Transcript Eugenio Montale - Liceo Classico Dettori
Eugenio Montale
Una visione d’insieme
Montale nella poesia del 900 L’esperienza poetica montaliana copre circa 60 anni, dal 1920 al 1980.
Egli ha sfiorato tutte le principali esperienze del secolo, senza mai essere eclettico o ripetitivo. Pur avvicinandovisi, non si è mai identificato né nell’Ermetismo, né nel Neorealismo, né nella Neoavanguardia, e anzi ha preso posizione contro tutte queste tendenze.
La sua originalità è alla base della sua stessa centralità nella poesia novecentesca, che lo pone in posizione intermedia tra l’esperienza postsimbolista di Ungaretti e quella narrativa e realistica di Saba.
L’originalità di Montale
L’originalità di Montale sta nel modo con cui ha conciliato, nei primi tre libri (vd. sotto), classicismo e modernismo, tendenza metafisica ed esigenza di adesione al mondo fisico, stile elevato e confronto con la realtà, e, negli ultimi, dopo la svolta di
Satura
, prosasticità e impegno filosofico, gioco e protesta. La sua originalità sta anche nella coerenza con cui egli considera il destino dell’uomo moderno nella società di massa, dapprima cercando una via di scampo e di salvezza, poi, negli ultimi libri, ironicamente denunciando la vanità di questa stessa ricerca, la quale tuttavia, pure in questa forma negativa, continua ad essere al centro della sua riflessione. (Da Luperini 2009)
Periodizzazione delle opere montaliane: il primo Montale –
Ossi di seppia
1896 1926: Sono gli anni dell’infanzia ligure, degli studi e della partecipazione alla guerra.
Nel 1920 conosce Anna degli Uberti, destinata a diventare una delle muse della sua poesia con il nome di Arletta-Annetta.
Nel 1925 esce
Ossi di seppia
, in cui confluiscono spinte opposte: la prosasticità e lo sperimentalismo dei crepuscolari e dei vociani e la tendenza al classicismo della “Ronda”.
Periodizzazione delle opere montaliane: il secondo Montale (1) –
Solaria
1927-1948: nel 1927 Montale si trasferisce a Firenze, dove lavora prima presso la casa editrice Bemporad, poi come direttore del Gabinetto Viesseux (1929-1938). Dopo il licenziamento dal Viesseux per motivi politici (rifiuto di aderire al Fascismo), vivrà di traduzioni e recensioni fino al trasferimento a Milano (1948).
A Firenze M. si apre alla cultura inglese, frequenta l’ambiente di “Solaria”, rivista letteraria uscita a Firenze dal 1926 al 1936, punto di riferimento della più avanzata cultura del tempo in nome di un’ideale “repubblica della lettere”. Nella rivista, fondata da Carocci, si condensano molteplici istanze: l’esigenza di moralità (cf.
Il Baretti
gobettiano), l’interesse per lo stile (cf.
La Ronda
), la volontà di valorizzare quegli autori trascurati dalla cultura ufficiale (Vittorini, Gadda, Moravia, Pavese..), nonché di diffondere la cultura straniera (recensioni a Rilke, Eliot, Joyce, Kafka, Proust, Valery, Gide, Hemingway…)
Periodizzazione delle opere montaliane: il secondo Montale (2) –
Le occasioni
Nel 1933 M. conosce Irma Brandeis, cantata nelle
Occasioni
come Clizia.
A lei è dedicato questo libro, uscito nel 1939, in cui M. si cimenta con una poesia alta, aristocratica e difficile.
Sempre nel 1939 va a vivere con Drusilla Tanzi, detta Mosca, che sposerà nel 1962.
Se in
Ossi di seppia
poetiche opposte sullo sfondo del paesaggio mediterraneo, nelle influenzato dal modello dantesco e comune al poeta inglese T.S. Eliot. aveva conciliato esperienze
Occasioni
aderisce a un allegorismo
Periodizzazione delle opere montaliane: il terzo Montale –
La bufera e altro
1948 1964: redattore del “Corriere della sera”, in questo periodo M. scrive anche prose narrative, raccolte in
Farfalla di Dinard
(1956).
Nel 1956 esce
La bufera e altro
, il libro più vario e inquieto della produzione montaliana.
La delusione nei confronti del mondo moderno, meccanizzato e massificato, induce M. a rinunciare alla poesia. Il silenzio poetico durerà 10 anni.
Sul piano privato, nel 1949-50 si innamora della giovane poetessa Maria Luisa Spaziani, cantata con il nome di Volpe.
Nel 1962 sposa Drusilla Tanzi, che morirà nel 1963.
Periodizzazione delle opere montaliane: il quarto Montale –
Satura
1964-1971: in questo periodo si infittiscono i riconoscimenti ufficiali (senatore a vita nel 1967).
Nel 1971 esce il suo quarto libro,
Satura
, che dà inizio a una nuova stagione poetica, caratterizzata da un tono prosastico e da un abbassamento di registro: non è più possibile, per M., una forma di poesia “alta”.
Satura
contiene testi satirici, polemici, diaristici.
Periodizzazione delle opere montaliane: il quinto Montale – La stagione dei
Diari
e di
Altri versi
1972 1981: l’ultimo M., quello di Diario del ’71 e del ’72 (1973), è ancora più prosastico e diaristico.
Frequente è il ricorso alla citazione e all’autocitazione, per lo più ironica.
In quest’ultima fase sono evidenti alcuni punti di contatto con il Postmoderno: sul piano della poetica privilegia una poesia leggera, ludica o satirica; sul piano ideologico,critica le “ideologie forti” che avevano prevalso sino ad allora (storicismo, marxismo, neopositivismo).
Nel 1975 riceve il Premio Nobel per la letteratura.
Muore a Milano il 12 settembre 1981.
Focalizzazione:
Ossi di seppia
(1925)
Il titolo allude a un tema centrale dell’opera, ossia
all’aridità
intesa come
condizione esistenziale impoverita e prosciugata
, nella quale è impossibile cogliere il senso ultimo del vivere e stabilire un rapporto armonico con la realtà esterna.
Il motivo dell’aridità si concretizza nelle ricorrenti
immagini
del
paesaggio ligure, brullo e disseccato dal sole e dalla salsedine
.
In questo contesto, la frequente immagine del “ allegorico: esso imprigiona l’uomo senza concedergli una possibilità di scampo (“un varco”).
muro
” ha un valore Il “miracolo atteso” si risolve in percezione traumatica del “
un’esperienza negativa
, in una
nulla
” che si cela dietro l’apparenza ingannevole delle cose.
Focalizzazione: Il pessimismo in
Ossi di seppia
(1925) Il pessimismo investe la concezione stessa della poesia , che non sembra
più in grado di proporre messaggi positivi né di attingere all’essenza segreta delle cose, all’assoluto.
La via del sublime è preclusa, al poeta non resta altro che ripiegare su
realtà umili e prosastiche
, puntando su una dizione spoglia e secca.
“ Di qui deriva la ricerca di suoni aspri e di ritmi spezzati, volutamente antimusicali, ed il ricorso ad un lessico
impoetico
”, con intrusioni di termini aulici in funzione ironica e straniante.
Focalizzazione: La poetica degli oggetti
M. rifiuta il lirismo e il linguaggio analogico della contemporanea linea simbolista.
Egli adotta una “
poetica degli oggetti
cose comuni, citate come “ ” incentrata su
correlativi oggettivi
”, ossia equivalenti concreti di concetti astratti o stati d’animo del soggetto.
Sul piano metrico, M. fa spesso ricorso alla tradizione, ma nello stesso tempo la sua versificazione presenta una serie di procedimenti che forzano e corrompono la norma,
svuotando quella tradizione dall’interno
.
Focalizzazione: La poetica degli oggetti Un’esemplificazione (da Baldi 2006) La definizione di uno stato d’animo che esprime la tipica condizione esistenziale dell’uomo contemporaneo, “il male di vivere”, è presentata
non
in forma direttamente concettuale o esplicativa, ma
in prima persona, come incontro realmente avvenuto (“ho incontrato”).
Questo “incontro” serve per trasferire ed identificare uno stato d’animo o una condizione esistenziale in alcune PRESENZE CONCRETE (“era il rivo strozzato”..).
Anche quando viene meno il riferimento di base,
restano gli “oggetti”, le presenze
e le cose della vita, a significare le complesse vicende del destino umano, caricandosi di significato.
Se l’analogia simbolista giocava sul piano dell’irrazionale, la poetica degli oggetti montaliana tende invece a un
RAPPORTO RAZIONALE con il mondo
.
E’ una poetica che presenta convergenze significative con quella del “correlativo oggettivo” elaborata da
Eliot
negli stessi anni.
Focalizzazione: Montale e Dante
“ Ungaretti è l’erede del “monolinguismo” petrarchesco; Montale del plurilinguismo dantesco ”, più adatto a una poesia ad andamento discorsivo, lontana dalla “lirica pura” e più attenta alla presenza delle cose che non alla definizione di una condizione interiore.
All’analogia ungarettiana M. sostituisce il “correlativo oggettivo”, alla cui base si trova il modello dantesco
.
Il rapporto con la Commedia dantesca si riferisce anche alla
poesia metafisica
che, pur partendo dalla realtà del mondo esterno, cercava di cogliervi i segni del divino, sforzandosi di penetrare nella dimensione dell’ultrasensibile.
ricerca di una Ma, a differenza di quanto accade in Dante,
il cammino montaliano NON riesce a decifrare i significati segreti dell’essere
e ad infrangere le barriere dell’infinito, pur cercando continuamente di trascenderlo.
L’influsso di Dante su M. è reperibile nell’ambito della meno diretta, e ancor di più nell’allegoria .
citazione
, più o
Focalizzazione: L’allegoria montaliana
In
Maestrale
più in là
”.
si legge: “
tutte le immagini portano scritto:/
La parola m. rinvia a un altrove, non nel senso del simbolismo analogico come ricerca di sentimenti indistinti, bensì come
ricerca di SIGNIFICATI ULTERIORI, che si sforzano di trovare una spiegazione al mistero dell’esistenza
.
Si tratta di una
la ragione è impotente a penetrare il segreto ultimo delle cose ricerca della ragione in un mondo in cui
(cf.
Par
. XXXIIII).
Se l’inferno per Dante rappresenta solo un passaggio necessario, da cui il Poeta riuscirà a staccarsi,
per M. l’inferno si consuma interamente su questa terra e non lascia vie di scampo
.