Il quadro di contesto della Regione Emilia

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Transcript Il quadro di contesto della Regione Emilia

Il quadro di contesto della
Regione Emilia – Romagna
Elisa Valeriani
ERVET
DAL QUADRO STRATEGICO EUROPEO ALLA PROPOSTA DI
STRUTTURA DEL QUADRO REGIONALE DI CONTESTO
 Quadro strategico europeo
(Position paper Commissione
Europea per l’accordo di
partenariato, Eropa2020, Agenda
digitale europea, nuovi regolamenti
comunitari…)
 Quadro nazionale (PNR, Rapporto
Barca, Metodi e obiettivi per un uso
efficace dei fondi comunitari 201420; Tavoli ministeriali per il confronto
partenariale; Bozze Accordo di
Partenariato; )
 Programmazione regionale
(Triennale attività produttive, PRIT,
PiTER, …)
 Banche dati statistiche europee,
nazionali e regionali
 Proposta di dimensioni/temi
conoscitivi da analizzare
 Proposta di variabili/indicatori
 Target di riferimento (distanza dal
raggiungimento dell’obiettivo)
FASI DEL PROCESSO DI COSTRUZIONE DEL
QUADRO REGIONALE DI CONTESTO
1. Selezione delle
informazioni da
analizzare
(variabili/indicatori)
2.a Quantificazione
ed analisi delle
informazioni
(variabili/indicatori)
2.b Definizione punti
di forza e di
debolezza
3. Redazione
quadro di
contesto
regionale
STRUTTURA DEL QUADRO DI CONTESTO DELLA REGIONE
 1. la prima parte descrive i macro trend della regione per quanto
concerne le principali variabili macro-economiche e sociali;
 2. la seconda parte è organizzata in 10 aree tematiche, come
definiti nel documento “Metodi e obiettivi per un uso efficace dei
Fondi Comunitari 2014-2020”
1
R&S
10
Formazione
9
Sociale
8
Occupazione
2
Agenda
Digitale
3
Competitività
DIECI DRIVER PER
UNO SVILUPPO
COMPETITIVO E
SOSTENIBILE
7
Mobilità
Persone
merci
6
Ambiente
Cultura
5
Clima
4
Energia
LE COSE CHE SAPPIAMO
 Dinamiche demografiche
 Il problema della crescita economica
 Crescere nell’economia globale
 Gli Investimenti
 Agricoltura e comparto agro-alimentare
 Le Costruzioni
 Terziarizzazione dell’economia e nuova manifattura
 Credito e intermediazione finanziaria
 Mercato del lavoro
 La risposta al Terremoto del 2012
 Competitività delle Regioni UE
 Target Europa 2020
LE DINAMICHE DEMOGRAFICHE (1/2)
 Popolazione, una grande provincia in più
La popolazione dell’Emilia-Romagna è cresciuta nell’arco dell’ultimo decennio di
oltre 400 mila persone, pari al 10% del numero complessivo dei suoi abitanti
all’inizio del 2002
 Crescita trainata dall’immigrazione
Negli ultimi 5 anni la componente nazionale è cresciuta dello 0,2% a fronte di una
crescita della componente straniera del 66% (oltre 200 mila persone in termini
assoluti)
 Flussi migratori italiani verso l’estero
tra il 2003 e il 2011 oltre 22mila emiliano romagnoli sono emigrati all’estero e oltre
250mila verso altre regioni italiane
7
Elaborazione ERVET su dati Regione Emilia-Romagna, MMWD e ISTAT
LE DINAMICHE DEMOGRAFICHE (2/2)
 La contrazione della fascia di età “della crescita”
Diminuisce fortemente la classe di età (15-39) che deve assicurare un impulso
determinante per la crescita, mentre aumentano in termini relativi gli anziani ed i
bambini. Tali dinamiche sono previste in ulteriore intensificazione almeno fino al
2020.
 Previsioni demografiche
La crescita demografica sarà alimentata sempre meno dai flussi di stranieri in
ingresso dall’estero, ma da un aumento degli stranieri nati in Emilia-Romagna o
comunque in Italia.
Elaborazione ERVET su dati Regione Emilia-Romagna, MMWD e ISTAT
IL PROBLEMA DELLA CRESCITA ECONOMICA (1/2)
 Una crescita modesta e poi la crisi
 Variazione annua PIL 2000 - 2008: +1,1% medio (valore superiore a
quello nazionale ma inferiore al valor medio relativo alla UE27).
 Variazione annua PIL 2008-2012: -1,3% medio
 Variazione annua PIL 2000-2012: + 0,3% medio
 PIL pro capite in sofferenza
 Nel periodo pre-crisi alla crescita del PIL contribuivano positivamente gli
andamenti della popolazione, della produttività e del tasso di occupazione;
nel periodo successivo solo la dinamica demografica rimane a dare un
apporto positivo, mentre tutte le altre componenti diventano negative.
IL PROBLEMA DELLA CRESCITA ECONOMICA (2/2)
 Lo scenario a più lungo termine (2018) prevede per l’Emilia-Romagna tassi di
crescita medi annui del PIL comunque modesti (sotto al 2%).
 Problema strutturale al di là della sfavorevole congiuntura economica degli ultimi
anni
 Disuguaglianza crescente nella distribuzione del reddito: in assenza di politiche di
redistribuzione a livello globale il divario tra i redditi (e tra i patrimoni) tenderà
naturalmente a crescere favorendo assetti socio-economici meno stabili e
sostenibili nel lungo periodo.
CRESCERE NELL’ECONOMIA GLOBALE (1/3)
 Il traino della domanda estera
 Nel 2013 l’Emilia-Romagna ha esportato beni per un valore totale di circa 50,8
miliardi di euro, pari al 41,7% dell’export del Nord-Est e al 13,0% di quello
italiano.
 Le esportazioni sono cresciute nel periodo 2000-2008 del 4,1% medio annuo
in termini reali; addirittura del 5,9% a prezzi correnti.
 Dopo lo shock del 2009, quando si registra una contrazione pari al 21,4% in
termini reali (-23,2% a prezzi correnti), le esportazioni hanno recuperato il
gap, riportandosi ai livelli pre-crisi (oltrepassandoli in termini nominali)
CRESCERE NELL’ECONOMIA GLOBALE (2/3)
 Mercato interno Vs Mercati esteri:
fotografie di un Sistema Paese a 2
velocità
CRESCERE NELL’ECONOMIA GLOBALE (3/4)
 Dipendenza crescente della crescita
economica dalla domanda estera: il grado
di internazionalizzazione commerciale
dell’Emilia-Romagna è passato dal 44,7%
del 2002 al 55,7% del 2012 (al 58% nel
2015, valore stimato).
 Crescente polarizzazione nell’ambito del
sistema produttivo fra imprese e comparti
export-oriented e quelli ancorati al mercato
interno.
 Ripercussioni sull’organizzazione dei
sistemi produttivi locali: quale equilibrio
possibile tra il territorio e le nuove catene
globali del valore
PIL
Domanda
interna
Export
Investimenti
fissi lordi
2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
-2,4% -1,4% 0,1% 1,0% 1,4% 1,6% 1,7%
-4,1% -2,5% 0,1% 1,1% 1,2% 1,5% 1,5%
1,3% 2,8% 4,9% 3,3% 3,5% 3,5% 3,8%
-7,9% -4,6% -1,2% 2,3% 2,6% 2,5% 2,3%
GLI INVESTIMENTI (1/3)
 La crisi degli investimenti
fissi lordi
 La componente della domanda
interna che più ha risentito della
crisi economica
 Considerando i due intervalli
2000-2008 e 2008-2012, in termini
medi annui, a prezzi costanti, gli
investimenti fissi lordi sono passati
addirittura da una
crescita pari all’1,5% ad una
riduzione del -5,1%.
 Relativamente agli anni 2013 e 2014 si registra
a livello aggregato un’ulteriore contrazione dei
valori (stime Prometeia)
 Nel 2018 il valore totale degli investimenti fissi
lordi risulterà, in termini reali, ancora
nettamente al di sotto dei livelli pre-crisi: 21,2
miliardi di euro contro i 27,2 del 2006 (stime
Prometeia)
14
GLI INVESTIMENTI (2/3)
 Vistosa contrazione delle uscite in c/capitale della PA, ai vari livelli
territoriali, in particolare a livello locale
Var.% 2008-2013:
 Amministrazione centrale: -4,8%
 Amministrazione regionale: -29,9%
 Amministrazione locale: -45,5%
GLI INVESTIMENTI (3/3)
Distribuzione % regionale degli IDE nel 2011
 Nel 2011, le 6 regioni del CentroNord rappresentano più dell’80%
degli IDE dell’Italia in uscita e più del
90% di quelli in entrata.
 Nel 2011 per la prima volta il valore
dello stock di IDE inward (= 19,5
miliardi corrispondenti al 13,8% del
PIL regionale e al 7,4% degli IDE
inward effettuati in Italia) supera
quello degli IDE outward (>17
miliardi di euro pari al 12,2% del PIL
regionale e al 4,3% degli IDE outward
totali del Paese).
 Crescente «effetto sostituzione»: la
crisi dello sviluppo endogeno, rende
l’investimento dall’estero una risorsa
potenziale preziosa per il territorio
(bene legge di attrattività RER)
IDE Emilia-Romagna (consistenze in euro)
Agricoltura e comparto agro-alimentare
 Produttività del lavoro in crescita nel
settore primario: l’intenso calo
occupazionale vissuto dal settore agricolo
nell’ultimo decennio non si è tradotto in
termini di valore aggiunto prodotto. Con una
pausa nel biennio 2002-2003 la produttività
risulta in netto incremento, anche nei recenti
anni di crisi economica.
 Urgenza ricambio generazionale: sia per
quanto riguarda la quota di aziende condotte
da giovani sul totale delle aziende agricole,
sia considerando come indicatore la quota di
agricoltori giovani ogni 100 conduttori oltre i
65 anni, l’ER presenta nel 2010 valori molto
bassi rispetto alla media europea e nazionale
 Deficit della bilancia commerciale del
comparto agro-alimentare: I prodotti agroalimentari evidenziano per il 2012 un saldo
commerciale con l’estero in deterioramento: a
prezzi correnti le importazioni agro-alimentari
regionali aumentano del 4,9%, contro il 3,9%
delle esportazioni, raggiungendo
rispettivamente i 6.359 ed i 5.088 milioni di
euro. Il volume degli scambi – dato da
importazioni più esportazioni –, a prezzi
correnti, passa negli ultimi 14 anni da 5.600 a
11.447 milioni di euro (+104,4%); l’aumento
delle importazioni (+108,8%) supera quello
delle esportazioni (+98,1%).
LE COSTRUZIONI
 “La bolla” dell’industria delle costruzioni
 La forte espansione delle costruzioni culminata nel 2007 è stata seguita da una
contrazione tale da riportare i livelli di attività produttiva del 2012 a quelli del 2000.
 Stessi ordini di grandezza per le unità di lavoro: nel 2012 il settore impiega un volume di
lavoro simile a quello del 2000, perdendo negli ultimi quattro anni circa 30 mila unità
(quasi il 25% del totale in termini assoluti).
 Gli ultimi dati congiunturali mostrano il perdurare della crisi, con effetti che stanno
producendo una consistente ristrutturazione del settore stesso. Urge un
riposizionamento strategico delle imprese edili della regione che richiede anche uno
sforzo congiunto da parte di tutti gli attori in campo (Stato, EE.LL., sistema bancario..)
TERZIARIZZAZIONE DELL’ECONOMIA E NUOVA MANIFATTURA (1/2)
 La «terziarizzazione dell’economia»:
 I settori terziari sono stati nel periodo 1981-2001 i grandi protagonisti dell’incremento netto
di occupazione in Emilia-Romagna (+31,6%, pari a oltre 250 mila occupati). Il percorso di
crescita del terziario perdura nell’ultimo decennio.
 Unità di lavoro 2000-2012: Servizi +1,0% medio annuo (Tot.economia +0,4%)
 Valore aggiunto (p. correnti) 2000-2012: Servizi +0,8% medio annuo (Tot. Economia
+0,3%)
Unità locali e addetti del sistema produttivo dell’EmiliaRomagna: composizione percentuale per macrosettori di
attività, anni 2001-2008-2011
2001
2008
2011
UL
UL
UL
Macrosettori
Industria
2001
2008
2011
Addet Addetti Addetti
ti UL
UL
UL
27,8
26,9
24,7
46,4
40,9
39,9
14,5
11,4
10,9
36
29,9
29,7
13
15,2
13,4
9,1
9,8
8,9
Servizi
72,2
73,1
75,3
53,6
59,1
60,1
Totale Industria e Servizi
100
100
100
100
100
100
di cui “Attività
manifatturiere”
di cui “Costruzioni”
Fonte: elaborazione Ervet su dati Censimento Industria e Servizi 2001 e
2011, Istat
TERZIARIZZAZIONE DELL’ECONOMIA E NUOVA MANIFATTURA (2/2)
 Centralità del settore manifatturiero
 Il settore manifatturiero è strategico. Diversi Paesi, che hanno anche in parte subito gli effetti
di una pesante de-industrializzazione, stanno mettendo in campo politiche a sostegno di un
ritorno alla manifattura (gli USA nel 2012 hanno recuperato il 2% di valore aggiunto
manifatturiero).
 La manifattura produce la stragrande maggioranza della ricerca e sviluppo e delle
esportazioni, attiva servizi innovativi e, in tal senso, risulta cruciale per lo sviluppo. La
dematerializzazione
dei
processi
produttivi
ha
contestualmente
agevolato
l’internazionalizzazione delle catene di produzione del valore, creando tensioni crescenti tra
sistemi di impresa fortemente connotati territorialmente e le medie imprese proiettate su scala
globale.
 Enigma dei servizi
I servizi rappresentano un universo produttivo tanto ampio quanto eterogeneo in termini di contenuti
di innovazione e know-how e dunque di livelli di produttività. La complessità dei comparti e delle
imprese non consente ragionamenti generali ma piuttosto richiede analisi mirate e puntuali. Ulteriori
sforzi dovranno essere fatti per distinguere fra crescita di attività innovative e competitive e semplice
crescita di occupazione e/o forme di autoimpiego.
CREDITO E INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA
 La crisi economica ha profondamente influito sulle
dinamiche finanziarie prevalenti:
• Continua la contrazione dei prestiti bancari: -2,7% a dicembre
2013 su base annua (circa 6 miliardi di euro). La flessione ha
interessato soprattutto i finanziamenti alle imprese: -3,8%
sempre su base annua.
Prestiti bancari (dati mensili;
var.% sui 12 mesi, Banca d’Italia)
• Nel 2013 i depositi bancari di famiglie e imprese sono
aumentati del 4,6%, in rallentamento dopo la robusta ripresa del
2012 (+9,9%). I primi dati relativi al 2014 indicano un ulteriore
rallentamento.
• Perdura il deterioramento della qualità del credito: il flusso delle
nuove sofferenze in rapporto ai prestiti è pari al 3,2% nella
media dei quattro trimestri del 2013 (1,3% per le famiglie
consumatrici, 4,3% per le imprese, 8,4% per le imprese edili),
in linea con il dato medio nazionale e circa il triplo rispetto ai
livelli precedenti la crisi.
Nuove sofferenze sui prestiti (var.% delle medie
degli ultimi quattro trimestri, Banca d’Italia)
Depositi bancari di famiglie e imprese
(dati mensili; var.% sui 12 mesi, Banca d’Italia)
LA RISPOSTA AL TERREMOTO DEL 2012
 Si stima che i danni diretti del
terremoto
ammontino
12,5
miliardi di euro (9% circa del PIL
regionale) e che la perdita di
valore aggiunto sia pari a 3.064
milioni di euro circa (2,2% del PIL
regionale).
 Nel complesso si stima che, sul
2012, un terzo della diminuzione
del PIL regionale sia attribuibile
agli effetti del terremoto
Fonte: Italian application to mobilise the European Union
Solidarity Fund: Earthquakes May 2012 in the area of the regions:
Emilia-Romagna, Lombardia and Veneto, Luglio 2012
 La risposta del Commissario Delegato e del sistema regionale ha consentito di gestire la fase
dell’emergenza, garantendo la regolare apertura dell’anno scolastico 2012/2013; la continuità dei
servizi delle Amministrazioni locali; fornendo assistenza ad oltre 19mila famiglie, ecc;
 Per quanto riguarda la fase della ricostruzione, sono state avviate misure in favore delle imprese e
per la ricostruzione delle opere pubbliche;
 Ad oggi il totale delle risorse messe in campo per l’emergenza, per l’avvio della ricostruzione e il
rilancio dell’economia dei territori ammonta a 4,03 miliardi di euro (di cui 563 milioni di euro del
Fondo di Solidarietà dell’UE);
 A queste risorse si aggiungono 726 milioni di prestiti senza interessi accesi dalle imprese per il
pagamento dei tributi, contributi e premi,
MERCATO DEL LAVORO (1/3)
 L’ESPLOSIONE DELLA
DISOCCUPAZIONE
In un’ottica di medio-lungo periodo
emergono in tutta evidenza gli elementi
di criticità indotti dalla crisi economica.
Il numero di persone in cerca di
occupazione aumenta
esponenzialmente dal 2008: l’EmiliaRomagna passa da 65 mila a 179 mila
disoccupati facendo segnare un
incremento (+174,5%), superiore sia
rispetto al Nord Est che all’Italia.
 LA TENUTA DEGLI OCCUPATI
Il numero degli occupati non sembra
risentire troppo dell’impatto della crisi
economica. Questo dato accanto a
quello dell’incremento dei disoccupati
mette in evidenza la dinamica positiva
delle forze di lavoro, in virtù anche
dell’incremento della popolazione
regionale (+3,8% tra 2008 e 2013)
Valori in migliaia
Occupati
Persone in cerca di
lavoro
Forze di lavoro
Popolazione (15
anni e oltre)
2004
2008
1.846,4 1.979,6
70,9
Var.%2004- Var.%2008- Var.%20042008
2013
2013
1.937,6
7,2%
-2,1%
4,9%
2013
65,2
179,0
-8,0%
174,5%
152,5%
1.917,3 2.044,8
2.116,6
6,6%
3,5%
10,4%
3.561,1 3.706,0
3.848,6
4,1%
3,8%
8,1%
MERCATO DEL LAVORO (2/3)
 Attenzione prioritaria verso i
giovani ed i NEET (Not in
Education, Employment or
Training)
 Permanenza qualificata nel
mercato del lavoro, prevenendo
l’esclusione dei lavoratori e
favorendo processi di
riconversione professionale
DOVE SIAMO
Occupazione 15-24 anni
19,6%
32,4%
Disoccupazione 15-24 anni
33,3%
23,3%
Occupazione 55-64 anni
48,6%
50,3%
NEET (18-24 anni)
22,1%
16,9%
Fonte Eurostat, ISTAT
Tasso di occupazione 20-64 anni
TARGET
EUROPA 2020
75%
67/69%
70,6% (2013)
MERCATO DEL LAVORO (3/3)
 Predominanza dei contratti a termine
 Significativa contrazione in termini assoluti degli avviamenti con contratto a
tempo indeterminato
 Il 65% dei rapporti di lavoro avviati nel 2012 si sono conclusi nell’arco
dell’anno
 Percorso lavorativo tipicamente più frammentario tra le donne
 Basso livello di mobilità inter-settoriale dei lavoratori
 Grado di mobilità tra diverse forme contrattuali poco significativo
 Forte polarizzazione a livello aziendale: meno dell’1% delle aziende attiva
quasi il 30% degli avviamenti
COMPETITIVITÀ DELLE REGIONI UE (1/2)
 Indice di competitività regionale: 3 macro-dimensioni (di base, efficienza,
innovazione)
COMPETITIVITÀ DELLE REGIONI UE (2/2)
TOP 10
1. Utrecht (NL)
2. London area (UK)
3. Berkshire,
Buckinghamshire,
Oxfordshire (UK)
4. Stoccolma (S)
5. Surrey, East and
West Sussex (UK)
6. Amsterdam (NL)
7. Darmstadt
(Francoforte) (D)
8. Parigi (F)
9. Copenaghen (DN)
10. Zuid-Holland (NL)
Fonte: JRC Scientific and Policy Report: EU Regional Competitiveness Index 2013
TARGET EUROPA 2020
Obiettivo principale
dell’UE
Obiettivo del PNR
Italia
Tasso di occupazione 20-64 anni (%)
75%
67-69%
Spesa in R&S del PIL (%)
3%
1,53%
-20%
-13%
Riduzione tasso CO2
(rispetto al 1990)
Quota di energia rinnovabile sul totale di
energia consumata (%)
Efficienza – riduzione consumo di energia
(Mtep)
Abbandono scolastico prematuro (quota % di
20%
17%
368 Mtep
27,90
(20% di aumento efficienza
energetica)
10%
15-16%
40%
26-27%
20.000.000
2.200.000
popolazione in età 18-24 anni che ha abbandonato gli
studi senza aver conseguito un titolo superiore)
Istruzione terziaria 30-34 anni
(quota % di popolazione in età 30-34 anni che ha
conseguito un titolo di studio universitario)
Riduzione persone a rischio povertà o
esclusione sociale (quota % di popolazione a
rischio povertà o esclusione sociale)
DOVE SIAMO OGGI E QUANTO MANCA ALL’OBIETTIVO
Tasso di
occupazione 20-64
anni (% - dato 2013)
Spesa in R&S del
PIL (% - dato 2011)
Abbandono
scolastico
prematuro (% - dato
EmiliaRomagna
Italia
Europa
27
Differenziale da
Target europeo
Differenziale da
Target nazionale
70,6%
59,8%
68,4%
-4,4%
+3,6%
1,44%
1,25%
2,05%
-1,56%
-0,09%
15,3%
17,0%
12,0%
-5,3%
-0,3%
27,9%
22,4%
37,0%
-12,1%
1,9%
17,7%
28,4%
24,4%
nd
nd
2013)
Istruzione terziaria
30-34 anni (% - dato
2013)
Riduzione persone
a rischio povertà o
esclusione sociale
(% - dato 2013)