La Globalizzazione: il caso Nike

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Transcript La Globalizzazione: il caso Nike

Lo scandalo
Durante gli anni ’90 la
famosissima azienda americana
è stata investita da uno scandalo
che fece il giro del mondo; si
venne a scoprire che l’azienda
sfruttava bambini nelle fabbriche
in America Meridionale, Vietnam
e Corea per produrre i suoi
prodotti più ricercati: le scarpe
promosse da Michael Jordan e i
palloni da calcio.
Ad un bambino povero le scarpe Nike firmate da Michael
Jordan non cambieranno mai la vita.
Le conseguenze dello scandalo
 La risposta delle
associazioni umanitarie allo
scandalo fu l’immediata
organizzazione di
manifestazioni di protesta.
Le conseguenze dello scandalo
Il lavoro minorile
Il lavoro minorile è un fenomeno
di carattere sociale che
interessa i bambini di tutto il
mondo, perché non riguarda
solo i “paesi in via di sviluppo”,
ma anche quelli industrializzati.
La causa del lavoro minorile va
attribuita soprattutto alla
povertà.
Per fermare lo sfruttamento dei
Bambini si promuovono diverse
iniziative.
Il lavoro minorile
Oltre allo sfruttamento
minorile finalizzato alla
produzione di beni di
consumo su larga
scala, i bambini sono
spesso costretti a
svolgere lavori, in
condizioni insalubri,
molto pesanti, anche
per un uomo adulto in
buona salute.
La Costituzione Europea
La Costituzione Europea ha norme
molto precise riguardo il lavoro e i diritti
dell’infanzia.
Capo IV – Solidarietà
31. Condizioni di lavoro giuste ed eque.
1 – Ogni lavoratore ha diritto a
condizioni di lavoro sane, sicure e
dignitose.
2 – Ogni lavoratore ha diritto a una
limitazione della durata massima del
lavoro a periodi di riposo giornalieri e
settimanali e a ferie retribuite.
La Costituzione Europea
32. Divieto del lavoro minorile a protezione dei giovani sul luogo di
lavoro.
Il lavoro minorile è vietato. L’età minima per l’immissione al lavoro non
può essere inferiore all’età in cui termina la scuola dell’obbligo, fatte
salve le norme più favorevoli ai giovani ed accettuate deroghe limitate.
La Costituzione Europea
I giovani ammessi al lavoro
devono beneficiare di
condizioni di lavoro
appropriate alla loro età
ed essere protetti contro
lo sfruttamento
economico o contro ogni
lavoro che possa minarne
la sicurezza, la salute, lo
sviluppo fisico, mentale,
morale o sociale o che
possa mettere a rischio la
loro istruzione.
I diritti dei bambini
Articolo 32
1. Gli Stati parti
riconoscono il diritto del
fanciullo di essere
protetto contro
lo sfruttamento
economico e di non
essere costretto ad alcun
lavoro che comporti
rischi o sia suscettibile di
porre a repentaglio la sua
educazione o di nuocere
alla sua salute o al suo
sviluppo fisico, mentale,
spirituale, morale o
sociale.
Convenzione ONU sui
diritti dell’infanzia –
20.11.1989
Verso un mondo unito
La Globalizzazione
Con il termine globalizzazione si
indica il fenomeno di crescita
progressiva delle relazioni e degli
scambi di diverso tipo a livello
mondiale in diversi ambiti
osservato a partire dalla fine del
XX secolo.
La Globalizzazione
Sebbene con questo termine ci si
riferisca prevalentemente agli aspetti
economici delle relazioni fra popoli e
grandi aziende, il fenomeno va
inquadrato anche nel contesto dei
cambiamenti sociali, tecnologici e
politici, e delle complesse interazioni su
scala mondiale che, soprattutto a
partire dagli anni ottanta, in questi
ambiti hanno subitouna sensibile
accelerazione.
I PRO E I CONTRO DELLA
GLOBALIZZAZIONE
Sorgono così tre idee:
1. il Globalismo è la corrente
che crede che la
globalizzazione abbia una
dimensione solamente
economica, impossibile da
influenzare, e che il
mercato si regoli da sé nel
miglior modo possibile:
pertanto lo stato deve
diventare minimale,cioè
pensare a mantenere solo
l’ordine, e lasciare che
l'economia e la società si
autoregolino da sé;
2. la Globalità è la percezione
di vivere in una società
globale;
Sorgono così tre idee:
3. la Globalizzazione è il
processo irreversibile
per cui gli stati (attori
nazionali) perdono
importanza rispetto
ad attori
transnazionali. Attori
internazionali sono
invece quelli limitati
ad una sola parte del
globo. La società non
è più limitata in uno
stato, ma al globo.
Politica nella seconda modernità
Dando per scontata la fine
dell'equazione “cultura = stato”
– tipica della prima modernità –
che vedeva più società separate
dai confini, si pone ora una
società globale in cui coesistano
più culture, a formarne una sola.
La seconda modernità
inoltrevede lo stato e le
istituzioni classiche
inadeguate a
contrastare la potenza
degli attori transnzionali;
La Borsa
Le città italiane furono fra le prime, nel XV
secolo, ad ospitare i mercati pubblici (come
il Mercato nuovo di Firenze ed il Rialto di
Venezia) sull’esempio dei quali poco più di
un secolo dopo nacque la prima borsa
moderna d’Europa. Nello stesso secolo i
mercanti italiani introdussero ta1e
consuetudine in altre grandi città all’estero
come Londra e Bruges.
ogni transazione viene effettuata tramite un sistema di
computer e ogni intermediario compra e vende titoli
dal proprio ufficio. Nell'edificio che una volta nel
centro di Milano raccoglieva fisicamente gli
operatori delle banche e gli agenti di cambio, ora
troviamo solo un computer al quale sono collegati
tutti gli operatori di Borsa.
La Borsa
Quest’ultima, in particolare, ebbe un ruolo di
primo piano a livello europeo fino al 1500 circa.
Inoltre il nome “borsa” probabilmente deriva dal
palazzo di fronte alla piazza fiamminga sulla quale
avvenivano gli scambi, sulla cui facciata erano
scolpite tre borse, ossia lo stemma dei
VanderBurse, famosa famiglia di banchieri di
origine veneziana. Possono vendere e comprare in
Borsa solo gli intermediari specializzati. Il
risparmiatore dovrà quindi rivolgersi a una Sim
(società di intermediazione mobiliare), a un agente
di cambio o direttamente alla propria banca che
adesso è autorizzata a operare in Borsa, così come
le società di intermediazione straniere.
La Borsa
Con la “Borsa telematica” niente più
grida inoltre come avveniva qualche
anno fa su tutte le dieci piazze italiane
(Milano, Roma, Trieste, Venezia, Napoli,
Torino, Genova, Firenze, Bologna e
Palermo), quando le compravendite di
azioni avvenivano a chiamata. Dal 14
aprile 1994 tutte le azioni italiane
quotate in Borsa vengono scambiate su
un circuito telematico.
Il marketing
Il marketing è un ramo della scienza economica
che si occupa dello studio descrittivo del
mercato e dell'analisi dell'interazione del
mercato, degli utilizzatori con l'impresa.
Il termine marketing prende origine dall'inglese
market cui viene aggiunta la desinenza del
gerundio per indicare la partecipazione
attiva, l'azione sul mercato stesso.
Il marketing
Concetti chiave:
Prodotto/Prezzo
Promozione/distribuzione
Ricerche di mercato/strategie di marketing
Marca
Le Maquiladoras
Le maquiladoras
sono stabilimenti
industriali
posseduti o
controllati da
soggetti stranieri,
in cui avvengono
trasformazioni o
assemblaggi di
componenti
temporaneament
e esportati da
paesi
maggiormente
industrializzati.
Le Maquiladoras
Tali prodotti dovranno successivamente essere esportati
all'estero. Questa situazione è caratteristica di Messico
e Stati Uniti.
Malgrado tutti i vantaggi (fiscali, infrastrutture
moderne e gratuite, salari bassi) di cui beneficiano, non
partecipano in nessun modo allo sviluppo della città,
tanto che il 14% della popolazione non ha ancora un
accesso diretto all’acqua potabile, mentre il 44% delle
strade sono ancora senza asfalto e prive di illuminazione
notturna.
Le maquiladoras si sono sviluppate a partire dal 1985 e
hanno raggiunto la massima diffusione dopo gli accordi
di libero scambio (NAFTA) con gli Stati Uniti e il
Canada.
Attualmente in tutta la zona della frontiera (tra Tijuana,
Mexicali e Ciudad Juarez) lavorano circa 1 milione e
300 mila persone e la maggior parte delle fabbriche sono
imprese statunitensi o orientali, come Panasonic,
Samsung, Sony, Hitachi.
Le Maquiladoras
Le lavoratrici e i lavoratori arrivano soprattutto dal sud del Messico, dalle zone più povere,
addirittura arrivano ragazzine minorenni (anche di 15 anni) assunte attraverso atti falsi:
vengono per cercare migliori condizioni di vita, ma non vengono pagati in base alla legge
federale, guadagnano 600/700 pesos (circa 50 euro) alla settimana, oltretutto non hanno
alcun tipo di protezione per le sostanze chimiche pericolose.
Il gruppo di lavoratori e le lavoratrici delle maquiladoras hanno iniziato una lotta per
sostenere gli altri lavoratori: attraverso volantinaggi, testimonianze, fogli informativi e una
trasmissione radiofonica hanno creato un collettivo nel quale si impara seguendo corsi e
dove si insegna il diritto del lavoro per difendersi dalle violazioni dei diritti e dalle molestie.
Bordertown
Bordertown, patrocinato anche da Amnesty
International, è il film-denuncia diretto da
Gregory Nava e interpretato da Jennifer Lopez
e Antonio Banderas che racconta 14 anni di
omicidi seriali di donne in Messico.
Bordertown racconta in tutta la sua atrocità, una storia
vera: quella di 430 donne (di età compresa tra i 6 e i 25
anni) trovate massacrate nei campi intorno a Ciudad
Juarez, e di altre 600 scomparse dal 1993. Le vittime,
quasi tutte giovani, carine, magre e con i capelli lunghi,
provenivano da famiglie povere ed erano originarie di
altre città. Nella maggior parte dei casi i corpi, ritrovati a
settimane di distanza dalla scomparsa, portano le tracce
delle violenze estreme e delle torture subite in aggiunta
alla violenza sessuale di cui tutte sono state vittime.
Bordertown
Molte tra le ragazze scomparse erano arrivate a Ciudad Juarez
con la speranza di essere assunte come operaie da una delle
numerose maquiladoras che costituiscono la fonte principale di
sostentamento per gli abitanti della città. In questa città, in cui
il predominio maschile caratterizza ogni livello
dell’organizzazione sociale, la violenza verso le donne si
esprime tanto nell’ambiente domestico quanto in quello
lavorativo, creando un facile contesto per gli assassini che
possono contare sull’indifferenza assoluta, che sfiora la
complicità con gli assassini, della Polizia locale.
Alla fine del 1999, alcuni cadaveri di donne e bambine furono
ritrovati vicino ai ranch di proprietà di trafficanti di cocaina.
Tale coincidenza sembrava stabilire un legame tra gli omicidi e
la mafia del narcotraffico.
Bordertown
Bordertown è un film bello, duro, coraggioso e importante perché tenta di far
arrivare al grande pubblico le storie delle ragazze uccise, restituendogli un nome e
la dignità di persone sottratta dallo scempio dei loro cadaveri, e che invita tutte/i a
fare qualcosa per fermare la catena di omicidi.
Il movimento No-Global
La critica principale del movimento è volta verso le multinazionali: secondo gli
aderenti, il loro potere è così forte da condizionare le scelte dei singoli
governi verso politiche non sostenibili da un punto di vista ambientale ed
energetico, imperialiste, non rispettose delle peculiarità locali, e dannose
per le condizioni dei lavoratori.
Motto del movimento:
Pensare globalmente,
agire localmente
La minaccia di una guerra
mondiale


Generalmente si ipotizza che le armi
nucleari possano giocare un ruolo decisivo
in una futura guerra mondiale.
La possibilità del verificarsi di una terza
guerra mondiale è stata una ipotesi storica
di conflitto mondiale esaminata e presentata
dai mass media in più occasioni, quasi
immediatamente dopo la fine della seconda
guerra mondiale.
La minaccia di una guerra
mondiale


È stato un tema spesso
dibattuto da giornalisti,
scienziati e politici ed è stato
trattato, oppure è presente
come antefatto, in molte opere
di fantascienza apocalittaca e
post apocalittica.
Quasi sempre il termine viene
associato all'utilizzo di un
qualche tipo di arma di
distruzione di massa, come
armi nucleari, armi chimiche o
biologiche.
“Io non so con
quali armi sarà
combattuta la
terza guerra
mondiale, ma so
che la quarta sarà
combattuta con
pietre e bastoni.”
Albert Einstein
La cooperazione per il
mantenimento della Pace
L'Organizzazione per la
Sicurezza e la Cooperazione in
Europa (OSCE – Organization
for Security and Cooperation
in Europe, nella terminologia
inglese) è una organizzazione
internazionale per la
Promozione della pace, del
dialogo politico, della giustizia
e della cooperazione in Europa
che conta, attualmente, 56 paesi
membri ed è, pertanto, la più
vasta organizzazione regionale
per la sicurezza.
Quest'ultima, convocata
per la prima volta a Helsinki
il 3 luglio 1973, nacque - in
pieno clima di guerra fredda come tentativo di ripresa del
dialogo Est-Ovest: alla
Conferenza presero infatti
parte i rappresentanti di tutti i
paesi europei (ad eccezione
dell'Albania), e gli inviati degli
Stati Uniti d'America e
dell'Unione delle Repubbliche
Socialiste Sovietiche.
La cooperazione per il
mantenimento della Pace
Il 1 agosto del 1975 i Capi di
Stato e di Governo dei 35
paesi partecipanti alla
Conferenza si riunirono,
nuovamente ad Helsinki, per la
firma dell'Atto Finale della
CSCE: con tali accordi l'URSS
si impegnò al rispetto dei
diritti umani.
La funzione della CSCE di semplice conferenza con il ruolo di "ponte"
tra Est e Ovest è cambiato radicalmente con la caduta dei regimi
comunisti dell'Europa orientale alla fine degli anni '80 e con il
riaccendersi di possibili focolai di crisi nel corso degli anni '90: la
Conferenza ha assunto compiti concreti di prevenzione e
composizione pacifica dei conflitti che si sono susseguiti nei paesi est
europei come conseguenza della disgregazione del blocco sovietico.
La cooperazione per il
mantenimento della Pace
La CSCE ha, inoltre, preso parte alla fase della
ricostruzione seguita a tali conflitti cercando, ad
esempio, tramite strumenti quali l'istituzione di
osservatori elettorali indipendenti per il
monitoraggio delle elezioni, di favorire il
processo di transizione democratica dell’Europa
dell’Est.
Come conseguenza di tali stravolgimenti
geopolitici la CSCE ha adottato, il 21 novembre
del 1990, la Carta di Parigi per una Nuova
Europa, atto con il quale veniva di fatto
riconosciuta la fine delle divisioni della guerra
fredda. Dal 1 gennaio del 1995 la CSCE si è poi
trasformata in un'organizzazione stabile,
prendendo l'attuale denominazione di
"Organizzazione per la sicurezza e la
cooperazione in Europa“ e dotandosi di organi
permanenti per lo svolgimento delle proprie
attività:
La cooperazione per il
mantenimento della Pace


un segretariato (con sede a Vienna)
un centro per la risoluzione delle controversie legali (con
sede a Vienna)
 un ufficio per i controlli elettorali (con sede a Varsavia)
L’OSCE si è quindi data come obiettivo il mantenimento della
pace e della sicurezza in Europa, intendendo quest'ultima
non solo come assenza di conflitti armati, ma anche come
presupposto per la difesa dei diritti dell’uomo.
Per promuovere tali obiettivi sono state create, in seno all'OSCE,
diverse istituzioni, incaricate di concretizzarli:
 l’Alto commissario per le minoranze nazionali (ACMN)
 il Coordinatore per le attività economiche e ambientali.
 il Foro di cooperazione per la sicurezza
 il Rappresentante per la libertà dei mezzi d’informazione
 l’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell’uomo
(UIDDU)
L'OSCE è attualmente presente sul territorio per mezzo di 19
"missioni" operative alle quali partecipano circa 1000
collaboratori internazionali; la prima missione operativa di
lunga durata dell'OSCE è stata quella inviata nel 1992 nel
Kosovo, missione fallita a causa dello scoppio della guerra
nel paese balcanico.