Viaggio a Londra: Mind the gap

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Viaggio a Londra: Mind the gap

Sono stata a Londra. Vi avevo promesso che vi avrei documentato tutto in tempo reale ancor prima di svelarvi la meta ma ahimè, non ci sono riuscita.

Oggi però voglio raccontarvi di questo viaggio “catartico” e riflettere con voi.

Avete presente quello che ripetono sempre gli inglesi?

MIND THE GAP In pratica te lo ripetono a ogni fermata della metro: attenti al gradino!

Ma “gap” tradotto in italiano è anche il divario, la differenza.

E io proprio di queste differenze voglio parlarvi.

Londra per me è la città dell’onnipotenza. Quella in cui arrivi e senti di poter essere chi vuoi o chiunque tu abbia voluto essere.

Quella in cui, se ti impegni tutto è possibile. È l’America dietro l’angolo. È la mia città da quando, appena laureata decisi di farci un salto. Qui tutto si muove veloce e frenetico. Qui ho avuto amori e amici che mai dimenticherò, qui ho imparato a cavarmela, io che non avevo mai preso un volo in vita mia e sapevo al limite dire «De buc is on de teibol».

No, non ho mai imparato davvero a parlare inglese ma mi sono sempre fatta capire e non mi sono mai sentita inferiore. Io

qui non mi sono mai persa ma sempre ritrovata.

Ed è un po’ ciò che è successo anche in questo viaggio.

Sono partita esausta, fisicamente e mentalmente. Sono tornata ancora più stanca, fisicamente, ma con uno spirito nuovo e con occhi nuovi.

Innanzitutto a Londra la gente è gentile, disponibile e

cordiale anche se è sempre di fretta. Loro si fermano e ti aiutano. In Italia se fermi qualcuno… e si ferma, è terrone, e sei stato fortunato.

La gente a Londra ti parla: al pub, nei negozi, sull’autobus, in metro. Se tu parli con loro, loro rispondono. A Milano se tu parli con loro, la maggior parte delle volte ti dicono: “Non sono del posto”.

1.

METROPOLITANA

La metro funziona come un orologio svizzero.

Paghi, ma funziona. E se si blocca, c’è subito un servizio sostitutivo. Non ci sono attese e rallentamenti. Tu sai sempre dove andare e come.

Non ho mai visto nessuno bloccato ai tornelli

perché il biglietto scaricato sull’app non funzionava (cosa che succede a Milano ogni tre per due) né nessuno fare il furbetto senza ticket.

In metro non sono tutti curvi sui telefonini. C’è chi legge o chi, semplicemente, non fa nulla. In Italia su 10 persone 9 pistolano il cellulare, una passa a chiedere l’elemosina.

E lo so perché non avendo connessione, anche io non ero curva a guardare lo schermo ma mi guardavo intorno.

2.

SHOPPING

A Londra nei negozi non ti senti mai un ladro in

fuga: le commesse sono discrete e sorridenti. Mi spiego: in Italia mi capita spesso di entrare da qualche parte e venire “scortata” dalla commessa in pressing che cerca di consigliare/vendere la

qualsiasi, affannandosi a elargire consigli anche non richiesti e certe volte pare addirittura voglia venire con te in camerino. Ho sempre la paura che, se tocco una maglia, suoni qualche allarme anti sgualcitura.

A L o n d r a , a n c h e s e e n t r i n e l n e g o z i o p i ù prestigioso nessuno ti sta col fiato sul collo. Le commesse fanno un passo indietro e ti lasciano osservare, toccare, scegliere. Tipo che puoi anche andare da Harrods e provare un abito da sposa in camerino senza fare inutili appuntamenti riservati.

3.

ABITI

A Londra ti senti una persona fisicamente normale,

sempre.

Non sono una silfide e i miei chili in più faccio fatica ad accettarli. In Italia, odio quando vado a fare shopping e mi sento fare battute sul seno: «Ah lei è fortunata!», mentre io cerco di fare entrare le tette in un vestito e sogno una pialla.

Peggio quando scelgo un modello e mi sento dire che la taglia massima è la L che in realtà ha il fitting di una XS. «Sa signora, veste poco».

Veste poco? Che se non ci sta manco la Barbie!

A Londra ci sono vestiti, reggiseni, costumi che tengono conto delle diversità fisiche e non fanno sentire NESSUNO fuori taglia. Dalla 38 alla 58 ci sono abiti UGUALI per tutte.

Qui non ci sono commesse che ti guardano pietose e ti dicono «Ah, lei ha bisogno del conformato» come se fosse una maledizione. Oppure: «Sa, i reggiseni per le taglie grandi li fanno un po’ da vecchia!» e ti mostrano una sorta di paracadute mascherato da corsetto medievale.

A Londra se vuoi fare la coniglietta sexy e hai la 58, trovi il “costumino” in taglia e anche il push up se hai la nona. E te ne fotti.

4.

FIORI

In questa città grigia e piovosa c’è una cultura dei fiori meravigliosa. La gente va al mercato e

compra ogni settimana i fiori freschi da mettere in casa, non aspetta solo compleanni e ricorrenze speciali.

5.

CIBO

A Londra mangi ciò che vuoi dove vuoi e a

qualsiasi ora. Puoi anche decidere di fare colazione con brioche e uova strapazzate alle 11 di sera o svegliarti con il sushi. In Italia provate ad andare a Milano in un qualsiasi ristorante e chiedere di cenare dopo le 22.

6.

STREET FOOD

In Italia facciamo i fighi parlando di street food, avvicinandosi a furgoncini ed ape car che promettono leccornie a prezzi da gioielliere e fanno finta di proporti cibi da strada ma si

sentono chef stellati. A Londra anche andare a un mercatino settimanale diventa un esperienza gourmand: ci sono banchetti che vendono qualsiasi cosa dal pane, al pesce, alla carne, alle zuppe take away, ai biscotti. Tutto senza troppe menate e a prezzi onesti (forse la ASL in Italia non darebbe le autorizzazioni ma pare che a Londra di street food non sia morto nessuno). Un’esperienza da fare assolutamente.

7.

GLUTEN FREE

A Londra se sei celiaca non ti senti malata. Dal banchetto alternativo per strada al reparto cibi di Harrods, Tesco, Mark&Spencer, ristorante cinese, thai, vietnamita, messicano, russo, himalayano ogni cibo riporta CHIARAMENTE allergeni e sostanze contenute perché anche se devi mangiare senza glutine tu possa scegliere senza doverti sentire ogni volta un’appestata. Ho mangiato dei muffin strepitosi e il pane che sembrava vero, fresco e fragrante. E mi sono sentita normale.

8.

BAMBINI

I bambini inglesi sono spaventosamente educati: n o n u r l a n o , n o n c o r r o n o , n o n f a n n o i

capricci. Come facciano i genitori è da capire, certo è che io mi sono vergognata.

Siamo andati al Museo dei trasporti (zona Coven Garden, per i bambini un parco divertimenti, fidatevi).

C’erano centinaia di bambini e io avevo paura di perdere il mio che trascinavo recalcitrante perché avrebbe voluto essere lasciato libero. Ma lui non è uno capace di seguirti diligentemente, quindi, tra le due, ho deciso di trascinarlo lasciandomi compatire dalle mamme inglesi i cui figli, di qualsiasi età camminavano come soldatini al fianco dei genitori.

Finalmente ci siamo fermati in un’area giochi dove potevo lasciarlo libero.

Scena: mio figlio strappa di mano un trenino a un bimbo inglese. Io alzo la voce per farglielo restituire rossa di vergogna. Il padre del bambino semplicemente tranquillizza il suo, che attende che mio figlio, il maleducato, gli restituisca il treno. Faccia a terra (la mia).

Scena due: in uno dei posti più incredibili che vi

consiglio di visitare (lo Sky Garden , uno dei grattacieli più alti di Londra da cui si gode un panorama super della città e che è possibile

visitare gratis, basta prenotare) mio figlio ha pensato bene di iniziare a correre in lungo e in largo con il cuginetto. La hostess ci ha ripresi più volte sino quasi a cacciarci via. Io ero annichilita dal mio non riuscire a frenare tanto entusiasmo del bambino e dalla paura che, oltre a correre, si mettesse a urlare. Mi sono sentita una mamma di merda. Faccia a terra due.

9.

BURRO

Se siete sempre stati convinti che l’esperienza del Tè all’inglese sia unica, non avete ancora assaggiato quella con la clotted cream.

Il burro inglese e la clotted cream (una sorta di panna rappresa che si usa insieme agli scones – tipici biscotti inglesi- e a tramezzini vari all’ora del tè) sono una droga.

Il burro sa di panna e la clotted cream dovete assaggiarla e sublimarvi il palato. Ma sappiate che in Italia la clotted cream non esiste e la dipendenza è incurabile.

10.

VIVERE A LONDRA

Vivere a Londra è difficile: i ritmi sono esasperanti, le distanze enormi, i costi esagerati e il clima fa schifo.

Ma a Londra c’è una cosa che qui non raggiungeremo m a i : i l l a v o r o c ’ è p e r t u t t i e d è p a g a t o

adeguatamente. E, soprattutto se vali, fai carriera senza bisogno di nonni, zii, amici degli

amici che ti raccomandino. In Italia invece continuiamo a sperare nella raccomandazione, pregare che ci paghino, ricorrere al recupero crediti per due spiccioli e aspettare 1000 autorizzazioni anche solo per chiudere una porta.

E la gente è stanca e ha perso la cordialità e la disponibilità perché anche essere disponibili, quando fai fatica ad arrivare alla fine del mese, costa fatica.

A Londra, nonostante tutto, c’è sempre qualcuno pronto a darti un posto dove stare e ad aprirti il cuore. E questo post è dedicato anche ai miei amici che avrei voluto vedere e non ci sono riuscita. Doretta, Barbara, Francesca, Lucia,

Tony, Gabriella sappiate che vi userò come scusa per tornare ancora.

#londoncalling? BirbaAnswer!