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I Domenica di Quaresima - Anno A
Domenica delle tentazioni
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato
dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine
ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’
che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo
pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio
e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli
darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo
piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non
metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni
del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se,
gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene,
satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai
culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo
servivano. Matteo 4,1-11
Prima domenica di quaresima: domenica delle tentazioni.
Cerchiamo di andare oltre le “letture” ingenue di questo passo evangelico,
oltre il dato storico.
Nelle tentazioni di Gesù troviamo il paradigma delle tentazioni dell’antico
Israele e di ogni cristiano, anzi di ogni uomo e di ogni donna nel cammino
della vita.
Innanzitutto questa pagina tratteggia un “volto” di Gesù poco conosciuto e,
paradossalmente, ci aiuta a ritrovare le tracce della vita quotidiana del
nazareno. Proprio come noi, dovette compiere un itinerario in cui la fedeltà
alla chiamata di Dio non fu per nulla scontata. Egli entrò negli orizzonti di Dio
a fatica, lottando: ecco l’immagine del “diavolo” che significa tutte le difficoltà
e le opposizioni che Gesù dovette affrontare dall’inizio alla fine della sua
esistenza terrena. Lungi dal possedere la volontà di Dio, Gesù la cercò tra i
richiami dell’egoismo e i sentieri dell’amore, in un conflitto interiore in cui
furono presenti le incertezze, le seduzioni, le paure, l’ignoranza del “progetto”
di Dio, le delusioni e le stanchezze. Anche per lui la vita fu una ricerca tra le
tenebre della notte e la luce del giorno.
Letta in profondità, questa pagina evangelica mette in risalto che Gesù
incarna e manifesta che cos’è l’esistenza umana e cristiana davanti a Dio:
una esistenza “tentata”, con tutti i connotati della precarietà . Egli, che per noi
è il testimone di Dio per eccellenza, ci dice che essere esposti alla tentazione
è la ineludibile condizione della nostra creaturalità. Seguire la strada di Gesù
dona senso e gioia, una grande gioia, ma comporta alcune scelte in netto
contrasto con i “diavoli” dell’indifferenza, della carriera, dell’immagine, del
denaro.
Siamo all’inizio dell’itinerario quaresimale e una delle parole che abbiamo
ascoltato e ascolteremo è la parola “conversione”. La conversione della
chiesa e di ciascuno sta nel “tornare a Gesù” (per nulla scontato), al suo
cammino “pericoloso e precario”, tutto sorretto dalla appassionata ricerca del
mistero di Dio e del suo vero progetto.
Le tentazioni “provocano” domande e risposte: che tipo di uomo, di donna,
vuoi diventare ed essere? Vuoi essere pietra o pane? Quale Dio vuoi
incontrare? Un Dio magico che ti risolve i problemi o un Dio da servire nella
ordinarietà? Chi sono gli altri per te? Oggetti da dominare o persone da
amare? “Le tentazioni ridisegnano il mondo delle relazioni” (E. Ronchi).
E allora iniziamo l’itinerario quaresimale come un cammino di “vivificazione”,
di luce, di incontri, di Parola accolta e donata, di speranza vissuta, di sobrietà.
Buona vita vivificata dalla Parola.