Hermes - Liceo Classico D`Annunzio

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Transcript Hermes - Liceo Classico D`Annunzio

Divinità greche...per ricordarsi
un po'
Gli dei venerati dai Greci furono in tutto simili agli uomini, eccezion
fatta per la loro sovrannaturale potenza ed immortale bellezza.
Ogni cosa dell’universo era posta sotto la protezione di una divinità,
ogni pensiero o azione degli uomini era ispirato da un dio,
generalmente buono e generoso, ma anche vendicativo e pronto a
punire severamente i trasgressori delle leggi umane e divine. Zeus
regnava sul mondo assistito da una numerosa schiera di divinità, che
a lui dovevano incondizionata obbedienza. Dagli dei più importanti
dipendevano divinità minori, che occupavano le regioni del cielo, i
boschi, i monti, le valli e le sorgenti della terra, gli abissi del mare e
gli scuri meandri sotterranei. I Greci immaginarono le splendide e
sontuose dimore degli dei poste sulla sommità dell’Olimpo, un monte
nel nord della Grecia.
Dio protettore dei pastori e degli animali, dei
viandanti e delle strade, dei commerci, dei
guadagni, delle arte e delle scienze, ricordato
come dio ctonio datore del sogno e dei sogni,
accompagnatore delle anime nel regno dei
morti.
Genitori: Zeus, Maia
Luogo di nascita= sede principale del suo culto
→ monte Cilene (arcadia settentrionale)
Data di nascita: quarto giorno del mese perciò
sacro il numero 4
Culto: feste in suo onore= Hermoea
I suoi attributi: -petaso alato(cappello a punta);
-caduceo alato [la verga d'oro intrecciata con due serpenti
(simboli dell'astuzia) sormontata da due ali a testimonianza
della sua instancabile attività (il suo emblema)];
-calzari alati (simbolo della sua rapidità);
-gallo, sfinge, scorpione;
Prole:Chione → Autolico(il re dei ladri)
Una ninfa siciliana → il poeta Dafni
Afrodite → Ermafrodito
Penelope → il dio Pan (che avrebbe insegnato al padre a
suonare il flauto)
Mercuriales: membri di un collegio di mercanti( in suo
onore celebravano la festa il 15 maggio e offrivano
incenso)
La nascita di Hermes: il mito
Hermes nacque sul Monte Cillene in Arcadia. Sua madre Maia era
una ninfa, era una delle Pleiadi, figlie di Atlante, che si erano
rifugiate in una grotta del monte Cillene.
Il piccolo Hermes fu un bambino molto precoce: nel suo primo
giorno di vita inventò la lira, e la notte stessa riuscì a rubare la
mandria immortale di Apollo, nascondendola e cancellandone le
tracce. Quando Apollo accusò Hermes del furto Maia lo difese
dicendo che non poteva essere stato lui, dato che aveva trascorso con
lei tutta la notte. Tuttavia intervenne Zeus che disse che in realtà
Hermes aveva effettivamente rubato la mandria e doveva restituirla.
Mentre discuteva con Apollo, Hermes cominciò a suonare la sua lira:
il suono del nuovo strumento piacque così tanto ad Apollo che, in
cambio di esso, accettò che Hermes si tenesse la mandria rubata.
Ora vediamo un episodio
dell’Odissea dove è presente la
partecipazione del dio…
Libro X, vv. 275-308
Ermes dona a Odisseo un rimedio ai
poteri della maga Circe
Ma quando nel mio cammino ero per entrare
nelle sacre convalli e arrivare alla grande cara
di Circe *incantatrice, allora mi si fece
incontro Hermes *dalla verga d'oro, quando io
mi avviavo verso la casa, e aveva egli l'aspetto
di un giovine con la prima lanugine sulle gote,
proprio quando la giovinezza ha maggior
grazia;
Viene descritto il bel
aspetto giovanile del
dio come si presenta
agli occhi di Odisseo
* gli EPITETI si riferiscono
rispettivamente a Circe e Hermes
indicandone le loro doti. Vengono
usati dagli aedi per riportare alla
mente gli elementi specifici del
racconto
E mi prese per mano e mi diceva
rivolgendomi la parola: “ e dove dunque,
*o disgraziato, te ne vai, solo, attraverso le
balze, ignaro come sei di questi luoghi?
* è un esempio di ANTONOMASIA per
indicare Odisseo che in questo episodio
agisce impulsivamente.
Ma i tuoi compagni son
là rinchiusi nelle case di
Circe in forma di porci, e
hanno covili ben
costrutti.
Ermes informa Odisseo della
condizione attuale dei suoi
compagni da cui si può facilmente
intuire che gli dei dall'alto
dell'Olimpo tutto vedono e tutto
odono nella loro immenza
onnipotenza
Tu, certo, vieni qui per liberarli: e io ti dico
che neppure tu stesso farai ritorno ma
rimarrai tu pure dove sono gli altri.
È ben visibile un tono profetico nell'esprimersi
del dio. Infatti nell'antica Grecia non prestare
ascolto agli avvertimenti degli dei non portava
che sventure e disgrazia. Poiché questo poteva
essere considerato dagli dei un peccato di υβρις
285
Ma su via, io voglio liberarti dai mali e
salvarti. To’, prendi questo farmaco
benigno e con esso vattene alla casa di
Circe, ché esso ti terrà lontano dal capo il
triste giorno.
Hermes, imparentato con Odisseo, corre in suo
aiuto. È evidenziata la parentela dalla caratteristica
comune ad entrambi i personaggi: l’astuzia (μητις)
e la capacità di risoluzione dei problemi.
E voglio anche dirtele tutte, le tremende
astuzie di Circe. Essa ti preparerà un
beveraggio, e verserà dei veleni nelle
vivande; ma neppure così potrà ammaliarti;
perché non lo permetterà il buon rimedio
che ti darò, e ti spiegherò in ogni parte.
288
In questi versi viene espressa una
previsione del futuro, un’anticipazione
di ciò che avverrà.
Quando Circe ti
percuoterà con la sua
lunga verga, allora tu
cava fuori dal fianco la
spada acuta e gettati su di
Circe,*come bramoso di
ucciderla.
293
* Con questa SIMILITUDINE Ermes
vuole sottolineare la furia con cui l’eroe
deve affrontare la maga. Viene utilizzato
l’aggettivo “bramoso” per evidenziare
l’ardore il desiderio di sconfiggere Circe.
295
Essa allora, atterrita, t’inviterà
a giacere con lei; e tu non
rifiutare il talamo della dea,
acciocché essa ti liberi i
compagni e prenda cura di te
stesso; ma invitala a fare il
grande giuramento degli dei
beati, che non vorrà macchinare
a te stesso qualche altro triste
inganno, acciocché non abbia a
renderti vile ed effemminato,
quando tu abbia deposte le tue
vesti.
Così avendo parlato, il dio
*Argeifonte mi diede il filtro,
avendolo strappato dalla terra, e
mi mostrò come era fatto: nero
era nella radice, ma il fiore era
bianco °come latte.
303
*Questo EPITETO riferitosi al
dio significa “uccisore del
mostro Argo”
°Questa SIMILITUDINE
è utilizzata per indicare la
colorazione del fiore che
riporta alla memoria il
colore del latte
305
Moly è il nome che gli dei danno a questa
pianta; e difficile è per uomini mortali il
cavarla fuori dalla terra, ma gli dei
possono tutto.
Viene evidenziata la
potenza degli dei dato
che la pianta è estraibile
dal terreno solo dagli
dei.
307
Hermes quindi se ne andò per l’isola
selvosa verso l’alto Olimpo […]
Da questi versi si evince l’abilità del
dio di attraversare i confini, infatti
sono noti gli epiteti “Hermes
Psychopompos” = guidatore di
anime, e “Tricefalo”= la cui vita si
svolge in cielo, in terra, negli inferi
La similitudine
La similitudine è una figura retorica
che esprime un paragone tra cose,
immagini,uomini;è introdotto da “come”
“simile a” “a guisa di” ecc..
Torna alla diapositiva 14. 16.
l’epiteto
l’epiteto è una parola che accompagna
cose o personaggi mettendo in risalto
le loro caratteristiche
Torna alla diapositiva 8. 16.
L'antonomasia
È una figura retorica con la quale a un
nome si sostituisce una denominazione
che lo caratterizza.
Torna alla diapositiva 9.
Valentina Tiriticco
Sara Cosmai
Francesca Caramanico
Liceo classico
Gabriele
D’Annunzio anno
scolastico
2010/2011 classe
IV I
Prof.ssa Lombardo