Presentazione dell`intervento di Elvezio Galanti

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Transcript Presentazione dell`intervento di Elvezio Galanti

40° anniversario del terremoto in Tuscania (1971 – 2011)
COME AFFRONTARE LE CATASTROFI NATURALI
29 OTTOBRE 2011
Dott. Elvezio Galanti – Direttore Ufficio Relazioni Istituzionali
[email protected]
167 morti
557 morti
TERREMOTO DI NICASTRO, (CZ)
8 SETTEMBRE 1905 h 1.43 I=IX MCS
TERREMOTO DI FERRUZZANO (RC)
23 OTTOBRE 1907 h 20.28 I=IX MCS
85.926 morti
TERREMOTO IN CALABRIA (REGGIO) E SICILIA
(MESSINA) - 28 DICEMBRE 1908 h 5.21 I=XI
MCS
32.610 morti
TERREMOTO IN AVEZZANO (ABRUZZO)
13 GENNAIO 1915 h 6.52 I=XI MCS
100 morti
TERREMOTO NEL MUGELLO (FIRENZE)
29 GIUGNO 1919 h 15.06 I=IX MCS
R.D.L. 02.09.1919 n. 1915
“Ordinamento dei servizi di pronto soccorso in occasione di terremoti”
Questa legge diede un primo assetto ai servizi del
pronto soccorso in caso di calamità naturale,
pur rimanendo l’ambito di applicazione,
limitato ai casi di terremoti;
IL MINISTRO DEI LAVORI PUBBLICI
è L’AUTORITÀ RESPONSABILE della direzione e del
coordinamento dei soccorsi,
da cui dipendevano tutte le Autorità civili,
militari e locali.
500 morti
DIGA DEL GLENO (BERGAMO)
1 DICEMBRE 1923
R.D.L. 09.12.1926 n. 2389 “Disposizioni per i servizi di pronto
soccorso in caso di disastri tellurici o di altra natura”
• Si conferma la titolarità del MINISTRO DEI LAVORI PUBBLICI quale
RESPONSABILE della direzione e del coordinamento dei soccorsi;
• I SOCCORSI non sono limitati solo alle calamità di natura sismica, ma
vengono ESTESI ANCHE AI DISASTRI DI “ALTRA NATURA”
• IN ATTESA dell’arrivo del Ministro dei lavori pubblici, sul luogo del disastro,
tutte le Autorità civili e militari, dipendevano dal PREFETTO della provincia,
che provvedeva al coordinamento dei soccorsi.
• Nasce un FONDO PER L’EMERGENZA;
• Nascono i primi MAGAZZINI CENTRALIZZATI;
• Nasce il TRENO PER IL SOCCORSO;
• Vengono specificate le competenze di ogni ente coinvolto.
prima del 1970
Il coordinamento dei soccorsi è affidato al
MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI
1951 Alluvione del Polesine
1963 – Alluvione del Vajont
1966 Alluvione dell’Arno
nel 1970
1968 Terremoto del Belice
L. 08.12.1970 n. 996
“Norme sul soccorso e l’assistenza alle
popolazioni colpite da calamità – Protezione Civile”
L. 08.12.1970 n. 996
“Norme sul soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite da calamità –
Protezione Civile”
In caso di calamità naturale o catastrofe, IL MINISTRO DELL’INTERNO assume la
direzione ed attua il coordinamento dei soccorsi;
Per la prima volta viene:
1)
definito il CONCETTO DI PROTEZIONE CIVILE: “l’attività volta alla
predisposizione concertata, in tempo di normalità, dei servizi di emergenza, di
soccorso e di assistenza, nonché, al verificarsi della calamità, ad organizzare,
in forma coordinata ed unitaria, tutti gli interventi delle amministrazioni dello
Stato, delle Regioni, degli enti locali territoriali e degli altri enti pubblici
istituzionali”;
2) riconosciuto un embrionale VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE (singolo
volontario).
3) prevista la nomina di un “COMMISSARIO PER LE EMERGENZE”
TERREMOTO IN TUSCANIA
6 FEBBRAIO 1971 h 18.09
I=VIII - IX MCS
TERREMOTO DELL’IRPINIA
23 NOVEMBRE 1980 h 19.34
I=X MCS
TERREMOTO DEL FRIULI
9 MAGGIO 1976 h 20.00
I=IX - X MCS
Ordine di Servizio del PCM del 29.04.1982
“Ordinamento del Gabinetto”
• Viene istituito il Dipartimento della Protezione Civile in seno alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri.
• Detto Dipartimento viene organizzato dal Ministro per il Coordinamento
della Protezione Civile, d’intesa con il Presidente del Consiglio dei Ministri.
Si tratta di una struttura sovraministeriale,
che lavora per funzioni e non per singole amministrazioni
(Metodo Augustus)
Il cambiamento dell’organizzazione della protezione civile, avviene solo a
livello centrale con le strutture periferiche, che rimangono al Ministero
dell’interno (Prefetture).
EMERGENZA E BENI CULTURALI
Alluvione di Firenze
4 novembre 1966
L’ALLUVIONE PROVOCÒ INGENTI DANNI
AI BENI CULTURALI SOPRATTUTTO AI
BENI LIBRARI E ARCHIVISTICI.
DI 479.000 FASCI, PERGAMENE, OPERE
LIGNEE ECC. 44.500 ANDARONO PERSI
DALL’ARCHIVIO DI STATO.
LA FORZA DEL VOLONTARIATO FU
RILEVANTE MA EVIDENZIÒ LA
MANCANZA DI PREPARAZIONE NEL
CAMPO DEL RECUPERO DEI BENI
CULTURALI DANNEGGIATI, DA PARTE
DI CHI INTERVENNE NELLE FASI DEL
SOCCORSO E DELLA SALVAGUARDIA.
…DA UN LATO LA STRAORDINARIA COMPETENZA DELLE SOPRINTENDENZE
NELLA CONOSCENZA E CATALOGAZIONE DEI BENI,..
…DALL'ALTRO LA MANCANZA DI COORDINAMENTO PER ADEGUATI
Cosa ci ha insegnato
l’alluvione di Firenze per i beni culturali?
1) LA SCIENZA AFFIANCA IL RESTAURO DEI BENI CULTURALI
la conoscenza scientifica (chimica-fisica…) si inserisce nella
materia del restauro. L’Opificio delle Pietre Dure diviene punto di
riferimento nazionale in questa materia;
2) NON SI OPERA SENZA UNA GUIDA COMPETENTE
gli interventi di massa (Vigili del fuoco, forze armate,
volontariato..) devono essere guidati dalle autorità competenti
3) ESERCITAZIONI
organizzazione periodica di esercitazioni sui bb.cc.
alla popolazione per non dimenticare la propria storia
4) FORMAZIONE
formazione permanente dei soccorritori e dei responsabili dei
bb.cc.
Terremoto in Tuscania
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6 febbraio 1971
ore 19:09: terremoto dell'8° grado Mercalli
oggi si dice che quel terremoto raggiunse magnitudo 4,5 Richter.
Una seconda scossa, più debole, viene registrata alle 21:20, ma ormai il
centro storico della città è già ridotto a un cumulo di macerie:
500 gli edifici lesionati, corrispondente al 70% del totale
5000 persone senza tetto
31 morti
un centinaio di feriti
linee elettriche e telefoniche interrotte, mancanza d’acqua.
nel 1971, ci sono volontari, uomini delle forze dell’ordine, tecnici e specialisti, storici dell'arte, architetti e
archeologi e con una speciale normativa, il Governo farà una scelta difficile consentendo la ricostruzione della
città nel suo aspetto originario le case come erano e dove erano.
Terremoto in Tuscania
6 febbraio 1971
Durante la gestione del terremoto si ha il
primo intervento di protezione civile dei
Gruppi Archeologici d’Italia, grazie alla cui
opera di volontariato si riescono a salvare
dalla distruzione e dallo sciacallaggio molte
delle opere artistiche e architettoniche della
cittadina, tra cui il magnifico rosone della
chiesa romanica di S. Pietro.
10 anni dopo il sisma, Tuscania aveva quasi riacquistato il suo aspetto.
Terremoto dell’Irpinia
23 novembre 1980
LA GESTIONE DELL’EMERGENZA È
FALLIMENTARE, INADEGUATA, SENZA
NESSUN COORDINAMENTO, soprattutto
nei primi giorni, ma anche nelle
successive fasi. MANCA UN SISTEMA
ORGANIZZATO, LE STRUTTURE REGIONALI e
AUTONOMIE LOCALI, VOLONTARIATO (Angeli
delle Macerie) si mobilitano spontaneamente,
ma senza avere avuto dal Min.Interno, precisi
obiettivi operativi.
Dopo i primi tre giorni di caos, IL GOVERNO
NOMINA UN COMMISSARIO STRAORDINARIO,
Giuseppe ZAMBERLETTI, con poteri
straordinari, al fine di riorganizzare i soccorsi e
gestire l’emergenza in maniera coordinata.
IN OCCASIONE DEL SISMA, FU COSTITUITA UNA
SOPRINTENDENZA SPECIALE PER I BENI CULTURALI
CHE INIZIÒ I LAVORI SOLO CINQUE MESI DOPO L’EVENTO.
Dipartimento protezione civile
Istituito il DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE, in seno alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri, organizzato dal Ministro per il
Coordinamento della Protezione Civile Giuseppe Zamberletti), d’intesa con il
Presidente del Consiglio dei Ministri. (Ordine di Servizio del PCM 29.04.1982)
RAPPORTO CON
AUTONOMIE LOCALI
COMITATO OPERATIVO
DELLA PROTEZIONE CIVILE
COMMISSIONE NAZIONALE PER LA PREVISIONE E
PREVENZIONE DEI GRANDI RISCHI
COMMISSIONE NAZIONALE
VOLONTARIATO
Soggetti che intervengono
L. 225/92
Le Strutture Operative Nazionali:
(art. 11)
Amministrazioni Componenti di P.C.:
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 Ministeri;
 Regioni;
 Province;
 Prefetture;
 Comuni;
 Comunità Montane;
 Aziende private;
 Ordini professionali.
Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco;
Forze Armate;
Forze di Polizia;
Corpo Forestale dello Stato;
Gruppi Nazionali di Ricerca Scientifica ;
Croce Rossa Italiana;
Strutture del Serv. Sanitario Nazionale;
Organizzazioni di Volontariato;
Corpo Nazionale Soccorso Alpino.
(art. 6)
Alluvione in Piemonte
4 novembre 1994
2.200 SENZA TETTO
10 PONTI DISTRUTTI
100 PONTI INAGIBILI
INGENTI DANNI
ANCHE IN: VENETO,
LOMBARDIA,
LIGURIA, EMILIA
ROMAGNA,
TOSCANA.
Viene organizzato in modo estemporaneo all’interno del CENTRO OPERATIVO di Alba il
recupero del FONDO PAVESE convocando degli ESPERTI della biblioteca nazionale di
Firenze che avevano lavorato per l’alluvione del 1966.
1995 Venezia,
CONVEGNO NAZIONALE SUL VOLONTARIATO:
"Volontari e istituzioni per i beni culturali" organizzato dal
DPC, dal Centro Nazionale per il Volontariato e dal
Ministero della Famiglia, con il patrocinio di Ministero dei
Beni Culturali, Regione Veneto, Provincia e Comune di
Venezia.
1996 Firenze,
CONFERENZA DI PROTEZIONE CIVILE:
“Pianificazione nazionale dell'emergenza nei bacini
dell'Arno e del Serchio - La Protezione Civile e la Difesa dei
Beni Culturali nelle zone a Rischio”, organizzata dal DPC
Terremoto Umbria-Marche
26 settembre 1997
Modello di intervento in Umbria-Marche
COMMISSARI DELEGATI
Presidente Regione UMBRIA
Presidente Regione
MARCHE
PRESIDENZA del
CONSIGLIO DEI MINISTRI
26 settembre 1997
ORGANI CENTRALI DI P.C.
Commissione Grandi Rischi
Comitato operativo P.C.
DIPARTIMENTO
PROTEZIONE CIVILE
MINISTERO
DEI
BENI CULTURALI
Commissario Str.
Basilica di
San Francesco
Commissario Str.
Beni Culturali
Umbria e Marche
DIREZIONE GENERALE
P.C. e S.A.
Corpo Nazionale VV.F.
COM FOLIGNO
COM NOCERA U.
COM CERRETO Sp
SUB
Commissario
MARCHE
I.N.G.V.
SERVIZI
TECNICI
NAZIONALI
GRUPPI NAZIONALI
G.N.D.T. – G.N.D.C.I.
CCS PERUGIA
COM GUALDO T.
SUB
Commissario
UMBRIA
PREFETTO
COM ASSISI
CCS MACERATA
COM SERRAVALLE
CCS ANCONA
COM FABRIANO
Monitoraggio
RETE
SISMICA
NAZIONALE
STAZIONI
MOBILI
SQUADRE MISTE
Rilevamento danni
Agli edifici
SQUADRE MISTE
Rilevamento danni
Agli edifici
RILEVAMENTO
MACROSISMICO
VERIFICA AREE
ATTEZZATE E
STABILITA’ DEI
VARSANTI
dopo il Terremoto Umbria-Marche…
D.M. 18 MAGGIO 1998, N. 429:
REGOLAMENTO RECANTE NORME PER L'ORGANIZZAZIONE E IL FUNZIONAMENTO DELLA
COMMISSIONE NAZIONALE PER LA PREVISIONE E LA PREVENZIONE DEI GRANDI RISCHI
Il Sottosegretario agli Interni Barberi, a seguito del crollo della Basilica di San Francesco ad Assisi,
amplia la CGR con la sezione VIII°
…
Art. 3 - comma 1: La Commissione si articola nelle seguenti sezioni:
sezione I - rischio sismico;
sezione II - rischio nucleare;
sezione III - rischio vulcanico;
sezione IV - rischio idrogeologico;
sezione V - rischio chimico, industriale ed ecologico;
sezione VI - rischio trasporti;
sezione VII - aspetti sanitari delle emergenze;
sezione VIII - DIFESA DEI BENI CULTURALI DAI RISCHI NATURALI E DI
ORIGINE ANTROPICA
D.P.C.M. 3 APRILE 2006
La CGR viene riorganizzata in 21 esperti nazionali in vari settori, e in un gruppo di ulteriori esperti in
settori più specifici, trascritti in un elenco. Tra questi, 2 sono esperti di salvaguardia dei beni culturali.
Attività addestrative nazionali
1996
Esercitazione
“Arno 30”
viene sperimentato per la prima volta il gemellaggio tra
associazioni di volontariato e beni culturali e iniziano una
serie di attività sui bb.cc. sia a livello nazionale che locale
2006
Esercitazione
“Arnus 2006”
Due esempi di esercitazione nazionale
Attività addestrative internazionali
2010
Esercitazione
“Terex”
2006
Esercitazione
“MESIMEX”
EUROSOT 2005
rischio sismico
Sicilia orientale
Terremoto Abruzzo
6 aprile 2009
… a confronto con il terremoto dell’Aquila
57 Comuni colpiti
Comune più esteso:
L’Aquila 70.000
abitanti
67.000 sfollati
Magnitudo: 5.8 ML
308 vittime
Per la prima volta dal 1908, quando più di 86.000 persone morirono durante il terremoto
di Messina e Reggio Calabria, un forte evento sismico ha avuto come epicentro una grande
città italiana, ricca di beni culturali e con un centro storico densamente popolato,
soprattutto da giovani.
Interventi positivi sui beni culturali
FUNZIONE
SALVAGUARDIA BENI CULTURALI
BENI CULTURALI
IMMOBILI
BENI CULTURALI
MOBILI
SUPPORTO DEL VOLONTARIATO
Terremoto Abruzzo
6 aprile 2009
BENI CULTURALI MOBILI
SCHEDATURA
PREPARAZIONE
AREA DI LAVORO
DISLOCAZIONE
OPERA
FOTOGRAFIA
PRIMA MESSA
IN SICUREZZA
IMBALLAGGIO
TRASPORTO IN
MAGAZZINO
Interventi positivi sui beni culturali
Crollo 13 dicembre 1996
Cattedrale San Nicolò di Noto
Riapertura 18 giugno 2007
LA RESILIENZA
Dal latino RESALIO = risalire sulle imbarcazioni rovesciate
“capacità di un sistema di resistere e reagire ad urti improvvisi e destabilizzanti”
IN PROTEZIONE CIVILE
costruire preventivamente quella elasticità che predispone all’impatto
di un’emergenza critica, preoccupandosi non solo di predisporre
procedure di gestione di crisi, ma anche di
SPIEGARE PREVENTIVAMENTE AI CITTADINI COSA FARE E
COME COMPORTARSI IN TUTTE LA ATTIVITÀ
di previsione, prevenzione, gestione delle emergenze e
ricostruzione.
I beni culturali come aggregazione
virtuosa dei cittadini
FIRENZE CITTA’ D’ARTE: ANALISI DELLA RESILIENZA
Elementi di resilienza
Come ha risposto la città
Capacità di alternare la comunicazione dal
“ villaggio globale” al “villaggio di origine”.
Appello del Sindaco all’umanità
I mezzi di comunicazione (radio, TV e giornali) si sono
messi a disposizione delle Autorità, per la
comunicazione in emergenza.
Fiducia nei confronti del Governo locale
I cittadini si sono aggregati intorno alle loro Autorità con
una gestione locale dell’emergenza attraverso l’uso dei
tradizionali punti di aggregazione sociali.
Attività addestrative come mantenimento memoria
storica della comunità colpita e conseguente
esercizio di autoprotezione
Perdita della memoria collettiva della città per la
ciclicitàn delle piene dell’Arno
Possesso un forte senso di appartenenza
territoriale, culturale, linguistica
Volontariato organizzato e ben radicato nel territorio
(Misericordie – Anpas – CRI ecc.) e
comitati spontanei dei cittadini nei quartieri della città
Capacità di reagire all’evento a tutto campo,
contemporaneamente, sia per l’attività commerciale
e produttiva che per la salvaguardia dei beni
culturale
dopo un mese dall’emergenza è stato redatto il primo
instant-book “Firenze i giorni del diluvio”
Casa Editrice Sansoni Firenze con le maestranze delle
tipografie locali colpite dall’alluvione