n° 03, marzo 2017

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Transcript n° 03, marzo 2017

Immagine di copertina: canale in Rotaliana, (f.to G. Assandri, MUSE)
AGRICOLTURA
TRENTINA
MENSILE DELLA CIA DEL TRENTINO
ANNO XXXVI - n° 3/2017
il trentino
al vinitaly
i nuovi vincoli
del pan
sft, nuova stagione,
nuovo presidente
3
le nostre sedi
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TRENTO - UFFICIO PROVINCIALE
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appuntamento), mercoledì dalle 8.00 alle 12.45
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sommario
04
PAN: il lavoro
non è ancora finito
05
VINITALY: il Trentino ci sarà,
in buona salute
08
SFT, un nuovo presidente per
una nuova stagione
09
Il nuovo PAN, i nuovi vincoli
per gli agricoltori
10
C’è sempre aria
preelettorale
22
11
Prossimi corsi in partenza
23
È mancato un disegno
di lungo periodo
Notizie dal CAA
12
Si sceglie Melinda perché
14
24
Notizie dal CAF
25
Promuovere l’impiego
dei prodotti fitosanitari
biologici
Notizie dal patronato
27
16
A Ferrara dove dominano
pomodori e pere
17
Il controllo del cinghiale
in provincia di Trento
19
agia a exporivahotel
28
Accordo quadro sulle
molestie e la violenza nei
luoghi di lavoro
CIA Trentino tra i firmatari
29
L’utilizzo del bene
in comproprietà
Notizie dalla Fondazione
Edmund Mach
20
30
domande frequenti
al patentino
vendo & compro
21
La cessazione dalla
circolazione su strada
di macchine agricole Casi
particolari
Direttore
Massimo Tomasi
Direzione e Redazione
Michele Zacchi
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In Redazione:
Francesca Eccher, Stefano
Gasperi, Nicola Guella,
Francesca Tonetti, Nadia
Paronetto, Martina Tarasco,
Simone Sandri
Iscrizione N. 150 Del Tribunale
Di Trento 30 Ottobre 1970
A Cura di
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4
cia
PAN, il lavoro
non è ancora finito
di Paolo Calovi (Presidente CIA Trentino)
d
opo un lungo confronto, a tratti
anche laborioso, è stato approvato il nuovo Pan (Piano di Azione
Nazionale) per il Trentino, che norma i trattamenti fitosanitari in agricoltura. Questa
approvazione merita una riflessione non
superficiale.
Se la confrontiamo con le indicazioni nazionali, la nostra norma è certamente più
rigorosa e amplia il concetto di aree di rispetto alle abitazioni civili con la definizione delle distanze da rispettare durante la
fase dei trattamenti.
Se però valutiamo il nuovo Pan solo sulla
base di questi elementi verremmo spinti
a dire che sono stati solo gli agricoltori a
dover accettare regole più severe, ma riteniamo che una lettura di questo genere
sarebbe un po’ miope.
A partire dal nostro convegno di dicembre
sulla biodiversità e il superamento della
chimica nei trattamenti antiparassitari,
sono avvenute molte cose e tutte hanno
consentito di arrivare al risultato che abbiamo descritto senza tensioni particolari.
Il mondo agricolo è ormai consapevole che
in questa nuova fase bisogna tener conto
anche dei soggetti non direttamente collegati alla attività agricole, ma ha chiesto
che a questa apertura di dialogo corrisponda un’altrettanta decisa volontà di voler affrontare i problemi agricoli con la dovuta
attenzione.
È ormai tempo di affrontare con determinazione tutte le questioni relative alla
sburocratizzazione per evitare che questa
positiva affermazione diventi uno slogan
privo di sostanza, ma la prima questione
da affrontare è adesso una diversa politica di gestione del territorio. A partire
dall’utilizzo e gestione delle aree prossime
alle zone sensibili e specifiche (abitazioni,
scuole, eccetera) per poi valutare le aree
incolte che in Trentino ancora esistono e
per le quali non sono previsti, con sufficiente chiarezza, progetti di sviluppo. Dobbiamo attivare progetti innovativi per dare
nuove identità produttive a queste aree
che saranno quelle più delicate da gestire.
Un secondo aspetto che si collega direttamente con le regole del Pan, deve prendere in considerazione nuove modalità per la
definizione dei piani di sviluppo urbanistico. E quindi, al fine di evitare inutili contenziosi, sarà opportuno individuare, già nella
fase di pianificazione delle nuove aree di
sviluppo, fasce di rispetto che limitino le
possibili derive.
Il mondo agricolo sta continuando a lavorare affinché si vada sempre più verso
una maggior sostenibilità e sulle pagine
di questo giornale abbiamo dato spazio a
quanto già si sta facendo in campo vitivinicolo e frutticolo; possiamo poi allargare
lo sguardo alle importanti novità che la digitalizzazione delle macchine sta portando
nel nostro lavoro.
Da tempo sosteniamo che anche altri soggetti dovrebbero riflettere sul loro operato.
L’agricoltura anche con questo nuovo regolamento ha dato dimostrazione della sua
disponibilità e sensibilità. Siamo certi che
anche gli altri attori del territorio faranno la
loro parte per sostenere questo percorso,
anche se purtroppo dobbiamo registrare
ancora l’assenza di un chiaro progetto per
l’agricoltura trentina.
Nel mondo della competizione globale i
tempi di reazione alle esigenze dei mercati
sono determinanti per il successo o l’insuccesso delle aziende, ma se il territorio non
ha ancora deciso che strada percorrere il
rischio dell’insuccesso è ancora più ampio.
Abbiamo suggerito la strada degli stati
generali dell’agricoltura, crediamo che sia
ormai tempo di avere delle risposte.
NOVITÀ SUI VOUCHER
Dall’8 ottobre 2016 sono entrate in vigore le modifiche apportate all’utilizzo dei voucher dal decreto legislativo n.185 del 24 settembre
2016. Per evitare l’uso indiscriminato e spesso irregolare dei voucher, sono state introdotte nuove restrizioni al loro utilizzo. Resta ferma
la dichiarazione di inizio attività, da parte del committente di prestazioni restribuite con voucher, già prevista nei confronti dell’INPS.
Come ulteriore adempimento il committente dovrà, entro 60 minuti prima dell’inizio della prestazione di lavoro, inviare una e-mail alla
competente Direzione del Lavoro.
Gli imprenditori agricoli, con le stesse modalità, dovranno indicare:
• codice fiscale e ragione sociale del committente;
• dati anagrafici o codice fiscale del lavoratore;
• luogo della prestazione;
• la durata della prestazione con riferimento ad un arco temporale non superiore a 3 giorni.
Ciò vuol dire che la prestazione, in ambito agricolo, non potrà più essere superiore ai tre giorni, e che qualora fosse necessario un periodo più lungo, bisognerà effettuare la comunicazione preventiva ogni tre giorni e almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione.
In caso di violazione è applicata la sanzione amministrativa che va da euro 400 a euro 2400 in relazione a ciascun lavoratore per cui
è stata omessa la comunicazione.
Per la Provincia di Trento va inviata una PEC all’indirizzo seguente: [email protected]
Tieniti aggiornato sul sito www.cia.tn.it
vinitaly
VINITALY: il Trentino ci sarà,
in buona salute
Le buone pratiche dei produttori e le scelte fatte hanno trovato conferma sui mercati
i
di Luca Rigotti (vicepresidente della Federazione Trentina della Cooperazione)
l Vinitaly è la vetrina del vino italiano
e quindi anche trentino e rappresenta il momento clou per fare il punto
sulla situazione del settore e sulle sue prospettive a livello internazionale.
Il grande evento enologico di Verona, infatti, vede radunate non solo le aziende
vitivinicole del nostro Paese che colgono
l’occasione della kermesse per presentare nuovi prodotti, progetti di sviluppo,
iniziative promozionali e commerciali ma
anche rappresentanti delle istituzioni ai
massimi livelli, il vasto mondo della comunicazione e dei media, istituti di ricerca e
sperimentazione, associazioni di categoria, centri studi, aziende dell’indotto, player
della distribuzione organizzata, operatori
del segmento horeca, importatori stranieri
provenienti da tutto il mondo.
Per questo, quindi, il Vinitaly è il luogo ideale per capire dove va il settore del vino
italiano e per fare il punto su un comparto
che da solo vale moltissimo per l’export
del nostro Paese nel mondo.
Il 2016 è stato un anno record per il vino
italiano che ha visto crescere la propria
presenza in tutti i mercati mondiali e ha
ribadito la sua leadership in particolare
negli Stati Uniti, in Germania e nel Regno
Unito.
Hanno riscosso notevole successo soprat-
ropei sono stabili ma tendenti al calo, anche a causa della permanenza della crisi
economica, in molti Paesi e specialmente
nell’Estremo Oriente, si avverte una positiva crescita che fa ben sperare comunque
sul futuro.
Il Trentino si presenta sicuramente in
Un altro passaggio fondamentale è stato quello della Certificazione
della produzione 2016 secondo il Sistema di Qualità nazionale della
Produzione Integrata (S.Q.N.P.I.), una tappa importantissima curata
e seguita dal Consorzio Vini del Trentino, per la qualificazione di
tutto il territorio provinciale
tutto le bollicine (il Prosecco ma anche
il Trentodoc); i vini bianchi fermi, tra cui
il Pinot Grigio e il Gewürztraminer hanno
continuato il loro trend positivo, insieme al
Teroldego Rotaliano, così come conferme
sono venute dal Chianti Classico, dal Brunello e dall’Amarone.
Se i consumi in Italia ed in alcuni Stati eu-
buona salute all’appuntamento del Vinitaly 2017. È stato fatto un grosso sforzo
sia nella fase produttiva che in quella di
sviluppo commerciale, soprattutto grazie
all’azione delle aziende cooperative, per
migliorare il profilo qualitativo dei prodotti, ampliare la distribuzione e rafforzare il
marketing ottenendo risultati sicuramente
5
6
vinitaly
positivi per i soci produttori. Il vino trentino
trova nell’export il suo punto di forza e specialmente negli Stati Uniti, in tutta l’area
tedesca, in Gran Bretagna e, da qualche
anno, nel Far East.
Un altro passaggio fondamentale è stato
quello della Certificazione della produzione
2016 secondo il Sistema di Qualità nazionale della Produzione Integrata (S.Q.N.P.I.),
una tappa importantissima curata e seguita dal Consorzio Vini del Trentino, per
la qualificazione di tutto il territorio provinciale, che ha visto coinvolte per il momento quattro cantine cooperative e diverse
aziende private, per un totale di ben 2341
produttori, a cui si aggiungeranno nel
2017 altre cantine sociali e altre aziende
private.
Questo successo è la conseguenza di un
percorso durato decenni e che ha visto i
nostri produttori adottare il Protocollo d’intesa per l’utilizzo corretto dei fitofarmaci
in agricoltura utilizzando buone pratiche
L’obiettivo, giungere
prossimamente alla
Certificazione del vino,
in modo da proporre la
nostra vitienologia ai vertici
internazionali per quanto
riguarda la sostenibilità,
la salvaguardia ambientale
e la tutela del lavoro in
campagna.
agronomiche che hanno aiutato moltissimo nella qualificazione del vino trentino.
L’obiettivo, giungere prossimamente alla
Certificazione del vino, in modo da proporre la nostra vitienologia ai vertici internazionali per quanto riguarda la sostenibilità,
la salvaguardia ambientale e la tutela del
lavoro in campagna.
Questo è, credo, il migliore biglietto da
NUOVO PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO PER I SOCI
DEL GRUPPO MEZZACORONA
È infatti ufficiale il conferimento al Consorzio Vini del Trentino da parte del
Ministero delle Politiche Agricole dell’attestato che conferma l’ottenimento della
Certificazione della produzione in base al Sistema di Qualità Nazionale per la
Produzione Integrata (in sigla S.Q.N.P.I.) anche da parte dei soci del Gruppo
Mezzacorona partecipanti al progetto (come detto i soci di Cantine Mezzacorona e
della Cantina sociale di Ala), insieme ai produttori delle altre aziende trentine che
hanno dato la loro adesione al progetto.
Si tratta in assoluto del primo attestato in Italia per la Certificazione della
produzione secondo il S.Q.N.P.I. emesso dal Ministero stesso. Un grande risultato
per il Consorzio Vini del Trentino e, conseguentemente quindi, anche per i soci
del Gruppo Mezzacorona, che si sono impegnati a fondo nel percorso tecnico per
centrare l’obiettivo, premessa indispensabile per poi giungere nel prossimo futuro
alla Certificazione del vino.
Il Presidente Luca Rigotti ed il Direttore Generale Fabio Maccari hanno espresso
tutta la loro soddisfazione:
“Questa comunicazione rappresenta il riconoscimento ufficiale del raggiungimento
di un traguardo di eccellenza per tutti i nostri soci al termine di un percorso molto
severo improntato alla qualità, alla salvaguardia dell’ambiente e alla tutela del
lavoro in campagna, come aveva già ben evidenziato il Bilancio di sostenibilità
del Gruppo Mezzacorona recentemente pubblicato. Un traguardo il cui merito
è da ascrivere proprio al lavoro eccezionale dei nostri soci in campagna e alla
riconosciuta competenza dei tecnici del Gruppo Mezzacorona e che ci pone ancora
una volta all’avanguardia sul tema della sostenibilità e della tutela delle produzioni,
a maggior ragione in un anno particolarmente complicato per le produzioni viticole
come il 2016. Se da un lato l’attestato ufficiale del Ministero è una tappa di
arrivo dopo decenni di impegno dei soci del Gruppo Mezzacorona per la costante
riduzione dell’utilizzo dei fitofarmaci in agricoltura, questo riconoscimento è anche
un punto di partenza verso nuovi obiettivi, quale quello della Certificazione del
vino, per andare incontro alle esigenze dei consumatori a livello internazionale,
sempre più attenti e sensibili alle tematiche della sostenibilità in agricoltura e nella
viticoltura in particolare.”
visita del Trentino vitivinicolo al prossimo
Vinitaly 2017.
Certamente, sono diversi i fattori problematici che nel frattempo si sono accumulati a livello internazionale, come si può
vedere ogni giorno sui media.
Le tentazioni protezionistiche e la crisi
economica diffusa con la perdita di potere
d’acquisto di larghe fasce di popolazione
pongono problematiche anche al settore
del vino che si dovranno affrontare con
attenzione.
Nondimeno, l’affermarsi di competitori aggressivi sui mercati ed in particolare produttori dall’Australia, dal Cile, dalla Nuova
Zelanda, dal Sudafrica così come dagli
stessi Stati Uniti, impone un’azione forte
di crescita delle azioni e delle attività commerciali ma soprattutto di promozione delle identità territoriali e delle caratteristiche
distintive della nostra produzione, frutto di
una viticoltura di montagna qualificata, salubre e di eccellenza.
vinitaly
GRANDE SUCCESSO PER LA VITICOLTURA TRENTINA
UFFICIALIZZATA LA CERTIFICAZIONE S.Q.N.P.I.
PER LA PRODUZIONE 2016
Dopo un percorso durato tutto il 2016 che ha visto il Consorzio Vini del
Trentino quale capofila e coordinatore di una complessa filiera organizzativa
che ha coinvolto in totale 2361 viticoltori trentini, è stato ottenuto il formale
riconoscimento della Certificazione S.Q.N.P.I. (Sistema di Qualità Nazionale
Produzione Integrata) per l’uva da vino prodotta nella vendemmia 2016.
Hanno ottenuto la certificazione gli agricoltori delle seguenti cantine sociali:
Cantina Ala; Cantina di Aldeno; Cantina LA VIS; Cantina Mezzacorona.
Inoltre alcuni privati: Cantine Ferrari; Endrizzi srl; Fedrizzi Cipriano; Maso Poli;
Moser Francesco; Maso ai Dossi; Zanini Luigi.
Il percorso certificativo, primo e ad oggi unico in Italia a veder certificato un
così alto numero di agricoltori coordinati da un’unica entità consortile, ha
richiesto un grande sforzo organizzativo da parte della struttura, che è stata
impegnata a fondo nelle attività di autocontrollo, analisi e coordinamento.
Oltre al necessario ed imprescindibile supporto istituzionale nazionale
fornito dal MIPAAF, fondamentali sono risultati i partner di percorso che
hanno consentito la realizzazione di quest’impresa. Trentino Green Network
quale consulente tecnico, MPA Solutions per il supporto informatico e CSQA
certificazioni srl quale ente leader in Italia per la certificazione nel Food, che
ha certificato aziende e uva a fronte del SQNPI.
Il Consorzio Vini esprime grande soddisfazione per il risultato ottenuto e
vuole ringraziare di cuore tutti coloro che hanno condiviso il percorso, ogni
singolo agricoltore socio in primis, le cantine sociali, e di seguito tutti gli altri
partners.
Questo non è che il primo passo di un percorso che il Consorzio Vini intende
implementare negli anni futuri, nell’ottica di sviluppare un’agricoltura attenta
alla salubrità – in prima istanza per gli agricoltori e poi per tutta la collettività
– ed alla sostenibilità complessiva della produzione vitivinicola trentina.
Per il 2017 la certificazione SQNPI vedrà un numero di aderenti ancora
maggiore, qualificando il territorio trentino in maniera unica. Dopo la
certificazione dell’uva da vino, le cantine potranno proseguire la certificazione
anche per il prodotto vino, ottenendo così un potenziale vantaggio
promozionale nel competitivo mercato del vino nazionale ed internazionale.
7
8
SFT
SFT, un nuovo presidente
per una nuova stagione
Riccardo Forti ci spiega perché ha accettato di fare il presidente
e quali sono i progetti suoi e del nuovo CdA
p
iù che accettare il ruolo sono
io che sono stato accettato dai
soci. Posso spiegare più che altro cosa mi ha portato a propormi per il
ruolo. Nell’anno passato in qualità di consigliere ho notato delle criticità ed una
programmazione del futuro molto vaga,
dettate dalle problematiche che hanno
coinvolto la struttura nel recente passato.
Data l’estrema difficoltà che sta vivendo
la frutticoltura, ho pensato di mettermi in
gioco, convinto di avere le capacità per
poter dare un contributo, al fine di cercare di migliorare il reddito delle nostre
aziende agricole. Mi ha reso non poco
felice vedere che i soci della cooperativa
mi hanno riconosciuto adatto per il ruolo,
dandomi la loro fiducia per rilanciare una
società che ha tutte le carte in regola per
fare bene, ma che alcuni incidenti di percorso collegati all’ex direttore ne hanno
compromesso la via.
I problemi più pressanti con i quali ci dovremo confrontare (fortunatamente non
sono solo in questo percorso, ma abbiamo un CdA rinnovato e di grande unione
che permette di avere più visioni dello
stesso problema, così da poterlo risolvere usando le parti migliori dei vari spunti)
credo siano principalmente due, oltre a
quelli legati alla amministrazione ordinaria: portare la gestione della cooperativa
quanto più vicino si possa ad un sistema
Non esistono linee guida
sempre valide per affrontare
concorrenza e soddisfare i
consumatori, ma bisogna
trovare un equilibrio tra la
propria predisposizione e la
richiesta del cliente
possibile competitivi negli anni a venire.
Non credo che sia solo il mondo frutticolo
ed in special modo quello delle mele ad
essere in costante fibrillazione, credo che
ogni settore che si affacci sul mercato sia
in fibrillazione, ma è una normalità dato
che vengono coinvolte molto variabili. In
un editoriale di poco tempo fa, il prof.
Angelo Frascarelli parla del mercato non
come un nemico, ma come un qualcosa
da affrontare in maniera proattiva e non
passiva, avendo il coraggio di fare salti
importanti. Da questo spunto mi sento di
dire che non esistono linee guida sempre
valide per affrontare concorrenza e soddisfare i consumatori, ma bisogna trovare
un equilibrio tra la propria predisposizione e la richiesta del cliente e cercare di
essere il più dinamici possibili nel riorganizzare l’impresa ad adeguarsi costantemente a questo equilibrio. Cosa che
purtroppo adesso non è facile, in quanto i cambiamenti andrebbero attuati nel
Portare la gestione della cooperativa quanto più vicino si possa ad
un sistema definiamolo “industriale”, per andare a limitare il più
possibile errori, sprechi
definiamolo “industriale”, per andare a limitare il più possibile errori, sprechi e mal
gestioni che vanno ad inficiare sul risultato finale e, come secondo, quello di fare
vision per il futuro per tracciare una rotta che ci permetta di restare quanto più
momento in cui le imprese stanno funzionando, quando le aziende hanno ancora
buona capacità di investire vincendo la
convinzione che “si è sempre fatto in un
determinato modo e si continuerà così”.
Noi, al momento, stiamo cercando di pro-
porre alle nostre aziende dei mutamenti
verso la produzione biologica vista anche
la buona base già presente in cooperativa, una diversificazione di coltura o nuove
varietà tenendo ben presente le difficoltà
ad investire attualmente da parte delle
aziende e la loro predisposizione ad uno
dei precedenti progetti.
Pensare all’aggregazione ha sempre senso, ma bisogna capire che l’aggregazione
deve essere funzionale, ottimizzata non
si può pensare che un’aggregazione su
“carta” porti sicuramente benefici: c’è il
rischio che inefficienze di attori coinvolti
si propaghino su tutto il progetto. È quindi un aspetto da studiare attentamente e
non bisogna volerne affrettare i tempi, vista la crisi del settore. Sopratutto in questo momento di grande difficoltà per le
aziende bisogna tenere presente quello
che per loro comporterebbero alcuni anni
di assestamento nella riorganizzazione
mentre si sviluppa un ragionamento di
un’unica realtà produttiva; ragionamento
che però ricorre spesso in quanto i benefici che esso porterebbe credo siano noti
a tutti.
PAN
Il nuovo PAN, i nuovi vincoli
per gli agricoltori
I
n data 10 febbraio 2017 è stato
approvato il nuovo PAN. Sostanzialmente il PAN provinciale non fa
che ripercorrere le specifiche leggi nazionali per quel che riguarda le limitazioni
all’uso dei fitosanitari. In Trentino ci sono
però due elementi di novità: sono state
ampliate le aree a vincolo e sono state
modificate le distanze minime consentite
dalle aree specifiche e dai luoghi sensibili.
Aree specifiche utilizzate dalla
popolazione e dai gruppi vulnerabili
•Parchi e giardini pubblici (anche parchi giochi per bambini)
•Campi sportivi
•Aree ricreative
•Scuole per l’infanzia
•Istituti scolastici
•Strutture sanitarie
•Strutture residenziali sociosanitarie o assistenziali
Vincolo
aggiuntivo
•Edifici privati e relative pertinenze
rispetto
al PAN
Tabella riassuntiva delle distanze minime delle aree specifiche
Vincoli
previsti
dal PAN
CLASSIFICAZIONE
PRODOTTI
DISTANZE MINIME
CONSENTITE SENZA
STRUMENTAZIONE
ANTIDERIVA
DISTANZE MINIME
CONSENTITE CON
STRUMENTAZIONE
ANTIDERIVA
DISTANZE MINIME
CONSENTITE CON
ULTERIORI LIMITAZIONI
TOSSICI, MOLTO
TOSSICI E/O RECANTI
IN ETICHETTA LE FRASI
DI RISCHIO ai sensi del
D.Lgs. 65/2003 o le
indicazioni di pericolo
corrispondenti di cui al
Reg. CE 1272/2008
30 metri
10 metri
È vietato effettuare
trattamenti a distanze
inferiori a 10 metri
DIVERSI DALL’ELENCO
DI CUI SOPRA
30 metri
5 metri
<5 metri
Vincoli
aggiuntivi
proposti a
livello
provinciale
La delibera completa è disponibile sul sito www.cia.tn.it
9
10
CONFINDUSTRIA
C’è sempre aria preelettorale
Il Governo provinciale sotto la lente degli industriali.
Alcune domande a Giulio Bonazzi, Presidente Confindustria Trento
P
residente Bonazzi, questa legislatura aveva visto al centro dell’agire del governo la volontà di dare
una svolta al nostro territorio. Oggi, a tre
anni dalle elezioni, come valuta la situazione?
Si tende a sottovalutare
l’apporto del comparto
industriale, con derive
pericolose che a volte
portano a ipotizzare una
sua sostituzione con altri
settori.
Cambiare in meglio le cose non è mai
facile. Se poi parliamo di economia, i
cambiamenti sono lenti e condizionati
da una pluralità di fattori. Per cui è impensabile che gli effetti di una politica
economica, locale o nazionale che sia,
si possano misurare nel breve periodo.
Per fare una valutazione generale, posso dire che vedo molta frammentazio-
ne all’interno del Governo provinciale e
della politica trentina. Negli ultimi tempi
è aumentata la litigiosità tra i partiti e
anche al loro interno. Ciò va a scapito
della spinta verso il cambiamento positivo. Non aiuta nemmeno il clima di perenne campagna elettorale che si vive
in Trentino.
Che cosa è stato fatto, che cosa manca
librato tra settori. Ma di questo devono
essere consapevoli tutti, a cominciare
dalla classe dirigente.
Le chiedo inoltre un breve commento
sull’ “assalto” sudtirolese.
Personalmente non lo considero un assalto. Lo vedo piuttosto come un indicatore di attrattività del nostro territorio.
Certo, dovremmo preoccuparci se a loro
Posso dire che vedo molta frammentazione all’interno del Governo
provinciale e della politica trentina. Negli ultimi tempi è aumentata
la litigiosità tra i partiti e anche al loro interno.
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e che cosa chiedere alle istituzioni per
dare una marcia in più al territorio?
Ritengo che uno dei problemi principali
di questo territorio sia la scarsa consapevolezza del ruolo e del contributo dei
singoli settori produttivi. In particolare,
si tende a sottovalutare l’apporto del
comparto industriale, con derive pericolose che a volte portano a ipotizzare
una sua sostituzione con altri settori.
Ricordo che anche in Trentino l’industria
rappresenta un terzo degli occupati e
del PIL provinciale, realizzando il 90%
dell’export totale. È evidente che non
si può fare a meno dell’industria. L’economia trentina si regge su un mix equi-
volta le nostre imprese non andassero
a investire al di fuori dei confini provinciali, ma non vedo il senso di un confronto diretto tra Trento e Bolzano. L’industria trentina ha orizzonti più ampi di
quelli regionali e va a investire là dove
lo ritiene più opportuno per il proprio
business.
Anche negli ultimi tempi l’imprenditoria
trentina ha dato segnali di grande vitalità. Basti pensare al gruppo GPI, che
recentemente si è quotato in Borsa.
Oppure a tutte quelle aziende che negli
ultimi mesi hanno registrato importanti
successi nei mercati internazionali.
CONFCOMMERCIO
È mancato un disegno
di lungo periodo
Il lavoro del governo provinciale visto dal presidente di Confcommercio, Giovanni Bort.
P
residente, questa legislatura aveva
visto al centro dell’agire del governo
la volontà di dare una svolta al nostro territorio. Oggi a tre anni dalle elezioni,
come valuta la situazione?
confini europei ai mutamenti delle abitudini delle nuove generazioni, complice anche il crescente influsso della tecnologia
nella vita di ciascuno di noi. Fatta questa
premessa, è chiaro che i margini e le leve
Credo che ora però sia arrivato il momento di fare un ulteriore scatto
in avanti, lavorando maggiormente sull’identità del nostro territorio,
sulle sue specializzazioni e su di un progetto di sistema che sappia
integrare al meglio le varie anime del Trentino.
“Ritengo che la situazione del nostro territorio non possa essere facilmente estrapolata dalle dinamiche in atto, sia a livello
nazionale ma anche - ed ancor più, forse
- a livello internazionale. Invero abbiamo
assistito, in questo ultimo triennio, ad indubbio sforzo nel garantire al Trentino stabilità ed livelli di benessere confrontabili
con il periodo “pre-crisi”. E, in una certa
misura, questi sforzi sono anche andati a
buon fine, soprattutto laddove vi era la necessità di salvaguardare la specialità amministrativa della nostra provincia. Tuttavia
credo che il Trentino sconti la mancanza
di un disegno organico proiettato sul lungo periodo, in grado di fornire indicazioni
chiare e precise sia sulle direzioni da intraprendere a livello di sistema che di riorganizzazione delle nostre competenze.
Obiettivamente il contesto non è facile, ma
proprio per questo è indispensabile risolvere al più presto alcuni nodi essenziali legati all’economia, al lavoro, alla sovranità
legislativa su alcune materie che possono
incidere sul nostro sviluppo.”
Cosa è stato fatto e cosa manca e che
chiedere alle istituzioni per dare una marcia in più al territorio.
“Come dicevo è doveroso ricordare il contesto in cui stiamo vivendo, frutto di una
molteplicità di fattori ed eventi anche eterogenei: dalle vicende politiche internazionali all’evoluzione dei mercati finanziari,
dalle pesanti migrazioni che insistono sui
Da un punto di vista
strettamente imprenditoriale,
i rapporti e gli scambi tra
Alto Adige e Trentino sono
un fatto storico: opporsi è
inutile.
sulle quali insistere non sono molti. In
questi anni si è lavorato per contenere gli
effetti di una congiuntura molto pesante:
i risultati potremo valutarli con maggiore
obiettività in futuro. Credo che ora però
sia arrivato il momento di fare un ulteriore
scatto in avanti, lavorando maggiormente
sull’identità del nostro territorio, sulle sue
specializzazioni e su di un progetto di si-
stema che sappia integrare al meglio le varie anime del Trentino. Non è un caso se,
in questi mesi, si è intensificato il dibattito
su una questione che riguarda sì la nostra
storia ma, in prospettiva, anche il nostro
futuro: la questione dell’Autonomia e del
nuovo statuto sarà una partita cruciale per
definire la nostra identità e, di conseguenza, il Trentino dei nostri figli e nipoti.”
Le chiedo inoltre un breve commento
sull’”assalto “sudtirolese.
“I mercati sono entità fluide, che rispondono a regole precise. Non credo si possa parlare di “assalto” ma, forse, di una
nuova stagione nei rapporti tra le due
province, anche da un punto di vista economico. L’identità del Trentino, della quale
parlavo poc’anzi, non si può considerare
se non in un’ottica regionale. In questo
senso mi auguro, dunque, che i rapporti
tra Trento e Bolzano possano trovare una
nuova dimensione e una nuova prospettiva, partendo proprio da alcuni aspetti comuni che ci legano. Ma sarà soprattutto
il tema dell’Autonomia e della sua difesa
quello attorno al quale Trento e Bolzano
dovranno dimostrare la propria compattezza e la propria sinergia: è indispensabile
che le due province procedano insieme e
con decisione verso la rivendicazione della propria “specialità” autonomistica e un
progetto di costruzione di un nuovo modello di autonomia nel governo del territorio.
Da un punto di vista strettamente imprenditoriale, i rapporti e gli scambi tra Alto Adige e Trentino sono un fatto storico: opporsi
è inutile. Meglio lavorare sulle opportunità
che questa dimensione ci offre, magari
con uno sguardo anche oltre il Brennero,
verso l’Austria e l’Europa.”
11
12
MELINDA
Si sceglie Melinda perché
Il presidente Odorizzi ci illustra come viene seguito il mercato e per il 2018 c’è una novità
C
ome Melinda segue il mutar dei
gusti dei consumatori, e come
utilizza le tecniche di avanguardia
nei campi (vedi ad esempio le cernitrici).
Sono molteplici i fattori che oggi orientano la scelta dei consumatori nell’acquisto
di mele. Melinda analizza ogni anno i dati
di vendita per cercare di organizzare al
meglio la propria offerta, ma non solo, la
capillarità nella distribuzione del prodotto
soprattutto nel canale della vendita diretta – i piccoli store – ci dà la possibilità
quasi di dialogare con il cliente, intuendo
e anticipando le preferenze del mercato.
Melinda è il più importante produttore italiano di mele, circa 400.000 tons l’anno,
il 20% della produzione media nazionale,
una delle principali realtà europee del
mercato ortofrutticolo. Solo in Italia è un
brand che vanta il 99% di riconoscibilità. Il
ruolo che il Consorzio Melinda svolge nel
proprio Territorio in termini di creazione di
valore aggiunto per le circa 4.000 aziende
agricole socie, di opportunità di lavoro per
gli oltre 1.300 addetti (di cui il 75% circa
sono donne) e di importante generazione
di indotto economico per molte altre aziende locali.
Il consumatore sceglie le mele Melinda
non solo perché sono di qualità oggettivamente superiore, ma anche perché sono
prodotte da una azienda che rappresenta
una comunità e un territorio unici in Italia,
per la peculiare attenzione all’ambiente e
alla sostenibilità per esempio, ma anche
per la ricerca e l’innovazione - siamo gli
unici al mondo a conservare le mele in celle ipogee scavate nella roccia - e perché
no, anche per la simpatia che da sempre
ispira il nostro inconfondibile bollino giallo
e blu.
Sia sul campo che in cooperativa vi è una
continua ricerca di innovazione con continui investimenti a favore dell’ultima tecnologia disponibile con la quale migliorare il
lavoro agricolo e la qualità della frutta prodotta. Ultimo esempio in questa direzione
è l’acquisto della macchina per la lavorazione e selezione delle ciliegie, che ha previsto un investimento di circa 1 milione di
euro; dotata di Cherry Vision Unitec Technology, l’esclusiva tecnologia per la rilevazione della qualità interna ed esterna delle
ciliegie, permette di rilevare calibro, colore,
difetti interni, difetti esterni, morbidezza,
assenza o meno di gambo, grado Brix delle ciliegie raccolte nei campi. Inoltre rende
il lavoro più semplice anche in campo: le
ciliegie possono infatti essere conferite
“scendi albero” eliminando tutta l’onerosa
parte della selezione, arrivando più velocemente in cooperativa dove saranno selezionate e confezionate in tempi record;
tutti aspetti a vantaggio della qualità del
prodotto che arriverà ai consumatori .
Avete ampliato l’offerta frutticola, come
pensate di muovervi in futuro in rapporto
agli altri produttori trentini e in rapporto
con l’Alto Adige
La nostra offerta di mele si è arricchita
infatti di una nuova famiglia, quella dei piccoli frutti Melinda, che a livello commerciale stanno performando molto bene; tutta
la frutta che produciamo – ciliegie, fragole,
more, ribes, lamponi e mirtilli - è raccolta al
momento perfetto di maturazione, permettendo così ai frutti di sviluppare il sapore
ideale oltre che le caratteristiche nutrizionali che li rendono importanti per la nostra
salute.
La peculiarità che ci distingue dai competitor è la connessione permanente con
il nostro comparto, non solo quello italiano, anche quello internazionale. Oggi
per esempio rileviamo che la mela è un
prodotto che il consumatore sceglie da
consumare ovunque e a ogni ora. Ecco
perché recentemente abbiamo siglato un
accordo con KIKU Variety Management per
la coltivazione della varietà ISAAQ® in Val
di Non a partire dal 2018; una mela che
oltre alle ottime qualità organolettiche, è
resistente alla ticchiolatura, ha una shelf
life prolungata e il calibro piccolo, proprio
per nuove opportunità di posizionamento
sul mercato.
Una scelta strategica che ci offre un’importante opportunità di mercato, grazie
alle particolari caratteristiche che rendono questa varietà ideale per una platea di
consumatori composta anche da famiglie
piccole, single, da persone che si muovono molto, che fanno diversi pasti fuori
casa e che sono alla ricerca di porzioni piccole e maneggevoli, perfettamente in linea
con i cambiamenti sociodemografici del
mercato che vedono una ridefinizione delle
occasioni di consumo. Inoltre, la sua caratteristica di resistenza alla ticchiolatura, la
rende particolarmente interessante per la
sua coltivazione nelle zone sensibili della
valle, rendendo possibile dunque una produzione sempre più sostenibile e rispettosa dell’ambiente e della popolazione.
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NOTIZIE DA BRUXELLES
Promuovere l’impiego dei
prodotti fitosanitari biologici
Una risoluzione dell’eurodeputato sudtirolese Herbert Dorfmann (SVP) sui pesticidi a
basso rischio di origine biologica è stata adottata mercoledì 15 febbraio con una grande
maggioranza dal Parlamento europeo a Strasburgo.
S
ulla corretta gestione delle acque
di lavaggio dei mezzi per il trattamento delle colture si è discusso
durante la giornata tecnica organizzata dal
Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione E. Mach il 17 novembre scorso.
Gli esperti universitari ed i tecnici intervenuti in qualità di relatori hanno contribuito a
delineare il quadro generale delle soluzioni
disponibili per realizzare la corretta pulizia
delle irroratrici e la gestione delle acque
di lavaggio, sottolineando però che attualmente il quadro normativo rappresenta un
elemento critico e forse non ancora del
tutto completo per poter adottare anche in
Italia le stesse soluzioni che in altri Paesi
sono in uso da diversi anni.
Una di queste – per ora l’unica espressamente prevista anche da noi – è il lavaggio
in campo dell’attrezzatura al termine del
trattamento, se si dispone di un’irroratrice
già equipaggiata o di un kit portatile ausiliario e a condizione che questa operazione
venga svolta su superfici sempre diverse
per non creare fonti puntuali di contaminazione da agrofarmaci. Il lavaggio in campo
evita di trasferire in azienda quest’importante operazione di ordinaria manutenzione, semplificando in parte la dotazione
aziendale necessaria allo scopo.
Per una gestione aziendale sono disponi-
bili numerose soluzioni – molte delle quali
in corso di valutazione anche alla FEM –
messe a punto da varie aziende del settore nei Paesi in cui la normativa nazionale
ne prevede l’impiego (es. Francia, Svezia e
Polonia). Queste si basano su vari principi
come il disseccamento del refluo, la biodegradazione da microrganismi del terreno
(foto) o la separazione fisica dei contaminanti dall’acqua di lavaggio.
In alcune aree della Francia sono attive
strutture di tipo sovra aziendale che mettono a disposizione, oltre ad un’area attrezzata per il lavaggio, anche sistemi collettivi
di raccolta, stoccaggio e decontaminazione
delle acque, rendendole riutilizzabili per le
medesime operazioni di pulizia dei mezzi.
A strutture del genere, visti i vantaggi prevedibili con una gestione collettiva, si sta
pensando anche nella nostra provincia,
quanto meno per quelle zone in cui sussistono le condizioni di sostenibilità tecnica ed economica. Anche su questi aspetti
sono in corso studi di fattibilità e si rende
quindi necessario valutare le numerose
soluzioni per ciascuno specifico impiego,
ma anche attendere gli indispensabili chiarimenti normativi per adottare le diverse
tecnologie in un contesto aziendale o interaziendale.
Herbert Dorfmann all’Assemblea Generale di EUSALP
Lunedì 13 febbraio 2017 si è tenuta in Baviera la prima Assemblea Generale di EUSALP, la Strategia Macroregionale
per la Regione Alpina. Si tratta di un’iniziativa che è attiva dallo scorso gennaio e a cui, oltre al Sudtirolo e al
Trentino, partecipano altre 47 Regioni di sette stati differenti (cinque Stati membri dell’Unione europea – Germania,
Francia, Italia, Austria e Slovenia – e Svizzera e Liechtenstein). L’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann ha
partecipato all’Assemblea Generale in quanto Presidente degli “Amici di EUSALP” nel Parlamento Europeo.
Tema centrale dell’Assemblea Generale è stato il programma di lavoro della Presidenza del Land della Baviera, che ha
assunto a inizio anno la presidenza a rotazione di EUSALP. Sono state presentate le priorità per il prossimo anno, tra le
quali l’organizzazione di un primo forum annuale, che si terrà in novembre e che sarà un’occasione per fare il punto sui
risultati ottenuti. “A lungo termine dovremo riuscire a integrare meglio la Strategia per lo Spazio Alpino con la politica
regionale dell’Unione europea. Queste 48 Regioni devono collaborare in tutti i settori in cui ci sono problemi e sfide
comuni. Questo è un passo importante verso un’Europa delle Regioni”, ha dichiarato Herbert Dorfmann.
SEGNALIBRO
IL TESTO UNICO DEL VINO C’È, ORA I DECRETI ATTUATIVI
“Stiamo sollecitando il Governo affinché i decreti attuativi vengano emessi
quanto prima. In particolare le norme per la tenuta dello schedario viticolo
e quindi di semplificazione per il riconoscimento delle DOC, quelle per la
razionalizzazione del sistema dei controlli e per la liberalizzazione della
stampa dei contrassegni di origine.”
Così si è espresso il senatore Franco Panizza, durante la presentazione dello
speciale dell’Informatore Agrario promosso dall’Alleanza delle Cooperative
Italiane sul testo unico del vino, di cui Panizza è stato correlatore in Senato.
“Prossimamente - ha aggiunto Panizza - con l’assessorato all’agricoltura della
Provincia di Trento organizzeremo un momento di illustrazione della nuova
legge. Ha già assicurato la sua partecipazione il viceministro all’agricoltura,
Andrea Olivero.”
È una legge che riconosce il vino e i vitigni come patrimonio culturale
del Paese e quindi tutela anche vitigni eroici, le produzioni di nicchia e
ne favorisce il collegamento col settore turistico, implementandone le
potenzialità, in virtù del fatto che il settore del vino sta vivendo un momento
in crescita.
Tante le novità che il testo unico introduce: dallo schedario viticolo, alla
tutela dei vitigni autoctoni, alla regolamentazione e alla valorizzazione dei
consorzi di tutela.
15
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CIA FERRARA
A Ferrara dove dominano
pomodori e pere - parte II
Un paio di domande al presidente della Cia della città estense, Stefano Calderoni
Pubblichiamo qui la seconda parte dell’intervista, quella dedicata alla produzione della pera
n
ella produzione di pere sembra
funzionare il modello Melinda.
“L’Italia è da sempre uno
dei principali player internazionali nella produzione e commercializzazione
delle pere e, nonostante tutto, si stava assistendo ad un lento ed inarrestabile declino del comparto, evidenziato dalla progressiva e costante
riduzione delle superfici investite a pereto.
In questi anni non è cambiato solo l’orientamento colturale delle aziende, ma
con sé la crisi si è portata dietro una
vera e propria mutazione del paesaggio agrario un tempo segnato da una
massiva presenza su tutto l’areale di
coltivazioni arboree. Questa inefficacia
della filiera di determinare più eque distribuzioni nell’ambito della catena del
valore era nel caso di specie quanto
mai evidente se pensiamo che la pera
viene prodotta in un distretto da sempre racchiuso in poco più di 4 province.
In questo contesto di forte sfiducia
da parte dei produttori, 18 aziende
decidono di dar vita al primo e più importante processo di aggregazione
commerciale nel campo delle pere.
Nasce quindi Opera che raggruppa oltre mille produttori, dando vita al primo
gruppo per volumi di pere commercia-
lizzate al mondo. Sempre nel 2015,
sull’onda del ritrovato entusiasmo,
come organizzazioni decidiamo di stimolare la nascita della prima fiera
verticale legata alle pere, Futurpera.
Tutto questo ha permesso di rivitalizzare
sin da subito il mercato e di efficientare un sistema di commercializzazione
che dimostrava tutta la sua debolezza.
La grande intuizione di Opera è stata
quella di fare della pera una vera eccellenza produttiva, facendola uscire
dal tritacarne delle commodities e legandola fortemente al proprio territorio d’origine e alla tradizione produttiva della pianura emiliano romagnola.
Un importante investimento in comunicazione di oltre 7 milioni di
euro, sostenuto tutto dai produttori,
sta permettendo al marchio di essere conosciuto al grande pubblico.
L’aspetto a nostro avviso più significativo
è che l’ingresso nel mercato di Opera ha
determinato nell’immediato una ripresa
dei prezzi generalizzata ed un rinnovato
clima di fiducia da parte dei produttori.
L’aggregazione ha dimostrato essere
ancora una volta l’unico vero fattore di
competitività e di stimolo per la filiera:
dopo poche settimane che Opera aveva
avviato la propria campagna commerciale, abbiamo assistito alla nascita di
Origine Group che a sua volta aggrega
altri gruppi che commercializzano pere.
Se è ancora troppo presto per fare una
valutazione definitiva sui reali effetti di
questa esperienza, si può comunque
ragionevolmente affermare che senza
una poderosa scossa al comparto oggi
ci saremmo trovati oggettivamente in un
vicolo cieco, finalmente dopo anni vi è
una strategia di lungo periodo che vuole
rilanciare la produzione della pera come
imprescindibile fattore di crescita per il
comparto agroalimentare emiliano romagnolo.”
FAUNA SELVATICA
Il controllo del Cinghiale
in provincia di Trento
di Michele Rocca e Alessandro Brugnoli (Associazione Cacciatori Trentini)
T
ra le specie faunistiche di “nuova” colonizzazione provinciale il
Cinghiale, alla pari dei Grandi Carnivori - Lupo ed Orso -, riveste sicuramente un ruolo delicato, spesso conflittuale,
con la popolazione locale in genere ma
soprattutto con la componente degli agricoltori. Sono infatti noti anche al profano
i danni che la specie riesce a provocare
nei prati o nei campi coltivati durante la
ricerca di cibo, svolta soprattutto nelle
ore notturne. In questi anni si è fatto
un gran parlare della presunta o meno
autoctonia della specie: i ritrovamenti
effettuati nel Riparo Dalmeri sull’Altopiano della Marcesina (databili a 13 mila
anni fa), le zanne rinvenute alle Palafitte
di Fiavè e risalenti all’età del Bronzo e
la persistenza nel territorio provinciale
- documentata da scritti e dipinti - fino
al XVIII secolo nella fascia dei querceti
termofili della Valle dell’Adige e della Valsugana non lasciano in ogni caso adito a
dubbi su questo argomento.
Attualmente la specie risulta distribuita
nel Basso Chiese soprattutto in destra
orografica, in Valle di Ledro fra Tremalzo
e Molina di Ledro ai confini con la provincia di Brescia, in Vallagarina - soprattutto
fra Avio e Ala -: il Cinghiale è comunque
presente fino a Trento (soprattutto nella
zona della Vigolana-Marzola); negli ultimi
anni si è assistito ad un incremento della
specie in Valsugana. Come si evidenzia
dalla distribuzione territoriale, la specie
risulta pressoché assestata nella parte
meridionale della provincia: i nuclei delle
Giudicarie-Ledro e quelli della Vallagari-
na sono peraltro fortemente condizionati
dalle consistenze della specie rispettivamente nei territori del Bresciano e per
quanto riguarda la bassa asta dell’Adige della confinante provincia di Verona,
dove si riscontra una popolazione di Cinghiale numerosa.
Da sempre in Trentino la specie risulta
non cacciabile - ovvero sospesa in termini di cacciabilità - ma assoggettata a
controllo ai sensi dell’articolo 31 della
legge provinciale sulla caccia n. 24 del
1991. L’articolo in questione prevede
che il Comitato faunistico provinciale
possa con propria deliberazione attuare
tutte le azioni per contenere numericamente una specie che può creare problemi all’ambiente agricolo e forestale.
In sintesi la possibilità di abbattere i
cinghiali viene demandata agli agenti di
Trend degli abbattimenti di Cinghiale nelle aree di controllo - e non - dal 1990 al 2016.
vigilanza sul territorio ed a cacciatori abilitati (chiamati controllori) che possono
sparare anche con modi e tempi non previsti per l’esercizio venatorio ordinario.
Dal 1992 ad oggi si sono succedute sul
tema numerose deliberazioni del Comitato: quella vigente è la n. 686 del 9
agosto 2016, che costituisce l’ultima
revisione della n. 603 datata novembre
2011, la quale ha introdotto la nuova
Disciplina del controllo del Cinghiale in
provincia di Trento. Quest’ultima deliberazione ha appunto creato un nuovo impianto rispetto al precedente, ponendo
le condizioni per risultare efficace nel
contenere territorialmente e numericamente la specie sul territorio e rispettando nel contempo, in fase di attuazione,
la fauna locale non soggetta a controllo.
17
AVVOCATO
L’utilizzo del bene
in comproprietà
di Andrea Callegari (Avvocato CIA Trentino)
U
n bene in comproprietà presenta
sempre grosse problematiche di
gestione. Ogni decisione relativa
al bene comune deve essere presa dall’assemblea dei comproprietari. Alcune decisioni possono essere assunte a maggioranza
(ad esempio la riparazione del bene) altre
devono essere assunte all’unanimità (ad
esempio la vendita del bene). Proprio per
questa complessità di gestione la legge riconosce a tutti i comproprietari il diritto di
chiedere lo scioglimento della comunione.
Il principio base dell’uso della cosa comune
è stabilito dall’art. 1102 del Codice Civivile
il quale dispone che “Ciascun partecipante
può servirsi della cosa comune, purché non
ne alteri la destinazione e non impedisca
agli altri partecipanti di farne parimenti uso
secondo il loro diritto. A tal fine può apportare a proprie spese le modificazioni necessarie per il miglior godimento della cosa. …. “.
Possono esserci delle situazioni nelle quali
l’uso contemporaneo del bene comune da
parte di tutti i comproprietari non è possibile (si pensi ad esempio ad un fondo di
dimensioni talmente ridotte da non rendere possibile un’utile coltivazione da parte
di più persone). Per consentire a tutti di
godere del bene si può far ricorso all’uso
turnario: tutti i comproprietari usano il bene
a turno. La soluzione potrebbe venir adottata anche per un piccolo fondo agricolo,
compatibilmente col tipo di coltivazioni e di
lavorazioni in atto. Ad esempio per un orto.
In questo modo nessuno dei comproprietari
viene escluso dal godimento.
Non per tutti i beni è però possibile l’uso
turnario. Non lo è, a esempio, per un fondo
agricolo che richieda capacità e impegno
professionale che magari solo uno dei comproprietari possiede. In questi casi occorre
evitare che l’unico comproprietario che usa
il bene ne tragga un vantaggio ingiusto a
danno degli altri comproprietari. È una situazione che si verifica spesso. Da una parte c’è la ragione di chi il fondo lo coltiva e
coltivandolo ne trae un reddito e dall’altra
la ragione degli altri proprietari che non traggono alcun vantaggio economico da questa
situazione. Come ci si deve comportare?
Il proprietario che usa in modo esclusivo il
bene dove versare agli altri comproprietari
una indennità per il mancato godimento del
bene nei limiti del valore delle singole quote. La Corte di Cassazione in una recente
sentenza ha affermato che “il comproprietario che durante il periodo di comunione
abbia goduto l’intero bene da solo senza un
titolo che giustificasse l’esclusione degli altri
partecipanti alla comunione, deve corrispondere a questi ultimi, quale ristoro per la privazione dell’utilizzazione pro quota del bene
comune e dei relativi profitti, i frutti civili, con
riferimento ai prezzi di mercato correnti,
frutti che, identificandosi con il corrispettivo
del godimento dell’immobile che si sarebbe
potuto concedere ad altri, possono – solo in
mancanza di altri più idonei criteri di valutazione – essere individuati nei canoni di locazione percepibili per l’immobile“.
La sentenza si riferiva all’uso di un appartamento e quindi di un bene con non produce frutti naturali. Qualora si trattasse di
un fondo agricolo (per ipotesi di proprietà
di quattro persone) per evitare che chi utilizza il fondo ne tragga un arricchimento
in danno degli altri comproprietari, il comproprietario utilizzatore dovrà pagare agli
altri un’indennità che corrisponda alle loro
quote del canone di affitto al quale il fondo
avrebbe potuto essere concesso a terzi, detratta la quota dei costi di gestione (se il
fondo poteva essere affittato ad un canone
di 4.000 euro all’anno, il comproprietario
che ha usato il bene dovrà versare agli altri
tre comproprietari, per ogni anno, un’indennità determinata sottraendo dal canone la
sua quota e cioè 4.000 – 1.000 = 3.000,
meno le spese di gestione). Nel caso però
il frutti raccolti abbiano un valore superiore
al canone di affitto, e quindi l’utilizzatore si
sia arricchito di questo maggior importo,
l’indennità dovrà essere pari alle quote di
questa maggior somma, sempre detratta la
quota dei costi di gestione (se il fondo ha
reso, con la raccolta, 8.000 euro all’anno,
il comproprietario che ha usato il bene dovrà versare agli altri comproprietari, per ogni
anno, l’indennità determinata sottraendo
dalla somma la sua quota e cioè 8.000 –
2.000 = 6.000 meno le spese di gestione). In questo modo si riequilibrano ingiusti
vantaggi e ingiusti danni tra colui che usa il
bene e coloro che non lo usano.
ASSISTENZA LEGALE
Ricordiamo ai gentili lettori che la Confederazione Italiana Agricoltori mette gratuitamente a disposizione dei propri associati (in regola con il pagamento delle tessera
associativa) un consulente legale secondo i seguenti orari e previo appuntamento:
TRENTO - via Maccani 199
tutti i giovedì dalle 16.30 alle 18.00 - Avv. Andrea Callegari
CLES - via Dallafior 40
il secondo giovedì del mese dalle 14.00 alle 15.30 - Avv. Lorenzo Widmann
19
20
SICUREZZA
Domande frequenti
al “patentino”
I
n risposta all’obbligo della formazione per i conducenti di trattori
agricoli e forestali Agriverde-CIA
sta realizzando sul territorio una serie di
incontri in collaborazione con COGESIL
S.r.l., azienda che si occupa di sicurezza
sui luoghi di lavoro nonché Ente formatore abilitato dalla Provincia Autonoma di
Trento.
Abbiamo chiesto ai consulenti Cogesil,
in particolare ai 3 docenti che si sono
alternati nella formazione, quali siano
le domande e i dubbi più frequenti che
emergono durante i corsi.
Riportiamo di seguito alcuni dei quesiti
più frequenti e relative risposte:
1. Per quali tipi di trattore è obbligatoria
l’abilitazione? è obbligatoria anche per la
moto agricola?
R: l’abilitazione è obbligatoria per qualsiasi trattore agricolo o forestale a ruote o
cingoli, a motore, avente almeno due assi
ed una velocità massima per costruzione
non inferiore a 6 km/h, la cui funzione
è costituita essenzialmente dalla potenza di trazione, progettato appositamente
per tirare, spingere, portare o azionare
determinate attrezzature intercambiabili
destinate ad usi agricoli o forestali, oppure per trainare rimorchi agricoli o forestali. Leggendo quanto sopra si evince
che l’obbligo del “patentino” non si applica alle motoagricole. Restiamo dell’opinione che pur non essendo obbligatorio
sicuramente non nuoce al partecipante.
2. L’abilitazione è obbligatoria per tutti
i lavoratori, anche per chi lo ha sempre
usato?
R: si, chiunque utilizzi il trattore, anche
saltuariamente, deve avere l’abilitazione;
il corso è obbligatorio anche per chi in
passato ha sempre usato il trattore. In
questo caso, previa autocertificazione, è
sufficiente un corso di aggiornamento di
4 ore. Si ricorda che l’autocertificazione
deve attestare che alla data del 31-122015 l’utilizzatore aveva almeno 2 anni
di esperienza alla conduzione della trattrice.
3. In azienda si utilizzano più trattori e più rimorchi, nel senso che i rimorchi vengono sganciati ed agganciati successivamente al primo trattore libero. Posso installare sul rimorchio tutte e tre
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La CIA del Trentino, grazie ad un accordo con le "Edizioni L’Informatore Agrario",
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(valide per gli abb. in scadenza da novembre 2015):
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Per la sottoscrizione degli abbonamenti è necessario far pervenire il presente coupon
alla segreteria della CIA a mano, a mezzo posta o via fax al n. 0461.422259
unitamente alla ricevuta dell’effettuato bonifico alla CIA di Trento
IBAN: IT 48 O 08132 01802 0000 6035 0130 - Causale: "ABBONAMENTO A (nome rivista)”
Cognome ______________________________ Nome ____________________________
Via ___________________________________________________ CAP _____________
Comune ______________________ Tel. _______________________________________
E-mail __________________________________________________________________
Nuovo abbonamento
Rinnovo
le targhe ripetitrici (naturalmente oltre a
quella propria del rimorchio) dei trattori
che utilizzo? R: La risposta non può che essere negativa.
Secondo il disposto dell’art. 113, comma 2, del Codice, “L’ultimo elemento
del convoglio di macchine agricole deve
essere individuato con la targa ripetitrice
della macchina agricola traente, quando sia occultata la visibilità della targa
d’immatricolazione di quest’ultima”.
Quindi posteriormente al rimorchio agricolo non possono essere presenti altre
targhe ripetitrici oltre a quella ripetitiva
della macchina agricola traente. È facilmente intuibile la confusione che si genererebbe se fossero presenti più targhe.
4. Cosa posso (e cosa non posso) trasportare sul mio trattore agricolo/forestale?
R: Chi trasporta materiale diverso da
quello propriamente agricolo, per es. materiali da costruzione, rifiuti ingombranti
da conferire al CRM ecc. ecc. incorre nella violazione per variazione di destinazione del mezzo (e di uso se effettua conto
terzi ancor più grave) L’articolo 57, comma 1, del Codice della strada prescrive
che “Le macchine agricole destinate ad
essere impiegate nelle attività agricole
e forestali e possono, in quanto veicoli,
circolare su strada per il proprio trasferimento e per il trasporto per conto delle
aziende agricole e forestali di prodotti
agricoli e sostanze di uso agrario nonché
di addetti alle lavorazioni; possono, altresì, portare attrezzature destinate alla
esecuzione di dette attività”.
La violazione comporta il ritiro della carta
di circolazione sia della trattrice che del
rimorchio, come da art. 82 C.d.S..
MOTORIZZAZIONE
La cessazione dalla circolazione
su strada di macchine agricole
Casi particolari
L
di Pasquale Galano (Funzionario Servizio Motorizzazione Civile della P.A.T.)
a circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT)
n. 12484/08.3 del 27 maggio
2016 ha riconosciuto la possibilità che
una macchina agricola già immatricolata, cessi dalla circolazione su strada nei
casi in cui:
•lo stesso intestatario intenda utilizzarla esclusivamente all’interno di aree
agricole o forestali, senza necessità
che venga fatta circolare su strada;
in tal caso, sono escluse le macchine
agricole intestate a nome di imprese
che esercitano attività di locazione
senza conducente;
•venga trasferita (inter vivos o mortis
causa) in proprietà ad altro soggetto
che, stante le disposizioni dell’art.
110 c.d.s., non potrebbe richiederne
l’intestazione a proprio nome (ad es.
perché non titolare di azienda agricola)
o che comunque non abbia l’esigenza
di farla circolare su strada.
Condizione essenziale per poter richiedere la cessazione è l’assenza di vincoli
derivanti dall’aver beneficiato di incentivi
pubblici all’atto dell’acquisto della macchina agricola, per la quale si chiede la
cessazione dalla circolazione.
La procedura per richiedere la cessazione è già operante e prevede:
l’intestatario del veicolo (o l’erede, se
ricorre il caso) presenta istanza presso
l’Ufficio della Motorizzazione competente per territorio, anche per il tramite di
uno Studio di consulenza automobilistica, allegando:
•l’attestazione di versamento di:
•€ 10,20 sul c.c.p. n. 400382 intestato a Tesoreria Prov.le della Provincia
Allegato alla circolare 27.5.2016, prot. n. 12484/08.03
DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DELL'ATTO DI NOTORIETÀ
(art. 47, d.P.R. n. 445/2000)
Il/la sottoscritta ............................................, nato/a a ....................................... il .................. e residente a
................................................................................ (Comune, via e numero civico) in qualità di ..................
dell'Azienda/Impresa/Ente
...................................... (denominazione) intestatario/a della macchina agricola targata ..............................,
consapevole delle
responsabilità amministrative e penali previste in caso di false dichiarazioni,
dichiara:
- che la predetta macchina agricola non è iscritta nel pubblico registro automobilistico;
- di voler cessare dalla circolazione la predetta macchina agricola (barrare la voce che ricorre):
•
perché destinata esclusivamente alle lavorazioni ........................... (agricole, forestali, agromeccaniche)
dell'Azienda/Impresa/Ente suindicata/o, da espletare senza necessità di circolare su strada;
•
Autonoma di Trento M.C.T.C. (diritti
motorizzazione per le istanze presentate alla Motorizzazione di Trento);
•€ 32,00 sul c.c.p. n. 4028 (imposte
di bollo);
•la targa e la carta di circolazione;
•la dichiarazione sostitutiva dell’atto
di notorietà, resa ai sensi dell’art. 47
del d.P.R. n. 445/2000, conforme allo
schema allegato.
Ricevuta la documentazione, l’Ufficio Motorizzazione procede agli aggiornamenti
d’archivio ed al rilascio di un certificato
di avvenuta cessazione dalla circolazione
su strada della macchina agricola.
Nel caso, infine, di cessazione dalla circolazione per esportazione, per demolizione, per perdita di possesso, trovano
applicazione le disposizioni contenute
nella circolare MIT n. 4298 del 16 febbraio 2012, cap. III) par. C).
perché ceduta in data .............. a favore
di .............................................................................................................. (nome, cognome, Comune e indirizzo di
residenza/denominazione e se d e ) che
(agricole, forestali, agromeccaniche) da
intende destinarla esclusivamente a lavorazioni ...............................
espletare senza necessità di circolare su strada.
- che non sussistono vincoli, ai fini della richiesta cessazione dalla circolazione, derivanti dall'aver beneficiato di
incentivi pubblici all'atto dell'acquisto della predetta macchina agricola.
(luogo e data)
................................................
(firma)
................................................
Si allega copia del seguente documento di identità/riconoscimento: ................................ n. ................ rilasciata/o
da ...................................... il ...............................
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caA
Notizie dal CAA
a cura degli uffici CAA di CIA Trentino
AUTORIZZAZIONI NUOVI VIGNETI
Le nuove regole nazionali per le autorizzazioni all’impianto di nuovi vigneti sono
pronte. Il decreto del Mipaaf n. 527 del
30 gennaio scorso, in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, modifica
infatti le precedenti disposizioni per evitare i problemi che si sono verificati lo
scorso anno.
Nel 2016 ci sono state troppe domande
per l’assegnazione gratuita delle nuove
autorizzazioni all’impianto (oltre 66.000
ettari), circa 10 volte la disponibilità
(6.376 ettari), e in alcune regioni, come
Veneto e Friuli Venezia Giulia, il divario
tra il richiesto e quanto autorizzabile è
stato assai più consistente del dato medio nazionale.
Risultato: l’assegnazione di nuove superfici da impiantare è stata pari a una
frazione molto piccola di quanto richiesto dal viticoltore e ciò ha spinto molti a
rinunciare al beneficio, vanificando così
l’efficacia e la funzionalità dell’intervento.
Ora il Mipaaf è corso ai ripari e ha varato nuove disposizioni basate sull’introduzione di alcuni requisiti di ammissibilità applicabili ai singoli richiedenti,
sulla definizione di una griglia di priorità
per selezionare i beneficiari della nuova
autorizzazione di impianti viticoli, sulla
previsione di correttivi applicabili in caso
di richieste eccessive a livello di singola
regione e, infine, sulla possibilità di ri-
nuncia nel caso le autorizzazioni concesse risultassero inferiori di oltre il 50% a
quanto richiesto.
1 su 5 e un“BANDO FORTUNATO”
AUMENTANO LE RISORSE PER
INSEDIAMENTO GIOVANI
2° BANDO 2016
Con delibera n. 152 dello scorso 3 febbario la Giunta Provinciale ha deciso lo
stanziamento aggiuntivo di €. 2 milioni
a favore dei richiedenti il premio per l’insediamento giovani relativo al secondo
bando 2016 (quello aperto da 1° maggio
al 31 ottobre 2016). Il che porta la dotazione a €. 4,4 milioni (+ 83%) in grado
di soddisfare 110 delle 120 presentate
(92%) e rende i partecipanti al 2° bando
ben più fortunati di quelli partecipanti al
1° che sono stati finanziati in 75 su 161
partecipanti (47%). Probabilmente anche
più fortunati rispetto a chi parteciperà ai
bandi 2017 (che ha visto la dotazione
finanziaria decurtarsi da €. 2,4 milioni
pari a 60 domande finanziabili a €. 1,5
milioni paria a 38 domande), 2018 (da
€. 2,2 milioni pari 55 domande finanziabili a €. 1,5 milioni pari a 38 domande finaziabili) e 2019 (da €. 2 milioni a €. 1,6
milioni pari a 40 domande finanziabili).
COMUNICAZIONE ANNUALE
CONSUMO GASOLIO AUTOTRAZIONE
Si ricorda che come ogni anno, entro
il 31 MARZO 2017 va comunicato alla
provincia il gasolio di autotrazione consumato nell’anno precedente. Da tale
comunicazione è escluso il gasolio agricolo agevolato (UMA).
Senza questa comunicazione la Provincia non può chiedere la restituzione dei
nove decimi dell’accisa che viene incamerata dallo Stato. In pratica viene a
mancare una quota delle entrate della
Provincia con cui si finanziano i vari servizi.
Inoltre, in caso di mancata comunicazione è prevista una sanzione amministrativa da 1000 a 6000 euro.
PRESENTAZIONE PAP 2017
Si ricorda che come ogni anno le aziende
biologiche della provincia di Trento entro
il 31 MARZO 2017 devono compilare e
presentare il PAP ( programma annuale
delle produzioni).
Dal 2017, tale documentazione non
potrà più essere presentata cartacea,
ma dovrà essere informatizzata sull’apposito portale SIAN, al quale possono
accedere direttamente gli agricoltore
mediante apposita iscrizione o i CAA che
gestiscono il fascicolo aziendale.
Per la presentazione del PAP è necessario portare eventuali modifiche di particelle coltivate, e la produzione prevista
per ogni prodotto e per ogni varietà coltivata dall’azienda
23
24
CAF
Notizie dal CAF
a cura degli uffici CAF di CIA Trentino
IL 730 del 2017
Si avvicina anche quest’anno il periodo
della dichiarazione dei redditi.
Ci sono alcune novità rispetto al 2016.
La CU 2017 deve essere consegnata al
dipendente da parte dei datori di lavoro
entro il 31 marzo.
Non più entro febbraio come lo scorso
anno.
Sarà possibile presentare il modello
730/2017 a partire dai primi di aprile fino
al 21 luglio.
Chi non può presentare il modello 730,
o non fa in tempo, ha comunque la possibilità di fare il modello Unico fino a fine
settembre 2017.
I versamenti irpef relativi effettuati tramite
modello F24 slittano dal 16 al 30 giugno.
La seconda scadenza, con la maggiorazione dello 0,4% slitta al 30 luglio.
A partire dal 15 aprile 2017, l’Agenzia delle
entrate metterà a disposizione sul proprio
sito internet il Modello 730 precompilato,
ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Anche se il 730 messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate contiene i dati di alcune spese, la raccomandazione è quella di
fare attenzione e controllarli attentamente
poichè sono incompleti e a volte inesatti
e rischiano di indurre in errore chi decide
di utilizzarlo. Il contribuente quindi dovrà
intervenire verificando, modificando e/o
integrando non solo i dati, ma anche i calcoli, prima di inviare la dichiarazione.
Il CAF invece si assume il compito di aggiornare ed integrare la dichiarazione, di
verificare la correttezza dei dati e della
documentazione e di trovare la soluzione
più conveniente per il contribuente (nei
casi in cui siano possibili più opzioni).
Inoltre, sulle dichiarazioni presentate attraverso il CAF, in caso di errore, questo
assumerà su di se tutti gli effetti sanzionatori previsti dalla norma quali: la maggior
imposta, le sanzioni e gli interessi che fino
allo scorso anno venivano addebitate al
contribuente.
Tra le novità di natura fiscale mettiamo in
evidenza che:
•il tetto delle spese scolastiche è stato
alzato a 564,00 euro per ogni figlio a
carico;
•è prevista una nuova detrazione per le
rate dei canoni di leasing di immobili da
adibire ad abitazione principale;
•è alzato a 750,00 euro il tetto per i
premi relativi alle assicurazioni quando
sono finalizzate alla tutela delle persone
con disabilità grave;
•è prevista una nuova detrazione per l’acquisto di mobili da parte di “giovani coppie” che hanno acquistato l’abitazione
principale nel 2015 o nel 2016;
Documenti necessari
per il 730/2017
Dichiarazione dei redditi dell’anno precedente (Modello 730/2016 o Modello UNICO 2016 );
Documento d’identità;
Codice fiscale del dichiarante, del coniuge
e dei famigliari a carico;
Dati del datore del sostituto d’imposta dei
mesi giugno e luglio 2017;
Modelli CU 2017 di lavoro dipendente e
di pensione e redditi assimilati (disoccupazione, mobilità, cassa integrazione) attestanti le retribuzioni o pensioni percepite
nel corso del 2017;
Modello CU 2017 redditi 2016 del coniuge e dei familiari fiscalmente a carico;
Documentazione attestante i pagamenti
delle pensioni estere del 2016;
Visura catastale o atti notarili degli immobili posseduti, ereditati acquistati o venduti nel corso del 2016;
Contratti di locazione registrati;
Per coloro che hanno optato per la “cedolare secca”: contratto di locazione, modello 69 o Siria o RLI, raccomadata A/R
all’inquilino;
Certificazione dei compensi per prestazioni occasionali, diritti d’autore o provvigioni.
Deleghe di acconti Irpef versati autonomamente nel 2016 (F24);
In caso di separazione/divorzio, la relativa sentenza giudiziaria e le ricevute degli
eventuali assegni alimentari corrisposti;
Ogni altra documentazione attestante la
percezione di redditi nel 2016.
Documentazione relativa agli
oneri deducibili e detraibili
•Documentazione fiscale, fattura, relativa
a spese sanitarie: visite mediche specialistiche o generiche, analisi, spese
dentistiche, degenze ospedaliere, rilascio di certificati medici;
•Per alcune spese è necessaria anche la
prescrizione medica: apparecchi acustici, occhiali da vista, cure termali. Per i
medicinali è necessario lo scontrino parlante della farmacia;
•Retta della casa di riposo: dichiarazione
rilasciata dalla casa di riposo dove sia
separatamente indicato l’importo relativo all’assistenza medico-infermieristica
rispetto all’importo relativo al vitto;
•Spese per l’assistenza ai portatori di
handicap: fattura della spesa e certificazione relativa al riconoscimento
dell’handicap.
•Spese per l’acquisto di autoveicoli
adattati: fattura della concessionaria e
certificazione relativa al riconoscimento
dell’handicap (legge n.104/92);
•Spese mediche effettuate all’estero: la
stessa documentazione richiesta per
l’analoga spesa effettuata in Italia oltre
ad una traduzione semplice dei documenti se questi sono redatti in inglese,
francese, tedesco o spagnolo, una traduzione giurata se sono redatti in altre
lingue;
•Quietanze di versamento degli interessi su mutui ipotecari per l’acquisto o la
ristrutturazione dell’abitazione principale per la costruzione. Per i mutui sono
necessari: l’atto di acquisto della casa,
l’atto di stipula del mutuo, ricevuta della banca relativa alle rate pagate nel
2016, fattura del notaio relativa all’atto
di mutuo e oneri accessori (per le ristrutturazione e le costruzioni sono necessarie anche le fatture dei lavori eseguiti e
la concessione edilizia);
•Spese per canoni di leasing di immobile
da adibire ad abitazione principale;
•Premi di assicurazioni vita e infortuni:
ricevuta del pagamento del premio versato, contratto di assicurazione;
•Spese scolastiche: ricevuta di versa-
inac
mento per le spese sostenute per la
frequenza di scuole superiori, medie,
elementari e materne, pubbliche e private. Rientrano nella spesa le tasse di
iscrizione e la tariffa della mensa. Versamente relativi alle tasse universitarie;
•Spese funebri: fatture per spese riconducibili al funerale;
•Spese per “l’assistenza personale nei
casi di non autosufficienza”: è richiesto
il rilascio, dal soggetto che presta assistenza, di una ricevuta firmata, riportante
i propri dati anagrafici e codice fiscale e
quelli del soggetto che sostiene la spesa, nonché, se diverso, del familiare a
favore del quale l’assistenza è prestata;
•Spesa per pratica sportiva ragazzi: fattura, ricevuta o quietanza pagamento con
i dati del ragazzo che pratica lo sport e
del genitore che effettua il versamento;
•Compenso intermediari immobiliari: fattura attestante la spesa;
•Canone di locazione degli studenti universitari fuori sede: contratto di affitto e
tutte le ricevute dell’avvenuto pagamento o bonifici mensili;
•Erogazioni liberali a favore d’Istituzioni
religiose, e per i paesi in via di sviluppo
(Onlus, Ong);
•Spese veterinarie: fattura rilasciata dal
veterinario e scontrini farmaceutici relativi a medicinali specifici.
•Spese per la frequenza di asili nido: ricevuta di versamento della retta di frequenza dell’asilo nido;
•Contributi
previdenziali e assistenziali
(ex Scau, fondo Casalinghe, volontari,
riscatto): ricevute dei versamenti contributivi, compreso il versamento INAIL
pagato dalle casalinghe;
•Assegno periodico corrisposto al coniuge separato: sentenza di separazione o
divorzio, codice fiscale coniuge separato, bonifici o ricevute rilasciate dal soggetto che percepisce la somma. Non è
deducibile la quota versata a favore dei
figli;
•Contributi versati nell’anno d’imposta
2016 per le collaboratrici domestiche:
ricevuta del bollettino postale, per la
quota di competenza del datore di lavoro;
•Contributi a favore di istituzioni religiose: ricevute di versamento agli Istituti
Centrali delle Chiese riconosciute. Non
sono deducibili i versamenti effettuati
direttamente alle parrocchie;
•Erogazioni liberali a favore di ONLUS e
Associazioni Sportive: ricevuta rilasciata
dall’Associazione nella quale risulti anche la modalità di versamento utilizzata.
Sono da escludere i versamenti delle
quote associative e quelli effettuati
come pagamento di servizi resi;
•Contributi a paesi in via di sviluppo: ricevuta di versamento alle Organizzazioni
Non Governative riconosciute;
•Consorzi di bonifica: ricevuta che attesti
il versamento effettuato, cartella esattoriale di riferimento;
•Versamenti
a fondi pensione: ricevuta
del pagamento effettuato, contratto stipulato;
•Spese per interventi di recupero edilizio
(36/50%): abilitazione edilizia, domanda accatastamento (nei casi previsti),
ricevute pagamento ICI/IMU, fatture
pagate nel 2016 e relativi bonifici bancari o postali, dichiarazione di consenso
del possessore (nei casi previsti), quietanze del condominio relative a quanto versato dal singolo condomino e la
ripartizione millesimale, dati catastali
(visure) dell’immobile su cui sono stati
eseguiti gli interventi, atti di trasferimento dell’immobile;
•Acquisto mobili, e grandi elettrodomestici per l’arredo di immobili ristrutturati
dal 06/06/2013: fatture e relativi bonifici bancari o postali;
•Acquisto mobili da parte di “giovani coppie” che hanno acquistato l’abitazione
principale nel 2015 o nel 2016;
•Spese di riqualificazione energetica
(55/65%): fatture, bonifici, ricevuta/
raccomandata trasmissione all’ENEA e
altra documentazione secondo la tipologia di spesa.
•Contratti di locazione registrati in base
alla legge n. 431/98 “convenzionali” e
non;
•Ogni altra documentazione ritenuta utile
quale onere detraibile o deducibile.
Notizie dal
patronato
a cura di Nadia Paronetto (Responsabile Patronato)
La nostra Regione eroga, già da alcuni
anni, un contributo sui versamenti previdenziali relativi all’anno 2016, effettuati
da coltivatori diretti, mezzadri e coloni
operanti in zone svantaggiate.
Quest’anno la scadenza per presentare
la domanda di concessione del contributo è il 14 aprile 2017.
Per l’elaborazione della pratica potete
rivolgervi al patronato INAC.
La documentazione necessaria è la seguente:
•marca da bollo Euro 14.62
•fotocopia del frontespizio 2016 da cui
risultano le somme dovute
•fotocopia delle ricevute dei versamenti INPS (quietanza modello f24)
eseguiti nelle seguenti scadenze:
18/07/2016 - 16/09/20126 16/11/2016 -16/01/2017
•esatta indicazione della zona svantaggiata (comune –frazione/località)
•eventuale comunicazione rilasciata
dall’Inps Previdenza Agricola in caso
di cambio titolare,cancellazioni o iscrizioni di qualche unità attiva, utilizzo di
crediti per gli anni precedenti.
•fotocopia documento di riconoscimento in corso di validità
•coordinate bancarie per l’accredito del
contributo
25
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Nuovi indirizzi
per spedizione via mail
delle fatture
ATTENZIONE!!!
TRUFFA FALSI BOLLETTINI C.C.I.A.A.
Si avvisano tutte le ditte, per le quali viene
effettuto da Agriverde-Cia srl il servizio di
tenuta contabile ai fini I.V.A. che sono stati
attivati degli indirizzi dedicati alla spedizione
via mail delle fatture, uno per ogni ufficio:
Vi avvisiamo che si sta nuovamente diffondendo la truffa
dei falsi bollettini della Camera di Commercio.
Se vi arrivassero richieste di pagamento, anche ingenti
(600,00/700,00 Euro) da effettuare tramite bollettini
postali a favore della Camera di Commercio, sappiate che
si tratta di un raggiro.
I diritti camerali si pagano unicamente tramite F24 alle
scadenze delle dichiarazione dei redditi a giugno ed
agosto.
Ufficio di Trento
[email protected]
Ufficio di Cles
[email protected]
Ufficio di Rovereto
[email protected]
Ufficio di Tione di Trento
[email protected]
Si prega l’utenza interessata, che solitamente
trasmette via mail i documenti relativi alla
propria contabilità IVA (fatture di acquisto e
vendita, corrispettivi, note di accredito), di
inviarli agli indirizzi sopra indicati
€ 195,00 + IVA
100
95
75
€ 195,00
25
5
0
AGIA
AGIA a Expo Riva Hotel
g
razie all’invito e l’ospitalità di
Gestor, società cooperativa
composta da circa 400 soci imprenditori nei settori alberghiero e della ristorazione, lunedì 6 febbraio AGIA Trentino
ha partecipato alla fiera Expo Riva Hotel,
salone dell’Ospitalità e della Ristorazione
professionale giunto alla 42a edizione.
Dallo scorso anno infatti, AGIA ha avviato
una importante collaborazione con Gestor
che sta trovando nel tempo modalità e formule nuove di sviluppo.
All’interno della fiera, nel padiglione di
Gestor, in uno spazio unitario dedicato
all’associazione, le aziende presenti hanno potuto, durante la giornata, presentarsi
ai visitatori e raccontare le storie dei propri
prodotti, e, la sera, durante l’apericena di
Gestor, far degustare i prodotti, descrivendone le caratteristiche e le potenzialità.
Molto apprezzato il banchetto dei giovani agricoltori, per la varietà e qualità dei
prodotti: una vasta rappresentanza di vini,
succhi e sciroppi, conserve e trasformati
I giovani agricoltori con la direttrice di Gestor, Nives Tisi
di verdura, confetture, mostarde e formaggi nostrani di malga, yogurt, uova biologiche, piccoli frutti, fiori essiccati, salumi e
infine orchidee coltivate.
Oltre ai prodotti, l’associazione ha promosso le offerte che le aziende associate
possono fornire alle strutture ricettive del
territorio provinciale come visite guidate in
azienda, degustazioni, laboratori e percorsi didattici per adulti e bambini.
Numerosi i visitatori della fiera. Consumatori interessati, ma soprattutto operatori
del settore alberghiero e della ristorazione
IL TESSERAMENTO 2017 ALL’ASSOCIAZIONE È APERTO
AGIA TRENTINO IN BREVE Circa 30 associati con un’età media di 25 anni.
Rappresentiamo tutti i settori dell’attività agricola e i diversi approcci a
questo lavoro.
CHI SI PUÒ TESSERARE? Tutti i giovani che non abbiano superato il
quarantesimo anno di età. L’Associazione è aperta a tutti gli operatori
delle aziende agricole del territorio, che lavorano nell’ambiente rurale o
che siano interessati al settore agricolo. Anche chi non è socio CIA può
tesserarsi AGIA Trentino.
QUANTO COSTA La tessera associativa ha un costo di 10€, ha validità
annuale (scade il 31/12 di ogni anno) e può essere richiesta in qualunque
momento dell’anno.
COME, DOVE, QUANDO ASSOCIARSI Per associarsi basta rivolgersi
in qualunque momento all’ufficio di coordinamento di AGIA Trentino:
ASSOCIAZIONE GIOVANI IMPRENDITORI AGRICOLI DEL TRENTINO
Via E. Maccani 199 - 38121 Trento
tel. 0461.1730452 - fax 0461.422259 - e-mail: [email protected]
sito: www.cia.tn.it/ASSOCIAZIONI/AGIA-del-Trentino - fb: AGIA-Trentino
È possibile associarsi anche presso gli uffici di zona della CIA a Cles e
Rovereto o nelle sedi periferiche di CIA in Provincia di Trento.
hanno preso contatto con l’associazione,
dimostrando una crescente sensibilità
verso i prodotti locali, a chilometro zero,
e manifestando la volontà di mettersi in
relazione e di trovare sinergie con il mondo dei produttori locali e, in particolare, dei
giovani agricoltori.
Dodici le aziende presenti in fiera che hanno contribuito di persona o con i propri
prodotti alla buona riuscita dell’iniziativa:
Filanda de Boron di Nicola del Monte; Villa
Persani di Silvano Clementi; Massimiliano
dell’azienda agricola Franch; Walter Fontana dell’azienda Graziano Fontana; azienda
agricola Patrizia Angeletti; Aleden di Alessandra Dorigato; Profumi di Campagna di
Danila Frizzi; Maso al Sole di Stefania Gaiotto, Alessandri Luca di Malga Bordolona;
Datres Daniele dell’azienda agricola il Sogno (Malga Preghena); Riccardo Fiamozzi
dell’azienda Aneghe Taneghe e Chiara della floricoltura Piazzera.
La collaborazione con Gestor prosegue e
si consolida passo dopo passo, stiamo
cercando di organizzare nuove iniziative
per avvicinare sempre di più il mondo della ricettività a quello delle piccole aziende
agricole presenti sul territorio (come ad
esempio prevedere giornate di valorizzazione dei prodotti agricoli locali nelle strutture ricettive, prevedendo menù specifici,
forniture mirate secondo le esigenze e le
disponibilità, giornate di visite in azienda,
ecc.). Tieniti aggiornato!
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dic
Accordo quadro
sulle molestie e la violenza
nei luoghi di lavoro
CIA Trentino tra i firmatari
M
artedì 14 novembre, alla sottoscrizione dell’Accordo Quadro sulle Molestie e la Violenze nei luoghi di Lavoro, era presente Mara
Baldo, Presidente di Donne in Campo
Trentino e Componente di Giunta e del
Consiglio di CIA del Trentino.
L’assessora Sara Ferrari, che ha promosso l’iniziativa, ha spiegato come in
Trentino sia cresciuta notevolmente la
consapevolezza della non accettabilità
di questo problema sociale. È davvero
molto importante che le associazioni di
rappresentanza dei lavoratori e i datori
di lavoro si facciano carico direttamente
di un impegno attivo e responsabile per
contrastare molestie e violenza sui luoghi
di lavoro.
Gli obiettivi dall’Accordo definiti sono
quelli di prevenire e contrastare episodi
di molestie e violenze sui luoghi di lavoro,
aumentando la consapevolezza dei datori
di lavoro, dei lavoratori e dei loro rappresentanti.
Si ribadisce che ogni atto o comportamento che si configuri come molestie o
violenza nei luoghi di lavoro è inaccettabile; che è pertanto riconosciuto che il principio della dignità delle lavoratrici e dei
lavoratori non può essere violata da atti o
comportamenti che configurano molestie
o violenza; che i comportanti molesti o la
violenza subiti nel luogo di lavoro vanno
pervenuti e contrastati e che le lavoratrici, i lavoratori e le imprese hanno il dovere di collaborare al mantenimento di un
ambiente di lavoro in cui sia rispettata la
dignità di ognuno e siano favorite le relazioni interpersonali, basate sui principi
di eguaglianza e di reciproca correttezza.
Le parti firmatarie, con la sottoscrizione
di questo Accordo, si impegnano a diffondere quanto di cui sopra e a promuovere iniziative informative e formative, che
affrontano la tematica, all’interno delle
aziende. Inoltre si impegnano a istituire
un tavolo di monitoraggio che, attraverso
una valutazione del fenomeno, sia in grado di proporre azioni di sensibilizzazione
degli attori che sul territorio sono chiamati ad occuparsi della tematica.
Donne
in Campo
Trentino
Via Maccani, 199
38121 Trento
Tel 0461 17 30 452
Fax 0461 42 22 59
e-mail [email protected]
sito donneincampo.cia.tn.it
facebook donneincampotrentino
Tra i firmatari delle associazioni datoriali,
oltre alla Confederazione Italiana Agricoltori del Trentino, l’Associazione Albergatori e Imprese Turistiche della Provincia di
Trento, l’Associazione Artigiani e Piccole
Imprese della Provincia di Trento, Coldiretti Trento, il Comitato Unitario permanente Ordine Collegi Professionali, Confcommercio Trentino, CNA del Trentino,
Confesercenti del Trentino, Confindustria
Trento, CoLaP-Coordinamento Libere Associazioni Professionali, la Federazione
Trentina della Cooperazione. Per i sindacati confederali, CGIL del Trentino, CISL
Trentino, Uil.
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Notizie dalla
Fondazione
Edmund Mach
a cura di Silvia Ceschini (Ufficio Stampa Fondazione Edmund Mach)
Giornata frutticola di Cles, focus su sostenibilità e parassiti “alieni”.
La 20^ giornata frutticola di Cles, organizzata dalla Fondazione Edmund Mach in collaborazione con Melinda e Apot, è stata
dedicata il 16 febbraio scorso al tema della sostenibilità e alle principali problematiche che il comparto sta affrontando.
Trecentocinquanta agricoltori presso il Polo scolastico di Cles, e un centinaio collegati in streaming, hanno seguito l’evento
che si conferma uno degli appuntamenti più attesi dal mondo frutticolo trentino. Diversi e di forte attualità gli argomenti
affrontati: dalle tradizionali problematiche fitosanitarie con cui l’agricoltore è chiamato a confrontarsi, come l’afide lanigero
e la sua “lana” che può provocare deformazioni e dissecamenti, ai nuovi parassiti emergenti come la cimice asiatica contro
cui FEM è in prima linea con attività informative e di monitoraggio, inclusa la nuova applicazione per smartphone. Ampio
spazio è stato dato al diradamento chimico dei frutticini, tema più che mai attuale, considerati i risultati non soddisfacenti
ottenuti negli ultimi anni ed è stata inoltre illustrata la coltivazione del ciliegio che nelle Valli del Noce può rappresentare una
interessante diversificazione ed una valida alternativa alla tradizionale coltivazione del melo.
Italian Taste, per studiare le preferenze alimentari
Alla Fondazione Mach riprendono i test del progetto Italian Taste, promosso dalla Società Italiana di Scienze Sensoriali e finalizzato a studiare i fattori che condizionano le scelte alimentari degli italiani. La comprensione di quanto il gusto individuale
interagisca con fattori ambientali e socioculturali nel determinare lo sviluppo delle preferenze, potrà contribuire a superare le
barriere che ostacolano il consumo di alimenti sani ed equilibrati. Il progetto vede la collaborazione delle principali università
e centri di ricerca italiani, pubblici e privati, e prevede il coinvolgimento di 3000 soggetti in tre anni, dei quali saranno raccolte
informazioni relative alle preferenze alimentari, alla sensibilità ai gusti, ai comportamenti ed alcuni tratti psicologici correlabili
con le scelte alimentari. I primi due anni di progetto si sono conclusi con successo: 2400 soggetti a livello nazionale e 176
alla Fondazione Mach.Da giugno 2015 FEM ha contribuito con un gruppo di 176 persone, ben distribuite per genere (50%,
50%), con età media di 39 anni le femmine e 40 i maschi. L’87 % dei partecipanti risiede in provincia di Trento, il restante
nelle province limitrofe (3 % da Bolzano e il 4 % dal Veneto); il 38 % ha un diploma di scuola secondaria, il 39% la laurea e
un ulteriore 19 % un titolo post laura. 1 su 2 dei partecipanti è sposato o convive e 1 su 3 lavora o studia alla FEM. La metà
dei volontari coinvolti non aveva mai partecipato a test sensoriali. Tantissime altre sono le informazioni raccolte sugli “Italian
Taster” e un quadro completo sarà disponibile alla fine del progetto.
Tutto sulle api: parte il corso FEM “mastro apicoltore”
È partita ufficialmente la prima edizione del corso per mastro apicoltore organizzato dalla Fondazione Edmund Mach. Primo per vastità e con docenti da tutta Italia, si svolgerà fino a dicembre presso il campus di San Michele. Ieri è stata la
volta dell’open day con la presentazione del piano di didattico e il seminario sull’apicoltura tenuto da Antonio Belletti. L’iniziativaformativaprofessionalizzantedelladuratadi608oreperdivenireapicoltoriprofessionisti,èpromossadalCentroIstruzione e Formazione e dal Centro di Trasferimento Tecnologico, e può contare su una rete di soggetti partner molto qualificata. Durante
il corso saranno affrontati aspetti teorici e pratici legati al mondo delle api e dell’apicoltura,dalla biologia delle api,alla storia dell’apicoltura alle problematiche burocratiche e di marketing. Per chi volesse seguire i singoli moduli c’è ancora la possibilità di iscriversi.
Tra i partner ci sono le principali istituzioni, gruppi di ricerca e realtà produttive nel campo dell’apicoltura in Italia. Tra queste
figurano Agripharma, Apicoltura Metalori, Associazione Apicoltori Valle di Sole, Pejo e Rabbi, Associazione Apicoltori in Vallagarina e Leochimica srl. Il corso si compone di nove moduli per un totale di 402 ore di lezione frontale e 126 di attività pratico
laboratoriali internamente a FEM. A queste seguiranno 80 ore di attività pratiche presso i partner professionali dell’iniziativa
per complessive 608 ore. Seguici su fmach.it
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