MODENA - grave e lacunosa gestione detenuto

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Transcript MODENA - grave e lacunosa gestione detenuto

Prot. Nr. 8/17 Segreterie Regionali del 9/03/2017
Al Capo del Dipartimento
dell’Amministrazione Penitenziaria
Pres. Dott. Santi CONSOLO
ROMA
Alla Direzione Generale
dei detenuti e del trattamento
Dr. Roberto Piscitello
ROMA
Al Direttore Generale del Personale e
delle risorse DAP
Dr. Pietro BUFFA
ROMA
All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
e per le Relazioni con il Pubblico del DAP
Dr.ssa Pierina Conte
ROMA
Al Provveditore Regionale
dell’Amministrazione Penitenziaria
per la regione Emilia Romagna/Marche
Dr. Enrico Sbriglia
BOLOGNA
Oggetto: Casa Circondariale di Modena: disordini e modalità gestionali discutibili
- Presa in carico di detenuto incompatibile con la sede di Modena: fatti e circostanze che
risaltano un sistema organizzativo lacunoso e deficitario.
Nella giornata del 8/03/2017, presso la Casa Circondariale di Modena, si è registrato un evento che ha
lasciato molto sconcerto nel personale in servizio e, con esso, le scriventi Organizzazioni Sindacali.
Nello specifico si è trattato della presa in carico, per motivi di Giustizia, di un detenuto ben noto alla realtà
detentiva modenese, reo nel recentissimo passato di aver quotidianamente posto in essere condotte gravi e
violente, per giungere anche a provocare la frattura ad una mano di un Poliziotto penitenziario.
Già di per sé può considerarsi discutibile la decisione di destinare – seppur fino al giorno dell’udienza
prevista per il prossimo 14.03.2017 – presso la struttura modenese un soggetto allontanato per i gravi motivi
suindicati (a nulla sarebbero valsi i tentativi dell'Amministrazione modenese di richiedere un’assegnazione
diversa dalla circondariale di Modena, nei cui confronti il soggetto risulta dichiarato incompatibile per i
gravissimi disordini posti in essere in passato), ma ciò che ha sconcertato maggiormente è l’aver constatato
che la successiva opera di ubicazione ha assunto i crismi di una vera e propria farsa.
Si apprende che, una volta preso in carico il detenuto (seguito precisa disposizione disposta dal Superiore
PRAP), lo stesso abbia espresso il desiderio di essere allocato presso la terza sezione detentiva in quanto ivi
risultava ristretto suo cugino, malgrado le regole interne dell’Istituto impongano che i detenuti nuovi giunti
siano destinati in un reparto a regime chiuso (nel caso di specie, trattasi della quarta sezione) e che, una volta
accompagnatolo presso il magazzino detenuti, questi minacciava di autolesionarsi, brandendo una lametta.
Per evitare che la situazione precipitasse, venivano avviate lunghe ed estenuanti trattative, a seguito delle
quali il detenuto chiedeva di essere accompagnato in infermeria ove gli veniva rilasciata una certificazione
sanitaria che attestava come lo stesso si fosse dichiarato claustrofobico. In ragione del rilascio di tale
certificato e considerato quanto precisato rispetto al regime aperto che “lo avrebbe aiutato nella sua
patologia”, si decideva di allocare il detenuto presso la terza sezione unitamente al proprio cugino.
Tutto questo, oltre a risaltare un sistema che ha permesso una prepotente vittoria del detenuto (svilendo
quelle che appaiono essere le regole di un Istituto Penitenziario, nell’occasione fragili e solo trascritte),
rappresenta anche un preoccupante precedente: infatti, se passa questo principio, d'ora in poi ad ogni
detenuto basterà dichiararsi claustrofobico per evitare la propria ubicazione in un reparto a regime “chiuso”.
Immediatamente dopo, bisognerà interrogarsi su come ci si debba comportare nei confronti di un detenuto
claustrofobico nelle ore in cui tutti gli altri, anche quelli a regime aperto, risultino essere chiusi (come
durante le ore notturne).
Un sistema questo che risulta di molto incancrenito, a conferma delle difficoltà gestionali in cui versano
alcuni Istituti e, come nel caso di specie, anche per un carcere che dimostra ancora una volta precise carenze
organizzative, più volte evidenziate dalle stesse organizzazioni sindacali e che si ripercuotono costantemente
sulla serenità lavorativa del personale, alimentando sconforto e sfiducia per una discutibile gestione della
popolazione detenuta.
Per tutto quanto sopra, si chiede, quindi, con effetto immediato, di procedere all'allontanamento del
detenuto in questione, dichiarato incompatibile con la struttura modenese per tutta una serie di gravi
condotte infrattive che hanno giustificato identica richiesta, alcuni mesi orsono, da parte della stessa
direzione dell’Istituto di Modena.
Non si escludono ulteriori iniziative delle scriventi tese a rivendicare la tutela ed il rispetto della dignità dei
Poliziotti penitenziari in un contesto ove la stessa sicurezza interna appare giorno dopo giorno sempre più
deficitaria.
Distinti saluti.
Bologna, 9 marzo 2017
Sappe
Osapp
UILPA
Sinappe
f.to Campobasso
f.to Marro
f.to Crescenza
f.to Giliberti
CISL FNS
USPP
CNPP
CGIL FP
f.to De Pascalis
f.to Narducci
f.to Sarti
f.to Ianigro