LA DIVERSITÀ È UNA RICCHEZZA - Istituto Comprensivo Verucchio

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LA DIVERSITÀ È UNA RICCHEZZA

DOCENTE TUTOR: PATRIZIA RAGANINI DOCENTE NEOASSUNTO: GIULIANA LAUDISIO

SOMMARIO

• SITUAZIONE SOCIALE IN CUI VIVIAMO • STRANIERI E SCUOLA • CONTESTO • LA VALORIZZAZIONE DELLE DIVERSITÀ NELLE INDICAZIONI NAZIONALI • CORSO CAON

SITUAZIONE SOCIALE

La società moderna ha subito una profonda trasformazione, in tempi relativamente brevi, fino a diventare una società globale caratterizzata da molteplici cambiamenti e discontinuità.

Questo nuovo scenario è ambivalente: per ogni persona, per ogni società si moltiplicano sia i rischi sia le opportunità.

STRANIERI E SCUOLA

L’istruzione nell’ ordinamento italiano è considerata come un diritto-dovere: diritto a ottenere istruzione e insieme, obbligo di frequentare le scuole fino all’età di 16 anni. Il diritto-dovere all’istruzione è garantito al cittadino straniero regolarmente soggiornante in Italia a parità di condizioni con il cittadino italiano.

I minori stranieri: 1. hanno diritto all’istruzione indipendentemente dalla loro regolarità, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani; 2. sono soggetti all’obbligo scolastico secondo le disposizioni vigenti in materia; 3. possono richiedere l’iscrizione in qualunque periodo dell’anno scolastico.

Dal Report del Ministero dell’Istruzione intitolato “Gli alunni con cittadinanza non italiana nel sistema scolastico italiano: anno scolastico 2011/2012 ” si rilevano i seguenti dati:

i giovani studenti censiti come non italiani sono stati quasi 756.000, poco meno del 9% del totale

, la cui presenza è più consistente nel cosiddetto “primo ciclo”, costituito da scuole dell’infanzia, elementari e medie. Notevole, in particolare, l’incremento (+13,6%) degli alunni stranieri nati in Italia da genitori non italiani.

(ius sanguinis)

CONTESTO

L’Emilia-Romagna è la regione italiana con il tasso più alto di stranieri a scuola. Nell’anno scolastico 2011/2012 gli alunni con cittadinanza non italiana sono stati

86.944

, pari al

14,6%

degli iscritti totali (contro un dato nazionale dell’

8,4%

).

Nell’anno scolastico in corso a fronte di una popolazione di circa 1300 alunni, l’

I.C.

di

Verucchio

ospita, negli otto plessi dei tre ordini di scuola, 161 alunni stranieri così suddivisi:

SCUOLA DELL’INFANZIA SCUOLA PRIMARIA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO TOTALE ALUNNI 241 642 413 ALUNNI STRANIERI 37 79 45

%

15,3 % 12,3 % 10,9 %

LA VALORIZZAZIONE DELLE DIVERSITA’ NELLE INDICAZIONI NAZIONALI

Tre documenti Ministeriali assunti come importanti riferimenti dell’azione educativa e didattica delle scuole: •La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri; •le Linee guida per l’integrazione sociale degli alunni con disabilità; •le Linee guide per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento.

Nelle nuove

Indicazioni per il primo ciclo Finalità generali

“Nella consapevolezza della relazione che unisce cultura, società e persona, la finalità generale della scuola è lo sviluppo armonico e integrale della persona, all’interno dei principi della Costituzione Italiana e della tradizione culturale europea, nella promozione della conoscenza e nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità individuali (…).

La storia della scuola italiana, caratterizzata da un approccio pedagogico e antropologico che cura la centralità della persona che apprende, assegna alla scuola primaria e del primo ciclo di istruzione un ruolo preminente in considerazione del rilievo che tale periodo assume nella biografia di ogni alunno. Entro tale aspirazione la scuola attribuisce grande importanza alla relazione educativa e ai metodi didattici capaci di attivare pienamente le energie e le potenzialità di ogni bambino e ragazzo.”

L’organizzazione del curricolo Una scuola di tutti e di ciascuno

“ Si invita la scuola italiana a sviluppare la propria azione educativa in coerenza con i principi dell’inclusione delle persone e dell’integrazione delle culture, considerando l’accoglienza delle diversità un valore irrinunciabile (…).

Particolare cura è riservata agli allievi con disabilità o con bisogni educativi speciali, attraverso adeguate strategie organizzative e didattiche ( …) “.

L’ambiente di apprendimento

“Una buona scuola primaria (…) si costituisce come un contesto idoneo a promuovere apprendimenti significativi, a garantire il successo formativo per tutti gli alunni (…), a valorizzare le esperienze e le conoscenze degli alunni per ancorarvi nuovi contenuti(…), ad attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità per fare in modo che non diventino disuguaglianze (…)”.

‘CORSO CAON’

PATTO FORMATIVO

“La conoscenza degli obiettivi permette a colui che studia di dirigere meglio la sua attività e il suo interesse, ed è provato che gli studenti imparano prima e meglio se conoscono (e capiscono) gli obiettivi del loro lavoro” (C. Pontecorvo)

Durante il nostro percorso educativo è inoltre importante riflettere sui processi di apprendimento dei nostri allievi considerando lo stile cognitivo di ognuno di loro e il modo in cui vengono selezionate le informazioni.

Secondo Ekwall e Shaker (in Ginnis, 2002) le persone ricordano: •10% di quello che leggono, •20% di quello che sentono, •30% di quello che vedono, •50% di quello che sentono e insieme vedono, •70% di quello che dicono, •90% di quello che dicono e insieme fanno.

Dimmi mi dimentico (Confucio)

COMPRENSIONE SUL PIANO CULTURALE

Sri Lanka. Grade 4, 9 anni. Foto di Cinzia Penati, 2008.

Mozambico. Sofala , 2012

“Ciascuno giudica bene ciò che conosce, e solo di questo è buon giudice.” (Aristotele)

COMPRENSIONE SUL PIANO LINGUISTICO

“LA MANCANZA DI QUANTITA’ SIGNIFICATIVE DI INPUT COMPRENSIBILE PUO’ PREGIUDICARE L’ACQUISIZIONE DELLA L2.”

G. Pallotti (2000)

LA ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE

Nella teoria di Vygotskij la

zona di sviluppo prossimale

è un concetto fondamentale che serve a spiegare come l'apprendimento del bambino si svolga con l'aiuto degli altri.

La ZSP è definita come la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, che può essere raggiunto con l'aiuto di altre persone, che siano adulti o dei pari con un livello di competenza maggiore. Infatti, a differenza dell'approccio Piagetiano, Vygotskij non riteneva che il bambino passasse attraverso diversi stadi e dunque "fosse pronto" ad apprendere nuove conoscenze che prima non era in grado di ritenere, ma sostiene che il bambino impara da coloro che si trovano ad un livello di conoscenza superiore.

Questo processo iterativo dovrebbe dunque permettere al bambino di acquisire nuove capacità senza sperimentare la frustrazione del fallimento. Appare subito evidente che ogni classe non presenti un’unica ZSP ma che sia piuttosto concepibile come un contesto di apprendimento a ZSP multiple. Appare ancor più chiaro quanto importante sia per un docente riuscire a stabilire “la prossimità” dei propri alunni italofoni e non, al fine di adottare didattiche il più possibile mirate e calibrate.

MODELLO DIDATTICO A MEDIAZIONE SOCIALE

Nella realtà delle classi le differenze degli studenti non possono consentire di fornire un “input comprensibile” contemporaneo per tutti e di collocarsi contemporaneamente nella ZSP di ciascuno.

Lezioni quasi esclusivamente frontali e verbali sono troppo difficili per l’allievo migrante, se poi è neoarrivato diventano deleteree, spesso risultano improduttive anche per bambini italiani normodotati (Modello a mediazione insegnante).

Una strada alternativa, che non esclude momenti trasmissivi, ma non è concentrata esclusivamente o quasi su tale modalità, è quella delle metodologie a

“mediazione sociale”

che procedono per costruzione di conoscenze e non per ricezione passiva di informazioni.

Si spostano così al centro del processo di apprendimento gli allievi, considerati risorse e origine dell’apprendimento, attivamente impegnati nella costruzione della loro conoscenza.

Metodi a mediazione sociale particolarmente efficaci sono

l’apprendimento cooperativo

e il

tutoraggio tra pari

in quanto entrambi sono volti a creare dinamiche relazionali positive tra tutti gli studenti agendo contemporaneamente

sul piano cognitivo

(sulle diverse zone di sviluppo prossimale),

intrapersonale

(potenziamento dell’autoconsapevolezza e della fiducia in se stessi),

interpersonale

(sviluppo della fiducia negli altri).

Tali dinamiche positive, però, non sono spontanee negli studenti, rappresentano un obiettivo e non un punto di partenza, esse vanno quindi costruite in modo strategico: •implicitamente attraverso un lavoro quotidiano che crei abitudini alla cooperazione efficace; •esplicitamente attraverso singolarmente e come gruppo.

costanti

feedback

che favoriscano rispetto alle la consapevolizzazione degli studenti criticità emerse e ai progressi fatti

CONCETTI DI RIFERIMENTO

Si impara e si costruisce conoscenza: •attraverso il dialogo e la comunicazione; • in base alla qualità delle relazioni con gli altri; •attraverso la cooperazione e la collaborazione nella esecuzione di compiti sfidanti e motivanti.

L’apprendimento si realizza meglio quando: •chi apprende è attivamente impegnato nella creazione della sua conoscenza connettendo ciò che ha appreso con le conoscenze precedenti; •ciò che deve essere appreso è rilevante e significativo per chi apprende; •si contestualizza in un ambiente che promuove relazioni interpersonali e interazioni, dove chi apprende si sente riconosciuto, rispettato, valorizzato.

L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO

In contesti di apprendimento cooperativo, il gruppo è da intendersi come struttura di relazione interdipendente che favorisce il potenziamento cognitivo, metacognitivo, emotivo e l’assunzione di responsabilità da parte dei singoli partecipanti.

Se un compito può essere svolto individualmente meglio e più velocemente di quanto non si possa fare in gruppo, il lavoro di gruppo non si giustifica e può sembrare una perdita di tempo. Il docente allora ha il compito di strutturare, nel gruppo cooperativo, compiti complessi nei quali vi sia interdipendenza positiva tra gli studenti, in cui cioè il lavoro del singolo studente sia necessariamente interconnesso con quello dei suoi compagni. Si creerà dunque nel gruppo cooperativo la necessità di aggiungere alla responsabilità personale anche una responsabilità verso gli altri. Il successo o il fallimento del singolo sarà strettamente legato al successo del gruppo e viceversa.

Il “mettere in rete” le diverse intelligenze su compiti che richiedono cooperazione e quindi l’uso di abilità diverse, sviluppa all’interno del gruppo lo scambio di conoscenze e competenze; favorisce il crearsi di quella complessità cognitiva che arricchisce ogni singolo individuo anche sul piano sociale, emozionale e comunicativo, creando le condizioni per cui ciascuno si senta apprezzato e rispettato.

I GRUPPI ETEROGENEI

•una persona di buone capacità •due di medie •uno di basse capacità

possibilmente composto da maschi e femmine e, in presenza di alunni stranieri, distribuendo anche le differenze culturali .

Criticità legate alle differenze nel gruppo eterogeneo: •la scarsità di stimolazioni per chi è dotato di maggiori capacità •una certa dipendenza dei soggetti deboli o scarsi dal migliore •difficoltà a comunicare e superare stereotipi o credenze negative Se il vantaggio del gruppo eterogeneo risulta più facilmente intuibile per gli studenti in difficoltà che hanno l’occasione di lavorare insieme a studenti più competenti, esso può essere meno evidente per gli studenti eccellenti .

IL TUTORAGGIO TRA PARI

Docendo discitur Insegnando ad altri si impara

L’idea di utilizzare gli studenti eccellenti come tutor degli studenti stranieri o in difficoltà, presenta il triplice vantaggio di: 1.aiutare la memorizzazione, che avviene meglio se lo studente ha la possibilità di processare più volte e in modalità diverse le informazioni 2.fornire

allo studente straniero o in difficoltà occasioni di apprendimento, di confronto e di socializzazione nel gruppo dei pari che risulta essere meno ansiogeno e quindi meno inibente rispetto all’interazione con il docente 3.fornire

allo studente eccellente occasioni di apprendimento complesso, orientate non solo ai contenuti (il cosa), ma anche alle procedure (il come).

LE ATTIVITA’ “DIVERGENTI” E MULTILIVELLO

Relativamente ai contenuti di un compito, una strategia che il prof. Caon consiglia per gestire contemporaneamente diversi livelli di competenza è quella di proporre attività di problem solving o attività che sviluppino il pensiero “divergente”, cioè che non prevedano un’unica risposta corretta.

CACCIA ALL’INTRUSO AD OLTRANZA

blu arancia verde azzurro rosso

CACCIA ALL’INTRUSO AD OLTRANZA

il lo gli la ma l’

La chiave glottodidattica sta nel fatto che ogni esclusione deve essere giustificata e spiegata, e che quindi l’attività metalinguistica diviene parte integrante del gioco e viene condotta da ciascuno secondo le proprie conoscenze, intuizioni, capacità e viene integrata dai più bravi o dall’insegnante laddove mancano i termini.

Il gioco dunque risponde a finalità linguistiche, cognitive ed educative che possono essere gestite a più livelli e poi ricondotte in una fase di ragionamento a obiettivi di tipo linguistico (approfondire la conoscenza degli articoli determinativi) ma anche educativo.

GLI STUDENTI DI MADRELINGUA NON ITALIANA

Il nostro obiettivo è quello di realizzare le indicazioni sull’educazione interculturale per tutti gli studenti italofoni e non nativi (cfr. CM 205/90), di facilitare il processo di integrazione da parte degli studenti migranti e la creazione di un contesto in cui le differenze risultino davvero un valore e non un limite, come auspicato dai principi dell’educazione interculturale.

L’idea che mi piace sostenere è che il docente, attestata la complessità delle classi ad abilità differenziate nonché plurilingui e indagati i fattori che sono particolarmente rilevanti nelle specifiche situazioni di classe, possa rendere tale complessità una risorsa e non un problema.

Ecco perché diventa fondamentale il rispetto dell’art.45 del DPR 394 del 1999 che recita “I minori stranieri soggetti all’obbligo corrispondente all’età anagrafica salvo che il collegio dei docenti scolastico deliberi vengono l’iscrizione ad iscritti una alla classe classe … immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella corrispondente all’età anagrafica; … il collegio dei docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento dei programmi di insegnamento …”

Inoltre tutto ciò ha generato una richiesta di professionalità specializzate che possono affiancare i docenti per poter gestire il complesso processo di apprendimento e di integrazione.

Mediatori culturali

e

facilitatori linguistici

sono espressione compiuta di questa integrazione di competenze che dovrebbe rendere meno tormentato il processo di inserimento e di apprendimento scolastico.

IL LABORATORIO DI ITALIANO L2

Il laboratorio di L2 è connotato da attenzione alla: •

dimensione costruttiva e sociale della conoscenza,

al valore della relazione nella costruzione della lingua ma anche della “nuova” identità personale; •

dimensione culturale

che deve essere fatta emergere e resa “trasparente” perché nulla della cultura scolastica italiana può essere dato per scontato in un contesto multietnico e multiculturale; •

persona nelle sue componenti motivazionali, affettive ed emotive

e all’insieme delle sue conoscenze e competenze pregresse, da far emergere e da valorizzare nel contesto laboratorio; •

metodologia

e alla dimensione esperienziale e multisensoriale dell’apprendimento; •

lingua d’origine.

Il recupero di aspetti della cultura d’origine, del vissuto personale e della L1, ha infatti importanti ricadute sul piano linguistico-cognitivo e psicologico relativo all’identità.

GRAZIE PER L’ATTENZIONE