Transcript wittgenstein_ricerche - Scienze della Comunicazione
L. Wittgenstein
Nel Tractatus il significato delle proposizioni era ricondotto alle
condizioni di verità( TLP 4.4;4.41;4.431)
Tesi 1
•Proposizioni elementari •Proposizioni complesse Il senso delle proposizioni complesse dipende dai costituenti elementari ( TLP 5.2341) Il senso delle proposizioni elementari dipende dalla loro possibilità Come si vede la possibilità delle proposizioni elementari?
Tesi 2
Teoria raffigurativa
1 Le proposizioni sono immagini Wittgenstein/R F R.Pujia
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Grammatica,gioco Linguistico Forma di vita
Tesi 3
•Raffigurare fatti è solo uno di molti scopi delle proposizioni del linguaggio ( RF. 23, 304) Rifiuto del rapporto semantico diretto (iconico) linguaggio mondo basato sui nomi che stanno per gli oggetti •Contro il “modello Agostiniano del linguaggio” •Solo l’uso delle parole rivela ciò che esse designano ( R.F. §10) •Critica alla definizione ostensiva alla tesi secondo cui la spiegazione del significato si ha con l’ostensione dell’oggetto o del referente Wittgenstein/R F R.Pujia
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Critica alla definizione ostensiva
La definizione ostensiva spiega l’uso – il significato della parola, quando sia già chiaro quale funzione la parola debba svolgere, in generale nel linguaggio… ( RF §30) Di per sé la definizione non può fissare il significato di alcunché ( Rf, §28, 29) La Teoria secondo cui alla radice del Rapporto tra linguaggio e mondo vi è una relazione diretta tra termini e elementi individuali del reale ( Tesi 3) •( modello oggetto e designazione) •Vale solo per linguaggi rudimentali e non spiega l’uso e dunque il significato Wittgenstein/R F R.Pujia
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Critica della definizione ostensiva
Per chiedere e per dare una definizione ostensiva occorre che si capisca già molto del linguaggio ( Grammatica filosofica: p. 37) Noi immaginiamo una persona cui si dia una definizione ostensiva come qualcuno che già possiede una lingua. La lingua appunto in cui viene formulata la definizione ostensiva E’ nel linguaggio che i molti modi in cui potrebbe essere interpretata la definizione ostensiva si determina Il fatto che una definizione ostensiva possa essere fraintesa e debba essere compresa ne mostra il carattere non originario nel linguaggio e nell’apprendimento del linguaggio Wittgenstein/R F R.Pujia
Semplice Complesso
Se il semplice è tale solo in senso relativo La tesi 6 del Tractatus che richiede l’esistenza di una forma generale della proposizione è a sua volta confutata Bisogna rinunciare all’idea che qualcosa è una proposizione soltanto se possiede una essenza raffigurativa Il referente non spiega il significato di un termine •Significato e riferimento vanno separati •( RF§40) •La necessità degli oggetti semplici •quale fondamento assoluto della •Intelligibilità delle proposizioni è un mito 5 Wittgenstein/R F R.Pujia
Semplice complesso
•La distinzione semplice complesso •non ha una sussistenza assoluta ma è •Relativa ai nostri scopi e interessi
( RF §47
La tesi ( Tesi 5)della necessità dei semplici è ribaltata nelle Ricerche e relativizzata Parliamo di oggetti assolutamente semplici dimenticando che usiamo la parola composto e la parola semplice in moltissimi modi differenti Non ha alcun senso chiedersi se un oggetto è semplice o composto al di fuori di un gioco linguistico 6
“Quali sono le parti costitutive di una sedia ? I pezzi di legno di cui è formata o le molecole ? Oppure gli atomi?…( RF:§47)
Wittgenstein/R F R.Pujia
Semplice complesso
L’indefinibilità degli oggetti semplici va intesa non come la intendeva il Teeteto ma in maniera non oggettivistica 7 Si deve cioè passare da una visione ontologica della ostensione alla considerazione delle esigenze di una concezione pragmatica del significato Cfr. •Frege un nome non ha significato isolatamente ma solo nel contesto della proposizione •Denominare qualcosa non significa attribuire esistenza ma attribuire una funzione in un gioco linguistico non è •La connessione tra nomi e portatori non è una connessione ontologica parole e cose ma parole e parole , tra segni e parole (RF §§50-51) Wittgenstein/R F R.Pujia
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Ruolo semantico e ontologico della grammatica
L’idea secondo cui una parola non ha significato se ad essa non corrisponde qualcosa è una delle grandi fonti di disorientamento filosofico ma Le condizioni di verità di un enunciato dipendono dal riferimento dei termini che compongono l’enunciato Il riferimento a sua volta dipende, è determinato, dalla specifica modalità d’uso dei termini.
Non si può determinare il senso di un enunciato se non è chiaro quale tipo di riferimento i suoi subcomponenti hanno nel contesto del loro uso. Wittgenstein/R F R.Pujia
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Ruolo semantico e ontologico della grammatica
Per i mentalisti il riferimento è dato dai Processi e dagli stati mentali Per i materialisti si tratta dei processi del cervello e del sistema nervoso.
Per i comportamentisti dei comportamenti visibili In tutti i casi l’idea è che il significato di una parola accompagna e coesiste con essa.
L’errore sta nel dire che intendere [pensare , credere ]consiste in qualche cosa ( Zettel §6)
Wittgenstein/R F R.Pujia
Ruolo semantico e ontologico della grammatica
La grammatica di un termine corrisponde a due funzioni : •Qualificazione del termine come espressione linguistica di un certo tipo •Determinazione del tipo categoriale di riferimento di quel termine •Dire che una cosa ha una essenza equivale a determinare nel linguaggio , mediante il ruolo regolativo la sensatezza di certe predicazioni rispetto ad altre.
Nel dare le regole per l’uso dei termini Una proposizione grammaticale fissa i confini della sensatezza delle proposizioni empiriche Dunque la tesi della identità della forma logica tra proposizione e fatto raffigurato viene respinta nelle Ricerche Wittgenstein/R 10 F R.Pujia
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Giochi Linguistici (1)
Il fatto che sia la grammatica e non Un’ indipendente natura delle cose a a fissare i significati non rende questo processo arbitrario o soggettivo Gioco linguistico è una nozione aperta Non vi è una essenza del gioco ma una serie di” somiglianze di famiglia” I giochi al di là delle loro diversità formano una famiglia . Pluralità di cose che chiamiamo gioco linguistico • ..Chiamo ‘gioco’ i giochi che [ i giochi che ho enumerato] e così pure ciò che è simile a questi giochi fino ad un certo grado che non ho ancora determinato con esattezza.. ( GF 81-82) Wittgenstein/R F R.Pujia
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Giochi Linguistici (2)
•(a)Differenti modalità d’uso di una stessa Proposizione( comandare, chiedere, far congetture ( RF §23) • (b)Differenti modalità di usare le parole • in tale battesimo) •Diversi tipi di informazioni di un oggetto: •( battezzare e poi usare i nomi adottato •Numero, colore, forma) ( R.F. §§21, 37) •Anche un intero linguaggio può essere, secondo Wittgenstein un
giuoco linguistico
Wittgenstein/R F R.Pujia
Giochi Linguistici (3)
Parlare de linguaggio come insieme di Giochi linguistici sottolinea il carattere di prassi. “ Qui la parola “giuoco linguistico” è destinata a mettere in luce che parlare un linguaggio fa parte di una attività o di una forma di vita” ( Ricerche Filosofiche § 23) L’uso di una parola di un enunciato di un linguaggio allude al suo carattere sociale.
Non vi sarebbe gioco linguistico se non vi fosse una comunità di soggetti che usano il linguaggio come un modo di agire.
Ciò che vale per il concetto di gioco vale Per i concetti di “regola” “linguaggio” “proposizione” 13 Wittgenstein/R F R.Pujia
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Giochi Linguistici e forme di vita(4)
Il linguaggio fa parte di una attività Extralinguistica che gli da rilevanza pratica, perché : • L’uso del linguaggio dipende costitutivamente dall’attività umana Perché • I giochi linguistici sono articolazioni di attività prelinguistiche p.e. enunciati come provo dolore si innestano su manifestazioni naturali di dolore) (b)i giochi linguistici in quanto configurazioni di simboli dipendenti da Regole dipendono dalle attività di cui fissano l’applicazione Wittgenstein/R F R.Pujia
Somiglianze di famiglia (1)
I giochi linguistici non hanno in comune una essenza Non vi è unità formale tra parole Proposizioni, cose ma forme differenti
di parentela (§65)
Non si procede da un sistema categoriale a priori alle cose ma dalla osservazione della molteplicità si vede e si osserva ciò che li accomuna
Le somiglianze di famiglia ( §67)
I giochi non hanno confini tracciati rigidamente I concetti hanno una estensione “aperta”ma questo non significa che non hanno senso o che sono “sfumati” o “imprecisi” Ciò che è comune fra i concetti non richiede necessariamente una definizione 15 Wittgenstein/R F R.Pujia
Ruolo semantico e ontologico della grammatica
Le differenze di riferimento categoriale Delle parole dipendono dalle regole,cioè dalla loro Grammatica. Parole con riferimento categoriale diverso sono semanticamente diverse come parole appartenenti a tipi linguistici diversi Conoscere il modo di impiego ,cioè la grammatica di una espressione nominale è ipso facto conoscere a che tipo di oggetti essa si applica “ che tipo di oggetto una cosa sia: questo dice la grammatica” ( RF §373) La grammatica individua i criteri di identità per gli oggetti che sono espressi da termini di un determinato tipo.
16 Wittgenstein/R F R.Pujia
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Somiglianze di famiglia(2)
La definizione non è il solo modo di determinare il senso di un concetto Es. mostro a qualcuno diverse immagini colorate e dico “ il colore che vedi in tutte si chiama ‘ocra’ Mostro figure di forma differente, dipinte dello stesso colore e dico: “ ciò che hanno in comune si chiama ocra Comprendere non comporta definire: spesso sappiamo una cosa ma non possiamo o non sappiamo esprimerne la definizione essenziale (§78) Wittgenstein/R F R.Pujia
Somiglianze di famiglia(3)
Il suono del clarinetto Nel linguaggio comunicativo differenze ed eguaglianze di concetti spesso non sono definite I concetti sono “imparentati” o non “imparentati “ tra loro Sapere e dire (§78)
Confronta sapere e dire
•Quanti metri è alto il monte Bianco •Come viene usata la parola “giuoco” •Che suono ha il clarinetto 18 Wittgenstein/R F R.Pujia
Giochi Linguistici e forme di vita(5)
Parlare un linguaggio è una forma di vita significa che un giuoco linguistico è intessuto da comportamenti che formano la base pre linguistica del gioco.
Un cane non può sperare perché manca del gioco linguistico enunciativo dello sperare qualcosa, ha una forma di vita diversa dall’umano ( RF §229) Non si può fare niente per insegnare a qualcuno a giocare il gioco linguistico in questione se costui non condivide determinate reazioni prelinguistiche o simboliche 19 Wittgenstein/R F R.Pujia
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Giochi Linguistici e regole (6)
Un sistema di regole “grammaticali Non è arbitrario perché si articola intorno alla natura degli uomini Il sistema di regole che caratterizza un gioco non sarebbe come è se gli individui non disponessero delle reazioni su cui il giuoco cresce. Se mutasse la natura umana muterebbero regole e giochi. Wittgenstein/R F R.Pujia
Wittgenstein :Giochi Linguistici e regole (7)
L’idea di “gioco linguistico” rimanda all’idea di
regola
Un gioco linguistico è costituito da
regole
La filosofia descrive le per l’uso corretto delle
regole
espressioni linguistiche La
grammatica
è “l’amministrazione delle regole 21 Wittgenstein/R F R.Pujia
Wittgenstein :Giochi Linguistici e regole
2 usi della nozione di grammatica L’insieme delle regole di uso di una espressione ( da cui grammatica
di
una certa espressione)
Descrizione
di quell’uso Il
significato
è definito attraverso la
grammatica
grammatica perché il luogo del significato è appunto la sua Il significato è il ruolo di una parola 22 Wittgenstein/R F R.Pujia
Wittgenstein :Significato e comprensione
Se il significato è dato dal suo uso molteplice nei diversi contesti come è possibile “conoscere “ il significato in un solo atto?
Come si può “afferrare d’un colpo l’intiero impiego della parola” ? ( § 191) Conoscere il significato comporta il possesso di una abilità , una tecnica Saper fare 23 Wittgenstein/R F R.Pujia
Wittgenstein :Significato e comprensione
Il significato non è correlato al “mondo” ma alla grammatica Capire il significato vuol dire comprendere il sistema delle regole linguistiche , cioè saperle impiegare Padroneggiarne l’uso Es. numerare leggere 24 Wittgenstein/R F/ §§143-155 R.Pujia
Wittgenstein :Significato e comprensione
(a) come s’impara a comprendere le regole?
( numerare, ordinare una serie numerica, il gioco della briscola) Acquisire una tecnica Sviluppare una abilità Esercitarsi 25 Wittgenstein/R F/ §143-155 R.Pujia
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Wittgenstein: Significato e comprensione
Come si capisce se si è compreso?
La distinzione tra aver compreso e non aver compreso non è netta Non è basata su una esperienza particolare La comprensione non può essere quantificata Criterio della comprensione è l’applicazione della regola fin dove deve continuare la successione , perché possiamo dire che che qualcuno ha compreso?
“ e chiaro che qui non puoi indicare alcun limite” Wittgenstein/R F/ §§143-155 R.Pujia
Wittgenstein: Significato e comprensione
I comportamenti che esprimono attività imparentate col
comprendere, sapere, applicare regole ,
non sono riducibili ad esperienze temporalmente determinate
Non accadono in un tempo o in un luogo
Comprendere non è riconducibile a stati o processi psichici
Quando
so fare le divisioni? Di giorno, di notte Sempre o solo quando le faccio?( §148) 27 Wittgenstein/R F/ §§143-155 R.Pujia
Wittgenstein: Significato e comprensione
Differenza
categoriale
, ( cioè grammaticale) tra: “stato psichico” “disposizione” Comprendere e parole imparentate (potere, sapere, essere in grado) hanno carattere
disposizionale
Rappresentano capacità Sono atemporali Gli stati psichici sono invece temporalmente determinati 28 Wittgenstein/R F R.Pujia
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Wittgenstein: Significato e comprensione
Obiezioni
alla teoria che distingue stati psichici e disposizioni Quando usiamo espressioni come : “ora so” “ora so fare” “ora posso continuare”etc ci riferiamo proprio a esperienze vissute, istantanee a stati insorti in un certo momento Wittgenstein: Vi sono processi psichici
concomitanti
al
comprendere
Ma questi non sono il comprendere
Wittgenstein/R F R.Pujia
Wittgenstein: Significato e comprensione
Non vi è uno stato o un processo caratteristico del comprendere ( §152) Non è una
esperienza vissuta specifica
( “mi fa male”, “ho il raffreddore” ) che giustifica frasi come “ ho compreso” ho afferrato il concetto” ma solo l’insieme delle “circostanze”che fanno da sfondo , da contesto allo stato mentale ( §§15 -155) 30 Wittgenstein/R F R.Pujia
Wittgenstein: Significato e comprensione
Leggere : (A)Non una “speciale attività dello spirito” Comportamento guidato da regole Convertire in suoni ciò che è scritto o stampato ( §156) (B)atemporale come tutte le disposizioni ( §157) (C) Non può essere localizzato e identificato con un processo cerebrale ( §156) 31 (D) Non riconducibile a “esperienze specifiche Wittgenstein/R F R.Pujia
Wittgenstein: Significato e comprensione
Leggere non è un processo Leggere è un “disposizionale” Abilità di seguire la regola del connettere segni scritti a parole dette “Leggere” è esemplificato da una pluralità di comportamenti Non vi è una “natura “ del leggere 32 Wittgenstein/R F R.Pujia
Wittgenstein: Significato e comprensione
Derivare Causare Esercitare un influsso Sentirsi guidati
Derivare
non giustifica legere perché è necessario rifarsi alla regola in base alla quale si effettua la derivazione “derivare” e “leggere” si applicano non a casi determinati ma a una “famiglia di casi” 33 Wittgenstein/R F R.Pujia
Wittgenstein: Significato e comprensione
§§165-168 Contro la tesi secondo la quale “leggere “ è una esperienza nella quale : “le parole che pronuncio vengono in un modo particolare” “vengono da sé” “scivolano dentro di noi mentre leggiamo “ Questa esperienza non ricorre in tutti i casi Esiste una varietà di casi di “leggere 34 Wittgenstein/R F R.Pujia
Wittgenstein: Significato e comprensione
§§169-178 Esiste una
Connessione causale
tra suoni suoni scritti e parole come se le lettere esercitano sui suoni una sorta di “influsso “ ?
Lettere e suono formano una unità?
Queste esperienze sono processi
concomitanti
al “leggere” ma non sono sue spiegazioni o definizioni 35 Wittgenstein/R F R.Pujia
Wittgenstein: Significato e comprensione
Ricercare l’esperienza interna mentale che sia l’essenza delle regole del leggere è il frutto di ipostatizzazioni mentalistiche di origine cartesiana.
Confusioni “grammaticali”sulla natura dei disposizionali Comprendere, leggere e i comportamenti guidati da regole non si spiegano con processi interni ma con criteri esterni, pubblici linguistici e non 36 Wittgenstein/R F R.Pujia
Riferimenti bibliografici
L. Wittgenstein, Ricerche Filosofiche (a)§§1-74 ( critica alla teoria del significato come denominazione, gioco linguistico, somiglianze di famiglia) (b) §§ 143-178 comprendere §§ 185-205 seguire una regola 37 Wittgenstein/R F R.Pujia