L`istituzione dell`Ente che gestirà le risorse idriche del Molise

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anno ii- n° 0 mercoledì 8 marzo 2017
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Mario Pietracupa
L’Oscar del giorno lo assegniamo
a Mario Pietracupa. L’amministratore di Neuromed è riuscito a salvaguardare l’area archeologica
rinvenuta nel corso di lavori nel
Centro ricerche e di valorizzarla
con l’accordo con l’università. Un
modo per privilegiare la cultura e
lo studio dei giovani.
L’Ardire
Noi molisani
l’acqua
non dovremmo
neppure pagarla
di Giuseppe Saluppo
N
oi molisani l'acqua non la
dovremmo neppure pagare.
Ne abbiamo a sufficienza
per noi e la riusciamo anche
a girarla alla Campania, alla Puglia e
all'Abruzzo. L'acqua la diamo e non ce
la facciamo nemmeno pagare, se non
in piccola parte. E, domani mattina,
con l’ingresso dei privati i soldi dell’acqua girata ad altre regioni in tasca
a chi finiranno? Perchè, quelli, se la
faranno pagare, e come se la faranno
pagare. La Regione Molise ha studiato
l'Egam, un altro carrozzone, al quale
ente è consentita l’acquisizione di
quote azionarie di società di gestione
del servizio idrico integrato. E noi molisani, saremo gravati del costo dell’acqua calcolato non già e non più
come bene pubblico (peraltro inalienabile), ma sui presupposti e sui calcoli e i vantaggi economici dei gestori
privati della distribuzione dell’acqua,
così come sono previsti nella natura
dell’Egam. Significa, per dirla alla
spicciola, che ci verranno applicate
bollette più salate. Ci sono già molti
sindaci che hanno avuto la forza di ribellarsi e di schierarsi contro la legge
della Regione Molise. Fino ad avere
ragione al Tar. Non c'è stato nulla da
fare. Il Consiglio regionale, a maggioranza, ha ritenuto di dovere partorire
la legge sull'Egam in ossequio a volontà nazionali. Cosa significa? Che
una famiglia monoreddito di 4 persone
potrebbe pagare una bolletta più salata
di un manager di Goldman Sachs!
Scusate, però, visto e considerato che
non abbiamo strade, una ferrovia
degna di questo nome, possibilità occupazionali, costretti a pagare le accise
più alte per riscaldarci e l'unica vera
risorsa che abbiamo, l'acqua, ce la facciamo pure togliere dalle mani per
svenderla ai privati, ai quali andremo a
pagarla, poi, in più, mi domando: cosa
siamo? Evidentemente, dei Babbalei.
Sciocchi.
IL NOSTRO
TAPIRO
IL NOSTRO
OSCAR
Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione
Direttore Responsabile: giuseppe Saluppo
VimarFa edizioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobasso
redazione tel: 0874.484486
email: [email protected]
Michele Petraroia
Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele
Petraroia. In Consiglio regionale ha cercato di portare avanti la causa dell’acqua
pubblica e la conservazione, della stessa,
nelle mani regionali. Solo, però, che ha
dimenticato che da assessore votò la delibera di Giunta con la quale si dava il
via alla proposta di legge dell’Egam.
Quale la posizione giusta?
L’istituzione dell’Ente che gestirà
le risorse idriche del Molise,
genera dubbi e poggia sull’aumento
dei costi per i cittadini molisani
Servizio a pag.3
Territorio
Il Parco archeologico
Firmata l’intesa
con Neuromed
Lavoro
Crescono le difficoltà
economiche e sale
l’indice di povertà
A Pozzilli l’area archeologica con
i resti rinvenuti nei pressi del centro Neuromed.
Dati non incoraggianti sulla crescita
delle difficoltà economiche che provoca la salita dell’indice di povertà.
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Da tempo lo strumento programmatico è in giacenza in Consiglio regionale
E’ il tempo, l’uso del tempo,
ad essere in questa fase cruciale del governo regionale
l’elemento determinate per
riuscire a vincere qualcuna
delle sfide in atto per cercare
di recuperare l’economia, avviare di nuovo la crescita,
rincorrere il lavoro e l’occupazione. Gli strumenti operativi ci sono (l’Accordo di
programma per l’area di crisi;
il Programma operativo regionale - Fondo europeo per lo
sviluppo regionale, Fondo sociale europeo, Fondo per lo
sviluppo e la coesione -; il
Patto per il Molise; il Piano
per lo sviluppo rurale. Averli
gli strumenti per operare, e
non metterli in circolo, è il
nodo gordiano da tagliare.
All’appello manca il Piano
energetico ambientale regionale (Pear), che allo sviluppo
dell’economia potrebbe dare
un notevole incentivo. Dal
primo giugno 2015, consegnato dal capo equipe Livio
Santoli dell’università La Sapienza di Roma, è nella disponibilità della Regione Molise
per essere sottoposto alla Valutazione d’impatto ambientale
(Via), prima dell’adozione definitiva. Un anno e passa
fermo, bloccato per via della
burocrazia regionale e dell’amministrazione. Enormi potenzialità programmatiche e
d’intervento sottratte al progetto di rilancio del Molise,
quotidianamente e sfacciatamente sbandierato da Palazzo
Vitale, cui fa eco il circolo
mediatico di contorno. Allegati
Che fine ha fatto
il Piano ambientale?
Intanto, in Molise, crescono le richieste di nuovi impianti
al Pear, si pensi, vi sono i dati
socio/economici e geografici
del Molise; i vincoli paesaggistici, archeologici e idrogeologici; il piano di tutela delle
acque; il piano di gestione
delle acque; il piano stralcio
per l’assetto idrogeologico; gli
impianti termici censiti e suddivisi per provincia; l’elenco
delle officine elettriche per i
produttori di energia; il piano
dei rifiuti: un substrato di conoscenze da cui attingere per
accompagnare la crescita nel
rispetto dei canoni nazionali ed
L’intervento
Il sito del Comune di Campobasso è
assolutamente inadeguato per una città
capoluogo di regione e, malgrado i nostri continui solleciti, resta ormai da
troppo tempo completamente trascurato.
Le pubbliche amministrazioni devono
rispettare requisiti tecnici di accessibilità e usabilità: le persone utilizzano un
sito web di una Pubblica Amministrazione principalmente per trovare informazioni, soluzioni a problemi,
accedere a servizi online.
Un sito in cui l’informazione è ben organizzata, infatti, determina una diminuzione di richieste di assistenza che
generano code agli sportelli o attese al
telefono.
Le voci di primo livello del menu principale di una Amministrazione comunale dovrebbero essere suddivise
in aree tematiche (Ambiente – Sociale
– Cultura – Imprese – Innovazione e
smart city – Lavoro – Salute – Scuole
europei in materia di produzione, distribuzione ed uso
dell’energia. Il Pear, per chi
non l’avesse percepito per ciò
che vale, è lo strumento di programmazione strategica dove
vengono definite le modalità
per rispettare gli impegni comunitari al 2020, coerentemente con gli obiettivi di
sviluppo delle fonti rinnovabili, individuati attraverso il
cosiddetto “Decreto Burden
Sharing” e dalla Programmazione comunitaria 2014-2020.
Rispettare gli impegni comuni-
tari: questione di
tempo e di tempi.
Ebbene, il documento preliminare in cui è
tracciato il percorso da compiere,
sono
definiti gli obiettivi da raggiungere, e indicate le
risorse attingibili, dal primo
giugno
dello
scorso anno è
nelle mani della
Regione è lì rimane, a dispetto
delle attese di un
territorio
di
443.765 ettari, di cui 245.569
di montagna (55,3 per cento),
198.196 di collina (44,7 per
cento), 35 chilometri di coste
(Adriatico), tre Fiumi: Fortore
– Trigno e Biferno, 10 comunità montane (in liquidazione
– ndr), Aree naturali protette
(Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise 4.968 ettari),
Riserve naturali statali ( Montedimezzo 291 ettari, Pesche
552, Collemeluccio 347), Riserve naturali regionali (Riserva naturale torrente Callora
50 ettari), altre aree naturali regionali protette (l’Oasi di
Bosco Casale 105 e l’ Oasi naturale di Guardiaregia 1.056),
dalle caratteristiche geografiche e geologiche composte da
un comparto forestale (Rilievo
appenninico - Rocce mioceniche - Arenarie Argille - Rilievi
montuosi - Basamento dolomitico con sovrapposizione calcarea), da un Comparto
agricolo (Coltivazioni foraggere - seminativi e vitivinicoltura) e da un comparto
zootecnico (allevamenti, latte
vaccino, allevamento ovicolo).
Non sarebbe il caso che il
Consiglio Regionale accelerasse l’istruttoria per giungere
al più presto all’approvazione
del Piano Energetico – Ambientale in modo tale da attestare formalmente che la
nostra regione ha già superato
i limiti di produzione di energia da fonti rinnovabili imposti dai regolamenti europei, e
non può continuare ad essere il
ricettacolo di progetti devastanti sui quali a fronte di forti
guadagni privati si assiste allo
scempio del nostro patrimonioambientale, agricolo, paesaggistico e turistico?
Il sito del Comune di Campobasso è inadeguato
– Tasse – Trasporti – Volontariato) o
per profilo utente (Studente, Anziano,
Immigrato, Automobilista, Disabile,
Elettore) per accedere a sezioni che aggregano ed organizzano automaticamente tutti i contenuti associati a quel
profilo/area tematica selezionato.
In un’ottica collaborativa abbiamo richiesto la convocazione di una Commissione
Cultura
nella
quale
abbiamo suggerito di voler ripensare
tutta l’architettura del sito dell’ente
formulando anche una proposta, che
attraverso alcune semplici modifiche,
potrebbe rendere più funzionale il sito
esistente fin da subito (abbiamo volutamente tenuto da parte tutta la sezione
relativa all’Amministrazione Trasparente che sarà oggetto di successive
analisi).
Nella nostra proposta suggeriamo di
eliminare dal sito www.comune.campobasso.it tutte le sezioni inutilizzate,
i link vecchi, le informazioni ridondanti mettendo in primo piano
l’Urp assicurandosi però di fare in
modo che venga sempre dato immediato riscontro alle segnalazioni ricevute tramite email dedicata.
Chiediamo di mettere in primo piano il
collegamento ai siti dell’Ambito territoriale sociale di Campobasso, della
SEA e delle Bibliomediateca per fornire immediatamente informazioni
su sociale, ambiente e cultura e di
creare una sezione per comunicati
stampa ed agenda istituzionale, oltre
ad un collegamento con le pagine social ufficiali dell’ente.
Abbiamo suggerito inoltre di sviluppare una pagina dedicata esclusivamente al turismo utilizzando tutto il
materiale creato per la Tourist App rendendo così disponibili sul sito tutte le
informazioni relative ad eventi, news,
itinerari, punti di interesse ed attività
ricettive presenti in città.
Risulta poi indispensabile, in vista dell’imminente (si spera) partenza
della
raccolta
differenziata, inserire una pagina dedicata per la corretta informazione all’utente.
A nostro avviso, attraverso questi semplici accorgimenti, peraltro realizzabili
senza aggravio di costi, il sito potrebbe
avere da subito una migliore funzionalità e rispondere meglio alle richieste
dei cittadini, in attesa poi che questa
amministrazione metta in bilancio una
somma per avere un sito più funzionale
ed adatto anche a persone con disabilità, anche se, da quanto si evince dagli
atti programmatici della giunta, questa
non sembra essere affatto una priorità
per questa amministrazione.
Gruppo consiliare Campobasso Movimento Cinque Stelle
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Non la si riesce proprio a digerire la questione della costituzione dell'Egam, l'ente
che dovrebbe gestire le risorse idriche molisane previsto dalla delibera di
Giunta n.285 del 15 giugno
2015 e ieri in Consiglio regionale dopo la decisione
del Tar che ha dato ragione
ad alcuni sindaci che si sono
opposti a tale scelta. Non
pochi Comuni molisani, infatti, hanno rifiutato di farvi
parte e sono stati commissariati. Motivi che sono riaffiorati
con
forza
in
Consiglio regionale tanto da
richiedere una lunga discussione. Non solo le opposizioni hanno battagliato su
questo testo ma anche alcuni
esponenti della stessa maggioranza. I dubbi e le perplessità restano. Il rischio
concreto, palesato da più
parti, è quello di incorrere
nella privatizzazione dell’acqua, un bene primario
che deve rimanere nella disponibilità della gestione
pubblica, soprattutto in un
territorio geograficamente
configurato come il nostro,
dove l’acqua rappresenta un
bene fondamentale e una risorsa accessibile. Di fatto
l’istituzione dell’Egam, che
vede un proprio direttore,
potrebbe rappresentare il
primo tassello di un processo legalizzato di privatizzazione
dell’acqua
pubblica, sul quale i Comuni
non potranno dire la loro.
Perché i Comuni, poi, non
sono stati coinvolti attivamente nella fase di formulazione del disciplinare per
l’organizzazione
dell’Egam? Allo stesso modo
8 marzo 2017
La proposta dell’istituzione dell’Egam in Consiglio regionale
favorirà la privatizzazione delle risorse idriche e tariffe più alte
E l’acqua divenne
merce di mercato
occorre fare chiarezza su un
altro aspetto assai delicato
della questione, soprattutto
per salvaguardare i diritti
dei cittadini molisani: l’istituzione dell’Egam provocherà
l’aumento
delle
tariffe? Sicuramente sì perchè, ricorrendo alla tariffa si
coprono tutti i costi del servizio idrico integrato, investimenti
e
spese
di
depurazione
comprese,
senza gravare sulla fiscalità
generale o senza ricorrere a
L’intervento
interventi pubblici. Il ricorso alla tassa comporterebbe
invece
una
compartecipazione del pubblico, spalmando così i costi
restanti del servizio sulla fiscalità generale, magari attraverso l’addizionale Irpef;.
Ancora, c'è il rischio di vedersi sottrarre uno dei beni
vitali alla propria esistenza
(l’acqua) perché diventi un
mezzo di guadagno per l’investitore privato. Da Palazzo Vitale dissentono, ma
finora non hanno fornito alcuna assicurazione circa la
assoluta
preservazione
dell’acqua come bene pubblico inalienabile. Solo circonlocuzioni che si avvitano
su se stesse, evitando qualsiasi chiarificazione e assicurazione. D’altronde è
nello statuto dell’Egam la
possibilità che la gestione
del sistema idrico integrato
possa essere svolto dal privato e non dalla mano pubblica. Infine, quanto contano
i 26 milioni di italiani che
nel lontano giugno del 2011
votarono “sì” ai due referendum sull’acqua pubblica?
Poco o niente se è vero che
la gestione dei servizi idrici
non deve essere pubblica,
ma di mercato perché ha trasformato l’acqua in una
merce come tutte le altre,
escludendo qualsiasi intervento pubblico e affidando
solo alle regole di mercato
la gestione del servizio
idrico.
Molise a rischio desertificazione
di Carlo Perrella*
Molise a rischio desertificazione, è
questa l’amara sentenza alla lettura
degli ultimi dati Istat sugli indicatori
demografici aggiornati al primo gennaio 2017, numeri amari che non
fanno intravvedere un futuro positivo
per la nostra regione, soprattutto se
chi l’amministra non pone in essere i
giusti correttivi
La popolazione residente è scesa da
312 mila a 310 mila abitanti, con un
tasso di variazione del -5,4% secondo
solamente a Basilicata e Valle d’Aosta, appaiate al -5,7%; purtroppo
sono sempre di più i molisani, soprattutto giovani, costretti a lasciare
il Molise per cercare di costruirsi un
futuro altrove, stante la perdurante
assenza di prospettive lavorative che,
in particolar modo negli ultimi anni,
ha duramente colpito la nostra regione. Sono difatti quattro mila gli
occupanti residenti che lavorano al
Centro-Nord o all’estero, mentre più
del 30% di laureati emigra oltre i
confini regionali. Come si fa a parlare di futuro del Molise, quando coloro che di questo futuro dovrebbero
essere protagonisti sono costretti ad
andare via? Perché non si costrui-
scono gli strumenti
necessari per garantire le giuste aspettative
lavorative
nonché culturali e
sociali? Un Molise
sempre meno terra
per i giovani, dove
l’indice di fecondità
è arrivato ai minimi
storici, pari a 1,16
figli per donna, tra i
più negativi a livello
nazionale; una regione dove gli ultracentenari, su base pro-capite, sono 43
ogni 100 mila, dato altissimo e secondo solamente alla Liguria. A
fronte della partenza di tanti giovani
e lavoratori molisani, si registra invece la massiccia accoglienza degli
immigrati, visto che il Molise ha un
indice di 6,3 neocittadini ogni mille
residenti, superiore alla media nazionale del 4,8 e ben più alto del 3,5 del
Mezzogiorno. Questo ulteriore dato
ci deve spingere ad una profonda riflessione, soprattutto sulla nostra capacità di accoglienza a fronte delle
innegabili difficoltà del territorio. È
necessario ripartire per dare un
nuovo slancio al futuro del Molise,
ponendo all’ordine del giorno i temi
del lavoro, del sociale, dell’impresa
e soprattutto dei diritti dei cittadini a
essere dotati di tutti gli strumenti necessari per una vita degna, appropriata e nei luoghi di appartenenza,
senza dover abbandonare il Molise
ma contribuendo alla costruzione del
suo futuro.
*Coordinatore regionale del Movimento Nazionale per la Sovranità”
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8 marzo 2017
Ex pastificio Battista,
a Larino finalmente si restaura
di Napoleone STELLUTI
Su questa struttura architettonica,
appartenente per tipologia ai monumenti di archeologia industriale, scrissi un paio di saggi tra
il 1990 e 1991 su la rivista Il
Ponte dal titolo “Larino Liberty”
e “Piano San Leonardo tufo &
C.” Il mio interesse era dovuto al
fatto che sono nato proprio in
quella strada di Corso Magliano e
quindi di natura affettiva ,da ragazzo insieme agli amici del
quartiere chissà quante volte abbiamo scavalcato il muro di recinzione spinti dalla curiosità di
vedere cosa c’era dentro ,esplorando tutti i locali anche quelli del
piano superiore che erano vuoti
ed appartenevano alla famiglia
Ferro di Campobasso. Ebbe diversi affittuari fra i quali la Ditta
Miscione -Di Maria e quella di
mio zio Pasquale Stelluti che ne
fecero un magazzino per la raccolta del grano . Inoltre nel corso
delle prime edizioni del Carnevale Larinese alla metà degli anni
settanta utilizzammo il suo cortile
interno per costruire i carri di
carta pesta ed effettuarvi anche un
veglione e serata di premiazione
con balli e canti, incuranti del rischio che correvamo per la vibrazione ed amplificazione degli
strumenti musicali, i quali facevano tremare le volte del locale.
Che incoscienti! Fatto sta che
questo edificio, per raccontarne la
storia negli anni è stato oggetto
Siglato a Pozzilli, nella sala consiliare del Comune, il protocollo
d’intenti per la realizzazione
del Parco archeologico naturalistico ‘Ager Optimus’. Si tratta di
uno deiprimi progetti in Italia di
valorizzazione storico-culturale
promosso da più enti territoriali
insieme.
A firmare l’intesa Stefania Passarelli, sindaco del Comune di Pozzilli, soggetto promotore; il
presidente della Fondazione Neuromed, Mario Pietracupa; il presidente
dell’Associazione
Industriale del Molise, Mauro
Natale; l’Associazione culturale
‘Gens Ivlia’ rappresentata da Vincenzo Giambarbara; Franco
D’Ottavio della Fondazione
‘Cappella Santa Maria delle Grazie’; il sindaco del Comune di
Conca
Casale,
Luciano
Bucci, e Mauro Belviso, in rappresentanza del Consorzio indu-
di diversi progetti di restauro, il
primo nel 1999 a cura dell’Arch.
Patrizia Trivisonno da Campobasso in un Quaderno di studi storici n.17 Seges dell’Università
degli Studi del Molise, la quale
suggeriva di farne un centro culturale, ripubblicato nel 2012 su
Archeomolise n.10 con una bella
foto di gruppo della famiglia Battista in posa dentro l’edificio,
sulla mia fotocopia conservata
nel mio archivio ho anche evidenziato il nome di alcuni componenti di questa famiglia,
interpellando Francesco Battista
seduto al centro ex consigliere comunale del Movimento Sociale.
Il Comune di Larino, intorno al
2000 avviò le procedure per l’acquisizione dell’immobile e per
tale scopo la Regione Molise concesse anche un finanziamento,
circa 400 milioni di euro che
però in seguito venne riprogrammato per altre finalità, ovvero sistemazione di Villa Zappone e
costruzione della scalinata esterna
posteriore in ferro. Da ultimo per
evitare il crollo del tetto e dei
solai, nel 2010 è stato presentato
un progetto relativo al suo recupero e alla sua valorizzazione attraverso la realizzazione di un
centro culturale dedicato alla musica, denominato “Città della Musica”. Il progetto fu elaborato
dall’ Amministrazione Anacoreta,
ed in particolare dall’Assessorato
ai Lavori Pubblici e Programmazione, in linea con le finalità del
progetto RESTARC finanziato
con un apposito programma, definito INTERREG IIIA, di cui
l’Amministrazione di Larino era
all’epoca partner, in particolare
fra i curatori pubblicazione compare anche l’amico e collega Architetto Andrea Vitiello, su
progetto di M. De Santis e
S.Guacci vedi p.80, purtroppo
anche questo progetto non ha
avuto buon esito.Nel 2013 sul sito
A.I.M. Archeologia Industriale
Molise infine è stata pubblicata
una scheda assai completa a cura
di Maria Grazia Mazzella “Pastificio Battista-Colagiovanni”. Ed
ora veniamo alla cronaca di questi giorni: la famiglia Ferro cede
la struttura ad un’Agenzia Protos
Immobiliare, per la cifra di 50 milioni di euro, “Restauro con demolizione delle superfetazioni e
parziale ricostruzione dell’immobile denominato ex Pastificio
Battista” Progetto architettonico
dell’Arch. Leonardo Bellotti e
Ing. Alfonso Scardera, per farne
un supermercato della catena
“Acqua e Sapone” con uffici.
Niente da eccepire sulla bontà
dell’iniziativa l’importante che
ora venga restaurato e che dia occupazione ai giovani. Per me che
sono un appassionato e cultore di
storia patria di Larinum resta il
rammarico e penso che questo
monumento meritava ben altra
sorte, magari come contenitore
museale collegato a Villa Zappone ai fini di un rilancio turistico
ed economico del nostro comune.
Se ciò non è avvenuto di chi è la
colpa? Ai posteri l’ardua sentenza.
Neuromed, siglato il protocollo
per il Parco archeologico
striale Isernia-Venafro.
Il Parco archeologico rappresenta un modello innovativo di
integrazione per lo sviluppo e la
promozione del turismo culturale
e archeologico, nonché per lo sviluppo del patrimonio naturali-
stico. Un progetto che è stato possibile disegnare grazie ai numerosi ritrovamenti archeologici
nella piana di Venafro che abbracciano diverse epoche, dalla
preistoria al neolitico, passando
per i Sanniti e i Romani, fino ai
nostri giorni.
“La zona della
piana di Venafro è stata caratterizzata da
una numerosa
frequentazione dal II secolo a.C. fino
al IV – ha dett o Vi n c e n z o
Giambarbara
- Nel corso
della campagna di scavo nella zona industriale di Pozzilli e nel Parco
tecnologico del Neuromed abbiamo portato alla luce una villa
rustica e numerosi reperti. Da evidenziare la presenza di necropoli,
antiche fornaci per la ceramica, altre ville rustiche romane. Ci riferiamo, per queste
ultime, a un complesso di fabbricati che arrivavano a contenere
anche 150 schiavi: a tutti gli effetti, si tratta di vere aziende agricole, ne abbiano censite sei, otto.
Il protocollo di oggi è un tentativo di mettere a sistema tutto
questo”.
“Un altro passo per la valorizzazione del territorio - ha poi affermato il sindaco Passarelli - che
vedrà, molto probabilmente
l’anno prossimo, anche numerosi
studenti americani a Pozzilli. Un
progetto, dunque, che porterà una
ricaduta positiva in termini economici e di visibilità”.
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8 marzo 2017
Del Molise dei poveri e delle famiglie in difficoltà chi se ne cura?
Dietro la facciata lucida del Molise dei colletti bianchi, dei politici
in
macchine
di
rappresentanza, dei consiglieri regionali ridondanti di prebende e
benefit, di una borghesia professionale che si autocompiace di esserlo
e
di
esercitarsi,
arricchendosi, sulla massa che le
sta dietro, delle statistiche dello
0,001 per cento di crescita del
prodotto interno lordo, dietro
tutto questo c’è un altro Molise.
Al quale anche la stampa non presta attenzione, al quale si riserva,
se tutto gli va bene, qualche briciolo d’assistenza sociale.
C’è il Molise delle famiglie che
vivono sotto la soglia di povertà;
degli appartenenti al quinto di
reddito più povero. pari al 35,9
per cento, e un’altra branca a rischio povertà, che si aggira intorno al 32,6 per cento.
Diciamola tutta: ci sono 101mila
cittadini molisani che non fanno
cronaca, che non hanno rilievo e
visibilità, sostanzialmente sommersi da una governace regionale
che li ha condannati ad essere perennemente in retroguardia, pur
disponendo degli strumenti per
“soccorrerli”, non trova di meglio
che dilazionare gli interventi e gli
atti delle politiche cosiddette sociali, che la Regione ha ritenuto
debbano essere allegati agli atti
delle politiche sanitarie, col risultato che entrambe sono irriducibilmente inefficaci. Dietro la
facciata lucida del Molise dei presidenti, degli assessori e dei consiglieri regionali, c’è un quadro
strutturale e organizzativo da bri-
L’Intervento
di Massimo Dalla Torre
Dopo la breve tregua, tra l’altro armata, in cui si è sentita
da parte dei partiti della sinistra l’esigenza di riorganizzare le idee visto che in questi
giorni si sono affastellati avvenimenti e fatti che meritano
attenzione quella con “A”
maiuscola, riprendiamo la
routine quotidiana riportando
i commenti a quelle che sono
le notizie che vedono aperti
gli acquisti e le scelte nella
boutique del jurassik-politic
molisano. Il quale, la notizia
è di queste ore, ha portato da
parte del senatore Ruta e di
altri 14 esponenti PD ad inoltrare una nota alla Presidenza
della segreteria regionale del
partito nella quale si chiede di
Dietro la facciata lucida del Molise dei presidenti,
degli assessori e dei consiglieri regionali, c’è un
quadro strutturale e organizzativo da brividi
Ormai l’informazione critica e rilevatrice di colpe e difetti della maggioranza
regionale la si deve unicamente al consigliere ex Pd Michele Petraroia
vidi. Che per coglierlo nella sua
statica rappresentazione, ci vorrebbe il grimaldello o uno mezzo
di penetrazione per scardinare gli
strati di complicità e di tolleranza
che lo copre. Dinanzi ad una situazione siffatta, il cittadino immagina che nelle istituzioni alle
maggioranze inerti, inefficaci o
prevaricatrici, ci sia un’opposizione in grado di contrastarla, di
manifestarla all’opinione pubblica, di impalcarla alle proprie
responsabilità. Alla Regione Molise l’opposizione è formale. Per
cui sono i dissidenti della maggioranza il veicolo di una informazione critica e rivelatrice di
colpe e difetti. Nel caso che ci apprestiamo a scrivere, il veicolo
dell’informazione critica e rilevatrice di colpe e difetti della mag-
gioranza regionale, è di nuovo
Michele Petraroia (ex Pd), il
quale, dopo aver argomentato e
dimostrato, dati alla mano, i ritardi e le carenze gestionali del
sistema sociale e assistenziale,
ha posto in una interrogazione
l’urgenza di conoscere quali iniziative istituzionali si intendano
intraprendere per il contrasto
alla povertà in Molise che vede
coinvolte il 21,5% delle famiglie
pari 70mila cittadini, a cui si aggiungono ulteriori 31 mila persone a rischio povertà; di sapere
quando saranno pubblicati i
bandi del Programma operativo
regionale (Por) del Fondo sociale europeo (Fse) 2014/2020
per 12 milioni di euro per borse
lavoro, reddito di inclusione sociale e altre misure di contrasto
alla povertà; di conoscere inoltre quando saranno definite e superate le criticità dei Centri per
l’impiego che bloccano le procedure per i pagamenti di 4,8
milioni del Sostegno per l’inclusione attiva (Sia) a 1800 soggetti
svantaggiati del Molise, e per
quali ragioni non vengono rispettate le disposizioni della
legge regionale 13/2014, del regolamento attuativo 1/2015 e del
Piano
sociale
triennale
2016/2018 adottato dal consiglio
regionale nella seduta del 1 dicembre 2015. Avrà risposta?.
Dubitiamo, sulla scorta di ripetuti precedenti. Sempre che il
presidente della giunta regionale
sia disposto a fornire al presidente del consiglio gli elementi
necessari.
Si è aperto lo shopping nella
boutique della politica locale
effettuare nel più breve tempo
possibile le primarie per la
scelta del futuro numero uno
della Regione, che, a quanto
pare ha scontentato una
buona parte degli iscritti alla
compagine ancora retta dal
Tosco dalla parlata veloce.
Insomma, una sorta di richiesta di lasciare “libero il passaggio” che fa da pendant
con: “le cambiali prima o poi
vanno all’incasso e di creditori la politica locale ne ha
molti”. Commento che non ci
lascia perplessi perché mostra
come l’ora X è scoccata
anche se con undici mesi di
anticipo rispetto alla scadenza elettorale; il che indica
che sono iniziate ufficialmente le grandi manovre che
porteranno sicuramente a
un’ulteriore spaccatura all’interno del partito che governa
la ventesima regione d’Italia.
Senza voler affondare ancora
di più il coltello nella ferita
che già sanguina copiosamente, ci piace commentare i
fatti con un detto locale che
dice: “come ti fai il letto così
ci dormi”; detto già citato in
un altro articolo di qualche
giorno fa. Detto che ci fa dire
che “il salto della quaglia”
verso altri lidi, anche se dello
stesso colore politico, a nostro modesto giudizio ha tutti
gli ingredienti di spregiudica-
tezza che, però, se non centrerà l’obiettivo potrebbe far
scaturire un suicidio politico.
Salto anzi scelta che, si è palesata senza se e senza ma; o
forse il ma c’è: timore di perdere consensi e terreno. Per
quelli che dovessero sentirsi
piccati e non condividere
questo, che scriviamo, diciamo una cosa: c’è poco da
meravigliarsi su quanto sta
accadendo perché la resa dei
conti era nell’aria. La quale,
è stata attuata con operazioni
che, minano ancora di più le
basi di questa nostra comunità. Operazioni che avallano
il rifiuto di scelte che oggi
sono aberrate e contestate.
Operazioni che, condotte con
la tecnica della “guerriglia
del sottobosco”, mostrano cinismo di chi le ispira, ma soprattutto di chi le attua.
Operazioni che ricordano “la
guerra dei “piccoli Cesari”,
combattuta con armi caricate
con munizioni a base di accordi sotto banco, sgambetti e
forse “illogicità” sostantivo
femminile invariato, questo è
quello che si legge nella
grammatica italiana, che la
politica e i politici usano a
proprio vantaggio. Cose che
servono a giustificare le
scelte; qualora ve ne fosse
una, ma soprattutto il perché
della scelta.