Che imprudenza quegli alpinisti

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» Botte alla Ciasa de Paussa: condannati 3 dipendenti
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postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004
n°46) art.1, comma 1, Cns BOLZANO
sanità
MARTEDÌ 7 MARZO 2017
ANDREA SELVA A PAG. 37
QUOTIDIANOFONDATONEL 1945
DIREZIONE REDAZIONE:
VIA SANSEVERINO 29 38122 TRENTO
ALTO ADIGE
TEL: 0461/885111
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www.giornaletrentino.it
y(7HB5J2*TQQNLT( +_!"!@!"!/
adesso tocca alla commissione
parla maestranzi
Nuovo ospedale,
12 progetti in gara
Decisione entro l’anno
«Funivia
del Bondone,
ora ci siamo»
La relazione del consigliere delegato Maestranzi è pronta:
«In arrivo il master plan di
Trentino Sviluppo»
ANDREA SELVA A PAGINA 19
Il Santa Chiara sarà sostituito dal Not
GIANPAOLO TESSARI A PAG. 22
PREMIER MAY,
CHE FATICOSA
QUESTA BREXIT
Inchiesta per disastro aereo
di Roberto Bertinetti
Elicottero precipitato, operato il medico ferito: sta bene
na legge a tutela dei diritti dei cittadini comunitari residenti nel Regno
Unito quasi certamente approvata dalla Camera dei Comuni,
dove il dibattito inizia oggi, nonostante il parere contrario
dell’esecutivo. Sessanta miliardi
di euro chiesti da Bruxelles primadi daravvioai negoziati peril
divorzio dall’Europa. Previsioni
negative sul piano economico
nella finanziaria che sarà resa
nota domani. Tensioni in Ulster
a seguito del voto per il voto
dell’assemblea parlamentare
che hanno visto la vittoria di chi,
contrario a Brexit, difende il progettoun’Irlanda unificata.
nelle cronache
la denuncia di passerini
Minacce ai preti
che accolgono
i rifugiati
Vincenzo Passerini ( del Punto d’Incontro e di
Cnca) denuncia minacce alla chiesa che accoglie
migranti: tensioni da Roncone a Villamontagna.
E don Tomaselli: «Ora le paure sono superate».
SEGUEA PAGINA 11
L’EUTANASIA,
LA RIFLESSIONE
E LA PIETÀ
a storo
di Patrizia Belli
i ragioniamo da tempo.
La libertà di un individuo può essere estesa sino a decidere della fine della
propria vita? Ho conosciuto il
padre di Eluana Englaro. Venne
a Rovereto per un convegno. Di
lui ho il ricordo d'una persona
di grande dignità che aveva fatto della volontà della figlia di
morire (Eluana commentando
la tragedia di un amico aveva
espresso la volontà dell'eutanasia fosse capitato a lei) un comando - direi quasi una missione - della sua vita. In questi giorni il tema è tornato attuale per il
drammadel djFabo.
A PAG. 23
L’elicottero di Trentino Emergenza rovesciato, sulla neve. Ora dovrà essere recuperato e riportato a valle.
il pilota giacomoni
il direttore bordon
«Siamo vivi
ma non riesco
a dormire»
«Automediche
per tamponare
le emergenze»
Il pilota del 118 precipitato domenica è ancora sotto choc.
«Ma sono felice perché siamo
vivi».
A PAG. 15
Da 3 elicotteri si è passati a
uno: l’ emergenza si riorganizza immediatamente con le automediche.
A PAG. 16
SEGUE APAGINA 10
rovereto
«Il mio digiuno da Facebook»
Il medico Gottardi dichiara la sua «Quaresima social»
«Dal 1 marzo, giorno delle
Ceneri fino a domenica 16
aprile, Pasqua di Risurrezione, sono assente su FB per
la Quaresima. Ciao e buona
Pasqua a tutti». Fino ad oggi è stato di parola. Ma qualche curiosità la mette. Giuseppe Gottardi, medico,
dentista, volontario del soccorso alpino di Rovereto ha
dichiarato il suo digiuno Facebook per Quaresima.
LUCA MARSILLIA PAGINA 26
PERSONE & STORIE
ricordi reali
di Paolo Tessadri
Ora il Trentino
si riconcilia
con Giovanni
Gozzer
l Trentino si riconcilia con
GiovanniGozzer. Il professore, morto quasi 11 anni
fa, è stato un uomo importante per la nostra regione e per
l’Italia. È stato il primo presidente del Comitato di LiberazioneNazionaletrentino.
SEGUEAPAGINA11
Alcol e droga
a carnevale:
28 denunciati
il delitto di 27 anni fa
BERT, CORDELLINI, MAROGNOLI, TESSARI, DEIMICHEI E BELTRAMI DA PAGINA 14 A PAGINA 17
A PAG. 21
A PAG. 22
Corteo di taxi
per ricordare
Sommadossi
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11-12 MARZO 2017
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TRENTINO MARTEDÌ 7 MARZO 2017
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◗ TRENTO
Disastro aereo. La Procura della
Repubblica di Trento ha aperto
un’indagine sull’incidente che
domenica a Campiglio ha coinvolto l’Agusta Aw139 del nucleo
elicotteri della Provincia. Un
«atto dovuto», secondo il procuratore capo Marco Gallina.
Il fascicolo è in mano alla pm
Nazzaro, che si avvarrà della
collaborazione degli investigatori della stazione di Tione del
Sagf, il Soccorso Alpino della
Guardia di Finanza, guidata dal
maresciallo Bellagamba. Sarà la
magistratura ordinaria (quindi
la Procura, come detto) ad occuparsi dell’inchiesta sulle
eventuali responsabilità derivate dal sinistro. Finalità preventive ha invece l’inchiesta di sicurezza aperta dall’Ansv, l’Agenzia nazionale per la sicurezza
del volo, che ha inviato sul posto un team investigativo (ieri
poco dopo mezzogiorno l’arrivo all’aeroporto Caproni).
Secondo il procuratore capo
Gallina, è ragionevole pensare
che, visto il coinvolgimento di
autorità tecniche deputate, la
Procura possa andare “al traino” delle prime, anche per non
duplicare gli accertamenti tecnici. Così è avvenuto anche in
passato, in numerosi casi analoghi. La Procura potrebbe cioè
diventare il “braccio operativo”
degli investigatori delle Fiamme Gialle.
Allo stato attuale, non è detto
che venga disposta una perizia,
conferma Gallina, che fa alcune
riflessioni in termini generali
sul caso: «Da quello che ho appreso per ora anch’io dalla
stampa, non mi sembra che il sinistro sia stato cagionato da
ipotesi di malfunzionamento.
Ho letto le testimonianze sui
giornali in cui l'equipaggio diceva: non vedevamo più nulla, a
un certo punto ci siamo un po'
spostati ed è stato fatale. Sembra quindi essersi trattato di un
errore umano: si tratta poi di
stabilire se è colposo oppure
no».
Da qui l’ipotesi del disastro
aereo. Ma la Procura ha ben
presente quali siano i rischi
connessi con il pilotaggio di un
velivolo come quello caduto,
che è preposto ad interventi di
soccorso, non di rado estremi.
«Se le condizioni di volo ci sono, l'elisoccorso deve intervenire. Si tratta di un'attività tipicamente rischiosa», sottolinea
Gallina facendo riferimento anche alla distanza, molto ridotta,
dalle pareti rocciose raggiunta
per effettuare i recuperi. L'eli-
Aperta un’indagine
per disastro aereo
Ma il procuratore Gallina precisa: «Un atto dovuto. Sappiamo che l’attività
dell’elisoccorso è tipicamente rischiosa». Da accertare un’eventuale colpa
Il dottor Zucco
operato ieri
alle braccia
TRENTO. È stato operato ad
entrambe le braccia e ora è
ricoverato nel reparto di
rianimazione. Sono sulla via del
miglioramento le condizioni di
Matteo Zucco, il medico
rianimatore rimasto ferito
domenica in val Nambino. Con
traumi alle braccia, provocate
forse dal tentativo di
aggrapparsi a qualcosa nel
momento della caduta.
L’operazione - e questa è la
notizia che tutti aspettavano - è
andata per il meglio.
cottero del 118, come è ovvio,
cerca di portarsi il più vicino
possibile al luogo dove si trovano le persone da soccorrere:
questo è il suo “compito istituzionale” ed è noto a tutti che,
considerato il tipo di interventi,
si possano verificare degli incidenti. Anche un’autoambulanza con le sirene attivate, d’altra
parte, può incorrervi, ma
l’obiettivo preordinato è quello
Il procuratore
capo Marco
Gallina
e l’arrivo
al Caproni
dei tecnici
dell’Ansv
che seguiranno
la seconda
inchiesta
relativa alla
sicurezza
di salvare vite, di farlo in zone
anche impervie, e il più veloce
possibile.
Quanto alla seconda inchiesta, quella condotta dall’Agenzia nazionale per la sicurezza
del volo, il protocollo di gestione
di eventi di questo tipo prevede
una serie di accertamenti, che riguardano non solo il velivolo
ma anche le condizioni psicofisiche delle persone coinvolte.
In difesa degli “angeli del soccorso”, che ogni giorno rischiano la vita per salvare quelle degli altri, è intervenuto ieri Bruno Avi, comandante del Nucleo
elicotteri provinciale: «La situazione ieri (domenica, ndr) era
molto complessa sotto l'aspetto meteorologico - ha sottolineato - ed eravamo ad una quota
molto elevata. Bisogna dire che
un incidente può sempre capi-
tare. Stiamo recuperando la scatola nera e vedremo nei prossimi giorni di fare chiarezza sulla
dinamica dell'evento. Il comportamento del personale a
bordo è stato però ineccepibile.
Il pilota ha dato ordini ben precisi al tecnico di bordo affinché
spegnesse i motori e tagliasse il
carburante, e in seguito tutti si
sono immediatamente attivati
per recuperare il tecnico che
era rimasto sotto l'elicottero.
Possiamo dire che è andata bene».
L’elicottero, che attorno alle
13 doveva soccorrere una donna - la farmacista Nadia Bettotti
- estratta da una valanga dal
marito Mauro Bertagnolli nella
zona di Campiglio, ha incocciato con il muso contro una sporgenza rocciosa, in condizioni di
visibilità annullate dalla nuvola
AUTOSTRADA DEL BRENNERO S.p.A.
Via Berlino, 10 - 38121 TRENTO
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AVVISO BANDO DI GARA N. 04/2017 CIG 697343549B
L'Autostrada del Brennero S.p.A. ha indetto una procedura aperta per i lavori relativi alla
realizzazione di un parcheggio in corrispondenza della stazione autostradale di Trento
nord. L’importo complessivo dell’appalto è di euro 1.980.931,92, di cui euro 54.987,80
per costi della sicurezza (non soggetti a ribasso d’asta).
I lavori rientrano in categoria prevalente OG3 e categorie scorporabili OS18-A e OG6.
Presentazione offerte: entro le ore 12:00 del giorno 3 aprile 2017.
Apertura offerte: presso la sede della Società il giorno 5 aprile 2017, ad ore 9:30.
L’aggiudicazione avverrà secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa
individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, ai sensi dell’articolo 95,
comma 2 del D.Lgs. n. 50 del 2016.
Il bando di gara è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica
Italiana.
Il bando integrale e gli elaborati tecnici potranno essere visionati e acquisiti gratuitamente on-line sul sito internet della Società o inviati dalla Società stessa, previo versamento
di euro 50,00 secondo quanto disposto nel bando stesso.
Trento, lì 24 febbraio 2017
L’AMMINISTRATORE DELEGATO
ing. Walter Pardatscher
inquiria
Piazza A. Leoni 22
Tel. 0464 432499
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MARTEDÌ 7 MARZO 2017 TRENTINO
»
L’Aiut Alpin: «Daremo una mano»
Kostner: «Noi ci siamo, ma il servizio può essere organizzato molto meglio»
◗ PONTIVES (LAION)
Raffael Kostner, fondatore
dell’elisoccorso Aiut Alpin Dolomites, è tranquillo. «Può essere che il Trentino abbia bisogno del nostro aiuto, ma sarà
limitato a qualche giorno e di
sicuro siamo in grade di far
fronte alle emergenze». Sono
due gli elicotteri rimasti a disposizione del servizio trentino: l’Ecureil del nucleo elicotteri dei vigili del fuoco e il
Dauphine abilitato al volo notturno. L’Agusta 139 “Charlie
Charlie” è rimasto danneggiato nell’incidente di ieri e il suo
“gemello””Delta Delta” è in
manutenzione. Tra Bolzano e
Trento, però, esiste già un protocollo in grado di far fronte a
situazioni complicate. «La logica che seguiamo - spiega Kostner - è l’intervento in supporto qualora l’elicottero “di zona” sia impegnato in altro. Le
spiego: noi operiamo in Val
Gardena. Se accade un incidente al Seceda ad Ortisei è
competenza nostra, ma se noi
siamo impegnati in qualche al-
tra operazione interviene il Palikan 1 o il Pelikan 2 oppure gli
elicotteri vicini di Trento o Belluno. A scalare fino a che non
se ne trova uno disponibile.
Questo meccanismo ci permetterà anche nei prossimi
giorni di non incontrare particolari difficoltà. Noi siamo
pronti». Solo il Dauphine, comunque, è autorizzato a volare di notte. «Quello è relativo continua Kostner - perchè solitamente si tratta di trasferimenti secondari tra ospedali».
L’occasione, però, è buona per
riflettere su quanto sia ancora
migliorabile nel servizio. «Il
concetto della competenza
viene applicato con troppo rigore. Se accade qualcosa ad
Arabba, per esempio, in automatico parte Trento ma noi saremmo molto più vicini. Mi
chiedo, infine, come non si
possano dotare le centrali di
uno strumento che indichi dove si trovano tutti gli elicotteri
e chiamare il più vicino.Oggi
fanno il giro telefonico. Eppure sarebbe così semplice. (a.c.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’elicottero dell’Aiut Alpin Dolomites che ha base a Pontives
«Poteva essere una tragedia
è stato un mezzo miracolo»
Il pilota dell’Agusta Andrea Giacomoni parla dopo una notte quasi del tutto insonne
«Siamo felici ora che il medico sta meglio. Siamo tutti vivi, questo è l’importante»
di Ubaldo Cordellini
◗ TRENTO
di neve sollevata dalle pale (fenomeno noto come whiteout).
Quando il velivolo è caduto
al suolo sul fianco destro, decisivo è stato il ruolo del copilota
Fulgido Ferrari, che ha spento
motori e carburante, poi ha soccorso il pilota Andrea Giacomoni, che era in mezzo alla neve,
stordito, e ha recuperato, assieme all’infermiera Cristina Facinelli, il tecnico Andrea Gueresi
rimasto con il casco incastrato
sotto l’elicottero, scavando un
buco nella neve. Ferrari ha anche trascinato lontano dal motore il medico Matteo Zucco,
colui che ha riportato le ferite
più gravi. Erano già a terra ma
ancora agganciati al verricello
Matteo Marsilletti, del Soccorso alpino, e Roberto Barbolini,
tecnico cinofilo, trascinati per
una trentina di metri.
«Intanto siamo tutti felici per
Matteo Zucco che è stato
operato e sta meglio. Dopo
questa notizia, è tutto più sereno». Andrea Giacomoni, il
pilota dell’elicottero del 118
caduto domenica sotto cima
Nambino, il giorno dopo appare sollevato, soprattutto
perché si è delineato il quadro clinico di tutte le persone
coinvolte nell’incidente. Anche le condizioni del medico
rianimatore si sono stabilizzate e il pilota, come il comandante di una nave, può
rilassarsi un attimo, anche se
non può ancora parlare della
dinamica
dell’incidente:
«C’è un’indagine in corso e
io sono in attesa di essere
sentito dalla Ansv, quindi sulla dinamica non posso dire
nulla. Quello che posso dire
è che adesso è tutto più sereno. Siamo tutti vivi e questo è
già qualcosa di molto importante».
Giacomoni era ai comandi
dell’Agusta Aw 139 quando
c’è stato un fenomeno di
whiteout. L’equipaggio ha
Andrea Giacomoni accolto da Bruno Avi, Ivo Erler e Tiziano Mellarini
perso
completamente
l’orientamento e l’elicottero
ha urtato con il muso contro
uno spuntone di roccia, come ha spiegato il copilota
Fulgido Ferrari. Il mezzo è caduto sul fianco destro, quello
del pilota, da una ventina di
metri. Tutto è durato pochi
secondi, ma ha segnato i sette uomini a bordo come spiega Giacomoni: «Per come è
andata, poteva essere una
tragedia, invece è stato un
mezzo miracolo. Un incidente del genere avrebbe potuto
avere ben altre conseguenze
e invece siamo tutti vivi. Per
questo siamo felici. Adesso
vediamo di capire bene quello che è successo». Il pilota
parla dopo una notte in cui
ha dormito ben poco: «Sono
andato a letto dopo mezza-
notte e già alle quattro di
mattina ero in piedi. Non riuscivo a dormire».
Una comprensibile situazione di stress dopo un incidente che poteva avere gravi
conseguenze e non le ha avute sia grazie alla fortuna che
grazie
alla
prontezza
dell’equipaggio, con le persone incolumi che hanno aiutato tutti gli altri a liberarsi dalla lamiere. Il pilota prevede
che lo stress si farà sentire ancora per un po’ di tempo: «I
prossimi giorni saranno duri
per tutti». Però, al momento
assapora la gioia dello scampato pericolo: «Siamo tutti vivi e stiamo bene, ora che anche la situazione di Matteo si
è chiarita e stabilizzata possiamo dire di essere più sereni, siamo felici».
Sul suo futuro, Giacomoni
aspetta a pronunciarsi. Ma
di certo non sembra avere
paura del volo: «Sono tornato in elicottero dal luogo
dell’incidente. Non ero ai comandi io, ma ho già volato.
Come e quando tornerò a pilotare è, tutto sommato, un
problema secondario. Vedremo».
«Sono un sopravvissuto e sono felice»
Il racconto di Barbolini del soccorso alpino: al momento dell’incidente era sul verricello con il cane
◗ TRENTO
Roberto Barbolini con il suo cane Laspo (foto Tgr)
«C’era tanta neve, non vi vede
nulla, non ci capiva nulla. Poi
quando tutto si è fermato, mi
sono reso conto che l’elicottero era caduto». È scosso, ma felice, Roberto Barbolini, del soccorso alpino fiemmese e domenica di turno con il cane Laspo nell’equipaggio dell’elicottero caduto in val Nambino.
Lui e il cane erano sul verricello e Laspo è stato il primo a
muoversi e si è diretto subito
verso la donna travolta dalla
slavina. A qualche metro di distanza Barbolini, sotto choc,
ma subito operativo. Perché in
quei momenti bisogna agire,
lasciando al «dopo» le riflessioni. «Sono un sopravvissuto sto
bene, stiamo tutti bene, che
bello! - scrive il soccorritore su
Facebook - Quella che abbiamo vissuto è stata una lezione
di vita incredibile. Ci alleniamo per anni per concentrare il
nostro addestramento in quei
pochi minuti dove metti in
pratica tutto quello che ti hanno insegnato e tutto quello
che sei tu per aiutare uno sfortunato che ha bisogno di te.
Ma ieri, ho capito veramente
quanto la mia organizzazione
ci ha preparato. Ho capito
quanto siamo stati fortunati
prima e bravi poi a reagire tutti
e in fretta! Lo so siamo stati
molto fortunati, precipitare
con l'elicottero e poterlo raccontare. Incredibile! Io sono
orgoglioso di appartenere al
corpo nazionale del soccorso
alpino e spelologico del Trentino, sono felice di collaborare
con il fantastico equipaggio
dell' elisoccorso, è un mondo
tutto particolare e affascinante, mi piace tantissimo, poche
parole tanti fatti, sono insieme
alle persone che mi piacciono.
E a voi amici che mi avete
L’abbraccio al ritorno alla base
bombardato di telefonate e
messaggi vi dico che sono contento che mi avete pensato e
ringrazio tutti quanti per gli
apprezzatissimi pensieri. Cara
famiglia, grazie per sopportare
tutto questo, voi mi capite e so
che Erica Marco e Luca sono
tutti orgogliosi di me, grazie!»
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TRENTINO MARTEDÌ 7 MARZO 2017
Le automediche
per l’emergenza
Da 3 elicotteri si è passati a uno: l’altro Agusta operativo
entro 10 giorni, la Provincia valuta di noleggiare un mezzo
A sinistra
Paolo
Bordon
direttore
dell’Azienda
sanitaria
trentina ha
deciso di mettere in campo le
automediche
per tamponare
l’emergenza
A destra una
drammatica
immagine
dell’elicottero
di Trentino
Emergenza
schiantato al
suolo
I membri
dell’equipaggio
hanno dovuto
rompere i vetri
per mettersi in
salvo
di Chiara Bert
◗ TRENTO
«Continueremo a garantire il
servizio di elisoccorso e di elitrasporto, provvedendo se necessario al noleggio di un apparecchio o ad un'altra soluzione utile a supplire all'assenza dell'altro elicottero, che tornerà ad essere comunque operativo entro una decina di giorni». Così l’assessore alla protezione civile Tiziano Mellarini
ieri ha voluto dare garanzie
esplicite sull’impegno della
Provincia che in pochi giorni
ha subito un uno-due pesante:
con lo schianto dell’Agusta
139 domenica a Campiglio,
mentre l’elicottero gemello è
attualmente in manutenzione, attualmente resta un solo
mezzo in grado di garantire il
volo notturno, il più piccolo
Dauphine che domenica è stato utilizzato in soccorso dopo
l’incidente.
«Un’emergenza», ammette
il direttore dell’Azienda sanitaria Paolo Bordon, che già ieri
di buon mattino ha avuto un
confronto con il direttore di
Trentino Emergenza Oliviero
Valoti per decidere le contromisure da adottare in via immediata. La prima cosa che abbiamo fatto - spiega Bordon - è
stato spostare l’automedica
(con la presenza del medico a
bordo) all’eliporto di Mattarello: oggi il mezzo si muove solo
su Trento, in questa fase di
emergenza avrà invece con un
raggio d’azione territoriale più
ampio per coprire tutte le esigenze che la centrale di Trentino Emergenza riterrà necessarie. L’automedica funzionerà
dunque come mezzo di soccorso h24, potendo contare
sui medici in più recuperati dagli anestesisti-rianimatori che
attualmente non hanno la possibilità di operare sugli elicotteri che non sono disponibili.
Seconda azione adottata:
sia Bordon che Valoti hanno
contattato i responsabili
dell’elisoccorso dei territori
confinanti: Pieve di Cadore
per la zona San Martino di Castrozza-Primiero, Bolzano, Verona e l’Areu, l’Azienda regionale emergenza-urgenza della
Lombardia. Un appello ai vicini. «Li abbiamo messi al corrente della nostra attuale situazione di debolezza di mezzi»,
spiega il direttore dell’Azienda
sanitaria, in vista di eventuali
collaborazioni di aiuto nel trasporto dei pazienti. «Certo che
- aggiunge Bordon - sul volo
notturno gli unici a poterci aiutare sono i lombardi».
Nell’immediato l’Azienda
sanitaria punta al soccorso su
strada: oltre alla missione più
ampia dell’attuale automedica posizionata all’eliporto, ci
sarà un mezzo stradale in più a
disposizione, un’altra automedica che verrà rapidamente attrezzata per supportare i soccorsi nelle prossime settimane. «Nell’immediato stiamo
cercando di sopperire in questo modo», conclude Bordon,
«se poi la Protezione civile ci
metterà a disposizione un elicottero a noleggio in tempi
brevi, tanto meglio. Avremo
meno emergenza». Per quanto
riguarda il nodo dei parti dopo
la chiusura parziale dei punti
nascita (Cavalese e Arco), il direttore ricorda che «già oggi
Trento e Rovereto sono i due
ospedali di riferimento per la
notte, ci sono le automediche
e i parti precipitosi non sono
più di 16-20 all’anno». Incrociando le dita, tutti sperano
che l’emergenza abbia vita
breve. Intanto Bordon ci tiene
a ringraziare tutto il personale
del 118 «per la professionalità
e lo spirito di squadra dimostrato domenica, sia nel soccorso alle persone che nel soccorso tra soccorritori». «Non
occorreva richiamare in servizio nessuno, erano già tutti lì»,
aggiunge, «e questo dimostra
il loro valore, insieme ai vigili
del fuoco e al personale della
Protezione Civile».
©RIPRODUZIONERISERVATA
«Che imprudenza quegli alpinisti»
Lo sfogo di Valter Vidi, storica guida: «Sottovalutati i minimi canoni di sicurezza»
◗ MADONNA DICAMPIGLIO
Valter Vidi
L’intervento al vetriolo di Valter Vidi, lasciato nei commenti
all’articolo pubblicato sul sito
del nostro giornale, dove si racconta la caduta dell’elicottero
di domenica a cima Nambino,
è un j’accuse senza appello :
“Adesso basta – scrive l’ex capo del Soccorso Alpino di Madonna di Campiglio con 20 anni di attività alle spalle e oltre
700 interventi effettuati - Ma
questa gente che si reputa
“esperta” di alpinismo si rende conto di quello che sta facendo? Se vogliono mettere in
pericolo la propria vita liberi di
farlo, ma non quella degli altri.
Le condizioni di domenica –
prosegue l’intervento - erano
particolarmente pericolose, oltre ad una nevicata di neve bagnata ed instabile, non c’era
nessuna visibilità che potesse
permettere quantomeno di poter scegliere un itinerario relativamente sicuro. Condizioni
che il buon senso avrebbe consigliato per stare a casa. L’imprudenza dei due sci alpinisti,
la mancata valutazione del pericolo e dei più elementari canoni di sicurezza, non poteva
che portare alle conseguenze
che si sono verificate: ossia andare in valanga. Troppo facile
– tuona Vidi - contare sul soccorso per risolvere ogni problema. Il mio vuole essere un elogio ed un grande riconosci-
mento alla capacità, alla preparazione alla professionalità
del nucleo elicotteri e di tutti i
soccorritori. Però dico basta –
e da questo punto in poi è tutto scritto maiuscolo, citando
una serie di episodi in cui i soccorritori che hanno perso la vita – Val Lasties 4 soccorritori
morti, Cortina elicottero caduto e quattro soccorritori morti,
L’Aquila cade un elicottero 6
soccorritori morti. Penso che
l’elenco possa bastare per riflettere ma potrei continuare.
Un appello a chi va in montagna: l’incidente - conclude può capitare a tutti e il soccorso è sempre a disposizione,
ma andarlo a cercare è da imprudenti”. (e.b.b.)
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MARTEDÌ 7 MARZO 2017 TRENTINO
»
Oggi il recupero
del velivolo
precipitato
L’Agusta AW 139 Charlie
Charlie del nucleo elicotteri
della Protezione civile
trentina sarà recuperato nella
giornata di oggi.
Probabilmente interverrà un
elicottero pesante, tipo
Chinook, del comando
nazionale dei vigili del fuoco
per portare a valle l’elicottero
danneggiato a valle. Il Chinook
è già arrivato ieri a Bolzano e il
recupero, tempo
permettendo, avverrà forse
già in mattinata. Più
complesso prevedere se
l’elicottero potrà ancora
essere utilizzato. Ieri
l’assessore Mellarini ha
spiegato che sarà fatto un
incontro con i tecnici
dell’Agusta per deciderlo, ma
in molti sostengono che le
norme in questi casi
prevedono la rottamazione
dei velivoli danneggiati dopo
una caduta.
Da sinistra l’assessore Mellarini parla con il comandante Avi (con la tuta). Al centro di spalle Stefano Devigili, responsabile della protezione civile
«Siamo tutti con l’equipaggio»
Al nucleo occhi segnati dalle poche ore di sonno e l’orgoglio per il comportamento dei colleghi
la farmacista
«Nadia ricorda poco
Subito estratta»
«Nadia si ricorda poco o niente.
Non deve essere stata coperta per
molto dalla neve. Suo marito
l’aveva già tirata fuori quando è
arrivato l’elicottero». Ieri
mattina alla Farmacia alla
Madonna è stato un viavai di
clienti che chiedevano ai colleghi
di Nadia Bettotti sue notizie. La
farmacista trentina che era
rimasta sotto una valanga sotto
cima Nambino, era già stata
soccorsa dal marito quando era
arrivato l’elicottero del 118. Il
mezzo stava proprio scaricando
l’unita cinofila e il tecnico del
Soccorso quando è finito contro le
rocce. La farmacista e il marito
Mauro Bertagnolli vengono
descritti come scialpinisti
prudenti e molto preparati,
attrezzati di tutto punto.
◗ TRENTO
Gli occhi raccontano più di
tante parole. E sono occhi segnati dalle poche ore di sonno
quelli di chi, ieri mattina, era
al nucleo elicotteri. Segnati da
una girandola di emozioni
che ha fatto passare gli uomini e le donne legati all’elisoccorso, dalla paura alla gioia in
una manciata di minuti. «Se
ho dormito? Poco, pochissimo». Questa la risposta che si
riceve dai colleghi di chi, domenica pomeriggio, ha vissuto l’incubo dell’incidente aereo nella val Nambino. E se
domenica anche di era di riposo è tornato alla base di Mattarello per essere lì dove le notizie arrivavano, ieri il via vai
era ancora intenso. Anche se,
è stata una giornata più «tecnica». Con l’arrivo, dopo mezzogiorno, del team investigativo dell’Ansv (l’agenzia nazionale per la sicurezza del volo)
e dell’Enac (l’ente nazionale
dell’aviazione civile) che si oc-
Bruno Avi, comandante del nucleo elicotteri
Mellarini, De Vigili ed Erler
cuperanno di raccogliere tutto il materiale per le loro inchieste che si affiancano a
quella della procura. Materiale che permetterà di far luce
su quello che è successo. Indagini, verifiche certamente necessarie ma per tutti la cosa
di polemica. «Siamo uniti e
compatti - sottolinea il comandante del nucleo Avi - tutti i componenti dell’equipaggio si sono comportati con la
massima professionalità e noi
siamo qui per loro. Bisogna dire che un incidente può sem-
importante è che chi è stato
coinvolto nell’incidente, sia
tornato a casa. Frase che viene detta e ripetuta. Frase che
serve per focalizzarsi su quello che è importante. Per il resto c’è tempo. E non c’è spazio invece, per qualsiasi tipo
Dellai: «Si stia vicino ai piloti impegnati in questi giorni con nuove tecnologie»
Lorenzo Dellai con il Nucleo
elicotteri ha un rapporto specialissimo. L’onorevole, da presidente della Provincia, su
quella struttura ha investito
molto. Non solo come risorse,
ma in termini affettivi proprio.
Lei è stato tra i primi ad accorrere a Mattarello domenica. Come si fa con dei parenti..
«Sì certo, ma molti non ricordano che in realtà il Nucleo elicotteri in Provincia è sempre
esistito. Ben prima della nostra
amministrazione. Anzi, in ori-
gine era un servizio della Regione: c’era un Alouette, uno dei
primi elicotteri di questo tipo.
Un servizio pioneristico, soccorsi avventurosi effettuati dal
glorioso comandante Zanlucchi. Per dire, quando salivano
per recuperare una persona
sulla Cima Tosa, visto che non
avevano abbastanza potenza
per decollare, si lanciavano
verso il basso per prendere il
volo e riprendere quota».
All’inizio degli anni Duemila il Nucleo elicotteri è stato
molto potenziato.
«La Provincia ha fatto una
scelta molto forte. Quella di do-
tarsi di un Nucleo elicotteri
con scopo prevalentemente di
elisoccorso che fosse al top a livello nazionale ed europeo.
Tutti ora parlano degli elicotteri, dei modelli e delle prestazioni: pensano che il problema sia
soprattutto dei velivoli.In realtà il tesoro prezioso del Nucleo
è l’affiatamento operativo del
personale. E’ una grande famiglia, con una grande sinergia
operativa con le strutture di
terra: parlo di rete di ospedali,
dell’assistenza dei vigili del fuoco volontari, con il volontariato sanitario, soprattutto nelle
valli».
Cosa teme?
«Spero, ne sono convinto,
che la Provincia proseguirà su
questa strada. Il Nucleo stata
testando delle novità operative
molto importanti, come l’utilizzo del visori notturni per gli
atterraggi anche al di fuori delle piazzole per gli atterraggi.
Stavano adeguando i mezzi e
la certificazione del personale.
Non vorrei ci fosse scoramento
e smarrimento nel personale.
Questo utilizzo dell’elicottero
è un modo per dare pari dignità sanitaria ad ogni territorio
aldilà della distanza chilometrica».
(g.t.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Questo servizio
è un modo
per dare
pari dignità sanitaria
ad ogni territorio
al di là della distanza
in chilometri
dal capoluogo
«Nucleo, proteggere gli operatori»
◗ TRENTO
pre capitare. Stiamo recuperando la scatola nera e la registrazione e vedremo nei prossimi giorni di fare chiarezza
sulla dinamica dell'evento. Il
comportamento del personale a bordo è stato però ineccepibile. Il pilota ha dato ordini
ben precisi al tecnico di bordo
affinché spegnesse i motori e
tagliasse il carburante, e in seguito tutti si sono immediatamente attivati per recuperare
il tecnico che era rimasto sotto l'elicottero. Possiamo dire
che è andata bene». Un sospiro di sollievo anche per l’assessore alla Protezione civile,
Tiziano Mellarini: «Vorrei dire
un grazie sincero e profondo
a tutto il personale coinvolto
ieri nell'incidente sul monte
Nambino, da parte dell'intero
Trentino, ed esprimere una
grande vicinanza. Per fortuna, pur nella gravità di quanto
accaduto, non si sono verificate conseguenze estreme per il
personale».
Da qualche
settimana
stavano
provando i visori
notturni per poter
atterrare anche fuori
delle piazzole
notturne classiche
L’onorevole Lorenzo Dellai