Transcript lezione 6
Parte I (I Sensori)
I sensori induttivi di prossimità
•I sensori a correnti parassite, sfruttano il fenomeno dell’induzione di correnti parassite su un opportuno target, per sbilanciare un ponte.
•L’intervallo di funzionamento va da 0.25 a 30 mm (sensori di prossimità)
Parte I (I Sensori)
I sensori induttivi di prossimità
•Intervallo di misura: 0.25, 30 mm; •Non linearità migliore di 0.5%; •Frequenza di eccitazione 1MHz; •Risoluzione 0.0001 mm. 2
Parte I (I Sensori)
I sensori capacitivi
E’ possibile, in teoria, variare una capacità, in funzione di uno spostamento cambiando uno dei parametri che forniscono il valore di una capacità:
C
o
r A x
Le soluzioni che si basano sul cambiamento del dielettrico vengono raramente utilizzate per difficoltà costruttive.
Si ricorre al cambiamento della distanza per valori molto grandi e molto piccoli del misurando.
I dispositivi che si basano sulla variazione dell’area sono adatti per applicazioni intermedie (1÷ 10 cm).
Parte I (I Sensori)
I sensori capacitivi
Nonostante alcuni problemi di tipo elettrico, i sensori capacitivi hanno delle caratteristiche metrologiche che li rendono apprezzabili (basso carico meccanico, semplicità costruttiva, elevata stabilità).
La forma più comune di sensore capacitivo è a facce piane parallele. Per esso si ha:
C
o
r A x
Oppure, se si usa un capacitore con n piatti:
C
o
r A x
e quindi, rispettivamente:
n
1
dC
o
r dx A
;
x
2
dC
o
r dx A x
2
n
1 Valori tipici di C vanno da 1 pF a 500 pF, con una frequenza maggiore di 10 kHz, per ridurre il valore dell’impedenza d’uscita del sensore.
Parte I (I Sensori)
I sensori capacitivi
I sensori capacitivi: •Hanno una vita media molto maggiore rispetto ai potenziometri in quanto non sono soggetti ad usura per strofinio; •Hanno un campo di misura circa doppio rispetto a quello dei sensori induttivi; •Producono verso l’esterno un campo elettromagnetico molto minore.
•Esistono delle configurazioni differenziali che eliminano il problema della non
linearità.
5
Parte I (I sensori)
I sensori capacitivi
Infatti si ha:
V
1
C
1
d A
z
;
C
2
d A
z V r
1
j
C
1 1
j
C
2 1
j
C
1
V r C
1
C
2
C
2
V
2
V
1
V
2
j
C
1
V r V r
1 1 1 / /
d V r d
1 1
j
C
2
j
C
/ 2
z
d
1 /
z
d
z
1 /
z
d
1 /
z
d
1
z
V r
V r
V r C
1
C
1
C
2
d d
2
d
2
d z z V
1
V
2
V r d
z
2
d
d
2
d z
V r z d
6
Parte I (I Sensori)
I sensori capacitivi
•I sensori capacitivi coprivano nel 1999 il 3.1% del mercato US.
•Applicazioni capacitivi sono: tipiche dei sensori •Sensori di prossimità (comprese le applicazioni di riconoscimento presenza umana e veicoli); •Misure di altre grandezze (flusso, livello, etc.) •Realizzazione di interruttori.
NB: un buon testo sui sensori capacitivi è Capacitive Sensors, Larry K. Baxter, IEEE Press.
7
Parte I (I Sensori)
I sensori piezoelettrici
•I sensori piezoelettrici si basano sulla proprietà di alcuni dei dispositivi attivi).
materiali di accumulare cariche alla superficie per effetto di carichi meccanici e viceversa (a differenza dei sensori capacitivi sono •I sensori piezoelettrici godono di: •Elevata rigidità •Elevata frequenza naturale (fino a 500 kHz) •Grande dinamica (migliore di 10 8 ) •Stabilità, riproducibilità e linearità •Ampio campo di temperatura •Elevata insensibilità elettromagnetici esterni.
ai
campi
Parte I (I Sensori)
I sensori piezoelettrici
I sensori piezoelettrici non possono misurare
fenomeni statici
per lunghi intervalli di tempo a causa della resistenza di dispersione e delle correnti di perdita verso i componenti elettronici attivi.
9
Parte I (I Sensori)
I sensori piezoelettrici
•La piezoelettricità è legata a delle asimmetrie della struttura cristallografica dei materiali.
•I materiali che presentano l’effetto piezoelettrico sono dei dielettrici e possono essere: cristalli naturali (quarzo
e tomalina), ceramiche ferroelettriche (è richiesto un processo di polarizzazione) e
film polimerici.
10
Parte I (I Sensori)
I sensori piezoelettrici
I fenomeni piezoelettrici vennero scoperti nel 1880-1881 da Jacques e Pierre Curie. Essi vengono descritti mediante le equazioni piezoelettriche. Si consideri il caso schematico di un parallelepipedo di materiale dielettrico.
Se il materiale non è piezoelettrico, applicando una forza esterna si ha: 11
Parte I (I Sensori)
I sensori piezoelettrici
T
F A
Y
l l
YS S
sT
;
s
1
Y
Applicando contemporaneamente una differenza di potenziale V tra i due elettrodi, si ha:
D D
E
0
E
P vettore spostament o elettrico P vettore di polarizzaz ione
12
Parte I (I Sensori)
I sensori piezoelettrici
Se il materiale è piezoelettrico occorre introdurre anche gli effetti mutui:
D
dT
T E S
s E T
dE
T
costante dielettric a a stress costante
s T
cedevolezz a a campo elettrico costante
d
(C/N) è detta costante piezoelett rica
13
Parte I (I Sensori)
I sensori piezoelettrici
E
D T T
S s E
dT
T
d s E
D T E
S s E
gT
eE g
d T
coeff.
piezoelett rico di tensione
e
d
coeff.
piezoelett rico di deformazio ne
s E
Viene introdotto anche un coefficiente di accoppiamento elettromeccanico:
k
g
e
2
d
T s E
14
Parte I (I Sensori)
I sensori piezoelettrici ESEMPIO 1:
Per il titanato di piombo si ha: d=-44pC/N; T =600 o ; g=-8(mV/m)/(N/m 2 ); Si vuole calcolare la tensione sviluppata (a circuito aperto) da un carico di 1000 N su un papallelepipedo di 1 cm di lato.
15
Parte I (I Sensori)
I sensori piezoelettrici SOLUZIONE:
Essendo in condizioni di circuito aperto si ha:
E
dT
T V
44
D
0 10 12 1000 600 82 .
9 8 .
85 kV/m /(.
01 ) 2 10 12
E
h
82 .
8 1000 / 100 828 V 16
Parte I (I Sensori)
I sensori piezoelettrici ESEMPIO 2:
iSi vuole calcolare la deformazione prodotta sullo stesso dispositivo quando si applica una differenza di potenziale pari a V=1kV, in assenza di carico meccanico.
S
SOLUZIONE
dE
44 10
T
12 0 1000
h
4 .
4 0 .
01 10 6 4 .
4 με 0 .
01 44 nm 4 .
4 10 6 4 .
4 10 8 17
Parte I (I Sensori)
I sensori piezoelettrici
In realtà nel caso di un dispositivo reale le azioni meccaniche possono avvenire secondo sei diversi assi (tre per tensione-
compressione e tre per sollecitazioni di
torsione).
E’ necessario quindi ricorrere a una
rappresentazione matriciale.
18
Parte I (I Sensori)
I sensori piezoelettrici
Nel caso di assenza di fenomeno piezoelettrico le relazioni diventano:
i
s ij j
i
ij j
i j
1 , 2 , 3 1 ,.., 6
i
,
j
1 , 2 , 3 E in presenza di effetto piezoelettrico si ha:
D i i
ij im T E j m
ik d in k T n
i
,
j k
, ,
n m
1 , 1 , ..., 6 2 , 3
im
0
d ij
d ji per i
m
19
Parte I (I Sensori)
I sensori piezoelettrici
Per un tipico dispositivo riportati i seguenti parametri vengono Tale materiale genera ad esempio in reazione a uno stress torsionale di 1N/m
2
applicato attorno all’asse 2 (direzione 5), una densità di carica pari a 515
pC/m 2
su due elettrodi collegati al materiale in corrispondenza della 20 direzione 1.
Parte I (I Sensori)
I sensori piezoelettrici
Per i materiali più comuni valgono i valori riportati in tabella per le caratteristiche piezoelettriche.
21
Parte I (I Sensori)
I sensori piezoelettrici
•Anche i sensori piezoelettrici vengono utilizzati per realizzare sensori di sistemi di deformazioni in tre direzioni (rosette piezoelettriche).
NB: Informazioni sui sensori piezoelettrici si possono trovare in G. Gautschi,
Piezoelectric Sensorics, Springer Edt.
Parte I (I Sensori)
I sensori piezoelettrici
•La connessione con un dispositivo di misura dei sensori piezoelettrici crea problemi, a causa della loro elevata impedenza d’uscita.
23
Parte I (I Sensori)
I sensori optoelettrici
Esistono vari sensori optoelettrici, tutti hanno in comune la proprietà di influire in modo trascurabile sul misurando.
Esempi di tali dispositivi sono: •il sensore Fotonic. • I vettori e/o le matrici di fotodiodi.
Parte I (I Sensori)
I sensori optoelettrici
Il sensore Fotonic Utilizza fibre ottiche per inviare un fascio luminoso al target. Il segnale riflesso viene catturato da fibre ottiche riceventi.
25
Parte I (I Sensori)
I sensori optoelettrici
Si ottiene in tal modo un sensore di prossimità ad elevata sensibilità.
26
Parte I (I Sensori)
I sensori a ultasuoni
I sensori ad ultasuoni usano la misura
tempo di volo (TOF)
di
del
un’onda di pressione ad ultrasuoni per la misura della distanza.
S A S A O Receiver
y
Reflected beam Transmitted beam
h
Target
z
TOF
2
h v s
27
Parte I (I Sensori)
I sensori a ultasuoni
Il ricevitore e il trasmettitore vengono realizzati con: ceramiche piezoelettriche polimeri Operanti a una temperatura inferiore alla
temperatura di Curie
.
Lo
stesso dispositivo
può funzionare da trasmettitore e ricevitore del segnale di eco.
Si utilizzano generalmente risonanti a frequenza tipica di dispositivi
40kHz.
28
Parte I (I Sensori)
I sensori a ultasuoni
Tali sensori sono carattetizzati da un
basso costo (qualche euro)
.
Principali cause d’incertezza sono la
risoluzione lunghezza
(limitata a qualche dalla
d’onda
del segnale ad ultrasuoni).
la
dipendenza della velocità del suono
in aria dalla
temperatura
.
29
Parte I (I Sensori)
Gli encoder
Gli encoder hanno il vantaggio di fornire un’uscita direttamente sotto forma digitale. Esisono encoder per •Misure angolari •Misure di spostamento rettilineo
Parte I (I Sensori)
Gli encoder
Tutti gli encoder sono caratterizzati da strutture geometriche regolari dell’organo cui è vincolato il sensore.
che permettono di determinare la posizione Esistono sistemi: • Ottici •Elettromagnetici 31
Parte I (I Sensori)
Gli encoder
Gli encoder hanno il vantaggio di fornire un’uscita direttamente sotto forma digitale. Esisono tre tipi di encoder: •Encoder tachimetrico •Encoder incrementale •Encoder assoluto. 32