LA POSTA DEI LETTORI / Contrarietà alle attività

Download Report

Transcript LA POSTA DEI LETTORI / Contrarietà alle attività

LA POSTA DEI LETTORI / Contrarietà alle attività estrattive ad
Alfonsine e in provincia
Venerdì 10 Marzo 2017
Ho inviato a mezzo posta elettronica certificata in data 3 marzo 2017 una lettera al Ministero dell'Ambiente, contenente alcune
osservazioni relative alla "Istanza di conferimento del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominato La
Stefanina". In coerenza con quanto portato avanti in qualità di Presidente della Associazione per la Tutela del Territorio e
della Salute della Bassa Romagna, che si è battuta in tutte le sedi per opporsi al Progetto STOGIT “Alfonsine” per lo
stoccaggio del gas, ho inteso esprimere la mia preoccupazione e la mia contrarietà ad ulteriori attività estrattive nel territorio
ravennate e di Alfonsine in modo particolare.
La ricerca di gas è funzionale alla sua estrazione e come tale è incompatibile con la tutela di un ambiente ad elevato
pregio naturalistico e con qualsiasi prospettiva di sviluppo economico e sociale sostenibile basato sulla valorizzazione
agricola e naturalistica della nostra cittadina. Nel caso in cui il procedimento si dovesse concludere con un'autorizzazione alla
ricerca, sarà necessario dare vita ad un grande movimento di popolo per opporsi a questa scelta inopportuna e per molti
versi sciagurata.
Il progetto di ricerca nell’area Stefanina prefigura lo sfruttamento indiscriminato del territorio, peraltro senza apportare benefici
alla comunità, ma al contrario causando danni irreparabili.
Chiedo quindi all’amministrazione comunale e regionale di bloccare questi progetti. Dispiace constatare che c’è la volontà
politica di trasformare la Romagna, e in particolare la provincia di Ravenna, in un esempio obsoleto di sviluppo
industriale.
E’ stata tenuta segreta l’approvazione del progetto “Pozzi Longanesi” di Bagnacavallo e il Progetto STOGIT per lo
stoccaggio gas ad Alfonsine langue unicamente per il fatto che le dinamiche di mercato rendono oggi poco appetibile questo
affare. I terreni devono servire per le coltivazioni agricole (cioè per il cibo, un cibo sano, vero problema dell’immediato futuro)
e le falde acquifere e più in generale il sistema dell’acqua devono essere tutelati come bene pubblico e il fenomeno della
subsidenza deve essere arrestato o quanto meno limitato, piuttosto che reso più grave e pericoloso con progetti simili.
Nella zona Stefanina la situazione geologica consiglierebbe di evitare di insistere su questo modello di sviluppo; già ad
Alfonsine furono bloccati dei pozzi per la presenza di acqua salata nei terreni, i quali causarono un danno insanabile. Si sta
circondando la provincia di Ravenna, ed in particolare la Bassa Romagna, di nuovi impianti estrattivi, si svende il territorio e i
suoi cittadini per pochi soldi che serviranno a “opere di contenimento” utili solo per le campagne elettorali. Qual è il limite allo
sfruttamento?
Claudio Fabbri
Ambiente
Lugonotizie.it