi densi di significato come quello del nutrire, del prendersi cura, della dipendenza di un individuo dall'altro e del come questa dipendenza viene vissuta, gestita.

Il Puerperio è anche il periodo dell'elaborazione del parto come esperienza gratificante o frustrante.

E proprio per questo ha un ruolo fondamentale “l’accoglienza della donna” nel momento in cui iniziano “le doglie” ed Ella si rivolge “caregiver”.

Nel periodo perinatale la donna si trova in un particolare stato psicologico che suscita in lei una sensibilità estremamente acutizzata e una particolare sollecitudine per i bisogni del bambino. La preoccupazione materna primaria, come è stato definito da Winnicott, “questo particolare stato e assorbimento nel bambino”, è un fattore essenziale del processo di formazione del legame.

La capacità della madre di immedesimarsi nel suo bambino influenza la qualità dell'interazione, ed è attraverso i primi contatti con la madre che il bambino sviluppa le prime reazioni di attaccamento e stabilisce il primo legame (il "bonding").

…ed ora vediamo quali sono i nostri percorsi.

Il passaggio al nuovo DEA e la “rivoluzione” nel profilo assistenziale: “ …come verrà accolta la futura famiglia nella nostra Spedalità ?

… iniziamo con dare indicazioni sulla valigia per partorire .”

Lo sviluppo della Genitorialità

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Questo è il Padiglione “N” .- DEA L’Ostetricia al secondo piano La Chirurgia della Donna Medicina di Genere Donna al terzo piano

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Welcome to you

Il Parto La valigia per l'ospedale!

Mancano circa quattro settimane alla data presunta del parto . Per evitare corse frenetiche e l'ansia dell'ultimo minuto, sarebbe meglio cominciare a preparare la valigia per l'ospedale con calma.

Per le ritardatarie niente paura: con la lista a portata di mano il marito o la mamma in mezza giornata riusciranno a procurati tutto l'occorrente!

Sarebbe utile chiedere o, ancor meglio, fare un piccolo sopralluogo delle stanze di degenza per verificare quanto spazio si abbia a disposizione nell'armadietto e di conseguenza scegliere una valigia/borsa della giusta misura (dimensioni armadietto 39x65x114 cm). Inoltre è sempre bene fare riferimento al personale delle Unità Operative dove si intenderà partorire, perché le esigenze potrebbero essere diverse da un ospedale all'altro.

Dopodiché è bene passare subito alla caccia dei seguenti articoli:

Lo sviluppo della Genitorialità

Cosa occorre alla mamma!

1. La cartella clinica ostetrica contenente tutti gli esami e le ecografie eseguite durante la gravidanza 2. Tessera sanitaria 3. Documento di riconoscimento valido e sua fotocopia 4. Camicie da notte aperte davanti, almeno 4/5 (si suda tanto con l'allattamento!) 5. Golfino/vestaglia per girare nel reparto in maniera un po' più pudica... (meglio sempre se aperti davanti!) 6. Pantofole 7. Reggiseno per l'allattamento, almeno 3 (di solito la montata lattea non arriva immediatamente, quindi una taglia comoda che si porta nel pre-parto dovrebbe andar bene…) 8. Coppette assorbilatte (da non usare in caso di ragadi!), una scatola 9. Assorbenti post-parto (consigliati quelli in ovatta e garza) 10. Asciugamani 11. Panno carta per bidet 12. Garze sterili per bidet (soprattutto in caso di punti) 13. Detergente intimo (meglio se specifico per post parto o tintura madre di calendula) 14. Olio di mandorle per idratare il seno (non è tossico per il bebè; in alternativa salviettine allatta sicura, che detergono ed idratano insieme) oppure Purelan100 (lanolina pura, non serve lavare il seno prima della poppata)

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Cosa occorre alla mamma!

1.

Spazzolino, dentifricio, bagnoschiuma, shampoo, deodorante, spazzola, elastici (soprattutto per il parto, ma si suda sempre tra temperatura alta del reparto ed allattamento!), burro di cacao (ci si disidrata molto) Profumatore ambienti (spesso il bagno è cieco e da dividere con un'altra persona) Catino per bidet Bottiglietta per bidet Salviettine o spray disinfettante per sanitari 6.

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Mutandine a rete usa e getta (almeno 6) Fogli copriwater Spugna per doccia Accappatoio 10. Ciabattine plastica per doccia 11. Salviette igieniche umidificate 12.

Riviste (c'è un'edicola in ospedale) 13. Succhi di frutta (si trovano anche nei distributori automatici in ospedale) 14. Acqua (si trova anche nei distributori automatici in ospedale) 15. Soldi spiccioli per i distributori automatici! (ove presenti) 16. Un bell'I-pod (o un vecchio walkman!), perché non sapete chi vi mettono in camera… e soprattutto i parenti!

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Cosa occorre al neonato

Alcuni ospedali richiedono che l'occorrente per i neonati sia ordinato in singoli sacchetti con chiusura ermetica con una targhetta adesiva dove indicare nome e cognome del frugoletto: informatevi presso il vostro ospedale!

Quindi: - Tutine (o ghette e coprifasce, cioè magliettine aperte dietro), in cotone a manica lunga, almeno 4/5; in estate aggiungere qualcuna a mezza manica - Body (o maglietta intima, mutandine e calzini), in cotone, almeno 4/5 - Babbucce - Camicino portafortuna - Bavaglini - Golfino/giacca/tutina piuma oca per le dimissioni, a seconda della stagione - Cappellino e sciarpina (quest'ultima in inverno ovviamente) per le dimissioni - Copertina cotone o lana per le dimissioni, a seconda della stagione - Lenzuolini - Accappatoio per neonato - Pettinino per capelli ad uso personale

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Cosa occorre al papà

Camice sala parto (solitamente viene fornito dall'ospedale) Snack (spesso si trovano nei distributori automatici in ospedale: verificare!) P.S.: … e tanta pazienza con un spruzzata di buon senso, un sbriciolata di comprensione e soprattutto un guizzo di collaborazione perché TUTTI STIAMO LAVORANDO PER VOI.

…. Come è scritto sui cartelli “ Vogliate scusarci, ma stiamo lavorando per voi!!!

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Il tuo Baby e la dichiarazione di nascita Una pratica necessaria e obbligatoria

Nel nostro Paese, la dichiarazione di nascita per l’iscrizione del neonato nei registri dello Stato Civile è obbligatoria, in base al D.P.R. 3 novembre del 2000, n. 396. Permette di provare l’esistenza di una persona e di stabilire la sua identità e la sua filiazione.

Dove e quando?

La dichiarazione deve essere fatta entro tre giorni dal parto presso la Direzione Sanitaria dell'ospedale o della Casa di cura dove è avvenuto il lieto evento o entro dieci giorni dall'evento, presso l'ufficio di Stato civile del Comune in cui è avvenuta la nascita o quello di residenza dei genitori. Nel caso in cui i genitori non risiedano nello stesso Comune, salvo diverso accordo tra di loro, la denuncia va fatta presso il Comune di residenza della madre.

Può essere effettuata da uno dei genitori, da una persona con una procura dei genitori, o da chiunque abbia assistito al parto.

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Il tuo Baby e la dichiarazione di nascita Come?

La dichiarazione di nascita è un atto ufficiale gratuito. Va fatto oralmente e non ha bisogno di testimoni.

Cosa portare con sè

Bisogna portare con sè l'attestazione di nascita comprovante la nascita, rilasciata dall'ostetrica che ha assistito al parto, insieme ad un documento di identità personale, anche dell'altro genitore.

Per i genitori stranieri è necessario il permesso di soggiorno e/o il passaporto.

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Il tuo Baby e la dichiarazione di nascita Genitori non sposati: come riconoscere il proprio bambino e la scelta del cognome

Se i genitori non sono coniugati, per la denuncia è necessaria la presenza di entrambi. In alternativa ai genitori, la denuncia di nascita può essere fatta da un procuratore speciale, o dal medico o l'ostetrica o altra persona che abbia assistito al parto. Chi fa la dichiarazione deve sempre rispettare l'eventuale volontà della madre di non essere nominata.

Il bambino nato fuori del matrimonio non acquista automaticamente la veste di ‘figlio naturale’, che deriva dalla dichiarazione di nascita (riconoscimento), effettuata da uno o da entrambi i genitori.

Se la dichiarazione di nascita è fatta congiuntamente il bambino prende il cognome del padre. Altrimenti, assume il cognome del primo genitore che lo dichiarerà.

Se dopo essere stato riconosciuto dalla madre viene riconosciuto anche dal padre, i genitori potranno, eventualmente, chiedere, con un’istanza al Tribunale per i minorenni, di utilizzare entrambi i cognomi o di passare solo a quello paterno.

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Il tuo Baby e la dichiarazione di nascita Se la nascita avviene in un’abitazione privata

Per le nascite avvenute nell'abitazione privata, l'interessato può effettuare la denuncia di nascita presso il comune di nascita o presso il comune di residenza dei genitori, o di uno di essi se hanno residenze diverse.

Nel caso in cui la puerpera non sia stata assistita da personale sanitario ed il dichiarante non sia in grado di presentare l'attestato di avvenuto parto, è possibile procedere alla denuncia della nascita del bambino producendo una dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà nella quale si attesta che il parto è avvenuto senza assistenza medica.

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Il tuo Baby e la dichiarazione di nascita Genitori stranieri

I genitori stranieri che non hanno la residenza legale in Italia devono effettuare comunque la denuncia di nascita, la quale non dà diritto all'iscrizione automatica del bambino nell'anagrafe della popolazione residente ma consente di chiedere il certificato e l'estratto di nascita.

La denuncia di nascita può essere fatta anche dopo i dieci giorni ma in questo caso i genitori devono giustificare il ritardo che viene segnalato da parte dell'ufficiale di stato civile alla Procura della Repubblica.

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Il tuo Baby e la dichiarazione di nascita Bimbi nati all’estero

I figli di cittadini italiani, anche se nati all'estero ed eventualmente in possesso di un'altra cittadinanza, sono cittadini italiani. Pertanto la loro nascita deve essere registrata in Italia. Inoltre, poiché il genitore che acquista o riacquista la cittadinanza la trasmette ai propri figli ancora minorenni e conviventi al momento in cui diviene cittadino, anche la nascita di questi figli deve essere registrata in Italia.

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Il tuo Baby e la dichiarazione di nascita Scelta del nome

Al neonato si possono attribuire fino a tre nomi che lo accompagneranno per tutta la vita e che contrariamente al passato, compariranno sempre sui suoi documenti; non si può attribuire al figlio il nome del padre o di un fratello o sorella viventi, un cognome come nome, oppure nomi indicanti località o nomi "imbarazzanti". Ai figli di cui non siano conosciuti i genitori non possono essere imposti nomi o cognomi che facciano intendere l'origine naturale.

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Il tuo Baby e la dichiarazione di nascita Il cognome

In Italia il cognome viene assegnato al momento della dichiarazione di nascita per l'iscrizione del nuovo nato nel registro comunale dello stato civile. Se il neonato è figlio di una donna sposata prenderà sempre il cognome del marito e solo quello. In alcuni particolari casi si potrà chiedere il cambio di cognome in un secondo momento.

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Il tuo Baby e la dichiarazione di nascita Il Libretto Sanitario

L'assistenza medica gratuita è un diritto per tutti i bambini che vengono al mondo.

Per usufruirne è necessario essere iscritti al Servizio Sanitario Nazionale. A tale scopo, uno dei due genitori dovrà recarsi quanto prima all'ASL di zona, dove presenterà relativa autocertificazione.

Sarà invitato a scegliere, nell'elenco a disposizione, il pediatra di fiducia, quindi verrà rilasciato il libretto sanitario da esibire ad ogni prestazione medica richiesta per il bambino .

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Il tuo Baby e la dichiarazione di nascita

Il Codice Fiscale

Il codice fiscale è indispensabile per identificare un cittadino nei rapporti con gli enti e le amministrazioni pubbliche.

In alcune Regioni esso verrà inviato direttamente a casa dall'Ufficio finanziario Dipartimentale delle entrate di Roma.

Qualora si abbia urgente necessità, è sufficiente farne richiesta presso: L'Ufficio Locale dell'Agenzia delle Entrate con il certificato di nascita o la relativa autocertificazione del genitore Il Comune di residenza, entro sessanta giorni dalla nascita Nei Consolati (per i residenti all'estero)

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…ed ora vediamo quali sono i nostri percorsi.

Il passaggio al nuovo DEA e la “rivoluzione” nel profilo assistenziale: “ … La donna con le sue doglie, la sua paura, le sue ansie al centro delle attenzioni del “caregiver” sostenuta sin dai primi passi dal futuro “Padre”.

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Il papà accompagnerà la futura madre nel percorso del travaglio, l’accudirà nei momenti di sconforto, condividerà le ansie, le paure,i timori e persino i “dolori”, mediatore di questi passi il “caregiver” per eccellenza, ovvero l’Ostetrica che in un discorso “one to one” accompagnerà la Donna in questo transito verso il parto e la seguirà passo, passo anche in quel caso con evoluzione distocica , verso il taglio cesareo od il parto operativo che sia.

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Unico fine “ individuare negli stessi occhi “ che l’hanno accompagnata nelle prime fasi del travaglio “quegli occhi “ che insieme a quelli del Medico le doneranno i primi pianti del piccolo nato.

Il percorso assistenziale proseguirà subito dopo la venuta alla luce del bambino. Amorevolmente gli operatori appoggeranno il piccolo sull’addome della Madre, a suo fianco il Papà, e seguiranno diligentemente, con le dovute attenzioni, i primi passi verso il calore del seno materno.

L’Assistente neonatale ed il Neonatologo provvederà a prendersi cura della prima assistenza al “neonato” e quanto prima provvederanno ad offrire quelle notizie, tanto attese, dai due “ neoGenitori” .

Inizia così il vero e proprio percorso della “genitorialità” , su fondamenta solide già collaudate, in un percorso assistito.

Lo spazio TPP ( Travaglio,Parto,Postpartum)

Nello stesso spazio in cui i “Genitori” sono stati accolti nelle prime fasi del travaglio di parto, nascerà il piccolo neonato e soprattutto sarà amorevolmente accompagnato nelle prime fasi di vita. In questa stessa area il piccolo “neonato” sarà accompagnato dai suoi “neogenitori” fino a tutto il tempo necessario per il passaggio nel reparto degenza.

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Qui il percorso seguirà con l’accoglienza del “Neopapà” con un’orario continuo fino alle 22,00 di ciascun giorno.

Le uniche regole da accettare sono quelle dettate dal buon senso:

L’uso di un unico vestiario per tutti, costituito da un camice in dotazione per ciascuna Paziente;

La necessità di rispettare alcune fasce dedicate alle medicazioni, terapia, visite mediche, pulizia e sanificazione degli ambienti e quant’altro concerne le necessità che ogni singolo caso necessità.

L’accoglienza dei “ Genitori” prevede camere a due letti, con necessità di avere un minimo di ingombro possibile e bagaglio morbido al fine di poterlo alloggiare negli appositi armadietti.

Ogni camera è per due coppie di genitori ed è provvista di servizi igienici.

Un ampio spazio antistante l’area degli ascensori è adibito ad area “attesa“, munita di videocitofono per le comunicazioni con la sala parto, il reparto, l’area di accettazione in Pronto Soccorso).

Una seconda area , ampiamente vetrata è adibita ad accoglienza del nucleo familiare. Nel caso che la Coppia di Neogenitori” siano disponibili, possono accogliere gli amici, i parenti e persino i figli al disotto dei 12 anni. L’area è provvista di bagni dedicati ed in progetto sarà organizzata con un’area per piccolo ristoro automatico, delle giostrine e musica, con uno sfondo che stiamo elaborando con l’aiuto di artisti campani.

Tutti i giorni è possibile il colloquio con gli operatori sanitari e con un minimo di organizzazione soprattutto con i Direttori dei Reparti (U.O.C.) ( ex primari).

L’organizzazione coinvolge numerose realtà assistenziali.

In un Briefing quotidiano di discussione che termina con il giro letti pazienti.

Un pool di specialisti vengono coinvolti ogni qualvolta ne sia necessario: Lo Psicologo, Il Biologo, Il radiologo, L’anatomopaologo e citologo, L’igienista,il genetista, il neonatologo, l’esperto della TIN, Il chirurgo, il gastrenterologo, il diabetologo, l’endocrinologo, L’oncologo, l’esperto nin medicina perinatale, l’ecografista … … ma soprattutto tutto l’intero personale assistenziale nella sua complessa strutturazione.

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Le settimane successive al parto, con il ritorno a casa, i primi approcci e tentativi di cura del bambino rappresentano una fase di transizione e di trasformazione, densa di sentimenti contrastanti e di emozioni a volte confuse: si alternano sentimenti di onnipotenza, di perdita, di frastuono, di fastidio per i possibili disturbi fisici, di euforia

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la fase del ritorno a casa è un momento di particolare vulnerabilità per l'immaginario che spesso si scontra con la realtà, per le sensazioni ed il timore di non riuscire a gestire adeguatamente le nuove richieste e il nuovo ruolo.

Si aprono temi densi di significato come quello del nutrire, del prendersi cura, della dipendenza di un individuo dall'altro e del come questa dipendenza viene vissuta, gestita, l'elaborazione del parto come esperienza gratificante o frustrante.

La genitorialità :

è proprio per questa elaborazione Che abbiamo inteso produrre il percorso assistenziale che abbiamo or ora descritto.

Naturalmente il percorso descritto è solo in una fase di “elaborazione pratica”, come amiamo definirlo, ovvero un “progetto in itinere“ già attuato sotto continuo monitoraggio di un “osservattorio costante” costituito da tutti gli addetti al percorso stesso, ciascuno per la propria area di competenza.

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Nella nostra società spesso la maternità è vissuta in una condizione di solitudine che tende ad aumentare le ansie e le insicurezze.

Il coinvolgimento, la collaborazione e il sostegno del suo compagno diventano cruciali in questa fase. Attraverso questa collaborazione le inevitabili difficoltà quotidiane sono superabili con maggior facilità e i due genitori maturano assieme la necessaria esperienza, realizzando una crescita personale che li porta a conoscersi meglio e ad affrontare insieme le nuove fasi della vita.

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La madre è facilitata nel fornire al bambino un ambiente di holding (contenimento), essenziale al suo sviluppo, se lei stessa è sostenuta psicologicamente ed accudita.

Una puerpera tende a regredire psicologicamente, sperimentando un particolare bisogno di sicurezza, di essere protetta, di avere qualcuno che si occupi di lei e la sostenga psicologicamente

… a tal fine il nostro obiettivo è proprio quello di offrire alla coppia di “Neogenitori” la possibilità di condividere con il proprio “Neonato” una iniziale esperienza che poi si dovrà sviluppare nel progetto più ampio della

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