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Scuola secondaria di 1° grado di Spezzano Sila
•Dante Alighieri
•La Divina Commedia
•L’Inferno
•Il purgatorio
•Il paradiso
•I canti studiati
“Comprendere Dante utilizzando la
LIM…”

L’attività è stata avviata a dicembre 2010,
subito dopo l’istallazione della LIM nella
nostra aula . La nostra prof.ssa Candida
Filicetti , ci ha illustrato il percorso su Dante
Alighieri e sul viaggio immaginario di questo
grande poeta nell’aldilà e noi ci siamo subito
entusiasmati e abbiamo navigato molto anche
sulla nostra lavagna apprendendo veramente
molte, molte cose che non conoscevamo
come….
La vita di Dante Alighieri
Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265 in una
famiglia della piccola nobiltà fiorentina. Cresce in un
ambiente "cortese" ed elegante, impara da solo l’arte
della poesia e stringe amicizia con alcuni dei poeti
più importanti della scuola stilnovistica: Guido
Cavalcanti, Lapo Gianni e Cino da Pistoia.
Ancora giovanissimo conosce Beatrice a cui è legato
da un amore profondo. Beatrice muore nel 1290, e
questa data segna per Dante un momento di crisi che
lo porta (a partire dal 1295) ad entrare attivamente e
coscientemente nella vita politica della sua città.
Il poeta, eletto priore, è un politico moderato, tuttavia
convinto sostenitore dell’autonomia della città di
Firenze, che deve essere libera dalle ingerenze del
potere del Papa
La vita di Dante Alighieri
L’anno successivo, però,
il papa Bonifacio VIII con
l’aiuto di Carlo di Valois,
fratello del re di Francia,
decide di eliminare i guelfi
bianchi dalla scena
politica; così il poeta, è
condannato
ingiustamente all’esilio e
non ritornerà mai più
nella sua città natale.
Per Dante l’esilio
rappresenta un momento
di sofferenza e di dolore e
al tempo stesso uno
stimolo per la sua
produzione letteraria e
poetica. Negli anni
dell’esilio, viaggia per
l’Italia centrale e
settentrionale, chiede
ospitalità alle varie corti
continua a sostenere le
sue idee politiche. Negli
ultimi anni visita la corte
di Can Grande della
Scala, a Verona, e di
Guido Novello Da
Polenta, a Ravenna (1318).
Muore a Ravenna nel 1321.
La Divina Commedia
E’ un poema del fiorentino Dante
Alighieri, scritto in terzine incatenate di
versi endecasillabi, in lingua volgare
toscana Composta secondo la critica tra
il 1304 e il 1321, la Commedia è una delle
più importanti testimonianze letterarie
della civiltà medievale e una delle più
grandi opere della letteratura universale,
conosciuta e studiata in tutto il mondo.
Il titolo
Probabilmente il titolo originale dell'opera
fu Commedia, o Comedìa, L'aggettivo divina
fu usato per la prima volta da Giovanni
Boccaccio nel Trattatello in laude di Dante
del 1373, circa 70 anni dopo il periodo in
cui si pensa sia stato cominciato il poema.
La dizione Divina Commedia, però, divenne
comune solo da metà del Cinquecento in
poi.
Cantiche e contenuto

Il poema è diviso in tre parti, chiamate
cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso),
ognuna delle quali composta da 33 canti
(tranne l'Inferno, che contiene un ulteriore
canto proemiale). Il poeta narra di un
viaggio attraverso i tre regni ultraterreni
che lo condurrà fino alla visione della
Trinità.
La struttura dell'oltretomba dantesco.
Dante, per realizzare
il suo progetto di triplice
viaggio nei regni del
l'oltretomba, ha bisogno
di inserire la narrazione
in una precisa ed
accreditata concezione
dell'intero universo .
Egli si rifà alla
cosmologia tolemaica.
Tolomeo è un
astronomo
ellenistico
vissuto nel II
secolo dopo
Cristo.
La sua teoria è
detta
geocentrica o
aristotelicotolemaica. In
base ad essa:
La Terra è
immobile al
centro dell'uni
verso.
- Alla base del
mondo
naturale c'è -
la presenza di 4
elementi: terra,
acqua, aria e
fuoco .
L'uomo abita
l'emisfero boreale
(delle terre
emerse ) che va
dal Gange allo
stretto di
Gibilterra.
- L'altro emisfero
( australe ), detto
delle acque , vede
sorgere al centro
la montagna del
Purgatorio ed è
completamente
disabitata
Tale
cosmologia
sarà messa in
discussione
solo da
Copernico agli
inizi del 1500 e
poi da Galilei
nel 1600 fino
all'affermazio
ne definitiva
dell'eliocentris
mo. Il sistema
solare non è
l'unico dei
mondi
dell'universo.
Esistono molti
di altri
aggregati di
corpi celesti e
la vita
dell'uomo nel
cosmo non
è l'unica
forma di vita
possibile. Tale
concezione
dell'universo
si coniugò con
una visione
cristiana
dell'oltretomb
a accreditata
dalle Sacre
Scritture
Grazie a Galileo Galilei,
l’universo assume d’un tratto
una fisionomia interamente
nuova.
Il
cannocchiale
consente allo scienziato di
confermare le rivoluzionarie
teorie di Nicolò Copernico: la
Terra non è immobile al
centro dell’universo. Questa è
destinata
a
provocare
sconvolgimenti straordinari in
astronomia.
Galileo Galilei è conosciuto per il suo
“metodo sperimentale”
TEORIA GEOCENTRICA.
TEORIA ELIOCENTRICA.
Struttura dell’inferno
Struttura dell’inferno
La struttura dottrinale dell'Inferno
richiama il costante utilizzo
simbolico del numero 3: i dannati
sono infatti ripartiti in tre categorie,
ciascuna localizzata in una sezione
decrescente della cavità sotterranea.
 L'ordinamento delle pene, come dice
Virgilio nell'Inferno - Canto
undicesimo, dipende dall'Etica
Nicomachea di Aristotele, e
prefigura una gerarchia del male
basata sull'uso della ragione.

I peccatori più "vicini"
aDio a alla luce, posti
cioè nei primi più
vasti gironi, sono gli
incontinenti, quelli
cioè che hanno fatto
il minor uso della
ragione nel peccare.
Seguono i nolenti, che
a loro volta sono stati
accecati dalla
passione, sebbene a
un livello di
intelligenza maggiore
dei primi.
Gli ultimi sono i
fraudolenti e i
traditori, che hanno
invece sapientemente
voluto e realizzato il
male.
Tutti i peccatori
dell'inferno hanno
una caratteristica
comune, percepiscono
la lontananza da Dio
come la pena
maggiore, Virgilio
spesso farà trasparire
dalle sue parole e
atteggiamenti un
senso di nostalgia, un
sentimento eterno
mai destinato a
cessare.
Contrappasso
Sbattuti dal vento
infernale come in
vita si fecero
trascinare dalla
bufera delle
passioni
Usarono la
lingua per
ingannare ora
sono avvolti in
lingue di fuoco
Il loro cuore fu di
ghiaccio ora vi
sono immersi
Personaggi
Paolo e
Francesca
Ulisse
Conte Ugolino
Il Purgatorio
Ha la forma di una montagna suddivisa
in sette gironi e la collocazione dei
peccatori espianti è regolata dal peccato
più grave, punito nel primo girone, al
peccato meno grave, punito nel settimo,
rispettando la graduatoria morale dei
sette peccati capitali.
Il paradiso
La candida rosa è l’insieme di tutti
i beati.
 È la sede dei beati che risiedono
tutti insieme nell’Empireo, il cielo
che comprende tutti gli altri nove,
che rappresenta la sede di Dio.
 Dante realizza la contemplazione
di Dio come “fulgurazione”
esperienza ineffabile.

Dante immagina il Paradiso,
secondo lo schema tolemaico,
suddiviso in nove cieli
concentrici (Luna, Mercurio,
Venere, Sole, Marte, Giove,
Saturno, Cielo delle stelle
fisse, Cielo cristallino o Primo
Mobile), racchiusi
nell’Empireo dove sta Dio.
E’ immobile e gli altri cieli
girano più velocemente
quanto più sono alti.
L’Empireo è la sede
delle anime; qui
Dante le vede tutte
insieme, ma Dio per
fargli comprendere il
diverso grado della
loro beatitudine
(minore quanto più il
cielo è lontano da
Dio) ha voluto che
esse gli si mostrassero
nei vari cieli: Cielo
della Luna, spiriti
che mancarono ai
voti;
Cielo di Mercurio,
spiriti attivi; Cielo di
Venere, spiriti
amanti; Cielo del
Sole, spiriti sapienti;
Cielo di Marte,
spiriti guerrieri;
Cielo di Giove, spiriti
giusti; Cielo di
Saturno, spiriti
contemplanti; Cielo
delle stelle fisse,
spiriti trionfanti;
Primo Mobile,
gerarchie angeliche.
I canti
dell’inferno che
abbiamo
studiato
imparando
alcuni versi a
memoria
Canto 1
Nel mezzo del cammin di nostra
vita.
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa
dura
esta selva selvaggia e aspra e
forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant'è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'i' vi
trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v'ho
scorte.
Io non so ben ridir com'i' v'intrai,
tant'era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle
giunto,
là dove terminava quella valle
che m'avea di paura il cor
compunto,
guardai in alto, e vidi le sue spalle
vestite già de' raggi del pianeta
che mena dritto altrui per ogne
calle.
…e la sua versione in dialetto spezzanese tradotta
dalla prof. Candida Filicetti
Ntru mmienzu e ru caminu re la vita
Me ritrovai ntra na foresta scura
Ca la reritta via era sparita
Ahi! A vve rire cum’era è nna turtura
Chissà vuascu servaggiu fittu e forte
Chi sulu a cce penzare fa paura!...
E’ ccussì bruttu chi pocu è cchjùlla morte,
ma ppe cuntare chillu c’hajutrovatu,
ve ricu tuttu puru si m’è forte….
© Candida Filicetti
Un sacciu cumu llà micce trovai
era tantu assonnatu a cchillu puntu
Chi la via re lu bene abbandonai!....
Ma non’appena c’a nn’iertu era venutu
Llà dduve finiscia chilla vallata
Chi m’avia dde paura u core inchjutu…
Azatu haju l’uacchj e haju vistu chill’ertata
Ndorata già e ru sule biellu e lucente
Chi porte a tutti ppe lla via spianata……
© Candida Filicetti
Canto 2°
' I son Beatrice che ti faccio andare;
vegno del loco ove tornar disio;
amor mi mosse, che mi fa parlare…..
``. …Temer si dee di sole quelle cose
c'hanno potenza di fare altrui male;
de l'altre no, ché non son paurose.
I' son fatta da Dio, sua mercé, tale,
che la vostra miseria non mi tange,
né fiamma d'esto 'ncendio non
m'assale”…...
Canto III°
« Per me si va nella città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore;
Facemi la divina podestate,
La somma sapienza e ‘l primo amore.
Dinanzi a me non furon le cose create
Se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi che entrate ».
Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo,
gridando: «Guai a voi, anime prave!
Non isperate mai veder lo cielo…...
….E 'l duca lui: «Caron, non ti
crucciare:
vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non
dimandare».
Canto v° - Lussuriosi
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona. …... »
…… Quando
leggemmo il
disïato riso
esser basciato
da cotanto
amante,
questi, che mai
da me non fia
diviso,
Francesca da Rimini e
Paolo Malatesta
la bocca mi
basciò tutto
tremante.
Galeotto fu 'l
libro e chi lo
scrisse:
quel giorno più
non vi leggemmo
avante».
Canto XXVI° Consiglieri fraudolenti
Puniti per contrap-passo: coloro che
usarono la lingua per ingannare, sono
im-prigionati in lingue di fuoco
Ulisse e Diomede
"O frati", dissi, “…….
……Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza".
CANTO XXXIII
Traditori della patria e degli ospiti
“La bocca sollevò dal fiero pasto
quel peccator, forbendola a' capelli
del capo ch'elli avea di retro guasto”.
Il conte Ugolino della Gherardesca, pisano
... salimmo sù, el primo e io secondo
tanto chi' vidi de le cose belle
che porta 'l ciel, per un pertugio tondo.
E quindi uscimmo a riveder le stelle.
Poi abbiamo inventato e risolto
alcuni cruciverba come quello creato
dalla nostra prof.ssa e abbiamo
imparato anche attraverso una
rappresentazione a fumetti della
Divina Commedia che abbiamo
trovato su Internet.
Infine abbiamo fatto il punto della situazione e
abbiamo dedotto che questa attività è stata
entusiasmante e molto, molto istruttiva!...
Abbiamo capito che la Divina Commedia è un
libro emozionante ed entusiasmante come si può
leggere nell’articolo di giornale riportato.
Abbiamo capito ancora che, la lavagna
interattiva è veramente uno strumento
eccezionale per imparare e per creare. Grazie, alla
nostra Dirigente per averci dato questa bella
opportunità di avere in classe la lavagna su cui
poter lavorare giornalmente scoprendo nuovi
modi di apprendere. Grazie alla prof. Filicetti per
la pazienza e la professionalità dimostrata .
Considerazioni mediatiche
Così commentava il
noto quotidiano
nazionale “La
Repubblica” del 15
gennaio 2008 , in
seguito ad un
sondaggio effettuato
dalla società “Dante
Alighieri”
Alunni coinvolti
2^ A
Bonfiglio Claudio
Castiglione Sara
Fabbricatore Aldo
Komasara Przemec
Monaco Alessia
Lindia Paolo
Palopoli Paola Francesca
Palumbo Sonia
Pecora Marianna
Rizzo Luciano
Rizzuti Lorenzo
Scarnati Paola
Docente Candida Filicetti
Dirigente Scolastico
Brunella Baratta
Anno scolastico 2009-2010