L`espatrio degli ebrei in Svizzera

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Transcript L`espatrio degli ebrei in Svizzera

Un’esperienza d’archivio
 300.000
profughi accolti durante la guerra
(il 7% dell’intera popolazione; solo una parte
di questi è rimasta nel paese per l‘intera
durata del conflitto; la maggioranza si è
trattenuta per periodi più brevi.
 Degli oltre 40.000
ebrei censiti in Italia
nell’estate del 1943, 6000 riescono a salvarsi
fuggendo in Svizzera di cui 3800 italiani e
oltre 1700 stranieri e apolidi.
 Su un totale di 28.000 ebrei accolti (10 %
dei profughi), altrettanti vengono respinti
alla frontiera
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Fino all’8 settembre 1943, frontiera controllata dalla
parte italiana da tre reparti (guardia di finanza; arma dei
carabinieri; milizia volontaria per la sicurezza nazionale di
frontiera).
Dopo l’armistizio, dal 9 al 16 settembre, il confine rimane
sguarnito: migliaia di militari italiani riescono a sottrarsi
alla cattura rifugiandosi in territorio svizzero.
18 settembre 1944: i tedeschi assumono i controllo del
dispositivo di sorveglianza con l’invio nelle province di
confine di una polizia speciale di frontiera (Grenzwache)
Per garantire il controllo del confine viene impiegata la
Gnr di frontiera. Incaricate della sorveglianza sono: la 1°
Legione «Monviso», prima a Moncalieri poi a Colico; la 2°
«Monterosa» a Como; la 3° «Vetta d’Italia» prima a
Bolzano poi a Sondrio.
Il primo battaglione della
«Monterosa» deve occuparsi del territorio fra Como e
Varese, il più battuto per sconfinare in Svizzera.
Ordinanza del 14settembre 1943:
Viene concesso l’ingresso alle donne con figli, agli stranieri con relazioni parentali in Svizzera e a chi
dimostrava di correre serio pericolo in Italia
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Ordinanza del 17 settembre 1943
Tutti i profughi di sesso maschile, di età superiore ai 16 anni devono essere respinti; il rinvio oltre la
frontiera deve essere fatto sul luogo stesso del tentato varco; se ciò non è possibile i profughi vanno
condotti al posto d’entrata più vicino e quivi respinti oltre il confine».
In Ticino, l’ordine di respingere i profughi viene eseguito solo in parte, a causa della difficoltà di
controllo della linea di confine, per l’atteggiamento della popolazione locale, e per le pressioni del
consiglio di stato ticinese che spinge su Berna per l’applicazione di norme meno rigide.
Circa 29.000 militari trovano rifugio in svizzera tra il 1943 e il 1945, di cui il 60% solo nel settembre
del’43.
Se i militari riescono ad essere accolti, o stesso non vale per gli ebrei per i quali dal 16 settembre
scattarono restrizioni che permettevano l’ingresso alle sole madri con figli. La notte tra il 16 e il 17
settembre si chiude la frontiera. Madri, bambini e anziani vengono accolti, gli adulti ebrei, invece, non
trovano giustificazioni perché non sono considerati politici né in pericolo di vita.
Un dispositivo rimasto in vigore fino al dicembre 1943, quando le notizie dei rastrellamenti e degli
eccidi di ebrei convincono le autorità elvetiche a diramare in modo ufficioso disposizioni intese a non
respingere più gli ebrei che si rifiutano di riprendere la strada del ritorno. Ma il diritto d’asilo agli
ebrei viene assicurato solo nel luglio del 1944.
Nel corso degli ultimi mesi del ‘43, accanto a migliaia di accolti, vi furono 3000 respinti di varie
nazionalità
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Sorpresi nelle zone di confine, i fuggiaschi sono accompagnati al posto di dogana
dove ricevono generi di conforto e vengono registrati (luogo e ora dell’ingresso, dati
anagrafici e provenienza)
Segue poi l’avvio in centri di raccolta dove comincia la minuziosa trafila burocratica.
Qualsiasi «valore» portato dai fuggiaschi viene ritirato e bloccato
dalla
Confederazione presso la banca popolare svizzera, a garanzia dei costi sostenuti per il
mantenimento.
Si procede poi alle docce, alla disinfestazione, alla visita medica,
a un primo
interrogatorio di polizia, alla compilazione di numerosi moduli e formulari biografici,
alla schedatura., alla rilevazione delle impronte digitali . Per ciascuno viene aperto un
dossier personale dove saranno raccolti tutti i documenti dell’esilio. Il verbale di
interrogatorio registra i dati anagrafici, i motivi, le circostanze e il percorso della fuga,
lo stato di salute, le conoscenze in Svizzera, il patrimonio;
Vengono poi avviati in «campi di quarantena» in alberghi o edifici requisiti, dove per
21 giorni vivono in stretto isolamento, sotto controllo militare, con alcune ore di libera
uscita a gruppi, ma sempre accompagnati dalla sentinella.
Terminata la fase di quarantena, i rifugiati civili
vengono destinati ai campi di accoglienza veri e
propri (Casa d’Italia a Bellinzona; l’hotel
Majestic e l’hotel de la Paix di Lugano);
 Trascorso questo periodo di provvisorietà, i civili
vengono avviati a una nuova destinazione, in
campi per famiglie o in case (le homes), in campi
di lavoro o in ricoveri per anziani
 Chi poteva dimostrare di possedere denaro
sufficiente - almeno 5000 franchi – o trovava un
garante che si assumesse il suo mantenimento,
veniva liberato dal controllo militare: era
autorizzato a risiedere privatamente o in
alberghi in regime di semilibertà
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 Attività
di assistenza sostenuta da:
 Croce Rossa svizzera;
 associazioni civili e religiose (comitato di
soccorso di Zurigo; comitato svizzero di
soccorso operaio ; comitato di soccorso per i
deportati italiani politici e razziali di
Losanna; la Caritas svizzera)
 rappresentanze diplomatiche;
 contributo spontaneo della popolazione
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14-16 novembre 1943: «Carta di Verona», art. 7: «gli appartenenti alla razza ebraica
sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica».
Ordine di polizia n. 5, 30 novembre 1943:
Tutti gli ebrei debbono essere inviati in appositi campi di concentramento. Tutti i loro
beni mobili e immobili devono essere sottoposti a immediato sequestro in attesa di
essere confiscati per interesse della RSI;
Tutti coloro che nati da matrimonio misto, ebbero in applicazione delle leggi razziali,
il riconoscimento di appartenenza alla razza ariana, debbono essere sottoposti a
speciale vigilanza dagli organi di polizia;
Siano pertanto concentrati gli ebrei in campo di concentramento provinciale in attesa
di essere riuniti in campi di concentramento speciali appositamente attrezzati
D.lgs 4 gennaio 1944, n. 2:
I beni sequestrati agli ebrei vengono automaticamente avocati alo Stato e confiscati;
Chiunque sia debitore o creditore di ebrei, o detenga beni ad essi appartenenti,
deve presentare entro 30 giorni denuncia scritta al capo della provincia, specificando
«l’importo dei debiti, il nome del creditore o del proprietario, la natura o
l’ammontare dei titoli e dei valori e la sommaria descrizione dei beni».
L’omessa denuncia comporta tre mesi di carcere e un’ammenda sino a trentamila lire.

Dicembre 1943: ebrei rinchiusi nelle locali carceri e nei campi provinciali di Aosta,
Asti, Bagni di Lucca, Calvari di Chiavari (Genova), Ferrara, Forlì, Senigallia (Ancona),
Mantova, Terme di Monticelli, Perugia, Reggio Emilia, Sondrio, Vercelli, Verona, Piani
di Tonezza (Vicenza), Como.

«Le anticamere dello sterminio»: Borgo San Dalmazzo (Cuneo), attivo fin dal 18
settembre 1943, campo di raccolta e transito; Fossoli di Carpi (Modena), da campo
per prigionieri di guerra, nel dicembre del’43, a centro di raccolta e di transito per la
deportazione politica e razziale più grande d’Italia; Bolzano –Gries, il campo, gestito
dalle SS di Verona, attivato dopo lo smantellamento di quello di Fossoli, nell’agosto
del’44, fino alla fine dell’aprile ‘45; Risiera di San Sabba (Trieste), unico campo di
sterminio in Italia. Funzionò come campo misto: di transito per gli ebrei destinati ai
lager nazisti e di detenzione fino alla loro eliminazione di partigiani e altri oppositori
politici. Uccise dalle 3000 alle 4000 persone.
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Su un totale di 43.000 persone registrate quali appartenenti alla «razza ebraica»
circa 8000 ebrei italiani internati nei campi di concentramento, 5896 vi persero la vita.

2500 gli ebrei catturati dai militari tedeschi, 1900 da italiani, 300 in operazioni allestite
congiuntamente da fascisti e nazisti. Sino all’ottobre del 1943 arresti operati dai
tedeschi; nel novembre gli arresti dipesero da iniziative comuni; nel dicembre 1943 e
nel gennaio 1944 operati solo da fascisti

Il primo trasporto dall’Italia partì il 15 settembre 1915 da Merano, destinazione
Auschwitz, l’ultimo (il 23°) è del 22 marzo 1945 diretto a Dachau.
 Spoglio
della bibliografia
 Individuazione dei fondi archivistici da
consultare
 Scrematura del materiale
 Digitalizzazione dei documenti
 Lettura e rielaborazione del materiale
 Relazione finale
ASC [Archivio di Stato di Como]: Fondo
Gabinetto di Prefettura, II Versamento;
Fondo Gabinetto di Prefettura, Carte
Scassellati; fondo Questura; Sentenze del
Tribunale penale di Como; Tribunale Speciale
straordinario.
 ISSCo
Archivio dell’Istituto di storia
contemporanea: Fondo deportazione ebrei
 ASTi [Archivio di Stato del Canton Ticino]
Fondo Internati (1943-1945); Fondo di Polizia
Politica II (1892-1969)
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B. Serie Politica
1. Fascismo e antifascismo
1.1 Fascio di Predappio
1.2 Associazioni e gruppi nazionali ed esteri. Disposizioni riguardo
alle uniformi straniere
1.3 Fascismo e antifascismo in Ticino. Rapporti e informazioni
1.4 Conferenze, commemorazioni e manifestazioni
1.5 Stampe irredentiste, volantini e riviste a carattere vario
1.6 Satira giornalistica (Germania 1939-45)
1.7 Nazionalsocialismo. Movimento di gruppi nazisti, elenchi di cittadini
tedeschi, pubblicazioni e attività varie.
1.8 Epurazione del fascismo in Ticino
2. Traffico di confine
2.1 Espulsioni, passaporti e tessere di frontiera
2.2 Ordinanza sul traffico di confine: transiti, visti e liste collettive
2.3 Campione. Informazioni e controlli sui transiti
2.4 Incidenti di frontiera, scioperi e disordini vari
2.5 Incarti su contrabbandi, smerci illeciti, furti e prostituzione
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Categoria 13 «Esteri e Passaporti» Cart. 140, fasc. 1, comunicazioni con
l’estero
Oggetto: Informazioni sul cittadino jugoslavo Montag Victor, internato
libero, espatriato in Svizzera 1l 17 settembre 1943, inviato in un campo
di lavoro a Zurigo.
Categoria «Sicurezza pubblica», cart. 142, fasc. 1 Affari interessanti la
pubblica sicurezza, Oggetto: Roncoroni _Angelo, ex podestà di olgiate,
espatriato in Svizzera dopo l’8 settembre 1943.
5 aprile 1938, elenco delle persone sospette: Scalabrini Pietro espatriato
in Svizzera
Cat. 6 «Governo» cart. 41 PNF e repubblicano, Oggetto: Ezio Peduzzi e
Gianfranco Peduzzi, emigrato in Svizzera.
Cart. 42 CLN, Fascicolo su Roncoroni Angelo, Bianchini Santo (favorì
l’espatrio di 6 prigionieri inglesi); Ferrentino Guglielmo, capitano della
Guardia di Finanza di Olgiate, favorì l’espatrio di militari sbandati,
renitenti alla leva, e perseguitati politici .
Cat. XV, cart. 144, fasc. 7 Pregiudicati, ammoniti, sorvegliati, confinati/
fogli di via obbligatori (1923-1949); pratiche sugli ebrei internati a
Olgiate (1942-1949)
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Sulla persecuzione degli ebrei:
R. De Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo. Mussolini e la persecuzione
antisemita, Einaudi, Torino, 1993;
L. Picciotto Fargion, Il libro della memoria. Gli ebrei deportati dall’Italia (1943-1945),
Mursia, Milano, 2001;
M. Sarfatti, La Shoah in Italia. La persecuzione degli ebrei sotto il fascismo, Einaudi,
Torino, 2005
Sulla fuga degli ebrei in Svizzera:
R. Broggini, La frontiera della speranza. Gli ebrei dall’Italia verso la Svizzera 19431945, Mondadori, Milano, 1998;
R. Broggini, Terra d’asilo. I rifugiati italiani in Svizzera 1943-1945, Il Mulino, Bologna,
1993.
M. Cerutti, I rifugiati italiani nella Confederazione Elvetica. Bilancio provvisorio e
presentazione delle fonti archivistiche, in Una storia di tutti, Franco angeli, milano,
1989.
Su Como
R. Cairoli, Nessuno mi ha fermata. Antifascismo e resistenza nell’esperienza delle
donne del comasco 1922-1945, NodoLibri, Como, 2006;
G. Cavalleri, La modista di via Diaz, Nuoveparole, Como, 2005
R. Marchesi, Como ultima uscita, NodoLibri, Como 2004
F. Scomazzon, «Maledetti figli di Giuda vi prenderemo!». La caccia nazifascista agli
ebrei in una terra di confine Varese 1943-1945, Arterigere, Varese 2005
Esilio profughi politici durante il Risorgimento:
1.
Musei Civici di Como. Archivio storico del Risorgimento
[MCCoASR], cart. VIII (elenco degli esiliati; circolari del
Consiglio di Stato del Canton Ticino); cart. IX: richiesta
elenchi degli emigrati per causa politica dal 1848 a tutto
il 1851; elenchi 4 giugno 1852; richiesta di informazioni
a stampa sopra altri profughi; varie 1850-1854; rapporto
del consigliere aulico su persone sospette a Como del 17
dicembre 1854; governo austriaco, 1850. Sentenze,
notificazioni, etc a stampa; un fascicolo di circolari sul
sequestro beni dei profughi; proclama di espulsione di
tutti i ticinesi dimoranti in Lombardia, 21 febbraio 1853.
 Corrispondenza privata tra i patrioti in esilio e i
famigliari e/o amici rimasti in patria (cart. 4 e cart XIX).
2. ASC, Archivio storico del Comune, Tit. 10 Polizia – Ordine
pubblico; tit. VIII Affari politici diversi; fondo Prefettura

 ASTi,
Fondo Risorgimento italiano (18051934). Il fondo fa riferimento ai profughi
giunti nel Ticino nel corso del XIX sec., ed in
particolare agli esuli risorgimentali. Gli
incarti comprendono: liste di esuli e
disertori, notifiche, inchieste, costituti,
decreti di allontanamento, rapporti dei
commissari
cantonali,
dei
commissari
federali straordinari, ecc.
 Bibliografia
essenziale
G. Martinola, Gli esuli italiani nel Ticino
(1848-1870), Lugano, Fondazione Ticino
Nostro;
B. Caizzi, La storia degli esuli italiani nel
Canton Ticino, in «Archivio Storico Lombardo»,
1984, pp. 386-398;
R. Cairoli e L. Minoretti ( a cura di), Il
Risorgimento nell’antica provincia di Como.
politica e società attraverso i documenti
inediti, Crea, 2011.
Archivio Centrale dello Stato [ACS], Fascicoli
del Casellario politico centrale (antifascisti
condannati per aver favorito espatri
clandestini o per avere importato materiale
di propaganda dalla Svizzera);
 ASC, Fondo Gabinetto di Prefettura e Carte
Scassellati;
 ASC, Sentenze del Tribunale penale di Como
 ASTi, Fondi di Polizia politica
e Fondo
Internati; Fondo Guglielmo Canevascini.
 ISSCo, Fondo Mario Ferro

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P. Codiroli, L’ombra del duce. Lineamenti di politica
culturale del fascismo nel Centon ticino 1922-1943,
Franco Angeli, Milano, 1989;
M. Cerutti, Tra Roma e Berna. La Svizzera italiana
nel ventennio fascista, Franco angeli, Milano, 1986;
G. Perretta, G. Santoni, 1919-1943. L’antifascismo
nel Comasco, Como, 1997;
G. Coppeno, Como dalla dittatura alla libertà, Como,
1989;
M. Pippione, Como dal fascismo alla democrazia,
Franco Angeli, Milano, 1991;
V. Roncacci, La cama apparente del lago. Como e il
Comasco tra guerra e guerra civile 1940-1945, ComoVarese, 2003