Il Foglietto Settimanale - Unità Pastorale di S.Agata e S.Ilario

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Transcript Il Foglietto Settimanale - Unità Pastorale di S.Agata e S.Ilario

GLI APPUNTAMENTI
Domenica 5 marzo
ore 11 nel teatro di S. Agata, catechesi per genitori e ragazzi del gruppo Miriam
ore 11 nell’Oratorio Chiara Novella, catechesi per i ragazzi della Mistagogia
ore 19 nell’Oratorio Chiara Novella, domenica adolescenti
Lunedì 6 marzo
ore 16,30 nel teatro di S. Agata, catechesi per i ragazzi del gruppo Sara
ore 17 nel centro parrocchiale di S. Agata, catechesi per i ragazzi del gruppo Rachele
ore 17,30 nell’Oratorio Chiara Novella, catechesi per adolescenti del gruppo Ado 1
Martedì 7 marzo
ore 16,30 a S. Agata, catechesi tradizionale per i ragazzi del VII anno
ore 21 in S. Ilario, prima giornata di Esercizi spirituali per adulti
Mercoledì 8 marzo
ore 16,30 nel teatro di S. Agata, catechesi per i ragazzi del gruppo Miriam
ore 15,30 nel centro parrocchiale di S. Agata, catechesi ragazzi del gruppo Tobia
ore 21 in S. Ilario, seconda giornata di Esercizi spirituali per adulti
Sabato 11 marzo
Ore 16 presso il Centro Pastorale, pomeriggio di studio e riflessione su don Milani
Domenica 12 marzo
ore 11 nel teatro di S. Agata, catechesi per genitori e ragazzi del gruppo Sara
ore 11 nel centro parrocchiale di S. Agata, per genitori e ragazzi del gruppo Rachele
ore 19 nell’Oratorio Chiara Novella, in occasione della festa della donna, preghiera
iniziale, cena insieme (previa prenotazione), ricca tombolata
ESERCIZI SPIRITUALI
DELL’UNITA’ PASTORALE
Martedì 7 e mercoledì 8 marzo,
chiesa di S. Ilario.
Ore 15 esposizione,
ore 17 adorazione guidata,
ore 21 adorazione con meditazione.
CONFESSIONI
Ogni sabato in sant’Agata dalle 15.30 alle
17.30
Ogni domenica in sant’Agata dalle 09.30
alle 10.00 e dalle 11.00 alle 11.30. Poi dalle 18.00 alle 18.30.
NUMERI TELEFONICI DELL’UNITÀ PASTORALE S.AGATA - S.ILARIO
Casa Parrocchiale di Sant’Agata
0372 - 28791
Segreteria pastorale per entrambe le parrocchie
0372 - 20503
Fax per entrambe le parrocchie
0372 - 080923
Oratorio di Via Chiara Novella
0372 - 35459
Don Irvano Maglia - Parroco
Cell. 335 - 8426622
Don Stefano Montagna - Vicario
Cell. 338 - 7428282
Don Angelo Guerreschi Parizzi
0372 - 412734
Don Franco Regonaschi - San Bassano
0372 - 35112 Cell. 371 - 1296467
Don Cristino Cazzulani
0372 - 22302
Sito internet: www.santagatasantilario.it
UNITÀ PASTORALE S. AGATA – S. ILARIO
5 marzo 2017 - I domenica di Quaresima - Anno 6, Numero 10
IL DIBATTITO SUL FINE VITA
In queste ore mentre riprende il dibattito sulla legge circa le Dichiarazioni anticipate sul fine vita si riaccende anche la richiesta pressante di una legge sull’eutanasia. La morte in Svizzera di Dj Fabo ha rimesso in moto la polemica politica. Ma su questo terreno non vorrei addentrarmi. Vorrei che si parlasse con
rispetto di Fabiano (preferisco il suo vero nome, non quello d’arte). Lui era pieno di sogni, di successi, di
affetti. Un tragico incidente lo fa piombare nell’oscurità, fisica e spirituale: “La mia vita non ha più senso”.
Il rispetto si fa preghiera per il mistero della vita e della morte. Per tutti coloro che si trovano nella periferia esistenziale del non-senso. Ma si fa anche sollecitudine a trovare nuove strade di prossimità per
condividere quei brandelli di senso che abbiamo intravisto e che vanno umilmente condivisi.
Non parlo di Fabiano (che non ho conosciuto personalmente), ma di Franco che pochi minuti fa è spirato all’hospice circondato dalla sua famiglia: stavamo dicendo un’Ave Maria mentre ha riaperto gli occhi
e ha varcato la soglia verso quella meta per la quale solo balbettiamo nella fede.
Anche se anziano e malato la sua vita era ancora piena di senso, lo è stata fino all’ultimo. La sua fede
semplice e retta, coltivata fin da quando era bambino, mi aveva rassicurato in questi mesi in cui ci siamo
frequentati e nei quali mi ha narrato la sua storia: come operaio in una vetreria, e poi studente privatista, fino a diventare maestro… e poi marito, padre, nonno. Nella gratuità di quei racconti ho colto la
percezione del senso della vita che trabocca anche quando l’efficienza e la produttività si sono spente.
Ho colto questo: la capacità di vivere le varie stagioni, modulando la ricerca di senso.
Io mi domando se sarò capace, quando arriverà il mio turno di inefficienza, di disabilità… e resto pensieroso. Anch’io rischio di ammalarmi di affanni che mi portano ad identificare il senso di me con i miei
successi, le mie prestazioni, le gratificazioni che vengono dal lavoro, dagli affetti, dall’esperienza che
porta a godere della musica e dell’arte, della compagnia e della propria libertà. In Fabiano mi vedo nella
mia incapacità di cogliere la mia identità che va oltre le prestazioni e le attività (pur così importanti per
ciascuno di noi). In Franco mi rivedo capace di risignificare gli incontri, i giorni, le novità inaspettate, sia
quelle che allietano come quelle che poco alla volta portano alla morte. Colgo un’eccedenza di senso
del vivere e del morire che non si restringe alla logica dei consumi, del piacere, delle pur nobili attività.
Sono pensieri che mi spingono a restare umile. A non voler impormi con la forza, ma che inducono tutti
ad abbassare i toni, a stringerci e ad osare anche discorsi seri sul significato del vivere, dell’amare, della
vita e della morte. E di ciò che c’è oltre la morte.
Nessuno di noi sa come si ritroverà nel momento del fare i conti con lo scadere dei suoi giorni, con la
malattia che infierisce, con la tragedia della disabilità che blocca ciò che ha colorato i propri sogni. Penso
che dobbiamo guardarci (per riprendere un’immagine di papa Francesco usata per altri ambiti) da una
fredda morale da scrivania che regola senza accompagnare, che giudica senza amare, che prescrive
senza portare i pesi. Ma penso anche che dobbiamo vigilare sulle scorciatoie che portano ad abbandonare chi fatica a trovare senso ai suoi giorni di dolore. Quanto è rischioso pretendere di regolamentare
l’accesso alla morte: quante persone vulnerabili – e potremmo essere anche noi – si troverebbero
esposte, in qualche momento triste di solitudine, ad esigere in un’illusione di libertà di volere la propria
morte. Di anticipare la propria morte.
CALENDARIO LITURGICO dal 5 al 12 marzo 2017
Domenica 5 Marzo
I di Quaresima
Colore liturgico viola
Salmodia I settimana
Lunedì 6 Marzo
Feria
Colore liturgico viola
Martedì 7 Marzo
Feria
Colore liturgico viola
Mercoledì 8 Marzo
Feria
Colore liturgico viola
Giovedì 9 Marzo
Feria
Colore liturgico viola
Venerdì 10 Marzo
Feria
Colore liturgico viola
Sabato 11 Marzo
Feria
Colore liturgico viola
Domenica 12 Marzo
II di Quaresima
Colore liturgico viola
Salmodia II settimana
Ore 07.30
Ore 09.00
Ore 10.00
Ore 12.00
Ore 17.30
Ore 18.30
S. Messa in S. Ilario
S. Messa in S. Bassano
S. Messa dell’Unità Pastorale in S. Agata
S. Messa in S. Ilario per Ennio
Canto dei Vespri in S. Ilario
S. Messa in S. Agata per Pinella e Anita
Ore
Ore
Ore
Ore
07.00
08.30
18.00
18.30
Lodi in S. Ilario
S. Messa in S. Ilario per Teresa e Costante
S. Messa in S. Ilario per Adelaide
S. Messa in S. Agata per Agostino e Giacomo
Ore
Ore
Ore
Ore
07.00
08.30
18.00
18.30
Lodi in S. Ilario
S. Messa in S. Ilario per Rosanna e Nerina
S. Messa in S. Ilario per Emma e Silvio
S. Messa in S. Agata per Pierluigi
Ore 07.00
Ore 07.30
Ore 08.30
Lodi in S. Ilario
S. Messa in S. Vincenzo
S. Messa in S. Ilario per Trieste, Pierina e
Maurizio
S. Messa in S. Bassano
S. Messa in S. Agata per tutti i defunti
Ore 16.00
Ore 18.30
Ore 07.00 Lodi in S. Ilario
Ore 08.30 S. Messa in S. Ilario per Emma e Carlo
Ore 18.00 S. Messa in S. Ilario per Maria e famiglie
Monterosso e Balconi
Ore 18.30 S. Messa in S. Agata per Rita, Bruno e Luigi
Ore
Ore
Ore
Ore
07.00
08.30
18.00
18.30
Ore 07.00
Ore 08.30
Ore 18.00
Lodi in S. Ilario
S. Messa in S. Ilario
Via Crucis
S. Messa in S. Agata per Marisa
Ore 21.15
Lodi in S. Ilario
S. Messa in S. Agata
S. Messa festiva in S. Ilario per
fam. Leani, Bodini, Palio
S. Messa in S. Ilario animata dal cammino
Ore 07.30
Ore 09.00
Ore 10.00
Ore 12.00
Ore 17.30
Ore 18.30
S. Messa in S. Ilario
S. Messa in S. Bassano per Primo
S. Messa dell’Unità Pastorale in S. Agata
S. Messa in S. Ilario per Raffaele
Canto dei Vespri in S. Ilario
S. Messa in S. Agata per Francesco e Giuseppe
Celebrazioni straordinarie
Domenica 5: ore 15,30 in S. Bassano, Prime Confessioni per i ragazzi del
gruppo Isacco
Mercoledì 8: ore 18,30 in S. Agata, suffragio per i defunti della parrocchia
Giovedì 9: ore 7 in S. Ilario, Lodi mattutine per adolescenti e giovani
Venerdì 10: giorno di magro. Via Crucis:
ore 15 in S. Agata, ore 18 in S. Ilario, ore 21 in S. Bassano
Domenica 12: ore 10, durante la S. Messa dell’Unità Pastorale in S. Agata,
celebrazione del rito dell’Elezione per il gruppo Isacco
La pretesa di fare dei medici dei semplici esecutori di volontà (del paziente, dei parenti, dei giudici…?) a
cui devono adeguarsi, spegnendo la loro scienza e coscienza, mi indispone: si rischia di trattarli come
fossero dei meccanici che ricevono ordini senza cogliere la specificità che vede in essi persone che si dedicano a curare persone, in una relazione che non può scadere nel solo dare fredde prestazioni.
Più che di una legge sull’eutanasia abbiamo bisogno di riabilitare percorsi che ci aiutano a confrontarci sul
senso della vita. Ci sono discorsi importanti che non si fanno più ai figli; ci sono domande di senso che le si
vuole restringere al privato e dunque alla solitudine. Come se la questione della gioia vera e del senso della
vita anche dentro la realtà della vecchiaia (o della disabilità o della malattia) non fossero possibilità per tutti
di cogliere cosa conta davvero anche nella propria vita. Non rinchiudiamoci in un mondo di illusioni e di apparenze. La questione vera è quella del Paradiso.
La vecchiaia, la disabilità, la malattia non sono solo materie per i medici. Le aspettative che oggi la scienza
pone non dilatano solo nuove speranze di guarigione ma anche processi difficili una volta impensabili, come
gli stati vegetativi persistenti o gravissime disabilità. Rimane la questione dell’accettare la morte che viene,
dell’evitare accanimenti terapeutici, delle terapie contro il dolore… Ma tutto questo non si risolve soltanto
con nuove leggi e nuove normative: abbiamo estremo bisogno di autentiche relazioni personali in cui inventare nuove forme di prossimità, in cui ci facciamo carico gli uni degli altri. Comprese le rabbie. Le paure. Con
rispetto. Con la compassione che intravvediamo nel Samaritano.
Don Enrico Trevisi
Per prepararsi alla Parola di domenica prossima, II di Quaresima:
I Lettura Gn 12, 1-4a; II Lettura 2 Tm 1, 8b-10; Vangelo Mt 17, 1-9
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse
in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come
il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed
Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è
bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una
per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua
ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui
ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la
faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse:
«Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa
visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».