La sezione tributaria-bis non basta: occorre una vera riforma al

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SABATO 4 MARZO 2017
DAL QUOTIDIANO OGGI
FISCO
•La sezione tributaria-bis non
basta: occorre una vera riforma
al vertice della giurisdizione
tributaria - pag. 2
•Dichiarazione IVA: come sanare
errori e omissioni - pag. 4
•Attività estere non dichiarate:
nuovi criteri per le liste selettive
di controllo - pag. 6
•Atti impositivi a mezzo pec:
ecco il modello per comunicare
l’indirizzo - pag. 7
•Certificazioni uniche: per alcune
possibile l’invio anche oltre il 7
marzo - pag. 8
•Scambio informazioni fiscali:
accordo Italia - Principato di
Monaco in vigore dal 4 febbraio
2017 - pag. 9
LAVORO E PREVIDENZA
•Tutela dei diritti dei lavoratori:
verso la “globalizzazione”? - pag.
10
•Tumori professionali: tra
eziologia e ruolo del sapere
scientifico - pag. 11
•Trasporto pubblico locale:
entro il 31 marzo le istanze per
rimborso malattia - pag. 13
IMPRESA
•Industria 4.0: difesa del sistema
informatico dagli attacchi interni
- pag. 14
•Autorimesse: in GU le norme
tecniche di prevenzione incendi pag. 16
•Delega al Governo su
recepimento direttive europee ed
approvazione diritto d’autore pag. 17
IN EVIDENZA
La sezione tributaria-bis non basta:
occorre una vera riforma al vertice
della giurisdizione tributaria
di Cesare Glendi - Professore Emerito di Diritto processuale
civile presso l’Università di Parma
Archiviata la proposta di dar vita ad una “Sezione tributaria a cottimo”,
resta la situazione allarmante di un contenzioso tributario di vertice che
occupa il 47 per cento dell’intera pendenza e che, nonostante i tentativi
di rivitalizzazione ultimamente fatti, non pare sia granché migliorata.
Al vertice della giurisdizione tributaria urge un appropriato assetto
organizzativo, normativamente disciplinato, in grado di esprimere una
effettiva nomofilachia specialistica, senza i contrasti interpretativi e le
incoerenze che oggi l’affliggono, alimentando così, anziché contenere,
tutto il contenzioso.
L’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario 2017, celebratasi
lunedì scorso nell’Aula Magna della Corte Suprema di Cassazione, ha
costituito un vivace focus dei rinnovati fermenti che agitano l’inquieto
mondo della giustizia tributaria.
Dalla Relazione del Presidente del
C.P.G.T. è emerso un dato particolarmente significativo, che cioé
i giudici tributari di merito, che
ancor oggi portano il vecchio nome
di “commissioni”, non accumulano arretrato ed anzi hanno un indice di smaltimento crescente,
pari al 12% nel 2016, quasi doppio
Tutela dei diritti dei lavoratori: verso la
“globalizzazione”?
di Vincenzo Ferrante - Professore ordinario di diritto del lavoro
presso l’Università Cattolica di Milano
La ratifica del Parlamento europeo del trattato bilaterale commerciale
fra il Canada e l’Unione Europea, conosciuto con il nome di CETA,
segna un passo importante anche nella regolazione del mercato del
lavoro. Nonostante le polemiche e i timori che hanno accompagnato
la conclusione, è certo che il trattato avrà un effetto “benefico” anche
per i lavoratori e per le imprese. L’esperienza storica insegna, infatti,
che l’abbattimento delle barriere doganali determina una convergenza
nella regolazione del mercato del lavoro, in quanto i costi unitari
della produzione tendono ad allinearsi. Ed allora cosa ci si aspetta dal
trattato?
Dopo un lungo negoziato iniziato nell’aprile 2009, lo scorso
15 febbraio è stato ratificato dal
Parlamento europeo il trattato bilaterale commerciale fra il Canada e
l’Unione Europea, conosciuto con
il nome di CETA (Comprehensive
Economic and Trade Agreement).
Il giorno dopo il giovane Primo
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ministro canadese, Justin Trudeau,
ha avuto l’onore di prendere la
parola al Parlamento europeo per
esprimere la propria soddisfazione
per il risultato raggiunto.
Si tratta di un accordo di grande
importanza che, per molte parti,
entrerà subito in vigore, senza bisogno dell’ulteriore ratifica da