N°25 del 07/07/2016

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Transcript N°25 del 07/07/2016

chic & cool
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0828. 1992339 - unicosettimanale. it - redazione@unicosettimanale. it
Editore: Calore s. r. l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale:Viale della Repubblica, 177
Capaccio Paestum (Sa) - “Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1,
comma 1, Aut: 952/ATSUD/SA - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25, 00€
Il riordino delle Diocesi
TRASPORTI
Più ferro
meno catrame
RODOLFO SABELLI
Teggiano e Vallo-Capaccio non stiano alla finestra a guardare
Scheda informativa di tutte le diocesi della Campania
N
ella nostra provincia ci
sono eventi, in parte conclusi e in parte in divenire,
che preludono a un migliore futuro
nonostante numerose criticità avverse. Vorrei provare a tracciare un
quadro di riferimento, ancorché incompleto e parziale, e proporre
un’ipotesi di investimento che
spero si arricchisca di contributi.
La metropolitana leggera di Salerno
è oggi una realtà. Si sviluppa su
circa 8 Km ed è attiva sulla tratta
Stazione Centrale – Stadio Arechi
in un tempo di percorrenza di circa
15 minuti. Le corse giornaliere
sono 58 con treni a trazione elettrica di tre carrozze con capienza di
quasi 350 passeggeri.
SEGUE A PAGINA 12
Anno XVII
n° 25 del 07 luglio 2016
TO
R
E
S
N
L’I
IL TOPO hA DUE CODE
Mons. Ciro Miniero
VELINA
P
apa Francesco ha dato indicazioni alla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) l'indicazione per
una riduzione del numero delle diocesi
in Italia rendendole più coerenti con la
media europea e mondiale per numero
Mons. Antonio De Luca
di abitanti (il numero di abitanti non dovrebbe essere inferiore a 100 mila)battezzati, sacerdoti ... Nella nostra
regione, la Campania, ci sono 26 diocesi con numeri molto disparati tra loro.
SEGUE A PAGINA 7
Dalla retorica del progetto CAPACCIO-PAESTUM
Antonio De Rosa si
al Vangelo vissuto
candida a sindaco
L.R.
I
l convegno che la diocesi di Vallo celebrerà in questa settimana affronta il tema della presenza dello Spirito e di
come Egli abiti nel contesto cilentano per animare la vita
della chiesa.
SEGUE A PAGINA 6
Europa cilentana, politica
incapace e società fluida
GIUSEPPE LIUCCIO
L
a mia riflessione di questa settimana parte dall’analisi
della società del nostro territorio che avevo già in parte
fatto la settimana scorsa, accentuandone le caratteristiche di fluidità, per passare, poi, a quella della classe politica.
SEGUE A PAGINA 9
BARTOLO SCANDIZZO
U
n uomo mite ma determinato, ecco chi mi sono trovato di fronte quando mi
sono seduto nel suo ufficio di via
Magna Graecia presso la Coop
Magna Graecia di cui è presidente.
Nel 1996, diede vita, insieme agli
altri medici di
famiglia capaccesi, la
Prometeo, un
centro medico di base
dove tutti i
pazienti trovano servizi e
Antonio De Rosa
consulenze.
SEGUE A PAGINA 3
Desidero ringraziare il direttore
Bartolo Scandizzo del giornale
Unico che ha accolto queste pagine dal titolo “Il topo ha due
code”.
Perché il topo? (Leggete a pag
1/2 del supplemento).
Perché ha due code? Perché degenerato, anomalo: altro da sé.
E poi perché ha “due code” è più
simpatico, forse più bello.
Pietro Lista
IL SONDAGGIO
Progetto Zuchtriegel
Dal 1 novembre 2015
Gabriel Zuchtriegel è il
Direttore del Parco Archeologico di Paestum.
Da allora ha organizzato
diverse iniziative per
promuovere il sito archeologico della Città
Antica:
1) Il Vino del Tuffatore;
2) I venerdì dei depositi;
3) L’apertura al pubblico
del Tempio di Nettuno,
del Tempio di Atena e
della Basilica;
4) La mostra “Possessione – Trafugamenti e
falsi di antichità a Paestum”;
5) Laboratori didattici
gratuiti per bambini e ragazzi: “Eracle … che fa-
tica
essere
u
n
eroe”.
Tu t t o
questo
non ha
impedito al Direttore di esprimersi sulle incongruenze
che deturpano l’aerea archeologica di Paestum.
Cosa pensi dell’adoperato del Direttore di questi primi otto mesi di
incarico?
Soddisfatto
Insoddisfatto
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2
ROFRANO
n° 25 07/07/2016
Temperamente determinato e carattere benevolo e radioso
Giusy Viterale, giovane avvocato e brillante giudice
I
l suo nome è ispirato a
quello del Nonno Materno, Giuseppe. È nata a
Vallo della Lucania il
28.08.1986 e ha vissuto a Rofrano, fino al trasferimento a
Salerno per intraprendere gli
studi in Giurisprudenza.
Ha frequentato le scuole di
Rofrano e il Liceo Classico
Parmenide di Vallo della Lucania, ottenendo sempre risultati
eccellenti
e,
soprattutto, facendosi apprezzare per l’intelligenza fervida
e brillante.
Temperamento determinato e
volitivo, associato ad un carattere benevolo e radioso, è
stata sempre incline a coltivare buone relazioni sociali
ed amicizie sincere. L’umiltà
e la tenacia che la contraddistinguono
rappresentano,
senz’altro, un proficuo retaggio della sua Terra e del suo
ambiente familiare. Dalla
bella e cara Rofrano, ha attinto molti ingredienti del suo
successo, inclusi i prodotti
alimentari di qualità che sa
trasformare in ottima cucina!
Ha così testato e conduce uno
stile di vita salubre, attivo ed
efficace!
È fidanzata con Francesco,
appassionata di lettura, cinema d’autore, sci, escursioni
in barca e naturalistiche. Ha
studiato pianoforte e dipinge,
a suggello di una splendida
coniugazione tra estro e disciplina, lucidità e fantasia, all’insegna del valore della
bellezza che sembra infor-
marla. Riesce ad avvolgere di
brio anche gli austeri codici e
manuali di diritto. Giurista
fine e pragmatica, è eclettica
e sempre efficace nella capacità di padroneggiare il diritto, incline ad utilizzare la
sua perizia anche a fini sociali. Ama il confronto, che
intrattiene in maniera alta e
appassionata con la sorella
Jennifer, altra promettente
giurista.
La sua carriera universitaria è
stata luminosa e costellata di
eccellenti risultati. Nel giugno 2012, si è laureata con
lode in Giurisprudenza, con
tesi di ricerca in Diritto Commerciale, dal titolo “La responsabilità
degli
amministratori nelle società a
responsabilità limitata” (relatore prof. Rosapepe), dedicata ai Genitori, Martina e
Giuseppe, definiti: “insostituibili maestri di vita”. Sempre col massimo dei voti,
discutendo una tesi in Diritto
Penale (relatore prof. Lo
Monte), dal titolo: “La nuova
disciplina anticorruzione tra
prevenzione e repressione (L.
6 Novembre 2012, n°190)”,
ha conseguito il titolo della
Scuola di Specializzazione
per le Professioni Legali di
Salerno. Ha esercitato le funzioni di Vice Procuratore
Onorario presso la Corte
d’Appello di Salerno, nonché
di Pubblico Ministero delegato presso la Procura della
Repubblica di Vallo della Lucania, nelle udienze dinanzi
al Giudice di Pace. Ha svolto
la pratica forense presso
l’Avvocatura di Stato di Salerno. Da ottobre 2015 è Avvocato. Dopo aver superato,
nel giugno scorso, il Concorso in Magistratura, si accinge ad essere la prima
Donna di Rofrano a svolgere
la prestigiosa funzione di
Giudice o di Pubblico Ministero.
Redazione
Anna Cafaro, una vita nella scuola
Auguri per la vita nuova che l’aspetta dietro l’angolo
Ho conosciuto Anna vicino a un cabina telefonica a Battipaglia in piazza Della Repubblica, nel 1975 e da quel
momento è stata la donna che ho voluto fortemente al mia
fianco, è stata una scelta felicissima. Ho tantissimi ricordi
meravigliosi con lei, donna forte, sensibile e comprensiva,
che mi ha sempre saputo dare tutto quello che un uomo
può desiderare dalla donna che ha accanto. Alla mia dolcissima Anna l'augurio di continuare sempre ad avere l'allegria e l'entusiasmo che caratterizza il suo modo di essere
e di godersi la sua meritata pensione.
Alessandro
Siamo lieti di farle i più sinceri e cordiali complimenti
per tutti questi anni di gloriosa attività, per il meraviglioso
rapporto di collaborazione e disponibilità che ha creato
con ciascuno di noi, per la professionalità che ha dimostrato giorno dopo giorno, per l'invidiabile modo di lavorare … Sempre paziente, sempre sorridente e soprattutto
con un grande cuore! Sia felice per il traguardo raggiunto,
guardando sempre al futuro con gioia e serenità! Ciao carissima Sig.ra ANNA
Sonia
Tel 0828. 1992339
Fax 0828. 1991331
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Direttore Responsabile Bartolo Scandizzo
In redazione Lucio Capo e Gina Chiacchiaro
Grafica ed Impaginazione Veronica Gatta
Testata realizzata da Pietro Lista
Stampa C.G.M. s.r.l.
Contrada Malagenia, 84061 Ogliastro Cilento - (SA)
tel. 0974 844039
Iscritto nel Registro della Stampa periodica del Tribunale
di
Vallo della Lucania al n. 119 Responsabile Trattamento
Dati
Bartolo Scandizzo
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Tiratura: 3500 copie
Il N° 25 di Unico è stato
chiuso in redazione il 05/07/2016
ed è stato avviato alla spedizione agli
abbonati il giorno 07/07/2016
presso il CPO di Salerno
CAPACCIO-PAESTUM
L’INTERVISTA
n° 25 07/07/2016
3
Nella primavera del 2017, con Sica e Voza potrebbe essere uno scontro tra medici
Antonio De Rosa si candida alla carica di sindaco
SEGUE DALLA PRIMA
BARTOLO SCANDIZZO
O
ggi sono 18 i dipendenti del
centro. In seguito ha fondato il
consorzio
Megaellas che
eroga servizi ad oltre 500 medici di
base della provincia di Salerno.
Una struttura che ha fatto la storia
della medicina associata nel nostro territorio ed anche oltre e di cui fanno
parte attiva tutti i medici che hanno
passato il Rubicone dalla professione
alla politica capaccese: Gaetano Fasolino, il medico politico ante litteram,
Enzo Sica, Italo Voza, Franco Longo
…
Figlio di Faluccio de Rosa, calzolaio
che, quando si rese conto del cambiamento del mercato, cioè che costava
meno comprare le scarpe nuove che
farle riparare, decise di cambiare mestiere ed aprì il Bar Nazionale che ha
fa parte della storia di Capaccio Scalo.
Ed è proprio da questo che parte questo incontro confronto che ci ha visto
toccare molti temi della vita del comune di Capaccio Paestum. Il motivo
è che il Dott. De Rosa ha deciso di
candidarsi alla carica di sindaco alle
prossime elezioni del 2017.
Un amico comune, Angelo Fasano,
fondatore dell’Agorà dei liberi di Capaccio, ha sempre avversato l’impegno dei medici in politica. Dopo tutto,
con il senno del poi, non è che a Capaccio abbiano dato prova di saper
conciliare i due gravosi impegni.
Sono d’accordo con Angelo. Tant’è
vero che se riuscirò a sedermi sulla
poltrona di sindaco, mi collocherei immediatamente in pensione, visto che
ho raggiunto i requisiti per poterci andare.
Come ha potuto leggere nell’ultimo
numero di Unico, la schiera dei candidati è ricca e non penso che sia completa …
Enzo Sica
Si tratta di persone che hanno già
<<dato>> in passato. In fondo hanno
avuto le loro opportunità di servire la
collettività ma, per varie ragioni,
hanno dovuto prendere atto che non
sono stati in grado di portare a termine
i loro progetti.
Cosa riconosce di aver fatto bene ai
suoi predecessori (due dei quali hanno
avuto il sostegno di De Rosa ndr) e
dove, invece hanno fallito? Cominciamo da Enzo Sica …
Sica partì bene liberando Capaccio
Paestum dalla spazzatura ed avviando
la raccolta differenziata.
Mentre fallì nel portare a termine la sistemazione dell’area archeologica non
realizzando il parcheggio in via
Magna Graecia e lasciando deperire
quelli realizzati in zona stazione ed ex
Cirio. Senza dimenticare la chiusura
del passaggio a livello di Paestum!
La caduta di Sica riportò in comune
Pasquale Marino.
A Marino riconosco la determinazione
con cui decise e realizzò la pedonalizzazione della strada nell’area archeologica, provò anche con via Italia a
Capaccio Scalo, ma i commercianti lo
costrinsero al dietro front.
L’errore più grande lo ha commesso
sul Puc (Piano Urbanistico Comunale)
sul quale si fece prendere la mano su
molte situazioni, come l’insediamento
di Cannito, che lo portò alla caduta.
A Marino successe Italo Voza, l’attuale sindaco, che, sembra incamminato a completare il mandato …
Voza ha fatto ad avviare la metanizzazione e la realizzazione della piscina
comunale.
Poco ha fatto per spingere la comunità
Capaccese ad assumere una identità
comune e normale. Voglio sottolineare
anche la riduzione a zero della capacità d’indebitamento del comune
avendo impegnato tutto il possibile ed
anche di più con spese anche fuori bilancio! Resta aperta la questione dell’allocazione delle sfere geotediche,
che tanto sono costate alle casse comunali, e che non si riesce a trovare
loro una sistemazione definitiva al fine
di ammortizzare la spesa.
Come è necessario che gli eventi
nell’area archeologica facciano entrare
nella casse comunale abbastanza ri-
sorse per pareggiare i costi del montaggio del “teatro dei Templi”. Non
credo che quando la RAI organizza il
“festival” a Sanremo, prenda soldi dal
comune. Anzi versa nella casse comunali un discreto gruzzolo di milioni …
Sono in tanti a non credere che De
Rosa possa portare fino in fondo la
candidatura. In fondo è già successo
che lei si è tirato indietro. Perché questa volta dovrebbe andare diversamente?
Contro Pasquale Marino feci un passo
laterale per non entrare in competizione con Gigino Di Lascio che, in
quel momento poteva essere un forte
elemento di cambiamento. Avrei dovuto guidare la coalizione di Centro –
destra. Vennero da me Fasolino e
Troncone, a pregarmi di accettare. Rifiutai e fu proprio Giuseppe Troncone
a correre.
Mentre contro Voza cosa successe?
Voza invitò tutti noi della Prometeo,
medici e infermieri, al suo ristorante.
Ci comunicò che aveva intenzione di
candidarsi a sindaco e chiese l’appoggio che ottenne. Provai a ritagliarmi
uno spazio con l’associazione “L’Altra
città”, ma poi mi sfilai: avendo dato la
mia parola, feci un passo indietro.
Il suo ritorno all’impegno civico è arrivato con l’indizione del referendum
sul nome della città “Capaccio Paestum” dove ha affrontato a viso aperto
il suo collega, socio e amico Italo Voza
…
Intanto a me piace chiamarlo paese!
Per avere i servizi che identificano una
città bisogna lavorare sodo e ci vorrà
tempo. In occasione del referendum
ho solo interpretato il disagio popolare.
Ma avete perso …
Sì! Ma era una battaglia che andava
fatta. Quell’esperienza mi ha fatto capire che c’è spazio per rivitalizzare la
politica locale partendo dal basso facendo spazio a nuove idee.
In fondo, il voto, da oltre 20 anni fa sedere in consiglio quasi sempre gli
stessi. I pochi nuovi fanno presto ad
omologarsi. Come farà ad evitare l’assalto dei portatori di voti familisti?
Intanto, nelle mie liste non saranno
presenti gli amministratori di maggio-
Italo Voza
ranza che hanno sostenuto Voza, potrebbero trovare spazio i dissociati.
Non accetterò in lista chi ha condanne
penali.
In termini programmatici, uno dei
punti sul quale sono inciampati sia
Marino (2 amministrazioni) sia Sica e
lo stesso Voza si è salvato perché, nonostante il tecnico incaricato, l’Arch.
Rodolfo Sabelli, lo abbia da tempo
consegnato al sindaco (pare che l’abbia anche protocollato), rimane un
problema più che una risorsa per ridefinire Capaccio Paestum. Come pensa
di affrontarlo?
Parlandone e discutendone prima. Chi
sarà d’accordo concorrerà con me alla
guida del paese. Gli altri faranno scelte
diverse. Ovviamente parlerò con tutti,
partiti e associazioni, e ascolterò ogni
consiglio. Questa volta, però, sono determinato a scendere in campo e a restarci con la forza della mia esperienza
e la ragione di poter fare bene al mio
paese ed ai miei concittadini.
Che tempi si dà per dare concretezza
al titolo di “Città” a Capaccio Paestum?
Cinque anni. Penso che nel tempo di
un mandato amministrativo ci può fare
molto. Ho anche un modello: Giuliano
Pisapia, ex sindaco di Milano.
Lascio Antonio De Rosa consapevole
di averlo conosciuto meglio, egli è
mosso da una passione sincera, da
un’esperienza fattiva e consapevole
che non sarà un’impresa facile.
Solo al pensiero che non è da escludersi il fatto che potrebbero essere
proprio i tre amici medici (Sica, Voza
e De Rosa) a sfidarsi per la carica di
sindaco di Capaccio Paestum nella
primavera del 2017, ci si rende conto
di come sia complesso e difficile il
confronto politico nella Città dei templi.
4
n° 25 07/07/2016
Insieme alle comunità delle aree interne
Consensi a Ricigliano durante la presentazione dell’apertura della filiale a San Gregorio Magno
SALERNO
Impegno per superare l’insolvenza
“L’impegno per le aree interne da parte della Bcc di Aquara è un gesto molto
importante e mostra una sensibilità che potrà essere certamente utile all’intero
territorio”. Così Franco Tortoriello, sindaco di Ricigliano che, con l’organizzazione di Lorenzo Malpede, in onore della banca di cui è direttore generale
Antonio Marino ha ospitato nella sede del Comune una serata aperta alla partecipazione dei cittadini dell’intero comprensorio. “Durante l’incontro al Comune ho spiegato il perchè della nostra scelta di aprire una filiale a S. Gregorio
Magno, tra l’altro Ricigliano confina con quest’ulttimo Comune, e
cosa intendiamo fare per
le zone interne che sono
quelle più trascurate
oggi”. Notevole la partecipazione dei cittadini
come dei rappresentanti
delle imprese che operano nel comprensorio e
tutti hanno mostrato apprezzamento per la Bcc
Aquara che investe con
un filiale in un’area da
altri non presa in considerazione. Ad allietare
la serata un ricco buffet.
L’insolvenza rappresenta un concreto
freno per l’economia del territorio, analisi,
rimedi e prospettive sono state oggetto dell’incontro svoltosi venerdì 1 luglio a Salerno presso la sede della Camera di
Commercio. “Le piccole imprese - ha dichiarato Antonio Marino, direttore generale Banca di Credito Cooperativo di
Acquara - che sono l’anello debole dell’economia nazionale, hanno un potere
contrattuale maggiore con le piccole banche. Oggi c’è la tendenza al gigantismo
aziendale e bancario ma quando le banche
diventano più grandi si allontanano dai
piccoli clienti e in questo modo l’economia dei piccoli è difficile da tenere in piedi.
Le nostre sono banche di relazione con i
nostri clienti che sono gli stessi che la sera
incontriamo al bar”. Il Giudice dell’esecuzione Immobiliare presso il Tribunale di
Salerno, Alessandro Brancaccio, è quindi
intervenuto su quelli che sono oggi i possibili procedimenti giurisdizionali di gestione dell’insolvenza. Mariano Lazzarini,
vice Presidente della Camera di Commercio di Salerno, ha sottolineato che per vincere l’insolvenza c’è bisogno di uno sforzo
congiunto delle istituzioni”.
DICONO DI NOI
«Per i giovani servizi utili e convenienti»
“La Bcc di Aquara in
linea con le esigenze di
noi giovani che puntiamo
a ricevere in ogni ambito
servizi cercando di risparmiare sulle spese. Così
l’utilizzo del bancomat a
zero speso è certamente
un fatto importante anche
considerando come chi
studia spesso non risiede
nella propria città e, pertanto, finisce per utilizzare notevolmente il
bancomat”. Il 29enne
Marco Bisciotti, studente
di ingegneria all’Università di Salerno, per questo ha fatto richiesta di
apertura di un conto e del
rilascio del bancomat
presso la filiale di Salerno
della Bcc di Aquara. “Ho
visto un’inserzione relativa al Conto Anticipo fatture della Bcc di Aquara e
mi sono recato presso la
filiale di Battipaglia per
comprendere le condizioni che ni sono apparse
estremamente favorevoli.
- spiega Marco D’Angelo impegnato in una attività artigianale ad
Olevano sul Tusciano Con il mio socio stiamo
preparando la documentazione necessaria per
fruire di questo prodotto
che ci garantirà liquidità a
fronte delle fatturazioni
effettuate”.
CONTURSI
Nel cuore della Valle del Sele
La Bcc di Aquara visibile sul
territorio oltre che per l’azione
a vantaggio di famiglie ed imprese anche con una cartellonistica che attira l’attenzione
come quella presente in località
Bagni a Contursi allo svincolo
che della Fondovalle Sele.Un
messaggio chiaro e frutto della
politica dell’ascolto da parte
della banca di cui è presidente
Luigi Scorziello.
VALLO DI DIANO
Al via il progetto Euro – Educates promosso
dall’osservatorio europeo del paesaggio
ANTONELLA CITRO
IN FARMACIA
NIENTE ALCOL PER I
FUTURI PAPÀ
a notizia arriva da uno
studio condotto dall'IBCN-CNR in collaborazione con il Centro di
riferimento algologico della
Regione Lazio. Lo studio rivela per la prima
volta che l'alcol assunto dal futuro papà influenza
il DNA a partire da conseguenze negative sullo
sviluppo del sistema nervoso del bambino. Inoltre, il futuro nato potrebbe essere più portato a
consumare alcolici da adulto.
Lo studio in questione è stato pubblicato sulla rivista Addiction Biology. Il consiglio degli esperti
ai futuri papà è quindi: un’alimentazione sana,
attività fisica e soprattutto niente fumo e alcol.
Si tratta di regole basilari che di solito vengono
comunicate alle future mamme ma che ora riguardano anche gli aspiranti papà. Infatti anche
le abitudini dei padri per quanto riguarda il consumo di alcol possono incidere sull'esito della
gravidanza e sulla salute del feto.
In particolare, l'alcol inciderebbe sul fattore Ngf,
scoperto da Rita Levi Montalcini, che le è valso
il premio Nobel per la medicina, elemento chiave
per la sopravvivenza e la funzionalità di diverse
popolazioni cellulari neuronali e non neuronali.
Il lavoro è stato condotto su modello animale
somministrando al topino maschio l’equivalente
di alcol corrispondente nell’uomo adulto a un
consumo cronico pluriennale. I topini sono stati
fatti poi accoppiare con femmine che non avevano assunto alcol.
Gli esperti hanno spiegato che l'alcol influenza
il DNA paterno direttamente tramite mutazioni,
oppure indirettamente tramite meccanismi epigenetici, che sono ancora in fase di studio. Secondo i risultati dello studio, inoltre,
l'esposizione paterna all'alcol sarebbe in grado di
indurre nei figli una maggiore sensibilità agli effetti gratificanti dell'alcol, che potrebbe determinare nella vita adulta un maggior rischio di abuso
di questa sostanza.
[email protected]
L
Conferenza stampa Euroeducates
dice Paladino – che non siano
prodotti con agenti chimici. La
bioagricoltura non prevede fertilizzanti chimici ma terreni nutriti
con prodotti naturali. Ed è un progetto che vede insieme Austria,
Francia, Italia, Slovenia e Lituania e che ha avuto già un primo
step. E dal 5 al 7 ottobre saranno
nostre ospiti quattro delegazioni
che visiteranno la Certosa di Padula, un monumento che deve essere rilanciato. Un progetto che
interessa 700 ettari di terreni salesi. Si acquisisce così il titolo di
biodistretto e attraverso l’Erasmus si offre la possibilità alle
aziende di questo territorio, di accedere ai fondi economici. Per i
biodistretti eco - agricoltura sono
stati finanziati 1miliardo e
300mila euro”. Insomma, si intende rilanciare l’agricoltura
come tassello importante per
l’economia e in questa ottica si
vuole coinvolgere la classe politica che, al momento, non pare
raccogliere l’appello. “L’orto è
visto come luogo di educazione
permanente per poter apprendere
alcune pratiche fondamentali – fa
eco Enzo Di Stefano presidente
della cooperativa gli orti di Sala
– vogliamo scoprire quali sono le
funzioni di diverse piante e capire
quali sono le tecniche migliori di
progettazione e coltivazione e,
vedere come i fiori possano assolvere naturalmente a difendere
le colture degli insetti nocivi e
imparare ad arricchire naturalmente il terreno”. Con la nascita
della strategia delle green economy, tutte le comunità rurali e
montane, si stanno dirigendo
verso la sostenibilità e l’agro ecologia che rappresenta il settore
primari come modello per lo sviluppo di un futuro più sostenibile.
MISCELLANEA ITALIA. Per Equitalia, inizia l’invio
delle Cartelle semplificate per rateizzare i debiti
A
5
ALBERTO DI MURIA
I
l futuro dell’agricoltura di
qualità protegge la salute e il
benessere e, potrà rendere
economicamente compatibili le
piccole produzioni dei territori ad
alto valore raggiunto: è questa la
mission del progetto Euro – Educates promosso a Vienna dal 6 al
10 giugno scorso nel corso di un
incontro sul primo report internazionale Agro Ecologia “il sistema
olistico ed inclusivo di produzione e distribuzione dei prodotti
alimentari attraverso catene di
vendita diretta, eque e autogovernate”. E questo l’obiettivo che si
è prefissato il Cilento e Vallo di
Diano, rappresentati dall’Osservatorio Europeo del Paesaggio di
Arco Latino con il presidente Angelo Paladino e l’architetto Domenico Nicoletti, dal presidente
del Network Internazionale di
Biodistretti Salvatore Basile che
hanno presentato come casi studio i biodistretti, il centro studi
dieta mediterranea Angelo Vassallo e gli orti di Sala. Una sinergia anche con la valle delle
orchidee che, fonda il suo successo, sui prodotti rigorosamente
biologici. “L’osservatorio guarda
alla eco agricoltura, ai biodistretti, c’è un modo diverso e più
vicino alle esigenze del cittadino
che deve mangiare cibi sani –
n° 25 07/07/2016
l fine di semplificare la vita ai contribuenti e ottimizzare il recupero crediti,
sta per essere lanciata l’operazione “Cartella amica”. In buona sostanza si tratta dell’invio della cartella esattoriale con, al suo interno,
l’istanza per la rateazione che il contribuente, se
vorrà aderire all’offerta di pagamento dilazionato, dovrà solo firmare e presentare allo sportello. Quella di oggi è dunque una data che segna
l’avvio di una nuova strategia per la società di riscossione, che ora punta ad una maggiore trasparenza e semplicità nelle procedure di pagamento,
riducendo, per quanto possibile, l’impatto negativo su chi si vede recapitare una cartella. La riforma ha l’obbiettivo, infatti, di migliorare
l’efficacia dell’attività di riscossione e di poten-
ziare la relazione con i contribuenti. L’istanza
varrà solo per i debiti inferiori a 50.000 euro (ma
non sotto i 600 euro). La proposta di rateazione
andrà da un minimo di 12 a un massimo di 72
rate (6 anni). Inoltre Equitalia “cambia pelle e
passo”. Ci sarà infatti lo switch off dei tre agenti
della riscossione della società pubblica partecipata da agenzia delle Entrate e da Inps: Equitalia
Nord, Centro e Sud confluiscono in Equitalia
Servizi di riscossione Spa che opererà su tutto il
territorio nazionale (ad esclusione della Sicilia).
Allo stesso modo si prospetta una semplificazione della procedura con cui verranno trasmesse
le richieste di rateizzazione: in aggiunta all’ordinaria consegna allo sportello, sarà infatti trasmettere la richiesta via PEC (posta elettronica
certificata)
oppure
mediante raccomandata. Senza ricorrere,
I S APORI D EL VALLO
pertanto, necessariamente all’aiuto del
di S uriano F. & C . s .a.s.
commercialista o del
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contribuente potrà, in
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6
SOCIETA’
n° 25 07/07/2016
Dalla retorica del progetto alla
concretezza del Vangelo vissuto
SEGUE DALLA PRIMA
L.R.
A
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S. S 18, Km 89, 700 Capaccio
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www. planetbeverage. it
giudicare dalle schede preparatorie, l’orientamento per la discussione sembra privilegiare
l’aspetto teorico, mentre il pontificato
di Francesco ha suscitato anche nella
chiesa italiana attese sicuramente più
concrete in linea con la convinzione
che l'esperienza religiosa costituisca
ancora una dimensione fondamentale
dell'uomo. Il papa, in modo molto
coinvolgente, ha dimostrato quanto gli
elementi più significativi dell'evangelo
di Gesù possano anche rappresentare
uno strumento critico per superare miti
e condizionamenti culturali; prospettiva nella quale, a fronte della progressiva e rapida scristianizzazione, la
chiesa locale esercita ruoli e funzioni
connessi con la trasformazione sociale,
integrazione volutamente ignorata
dalle corrispettive letture laiciste.
Chi è estraneo a questa storia, o per incapacità di prospettiva non vi pone la
dovuta attenzione, dimentica o non
comprende che, volenti o nolenti, nella
biografia del singolo si proietta l’esperienza di una comunità. Se si vuol dare
credibilità alla difesa dell’individualità
storico-esistenziale e culturale-pastorale di questa chiesa locale perché continui ad esistere nonostante canoni di
valutazione e propositi di riorganizzazione, è necessario rivendicarne la validità dell’esperienza, maturata grazie
alla devota riconoscenza a Gesù la cui
vicenda personale di duemila anni fa ha
dimostrato di essere il Cristo. Anche la
rievocazione di un quotidiano spesso
distante e diverso costituisce una testimonianza di fede. Tradizione e cultura
materiale generano una radicata pietas
verso radici che, nei vorticosi mutamenti imposti dalla globalizzazione e
nella crisi comune che attanaglia lo spirito dell’uomo del terzo millennio, sovente costituiscono l’unico approdo
sicuro per recuperare valori e mantenere la speranza, visto che l’imperante
secolarizzazione s’accompagna ancora
a manifestazioni di pervadente religiosità popolare, importante elemento
nella vita di ogni uomo, anche quando
non trova rispondenza in comportamenti coerenti. Su questa base la chiesa
fonda il suo operare per dare solide basi
comunitarie ed identità di gruppo nel
regolare i comportamenti religiosi; perciò, la persistente capacità di creare
cultura si esprime fornendo anche adeguate letture dell'ordine sociale.
L'urgenza della riflessione sul fatto religioso e sulle sue manifestazioni si
collega anche a problemi interni alla
chiesa, come la sua progressiva burocratizzazione, mentre assillanti interrogativi posti dalla civiltà del villaggio
globale, nel quale incalza anche il mercato delle credenze o un sincretismo di
fedi che ne snatura la sostanza, minano
la pretesa infallibilità del cristianesimo
praticato nel Cilento da millenni. E’ un
duro colpo ad alcuni cardini della coscienza collettiva e dei singoli nella
diocesi, ormai al bivio tra accettazione
del pluralismo, con tutti i rischi collegati, oppure chiusa per conservare credenze in un asettico contesto
a-temporale.
Il progressivo disinteresse o la superficialità verso i contenuti della fede per
la perdita di significato e la loro scarsa
incidenza favoriscono la sostanziale relativizzazione dei contenuti. Mentre la
Bibbia è sempre meno letta e conosciuta, si aggrava la confusione circa
l'identità cristiana e il crescente disimpegno della famiglia mina i doveri di
socializzazione religiosa. Il sintomatico
diradarsi della partecipazione alla liturgia aggrava la divaricazione tra aspetti
socio-culturali esteriori di natura folcloristica e la ritualità controllata dall’apparato ecclesiastico. Circa i
sacramenti dell'iniziazione cristiana o
di passaggio si percepisce sovente solo
l'elemento giuridico tradizionale, così
come un’attenzione soltanto formale
non aiuta a comprendere devozioni ancora diffuse, legate alle festività patronali, ai pellegrinaggi, al culto dei santi,
in una gerarchia di valori che li rende
preminenti rispetto alla liturgia domenicale. All’aggravarsi della crisi della
religione di chiesa corrisponde la ricerca di nuovi modelli organizzativi.
Inoltre, la penuria di vocazioni pone il
problema del sostanziale rifiuto del
modello tridentino di sacerdote, che ha
toccato punte quasi di non ritorno.
Per la maggioranza dei fedeli la chiesa
è il vescovo e i preti; il senso di appartenenza ad una comunità si limita al
fatto burocratico, senza percezione di
responsabilità nei suoi confronti. Da un
[email protected]
lato i laici vogliono essere coinvolti
solo nel campo caritativo, cultuale ed
amministrativo e non in quello pastorale, dall’altro molti sacerdoti sono restii a cedere competenze e
responsabilità per non perdere potere.
Come nella società occidentale in genere, etica e religione appaiono due
campi separati, per cui i principi sono
accettati solo se intrinsecamente ragionevoli e non perché imposti da un
credo, a fronte di una profonda impronta cristiana, senza riscontri importanti nella vita pratica. Non meraviglia,
quindi, l'atteggiamento nei confronti di
certe problematiche come divorzio,
aborto e, di recente, l'eutanasia, che si
cerca di giustificare dal punto di vista
etico e giuridico senza riferimento alla
religione. Quindi anche la società cilentana richiede un’autentica rievangelizzazione, partendo dalla originalità
cristiana pure ancora presente, ma poco
efficace anche a causa di strutture obsolete. Ne deriva la centralità dello Spirito, evocatore della speranza, custode
dei valori, propugnatore della misericordia in una esperienza che trasforma
eventuali confini in un limes mobile tra
culture per favorire l’inclusività. E’ necessario ripartire da una catechesi attenta ai valori della memoria e
dell’identità nel rispetto delle prerogative della persona e coniugare libertà e
responsabilità nella concretezza di un
quotidiano scevro da retorica, compito
che trova poca rispondenza nel programma del convegno diocesano immaginato per il 2016.
Maria, la donna ebrea alla quale è dedicato il numero maggiore di chiese in
tutta la diocesi, risvegli nel profondo
l’animo del popolo in questo pellegrinaggio verso la Misericordia, invocazione piena di speranza perché
profondamente congiunta a quella
dello Spirito. Che il suo abitare in
mezzo a noi riscaldi, come nessuno sa
fare, i cuori, illumini le menti, renda feconda la vita di tutti!
DIOCESI
n° 25 07/07/2016
7
Teggiano e Vallo-Capaccio non stiano alla finestra a guardare
Il riordino delle Diocesi
SEGUE DALLA PRIMA
VELINA
P
er cui, è evidente che se soppressioni o accorpamenti ci saranno,
non si potrà prescindere dai numeri, oltre che si terrà conto di storia,
tradizioni e, soprattutto, per capacità di
essere un corpo attivo nel contesto territoriale in cui vescovi e curie diocesane
sono parte.
Nel territorio del Parco Nazionale del
Cilento, Diano e Alburni sono presenti due diocesi, quella di Vallo della
Lucania - Capaccio e quella di Teggiano - Policastro. Esse sono rette, rispettivamente, da Ciro Miniero ed
Antonio De Luca.
Non è dato conoscere in che tempi e
con quali criteri la commissione della
CEI consegnerà al Papa la proposta di
riordino delle diocesi in Italia. Immaginando le resistenze che in ogni istituzione esistono e persistono quando
si mette mano a centri di poteri per
modificare lo status quo: basta pensare alla riforma del bicameralismo
perfetto (Deputati e Senatori che si
palleggiano all’infinito le leggi fin
quando non vengono approvate senza
modifiche) dello stato in Italia che
tutti invocano ma che da decenni non
si riesce a realizzare. Come ci sono,
non solo in questo caso, resistenze
passive (guadagnare tempo) con la
consapevolezza che “morto un papa
se ne fa un altro” …
In questa ottica, però, il nostro territorio non può restare guardare l’evolversi della situazione. Questo alla
luce di come vanno le cose in Italia:
ogni territorio ha buoni motivi per far
valere i loro “meriti” per restare a
galla: numero abitanti, retaggio storico, situate in isole, badie e conventi,
presenza di criminalità o emergenze
ambientali …
Ecco perché, è importante che le due
diocesi si parlino e concordino un atteggiamento più attivo invece di assumere una posizione attendista.
L’area parco, ha assunto da tempo
una sua identità che non può che essere legata a doppia mandata con la
vocazione ambientalista che, prima lo
“splendido isolamento” ha preservato
in buona parte, e poi la legge 394
sulle aree protette ha fotografato.
Consolidare questa identità è compito
delle istituzioni pubbliche (Ente
parco, comuni, regione), soggetti privati (Banche, Consorzi, associazionismo …) ma è importantissimo che
anche le due diocesi si pongano in
prima linea per immaginare un futuro
modo di essere e di abitare e, soprattutto, stimolino la capacità di proposta dei cittadini per fare insieme il
nostro mondo migliore.
Non sono molti nel Mediterraneo che
possono vantare 3000 anni di storia!
Dopotutto, i due polmoni culturali
dell’Europa, quello greco e quello la-
tino, si sono ben integrati e omologati
proprio nella colonia chiamata Poseidonia dai coloni Greci che la fondarono e Paestum, dai Lucani che la
rinforzarono e dai Romani che la conquistarono. Al di qua del Sele, oltre a
Paestum, nacque Velia e fu costruita
la Certosa a Padula un’impronta europea posta a cerniera tra i punti cardinali.
I primi cristiani, dal momento che la
comunità cresciuta a Paestum ebbe il
proprio vescovo. La diocesi era unica
tant’è che quando Paestum fu abbandonata fu naturale, per il responsabile
della diocesi approdare a Teggiano.
Nel tentativo di riportare la sede epi-
scopale a Paestum al suo sdoppiamento tra Teggiano e Vallo della Lucania …
Insomma, una carrellata di avvenimenti che danno corpo all’identità di
un territorio che oggi, a causa del decremento demografico, rischia di
dover pagare a caro pezzo gli errori
del passato: il riordino delle Diocesi
in Campania rischia di chiudere indecorosamente una storia tre volte millenaria. Infatti, su 26 diocesi in
Campania dovranno diventare non è
difficile immaginare che ci troveremo
a lottare per difendere, non tanto degli
uffici e due sedi prestigiose, ma per
riaffermare che in queste terre è stata
fatta la storia. Questa storia è un “tesoro” che abbiamo il diritto – dovere
di farlo sempre più nostro per mostrarlo come biglietto da visita in ogni
occasione in cui qualcuno voglia,
consapevolmente o meno, accantonarlo e sterilizzarlo.
Nei momenti critici avere un “Tesoro” per amico che sostiene e accompagna fa comodo …
Scheda: Le diocesi della Campania
Acerra
Vescovo: S.E. Mons. Antonio DI DONNA
Vescovi emeriti: S.E.
Mons. ANTONIO RIBOLDI e S. E. Mons. Salvatore Giovanni RINALDI
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 157 Abitanti: 113.887
Parrocchie: 28
Alife – Caiazzo
Vescovo: S.E. Mons. VALENTINO DI CERBO
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 580 Abitanti: 63.527
Parrocchie: 44
Amalfi - Cava de' Tirreni
Arcivescovo: S.E. Mons.
ORAZIO SORICELLI
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 150 Abitanti: 96.878
Parrocchie: 76
Ariano Irpino – Lacedonia
Vescovo:
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 781 Abitanti: 71.138
Parrocchie: 43
Avellino
Vescovo: S.E. Mons.
FRANCESCO MARINO
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 441 Abitanti: 157.691
Parrocchie: 64
Aversa
Vescovo: S.E. Mons. ANGELO SPINILLO
A r c i v e s c o v o - Ve s c o v o
emerito: S.E. Mons.
MARIO MILANO
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 361 Abitanti: 550.312
Parrocchie: 92
Benevento
Arcivescovo: S.E. Mons.
ANDREA MUGIONE
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 1.691 Abitanti: 269.249
Parrocchie: 117
Teano - Calvi
Vescovo: S.E. Mons. ARTURO AIELLO
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 663 Abitanti: 75.746
Parrocchie: 70
Capua
Arcivescovo: S. E. Mons.
Salvatore VISCO
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 500 Abitanti: 162.800
Parrocchie: 59
Caserta
Vescovo: S. E. Mons. Giovanni D'ALISE
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 185 Abitanti: 182.591
Parrocchie: 65
Cerreto Sannita - Telese Sant'Agata de' Goti
Vescovo: S.E. Mons. MICHELE DE ROSA
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 583 Abitanti: 88.989
Parrocchie: 60
Ischia
Vescovo: S. E. Mons. Pietro LAGNESE
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 46 Abitanti: 46.702
Parrocchie: 25
Montevergine
Abati Ordinari emeriti:
Dom TARCISIO GIOVANNI NAZZARO e
P. BEDA (UMBERTO)
PALUZZI
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 2 - Abi-
tanti: 0
Parrocchie: 0
Napoli
Cardinale Arcivescovo: S.
Em. Card. CRESCENZIO
SEPE
Vescovi ausiliari: S.E.
Mons. Gennaro ACAMPA
S.E.
Mons.
LUCIO
LEMMO
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 274 Abitanti: 1.640.190
Parrocchie: 287
Nocera Inferiore – Sarno
Vescovo: S.E. Mons. GIUSEPPE GIUDICE
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 157 Abitanti: 231.471
Parrocchie: 54
Nola
Arcivescovo-Vescovo:
S.E. Mons. BENIAMINO
DEPALMA
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 450 Abitanti: 478.087
Parrocchie: 115
Pompei
Arcivescovo-Prelato: S.E.
Mons. TOMMASO CAPUTO
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 12 Abitanti: 25.916
Parrocchie: 5
Pozzuoli
Vescovo: S.E. Mons.
GENNARO
PASCARELLA
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 105 Abitanti: 480.561
Parrocchie: 69
Salerno - Campagna –
Acerno
Arcivescovo: S.E. Mons.
LUIGI MORETTI
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 1.398 Abitanti: 543.848
Parrocchie: 163
Sant'Angelo dei Lombardi - Conza - Nusco –
Bisaccia
Arcivescovo: S.E. Mons.
PASQUALE CASCIO
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 1.290 Abitanti: 90.207
Parrocchie: 36
Sessa Aurunca
Vescovo: S.E. Mons. Orazio Francesco PIAZZA
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 338 Abitanti: 89.920
Parrocchie: 42
Sorrento - Castellammare di Stabia
Arcivescovo: S.E. Mons.
FRANCESCO ALFANO
E-mail: [email protected]
http://www.diocesisorrentocmare.it/
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 205 Abitanti: 238.746
Parrocchie: 88
Santissima Trinità di
Cava de' Tirreni
Abate Ordinario emerito:
Dom
BENEDETTO
CHIANETTA
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 10 Abitanti: 3.750
Parrocchie: 4
Teggiano – Policastro
Vescovo: S.E. Mons. ANTONIO DE LUCA
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 1.986 Abitanti: 118.845
Parrocchie: 81
Vallo della Lucania
Vescovo: S.E. Mons.
CIRO MINIERO
Dati relativi alla diocesi:
Superficie in Kmq: 1.562 Abitanti: 161.142
Parrocchie: 140
8
PATRIMONIO CULTURALE
n° 25 07/07/2016
“Con la Cultura non si mangia”
De Luca vuole dimostrare il contrario
MASSIMILIANO DE PAOLA
L
a Provincia di Salerno è ricca di
Beni Culturali che meritano di
essere visitati per bellezza e
storia e, nel suo complesso, ha un’offerta turistica in grado di soddisfare
palati anche molto raffinati.
La scorsa settimana ho avuto l’onore
di accompagnare mio nipote Emanuele e la sua fidanzata Elena, provenienti dal Piemonte, alla scoperta di
un turismo culturale ad alto contenuto
esperienziale. L’itinerario che abbiamo scelto si è sviluppato nell’arco
temporale di una giornata ed ha previsto fondamentalmente tre tappe: Paestum – Velia – il mare. E’ stato tutto
molto bello, molto emozionante ed è
stato per me un momento di condivisione fantastico che è riuscito a darmi
anche tanti spunti di riflessione positivi e negativi. Siamo partiti da Auletta
che è il paese in cui vivo. Ai piedi avevamo scarpe da ginnastica per rendere
più agevoli le lunghe passeggiate che
avevamo in mente di fare, in testa un
cappellino per evitare colpi di sole e
sulle spalle due zainetti con acqua, panini e stuzzicherie di vario genere per
ricaricare le energie durante il percorso. Volevamo visitare Paestum e
Velia in un giorno solo e ce l’abbiamo
fatta. Siamo andati prima a Paestum,
dove in biglietteria ci hanno proposto
anche Velia con lo sconto. Paestum e
Velia sono due antichissime città del
Cilento tutte e due in provincia di Salerno, entrambe di fondazione greca
(risalenti al sedicesimo secolo a. C.).
Sono celebri per le loro fantastiche
bellezze archeologiche, per il mare e
per le loro squisitezze culinarie. Situato a sud-est del Golfo di Salerno,
nella parte meridionale della Piana del
Sele, Paestum è un sito archeologico
di estrema importanza, riconosciuto
dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità,
insieme al Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Arrivati a Paestum, tra una guida
umana (di una società privata) ed un
palmare che ci facesse da guida, abbiamo scelto la seconda soluzione, più
economica ma soprattutto più discreta, che ci permetteva anche di essere più liberi di scegliere il percorso
della città archeologica come più ci
piaceva e di fermarci e partire ed attivare voce e video sul palmare come e
quando volevamo. Anche questa si
chiama libertà! Abbiamo fatto tante
foto nella città antica, abbiamo riso
tanto, eravamo felici di starci dentro.
E’ stato un po’ come rivivere in un
passato che avevamo solo studiato sui
libri di storia. C’erano inglesi, francesi, c’era gente un po’ di tutte le nazionalità a visitare il parco
archeologico. C’erano uomini e
donne, c’erano adulti e ragazzi – anziani e bambini. All’entrata del museo
archeologico di Paestum una guida ci
ha donato un’ora e mezzo del suo
tempo e ci ha spiegato un sacco di
aneddoti. Ci ha mostrato con i fatti
come tante cose sono cambiate in meglio da quando il giovane Gabriel Zuchtriegel è diventato il nuovo direttore
del Parco archeologico di Paestum.
Nel primo pomeriggio ci siamo diretti
presso il parco archeologico di EleaVelia. L'antica città di Elea, che deriva
il suo nome dalla sorgente locale
Hyele, fu fondata intorno al 540 a.C.
da un gruppo di esuli provenienti dalla
città greca di Focea, nell'attuale Turchia, occupata dai Persiani. La città,
nota nel V sec. soprattutto per le figure di Parmenide e Zenone, fondatori
della famosa scuola filosofica eleatica,
raggiunge un periodo di grande svi-
luppo in età ellenistica e in gran parte
dell'età romana (fine IV a.C. - V sec.
d.C., quando il suo nome viene modificato in Velia. Con il Medioevo l'abitato si ritira sull'Acropoli, dove viene
costruito un castello. Le strutture architettoniche della città antica sono
immerse in una vasta area di macchia
mediterranea e di rigogliosi uliveti costituendo uno splendido connubio tra
archeologia e natura.
Nel tardo pomeriggio abbiamo lasciato Velia e, a distanza di poche centinaia di metri, abbiamo incontrato il
mare. Ci siamo fermati circa mezzora
ad ammirare le onde ed il tramonto. Ci
siamo tolti le scarpe, ed acqua e sabbia
ci hanno massaggiato i piedi stanchi
per il tanto camminare. Era troppo
tardi per fare un bagno, perciò siamo
ripartiti verso casa, stanchi ma felici
di esserlo dopo una giornata intensa
che ci ha arricchiti molto culturalmente parlando.
A questo punto mi viene da fare una
riflessione. A parer mio la nostra provincia è ricca di attrattori culturali, ma
questi ultimi dovrebbero essere messi
meglio in rete. Quello che vedo è che
si inizia a fare sistema. Anche a livello
regionale la direzione che si sta intraprendendo mi sembra quella giusta.
Nei giorni scorsi il presidente della
Regione Campania Vincenzo De Luca
ha detto che “cultura e turismo sono
una delle carte che dobbiamo giocare
con grande determinazione”. Proseguendo ha sottolineato che “noi abbiamo
un
patrimonio
culturale-storico-artistico-ambientale
che è unico al mondo. La Campania è
senza alcun dubbio la Regione d’Italia
che ha l’offerta turistica più completa
di ogni altra”. Beh, se lo dice lui credo
che dobbiamo cominciare a crederci
anche noi e dimostrare con i fatti che
il turismo può arricchirci culturalmente parlando ma anche economicamente parlando!
[email protected]
MISCELLANEA ITALIA.
Bando Nazionale: Start Up 4 Life
Finalità:
Il seguente bando nazionale è promosso da BAYER S.P.A, con
l’obiettivo di promuovere la creazione di nuova Impresa favorendo
lo sviluppo di idee imprenditoriali
e valorizzando l’esperienza, risorsa
fondamentale per lo sviluppo e il
consolidamento di un idea imprenditoriale.
Beneficiari:
Potranno parteciparvi tutti i gruppi
di persone, o soggetti singoli, con
età superiore ai 40 anni alla data di
apertura del bando che abbiano
un’idea imprenditoriale da realizzare.
Con il progetto si attivano percorsi
di supporto alla nuove idee che riguardino i comparti:
-Agroalimentare;
-Crop Science;
-Tutela dell’ambiente e del territorio;
… E che abbiano almeno uno dei
seguenti obiettivi:
-Tutela e promozione della salute
e/o della sicurezza alimentare;
-Tutela, valorizzazione e promozione del territorio;
-Sviluppo di innovazione tecnologica, organizzativa e sociale attraverso
l’Information
and
Communication Technology (ICT).
Agevolazioni:
-Un percorso di affiancamento mirato;
-Supporto in comunicazione per il
primo anno di attività;
-Possibilità di entrare in contatto
con grandi Aziende.
Scadenza:
Il termine ultimo per potervi partecipare è il 31 Luglio 2016.
n° 25 07/07/2016
9
CA
SOCIETÀ
Europa cilentana,
politica incapace e società fluida
GIUSEPPE LIUCCIO
E
ssa è inadeguata ed incapace a
cogliere i mutamenti in atto,
per individuare ed esaltare le
prestigiose pagine di Storia d’Europa,
che sono state scritte nel nostro territorio, se solo sapessimo leggere nel
nostro passato; e di lì partire per costruire, con legittimo orgoglio, il nostro futuro. Andiamo con ordine …
Nell’immediato secondo dopoguerra
Battipaglia, Capaccio ed Agropoli ebbero in contemporanea tre sindaci socialisti, rispettivamente Lorenzo
Rago, Salvatore Paolino e Nicola Crisci, che gonfiarono di speranza il
cuore di militanti, simpatizzanti ed
elettori di tutta la Piana del Sele, prefigurando “un’alba nuova”, come
cantava un altro sindaco, lucano, socialista e poeta, Rocco Scotellaro.
Di lì a poco Rago scomparve, o fu
fatto scomparire, misteriosamente,
(se ne è occupato recentemente in un
bel libro l’amico/collega, socialista
anche lui, Massimiliano Amato) e
Battipaglia archiviò sul nascere l’ipotesi di una ricostruzione razionale
nella direzione di uno sviluppo armonico. E le conseguenze dissennate e
disastrose sono sotto gli occhi di tutti.
Ad Agropoli, la reazione in agguato,
riverniciata e benedetta dal confessionalismo democristiano, defenestrò
Crisci, che fece appena in tempo a seminare chicchi di riformismo germogliati negli anni, e rifioriti
rigogliosamente, di recente, con l’ottimo sindaco Franco Alfieri. A Capaccio Salvatore Paolino resistette ed
allevò una covata di pulcini, che, nel
nome del socialismo, avrebbero governato e, spesso, governato, purtroppo, la città nei decenni futuri.
Organizzò e guidò l’assalto ai latifondi, con conseguente riforma agraria, che, anche se monca, nello spazio
di un decennio rivoluzionò costume,
economia e vita di un territorio più di
quanto non avessero fatto tutti i secoli
precedenti messi insieme.
Rifiorì l’agricoltura con prodotti di
pregio e di nicchia. Mosse i primi
passi il turismo, che, poi, esplose tumultuoso e caotico con l’imbarbarimento di costa e pianura sull’onda
anomala di una urbanizzazione intensiva e da rapina. Si prosciugò la pa-
lude geologica, ma restò il pantano
della politica e della cultura, salvo
qualche raro miracolo di ninfea solitaria.
E, comunque, un’analisi minimamente seria dei mutamenti etno-antropologici, sociologici e politici
dell’intero territorio comunale non
può che partire di là.
Il vecchio capoluogo è regno, sempre
più esiguo, di quanti, a tutela di orgoglio di identità, vi sono rimasti ad argine di migrazione biblica verso il
mare e guardano con disincanto, sempre, con disappunto, qualche volta, il
meticciato della Piana con i parvenu
dai portafogli gonfi di affari non sempre puliti. Monta la rabbia contro disinteresse
e
latitanza
dell’Amministrazione Comunale incapace di affrontare e risolvere anche
i problemi minimi della quotidianità.
E cresce la tentazione, in alcuni, di un
referendum per un Comune autonomo (absit iniuria verbis!). È, comunque, una bella provocazione da
non sottovalutare e da approfondire.
Contrariamente a Capaccio paese,
dove non mancano intellettuali lucidi,
la Piana non ha un’anima, molecolarizzata com’è tra borghi e casali rurali.
La
centralità
dell’area
archeologica è involgarita da un turismo mordi e fuggi, che esalta il pendolarismo dei visitatori sudaticci a
caccia di gelaterie e pizzerie dopo le
brevi emozioni a fruizione di museo
e templi dorici. L’abusivismo selvaggio, impudente ed impunito, su cui la
magistratura indaga, finalmente!, ha
fatto il resto.
Gli imprenditori turistici, che sono
tanti, hanno interessi consolidati,
anche se non sempre con una visione
unitaria della qualificazione, della diversificazione e della destagionalizzazione dell’offerta; ed arrancano ad
ipotizzare un progetto articolato in
sintonia e sinergia con gli Enti Territoriali, per lo più latitanti.
Il mondo delle campagne, atomizzato
in numerose categorie, spesso rissose
ed in conflitto tra loro, non riesce ad
esprimere speranze, attese e problemi
in un progetto condiviso per obiettive
incapacità dei protagonisti e per tacita
quanto palese pigrizia di leader, o presunti tali, che su quella parcellizzazione costruiscono spesso fortune
economiche e carriere
(!?) politiche.
Di sicuro il mondo
dell’agricoltura e della
zootecnia dà voce,
quando la dà, a problemi ed interessi diversi da quelli del
turismo. Il compito
della politica, se ci
fosse una politica, sarebbe quello di ridurre
ad un unicum sinergico
Turisti a Morigerati
queste due realtà, che non comunicano, purtroppo. È tutta qui la scommessa. Forse il collante potrebbe
essere la cultura, nel senso più ampio
dell’accezione prismatica del termine.
È l’unica strada fruttuosa e produttiva
per un mélange che ne esalti e fonda
gli interessi condivisi.
La società italiana è fluida, sfugge, in
generale, a controlli ed indagini, per
la rapidità dei mutamenti, come sostengono acutamente sociologi e politologi.
Il
fenomeno
è
drammaticamente dilatato nella pianura pestana con la conseguenza della
quasi impossibilità di incasellare in
categorie più o meno credibili le
schegge, spesso impazzite, della rappresentatività sociale ed economica.
La politica o non si pone il problema
o è incapace di farne una lettura accurata. Eppure non è più ora di gestire
stancamente l’esistente, all’insegna
della più piatta routine della quotidianità. Urge uno scatto di orgoglio ed
un guizzo di fantasia per una radicale
rivoluzione, se si intende costruire un
futuro minimamente competitivo sui
mercati.
Di qui la necessità di eliminare, in
primo luogo, la frattura tra i due
mondi, agricoltura e zootecnia, da un
lato, e turismo, dall’altro, e sanare la
ferita profonda. Tra i due mondi ci
deve essere un proficuo e duraturo
rapporto di dare e avere. Questo vale
per qualsiasi territorio; a maggior ragione per il nostro.
E la strada per raggiungere l’obiettivo
è quella di una valida infrastrutturazione nel segno della cultura: Laboratorio per e del Turismo, parchi
fluviali del Sele e del Solofrone,
musei del sacro, dell’agricoltura e
della zootecnia, masserie didattiche,
biblioteche e cineforum di quartiere,
utilizzando i locali delle scuole, ecc.
ecc.
L’importante è spalmare su tutto il
territorio efficaci forme di acculturazione uguali per tutti, eliminando la
ingiusta classificazione, vera o presunta, di cittadini di serie A e serie B,
dando pari opportunità a tutti per cancellare definitivamente la convinzione che, soprattutto nel turismo, ci
sono pochi privilegiati che banchettano lautamente e molti, troppi, a cui
sono destinate soltanto le briciole.
Il progetto è ambizioso, lo so. E per
realizzarlo c’è bisogno di una classe
dirigente nuova, motivata, proiettata
verso il futuro (e passo al secondo
tema).
Invece in giro ce n’è una vecchia,
stanca, demotivata, inadeguata con in
più la pesante responsabilità del passato ed il conseguente pericolo incombente di altri guasti.
Ma mi chiedo, mutuando il linguaggio dal titolo di un fortunato saggio,
piuttosto recente, di Sergio Romano,
noi “saremo mai moderni”? È l’interrogativo impegnativo, quanto amaro,
con l’augurio di “Buon lavoro” ai
tanti già impegnati nella formulazione delle liste in vista della campagna elettorale, la cui scadenza
naturale è ormai prossima, ma che potrebbe essere anche anticipata alla
luce degli sviluppi imprevedibili di
una indagine in corso della magistratura sull’abusivismo pubblico e privato.
Il terzo tema è l’Europa, che ha fatto
irruzione nel dibattito pubblico in seguito all’esito del referendum inglese
sulla Brexit. Me ne sono occupato
ampiamente la settimana scorsa con
un ampio articolo ad hoc su questo
settimanale. Ci ritorno anche oggi e
anticipo che ci tornerò ancora nelle
prossime settimane per focalizzare
l’attenzione su alcune prestigiose pagine d’Europa che è in noi, nel nostro
territorio cioè, e che noi dovremmo
riscoprire ed esaltare con legittimo orgoglio di identità e di appartenenza ed
agire di conseguenza. Me lo impone
l’etica della responsabilità di cittadino
e di intellettuale, che vuole dare un
contributo di crescita al suo territorio
di nascita. Anticipo qui di seguito i
temi di caratura europea ed internazionale del territorio salernitano: 1)
L'universalismo della Magna Grecia
di Paestum e Velia; 2) Palinuro, il
Grand Tour e la letteratura di viaggio;
3) Sulle orme dei monaci (le abbazie
– Padula, Perdifumo, San Giovanni a
Piro, Pattano, Castellabate, ecc); 4)
La Repubblica Marinara di Amalfi; 5)
La Scuola Medica Salernitana; 6) Il
“ribat” di Agropoli e la positività di
una pagina buia di pirateria in un rapporto di ibridazione e meticciato con
l’altra sponda del Mediterraneo; 7) La
lezione dell’emigrazione italiana
nelle sue varie fasi: transoceanica, europea, australiana, la fuga dei cervelli,
ecc.
Forse dall’analisi di questi temi potremmo imparare ad essere più europei, tutti. Saranno i temi di cui mi
occuperò nelle prossime settimane.
[email protected]
10 n° 25 07/07/2016
CULTURA
Il Mare delle Idee, Acciaroli primo
porto d’arte contemporanea in Italia
Inaugurazione delle mostre del Maestro Sergio Fermariello e del Maestro Vincenzo Rusciano, venerdì 8
luglio 2016 dalle ore 18.00 in poi. Grandi autori nei luoghi di Vassallo per portare un messaggio di pace:
i giganti del sogno di Fermariello e la zattera della salvezza di Rusciano.
D
Corso Italia, 39
Tel. e Fax 0828.723253
Capaccio Scalo (SA)
email: deslinelibero.it
ue cactus “piantati” tra gli
ulivi dell'isolotto artificiale
del porto di Acciaroli. Sulle
piante spinose sono innestate ruote di
vecchie biciclette deformate; le pale,
protese verso il cielo nello sforzo di
liberarsi dalla prigionia della terra, si
trasformano, in una drammatica metamorfosi, in maschere tragiche che
rimandano all'”Urlo” di Munch.
Ancora una volta Sergio Fermariello
ci offre, con le sue installazioni antropomorfe, lo spettacolo delle nostre
angosce esistenziali in un mondo che
ha perso valori e identità, che non
hanno più memoria ne senso, incapace di dialogo e di ascolto, privo
ormai di sogni e speranze.
Un mondo vuoto dove il tempo è
scandito dal ritmo frenetico di immagini e notizie che guardiamo scorrere
veloci sul web, in tv, senza provare
empatia, commozione, partecipazione. Lui, con quelle facce sformate,
con quegli arti imperfetti ci invita a
riflettere sulla nostra esistenza, ci lancia una chiave, una bussola: ritrovare
noi stessi nell'eco delle parole mute
dei nostri antenati. “Sono qui davanti
ai nostri occhi - dice – hanno fatto un
viaggio da un altro mondo attraversando strade tortuose, i loro pensieri
ci arrivano deviati balbettano con i
loro discorsi come i legislatori Mosè
e Solone, toccati dalla grazia infinito
dal Dio. Ce li trasmettono frammentati, apparentemente senza logica. Sta
a noi appropriarcene, assimilare
quella cellula di storia sospesa, moltiplicarla, generare altre particelle, ricreare un cosmo dove la memoria
contiene in se il futuro.” L'artista napoletano scoperta e lanciato dal
grande Lucio Amelio, un medagliere
di mostre nelle principali sedi culturali internazionali, inaugura con i
suoi totem di ferro che ha battezzato
“guardiano del sogno” la seconda
edizione del Porto d'Arte Contemporanea. A firmarla, a pensarla e a idearla è il manager dell'arte Valerio
Falcone con il matronato della Fondazione DonnaRegina di Napoli
MADRE e del supporto della Fondazione PLART.
Ancora una volta complice il Comune di Pollica che ha sposato il progetto, il primo in Europa, e che
testardamente lo sostiene.
A partecipare al progetto, chiamati da
Valerio Falcone, i più grandi artisti di
fame planetaria.
Questi ultimi credono nel sogno di
questo porto d'arte contemporanea
aperto ai linguaggi della contemporaneità, alla bellezza del come Venere
nasce dalle acque. Il mare è la linfa,
l'orizzonte è l'utopia dell'infinito, il
vento che arriva dall'Africa sussurra
di pace, di accoglienza, di un'unica
comunità migrante sulle sponde del
Mediterraneo.
Lo scorso anno ad inaugurare il PAC
Porto d'Arte Contemporanea hanno
aderito al progetto Riccardo Dalisi,
Lello Lopez ed Angelomichele Risi.
Oggi accorrono Sergio Fermariello e
Vincenzo Rusciano mentre Mimmo
Paladino e Mimmo Jodice confermano che l'anno prossimo saranno
presenti.
C'è fermento. L'8 luglio ci sarà, al tramonto la doppia inaugurazione:
quella di Fermariello sul porto di Acciaroli alle ore 18 e quella di Rusciano al Castello dei Principi
Capano a Pollica alle ore 20.
Un maestro e un giovane che sempre
più sta suscitando interesse della critica e scuote le coscienze con le sue
opere di impegno civile.
DNA partenopeo, Rusciano, con la
sua grande zattera realizzata in materiale bituminoso traghetta la storia,
vuole offrire un mezzo estremo di
salvataggio nell'ignoto del presente.
“E' un'epoca particolare questa – sottolinea – in cui si ha testimonianza di
continui passaggi da una sponda all'altra di popolazioni che abbandonano le loro terre le loro culture, per
andare non si sa nemmeno dove. La
mia zattera racconta l'emergenza, ma
vuole dare anche l'idea di approdo”.
E l'approdo possibile è proprio il PAC
Porto d'Arte Contemporanea, questo
porto dell'arte che offre riparo allo
spirito e si fa resistenza di riesistenza.
PERSONAGGIO
n° 25 07/07/2016
11
Movimento penta stellato: il Cilento guarda a Roma Capitale
Intervista all’onorevole Michele Cammarano
ADRIANA CORALLUZZO
I
ncontro Michele Cammarano, portavoce (consigliere) regionale
Campania - Movimento 5 Stelle circoscrizione Salerno e provincia,
che ci aiuterà ad entrare nel modo di
essere “stellato” e dell’ondata rivoluzionaria.
Come siete strutturati?
“Non siamo strutturati. Il movimento
5 stelle è molto liquido, ci sono delle
aggregazioni di persone che si riconoscono in dei valori e fanno attivismo,
segnalano all’amministrazione delle
cose che si dovrebbero fare, in maniera propositiva ma anche critica. La
struttura arriva solamente nel caso in
cui queste persone decidono di candidarsi con il marchio del Movimento 5
stelle, chiedono la certificazione al
blog di Grillo. Grillo è un garante dell’utilizzo del marchio, il blog riceve le
domande di certificazione e c’è una
commissione che valuta che non abbiano carichi pendenti, la fedina penale pulita, non più di due mandati a
qualsiasi livello: amministrativo, provinciale o regionale. C’è un’altra regola del Movimento, puoi candidarti
solo se sei residente in quel Comune,
sempre per il presupposto che se non
sei del posto come puoi impegnarti e
conoscere le esigenze del territorio.
Solo nei capoluoghi di provincia possono candidarsi anche esterni.”
Come si potrebbe arrivare alla lista
del Movimento 5 stelle nelle pros-
sime amministrative di Capaccio?
“Si potrebbe fare un incontro con gli
attivisti di Capaccio dove io mi posso
limitare a spiegare le regole del Movimento, poi però ci vuole sempre una
partecipazione, le lista fatte 3 giorni
prima perché si devono fare non
vanno bene. Io sono stato eletto perché sono sempre stato un attivista,
prima non lo facevo come 5 stelle ma
sono coerente, è una cosa che senti
dentro. La gente percepisce e vota
solo se dietro c’è coerenza. Il gruppo
a Capaccio c’è, sono ragazzi che si
impegnano, attivisti che sono vicini al
Movimento ma si chiamano Cittadini
5 stelle Capaccio-Paestum.”
Quindi lo stand situato a Capo di
Fiume domenica 26 giugno era del
Movimento o dei Cittadini 5 stelle?
E cosa è stato fatto in quel frangente?
“È un banchetto organizzato dal
gruppo dei Cittadini 5 stelle che mette
la bandiera quando ci sono anch’io,
quel giorno abbiamo raccolto le firme
per l’abrogazione del referendum costituzionale. Stiamo appoggiando il
comitato del NO, finanziandolo. C’era
una proposta del Movimento, per
quanto riguarda il sistema elettorale,
che non è stata accettata: il democratellum fatta dagli iscritti attraverso il
portale (Niente premio di maggioranza e sì alle preferenze) era una proposta che dava respiro alle minoranze
ma anche alla maggioranza, non come
pensa Renzi però.”
Cittadini 5 stelle Capaccio-Paestum
AGENZIA DI PAESTUM
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Tel: 0828 723268 - Fax: 0828 725886
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Arriverà al Governo il Movimento?
“Al Governo ci arriverà di sicuro,
possono fare quello che vogliono,
cambiare la legge elettorale ma è
un’ondata e loro non capiscono come
facciamo perché sono lontani dalla
realtà. Quando abbiamo vinto a
Roma e Torino quello che ha saputo
dire Renzi è stato: ‹‹dobbiamo fare
anche noi il direttorio››. Il direttorio
è solo un insieme di ragazzi che si occupano di alcuni temi come ad esempio Di Maio, Di Battista che sono
punti di riferimento a cui rivolgersi.
È più per organizzarci tra di noi,
Renzi non parla di tagli agli stipendi,
eliminare il clientelismo. Non hanno
attenzione per i cittadini e si domandano perché perdono. Anche in Regione Campania il clientelismo è
diffuso, noi abbiamo proposto per le
nomine dei dirigenti sanitari il curriculum. L’impegno civile per loro non
esiste, l’altra mattina i Cittadini 5
stelle hanno pulito la stazione di Capaccio, l’amministrazione si è risentita ma mettiamoci nei panni dei
turisti.”
La priorità in assoluto per te?
È privilegiare gli ultimi, migliorare le
condizioni di vita di chi non ha mai
avuto niente da nessuno. Penso ai piccoli paesi del Cilento. I ragazzi non
devono andarsene. Non è concepibile
che un ragazzo va a fare il cameriere
a Milano per 500 euro al mese e ha le
terre abbandonate qui, perché nessuno
gli spiega come coltivarle e che deve
coltivare. Questa è un’altra pecca
grossa della Regione Campania, nessuno viene qui a dire: ‹‹coltivate questo perché il trend di mercato è ben
pagato››. Basta prendere i dati Istat
non è difficile.
Per quanto riguarda la Dieta Mediterranea cosa puoi dirci?
“Io penso che non esista, oggi i regolamenti europei ci impediscono di
avere una reale Dieta Mediterranea,
non abbiamo la certificazione dei prodotti. Inoltre va precisato che non è
quello che mangi, ma come vivi.
Molti ristoranti, poi, non utilizza prodotti locali.”
A livello legislativo come vi state
muovendo?
“Abbiamo depositato un progetto di
Michele Cammarano
legge in Regione, premiamo i ristoranti e gli operatori che rendono trasparente l’origine dei loro prodotti.
Una recente inchiesta di Coldiretti
dice che il 97% degli italiani vorrebbe
sapere l’origine dei prodotti.”
E cosa viene dato ai ristoratori trasparenti?
“Un bollino, un certificato di qualità.
Il consumatore entra in un circuito di
conoscenza dove vedendo il bollino sa
che in quel ristorante c’è più del 70%
di trasparenza sui prodotti.”
Ci sarà anche un sito dove si potrà
visionare questo circuito?
“Si vedremo di collegarlo anche con
Trip Advisor.”
Quello che vuole Michele Cammarano è l’impegno civile da parte di
ogni cittadino per cambiare le cose.
poi cita Martin Luther King: “Ciò che
mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l'indifferenza dei buoni”.
Via Strettina SCorzello o Strada Provinciale 13
(Capaccio-Trentinara) Km 8,5 - 84047 Capaccio Capoluogo (SA)
tel. +39 327 666 1064
TRASPORTI
12 n° 25 07/07/2016
Aeroporto e ferrovia scelte vincenti
Un futuro di ferro per Salerno e il Cilento
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Magliano V
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IL SONDAGGIO DELLA SCORSA SETTIMANA
Italia in Europa: dentro o fuori?
Il 56% dei pochi votanti dice “fuori”
Sono favorevole alla
permanenza dell'Italia
nell'Unione Europea
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Cicerale
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Prignano Cilento
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Monteforte Cilento
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In seguito al Brexit
(l'uscita della Gran
Bretagna
dall'UE),
anche in Italia ci sono
i
sostenitori
di
un'uscita
dell'Italia
dall'Unione Europea.
Di seguito i risultati ottenuti dal nostro sondaggio:
Sono favorevole alla
permanenza dell’Italia
nell’Unione Europea:
44% - 18 voti.
Sono favorevole all’uscita
dell’Italia
dell’Unione Europea:
56% - 23 voti.
Voti totali: 41.
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Agropoli
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Trentinara
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L’aeroporto Salerno Costa d’Amalfi è
a una svolta. II Consiglio di Amministrazione ha approvato il progetto definitivo per l’investimento di 40
milioni di euro per il potenziamento e
l’allungamento della pista di volo a
2.000 m e l’acquisizione delle aree per
il progressivo ampliamento a 2.200 m.
All’interno di questo quadro favorevole, ma ancora disarticolato, si colloca l’estensione dell’alta velocità
ferroviaria da Salerno a Reggio Calabria con la velocizzazione della linea
oltre i 200 chilometri orari e il progetto del quadruplicamento della rete
Salerno-Battipaglia-Reggio Calabria e
della variante Ogliastro-Sapri per superare l’attuale criticità del tracciato
di costa.
Il Cilento nonostante sia contraddistinto da numerose e mondialmente
notorie risorse della natura e della storia, testimoniate da riconoscimenti internazionali, è ancora troppo debole su
numerosi fronti. I più significativi riguardano la tendenza demografica in
atto che racconta un Cilento con punte
di spopolamento elevate pari a -5,7%
tra il 2001 e il 2011 e, nonostante gli
elevati finanziamenti pubblici per lo
sviluppo affluiti all’area nei decenni
scorsi, presenta criticità non risolte
nella mobilità, nel duplice aspetto
degli spostamenti interni e dell’accessibilità all’area dall’esterno.
La Regione Campania è amministrata
da una nuova amministrazione che già
ha manifestato un cambio forte di strategia per l’utilizzo dei fondi europei.
In sintesi il Governo Regionale ha anticipato con vigore che si passerà da
una visione “distributiva” dei fondi a
una “infrastrutturale” che dovrà essere
sostenuta con progetti che interessino
aree vaste in modo da risolvere le criticità storicamente note e mai affrontate in maniera incisiva e risolutiva.
Mi sembra che la lungimiranza della
visione regionale si basi su azioni di
grande respiro che potrebbero invertire la tendenza recessiva in atto in
Campania e che proprio un progetto
per la città di Salerno, la piana del
Sele e il Cilento può essere sostenuto
mettendo a sistema, e integrando con
investimenti contenuti, quanto oggi è
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già disponibile, incon#
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“infrastrutturale”
annunciata.
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In pratica si tratta di co*
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“ferro” per Salerno, la
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*
lento.
Il progetto portante riguarda l’estensione della
metropolitana di Salerno
fino ad Agropoli individuando le stazioni in luo#
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ghi strategici in modo da
servire sia chi si reca al
capoluogo per lavoro sia
i turisti e chi frequenta la
provincia nel tempo libero.
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Andando verso sud dopo
Legenda
la fermata dell’Arechi il
Rete Stradale
Stazioni Metro esistenti
prolungamento
della
Autostrada
Tracciato Metro esistente
Strada Statale
metro di Salerno si coStazioni Metro di progetto
Strada Provinciale
Tracciato Metro di progetto
struisce naturalmente su
Viabilità locale
un percorso che incontra
i luoghi più significativi
tipaglia Ospedale, Battipaglia, Battie quelli in cui è possibile realizzare paglia Terra delle Rose, Eboli S. Nipolarità attrattive di un contesto so- cola Varco, Eboli S. Cecilia, Capaccio
ciale ed economico più ampio del sin- Albanella, Capaccio Scalo, Capaccio
golo
comune:
Pontecagnano, Pæstum, Ogliastro Cilento, Agropoli
Aeroporto, Bellizzi M. Rovella, Bat- San Marco e, infine, Agropoli.
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RODOLFO SABELLI
Sono favorevole all'uscita dell'Italia dall'Unione Europea
IL LIBRO
n° 25 07/07/2016
13
Amedeo La Greca pubblica il libro di Mons. Guazzo, prefazione di don Luigi Rossi
“Paestum, Capaccio antica e il Santuario della Madonna del Granato”
MICHELE SANTANGELO
L
a concomitanza di due partite
di calcio dei campionati europei, Spagna-Italia, quella più
attesa, e dopo Inghilterra – Islanda,
non ha impedito ad un buon numero
di capaccesi e non solo, il 27 giugno
scorso, a Capaccio, nella accogliente
sala delle riunioni presso la casa canonica parrocchiale, di intervenire
alla presentazione del libro “PAESTUM, CAPACCIO ANTICA E IL
SANTUARIO DELLA MADONNA
DEL GRANATO”, un manoscritto
inedito scritto da Mons. Francesco
Guazzo, negli anni 40 del secolo
scorso, si pensa, per via di una data
incompleta in calce alla prefazione,
dove è riportato l’anno 194… senza
la cifra finale. La pubblicazione è
stata curata dal Prof. Don Luigi Rossi
e realizzata da Edizioni del Centro di
Promozione Culturale per il Cilento
diretto dal Prof. Amedeo La Greca. Il
volume è il quarto dell’iniziativa editoriale promossa e realizzata dal prof.
Rossi e dall’ impegno del Centro che,
ormai da alcuni decenni, lavora per
tenere desta l’attenzione su questo Cilento la cui ricchezza culturale è
ormai da tutti riconosciuta e che affonda le sue radici in millenni di storia, ma alla quale non corrisponde
una altrettanto valida rinascita sociale
ed economica, soprattutto nelle zone
interne, che anzi, negli ultimi decenni, si sono via via impoverite, vuoi
per il pauroso decremento demografico, vuoi per l’ingravescente fenomeno dell’abbandono, soprattutto da
parte dei giovani, in assenza di valide
prospettive per il futuro. Una storia
dal basso, ama definirla il prof. Rossi,
al di là del nome ufficiale “Storie e
Memorie”, la collana di volumi che si
va man mano arricchendo di altri titoli. La definizione è soprattutto riferita alla struttura gerarchizzata della
chiesa, che prevede una serie di organismi di vertice verso i quali maggiormente e da sempre è concentrata
l’attenzione, per dir così, pubblicistica, ivi comprese le opere storiche.
Poi c’è una schiera numerosa di persone, quelle che Gesù Cristo avrebbe,
più semplicemente e realisticamente,
chiamato “gli operai della vigna” che
la storia l’ hanno innanzitutto fatta
con le opere, in mezzo alla gente, individuandone bisogni e attese, quotidianamente, sporcandosi, come si
dice, le mani, ma con le sofferenze,
le privazioni, il duro lavoro e la povertà diffusa; e quando li accompagnava l’estro, l’amore per lo studio,
per la ricerca, spontaneamente e
senza esserne richieste, mettevano
nero su bianco per tramandare una
memoria ricca e arricchente. Per ritornare alla presentazione del libro di
Mons. Guazzo, ha introdotto la serata
il parroco di Capaccio don Vincenzo
Fiumara, salutando i presenti e presentando i due relatori: il prof. Mario
Mello, docente dell’Università di Salerno e il professor don Luigi Rossi,
anch’egli docente della stessa università e curatore della pubblicazione del
manoscritto dell’inedito di Francesco
Guazzo. Il professor Mello si è soffermato sulle origini di Paestum e di
Capaccio ed anche sull’importanza
della presenza dei corsi d’acqua, non
solo relativamente alla storia dei due
toponimi, ma soprattutto alla funzione che essi hanno esercitato fin
dall’antichità e nel corso dei secoli
per l’economia dell’intera zona. Il
manoscritto di Guazzo, infatti, si occupa proprio della storia di Paestum
e Capaccio Antica, riservando poi
una parte importante del testo alla
storia del Santuario della Madonna
del Granato. Ha fatto seguito la relazione del professor Rossi che ha illustrato l’iniziativa editoriale di cui fa
parte il libro di Guazzo. Emozione ha
suscitato anche l’intervento appassionato del giovane Antonio Ragni, attento conoscitore della storia di
Capaccio, che ha voluto ricordare la
Lavoro: è più semplice l’accesso ai Servizi
per l’Impiego
Lavoratori con scarsi redditi meno
penalizzati nell’accesso ai servizi
per il lavoro. Lo prevede lo schema
di decreto legislativo con i correttivi al Jobs Act approvato la scorsa
settimana dal Consiglio dei Ministri ed attualmente all’esame delle
Commissioni Parlamentari di Camera e Senato. Lo stato di disoccupazione torna infatti compatibile
con lo svolgimento di rapporti di
lavoro, autonomo o subordinato,
dai quali il lavoratore ricava redditi
di ammontare esiguo, tali da non
superare la misura del reddito c.d.
non imponibile, cioè 8000 euro
annui per i lavoratori dipendenti e
4.800 per gli autonomi. E pertanto
anche costoro potranno fruire dei
servizi offerti dai centri per l’impiego per la ricerca di una nuova
attività lavorativa, più remunerativa iscrivendosi, ad esempio, al
Portale nazionale delle Politiche
Attive per il Lavoro che sarà realizzato in seno alla nuova Anpal e,
quindi, stipulare il patto di servizio
personalizzato con il centro per
l’impiego ... Dunque, la modifica
proposta non fa altro che ripristinare un regime già vigente fino al
settembre dell’anno scorso (2015)
e dall’altro si rappresenta che i
principali incentivi all’occupazione
vigenti in particolare, gli esoneri
contributivi previsti dalla legge di
stabilità per il 2015 e dalla legge di
Antonio Ragni e don Luigi Rossi
presenza a Capaccio del nipote di
Mons. Francesco Guazzo, il chierico
Vincenzino Guazzo, nato a Capaccio
nel 1917 e morto, in concetto di santità, nel 1939, poco prima di diventare
sacerdote. Di Lui si racconta che in
occasione della morte, i funerali poterono essere celebrati solo a distanza
di una settimana per il continuo flusso
di persone accorse a venerarne la
salma. Le cronache del tempo raccontano di testimonianze di persone guarite da gravi malattie per sua
intercessione.
stabilità per il 2016, non sono legati alla sussistenza del mero stato
di «disoccupazione» ma richiedono
l’assenza in capo al lavoratore, nei
sei mesi precedenti l’assunzione incentivata, di un rapporto di lavoro
a tempo indeterminato. Resta inteso che, per accertare lo status di
disoccupazione, il lavoratore dovrà
produrre domanda telematica
presso il portale nazionale delle politiche del lavoro che dovrà essere
costituito dall’Anpal, indicando
nella stessa la propria immediata
disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa ed alla partecipazione alle misure di politica attiva
del lavoro concordate con il centro
per l’impiego. Allo scopo di accelerare la presa in carico, i lavoratori
dipendenti potranno effettuare la
registrazione al portale dal momento della ricezione della comunicazione di licenziamento, anche
in pendenza del periodo di preavviso.
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14 n° 25 07/07/2016
LA STAZIONE DEL MARINAIO
di Sergio Vecchio
GASTRONOMIA
a cura di Diodato Buonora http://diodatobuonora.blog.tiscali.it
Solo pesce fresco del nostro mare a
“Le Tre Sorelle” di Casal Velino
Nella foto: Franca Feola
Q
uando si parla di Cilento a tavola, viene spontaneo pensare
alla Dieta Mediterranea, ad
Ancel Keys, al nostro pescato, al nostro olio extravergine d’oliva, ai nostri prodotti naturali e salutari e alle
antiche tradizioni gastronomiche che
ancora ci accompagnano quotidianamente. Invece, quando vogliamo parlare di ristorazione cilentana, senza
volerlo non riusciamo ad esprimerci
e per un attimo il nostro cervello si
annebbia. Obiettivamente non abbiamo una grande ristorazione. Da
Agropoli a Sapri dobbiamo essere
esperti e concentrarci in modo approfondito per selezionare una decina di
locali degni di nota. Cioè quei ristoranti che per andarci vale la pena
anche affrontare 50/60 km, nonostante il caldo e le strade che diventano sempre di più disastrate e
affollate. Personalmente non ho problemi a muovermi per un locale del
genere. Uno di questi è senza dubbio
la locanda “Le Tre Sorelle” di Casal
Velino. Da quando è nata, circa 10
anni fa, è sempre stata un’interessante
meta gastronomica che ha puntato decisamente sulla qualità. Il locale è
anche “chiocciolato”, cioè, vuol dire
che ha ricevuto la “Chiocciola” da
Slow Food sulla guida Osterie d’Italia, riconoscimento che in Italia, nel
2016, è stato attribuito
unicamente a 250 osterie di cui 22 in Campania.
I
ristoranti
selezionati su questa
guida sono quelli che si
distinguono per la qualità al giusto prezzo.
Noi, in due, ci siamo
stati un sabato a pranzo
di questo caldo inizio
luglio. Difatti, durante
tutta l’estate, il locale è aperto tutte le
sere e a pranzo unicamente il sabato
e la domenica. Per arrivarci, bisogna
salire a Casal Velino Capoluogo,
siamo ad un’altitudine di poco meno
di 200 m. La nostra meta la troviamo,
sulla sinistra, all’inizio del paese. Il
posto è immerso nel verde e gode di
una vista meravigliosa che si affaccia
da un lato sul centro del paese, dall’altro sull’azzurro del nostro mare e,
nel mezzo, tanti alberi d’ulivo che
sono oramai il simbolo del nostro territorio, grazie all’olio di grande qualità che viene prodotto. Il ristorante è
una graziosa struttura, fatta veramente bene, in pietra naturale cilentana.
All’interno
un
arredo
rustico-elegante molto curato nei minimi particolari. Per chi lo desidera è
disponibile anche una bella terrazza
esterna, sicuramente più adatta la
sera. Noi abbiamo preferito un tavolo
all’interno, ben arieggiato, che per un
paio d’ore ci ha fatto dimenticare il
grande caldo che c’era nelle zone marine. A riceverci abbiamo trovato Pasquale, un cameriere “pulito” dal
sorriso spontaneo. Per “pulito” intendo ben vestito, rasato e con i capelli in ordine. Cose che apprezzo e
che trovo sempre più raramente. Ci
porta il menu con le proposte del
giorno. Originale e particolare perché
è scritto a penna che, secondo me, è
una cosa molto positiva. Siccome alle
“Tre Sorelle” offrono una cucina basata unicamente sul pescato locale,
devono cambiare e modificare il
menu quasi quotidianamente. Da
sempre mi danno da pensare quei locali che offrono una lista lunga che
perennemente non cambia, estate o
inverno offrono esattamente le stesse
portate. È un segno evidente di utilizzo di prodotti standardizzati che
costano poco e, logicamente, valgono
poco. Tornando a noi, nel frattempo
che leggiamo il menu arriva la signora Franca Feola, la titolare, che ci
saluta e ci da qualche consiglio. Per
la cronaca e per quello che raccontano le riviste del settore, la signora
Franca gestisce la locanda “Le Tre
Sorelle” con impegno e passione. Si
può dire che è una sua creatura. La
troviamo ovunque in prima fila: in
cucina e in pasticceria (è sempre in
aggiornamento con i corsi dell’Associazione Cuochi Costa del Cilento e
non solo) e in sala (ha frequentato e
superato i 3 livelli dei corsi per sommelier). All’inizio ci è stato servito un
piccolo benvenuto con spumante di
qualità. Poi, come antipasto abbiamo
scelto 2 portate e ce le siamo divise.
La prima è stata la “pizza fritta con
pomodoro corbarino e alici di menaica” che nella sua semplicità è stato
superlativo grazie all’ottima qualità
della materia prima. Il pomodoro
aveva il sapore di … pomodoro,
quello vero, quello che ci ricorda la
nostra infanzia quando ogni cosa
aveva il suo sapore. Il secondo antipasto, “Patata schiacciata con gamberetti agli agrumi e sablè di acciughe”
è stato molto gradito per l’idea e per
la freschezza dei gamberetti crudi.
Come primo piatto, abbiamo preso
entrambi la stessa cosa: “Ziti con genovese di tonno”, da manuale la cottura della pasta ed è piaciuto per il
buon sapore arricchito, oltre che dal
tonno fresco, anche dalla buona cipolla di Vatolla. Due anche i secondi
che abbiamo diviso: “Tonno in crosta
di pistacchi con insalatina di sedano
e melone” e “Fritto di alici e triglie”.
Che dire. Tutto superlativo: il gusto,
la freschezza, la vista, la giusta quantità. Abbiamo chiuso in dolcezza con
l’ottimo “Cannolo cilentano con ricotta e pera”. Prima di scrivere questa
pagina ho dato un’occhiata alle recensioni in rete. Una recente ha scritto:
“Ho mangiato meglio qui che in ristoranti stellati!”, mentre un’altra ha affermato: “Un luogo magnifico con
una cucina che non si dimentica...”.
n° 25 07/07/2016
15
Sono d’accordo con entrambi. Come
vino, da una lista ricca e assortita, abbiamo lasciato stare i cilentani e la
nostra scelta è caduta su un vino cileno, l’ottimo “Chardonnay 2015 Riserva Haras de Pirque”, fresco,
profumato e estivo che ha piacevolmente accompagnato la nostra parentesi casalvelinese. Brava signora
Franca. Noi siamo stati bene e sicuramente ritorneremo. Prezzo 35/40
euro, vini a parte.
Ristorante Locanda Le Tre Sorelle,
Via Roma 48 – 84040 Casal Velino
(SA) - Tel. 0974.902024 - Sito web:
www.locandaletresorelle.it
La ricetta
Tonno fresco con
fagioli di Gorga e
cipolla di Vatolla
Ingredienti per 4 persone: 1 kg di
tranci di tonno fresco, 1 cipolla di
Vatolla, prezzemolo, 200 g di fagioli
di Gorga già cotti, 2 pomodori maturi, farina, 1 spicchio d’aglio, 1 foglia di alloro, olio extravergine di
oliva del Cilento, sale e pepe.
Preparazione: tagliate la cipolla a
rondelle. Tritate gli anelli più piccoli, mentre gli altri, dopo averli tenuto sotto l’acqua corrente per
qualche minuto, asciugateli, infarinateli, friggeteli e teneteli al caldo.
Sbollentate i pomodori, spellateli,
eliminate i semini, tagliate la polpa
a dadini. Fate soffriggere la cipolla
tritata con olio extravergine d’oliva
e unite i pomodori, incorporate i fagioli, salate, pepate e fate cuocere
per 10 minuti. In una padella antiaderente, con pochissimo olio
d’oliva, cuocete i tranci di tonno da
ambo i lati, mantenendo la cottura
rosata. Disponete nei piatti i fagioli
in umido, adagiatevi i tranci di
tonno, aggiungete un filo d’olio,
spolverate con prezzemolo tagliato
finemente e decorate con la cipolla fritta.
Vino
consigliato:
Ylice
2014, Verdicchio dei Castelli di Jesi
classico superiore Doc, Poderi Mattioli.