Peritendiniti - ortopedia2000

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Transcript Peritendiniti - ortopedia2000

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale
e di Alta Specializzazione
V. MONALDI - NAPOLI
Unità Operativa Complessa di Ortopedia
Primario: Dott. Roberto Magri
La patologia
degenerativa nel
gesto atletico
Giuseppe De Pace
(Napoli)
Nel tendine, i componenti sono in
continuo stato di ricambio ed
esiste, quindi, un equilibrio tra
stato di degradazione della
vecchia struttura e stato di
formazione di nuove entità
cellulari
SOVRACCARICO
Alterazione dei parametri di
comportamento biofisico e
creazione di uno stato
predisponente la lesione
SOVRACCARICO
Metaplasia zona blu
Alterazione liquido
peritendineo
LESIONE
Patogenesi delle tendinopatie
Fattori
Fattorideterminanti
favorenti
•Squilibri conseguenti
•Microtraumi
ad unripetuti
allenamento errato
•Imperfetta
•Ipersollecitazioni
tecnica di esecuzione
funzionali
degli
delle
esercizi
strutture muscolo-tendinee
•Gli accessori
•Le caratteristiche del terreno di competizione
•Predisposizione individuale
CLASSIFICAZIONE
TENDINOPATIE INSERZIONALI
PERITENDINITI
TENDINOSI
FORME MISTE
Tendinopatie inserzionali
• necrosi del tessuto
• calcificazioni
• metaplasia cartilaginea
giunzionale
• degenerazione grassa
Peritendiniti
• flogosi del peritenonio
• ispessimento
• aderenza fibrosa
Tendinosi
• degenerazione ialina
• degenerazione grassa
• calcificazioni
ONDE D’URTO RADIALI
(Extracorporeal Shock Wave Therapy)
L’ONDA D’URTO, è
un’onda acustica ma, a
differenza delle altre onde
sonore utilizzate in
medicina, non è un’onda
continua
Onda sinusoidale continua
Ultrasuoni diagnostici
•intensità molto alta
•lunga pausa tra un onda e la successiva
• rapido aumento di pressione (<10ns)
• picco pressorio elevato (500 bar)
• durata molto breve (<10 microsec)
• pausa di pressione negativa
CAVITAZIONE
angiogenesi
antiinfiammatoria neuromodulante
EFFETTI BIOLOGICI
• generazione di ematomi
• modificazione dei depositi calcarei
• stimolazione nervosa
• effetto analgesico
• stimolazione metabolica
cavitazione
attivazione metabolismo
analgesia
0
0,08
0,28
0,6
(mj/mm2)
Localizzazioni più frequenti
negli atleti
 SPALLA
 GOMITO
 GINOCCHIO
 PIEDE E COLLO PIEDE
SPALLA
 lotta
 sollevamento pesi
 ginnastica
 lancio del giavellotto
 tennis
 canottaggio
Capo lungo del bicipite
• over-use
• impingement acromio-omerale
• stenosi della doccia bicipitale da osteofiti
Cuffia dei rotatori
• sindrome da impingement
Capo lungo bicipite
Sovraspinoso
Epicondilite
 tennis
 giavellotto
GOMITO
 judo
 hockey
 karate
 ping-pong
 sci nautico sollevam. pesi
Epitrocleite
 golf
 giavellotto
 nuoto (a farfalla)
 sci nautico
 sollevamento pesi
GINOCCHIO
 Tendine rotuleo
 Bandelletta ileo-tibiale
 Tendine distale del bicipite
 Tendini della zampa d’oca
 Tendine distale del semimembranoso
TENDINE ROTULEO
(carico in estensione; brusca sollecitazione
sull’inserzione del tendine; fattori anatomici)
Ginocchio del saltatore
Sports con grosso impegno dell’apparato estensore
TRATTO ILEO-TIBIALE
(attrito continuo della bandelletta sul condilo femorale
esterno, durante la flesso-estensione)
 Marcia
 Ciclismo
 Sci
TENDINE DEL BICIPITE
FEMORALE
(carico ripetuto in flessione, nel sollevamento e in
frenata)
 Sollevamento pesi
 Calcio
 Scherma
TENDINI DELLA ZAMPA D’OCA
(varismo con intrarotazione tibiale)
 Equitazione
 Danza
 Ciclismo
 Calcio
 Sci
TENDINE DEL
SEMIMEMBRANOSO
(iatus del semimembranoso)
 Pallavolo
 Marcia
 Salto
 Ciclismo
TENDINE DEL POPLITEO
(attrito sul condilo femorale esterno)
 Calcio
 Corsa
 Marcia
PIEDE
 CALZATURE
 TERRENO
 ANATOMIA
 Tendinite dell’Achilleo
 Fascite plantare
 Spina calcaneare
TRATTAMENTO
Sedute
Frequenza
Intensità
Colpi
(mj/mmq)
Tendiniti
della spalla
Epicondilite
Tendinite
achilleo
Spina
calcaneare
Altre
tendinopatie
4
240/min
0,11 – 0,17
2000
3
4
240/min
0,07 – 0,15
2000
240/min
0,1 – 0,2
2000
4
240/min
0,14-0,25
2400
3/4
240/min
0,07 – 0,17
2000
0
Spina
calcaneare
Tendinite
dell'achilleo
Epicondiliti
Tendiniti
della spalla
80
70
60
50
40
30
20
buoni
sufficenti
insufficenti
10
CONCLUSIONI
La terapia con onde d’urto extracorporee, nel
rispetto delle indicazioni, deve essere considerata
come ulteriore presidio nel caso di precedenti
trattamenti conservativi privi di successo.
Negli atleti, in genere, la utilizziamo come primo
presidio per la sua efficacia, miniinvasività,
assenza di effetti collaterali e rapido recupero
funzionale.
GRAZIE