il mondo come volonta` e rappresentazione

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Transcript il mondo come volonta` e rappresentazione

ARTUR SCHOPENHAUER (1788-1861)
SULLA QUADRUPLICE RADICE DEL PRINCIPIO DI
RAGIONE SUFFICIENTE
IL MONDO COME VOLONTA’ E RAPPRESENTAZIONE
PARERGA E PARALIPOMENA
FREDERICH MAYER
DALLA PREFAZIONE A IL MONDO COME VOLONTA’ E
RAPPRESENTAZIONE:
“La filosofia di Kant è la sola di cui si presuppone
propriamente una conoscenza compiuta per ciò che in
questo libro è proposto: ma il lettore sarà maggiormente
preparato e disposto ad ascoltami, ov’egli abbia anche
una certa dimestichezza con la scuola del divino
Platone. Se poi addirittura egli è diventato partecipe
delle benefiche idee dei Veda, l’accesso ai quali apertoci
dalle Upanishad costituisce, a mio avviso, il maggior
privilegio che questo ancor giovane secolo può vantare
sul precedente […] allora egli davvero è nel migliore
dei modi preparato ad ascoltare quanto sto per esporgli.”
IL MONDO COME RAPPRESENTAZIONE
«“Il mondo è una mia rappresentazione”: ecco una verità
valida per ogni essere vivente e pensante, benché l’uomo
soltanto possa averne coscienza astratta e riflessa. E quando
l’uomo abbia di fatto tale coscienza, lo spirito filosofico è
entrato in lui. Allora, egli sa con chiara certezza di non
conoscere né il sole né la terra, ma soltanto un occhio che
vede un sole, e una mano che sente il contatto d’una terra;
egli sa che il mondo circostante non esiste se non come
rappresentazione, cioè sempre e soltanto in relazione con un
altro essere, con il percipiente, con lui medesimo.»
IL VELO DI MAYA
«E’ Maya, il velo ingannatore, che avvolge gli occhi dei
mortali e fa loro vedere un mondo del quale non può dirsi né
che esista, né che non esista; perché ella rassomiglia al sogno,
rassomiglia al riflesso del sole sulla sabbia, che il pellegrino da
lontano scambia per acqua: o anche rassomiglia alla corda
gettata a terra che egli prende per un serpente.»
1) RAPPRESENTAZIONI INTUITIVE: RATIO FIENDI
2) RAPPRESENTAZIONI ASTRATTE: RATIO
COGNOSCENDI
3) INTUIZIONI PURE: RATIO ESSENDI
4) AZIONI: RATIO AGENDI
IL SOGGETTO
“Il soggetto è ciò che tutto conosce, senza essere conosciuto da
alcuno […]. Il soggetto è dunque il sostegno del mondo, la
condizione universale, sempre sottintesa, di ogni fenomeno, di
ogni oggetto: infatti tutto ciò che esiste non esiste che in funzione
del soggetto.”
IL CORPO E LA VOLONTA’
“Ogni atto reale della volontà è sempre infallibilmente
anche un movimento del corpo; il soggetto non può
volere effettivamente un atto, senza insieme constatare
che questo appare come movimento del suo corpo.
L’atto volitivo e l’azione del corpo sono una sola e
medesima cosa. Il corpo è dunque la condizione della
conoscenza della mia volontà. L’azione del corpo non è
che l’atto della volontà oggettivato, anzi il corpo tutto
intero non è che volontà oggettivata”
LA VOLONTA’ E LE LEGGI DELLA NATURA
“Se osserviamo con occhio scrutatore questi fenomeni; se vediamo l’impeto violento e
irresistibile con cui le acque si precipitano negli abissi, la persistenza con cui la calamita
si rivolge sempre al polo nord, l’ansia con cui il ferro vola verso la calamita, la violenza
con cui i poli elettrici tendono a riunirsi: se osserviamo la rapidità quasi fulminea con
cui si forma un cristallo e la regolarità della sua figura, riconosceremo dappertutto una
sola cosa, che deve portare il nome di volontà, che designa l’essenza in sé di ogni cosa
nel mondo e la sostanza unica di tutti i fenomeni. Essa si manifesta nella forza che fa
crescere e vegetare la pianta; nella commozione che prova al contatto di due metalli
eterogenei; nella forza che si manifesta nelle affinità elettive della materia in forma di
repulsione e attrazione, di combinazione e decomposizione; e persino sulla gravità, che
agisce con tanta potenza in ogni materia e attira la pietra a terra come la terra al cielo.”
VOLONTA’ DI VIVERE
Siccome ciò che la volontà vuole è pur sempre la
vita, perché la vita non è che la manifestazione
della volontà per mezzo della rappresentazione, è
solo un pleonasmo dire “volontà di vivere”, invece
che semplicemente “volontà”.
IL DESIDERIO
“ogni volere scaturisce da bisogno, ossia da mancanza, ossia da
sofferenza”
“ogni tendere nasce da una privazione, da una scontentezza del
proprio stato, è, dunque, finché non soddisfatto, un soffrire; ma
nessuna soddisfazione è durevole; anzi è il punto di partenza di
un nuovo tendere. Il tendere si vede sempre impedito, sempre in
lotta, dunque sempre un soffrire; non c’è nessun fine ultimo al
tendere: dunque, nessuna misura e nessun fine al soffrire.”
PIACERE E DOLORE
“nessun oggetto della volontà, una volta conseguito, può dare
appagamento durevole, che più non muti; ma rassomiglia solo
all’elemonsina che, gettata al mendico, prolunga oggi la sua vita
per continuare domani il suo tormento”