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ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Venerdì 10 Marzo 2017
È finita la pacchia (goduta da molti italiani) delle abitazioni acquistate a prezzi stracciati
Berlino, case sempre più care
Il record è un attico venduto a 18 mila 200 euro al mq
da Berlino
ROBERTO GIARDINA
D
ove comprano casa i
miliardari? A Montecarlo o a Singapore,
nella Trump Tower a
New York, o a Parigi? I Supereichen, i supericchi avverte
Die Welt, scelgono la povera
Berlino, dove oltre il 20% degli
abitanti vive grazie all’assegno di disoccupazione o quello dell’assistenza sociale. Ma i
tedeschi non si abbandonano
alla morale sociale: se i ricchi
vengono nella metropoli prussiana, andrà meglio anche ai
berlinesi meno fortunati.
Quindi, si deduce, le
Cassandre che prevedono
che stia per esplodere la bolla
immobiliare dovrebbero avere
torto. La domanda continua a
essere molto superiore all’offerta in tutte le diverse fasce,
dagli appartamenti da 50 metri quadrati, quasi scomparsi
dal mercato grazie agli italiani, agli attici di lusso. Fino a
una decina d’anni fa, i prezzi
di Berlino erano imbattibili:
con 60 mila euro si compravano già due stanze in un buon
quartiere, oggi non basta il
triplo. Sono di conseguenza
aumentati gli affitti: uno studente o un aspirante artista
spagnolo o italiano trovava
un alloggio per 200-300 euro
al mese. Oggi, per una stanza, deve pagare almeno il doppio, e deve superare l’esame
del padrone di casa che può
scegliere tra un centinaio di
aspiranti quello che offre le
maggiori garanzie.
Naturalmente i superricchi non sono attratti dalla convenienza. Il quotidiano
riporta l’analisi dell’esperto d’investimenti Knight
Frank che prende in esame
gli ultra high net-worth individuals (Uhnwi), cioè quanti
abbiano a disposizione un
patrimonio di 30 milioni di
dollari. Knight ha controllato
le proposte di una trentina di
agenzie immobiliari di lusso
in tutto il mondo. I fattori più
importanti sono le prospettive di sviluppo di un quartiere,
e la sicurezza. Il prezzo è se-
Andreas Pohl
condario. Per la prima volta
entra in classifica Berlino,
e in particolare i quartieri
di Mitte, il cento intorno al
Bundestag, Kreuzberg, un
tempo preferito dai turchi, e
Friedrichshain, scoperto tre
o quattro anni fa sempre dagli italiani.
Tempo fa mi hanno invitato a visitare un appartamento da super Vip, nella
Potsdamer Platz. Stupendo
panorama sulla Porta di
Brandeburgo
e il Tiergarten,
il parco cittadino, ma le finestre si aprivano solo per
dieci centimetri, a evitare i
suicidi. Dovrei
commentare
«anche i ricchi piangono»,
presumo che
loro si deprimano per la
noia. Due saloni, una cucina
enorme, una
camera da letto minuscola,
per 200 mq. Qui, mi hanno
spiegato non ci si vive, si riceve altra gente che conta un
giorno alla settimana. Non
ho chiesto il prezzo, perché
non me l’avrebbero detto. E
io non ci avrei mai vissuto.
Comunque, secondo le tabelle della Welt con un milione
di dollari potreste ottenere
17 mq a Montecarlo, venti a
Hong Kong, 26 a New York,
162 a Dubai e 209 a Città
del Capo. Berlino è una via
di mezzo: vi comprate 87 mq
e farete un buon affare.
La capitale ha superato in attrattiva altre città tedesche come Monaco e
Francoforte. I prezzi, anche
nell’ultimo anno, sono saliti
dell’8,7%, nella capitale bavarese dell’8%. A Shanghai del
27,4%, ma in Germania si godono altri vantaggi. A Mosca,
al contrario, i prezzi sono calati
dell’11%. A Berlino si continua
a costruire ma l’offerta rimane
limitata: a gennaio un appartamento di 470 metri quadrati
sulla centralissima Kurfürnstedamm è stato venduto per 8,5
milioni di euro, esattamente
18.200 euro al metro quadrato. Si tratta di un attico in un
palazzo di recente costruzione
dello studio di architetti Sebastian Treese. In quanto
alla bolla, niente paura, ribadisce Andreas Pohl, della direzione della Deutsche
Hypo: «La capitale rimarrà
attraente ancora a lungo, i
prezzi saliranno anche nel
2017, di mese in mese».
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LA DEINDUSTRIALIZZAZIONE HA INVERTITO I RUOLI TRADIZIONALI
RAPPRESENTANO IL 4% DEGLI ELETTI
Sempre più difficile trovare
una sposa ai maschi americani
Cento miliardari
nel parlamento cinese
DI
L
ANDREA BRENTA
(David Autor, David Dorn e Gordon Hanson) in uno studio pubblicato dal National Bureau of Economic Research. I tre
studiosi hanno constatato che il crollo
dei matrimoni è due volte superiore, da
trent’anni a questa parte, tra le donne
meno istruite che tra le laureate. Peraltro
a deindustrializzazione ha invertito i ruoli tradizionali dell’uomo e
della donna e diventa sempre più
difficile trovare una sposa ai maschi americani.
Negli Stati Uniti, come del resto
altrove, il matrimonio è un’istituzione in calo
di popolarità. In
c o m p e n s o, n o n
cessano di crescere le nascite fuori
dal matrimonio:
oltre Atlantico,
infatti, almeno il
41% dei nuovi nati
vede la luce al di
fuori di una unione matrimoniale,
contro il 18% degli anni ottanta.
Certo, non sarà
il record della
Negli Usa almeno il 41% dei nuovi nati
Francia, dove le
vede la luce al di fuori di una unione matrimoniale
nascite fuori dal
matrimonio rappresentano il 59,6% del totale. Ma la ten- il regresso della produzione industriale
denza è delineata. Tuttavia, se il record colpisce più duramente gli uomini, siano
mondiale francese si spiega con la libera- essi operai o impiegati. Di colpo, dunque,
lizzazione dei costumi, negli Stati Uniti «il valore degli uomini sul mercato matrise uomini e donne non si scambiano più moniale è caduto», mentre per le donne,
le fedi la «colpa» è soprattutto del made precisano gli economisti, «avviene il conin China e della deindustrializzazione, trario: una riduzione delle opportunità
fenomeni che fanno sì che sul mercato si di impiego comporterà un aumento delle
trovino sempre meno «buoni partiti».
unioni civili».
Una tesi dimostrata da tre economisti
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S
ui banchi del parlamento cinese siede almeno un
centinaio di miliardari (in dollari).
È quanto rivela il rapporto Hurun, secondo cui
209 membri dell’Assemblea popolare nazionale e
della Conferenza politica consultiva del popolo cinese detengono un patrimonio di 2 miliardi di yuan, pari a circa
276 milioni di euro. Almeno la metà di essi, inoltre, sarebbe
miliardaria in dollari: questi Paperoni rappresentano il 4%
I Paperoni sono il 4% dei parlamentari cinesi
dei parlamentari cinesi.
Secondo il rapporto, il patrimonio di questi fortunati
rappresentanti del popolo ha avuto un’impennata del 64%
dall’arrivo al potere, quattro anni or sono, del presidente
Xi Jinnping, colui che ha fatto della lotta contro la corruzione una delle priorità. Si può allora affermare che in
Cina lo status di parlamentare favorisca l’arricchimento?
Su questo il rapporto Hurun non si pronuncia. Tuttavia è
opportuno notare che numerosi membri delle due assemblee erano abbienti già prima di farne parte. Anzi, essi
sono stati scelti proprio perché erano ricchi. Come spiega
un ricercatore dell’Università di Princeton, Rory Truex,
nominare uomini d’affari miliardari permette di assicurarsi la loro lealtà e di motivarli per la buona riuscita della
propria fazione politica.
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