Diapositiva 1 - Associazione La strada

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Transcript Diapositiva 1 - Associazione La strada

Bolzano 11 marzo 2011
Famiglia: sostantivo plurale
Amarsi, crescere e vivere nelle famiglie del
terzo millennio
di PAOLA DI NICOLA
(Università degli Studi di Verona)
P.Di Nicola, Famiglia: sostantivo
plurale, FrancoAngeli,
Milano,2008
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PERCHE’
FAMIGLIA: SOSTANTIVO PLURALE?
Se definiamo la famiglia come una relazione
di scambio
(un contratto, un accordo, una norma)
che regola i rapporti tra
i sessi e le generazioni
si può dire che la famiglia è
un universale culturale
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Universale nel senso che tutte le società
umane, dalle più semplici alle più
complesse, hanno sempre avuto regole e
norme che
definivano i rapporti
tra uomo-donna
tra genitori e figli
tra strutture parentali di appartenenza
dell’uomo e della donna
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Per C. Lévi-Strauss il matrimonio incarna il
principio dello scambio e lega due famiglie
in una relazione di alleanza
Il matrimonio
(e la famiglia che ne scaturisce)
sostituisce la logica dell’alleanza alla logica
della guerra tra i diversi gruppi sociali
Due famiglie si uniscono dando vita ad
un’altra
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Per Lèvi-Strauss
per il quale scambio, comunicazione, linguaggio e
cultura sono sinonimi
la prima norma che regola i rapporti tra maschio e
femmina, ascendenti e discendenti
(il tabù dell’incesto)
segna il passaggio dalla natura
(solo leggi naturali)
alla cultura
(divieti, norme introdotti dall’uomo)
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Culturale nel senso che poiché
le norme ‘matrimoniali’
presentano un’alta variabilità
territoriale, per strati sociali, a livello sia
diacronico che sincronico
le forme che la famiglia coniugale può
assumere sono molteplici
molteplici sono le forme della coabitazione
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Se dunque tutte le società umane hanno
conosciuto la famiglia, come relazione
sociale più o meno istituzionalizzata e
normata
se tale istituzione ha resistito per millenni
è ovvio che la forza della famiglia non sta
nella sua rigidità e arroccamento su sé
stessa
ma sta nella sua capacità di adattamento,
di cambiamento, di incidere sulle
dinamiche sociale
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La forza della famiglia sta
nella sua capacità morfogenetica
nel suo essere
un sostantivo plurale
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Capire il cambiamento
In un momento particolarmente critico per
la famiglia, in cui netta si ha l’impressione
che tale istituzione sia arrivata al
capolinea, che non abbia più la forza di
cambiare e quindi resistere diventa
fondamentale comprendere quali sono le
dinamiche di mutamento e quali le
dinamiche di crisi
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Il mondo cambia
Il dibattito che si accese in Italia subito dopo
l’introduzione del divorzio (1970) e che
portò al referendum del 1974
sosteneva che il divorzio avrebbe rovinato la
famiglia italiana e
portato migliaia di donne sull’orlo della
povertà
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L’esito del referendum
che contro tutte le aspettative dei cattolici
confermò la legge
ha dimostrato l’esistenza di due processi
culturali e sociali molto radicali e profondi
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Mutamento di mentalità
sfera culturale
In primo luogo, l’esito del referendum
dimostrò che, nonostante minacce e
anatemi più o meno velati, la maggior
parte degli italiani aveva votato secondo
‘coscienza’:
la coscienza personale, il convincimento
individuale, che si riteneva non dovessero
più essere condizionati dalle gerarchie
cattoliche e politiche
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Mutamento sociale della famiglia
L’esito del referendum, in secondo luogo,
dimostrò che le relazioni familiari erano
cambiate profondamente e che la famiglia
italiana che aveva vissuto e realizzato il
boom economico
non era più la famiglia che era uscita dalla
guerra e si era impegnata nella fase della
ricostruzione
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Nuove istanze di
legittimazione
Ci si rendeva conto che la legislazione sulla
famiglia
in vigore, senza grandi sconvolgimenti, sin
dall’Unità di Italia
non era più sufficiente per regolamentare
relazioni familiari profondamente
modificate
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Il fatto stesso che subito dopo la promulgazione
della legge sul divorzio
vi fu la ‘corsa’ al divorzio
da parte di tante coppie che riuscivano a
dimostrare che erano separate di fatto da
almeno due anni
dimostra che nei costumi e nelle pratiche
quotidiane l’indissolubilità del vincolo
matrimoniale era stato superato
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Il fatto che tanti uomini riuscirono a
riconoscere figli avuti fuori dal primo
matrimonio
dimostra che anche le relazione
tra genitori e figli
erano modificate
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Dare una risposta alla richiesta
di nuove leggi e norme
Tra la fine degli anni ‘60 e la fine degli anni ’70, si
è assistito in Italia all’approvazione di una
molteplicità di leggi che andavano a
regolamentare diversamente
i costumi sessuali, la vita di coppia, il matrimonio,
i rapporti tra ascendenti e discendenti
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La prima grande trasformazione
Si può dire che negli anni ’70 del secolo
scorso la società e la legislazione hanno
preso atto del compimento del processo di
individualizazzione delle relazioni familiari
e si gettano i presupposti per arrivare al
processo di individualizzazione nelle
relazioni familiari
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La famiglia che cambia strutture
individualizzazione delle relazioni familiari
Con poche espressioni è possibile
sintetizzare i più rilevanti mutamenti che
hanno investito le strutture familiari in
Italia
semplificazione delle strutture, riduzione
dell’ampiezza media dell’unità di
coabitazione, complessità crescente
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Le famiglie, in Italia, si caratterizzano per un
basso numero di componenti
per una struttura sempre più
frequentemente giocata sull’interazione di
pochi ruoli (i single, la coppia coniugale,
un solo genitore con figli)
per la crescita di nuove forme familiari
(convivenze, nuclei monogenitoriali,
famiglie ricostituite)
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La famiglia che cambia
Relazioni
Privatizzazione, de-istituzionalizzazione,
individualizzazione sono alcune delle
espressioni, invece, con le quali si è
cercato di comprendere, spiegare e
sintetizzare i più rilevanti cambiamenti
delle regole, delle norme, dei valori e del
clima delle e nelle famiglie della società
contemporanea
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Sono espressioni che tutte suggeriscono
l’esistenza di un lento spostamento della
famiglia da istituzione a gruppo, da
sottosistema sociale specializzato
nell’assolvimento di funzioni socialmente
rilevanti ad affare “privato”,
unità di affetti
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Famiglie, dunque, che sempre più
frequentemente sono viste e definite come
“unità degli affetti”
piuttosto che come agenzie impegnate e
specializzate nell’assolvimento di compiti e
funzioni a forte rilevanza sociale
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L’immagine che emerge è dunque quella di una
famiglia sempre più gruppo e sempre meno
istituzione
percepita ed “agita” socialmente come sfera
privata
più produttrice di gratificazioni affettive e
psicologiche che non di risorse
frutto di scelte sempre meno vincolanti e sempre
più frequentemente rinegoziabili
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La famiglia diventa un’esperienza di vita che
accompagna l’attore sociale nel corso della sua
biografia, cambiando forme e modi a seconda
delle fasi e degli avvenimenti che ne sono il
contrappunto, piuttosto che passaggio obbligato
per entrare nella piena maturità
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Effetti manifesti
La diminuzione dei tassi di fecondità e la
crescita del numero di famiglie con figli
conviventi nonostante la raggiunta
indipendenza economica, oltre che la
maggiore età, confermerebbero che oggi,
per i giovani, il fare famiglia non è più
visto e vissuto come tappa per l’ingresso
nella vita adulta
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Contemporaneamente l’aumento delle convivenze,
delle separazioni e dei divorzi
la crescita di nuclei composti da un solo genitore
con figli e dei nuclei ricostituiti (composti da
soggetti provenienti – almeno uno – da un
precedente vincolo matrimoniale)
dimostrano quanto
oggi i percorsi, le biografie di vita individuali siano
diventati discontinui e non prevedibili
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La famiglia perde quella funzione – tipica delle
società tradizionali – di marcatore del passaggio
da una fase all’altra del ciclo di vita, in una
progressione lineare: vita nella famiglia di
origine, fidanzamento, matrimonio e
generazione dei figli
secondo una sequenza che poteva conoscere
momenti di discontinuità per pochi e,
soprattutto, ineluttabili avvenimenti, quale, ad
esempio, la morte di un componente la coppia
coniugale
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Il matrimonio
– almeno nelle aspettative –
è visto come l’unione affettiva e sessuale di
due soggetti di pari dignità e valore
unione, le cui regole non sono date una
volta per sempre,
ma devono essere quotidianamente
costruite
corrette e riconfermate
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Relazioni in altri termini rinegoziate senza
più l’ombrello protettivo della tradizione
e/o di modelli di riferimento all’azione
prefissati e chiaramente definiti
Unione di due adulti che molto investono sui
figli, sempre più spesso voluti e
programmati
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Pienamente realizzata, data per scontata e ovvia la
scissione tra riproduzione e sessualità, la
procreazione perde il carattere dell’obbligatorietà
(una sorta di debito morale, prima che sociale)
e dell’inevitabilità (fecondità non controllata),
per entrare nell’area della discrezionalità
dell’individuo e della coppia
e diventa dunque
– contrariamente ad una serie di luoghi comuni –
un “valore”
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Il figlio diviene un bene che si sceglie in sé,
non in vista, per esempio, di una sua
utilità futura
(sintetizzabile nel concetto di figlio come
bastone per la vecchiaia)
e per il quale si è disposti a riorganizzare e
modificare tempi e modi della vita di
coppia
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La famiglia degli anni ‘90
Individualizzazione nelle relazioni familiari
Fragilità, incertezza, insicurezza sono termini che sempre
più frequentemente sono utilizzati per dare il senso sia
oggettivo (la reale dinamica delle relazioni familiari)
che soggettivo (come gli attori sociali vivono ed
interpretano il loro essere oggi parte di una famiglia)
dell’essere e fare famiglia nell’era della dopo-modernità,
della modernità riflessiva e/o della modernità liquida
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L’uso ormai pressoché d’obbligo del plurale
– famiglie vs famiglia –
sembra rimandare ad un’esperienza di vita
quotidiana che sfugge a qualsiasi norma e
regola sociale, che non sia la realizzazione
di progetti di vita sempre più contingenti e
contrassegnati da incertezza e
discontinuità
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All’interno di questi progetti di vita
individuali il
“fare famiglia”
diventa una scelta sempre più procrastinata
nel tempo e sempre più improbabile
il “vivere in famiglia”
una condizione sempre più rischiosa oltre
che ad elevata transitorietà
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Tramonta per i giovani il modello del
matrimonio come sodalizio di due adulti
che si scelgono, come impresa da
intraprendere insieme
forte è la tendenza a rimanere agganciati
alla sfera relazionale dei genitori, garanti
di quella base di sicurezza, anche
materiale – ma non solo! – che aiuta ad
affrontare un futuro, i cui contorni sono
sempre più sfumati ed incerti
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Bassissimi risultano i tassi di nuzialità
(4,5 matrimoni per 1000 residenti)
l’età al primo matrimonio si innalza sia per gli
uomini che per le donne, avvicinandosi ai 30
anni (in particolare 32 per i maschi e 29,9 per le
donne)
cresce la percentuale di giovani (18-34)
celibi/nubili che vivono ancora con i genitori
come figli (70% circa)
quasi un matrimonio su tre finisce in una
separazione
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Il matrimonio più che un patto di reciprocità
tra due adulti, diventa
una “comune problematizzazione” del
mondo:
relazione di pura comunicazione tra due
individualità che cercano nell’altro
conferme, rassicurazioni, compagnia, più
che condivisione e reciprocità
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L’ambivalenza della
modernità liquida
Indubbiamente oggi le relazioni familiari
stanno vivendo una fase di profondo
cambiamento, che spesso viene letto ed
interpretato come profonda crisi,
anticamera di un superamento totale di
questo vecchio istituto che ancora
etichettiamo come famiglia
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Rispetto a tale linea interprativa sono
necessarie alcune puntualizzazioni
tese a mettere in evidenza quanto delle
crescenti difficoltà che le famiglie
incontrano sia dovuto a meccanismi interni
e quanto, invece, dipenda dalle più ampie
dinamiche sociali e culturali
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E’ necessario chiarire
quanto delle nuove configurazioni familiari
altro non sia che un indicatore di una
morfogenesi che porta a compimento il
progetto di “immunizzazione” della
modernità
quanto, invece, sia il segno di un malessere
che sta investendo la società
contemporanea nel suo complesso,
anticamera di un futuro declino
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La libertà come valore aggiunto
Fragilità, insicurezza e incertezza connesse
alle relazioni familiari acquistano, infatti,
un significato meno drammatico e
problematico se le si connette alle più
recenti dinamiche che caratterizzano la
modernità riflessiva
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Vale a dire un sistema simbolico e culturale
al cui interno l’attore sociale si muove
dovendo operare regolari e ricorrenti
scelte
valutando sempre i pro ed i contro
le conseguenze potenziali delle sue opzioni
affidandosi non più al sapere tradizionale
alle pratiche sedimentate nell’abitudine
ma al sapere “esperto”
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In un contesto siffatto, l’attore sociale è chiamato
ad un’azione regolare di meta-riflessione su
quello che fa o non fa nelle sue relazioni
affettive, nei suoi legami sociali
(con l’altro sesso e con i suoi discendenti)
l’attivazione, il mantenimento e la costruzione
delle relazioni familiari diventano azioni
“consapevoli” che richiedono un elevato
impegno personale, tanto più alto quanto più le
dinamiche sociali non “premiano” i
comportamenti connessi al fare e diventare
famiglia
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La mancanza di un quadro di riferimento
all’azione chiaro e condiviso
(l’esistenza quindi di un contesto di
insicurezza e incertezza)
rende – è vero – le relazioni familiari
potenzialmente fragili, ma anche
profondamente elettive e selettive:
figlie di un’intenzionalità che le riconferma
quotidianamente
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Si può affermare che sul versante interno
delle relazioni familiari, insicurezza e
incertezza non sono in sé elementi di
debolezza, ma possono diventare punti di
forza, nella misura in cui hanno liberato i
legami familiari dai vincoli posti dalla
routine, dalla pura dipendenza reciproca
(soprattutto nel legame di coppia),
dall’ossequio a norme accettate
supinamente, più che condivise
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I rischi della libertà
Fragilità, insicurezza e incertezza sono, invece,
punti di debolezza per la famiglia, quando da
terreno di “coltura” per una meta-riflessione
consapevole sul fare ed essere famiglia,
diventano la cornice al cui interno si snoda la
biografia di vita individuale, portando ad
esasperazione la contrapposizione tra i tempi
della famiglia ed i tempi di quelle biografie “fai
da te” che troppo spesso possono trasformarsi in
biografie del fallimento
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A questi allungamenti dei tempi che
segnano e scandiscono la vita familiare
fa da contraltare
una crescente frammentarietà, discontinuità
e per molti aspetti un accorciamento dei
tempi delle altre sfere di vita
in particolare di quella lavorativa
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Nel delicato equilibrio tra sicurezza e libertà
si gioca la possibilità della famiglia di
continuare ad essere una relazione sociale
di appartenenza, che media il rapporto tra
natura e cultura, tra pubblico e privato, tra
individuo e società, pur aperta alle nuove
contingenze, ovvero diventare una scelta
di vita altamente rischiosa, fonte di stress,
più che di sicurezza
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Ma è un equilibrio che non può essere
cercato solo entro la famiglia,
in quanto si colloca sulla linea di confine tra
il dentro
(dinamiche familiari)
ed il fuori
(dinamiche sociali)
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Le tre aree di maggiore
sofferenza
• 1. Il non riconoscimento delle funzioni
sociali assolte dalla famiglia, nonostante e
al di sotto della sua apparente
‘privatizzazione’
• 2. La soggettivizzazione della funzione
genitoriale
• 3. Il crescente conflitto coniugale
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IL DISCONOSCIMENTO DELLE FUNZIONI
SOCIALI DELLA FAMGLIA
Quando si dice che il nostro sistema di welfare
ricade nel modello mediterraneo
Si intendono due cose:
1. che il nostro sistema di welfare ha dato per
scontato che la famiglia italiana continuasse a
farsi carico dei molti dei problemi dei suoi
membri, accompagnandoli nel loro lungo
percorso biografico dalla nascita alla terza età
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• Il Libro bianco sul welfare del 2003, indica
nella famiglia uno dei più rilevanti e forti
ammortizzatori sociali
• Risorsa insostituibile che lo Stato deve
valorizzare e, soprattutto, sostenere con
esplicite politiche sociali
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2. Che la famiglia italiana è stata uno dei più
significativi ‘soggetti’ dello sviluppo
economico e culturale della nazione
uno dei soggetti maggiormente
mis-conosciuti
al di là della retorica sulla Italia Paese di
famiglie e di madri!
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Gli effetti del disconoscimento
La mancanza di politiche sociali a favore della
famiglia, ha fatto sì che a fronte dei
cambiamenti intervenuti nel quadro politico ed
economico
rallentamento e quindi calo della crescita processi
di de-industrializzzione, riduzione delle risorse da
investire nei programmi di welfare, processi di
invecchiamento della popolazione
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la famiglia italiana, tenuto conto delle sue
caratteristiche interne
famiglie sempre più piccole
famiglie anziane,
famiglie con figli grandi ancora a carico
non è più in grado di continuare ad
assolvere alle sue funzioni
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• I giovani si sposano sempre più tardi e
sempre meno frequentemente
• Le giovani coppie generano figli sempre
più tardi, per cui crescono le probabilità
che il secondo figlio ‘non venga’
• Il lavoro di cura (fare famiglia e avere
figli) è un fattore di povertà
La crisi demografica costituisce l’aspetto più
evidente delle scelte compiute a livello
individuale
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La soggettivizzazione della
funzione genitoriale
La funzione genitoriale si è soggetivizzata
sia sul versante
macro
che
micro
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Livello macro
Per lo Stato, generare figli è un affare che
riguarda le singole famiglie, rispetto al
quale lo Stato conserva un atteggiamento
di distanza
Nessun o poco sostegno
Si interviene solo se una famiglia fallisce
nella sua funzione educativa
dimostrando incapacità e incompetenza
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Livello micro
• Maternità e paternità come libera scelta
consapevole
• Aumento delle aspettative sulle
caratteristiche del figlio
• Crescita del livello di competenze richieste
ai genitori
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• Le competenze si costruiscono sul campo con
•
•
•
l’aiuto soprattutto del sapere esperto e del
sapere degli esperti
Crescita della domanda di sostegno alla
genitorialità, che non ha nulla di patologico
Bisogno di recupero di una ‘domesticità’ nell’uso
dei saperi che paradossalmente investe le
strutture educative
Crescente isolamento sociale, che fa sì che in
casi estremi i fallimenti educativi dei genitori
diventano eclatanti e oggetto di intervento
giudiziario
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IL CONFLITTO CONIUGALE
Separazioni e divorzi costituiscono oggi nuove
forme di transizione che la famiglia deve
compiere
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Risorse e capacità
Per adempiere al proprio compito di sviluppo la
famiglia mette in campo risorse, competenze e
conoscenze
che derivano sia dall’esperienza individuale che
dalla conoscenza di senso comune
(sapere condiviso, culturalmente dato, modelli e
norme di comportamento)
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L’aumento della conflittualità coniugale in Italia
con relativa crescita di separazioni e divorzi
induce un numero crescente di famiglie a dovere
trovare risorse per fronteggiare questa nuova
transizione
che ormai tocca quasi il 30% dei matrimoni
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In tema di relazione di coppia e di rapporto
genitori-figli
la separazione, il divorzio portano la famiglia ad
operare questa nuova transizione in un
contesto socio-culturale caratterizzato da ampi
processi di de-normativizzazione
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manca un sistema di norme socialmente condiviso
per affrontare tali nuove transizioni e tutto ciò
che esse comportano
come nuovi assetti relazionali
come regolamentazione dei rapporti
tra gli ex coniugi
tra genitori e figli
tra vecchi e nuovi legami affettivi
tra genitori e suoceri
tra nonni e nipoti
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a differenza del passato
quando gli assetti istituzionali delle società
erano chiaramente definiti
ed esistevano norme e modelli di
comportamento
che regolavano le diverse transizioni
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oggi la conflittualità coniugale si inserisce
all’interno di un contesto sociale
sia macro che micro
caratterizzato da ampi processi
di de-istituzionalizzazione dei percorsi di vita
individuali
e di indebolimento del sistema normativo
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il conflitto coniugale de-stabilizza ulteriormente un
quadro normativo e relazionale
che nella tardo modernità
risulta ampiamente
de-normativizzato
e privatizzato
anche in condizioni di normalità
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Dal momento che, oggi, uomini e donne non sono
più legati – dentro il matrimonio – da forti vincoli
di dipendenza reciproca
la relazione coniugale non solo deve essere
costruita giorno per giorno
– e questa è l’altra faccia del processo
di de-istituzionalizzazione –
ma deve essere confermata e riconfermata giorno
per giorno
P.
P.Di
Di Nicola,
Nicola ,Famiglia:
Famiglia: sostantivo
sostantivo
plurale,
plurale,
FrancoAngeli,
FrancoAngeli,
Milano,
Milano,2008
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L’impegno è continuo in quanto nulla tiene più
unita la coppia se non il desiderio-volontà di
stare insieme, le aspettative di autorealizzazione
e di realizzazione di progetti di vita condivisi, la
responsabilità reciproca alla cura e
all’accudimento
P.
P.Di
Di Nicola,
Nicola ,Famiglia:
Famiglia: sostantivo
sostantivo
plurale,
plurale,
FrancoAngeli,
FrancoAngeli,
Milano,
Milano,2008
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La relazione affettiva, quindi, non è più solo fonte
di sicurezze e gratificazioni costruite e
confermate quotidianamente
(e questi sono gli effettivi positivi della modernità
riflessiva)
ma diventa essa stessa fonte di lavoro, di
impegno e potenzialmente di stress
P.
P.Di
Di Nicola,
Nicola ,Famiglia:
Famiglia: sostantivo
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plurale,
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FrancoAngeli,
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La relazione di coppia richiede un intenso e
quotidiano lavoro di “manutenzione”
senza mai avere la certezza di stare facendo un
buon lavoro
(e questi sono gli effetti critici, negativi della
modernità riflessiva)
P.
P.Di
Di Nicola,
Nicola ,Famiglia:
Famiglia: sostantivo
sostantivo
plurale,
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FrancoAngeli,
FrancoAngeli,
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Milano,2008
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Per molti aspetti la relazione di coppia diventa
concorrenziale rispetto alle altre
non più data per scontata, deve essere coltivata,
curata come tutte le altre:
la relazione di coppia richiede tempo
P.
P.Di
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Famiglia: sostantivo
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Quel tempo sempre più occupato dall’affanno della
produzione, dalle necessità di muoversi in spazi
sociali e relazionali sempre più affrastagliati,
disgiunti e compressi:
P.
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Di Nicola,
Nicola ,Famiglia:
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il lavoro sempre più incerto e flessibile, il tempo
libero, il consumo, la cura del sé, gli amici, gli
anziani genitori, i figli, la partecipazione sociale, i
nuovi compagni/e, i figli propri e quelli degli
altri, la scuola dei bambini, le palestre, le
badanti, i piccoli animali domestici!
P.
P.Di
Di Nicola,
Nicola ,Famiglia:
Famiglia: sostantivo
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FrancoAngeli,
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Mentre si moltiplicano le cerchie di appartenenza,
la regia diventa sempre più complessa e
dispendiosa
La strategia vincente rischia di diventare quella del
disimpegno
P.
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Nicola ,Famiglia:
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Una volta che la famiglia dal punto di vista sociale
e individuale
è considerata e trattata come pura area degli
affetti
i legami familiari sono entrati in concorrenza con
tutti gli altri legami sociali
Dal punto di vista soggettivo non sempre la
famiglia pesa come le altre sfere sociali, dal
punto di vista dell’organizzazione del lavoro, la
famiglia è un impedimento, un costo, un
handicap (soprattutto per la donna)
P.
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Di Nicola,
Nicola ,Famiglia:
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FrancoAngeli,
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sta all’attore sociale fare quadrare i conti nel
budget time della sua giornata e della sua
vita, muovendosi con “libertà” tra sfere
sociali in cui si entra e si esce sempre più
rapidamente e freneticamente
P.
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Di Nicola,
Nicola ,Famiglia:
Famiglia: sostantivo
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FrancoAngeli,
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L’azione di meta-riflessione sul fare ed
essere famiglia, come espressione di
un’intenzionalità matura e consapevole,
che opera sistematiche e regolari atti di
significazione simbolica
attribuzione di senso alla relazione di coppia
alla generatività
rischia di diventare mera giustapposizione
di episodi
sempre più contingenti e ad esito incerto
P.
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Nicola ,Famiglia:
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I costi della fluttuazione delle relazioni
di coppia
I costi individuali e sociali della sostanziale messa
in fluttuazione delle relazioni familiari cominciano
a farsi sentire:
-permane elevatissima la conflittualità che
accompagna la coppia prima, durante e dopo
una separazione
-
P.
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Nicola ,Famiglia:
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- la qualità e la forza dei legami di solidarietà e di
reciprocità dentro le famiglie ricostituite
costituiscono al momento un grosso enigma
- con le separazioni e i divorzi cresce la schiera di
uomini che allentano i legami con i figli, dando
ragione a quanti preconizzavano la nascita di
una società senza padri
P.
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- il rischio povertà covaria in maniera forte con la
diminuzione dei percettori di reddito
- il lavoro di cura, ambito privato e femminile per
eccellenza, non è più un fattore protettivo per la
donna (nel passato, l’identità femminile
socialmente si rafforzava con la nascita di un
figlio), ma fattore di rischio povertà e di
discriminazioni sia nel mondo del lavoro, che
nella ripartizione delle responsabilità familiari. Le
famiglie monogenitoriali (donna+figli) sono a
rischio di povertà
P.
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Di Nicola,
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Sono costi individuali e sociali, per il cui
contenimento affiorano sempre più
insistentemente nuove istanze di:
- “istituzionalizzazione”, intese non come salto
all’indietro, non come riproposizione di obsoleti
modelli familiari, ma come richiesta di
riconoscimento della centralità, dell’importanza
sociale e pubblica delle funzioni svolte dalle
famiglie
P.
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-”normalizzazione”, intese come esigenze di
ridefinizione di un quadro normativo e di regole
di riferimento per poter gestire le nuove sfide
che le relazioni familiari devono fronteggiare
P.
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Fattori di instabilità
la dimensione culturale
- Individualismo
- Secolarizzazione
- Tramonto dell’ideologia patriarcale
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Fattori di instabilità
la dimensione socio-economica
• Emancipazione femminile
• Aumento della scolarizzazione femminile
• Crescita dei tassi di occupazione delle
donne coniugate
• Minore dipendenza strutturale di donna e
figli dal marito-padre
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Fattori di instabilità
la dimensione personale
• Aspettative deluse: oggi le aspettative sul
matrimonio sono molto alte e spesso
‘intangibili’
• Tradimenti
• Violenza
• Venire meno dell’intesa sessuale
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CONCLUSIONI
Un autore alle prese con il problema del
multiculturalismo sosteneva che non
siamo di fronte ad uno
scontro di civiltà
ma siamo di fronte
alla civiltà dello scontro
P.
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E diceva questo per sottolineare che lo
scontro
la necessità di fare convivere le diversità
è dentro di noi
È tipico nella e della nostra civiltà
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plurale, FrancoAngeli,
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E mai come in questo momento la famiglia è
plurale nelle sue forme
Il problema vero è, semmai, quello di
rendersi conto che oggi
a differenza di pochi decenni fa esiste una
molteplicità una varietà di esperienze
che noi possiamo trovare entro
le stesse forme
le stesse strutture familiari
P.Di Nicola, Famiglia: sostantivo
plurale, FrancoAngeli,
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La variabilità è sia inter che intra familiare
Tale variabilità in parte è il portato naturale
della modernità riflessiva
vale a dire di quel modello di società in cui
conoscenze e competenze acquisite
servono a ri-orientare l’azione sociale di un
attore che come direbbe Sartre è
condannato alla libertà, alla scelta
P.Di Nicola, Famiglia: sostantivo
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Milano,2008
Dall’altra parte, tale variabilità è il risultato
di una dinamica sociale che in nome della
difesa dei diritti e delle libertà individuali
de-legittima, rende oneroso, difficile il
mantenimento e la cura delle relazioni di
appartenenza, di solidarietà, di assunzione
di responsablità di cura
Una società che ha desertificato il sociale e
ha bandito l’etica della cura come etica
privata e quindi socialmente irrilevante
P.Di Nicola, Famiglia: sostantivo
plurale, FrancoAngeli,
Milano,2008
Portare avanti una sorta di ‘lotta per il
riconoscimento della famiglia’
Significa affermare il carattere non privato
delle relazioni familiari che hanno sempre
e comunque una rilevanza pubblica
un impatto sulle più ampie
dinamiche sociali
P.Di Nicola, Famiglia: sostantivo
plurale, FrancoAngeli,
Milano,2008
Riconoscere che l’attuale quadro normativo
e legislativo non è più in grado di
‘regolamentare’ relazioni familiari che
vanno oltre i confini delle famiglie
tradizionali
Le famiglie attualmente ‘fuori squadra’
esprimono un domanda e un bisogno di
normatività e normalizzazione che se non
accolti mettono a dura prova la tenuta
stessa della famiglia come area della cura
del sé attraverso la cura degli altri
P.Di Nicola, Famiglia: sostantivo
plurale, FrancoAngeli,
Milano,2008
A tale bisogno di normatività e
normalizzazione si risponde non solo
cambiando la legislazione vigente
ma anche promuovendo una cultura dei
servizi che a partire dall’etica della cura
– come orizzonte anche morale entro cui
muoversi sia come operatori che come
utenti –
aiuti la famiglia ad accrescere competenze
conoscenze atte a gestire la sua
complessità
P.Di Nicola, Famiglia: sostantivo
plurale, FrancoAngeli,
Milano,2008
Partire dalla cura per attivare processi di
riflessività virtuosi, nella piena
consapevolezza di quanto sia faticoso
essere normali
come diceva Gorgio Gaber
Grazie per l’attenzione
P.Di Nicola, Famiglia: sostantivo
plurale, FrancoAngeli,
Milano,2008