Italia omnium terrarum alumna

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Transcript Italia omnium terrarum alumna

Lezione IV
Il quadro etnico dell’Italia
meridionale prima della
conquista romana
Lo stato delle conoscenze
• Un quadro molto variegato e ancora poco chiaro.
• Ricostruibile in base a dati culturali (la lingua e, in
minor misura la cultura materiale) che non
necessariamente riflettono le realtà politiche.
• Questi dati sono integrabili con le informazioni
fornite
dagli
storici
greci
e
romani,
necessariamente parziali, in quanto espressione di
stati spesso ostili alle popolazioni indigene.
2
Lingue e popoli dell’Italia preromana
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Gli alfabeti
dell’Italia
antica: il Greco
e l’Etrusco
4
Gli alfabeti
dell’Italia
antica: altri
alfabeti
italici
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I popoli dell’Italia meridionale
preromana
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Le popolazioni italiche dell’Italia
meridionale
• Sanniti, stanziati nelle zone interne dell’Appennino
abruzzese, molisano e campano.
• Campani, stanziati nelle pianure della Campania centrale, a
contatto con i Greci e gli Etruschi.
• Aurunci, stanziati ai confini tra Lazio e Campania.
• Lucani, stanziati nelle zone interne della Basilicata e della
Calabria settentrionale.
• Bruzi, staccatisi dai Lucani per secessione alla metà del IV
sec. a.C. e stanziati nelle zone interne della Calabria.
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Il Sannio e la Campania
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I Sanniti
• Un gruppo composto da almeno 4 distinte tribù, che
potevano federarsi in caso di bisogno: Pentri, Carricini,
Caudini e Irpini.
• Il territorio delle singole tribù era a sua volta diviso in pagi
(“cantoni”), entro i quali sorgevano dei vici (“villaggi”).
• Un territorio privo di città: tra i centri maggiori
Pietrabbondante (da identificare con Bovianum Vetus?),
una santuario federale che forse aveva anche una valenza
politica.
• Pietrabbondante è una delle aree archeologiche più
interessanti del Sannio, con due templi e un teatro: ma i
resti visibili oggi risalgono alla piena età della
romanizzazione.
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Il santuario di
Pietrabbondante
(Bovianum?),
nel territorio dei
Sanniti Pentri
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Il teatro del santuario di Pietrabbondante
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Il tempio grande (tempio B) del
santuario di Pietrabbondante
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L’origine settentrionale dei
Sanniti e le loro migrazioni
• Una popolazione di origine indoeuropea, giunta
alle sue sedi dal nord.
• Strabone, V, 4, 12 e la migrazione degli Irpini:
«Viene poi il popolo degli Irpini, anch'essi di
ceppo sannita. Ricevettero questo nome dal lupo
che fece da guida alla loro migrazione: i Sanniti
chiamano hirpos il lupo. Confinano con i Lucani
dell’entroterra».
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La povertà del Sannio e la genesi dei
Campani
• Un territorio che consente un limitato sfruttamento agricolo, più
favorevole alla pastorizia e incapace di sostenere un forte sviluppo
demografico.
• La soluzione alla pressione demografica: l’emigrazione nelle regioni
vicine, più fertili.
• Nel V sec. a.C. tribù sannitiche si stanziano in Campania, formando
poi una Lega Campana (centro principale Capua, centro di origine
etrusca che cade nelle mani dei nuovi dominatori nel 423 a.C.).
• Nel 421 a.C. i Campani conquistano anche la greca Cuma; la
popolazione greca si rifugia nella vicina Neapolis.
• Un progressivo distacco fra Campani, influenzati dalle forme politiche
(la città-stato) e culturali di Etruschi e Greci, e i Sanniti rimasti sulle
montagne.
• Un distacco che si tradurrà in guerra aperta nel IV sec. a.C.
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Un documento della
lingua osca: la Tavola
di Agnone
• Contiene il calendario
dei sacrifici che si
dovevano
compiere
presso un luogo sacro
(“l’orto”) e un inventario
degli altari che vi si
trovavano
(Londra,
British Museum).
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Un documento della
lingua osca: una
Diovila di Capua
• Stele opistografa in onore
di Diovia: Kluvatiium /
pumperias
pustm[---]
(“Dei Clovatii. Alle feste
ultime…”) (Capua, Museo
Campano)
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La Lucania e
il Bruzio
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Strabone, Geografia, VI, 1, 2: i
Lucani, coloni dei Sanniti
• Prima che venissero i Greci non c’erano ancora i
Lucani, ma questi luoghi erano occupati da Conii
ed Enotri. Avendo poi i Sanniti accresciuto di
molto la loro potenza, cacciarono Conii ed Enotri
ed insediarono in questi territori alcuni Lucani;
frattanto anche i Greci occupavano ambedue i
litorali fino allo Stretto e per lungo tempo Greci e
Barbari si fecero reciprocamente guerra.
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La spinta dei Lucani verso le coste
• Il movimento dei Lucani proseguì in direzione della costa
tirrenica e ionica, occupata dalle colonie greche.
• In una prima fase i contatti furono forse di collaborazione:
mercenari lucani al servizio delle poleis greche?
• Ma in un secondo momento i Lucani fanno valere la forza
dei numeri e le loro capacità militari (in particolare la
cavalleria): intorno al 420 a.C. conquista della greca
Posidonia.
• Uno stato federale, che elegge un comandante supremo (un
basileus, “re”, secondo le fonti greche) in caso di guerra.
• Istituzioni di carattere democratico, in cui il potere è nelle
mani dei guerrieri.
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Un
cavaliere
lucano
nella
necropoli
di Paestum
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Il cavaliere
lucano di
Grumentum
Statua in bronzo, 560550 a.C. (Londra,
British Museum)
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I Bruzi
• La parabola storica dei Bruzi è relativamente breve, tra la
metà del IV e gli inizi del II sec. a.C., ma la popolazione è
di grande interesse, per il fatto che occupava buona parte
della nostra regione.
• Lo sviluppo dell’interesse sui Bruzi è relativamente
recente, anche dal punto di vista dell’indagine
archeologica.
• Una cultura che, dal punto di vista archeologico, epigrafico
e numismatico, presenta forti caratteri di ellenizzazione.
– Un quadro in netto contrasto da quello che emerge dalle fonti
letterarie: i Bruzi come barbari, strenui avversari delle città greche
e di Roma.
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Strabone, Geografia, VI, 1, 4: l’origine
dei Bruzi (o, alla greca, Brettii)
• Un poco oltre rispetto ai Lucani ci sono i Brettii, che
abitano una penisola nella quale è inclusa un’altra penisola,
quella cioè, il cui istmo va da Scillezio fino al golfo di
Ipponio. Il popolo suddetto ha ricevuto il nome dai Lucani:
infatti questi ultimi chiamano «Brettii» i ribelli. Questi
Brettii dunque, che prima erano dediti alla pastorizia al
servizio dei Lucani, essendo poi divenuti liberi per
l’indulgenza dei loro padroni, si ribellarono, a quanto
dicono, quando Dione fece guerra a Dionisio e sollevò tutti
questi popoli gli uni contro gli altri.
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L’origine dei Bruzi
• Le altre fonti concordano con Strabone:
l’identità “nazionale” dei Bruzi si forma
intorno alla metà del IV sec. a.C. da una
secessione dai Lucani.
• I protagonisti della secessione: elementi di
origine servile, impegnati in attività di
sfruttamento dei pascoli e dei boschi della Sila.
• La definizione della “nazione” bruzia avviene
grazie a notevoli capacità militari, che
permettono ai Bruzi di affermarsi prima contro
i Lucani, poi contro le città greche.
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Il rapporto con i Greci
• Nonostante la forte ellenizzazione culturale,
i rapporti politici fra Bruzi e poleis greche
sono costantemente ostili.
• Attacchi dei Bruzi contro Turii, Crotone e
Hipponion (Vibo Valentia).
• Un’ostilità che determina l’atteggiamento
delle fonti greche e latine nei confronti dei
Bruzi.
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Le istituzioni dei Bruzi
• Un popolo che solo lentamente sviluppa istituzioni
comuni, lasciando sempre spazio alle iniziative di
singoli gruppi.
• La struttura politica: unità cantonali e qualche città
(Petelia,
Consentia,
Pandosia),
largamente
autonoma.
• Un’unità “federale” (attestata oltre che dalle fonti
letterarie, anche dalla monetazione) che si crea
soprattutto in caso di guerra, esprimendo un esercito
comune.
– Centro della Lega dei Bruzi sarebbe stata Consentia.
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La monetazione dei
Bruzi
• Moneta d’argento con, al
dritto, testa di Ares barbata
con elmo, al rovescio Nike
che incorona un trofeo e la
legenda in greco Brettion,
(“dei Brettii”), III sec. a.C.
(Siracusa, Museo Archeologico Regionale).
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Il sito
archeologico
di Castiglione
di Paludi
Un insediamento
protetto
da
fortificazioni
in
blocchi squadrati e
torri (IV sec. a.C.)
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Castiglione di
Paludi:
particolare
delle
fortificazioni
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I corredi funebri:
l’influenza greca
• Armatura in bronzo, con elmo
crestato e corazza anatomica, da
una tomba maschile a camera di
Marcellina, seconda metà del IV
sec. a.C. (Reggio Calabria, Museo
Archeologico Nazionale)
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I corredi funebri: l’influenza greca
• Rhyton a testa di mulo, da una tomba maschile a camera di
Marcellina, seconda metà del IV sec. a.C.
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Un’arte dei Bruzi?
• Scultura in pietra con
volto maschile, da
Castiglione di Paludi,
IV sec. a.C.? (Sibari,
Museo della Sibaritide)
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Le popolazioni “illiriche” della
Puglia
• Un quadro etnico molto confuso, a causa della
stratificazione di nomi di popoli nel corso del tempo.
• Nelle fonti greche più antiche prevale per tutte queste genti
il nome di Iapigi.
• Nel corso del tempo appaiono etnici distinti:
– A nord i Dauni
– Al centro i Peucezi (Poediculi nelle fonti latine)
– A sud i Messapi (con le affini tribù dei Calabri e dei Sallentini in
età romana)
• Nell’estrema parte settentrionale della regione abitava una
popolazione di lingua italica, gli Apuli, il cui nome finirà
per imporsi su quello delle altre etnie.
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La Puglia
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Strabone, Geografia, VI, 3,1: le
popolazioni della Puglia
• Dopo aver descritto l'Italia antica fino a Metaponto,
dobbiamo parlare delle regioni che la seguono. La prima è
la Iapigia: i Greci la chiamano Messapia, gli indigeni la
distinguono in Salento (la parte intorno al promontorio
Iapigio) e Calabria. A nord di queste si trovano le
popolazioni chiamate in greco Peucezi e Dauni, ma gli
indigeni chiamano Apulia tutta le regione dopo la Calabria
e Apuli la popolazione. Alcuni, in particolare i Peucezi,
sono chiamati anche Pedicli.
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L’influenza greca
sulle popolazioni
della Puglia: un
vaso da Canosa,
fine IV sec. a.C.
(Bari, Museo
Archeologico)
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I Dauni
• Una civiltà caratterizzata da
stele antropomorfe (VII-VI sec.
a.C.),
con
funzione
di
segnacolo funebre.
• I rilievi che decorano le stele ci
fanno conoscere ornamenti
maschili e femminili, scene di
vita
quotidiana,
miti
e
cerimonie religiose.
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I Peucezi: il sito di Monte Sannace
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I Messapi e la loro ceramica: una
“trozzella”
• Una trozzella messapica
del IV sec. a.C., oggi a
Lione, Musée des BeauxArts.
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La lingua messapica
• Una lingua indoeuropea, forse affine
all’Illirico, ma diversa dalle lingue italiche.
• Parlata, oltre che dai Messapi, anche dai
Dauni e dai Peucezi.
• La lingua è chiamata messapica perché la
maggior parte dei documenti viene dal
territorio dei Messapi.
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Capitello in pietra leccese con iscrizione
messapica, da Ceglie (Brindisi)
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Particolare del capitello, con la dedica
messapica
•Ana Aprodita Lahona Theoto/ridda Hipaka-thi. Theotoriddath, /
[Th]aotoras Keosorrihi biliva.
•Ad Afrodite Ana da parte di Lahona Theotoriddath e di Hipaka.
Theotoriddath, figlia di Thaotor Keosorres.
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Per saperne di più
• Sulle civiltà della Campania preromana:
– Alcuni articoli in G. Pugliese Carratelli (a cura di), Storia e civiltà
della Campania, I, L’evo antico, Napoli 1991 [BAU ART 945. 72
S1].
– B. D’Agostino, Le genti della Campania antica, «Italia omnium
terrarum alumna», Milano 1988, pp. 531-589 [BAU STO/C I A/a 2].
• Sui Sanniti:
– E.T. Salmon, Il Sannio e i Sanniti, Torino 1985 [BAU STO/D 937. 5
SAL]
– A. La Regina, I Sanniti, «Italia omnium terrarum parens», Milano
1989, pp. 301-402 [BAU STO/C A/a 2]
– D. Monaco, I Sanniti. Archeologia dell’antico Sannio
http://xoomer.alice.it/davmonac/sanniti/index.html
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Per saperne di più
• Sui Lucani:
– A. Pontrandolfo Greco, I Lucani: etnografia e archeologia di una
regione antica, Milano 1982 [BAU ART 937. 7 A LUC/4]
– B. D’Agostino, Le genti della Lucania antica, «Italia omnium
terrarum parens», Milano 1989, pp. 193-246 [BAU STO/C A/a 2]
• Sui Bruzi:
– P.G. Guzzo, I Brettii. Storia e archeologia della Calabria
preromana, Milano 1989 [BAU ART 937. 7 A CAL/1].
– M. Lombardo, I Brettii, «Italia omnium terrarum parens», Milano
1989, pp. 249-297 [BAU STO/C A/a 2].
– G. De Sensi Sestito (a cura di), I Bretti, I, Cultura, lingua e
documentazione storico-archeologica, Soveria Mannelli 1995
[BAU ART 937. 7 A CAL/2].
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Per saperne di più
• Sui Messapi e i Peucezi:
– F. D’Andria, Messapi e Peuceti, «Italia omnium
terrarum alumna», Milano 1988, pp. 653-715 [BAU
STO/C I A/a 2]
– F. D’Andria (a cura di), Archeologia dei Messapi, Bari
1990 [BAU ART 937. 7 A PUG/5].
– A. Ciaccio et alii, Monte Sannace: gli scavi
dell’acropoli (1978-1983), Galatina 1989 [BAU STO?]
• Sui Dauni: E.M. De Juliis, L’origine delle genti
iapigie e la civiltà dei Dauni, «Italia omnium
terrarum alumna», Milano 1988, pp. 593-650
[STO/C I A/a 2].
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