Comunicazione, salute e media
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Transcript Comunicazione, salute e media
Comunicare la salute: aspetti
generali e ruolo dei media
Marino Livolsi – Roberto Lillini
Corso di Laurea in
Scienze della Comunicazione
Università “Vita e Salute”
San Raffaele, Milano
Cosa vuol dire “Comunicare la salute”
Definizione:
“L’arte e la tecnica di informare, influenzare e
motivare individui, istituzioni, enti pubblici
sanitari e non su aspetti e temi sanitari
rilevanti, sia per l’individuo, sia per la
collettività”
(CDC, Atlanta, USA)
Cosa vuol dire “Comunicare la salute”
Perché comunicare la salute:
“Gli scopi del comunicare la salute includono la
prevenzione delle malattie, la promozione della
salute, la divulgazione delle politiche sanitarie e gli
aspetti economici ad esse legate, così come il
miglioramento della qualità della vita e della salute
degli individui all’interno della comunità in cui vivono”
(CDC, Atlanta, USA)
Cosa vuol dire “Comunicare la salute”
Questa definizione risponde ai bisogni di un’opinione
pubblica che chiede:
più informazioni
più ascolto
una guida per scegliere il percorso di cura
all’interno di un sistema percepito come “complesso”.
Cosa vuol dire “Comunicare la salute”
“Complessità” legata, ad esempio, a:
Efficacia delle scelte di cura
Valutazione dello staff sanitario
Ruolo del supporto (familiare, sociale)
necessario
Percorsi burocratico-amministrativi da attivare
Quali attori comunicano la salute
Il sistema pubblico-politico
Il sistema dei media
I cittadini (organizzati e singoli)
Le case farmaceutiche
Il privato convenzionato
I medici di famiglia e i pediatri
Quali attori comunicano la salute
Il panorama dei comunicatori è quindi fortemente
variegato e condizionato da:
la disomogeneità fra le capacità e le caratteristiche
dei potenziali comunicatori
la disomogeneità fra i diversi Servizi Sanitari
Regionali, in quanto il territorio e la tipologia
d’utenza condizionano strutture, mezzi e modi per
fare comunicazione
Scelte organizzative per la
comunicazione in sanità
La comunicazione in sanità viene tradizionalmente intesa
come quella interpersonale del sanitario con il paziente.
In realtà essa include anche quella pubblica con la
popolazione nel suo complesso (es. attraverso i media)
o con i suoi rappresentanti, nonché con gli utenti del
servizio sanitario (es. gestione reclami).
Scelte organizzative per la
comunicazione in sanità
La comunicazione pubblica deve avvalersi delle strutture
previste dalla legge 150/2000, quali l’Ufficio Relazioni con il
Pubblico (URP), l’Ufficio Stampa e le analoghe strutture, ad
esempio:
– Educazione alla Salute,
– Sportello per la Prevenzione,
– Sportelli dedicati
– Marketing sociale,
– Punti di front-office,
– altre unità che svolgono attività di comunicazione per
specifici settori (es. veterinaria e medicina sul lavoro).
I professionisti per la
comunicazione in sanità
Il personale delle unità preposte deve avere una professionalità
coerente con le discipline afferenti alle specifiche strutture di
appartenenza.
In questo contesto, il comunicatore assume un ruolo strategico per
garantire il coordinamento (peraltro previsto dal DPCM del 7
febbraio 2002 “Attività di comunicazione delle pubbliche
amministrazioni”) e l’integrazione delle diverse strutture nonché
dei professionisti che vi operano, all’interno di un unico “Sistema
di Comunicazione”.
Tale Sistema deve essere diretto da un dirigente con la
professionalità e formazione prevista dalla legge 150/2000. Ha
carattere amministrativo, è posto in staff della Direzione
Generale e nell’ambito della struttura organizzativa aziendale si
colloca ad un livello elevato.
I professionisti per la
comunicazione in sanità
URP e Ufficio Stampa sono una funzione aziendale
obbligatoria e non una libera scelta organizzativa.
Spetta poi alle singole Aziende strutturare i servizi di
comunicazione, dotandoli delle risorse umane e dei mezzi
necessari, nel rispetto di tutte le indicazioni legislative
nazionali e regionali.
Rientra nell’ambito dell’autonomia aziendale adattare la
comunicazione alla propria complessità organizzativa, alle
caratteristiche del territorio e della sua collettività.
Il ruolo strategico della
comunicazione in sanità
Nell’Azienda Sanitaria si può individuare una duplice
connotazione della comunicazione.
Si tratta di processi comunicativi distinti, ma con
profonde aree d’integrazione e di sinergia:
comunicazione sanitaria
comunicazione per la salute
Comunicazione sanitaria
La comunicazione sanitaria è incentrata sui servizi e sulle
prestazioni in tutti i livelli dell’assistenza: prevenzione,
diagnosi, cura e riabilitazione e assistenza.
In questo ambito è possibile:
sviluppare attività che consentano la partecipazione
attiva dei cittadini ai processi decisionali e alla valutazione
dei servizi
garantire l’autonomia di scelta
favorire la cultura dell’appropriatezza
Comunicazione sanitaria
La facilitazione dell'accesso, altro elemento necessario a
garantire la salute e il benessere dei cittadini, rientra negli
impegni di comunicazione dell’Azienda Sanitaria verso la
collettività.
All’interno della comunicazione sanitaria ha particolare
rilievo la comunicazione di crisi ed emergenza come
strumento per controllare le situazioni di allarme
improvviso per la salute, al fine di dare una risposta
corretta ed equilibrata alle richieste dei media e dei
cittadini.
Comunicazione per la salute
La comunicazione per la salute, elemento costitutivo e leva
strategica delle politiche di promozione della salute, secondo
le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003-2005 e
delle Linee Generali del Piano Sanitario Nazionale 20062008.
Nella comunicazione per la salute i protagonisti sono i diversi
settori della società - Enti, Istituzioni, Associazioni del Terzo
Settore e cittadini - interlocutori attivi e consapevoli di un
percorso di “costruzione sociale della salute” che trova nella
partecipazione e nella condivisione di obiettivi, strategie e
attività i suoi punti di forza.
Comunicazione per la salute
Gli ambiti d’intervento riguardano tutti i fattori che
influiscono sulla salute - i cosiddetti “determinanti di
salute” - e che possono schematicamente essere
distinti in: ambientali, sociali, economici, relativi agli stili
di vita (alimentazione, attività fisica, fumo, alcol …) ed
all’accesso ai servizi, non solo sanitari, ma anche
sociali, scolastici, ricreativi e di trasporto.
Comunicazione pubblica e
costruzione sociale della salute
Enti Locali
Cittadini
Università
Imprenditori
Sindacati
Scuola
Costruzione
sociale
della salute
Terzo
settore
Azienda
Sanitaria
Sistema comunicazione:
Ufficio Stampa, Relazioni esterne,
Educazione alla Salute,
Laboratorio Cittadino Competente,
Sportello per la prevenzione e
analoghe strutture
• Budget
• Formazione
Agenzia Regionale
Prevenzione e
Ambiente
Mondo
dello sport
Mondo
della cultura
• Verifiche
Esempi:
• Pubblicazioni
• Eventi/Fiere
• Internet/Intranet
• Radio
• TV
•WEB 2.0
La comunicazione come
investimento
Esperienze di altri Paesi hanno dimostrato che la comunicazione può
essere considerata come una risorsa, e non una spesa, per
contribuire a migliorare la salute. La comunicazione pubblica nelle
Aziende Sanitarie assume infatti un ruolo strategico nel favorire
l’accesso e l’utilizzo appropriato dei servizi, nonché l’adozione di
comportamenti volti alla tutela ed al miglioramento della salute
individuale e collettiva.
La comunicazione pubblica deve prestare particolare attenzione alle
fasce di popolazione più vulnerabili ed agli effetti sulla salute
generati dalle diseguaglianze socioeconomiche.
Attività volte a favorire un consumo appropriato di prestazioni
sanitarie possono contribuire ad una gestione più efficiente delle
risorse; gestire i siti Internet secondo i criteri dell’accessibilità e
dell’usabilità, consentendo agli utenti di acquisire autonomamente
informazioni o di effettuare prenotazioni direttamente online, può
favorire una migliore allocazione delle risorse.
La comunicazione come
investimento
Progettare e realizzare campagne istituzionali su temi di salute (ad
esempio, per la lotta al fumo ed all’obesità) rivolte a tutti i
potenziali destinatari, senza tener conto del criterio della
segmentazione oppure senza effettuare le dovute verifiche e
valutazioni dei risultati, può contribuire ad aumentare le
diseguaglianze socioeconomiche tra chi ha accesso a corrette
informazioni e servizi appropriati e chi, invece, continua a
rimanerne escluso.
Attraverso un’attenta definizione dei destinatari, un adeguato
posizionamento e l’utilizzo di strategie integrate, è possibile
professionalizzare e trasformare queste attività in un reale
servizio ai cittadini, sfruttando a pieno tutte le potenzialità della
comunicazione.
I pubblici
A partire dagli obiettivi operativi di comunicazione che ci si è dati nella
fase precedente è necessario individuare chi sono i diversi pubblici
di riferimento.
Rientrano tra i pubblici i destinatari diretti delle nostre attività di
comunicazione ma anche quei soggetti che possono facilitare la
diffusione del nostro messaggio, possono avere un ruolo di
partnership nell’organizzazione delle azioni di comunicazione,
possono essere importanti influenti, ecc.
Individuare chi sono i nostri pubblici è un’azione necessaria per
passare dal livello astratto degli obiettivi di comunicazione ad un
livello operativo potendo prevedere, per ogni tipo di destinatario e
sulla base degli obiettivi da raggiungere, azioni di comunicazione
precise.
I pubblici
Le istituzioni
Gli operatori
L’opinione pubblica
I media
Agenzie di stampa
Quotidiani di informazione locali e nazionali
Periodici di informazione
Periodici specializzati
Radio e TV locali e nazionali
Media on line
Come scegliere lo strumento
L’individuazione del mezzo dipende da:
Grado di copertura: penetrazione raggiungibile dal
mezzo rispetto al target scelto
Frequenza: quantità media di volte che ciascun individuo
del target è contattato potenzialmente
Modalità di fruizione: misura della fedeltà di fruizione
Selettività rispetto al target: verifica della quantità di
individui che sono presenti tra i fruitori del mezzo
Economicità
La valutazione
La valutazione della comunicazione può essere utile per
capire l’efficienza della stessa (attraverso indicatori
quantitativi) oppure la sua efficacia.
Ogni amministrazione deve decidere perché valutare, a
che cosa può servire.
Solo prendendo questa decisione sarà più chiaro a chi
nel piano di comunicazione deve prevedere la
valutazione, come realizzarla.
La valutazione: indicatori quantitativi
Gli output: ovvero i prodotti (per esempio, quante
brochure sono state stampate e quante distribuite)
Gli out-take: ovvero i risultati conseguenti (per
esempio, quante uscite sui giornali locali, quante
persone hanno seguito quel particolare programma
televisivo, ecc.)
Consentono di misurare il risultato ottenuto dalla
comunicazione in termini di contatti diretti raggiunti.
La valutazione: indicatori qualititativi
L’outcome: analizza i cambiamenti di certi
comportamenti)
L’outgrowth: verifica che impatto ha la
comunicazione sulla reputazione
dell’organizzazione
Permettono di indagare come la comunicazione
abbia influenzato comportamenti e pratiche.
I media tradizionali: cosa sta succedendo
Nei media tradizionali si assiste ad un
considerevole fiorire sia di trasmissioni e
testate autonome sulle tematiche della salute
(trasmissioni televisive radiofoniche, riviste e
collane ad hoc), sia di rubriche specializzate
all’interno di altre trasmissioni e testate (lo
“Spazio Salute”, all’interno dei telegiornali, le
pagine dedicate in quotidiani e periodici).
I media tradizionali: cosa sta succedendo
E’ la risposta commerciale ad un bisogno identitario: la salute e lo
stato in buona salute sono ottenibili e difendibili se ho la possibilità
di accedere a fonti informative chiare e comprensibili, legate al
vivere quotidiano oltre che alla pratica medica (Siri, 2004;
Morcellini, 2005).
Bisogno identitario perché, in una società dove vince l’individuo sul
gruppo, lo stato in buona salute è elemento costitutivo del proprio
sé e di un sé di successo e costituisce un modello culturale che
garantisce una forma di controllo sociale (Livolsi, 2006).
I media tradizionali: la stampa
I
quotidiani nazionali principali propongono da tempo supplementi
specializzati sia in forma cartacea sia come sezione dedicata del sito
web.
Corriere della Sera: Corriere Salute e www.corriere.it/salute/
La Repubblica: Salute di Repubblica e canali.kataweb.it/salute/
Sono prodotti mediali pensati con la logica della divulgazione di massa che,
nella loro veste web, sono modellate con la logica del portale di
informazione e servizi.
I dati di consumo mostrano come, a fronte di un calo delle vendite e di un
numero sostanzialmente stabile di lettori, i supplementi di salute tendono
a mantenere un andamento leggermente crescente sia di vendite che di
lettori (dati Audipress e FIEG 2006-2008).
I media tradizionali: la stampa
Il profilo dei lettori della versione cartacea è si caratterizza per
essere o uomo dai 50 anni in poi, residente al Centro-Nord,
di cultura medio-alta, o donna, dai 45 anni in poi, residente
al Nord-Ovest o Centro, di cultura alta (laurea).
Ciò sembra omogeneo con il progressivo “invecchiamento” dei
lettori dei quotidiani: fra il 2001 e il 2007 gli incrementi più
consistenti nel numero dei lettori si sono verificati nelle
fasce di 64 anni e oltre (+38%), tra 55 e 64 anni (+16%), tra
45 e 54 (+12,2%) e fra 35 e 44 (+11,5%).
Fonte: Audipress e UPA, 2006-2008
I media tradizionali: la televisione
In televisione è il settore della fiction che, negli ultimi anni, sembra
aver trovato temi e formule vincenti nell’abbinare tematiche
mediche spettacolarizzate e trame relazionali mediate dalle soap
opera.
L’effetto è una ricostruzione più o meno consapevole
dell’immaginario dello spettatore-paziente rispetto alla situazione
di malattia, alle aspettative e alla relazione medico-paziente e
paziente-struttura.
I media tradizionali: la televisione
Kyle XY
E.R. Medici in prima linea,
7.179.000 spettatori (26.4% di
Scrubs
share)
The O.C.
Beverly Hills 90210, 5.886.000
Un medico in famiglia
spettatori (19.9% di share)
Prison Break
Dr. House, 5.685.000 spettatori
Lost, 5.639.000 spettatori
Life
Streghe, 5.207.000 spettatori
Gossip Girl
Smallville, 5.019.000 spettatori
Chuck
X-Files, 4.921.000 spettatori
Dexter
CSI, 4.854.000 spettatori
Dawson’s Creek
I Soprano, 4.780.000 spettatori
Happy Days, 4.721.000
spettatori
La classifica delle prime 20 serie per spettatori medi a puntata in Italia presenta 2 serial di
ambientazione medica nelle prime tre posizioni, 4 nelle prime 20.
Fonte: Auditel
I media tradizionali: la televisione
Serial e fiction:
- più accattivanti delle produzioni specializzate sull’informazione
nell’area della salute (es.: Elisir);
- seguite da un pubblico più numeroso e maggiormente
differenziato in termine di età, di caratteristiche socio-culturali, di
motivazione all’ascolto e, quindi, con capacità di ricostruzione
dell’immaginario narrato non sempre adeguatamente filtrata dal
proprio senso critico.
Effetto: ricostruzione socio-mediale del rapporto personale con la
malattia, le aspettative di cura e la relazione medico-paziente o
paziente-struttura distorta (Morcellini & Cannistraci, 2005).
I nuovi media: trasformazioni e
opportunità
La nascita del World Wide Web ha permesso l’accesso e la
condivisione di conoscenze in maniera aperta e con modalità tali
da consentire a chiunque sia in grado di gestire la tecnologia di
raccogliere informazioni un tempo appannaggio di soli esperti del
settore.
In più, ha permesso la costruzione di reti di comunicazione ed
interscambio non solo fra individui omogenei (per professione,
cultura, ecc.), ma anche fra chiunque condivida un medesimo
interesse, problema, ecc.
L’evoluzione verso il Web 2.0 e la nascita delle reti basate sui social
media ha ulteriormente modificato lo scenario verso una realtà di
interscambio di conoscenze, opinioni, supporto sempre pi
sincroniche.
I nuovi media: trasformazioni e
opportunità
Il settore della salute e della sanità è uno di quelli che maggiormente ha risentito di
tale evoluzione, con la costruzione di reti sempre più estese fra operatori del
settore, enti ed istituzioni, associazioni di malati, privati cittadini, ecc., promossi sul
web da siti, portali, osservatori, forum, ecc.
Possono fondamentalmente essere considerate due categorie di siti:
•
Siti che nascono da operatori del settore, con finalità di diffusione della
conoscenza medica, di osservatorio delle nuove realtà, di portale ad una
condivisione più ampia di contenuti web, di comunicazione sanitaria e servizio per i
cittadini.
•
Siti, forum e portali che nascono spontaneamente da associazioni o da privati
cittadini, che cercano uno scambio e un supporto per problematiche spesso bene
definite, in maniera non formale e trasversale.
I nuovi media: l’internauta italiano
Il 51,9% delle famiglie italiane con almeno un componente fino a 74
anni (10,8 milioni) dichiara di avere un accesso a internet da
casa da qualsiasi device, con un incremento di 1,3 milioni di
nuclei familiari (dicembre 2009).
Una crescita del 13,6% rispetto ai dati cumulati registrati nel
dicembre 2008 in cui risultavano 9,339 milioni di famiglie con
accesso, il 45,7% delle famiglie italiane.
Cresce in particolare la disponibilità di accesso tramite computer,
presente nelle case di 10,6 milioni di famiglie, con un incremento
del 15,6% rispetto a dicembre 2008 e del 3,9% rispetto alla
rilevazione precedente (settembre 2009 = 49,1%).
Fonte: Audiweb
I nuovi media: l’internauta italiano
Hanno un accesso a internet da qualsiasi luogo e strumento sia gli uomini
(68,2%) che le donne (61,2%), in particolare i giovani tra gli 11 e i 17
anni (82,7%) e i 18-34 anni (78,9%) e nella fascia più matura tra i 35 e i
54 anni (71,9%), di tutte le aree geografiche d’Italia con livelli di
concentrazione simili: il Centro (69,6%), il Nord-Est (67,4%) e il NordOvest (67,4%), a eccezione dell’area Sud e le Isole che presenta una
percentuale più bassa (58,4%).
Il profilo di chi dichiara di avere un accesso a internet da qualsiasi luogo e
strumento, risulta abbastanza elevato considerando gli alti livelli di
concentrazione tra gli imprenditori e liberi professionisti (93,7%), tra i
dirigenti, quadri e docenti universitari (92,1%), gli impiegati e gli
insegnanti (91%) e tra gli altri lavoratori indipendenti come negozianti,
tassisti, agenti di commercio, ecc (71,2%). Internet è soprattutto tra gli
studenti universitari (98,5% dei casi), i laureati(93,2%) e gli studenti di
scuole media e superiori (85,8%).
Fonte: Audiweb
Il web e gli operatori del settore: la
reputazione formale
Per ovviare al problema del controllo di qualità dell’informazione
fornita, problema critico del web, è previsto per gli operatori del
settore una serie di norme di riconoscibilità e valutazione a livello
nazionale ed internazionale cui è necessario attenersi in termini
di riconoscimento degli autori e delle fonti, di supporto e non
sostituzione del rapporto diretto medico-paziente, di collegamento
ad altre fonti o alle fonti direttamente riportate, di aggiornamento
delle informazioni, ecc.
Fra gli organi più rilevanti si può fare riferimento al Health On the Net
Foundation Code:
www.hon.ch
Il web e gli operatori del settore: la
reputazione formale
Per ovviare al problema del controllo di qualità dell’informazione
fornita, problema critico del web, è previsto per gli operatori del
settore una serie di norme di riconoscibilità e valutazione a livello
nazionale ed internazionale cui è necessario attenersi in termini
di riconoscimento degli autori e delle fonti, di supporto e non
sostituzione del rapporto diretto medico-paziente, di collegamento
ad altre fonti o alle fonti direttamente riportate, di aggiornamento
delle informazioni, ecc.
Fra gli organi più rilevanti si può fare riferimento al Health On the Net
Foundation Code:
www.hon.ch
Il web e gli operatori del settore: un esempio
locale di portale per la comunicazione sanitaria
www.arsliguria.it
Il web e i privati cittadini: forum e
community
Internet ha visto fiorire sul tema della salute una serie molto
numerosa di gruppi di discussione, forum, comunità virtuali
generate da privati cittadini o gruppi con interessi e problematiche
specifiche, cercando di rispondere al bisogno di condivisione di
informazioni, esperienze vissute, indicazioni di luoghi e percorsi
terapeutici.
Privilegiando la forma del forum, queste comunità virtuali hanno
realizzato una forma di scambio diacronico delle informazioni in
cui ognuno può “postare” il proprio contributo, dopo adeguata
riflessione e documentazione in merito (spesso “rimbalzata” da
altre fonti web).
Il web e i privati cittadini: forum e
community
Le tematiche trattate sono fra le più disparate, andando da forum
estremamente generalisti su salute e malattia, a specializzazioni
per età, sesso e patologia, fino a patologie estremamente
specifiche.
All’interno di tali forum, in cui frequentemente agiscono da consulenti
anche professionisti del settore sia in maniera retribuita che
volontaria, esistono procedure di controllo del comportamento
degli iscritti e verifica dell’informazione che dovrebbero garantire
la qualità di quanto è postato.
Il web e i privati cittadini: la reputazione
di forum e community
Come valutare la qualità e la validità dei contenuti e la credibilità dei
partecipanti a forum non istituzionali ?
Esistono alcune indicatori che possono aiutare l’utente a valutare un
forum:
- La numerosità dei partecipanti rispetto alla tematica trattata
- La continuità nel postare di una parte piuttosto consistente degli
utenti
- La precisione dei riferimenti forniti per documentarsi su materiali,
luoghi, ecc.
- La riconoscibilità di eventuali esperti partecipanti
- La reputazione di cui gode presso altri forum similari nel web:
quanto è conosciuto, che opinioni ha generato, ecc.
Il web e i privati cittadini: esempio di un
forum
www.piccolipassi.info
Social media.
Cosa sono e perché adottarli
Blog
Social
network
Piattaforme Web 2.0
Comunicazione
Partecipazione
Condivisione
Passaparola
personale
Social media.
Cosa sono e perché adottarli
Facilitano il contatto sincronico dei partecipanti, con informazioni anche
multimediali che possono essere scambiate in tempo reale. Questa è una
grossa risorsa quando i social media sono utilizzati nel rapporto medicopaziente (es.: Twitter per ASCO rispetto a pazienti e formazione
personale).
La funzione di controllo della qualità di quanto viene postato è garantita dalla
lettura che viene fatta da un pubblico estremamente vasto, proprio delle
logiche del social networking.
Wikipedia è un esempio di come è gestito il controllo di qualità
dell’informazione.
Per altri social network è il contatto diretto fra utenti che permette una sorta
di autoregolamentazione basata su norme informali o formali condivise.
Social media.
Cosa sono e perché adottarli
Anche se rispetto ad altre realtà, il mercato concorrenziale è più limitato, il
ruolo dei social media resta importante perché:
é fondamentale creare/stabilizzare/recuperare tramite una comunicazione
più estesa la fiducia del paziente;
è fondamentale comunicare la tempestività del proprio agire;
in un’ottica di personalizzazione marcata del rapporto con ogni singolo
paziente rispetto a bisogni e cure, i social media supportano in manierà
più efficente tali procedure.
Strumenti e opportunità
Blog:
la propria voce
YouTube: l’emozione del video in movimento
Twitter: immediatezza e sintesi
Facebook: la nuova piazza del web
Social
network di nicchia: ascolto e relazione
Alcuni casi internazionali di
successo
Oltre 250 Ospedali solo negli USA usano strumenti dell’area dei
social media per comunicare.
Mayo Clinic: http://newsblog.mayoclinic.org/
Arkansas Children Hospital:
http://www.facebook.com/home.php?#!/ArkansasChildrensHospital?
v=wall&ref=ts
NHO Chicago: http://www.youtube.com/user/neuroorthoinstitute
Race with Insulin: http://twitter.com/racewithinsulin
Pazients like me: http://www.patientslikeme.com/
Mayo Clinic - Blog
Arkansas Children Hospital - Facebook
NOH Chicago - YouTube
Novo Nordisk - Twitter
Social Network – Patients like me
Alcuni casi italiani di successo
Esempi interessanti:
Fondazione OP Meyer:
http://www.facebook.com/pages/Fondazione-Ospedale-PediatricoMeyer/
San Raffaele Giglio: http://www.youtube.com/user/sanraffaelegiglio
Ospedale Infermi di Rimini: http://www.facebook.com/pages/RiminiItaly/Ospedale-Infermi-di-Rimini/52926372689?ref=s
Fondazione OP Meyer - Facebook
San Raffaele Giglio - YouTube
Bibliografia
Schiavo R., Health communication: from theory to practice, San Francisco, Jossey-Bass
(Wiley), 2007
Berry D., Health communication: theory and practice, Oxford, Open University Press, 2007
Thomas R.K., Health communication, New York, Springer, 2006
Livolsi M., La società degli individui, Milano, Carocci, 2006
Cannistraci D. e Morcellini M., La comunicazione sanitaria tra reticenza e metastasi,
Roma, Università La Sapienza, 2005
Goffmnan E., La vita quotidiana come rappresentazione, Bologna, Il Mulino, ed. 2005
Siri G., L’impesa intangibile. Marketing, comunicazione e Internet, Milano, Franco Angeli,
2004
Committee On Communication For Behavior Change In The 21st Century: Improving The
Health Of Diverse Populations-Board On Neuroscience And Behavioral Health, Speaking
Of Health. Assessing Health Communication Strategies For Diverse Populations, Institute
Of Medicine Of The National Academies, The National Academies Press, 2002
Berger P.L. e Luckmann T., La realtà come costruzione sociale, Bologna, Il Mulino, ed.
1997
Wolf M., Gli effetti sociali dei media, Milano, Bompiani, 1992
Linkografia
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http://www.healthypeople.gov/
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http://www.hsph.harvard.edu/research/chc/
http://www.sirc.org/publik/revised_guidelines.shtml
http://www.mhcs.health.nsw.gov.au/
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http://www.cdc.gov/std/healthcomm/
http://www.health.gov/communication/
http://www.comminit.com/drum_beat_302.html
http://www.cdc.gov/healthmarketing/
http://www.health.usyd.edu.au/current/coursework/media.php
http://tecnologiaesalute.it/
http://www.corriere.it/salute/
http://www.nannimagazine.it/articolo/Comunicare-la-salute-on-line-la-prima-web-tv-sulle-malattiereumatiche
Grazie per l’attenzione