Inceneritore Terni

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Diossine:
danni per la salute e
strategie di prevenzione
Dr Carlo Romagnoli
ISDE Umbria
Temi affrontati
1. Sintesi delle evidenze disponibili (OMS, 2010)
1. Fonti delle diossine
2. Diffusione bioaccumulo e modalità di assunzione
nell’uomo
3. Effetti da esposizioni ad alte e basse dosi
2. Ipotesi patogenetiche sugli effetti da
esposizioni a basse dosi
1. Sregolazione della funzione ormonale
2. Alterazione dei meccanismi epigenetici
3. Strategie di prevenzione
1.1) Fonti delle diossine (OMS 2010)
• I maggiori quantitativi
provengono da:
– incenerimento dei
rifiuti;
– industria metallurgica.
• Altre fonti sono:
– le industrie chimiche
(produzione di diserbanti,
pesticidi, idroc.polic.aromatici)
– le industrie del vetro e della
ceramica
– il fumo di sigaretta
– gli scarichi di combustione
degli autoveicoli
– gli impianti di combustione a
legna o a carbone
– gli incendi accidentali
– le discariche abusive
– ecc.
1.2) Diffusione , bio -accumulo e modalità
di assunzione nell’uomo (OMS 2010)
• Le diossine:
– sono ormai un reperto
ubiquitario in quanto
possono essere
rilevate ovunque
nell’ambiente grazie
alla loro persistenza
(emivita 5-15 anni)
– si accumulano nella
catena alimentare,
principalmente nel
tessuto grasso degli
animali
• Più del 90% della quota
assunta dall’uomo
avviene attraverso il
cibo, principalmente
carne e prodotti di
caseificio, pesce e
molluschi.
1.3) Sintesi delle evidenze
disponibili ( OMS 2010)
Esposizioni croniche e
basse dosi:
– Danni al sistema
immunitario;
– Alterato sviluppo del
sistema nervoso;
– Alterato funzionamento
del sistema endocrino
– Alterato funzionamento
delle funzioni
riproduttive.
– Sviluppo di molti tipi di
cancro (IARC, 1997)
• Esposizioni acute ad
alte dosi:
– Cloracne
– epatotossicità
Victor Yushchenko prima e dopo il tentativo di
omicidio con diossina che subi nel 2004
2.1) Prime ipotesi patogenetiche sugli
effetti da esposizioni a basse dosi
•
•
Le diossine sono accomunate dal
meccanismo d’azione, che
consiste principalmente (ma non
solo) nel legame con il recettore
AHR (= Arilic Hydrocarbon
Receptor, Recettore per gli
Idrocarburi Arilici), un fattore di
trascrizione attivato da ligandi,
situato nel citoplasma cellulare,
che controlla l’espressione di
svariati geni.
La diossina è un potente ligando
per il recettore AHR.
•
Il complesso diossina-AHR:
– trasmigra nel nucleo
– induce la trascrizione di vari
geni, che codificano la sintesi
di numerose sostanze tra cui il
citocromo P450 deputato alla
biotrasformazione ed
eliminazione di numerosi
xenobiotici
– Con effetti su:
• sulla differenziazione e la
divisione cellulare;
• sul metabolismo di alcuni
ormoni tra cui quelli
tiroidei e quelli sessuali,
• sul sistema immunitario.
2.2.1) Le diossine come sostanze chimiche che
sregolano la funzione endocrina (ECDs)
•
La esposizione a diossine come
ad altre sostanze chimiche
(specialmente in gravidanza e
nell’infanzia) può alterare il
normale sviluppo dando luogo ad
una alterata suscettibilità alle
malattie nel corso della vita, con
effetti su funzione riproduttiva e
sui sistemi
– neurologico
– cardiovascolare
– metabolico
– immunitario
J Steroid Biochem Mol Biol. 2011 November; 127(3-5): 204–215.
Endocrine Disrupting Chemicals and Disease Susceptibility
Thaddeus T. Schug,1,* Amanda Janesick,2 Bruce Blumberg,2 and Jerrold J.
Heindel1
2.2.2) Sostanze chimiche che sregolano la
funzione endocrina
Receptor
Androgen
Estrogen
Physiological
Function
Endogenou
s Ligand
Examples of Endocrine
Disrupting Chemicals
Male sexual
development
Testosteron
e
Pesticides
Phthalates
Plasticisers
Polyhalogenated compounds
Estradiol
Alklyphenols
BPA
Dioxins
Furans
Halogenated hydrocarbons
Heavy metals
Female sexual
development
Thyroid Hormone
Metabolism Heart
rate
Thyroid
Hormone
BPA
Dioxins
Furans
PBDEs
PCBs
Perchlorates
Pesticides
Phalates
Phytoestrogens
Progesterone
Female sexual
development
Progesteron
e
BPA
Fungicides
Herbicides
Insecticides
Arylhydrocarbon
Circadian rhythm
Metabolism
Neurogenesis
Organ
development
Stress response
Unknown
Dioxins
Flavonoids
Herbicides
Indoles
PCBs
Pesticides
2.2.3) Le diossine come sostanze chimiche che
sregolano la funzione endocrina (ECDs)
Ormoni e ECDs si legano
alle membrane o a
recettori nel
citoplasma che li
portano al nucleo
dove si legano ad
elementi di risposta
(REs), dando luogo
alla regolazione della
trascrizione di geni ed
alla produzione di
proteine.
Gli EDCs possono
alterare questo
processo di
segnalazione
legandosi a recettori
ormonali ed attivando
o interdicendo la
risposta di
transcrizione
J Steroid Biochem Mol Biol. 2011 November; 127(3-5): 204–215.
Endocrine Disrupting Chemicals and Disease Susceptibility
Thaddeus T. Schug,1,* Amanda Janesick,2 Bruce Blumberg,2 and Jerrold J.
Heindel1
2.2.4) Le diossine come sostanze
chimiche che sregolano la funzione
endocrina (ECDs)
• Le esposizioni precoci ( gravidanza e infanzia)
possono provocare cambiamenti funzionali a
livello cellulari che conducono a cambiamenti
nello stato fisiologico normale e, da ultimo, a
malattie nell’età adulta
2.2.5) Le diossine tra le sostanze chimiche
che sregolano la funzione endocrina (ECDs)
System
Disease
Breast/Prostate Cancer
Endometriosis
Infertility
Reproductive/Endocri
Diabetes/Metabolic
ne
Syndrome
Early puberty*
Obesity*
Chemicals
BPA
Dioxin, PCBs
Estrogens, Pesticides, Phthalates
BPA
Estrogens, BPA
BPA, Organochlorine pesticides, Organotins
Immune/Autoimmune
Susceptibility to infections Dioxin
Autoimmune disease
Dioxin
Pulmonocardiovascular
Air pollution
Asthma*
Heart disease/Hypertension BPA
Stroke
PCBs
Brain/Nervous
Alzheimer's Disease
Parkinson's Disease
ADHD/Learning
disabilities*
Lead
Pesticides
PCBs, Lead, Ethanol, Organochlorine
pesticides
2.2.6) Le diossine come sostanze chimiche che
sregolando la funzione endocrina (ECDs),
alterano la funzione epigenetica
• Il termine epigenetica si
riferisce al complesso dei
fattori cellulari che regolano
l’attività del DNA senza
alterare le sequenze di DNA,
ma legandone le basi con
gruppi metilici.
•
Mentre ci sono molti fattori che
possono cambiare DNA ed
alterare la espressione del gene
(es.. Rad. ionizzanti) alcune
sostanze chimiche ambientali
possono riprogrammare il DNA
attraverso alterazioni dei
modelli di metilazione.
•
Geni dis o ipo metilati tendono
ad essere più accessibili alle
trascriptasi e possono portare
ad espressioni genetiche
alterate o improprie.
•
In alcuni casi fattori ambientali
promuovono una trasmissione
ereditaria del fenotipo di
malattia attraverso generazioni
successive.
•
La trasmissione ereditaria di
fenotipi a genesi ambientale è
designata come ereditarietà
epigenetica transgenerazionale
2.2.7) Le diossine come sostanze chimiche che
sregolando la funzione endocrina (ECDs),
alterano la funzione epigenetica
•
•
Gli EDCs possono alterare meccanismi epigenetici normali delle cellule dando luogo:
in caso di cellule somatiche, a malattie dei tessuti in sviluppo
•
Nel caso di cellule riproduttive possono comportare effetti patogenetici nei discendenti
2.2.8) Possibili effetti multi generazionali
e transgenerazionali degli ECDs
•
Molti EDCs promuovono
modifiche epigenetiche che
influenzano cellule somatiche e
così lo status di malattia
dell'individuo esposto
(generazione di F0). In
gravidanza, l'esposizione ad
EDC potrebbe provocare anche
modifiche epigenetiche nelle
prossime due generazioni (F1 e
F2) attraverso il feto e la sua
linea germinale, mentre nelle
generazioni successive (F3 ed
oltre) potrebbero apparire dei
fenotipi transgenerationali.
2.2.9) L’iceberg dei fattori
“obesogeni”
• L’iceberg nella figura indica
che:
– c'è evidenza che
esposizione prolungata a
certi EDCs dà luogo ad
obesità in modelli animali.
– Solamente alcuni chemicals
sono stati studiati
completamente in creature
umane, così è possibile che
siano molti di più più quelli
che si trovano sotto la punta
"la punta dell'iceberg" delle
sostanze obesogene
3.1) Strategie di prevenzione
La strage di Taranto:
Speranza di vita dal 1992 al 2009 nelle province della Puglia. Fonte Istat.
• Ergo: rivalutare il peso dei determinanti ambientali rispetto alla
assolutizzazione dei fattori comportamentali fino ad oggi imperante,
che colpevolizzano i singoli e assolvono i produttori di rischio
3.2) Strategie di prevenzione
La strage di Taranto:
Speranza di vita dal 1992 al 2009 nelle province della Puglia. Fonte Istat.
•
•
Ergo: spostare l’attenzione dalla non etica misurazione epidemiologica di
danni da esposizioni note ed evitabili
alla misurazione ed abbattimento delle esposizioni note ed evitabili
attivando:
– registri delle esposizioni
– registri del carico chimico multiplo
3.3) Strategie di prevenzione
Fino ad oggi
Da ora in poi
Ruoli ben distinti tra:
Politiche di prevenzione
concertate con i
portatori di interesse
-esposti ( scelta priorità e valutazione
efficacia misure prevenzione)
-produttori di rischio (applicare le misure
efficaci ad abbattere le esposizioni)
-servizi di prevenzione ambientale: (lavorare
per misurare le esposizioni ed abbatterle)
• Ergo: occorre riprendere il controllo dei servizi di
prevenzione oggi funzionali ai “portatori di interesse” e
renderli funzionali al diritto alla salute dei cittadini e
degli esposti
3.4) Strategie di prevenzione
Quota capitaria
(1800 € circa pro
capite all’anno)
Fiscalità generale
Programmi di
prevenzione ambientale
( ASL e ARPA):
1) Scelta priorità
2) Valutazione effetti
Rappresentanza
istituzionale
(che sostituisce i
fini)
Interdizione
Cittadini e territori
• Ergo: superare la attuale “Interdizione degli esposti a rischi
ambientali” nella definizione delle politiche di prevenzione
3.5) Strategie di prevenzione
R
E
G
I
O
N
E
Quota capitaria
pesata
assegnata al
distretto
Quota a mandato per funzioni appropriate
per il livello centrale
Global budget per:
-ospedale di territorio
-emergenza urgenza
-alte specialità
Almeno il 51 % ai servizi distrettuali ( da prom. salute a prevenzione, medicina
generale, salute mentale, servizi sociali, cure intermedie, riabilitazione)
• Ergo: attivare un sistema di finanziamento funzionale alla gestione
comune di salute e territorio
•
•
•
•
•
In questo modo:
i soldi vanno ai livelli appropriati;
la collettività, beneficiaria ultima del servizi, è responsabilizzata rispetto all’uso, dovunque
realizzato, delle sue risorse;
si creano i presupposti per contrastare l’uso privato del comune tramite audit civici ed altri
strumenti per le verifiche in regime di terzietà;
nello specifico dei servizi di prevenzione, si supera l’attuale modello verticale basato su
Dipartimenti e su Agenzie regionali per l’ambiente che non hanno alcun rapporto con gli esposti,
ridando potere, di indirizzo e di verifica, agli esposti ed alla comunità territoriali in cui vivono.
La vita che resiste al biopotere e produce
“comune”: un esempio di autorganizzazione dei
cittadini
Coalizione “Come democratizzare il nostro SSR?”
ACU Umbria (Associazione Consumatori e Utenti Umbria),
Cittadinanzattiva Umbria
CARD Umbria(Confederazione Associazioni Regionali di Distretto),
Federconsumatori Terni
Fondazione Angelo Celli “Per una cultura della salute”,
Forum del Terzo Settore
ISDE Umbria
Lega Consumatori Umbria
Movimento Consumatori Umbria
Movimento Difesa Consumatori
Partito dei Comunisti Italiani – segreteria regionale
Perugia Civica
SITI Umbria (Società Italiana di Igiene, medicina preventiva e sanità pubblica),
SIMFER Umbria(Società Italiana di Medina Fisica e Riabilitativa),
SIQUAS Umbria(Società Italiana per la Qualità dell’Assistenza Sanitaria
Unione Nazionale Consumatori Umbria
e alcun@ cittadin@ competent@
Per un servizio sanitario sostenibile, equo
partecipato e di qualità.
Integrazioni alla proposta di legge della Giunta regionale
“Ordinamento del Servizio sanitario regionale”
Umbria, 3/10/2012
Impegni istituzionali a favore del sistema di
finanziamento proposto dalla Coalizione
3.6) Strategie di prevenzione
• Oggi le strategie di prevenzione tutelano gli
interessi dei privati attraverso politiche di
servizio agli stessi da parte del pubblico, con
un enorme conflitto di interessi dato dal fatto
che il controllore lavora per il controllato
• L’attivazione di un “Osservatorio indipendente
su salute e ambiente” può essere utile a
supportare i cambiamenti necessari nelle
strategie di prevenzione.