La Serpe - Conservatorio Torino

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La serpe (1920) durata: 45'
Regia di Roberto Roberti (Vincenzo Leone) con Francesca Bertini Film muto musicato dal vivo da Domenico Sciajno tramite la sonificazione in tempo reale
dell’attività cerebrale e delle espressioni facciali misurate durante la visione della pellicola.
Regia: Roberto Roberti; soggetto: Sandro Salvini,
Vittorio Bianchi; sceneggiatura: V. Bianchi; fotografia:
Alberto Carta; scenografia: Alfredo Manzi; interpreti:
Francesca Bertini, S. Salvini, Emma Farnesi, V.
Bianchi, Duilio Marrazzi, Raoul Maillard; origine:
Italia; produzione: Caesar Film, Bertini Film, durata:
45'
La pellicola
!
Film rimasto per decenni praticamente invisibile, La
serpe è un classico ritrovato del cinema muto
italiano.
Il soggetto originale, infatti, scritto da Sandro Salvini,
che è anche il protagonista maschile del film, e
dall'abituale autore/sceneggiatore di Roberti, Vittorio
Bianchi, che qui interpreta il padre, esalta al
massimo il "personaggio" Bertini, qui diva al suo
apogeo, donna fatale e crudele, ma anche
indipendente, passionale, vera. Ne La serpe, infatti, queste caratteristiche sono tutte
presenti in un intreccio che, da un lato valorizza la
versatilità e l'arte dell'attrice, dall'altro conduce a
eccessi manieristici che i critici dell'epoca avevano
definito coniando il verbo “bertineggiare".
Il film propone una trama complessa (figlie ritrovate,
scomparsi redivivi, espiazioni improbabili…), conl la
recitazione a volte eccessiva della Bertini e la regia
di Roberti (notevoli gli effetti e i primi piani dei
protagonisti nelle scene più drammatiche, cosa che
fatalmente porta il pensiero allo stile di suo figlio
Sergio Leone). Nella costruzione del racconto,
emergono il leit-motiv della musica come incantesimo
che scioglie la crudeltà della “Serpe” ed il valore
espressivo affidato al colore (scene campestri rese
con viraggio verde combinato al rosa o al viola/blu
nelle scene di morte o di vendetta). Nella copia
restaurata è stato possibile ricostruire precisamente i
viraggi di colore non solo sull'evidenza della copia
d'epoca, ma anche grazie alla presenza di precise
indicazioni a bordo pellicola.
!
La musica dal vivo
L’interpretazione sonora di un lungometraggio
risalente ai tempi in cui non era possibile fissare
l’audio sulla pellicola vine definita in gergo
“rimusicazione” riferendosi all’intento di dare nuova e
attuale voce al cinema muto, con la consapevolezza
che la musica rappresenta l’asse portante, sostituisce
parole e paesaggio sonoro, esplorando l’opera filmica
su diversi piani; non è più “commento sonoro” o
“ambientazione” ma un tutt’unocon il film. Musica
quindi come linguaggio e come esegesi.
L’idea di Sciajno per la rimusicazione di questo film è
quella di sfruttare il potenziale evocativo di una
narrazione filmica che non potendo esprimersi
attraverso i dialoghi tra gli attori, doveva ai tempi
affidarsi a poche ed essenziali didascalie e soprattutto
alle capacità espressive degli attori.
Questa condizione esaltava il rapporto intimo e di
immedesimazione che si creava tra opera e fruitore al
punto che quest’ultimo arrivava empaticamente a
riflettere le espressioni facciali e gli stati emotivi
interpretati dagli attori.
Per sottolineare questo intenso rapporto Sciajno crea
la musica dal vivo avvalendosi degli impulsi
provenienti dalla attività cerebrale e dalle espressioni
facciali rilevate durante la visione del film e utilizzate
come sorgente sonora e generativa. Indossando un caschetto dotato di un sensore posto
sulla fronte in corrispondenza del lobo frontale sinistro
(zona dedicata alla elaborazione del pensiero e degli
stimoli motori), Sciajno rileva i dati relativi alla sua
attività cerebrale e a quella dei muscoli che
controllano le sue espressioni facciali per poi inviarli
ad un sistema software da lui stesso realizzato. Il
sistema dopo averli analizzati ne fa una mappatura
capace di realizzare complesse strutture sonore in
tempo reale.
Dunque una lettura in tempo reale degli stimoli
biofisici scaturiti dalla visione del film che alternando
fruizione passiva a fruizione attiva modulano la
produzione e l’elaborazione del suono creando
atmosfere musicali visionarie profondamente e
intimamente connesse al dipanarsi dell’azione
cinematografica.