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Il viaggio del Beagle (27/XII/1831 - 02/II/1836)
Il viaggio
De Rerum Natura
La schiavitù
La geologia e il tempo profondo
Le Galapagos
L’ecologia
Gli atolli
Partenza!
Dopo essere stati respinti due volte da
un forte vento di sud-ovest la nave di
Sua Maestà Beagle, un brigantino con
10 cannoni comandato dal Capitano
FitzRoy, salpò da Davenport il 27
dicembre 1831.
Gli scopi della spedizione:
•completare il rilevamento cartografico dell’Amazzonia e della
Terra del Fuoco
•rilevare le coste di Cile, Perù e di alcune isole del Pacifico
•eseguire una serie di osservazioni cronometriche attorno al
mondo
Il percorso
Le prime meraviglie: l’arcipelago di Capo Verde
C’era nell’aria una
polvere molto fine, quasi
impalpabile, tanto che
l’atmosfera era
generalmente fosca.
A 300 miglia dalla costa
trovammo sul ponte
della nave particelle di
pietra di dimensione
inferiore a 3 centesimi di
mm quadrato.
Dopo questo fatto non ci si può sorprendere della diffusione
delle spore delle crittogame, che sono molto più leggere e
più piccole di questa particelle.
Ancora meraviglie
Arrivati a Bahia le
giornate trascorrevano
deliziosamente. La
parola delizia è però
debole per esprimere i
sentimenti di un
naturalista che ha
passeggiato per la prima
volta in una foresta
brasiliana.
Era facile specificare i
singoli oggetti di ammirazione del grande scenario. Impossibile
però dare un’idea adeguata della profondità dei sensi di
meraviglia, stupore e devozione che riempiono ed elevano la
mente.
La madre di tutte le cose
Seduto sulla rive del fiume,
consideravo che tutti quei
ciottoli, innumerevoli come i
granelli di sabbia nel
deserto, si erano originati
dalla lenta caduta di massi
di roccia sulle antiche linee
di costa e sulle rive dei fiumi
e che questi frammenti
erano stati rotti in pezzi più
piccoli, e che ognuno di essi era poi lentamente rotolato, si era
arrotondato ed era stato trasportato lontano.
La mente non poteva che rimanere stupefatta pensando alla
lunga quantità di tempo assolutamente necessaria per questo
lavoro.
Riflessione 1: continueremo a esserci?
Nessun fenomeno, nella lunga
storia del mondo, è così
sorprendente come i vasti e ripetuti
stermini dei suoi abitanti.
Tuttavia, noi non riflettiamo mai
abbastanza su quanto siamo
profondamente ignoranti sulla
condizioni di vita di ogni animale.
Sappiamo che gli aumenti troppo
rapidi di ogni specie sono
costantemente ostacolati; e che
alcune specie diventano dapprima rare e poi si estinguono.
Inoltre, possiamo raramente dire con certezza per ogni data
specie, quale sia la natura degli ostacoli. Quindi, perché
dobbiamo stupirci tanto che la rarità sia portata fino
all’estinzione?
Paese che vai …
La venda è un cortile dove
mangiano i cavalli. Quando
arrivavamo, toglievamo la sella ai
cavalli e chiedevamo con un
profondo inchino al senhor di darci
qualcosa da mangiare.
“Tutto ciò che volete” era la sua
abituale risposta.
Le prime volte ringraziavo il cielo per averci condotto da un
uomo talmente buono e chiedevamo: “potete darci un po’ di
pesce?” “Oh no, signore!” “Minestra?” “No, signore”. “Pane?”
“No, signore”. “Carne secca?” “No, signore”. Se eravamo
fortunati dopo un paio d’ore ottenevamo polli, riso e farinha.
Non di rado dovevamo uccidere noi a sassate il pollame. Se,
sfiniti dalla fame, chiedevamo la cena, la risposta era: “Sarà
pronta quando sarà pronta”.
Cultural divide
Mi avvidi presto di possedere due
o tre oggetti (specialmente la
bussola da tasca) che
suscitavano un’infinita meraviglia.
Il fatto che io, perfettamente
straniero, conoscessi la strada
per luoghi dove non ero mai stato
suscitava la più viva
ammirazione.
Se grande era la loro sorpresa, la mai era ancora maggiore nel
riscontrare una tale ignoranza in persone così ricche.
Mi chiedevano se è il sole o la terra che si muovono, se al
nord faceva più caldo o più freddo, dove fosse la Spagna.
Avevo con alcuni zolfanelli che accendevo mordendoli:
sembrava un fatto meraviglioso. Anche il fatto che mi lavassi la
faccia al mattino suscitava grandi discussioni.
La schiavitù
Corsi il rischio di di
essere testimone
oculare di uno di quei
fatti atroci che possono
accadere solo in un
paese di schiavi.
In seguito a una disputa
un proprietario stava
per portare via tutti i
bambini e le donne agli
schiavi maschi, per venderli al pubblico incanto. Solo
l’interesse, e non un sentimento di compassione, impedì
quest’azione. Non credo che questo atto potesse presentarsi
alla sua mente come inumano, anche se sono certo che in fatto
di umanità e buoni sentimenti era superiore alla media degli
uomini.
La schiavitù
Il 19 agosto lasciammo finalmente
le spiagge del Brasile: grazie a Dio
non visiterò mai più un paese di
schiavi.
Ho visto strumenti per schiacciare
le dita alle schiave; ho abitato in
una casa dove il maggiordomo
mulatto ogni giorno e a ogni ora era
insultato, battuto e perseguitato in
modo tale da avvilire anche il più
basso animale; ho visto un ragazzo di 6/7 anni colpito tre volte
con una frusta sul capo prima che potessi intervenire perché mi
aveva portato un bicchiere di acqua non del tutto pulita.
Ho sentito parecchie persone così accecate dalla costituzionale
allegria del negro da parlare di schiavitù come di un male
tollerabile.
Lo sterminio degli Indios
Vidi partire un gruppo di soldati 200 simili
a banditi per una spedizione contro una
tribù di 110 Indiani che furono tutti presi o
uccisi, perché i soldati uccidono
chiunque.
Tutte le donne che dimostravano di avere
più di 20 anni erano uccise a sangue
freddo. Quando osservai che ciò mi
sembrava inumano, mi risposero: “Che
fare? Sono così prolifiche!”.
Tutti erano convinti che fosse una guerra
giusta, condotta contro dei barbari. Chi
crederebbe che tali atrocità possano
essere commesse nella nostra epoca, in
un paese civile e cristiano?
Dalla parte del Sistema?
Sentii parlare di uno scontro tra le truppe e una
tribù di Indiani. Quando i soldati li trovarono ne
uccisero 20 o 30. Il cacicco, però, sfuggì in un
modo che stupì tutti.
I capi Indiani hanno sempre uno o due cavalli
scelti, sempre pronti per ogni evenienza. Il
cacicco saltò su uno di questi, prendendo il
suo bambino. Per evitare di essere colpito
cavalcava nel modo particolare della sua
nazione, con un braccio attorno al collo del
cavallo e una gamba soltanto sul suo dorso.
Gli inseguitori dispiegarono ogni sforzo nella caccia, ma tutto fu
vano. Che bel quadro possiamo immaginarci: la bronzea e nuda
figura del vecchio con il suo bambino, cavalcante sopra un
cavallo bianco, lasciandosi indietro la schiera dei suoi
inseguitori.
Spagna vs Inghilterra
Il comandante della nave
che doveva riportarci al
Beagle mi era stato
descritto come un hombre
muy aflicto. Era un vecchio
Spagnolo che si trovava
da anni nel Paese.
Manifestava grande
simpatia per gli Inglesi, ma
sosteneva scioccamente
che la battaglia di Trafalgar era stata vinta solamente perché
tutti i capitani spagnoli erano stati comprati e che la sola azione
coraggiosa era stata fatta dall’ammiraglio spagnolo.
Mi colpì come caso caratteristico che quest’uomo preferisse
che i suoi compatrioti potessero essere supposti traditori,
piuttosto che inabili o codardi.
I rapporti con gli animali
Gli animali in queste regioni
sono così abbondanti che
umanità e interesse non vanno
di pari passo e temo che la
prima sia scarsamente
conosciuta.
Un giorno, mentre cavalcavo
nelle pampas con un
estanciero, il mio cavallo
restava indietro essendo stanco. L’uomo mi invitava a spronarlo:
gli feci notare che non lo facevo perché era sfinito. “Perché no? –
gridò – Non importa, il cavallo è mio!”. Ebbi un po’ di difficoltà a
fargli capire che era per il cavallo, e non per lui, che non volevo
usare gli speroni. Egli esclamò, con sguardo di grande
meraviglia: “Ah, Don Carlos, que cosa!”. Era chiaro che una
simile idea non gli era mai passata per mente.
Rule, felix Britannia
Si commettono molti furti e omicidi: è
doloroso quante vite umane siano
sacrificate per futili litigi.
A Mendoza chiesi a due uomini
perché non lavorassero: uno mi
rispose con serietà che le giornate
erano troppo lunghe; l’altro che era
troppo povero.
Polizia e tribunali sono un modello di inefficienza. Se un povero
commette un omicidio ed è preso, sarà arrestato e forse fucilato:
ma se è un ricco e ha amici se la caverà. La sensualità, la
derisione di ogni religione e la più grande corruzione sono tutt’altro
che rare. Parecchi ufficiali dell’esercito non sanno né leggere, né
scrivere, tuttavia sono accolti in società alla pari. Si deve riflettere
sull’educazione ricevuta dalla loro madre snaturata, la Spagna.
Riflessioni 2: individui o società di individui?
Citerò il caso della
Virgularia Patagonica:
sono animali che vivono
in vaste colonie. Ognuno
di questi polipi, sebbene
strettamente uniti ai suoi
fratelli, ha una bocca, un
corpo e tentacoli distinti.
Ogni colonia è costituita
da migliaia di questi polipi,
che tuttavia si muovono
tutti all’unisono.
E’ proprio il caso di
domandarsi cosa sia un
individuo.
L’impatto dell’uomo sull’ambiente
Poche regioni hanno
subito mutamenti più
notevoli di quelli qui
verificatisi dopo il
1535, quando il primo
colono di La Plata
sbarcò con 72 cavalli.
Le innumerevoli
mandrie di cavalli,
pecore e buoi hanno
modificato l’intero
aspetto della
vegetazione, ma
hanno quasi bandito
il guanaco, il cervo e
lo struzzo.
Sant’Elena: altre distruzioni
I piani di Longwood e
Deadwood erano anticamente
coperti da foreste, ma già nel
1724 i vecchi alberi erano in
gran parte caduti e siccome si
era permesso a capre e maiali
di vagare liberamente, tutti gli
alberi giovani erano stati
distrutti. La superficie coperta
dal bosco in un periodo
anteriore era stimata in 2.000 acri: oggi è difficile trovarvi un solo
albero, e se non avessi letto la relazione di Cavendish non avrei
potuto credervi. La capre vennero introdotte nel 1502: oltre un
secolo dopo, quando il male era completo e irrimediabile, fu
emanato l’ordine di distruggere tutti gli animali vaganti. Ma era
troppo tardi. Molte specie andarono estinte a causa di ciò.
Ancora la profondità del tempo
Il fragore che faceva il Maypu era simile a
quello del mare. In mezzo al frastuono
assordante delle acque precipitose era
distintamente udibile, perfino a una certa
distanza, il rumore delle pietre che
rotolavano una sull’altra.
Esso parlava eloquentemente al geologo:
era come pensare al tempo. L’oceano era
l’eternità per quelle pietre, e ogni nota di
quella musica selvaggia annunciava un
nuovo passo verso il loro destino.
Non è possibile alla mente comprendere, se
non poco a poco e con fatica, l’effetto
prodotto da una causa che si ripete tanto sovente che il suo
moltiplicarsi porta a un’idea non meglio definita di quella del
selvaggio quando indica i capelli che ha in testa.
Terra del Fuoco: i Fuegini
Era senza dubbio lo spettacolo più
curioso e interessante che avessi
mai visto: non avrei mai pensato
quanto fosse grande la differenza tra
l’uomo civile e quello selvaggio.
Essa è maggiore di quella tra un
animale selvatico e uno domestico,
perché nell’uomo vi è una maggiore
possibilità di miglioramento.
Il loro gruppo assomigliava ai diavoli
messi in scena in opere come il
Freischutz. Il loro aspetto era abietto
e l’espressione diffidente, stupita e
spaventata. Dopo aver donato loro
un po’ di panno rosso diventarono
buoni amici.
Usi e costumi dei Fuegini
Le diverse tribù non hanno né un governo né un capo. Non
possono conoscere la sensazione di possedere una casa e ancor
meno quella di un affetto domestico perché il marito è per la
donna come un padrone brutale verso una schiava laboriosa.
La loro abilità può esser paragonata per qualche aspetto agli
istinti degli animali, perché non è migliorata dall’esperienza.
Guardando questi selvaggi ci si domanda cosa può aver costretto
una tribù di uomini ad abbandonare le belle regioni settentrionali
per venire qui. Eppure sappiamo che è un ragionamento in parte
sbagliato, perché i Fuegini
non diminuiscono di numero
e dobbiamo supporre che
godano di una sufficiente
quantità di felicità per rendere
la vita meritabile di essere
vissuta.
Technological divide
Un europeo si trova in
grande svantaggio
quando tratta con
selvaggi come questi,
che non hanno la minima
idea della potenza delle
armi da fuoco. Non è
facile insegnare a loro la
nostra superiorità, tranne
che sparando il colpo fatale.
Ci riesce quasi impossibile metterci nella condizione di questi
selvaggi e capire le loro azioni.
Quando un selvaggio vede un bersaglio colpito da una
pallottola può passare un po’ di tempo prima che capisca: il
fatto che un corpo sia invisibile per la sua velocità è forse
un’idea del tutto inconcepibile per lui.
Civiltà = società gerarchica e proprietà privata
La perfetta eguaglianza tra gli individui
delle tribù fuegine ritarderà per lungo
tempo la loro civilizzazione. Come
avviene che quegli animali il cui istinto li
spinge a vivere un società e ad obbedire
a un capo siano molto più capaci di
miglioramento, possiamo osservare che
lo stesso accade con la razza umana.
I popoli civili hanno sempre i governi più
artificiosi. E qui è difficile comprendere
come possa sorgere un capo fino a
quando non vi sia una proprietà di
qualche genere, con la quale egli possa
manifestare la sua superiorità e
aumentare il suo potere.
Hay un gato encerrado aqui
Un giorno ci fecero visita un
collezionista tedesco di storia
naturale di nome Renous e un
vecchio avvocato spagnolo. Renous
parlava così bene lo spagnolo che il
vecchio lo scambiò per cileno.
Alludendo a me Renous gli chiese
cosa pensasse del re d’Inghilterra
che mandava un naturalista nel loro
paese per prendere lucertole e
coleotteri e per spaccare pietre.
Il vecchio riflettè e disse: “Non è
bene, hay un gato encerrado aqui. Nessuno è così ricco da
mandare in giro gente a raccogliere simili bazzecole. Se
qualcuno di noi andasse a cercare simili cose in Inghilterra, non
crede che il re ci scaccerebbe dal suo paese?”.
Giuseppe, Maria e il Bucaniere
Il capo delle miniere
ricordava quando,
giovanissimo, furono chiuse
le scuole perché i ragazzi
potessero vedere il capitano
di una nave inglese. “Allora
mai ci saremmo avvicinati
all’inglese, tanto poteva
essere un’eresia e una
contaminazione venire in
contatto con una simile persona”.
Ancora oggi si raccontano le gesta atroci di un bucaniere che
asportò l’immagine della Vergine Maria e l’anno dopo tornò per
quella di san Giuseppe, dicendo che era un peccato che la
signora stesse senza un marito”.
Riflessioni 3: incertezza delle certezze
20 febbraio 1834: questo è
stato un giorno memorabile
negli annali di Valdivia per il
più forte terremoto che i più
vecchi abitanti avessero mai
sperimentato.
Durò solo due minuti, ma il
tempo mi parve molto più
lungo. L’oscillazione del
terreno era molto sensibile. Il movimento mi faceva quasi venire
le vertigini.
Un forte terremoto distrugge di colpo tutte le nostre più radicate
concezioni: la terra, il vero emblema della solidità, si mosse sotto
i nostri piedi come una crosta sottile su un fluido. Lo spazio di un
secondo creò nella mente una strana idea di insicurezza che ore
di riflessione non avrebbero prodotto.
Il mondo visto dall’alto: e sempre il tempo …
Trascorremmo la giornata sulla
vetta e non ne godetti mai una
più completamente. Si vedeva
il Cile, limitato dalle Ande e dal
Pacifico. Il piacere del
panorama era aumentato dalle
molte riflessioni che venivano
alla mente alla sua vista.
Chi potrebbe non stupirsi della
forza che ha sollevato queste
montagne, e ancor più per il numero dei secoli che devono
essere occorsi per spaccare, spostare e spianare tutta la loro
massa?
Non dobbiamo mettere in dubbio che l’onnipotente tempo non
possa ridurre in ghiaia e fango qualsiasi montagna, persino la
gigantesca Cordigliera.
Storia naturale delle Galapagos
La storia naturale di quelle
isole è curiosissima e merita
particolare attenzione. La
maggior parte degli
organismi sono autoctoni e
non si trovano altrove. Vi
sono perfino delle differenze
tra gli abitanti delle diverse
isole. Tutti mostrano una
decisa affinità con quelli
dell’America, benché ne
siano separati da uno spazio di oceano aperto di 5/600 miglia.
L’arcipelago è un piccolo mondo particolare, o piuttosto un
satellite connesso al continente, donde ha preso pochi coloni
dispersi e ha ricevuto il carattere generale dalle sue produzioni
indigene.
L’origine delle specie: l’isolamento
Il fatto che mi meraviglia
moltissimo è che parecchie
delle isole possiedano le loro
particolari specie di tartarughe,
di tordi beffeggianti, di fringuelli
e di numerose piante, specie
che hanno gli stessi costumi
generali, occupano posizioni
analoghe e hanno ovviamente lo stesso posto nell’economia
naturale di questo arcipelago.
Né la natura del terreno, né l’altezza della regione, né il clima, né
il carattere generale delle associazioni animali e vegetali e perciò
la loro azione reciproca, può differire molto nelle diverse isole.
Siccome l’arcipelago è esente in modo notevolissimo da
tempeste di vento, né gli uccelli, né gli insetti, né i semi leggeri
possono essere trasportati da isola a isola.
Varius, multiplex, multiformis
Si resta stupefatti
dell’intensità della forza
creatrice, se si può usare una
simile espressione, dispiegata
su queste piccole isole nude
e rocciose; e ancor più della
sua azione dissimile, ma
analoga negli effetti, su punti
tanto vicini l’uno all’altro.
Non mi sarei mai immaginato che isole distanti 50 o 60 miglia
tra di loro e la maggior parte in vista l’una dell’altra, formate di
roccia identica, poste sotto un clima perfettamente identico,
elevantisi a circa la stessa altezza, dovessero essere abitate in
modo così diverso.
Il solito azzurro, profondissimo oceano
A notte scorgemmo in distanza la Nuova Zelanda. Avevamo
quasi attraversato il Pacifico. E’ necessario navigare sul
grande oceano per capirne l’immensità. Avanzando
rapidamente una settimana dopo l’altra, non si incontra
null’altro che il solito azzurro, profondissimo oceano. Anche
negli arcipelaghi le isole
non sono altro che
puntolini lontanissimi
l’uno dall’altro. Abituati a
guardare le carte a
piccola scala, non
possiamo giudicare
adeguatamente quanto
sia infinitamente scarsa
la proporzione di
terraferma in confronto a
questa vasta distesa.
Come le ombre che non si possono afferrare
Avevamo anche
superato il meridiano
degli antipodi, e ogni
miglio ci rendeva lieti
al pensiero che era un
miglio di meno verso
l’Inghilterra. Gli
antipodi richiamano
antichi ricordi di dubbi
e di meraviglie infantili.
Tutti i simili posti di
sosta
dell’immaginazione
sono come le ombre
che un uomo che
cammina non può
afferrare.
Gli atolli: l’unione fa la forza
Considero uno spettacolo grandioso la vista
delle spiagge esterne di questi atolli. L’oceano
che scaglia le sue acque sulla larga scogliera
sembra un nemico invincibile e onnipotente:
tuttavia, queste basse e insignificanti isolette di
corallo resistono e sono vittoriose, perché qui
partecipa alla lotta un’altra potenza antagonista.
Strappi pure l’uragano migliaia di grossi blocchi:
sarà nulla in confronto alle fatiche riunite di
miriadi di architetti al lavoro, giorno e notte,
mese dopo mese. Il molle e gelatinoso corpo di
un polipo, attraverso l’azione delle leggi vitali,
vince la grande potenza meccanica delle onde
di un oceano al quale né l’arte dell’uomo, né le
opere inanimate della natura potrebbero
resistere vittoriosamente.
Non solo colonizzare: anche civilizzare
Cinque anni fa qui non
crescevano altro che felci: è la
manodopera indigena che, istruita
dai missionari, ha effettuato
questo cambiamento.
L’insegnamento dei missionari è
la bacchetta magica.
Quando contemplai questo
spettacolo pensai che era
ammirevole: non era il sentimento
di trionfo nel vedere ciò che
avevano saputo realizzare gli
Inglesi, ma piuttosto le grandi
speranze ispirate in tal modo per il
progresso futuro di questa bella
terra.
Ancora British pride
Alla fine ci ancorammo nella
baia di Sidney. E’ la più
splendida testimonianza della
potenza della nazione
britannica. Qui, in un paese
meno promettente, pochi anni
hanno fatto molto di più che un
egual numero di secoli abbia
fatto nell’America meridionale.
Il mio primo sentimento fu di
congratularmi con me stesso
di essere nato inglese.
In seguito, dopo aver visto meglio la città (e gli Australiani …)
la mia ammirazione diminuì.
Ovunque l’Europa pone piede …
… si direbbe
che la morte
perseguiti
l’aborigeno.
Possiamo
considerare le
grandi
estensioni
delle
Americhe,
della
Polinesia, del
Capo di
Buona Speranza e dell’Australia e troveremo lo stesso risultato.
Le razze umane paiono agire reciprocamente allo stesso modo
delle varie specie di animali, e il più forte elimina sempre il più
debole.
Perchè viaggiare …
Mi sembra che nulla
possa essere tanto utile
che un viaggio in paesi
lontani. L’eccitamento
per la novità stimola a
una maggiore attività.
Ogni tanto vi saranno
pure pericoli, solo in rari
casi brutti come li si era
immaginati. Da un punto
di vista morale, il risultato
sarà quello di imparare un’allegra sopportazione, e di liberarsi
dall’egoismo, di abituarsi ad agire da sé e di fare il meglio
possibile in ogni circostanza. Si imparerà a essere diffidenti, ma
allo stesso tempo si scoprirà quante persone veramente di cuore
vi siano.