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Edicole libere, duello nel nome dei lettori
// sindacato giornalai: noi ipiù qualificati. Vespa: i punti vendita aiutano tutti
di ARMANDO
ABBIATI*
GENTILE dottor Vespa,
con riferimento al suo articolo
pubblicato su "Qn" il 1° marzo
scorso non possiamo che
manifestarle il nostro grave
disappunto per un "amico" degli
edicolanti che ritiene che la
soluzione per il calo delle vendite si
trovi in una necessaria e "vitale"
liberalizzazione.
CI PERMETTIAMO di invitarla a
scoprire come si vive nell'edicola,
che lei considera una "casa", per
comprendere che è proprio il
pensare ad una rete di vendita
professionale e specializzata,
anziché a una liberalizzazione,
l'unica modalità per salvaguardare
il prodotto editoriale, gli editori e
tutti i soggetti che lavorano nella
filiera. Riteniamo e, senza
presunzione ne siamo convinti, che
lei certamente non abbia mai
acquistato un quotidiano o un
periodico in un bar, oppure in un
supermercato o ancora, "in ogni
angolo possibile", ma sempre e solo
INVECE, ciò che appare è che
ormai, anche la vendita del
prodotto editoriale debba
rispondere solo a logiche
quantitative e non più qualitative
nella forma del "Ali you can eat" e
non importa cosa, ma quanto.
RETE PROFESSIONALE
Il prodotto non deve rispondere
alle sole logiche della quantità
SE COSÌ FOSSE, perché mai
l'editore di Qn si è sforzato di
rendere l'impaginazione del
quotidiano nuova ed "avanzata",
per finire in un angolo? Non lo
crediamo affatto. Sarà un nostro
piacere poterla accogliere per
condividere ciò che anche noi
crediamo non debba ridursi a
un'utopia e quindi il bisogno di
concretezza per la libertà di stampa.
in edicola ed è solo qui che avrà
trovato un "servizio di vendita"
qualificato: il suo edicolante di
fiducia le avrà tenuto da parte una
copia di ciò che lei è solito
acquistare, si sarà magari permesso
di cercare un confronto con lei in
merito ad una notizia o a un suo
articolo eccetera...
di BRUNO
VESPA
CARO PRESIDENTE, alla sua garbatissima lettera, rispondo
confermandole che sono innamorato di edicole e edicolanti
da quando ho cominciato a fare questo mestiere a sedici anni
di età. Quarant'anni fa il giornalaio che curava la
distribuzione alla Rai ricordava a memoria quotidiani e
settimanali richiesti da ciascuno di noi. Senza carte e
fascette. Un fenomeno. Sono stato amico di tanti edicolanti:
ho visto crescere i loro figli, li ho visti soffrire perché spesso
non volevano proseguire in un mestiere affascinante ma
molto faticoso.
MA I TEMPI cambiano e la domenica, per esempio, per il
giusto riposo molte edicole sono chiuse e - come lei sa
meglio di me - la vendita dei giornali ne soffre. Sbaglierò,
ma credo che allargando i punti vendita le edicole non
perderebbero copie. Esse resterebbero il punto di riferimento
essenziale. Ma se fossero chiuse o lontane perché impedire
l'acquisto di un giornale altrove?
Con gratitudine e molti cordiali auguri di buon lavoro.
SNAG
* Presidente Snag,
sindacato nazionale
autonomo giornalai