La bicicletta nel tempo

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Transcript La bicicletta nel tempo

LA BICICLETTA NEL
TEMP …
L’evoluzione della bicicletta
Il termine
"bicicletta" nacque
in Francia verso la
fine degli
anni 1860 e
rimpiazzò il
termine velocipede
dal modello della
High Bicycle in poi.
CELERIFERO
Mentre in Europa c'era la rivoluzione francese, il conte Mede de
Sivrac inventò una semplice macchina e la chiamò velocifero o celerifero. I
costruttori gli davano spesso forme di animali.
Aveva due ruote
collegate da un asse di
legno.
Non aveva freni, quindi
era pericolosa!
Manubrio rigido.
L'inventore del manubrio fu
un signore con un nome
lunghissimo; si
chiamava Karl Christian
Lundwig Drais Von
Sauerbrohm. In Italia il
velocifero col manubrio e
freno venne chiamato
"draisina".
I primi telai erano di legno, poi si iniziarono ad usare tubi di ferro. Le ruote
vennero rivestite di gomma piena.
Grazie ad una ruota più
grande si potevano percorrere
più chilometri!
IL BICICLO.1868
Un giorno un ragazzo di soli 15 anni
che si chiamava Ernest
Michaux inventò i pedali e li montò
alla ruota davanti, che
obbligatoriamente divenne più
grande di quella posteriore, pena
una velocità troppo ridotta e la
perdita dell'equilibrio. In effetti
una bici non cade di lato grazie
all'effetto giroscopico, che però si
innesca solo quando si raggiunge
una velocità minima.
TRASMISSIONE A CATENA
Il primo a pensare ad un
sistema di trasmissione a
ingranaggi fu un orologiaio di
nome A. Guilnet. Questa idea
fu sfruttata dal
meccanico Weier, che inventò
la trasmissione a catena.
Praticamente c'era un
ingranaggio molto grande ,la
corona , attaccato
alla pedivella di un pedale,
e collegato, attraverso una
speciale catena a rulli, a un
ingranaggio più piccolo, il
pignone, fissato alla ruota
posteriore. Ad un giro di
pedali corrispondevano
diversi giri della ruota.
SI EVITÒ DI COSTRUIRE
BICI CON RUOTE GRANDI
Curiosità!
La bici e la donna .
Tutta la storia dello sviluppo della
bicicletta si intreccia con le lotte e le
conquiste femminili . Con l'invenzione della
trasmissione a catena, le donne
cominciarono ad andare in bici, rimase il
problema dell'abbigliamento.
Alcuni stilisti lanciarono
il cosiddetto "abito
razionale" per cicliste.
Fu così che alcune giovani signore
ebbero l'ardire di inforcare le loro
biciclette con tanto di calzoni da
uomo.
Le biciclette
di un tempo
erano così,
invece…
…al
giorno d’oggi ci sono diversi tipi
di biciclette che sono:
•Bicicletta a pedalata assistita
•Bicicletta a scatto fisso
•Bicicletta da città
•Bicicletta da corsa
•Bicicletta da pista
•Bicicletta pieghevole
•Bicicletta reclinata
•Bicimotore
•BMX
•Handbike
•Monociclo
•Mountain bike
•Tandem
•Velotaxi
Confronto tra antico ….
...e moderno
Le ruote sono diverse!
Posizione della sella..
Posizione dei pedali..
RAPPORTO
RAPPORTO è la relazione
di divisione che esiste fra
il numero dei denti della
corona e quello dei
pignoni
Da questo rapporto deriva poi quello che è
lo SVILUPPO (S) ossia LA DISTANZA CHE
ANDREMO A PERCORRERE CON UN GIRO
COMPLETO DI PEDALI!
Vediamo un esempio chiaro con la bici da
corsa : stiamo usando la corona del 52 e
pignone 13 ...
R= 52/13 = 4
Quindi:
S=[
n°denti
n°pignon x 2π x r della ruota
i
]
Considerando un tubolare del
raggio di 340 mm, avremo :
Rapporto
Circonferenza
S= 4 x 2 x 3,1416 x 340 = 8544,15 mm
Metri percorsi con
una pedalata
π
In metri:
S= 8544,15/1000= 8,54 metri per
ciascuna pedalata completa
(arrotondati ).
Dallo sviluppo possiamo ricavare lo SPAZIO PERCORSO
Supponiamo di pedalare ad una frequenza
"f" di 75 pedalate ( o giri ) per minuto... lo
spazio percorso in un minuto, sempre
prendendo l'esempio del rapporto
precedente ( 52x13 che sviluppava 8,54
metri ) sarà :
SPAZIO PERCORSO =
(S
La velocità
x
F ) x 60
ESEMPI
Quindi, con una frequenza di 75
pedalate al minuto avremo : Sp= S x f
= 8,54 (m) x 75 (giri/minuto) = 640,5
metri/minuto ... Se lo moltiplichiamo per
60 (velocità espressa in km/h) ... 640,5 x
60 = 38,43
km/h!!
come siamo abituati a vederla da
ciclocomputer!
Con lo stesso sviluppo (8,54)
ma una frequenza diversa ad
esempio di 40 giri al minuto , lo
spazio percorso sarà :
8,54 x 40 = 341,6 (metri/minuto)
341,6 x 60 =
20,5 Km/h
‘’lo spazio percorso è
minore !’’
Se la frequenza diminuisce anche lo spazio
percorso diminuisce .. e viceversa!
VEDIAMO ALCUNI TIPI DI BICICLETTE
MOUNTAIN BIKE
La mountain bike (spesso abbreviata in MTB,
acronimo di Mountain/Trials Bike) è
una bicicletta strutturata in maniera da potersi
muovere fuori da strade asfaltate, sia in salita che
in discesa.
Telaio
I telai per mountain bike sono caratterizzati
dall'avere una geometria diversa da quelli per bici
da strada, tendenzialmente più "compatta" a parità
di misura, per conferire maneggevolezza e
resistenza. Negli ultimi anni si è diffusa la geometria
detta "sloping" dall'inglese "slope" per "inclinazione"
che presentano il tubo orizzontale abbastanza
inclinato verso il basso e il tubo reggisella
conseguentemente molto lungo.
Cambio e deragliatore
La dentatura dei pignoni posteriori è
variabile da minimo 11 per il pignone più
piccolo a massimo 36 per il più grande, il
loro numero può variare da 6 a 10, le
corone della pedivella possono essere 1 ,
2 o 3 (con la possibilità di sviluppare
quindi da 18 a 30 rapporti di trasmissione
alla ruota).
Pedali
Possono essere "flat" (piatti) oppure automatici (a sgancio
rapido).
I moderni pedali "flat" hanno un'ampia superficie d'appoggio in
alluminio su cui si trovano dei piccoli pin che penetrando nella
suola della scarpa impediscono lo scivolamento del piede.
Ruote
Sono costituite da cerchi
quasi sempre della misura
comunemente denominata
"26 pollici", ma il loro diametro
effettivo è di 559mm misurati
dal punto di battuta dello
pneumatico sul cerchio,
corrispondenti a circa 22
pollici anglosassoni.
Manubrio
È molto largo e dritto o solo
leggermente arcuato, per
consentire un miglior controllo
della bici su terreno accidentato
(le braccia agiscono su un braccio
di leva maggiore).
Freni
Il principale requisito
che i freni da mtb
devono avere rispetto
a quelli per bici da
corsa è la capacità di
lasciare uno spazio
elevato fra i bracci del
freno e la ruota, in
modo da consentire il
montaggio di
pneumatici a larga
sezione mantenendo
ancora margine per
evitare accumuli di
fango.
BICI DA CORSA
La bicicletta da
corsa è pensata
per le
competizioni in
ogni sua parte.
Non vi è più la
scelta del mezzo
fra un panorama
di possibilità, ma
una
progettazione ad
personam, dalle
misure
del telaio ai vari
componenti.
Il peso delle
attuali bici da
corsa è di poco
inferiore di 10 kg.
 Una bicicletta da pista è un tipo
di bicicletta a scatto
fisso designata specialmente
per ciclismo su pista in un
velodromo.
 I pneumatici sono piuttosto
stretti e generalmente gonfiati a
pressioni.
Un solo pignone
Niente cambio marce e freni!
Dal momento che i pistard non possono
cambiare marcia durante una corsa
essendo il rapporto unico (una sola corona
ed un solo pignone).
Entrano perciò in gioco due fattori
importanti: L'ACCELERAZIONE e la
VELOCITÀ FINALE.
Un rapporto più corto permette di
sviluppare un'accelerazione maggiore, è
perciò adatto negli scatti e nelle gare
con partenze da fermo (1000
metri, inseguimento...).
Un rapporto più lungo favorisce
invece lo sviluppo di velocità elevate
(tratto finale delle gare di inseguimento,
gare sulla distanza...).
Creato da :
Spera Sara
Gasbarro Sofia
Luzzi Alessandra
Di Geronimo Giorgia
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