4 marzo 2017

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4 marzo 2017 Caleidoscopio

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SOMMARIO

CARITAS ITALIANA CRISI ALIMENTARE IN AFRICA: APPELLO DEL PAPA ALL'IMPEGNO DI TUTTI CARITAS ITALIANA

PER UNA CULTURA DELL'INCONTRO

.CARITAS INMIGRATION, NUOVA SEZIONE DEL SITO CARITAS RIARMO USA: DON SACCO (PAX CHRISTI),

“SCANDALIZZATI, INDIGNATI E PREOCCUPATI

” XII INCONTRO NAZIONALE DEI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE DEGLI ENTI DEL TAVOLO ECCLESIALE: “

LA NONVIOLENZA: STILE DI UNA POLITICA PER LA PACE”

AGENZIA DELLE NAZIONI UNITE PER I RIFUGIATI

PRECIPITA LA SITUAZIONE IN YEMEN,SI PROFILA UNA CATASTROFE UMANITARIA

ACCORDO CEI - GOVERNO ITALIANO

DALLA GIORDANIA UN CANALE UMANITARIO

UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA CONTRO LE VIOLENZE DI GENERE E MAGGIORE TUTELA AGLI ORFANI PER CRIMINI DOMESTICI IN GERMANIA I MIGRANTI PORTANO UN’ARIA DI IMPRENDITORIALITÀ NEL 2015, IL 44 PER CENTO DELLE NUOVE ATTIVITÀ REGISTRATE IN GERMANIA È STATO FONDATO DA PERSONE CON PASSAPORTO STRANIERO. NASCERE E MORIRE NELLA CULTURA AFRICANA: UN CONVEGNO A PADOVA ARONA PRESENTATI I PROGETTI DI SOLIDARIETÀ A SOSTEGNO DELLA POPOLAZIONE SAHARAWI CARITAS AMBROSIANA :GIOVANI E CARCERE 2017 “ LEGALITÀ E ALLE MISURE ALTERNATIVE ALLA DETENZIONE

LA SPERANZA ABITI LA PENA!”

SENSIBILIZZARE IN PARTICOLARE I GIOVANI, CHE AVRANNO IL COMPITO DI PRENDERE DECISIONI FUTURE PER IL BENE COMUNE, RIGUARDO ALLE QUESTIONI RELATIVE ALLA GIUSTIZIA, ALLA INPS

ASSISTENZA DOMICILIARE, FINO A 1000 EURO PER DIPENDENTI E PENSIONATI

I PRIMI DATI SIA MILANO

FA’ LA COSA GIUSTA! 2017

FIERA NAZIONALE DEL CONSUMO CRITICO E DEGLI STILI DI VITA SOSTENIBILI FA' LA COSA GIUSTA!: CAMMINARE PER CURARSI O CAMBIARE VITA NO-MAFIA BIKE TOUR E PASSEGGIATE INTERCULTURALI: TURISMO CONSAPEVOLE A FA' LA COSA GIUSTA! VERBANIA XXII GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO IN RICORDO DELLE VITTIME INNOCENTI DELLE MAFIE" LUOGHI DI SPERANZA, TESTIMONI DI BELLEZZA” NOVARA CE.FO.V.LE SFIDE DELLA FAMIGLIA

RELAZIONI USA E GETTA: LA CULTURA DEL PROVVISORIO

PROF. PIANA. NOVARA SETTIMANA MONDIALE DEL CERVELLO 2017

PENSIERI PER LA TESTA TRE INCONTRI AL CIRCOLO LETTORI

BANDI CST 2017 SCUOLA - VOLONTARIATO E ASSISTENZA ARONA

FINE VITA: UNA QUESTIONE CHE CI INTERPELLA

GOZZANO PROGETTO”FACCIAMO CENTRO” NOVARA APPUNTAMENTI DEL CINEFORUM MONTE MESMA-CITTA’ DI DIO-

LA RIFORMA SECONDO CALVINO

CON EMIDIO CAMPI 12 MARZO XVI ASSEMBLEA DI AZIONE CATTOLICA

RADICATI NEL FUTURO,CUSTODI DELL’’ESSENZIALE

IN FAMIGLIA LA PAURA DEL FUTURO

AI NOSTRI FIGLI UN’ITALIA PIÙ POVERA, SENZA IDENTITÀ

CARITAS ITALIANA

Lunedì 27 Febbraio 2017

CRISI ALIMENTARE IN AFRICA: APPELLO DEL PAPA ALL'IMPEGNO DI TUTTI

“Destano particolare apprensione le dolorose notizie che giungono dal martoriato Sud Sudan, dove ad un conflitto fratricida si unisce una grave crisi alimentare che colpisce la Regione del Corno d’Africa e che condanna alla morte per fame milioni di persone, tra cui molti bambini. In questo momento è più che mai necessario l’impegno di tutti a non fermarsi solo a dichiarazioni, ma a rendere concreti gli aiuti alimentari e a permettere che possano giungere alle popolazioni sofferenti. Il Signore sostenga questi nostri fratelli e quanti operano per aiutarli.” Così

papa Francesco

in un accorato appello in occasione dell’udienza generale dello scorso 22 febbraio 2017. Appello a cui è seguito l'

annuncio che il Santo Padre e l’arcivescovo Welby, Primate d’Inghilterra

, ossia l’autorità ecclesiastica più alta della Chiesa anglicana,

andranno

prossimamente

in Sud Sudan

, una nazione che definire tra le più povere al mondo è un eufemismo. Una visita invocata dagli stessi Vescovi del Sud Sudan che con un messaggio pastorale hanno duramente condannato la guerra e le feroci violenze perpetrate verso i civili dalle milizie. Il 20 febbraio è stato dichiarato ufficialmente dalla FAO lo stato di carestia in Sud Sudan dove in alcune aree le persone stanno morendo di fame, sono circa 100.000 quelle in condizioni di grave inedia e 4.8 milioni quelli che necessiteranno di assistenza alimentare nei prossimi mesi. Oltre al Sud Sudan, dove i tre anni di conflitto sono la causa principale della crisi alimentare, la situazione è sempre più grave anche in numerosi altri paesi del

Corno d’Africa, dell’Africa orientale

e meridionale a causa della siccità e in alcuni altri contesti dove persistono situazioni di conflitto interne che pregiudicano la disponibilità e l’accesso al cibo a centinaia di migliaia di persone. Secondo le stime di Fews Net, nel mondo nel 2017 il numero di persone in condizione di grave insicurezza alimentare che necessiteranno di aiuto alimentare d’urgenza aumenteranno del 40% rispetto al 2015, raggiungendo il numero record di circa 70 milioni. Di questa la gran parte è concentrata in Africa orientale e meridionale. Sono tre i fattori principali che acutizzano le già gravi condizioni di vita della popolazione ( cf. anche poster da Italia Caritas novembre 2016 ): Il primo tra tutti sono i

conflitti localizzati

persistenti che causano la perdita dei mezzi di sussistenza delle famiglie, la riduzione del commercio e dell’accesso agli aiuti in molte regioni. La seconda causa è

la siccità

, specialmente causata dal Nino nel 2015/2016 e dalla contro calamità la Nina nel 2016/2017. In Africa Orientale e Meridionale, le piogge sono significantemente sotto la media causando una notevole riduzione dei raccolti e peggiorando gravemente la disponibilità di acqua e foraggio per il bestiame. Infine,

l’instabilità economica

, collegata al conflitto, causa una svalutazione della moneta e quindi l’aumento dei prezzi dei beni alimentari, già difficilmente accessibili per le famiglie e le fasce della popolazione più vulnerabili. Inoltre, la popolazione che vive in costante situazione di instabilità, si trova nell’ incapacità di gestire shock e emergenze, a causa della mancanza di accesso a nutrizione adeguata caratterizzata da mancanza di cibo, malnutrizione acuta, e mortalità elevate tra i bambini. In particolare i paesi dove l’emergenza è provocata o acutizzata da conflitti armati localizzati che ostacolano fortemente l’accesso al cibo e dove gli scontri armati piegano la popolazione civile limitando gli spostamenti e isolando intere regioni sono: Sud Sudan, Sudan (nella regione del Darfur e Blue Nile in particolare), l’area del lago Tchad (Nigeria, Niger, Cameorun) controllate da Boko Aram, in Somalia, alcune aree della Repubblica Democratica del Congo. Oltre a questi, molti altri vanno incontro a un catastrofico aggravarsi della situazione umanitaria a causa della siccità, in particolare: Etiopia , Malawi , Burundi , Madagascar, Zimbabwe ( cf. anche articolo Italia Caritas marzo 2017 ), Kenya . La situazione già critica raggiungerà il suo picco attorno a settembre-ottobre 2017. Al fine di evitare la catastrofe umanitaria, come accadde nel 2011, non basta che i governi e la comunità internazionale intervengano con progetti di assistenza umanitaria, è necessario un impegno per la risoluzione dei conflitti, e garantire maggiori risorse per rispondere all’emergenza. Alcune Caritas africane dei paesi colpiti stanno già operando da mesi con programmi di emergenza che saranno estesi per il tutto il 2017, altre, a seguito dell’acuirsi della situazione, stanno predisponendo nuovi programmi per i quali sarà necessaria la solidarietà di tutto il mondo tramite la rete Caritas internazionale. I

principali interventi sono: distribuzione di cibo, rifornimento di acqua, assistenza ai malati, distribuzione di kit di emergenza, sostegno ad attività produttive. Particolare attenzione viene dedicata alle fasce più vulnerabili tra cui minori e donne e al rafforzamento della capacità di risposta e adattamento della comunità colpite dalla crisi.

Caritas Italiana, grazie alla solidarietà di singole persone e comunità, sta sostenendo da mesi gli interventi delle Caritas locali in molti dei paesi colpiti ed è in costante contatto per sostenere i programmi che via via si stanno predisponendo e potenziando. Al momento l’impegno di Caritas Italiana in risposta alla crisi si concentra in Etiopia e nel resto del Corno d’Africa, in Sud Sudan, Sudan, Madagascar, Malawi, Zimbabwe, Nigeria, Kenya. I paesi dove si prevede vi sarà l’avvio di nuovi interventi o un loro potenziamento sono: Somalia, Kenya, Burundi.

CARITAS ITALIANA

Mercoledì 1 Marzo 2017

PER UNA CULTURA DELL'INCONTRO. CARITASINMIGRATION, NUOVA SEZIONE DEL SITO CARITAS

Il sito di Caritas Italiana ha una nuova sezione: il

portale Caritasinmigration

, con l’obiettivo di essere un canale di comunicazione, riflessione e coordinamento con le Caritas diocesane sul tema delle migrazioni. “Aprire le nostre porte al debole e al povero” perché “ogni vita che ci viene incontro è un dono e merita accoglienza, rispetto, amore”. Questo è l’appello di papa Francesco nel Messaggio “La Parola è un dono. L’altro è un dono” per la Quaresima che inizia oggi. Caritas Italiana nel ribadire il suo impegno di lotta alla povertà, in Italia e nel mondo, ha rafforzato la propria comunicazione, riflessione e coordinamento con le Caritas diocesane sul tema delle migrazioni attivando una nuova sezione del sito il

portale Caritasinmigration

da oggi on line. La speranza è che possa contribuire, secondo l’auspicio del Santo Padre, a “far crescere la cultura dell'incontro nell'unica famiglia umana”.

Riarmo Usa: don Sacco (Pax Christi), “scandalizzati, indignati e preoccupati

1 marzo 2017 @

13:14

“Scandalizzati, indignati e preoccupati per questa realtà angosciante e il rischio di ripetersi di scenari da guerra fredda”: questa la reazione di don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi Italia, di fronte all’annuncio del presidente degli Usa Donald Trump di voler aumentare le spese militari di 54 miliardi di dollari in un anno. “La spesa militare in molti Paesi è già molto alta – afferma al Sir -. Solo in Italia si spendono 23 miliardi di euro l’anno, circa 64 milioni al giorno. Il rischio di una escalation con la Russia ci riporta indietro di anni”. Secondo don Sacco “è indiscutibile che le lobby delle armi negli Usa abbiano un potere molto forte e possano aver indotto Trump a questa decisione” ma il presidente “è anche abile a cavalcare l’opinione pubblica, offrendo una illusione di sicurezza quando, al contrario, rischia di aumentare l’insicurezza globale, perché si vedrà sempre più l’altro come un nemico”. Queste decisioni, puntualizza, “coinvolgeranno anche l’Italia: avendo sul nostro territorio le basi americane del Muos e di Sigonella in Sicilia e 70 testate nucleari americane a Ghedi ed Aviano, non possiamo far finta di essere dei semplici osservatori”. Don Sacco chiede alla comunità cattolica “un sussulto di indignazione”, anche riguardo all’Italia, che “fa rientrare le spese militari nell’aumento del Pil quasi con indifferenza, accettando che si studi a tavolino come aumentare la morte delle persone, riaprendo la questione con la Russia e accettando di mettere le sorti del mondo nelle mani di pochi che vanno a combattere le guerre in casa d’altri”. Il coordinatore di Pax Christi ricorda inoltre che il 27 marzo le Nazioni Unite dovrebbero tornare a discutere sul progetto di abolizione delle armi nucleari – “contro il quale l’Italia ha votato contro” -, mentre Papa Francesco “continua a chiedere che la nonviolenza sia l’unica via da seguire”. Anche nel documento del 1976 “La Santa Sede e il disarmo generale” si dice che “la corsa agli armamenti… è un’aggressione che si fa crimine: gli armamenti, anche se non messi in opera, con il loro alto costo uccidono i poveri, facendoli morire di fame”. http://agensir.it/quotidiano/2017/3/1/riarmo-usa-don-sacco-pax-christi-scandalizzati-indignati-e preoccupati/

CARITAS ITALIANA

12 marzo – XII INCONTRO NAZIONALE DEI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE DEGLI ENTI DEL TAVOLO ECCLESIALE

LA NONVIOLENZA: STILE DI UNA POLITICA PER LA PACE”

S

i svolgerà a Lamezia Terme (CZ) il 12 marzo il XII Incontro nazionale dei giovani in servizio civile degli enti del Tavolo Ecclesiale, ricorrenza di San Massimiliano di Tebessa,

tr

a i primi cristiani “obiettori di coscienza”, di cui è diventato Patrono. Massimiliano, rifiutando le armi nel segno della pace e dell’amore, pur consapevole dei rischi che avrebbe comportato l’abdicazione al ruolo di soldato, chiamato al servizio militare, rifiutò l’arruolamento, sostenendo che il suo essere cristiano non fosse compatibile con la violenza e quindi con l’esercito, e subì il martirio a Tebessa, nei pressi di Cartagine. Il tema è quello della Giornata mondiale della Pace: “

La nonviolenza: stile di una politica per la pace”.

Il Tavolo Ecclesiale sul servizio civile (TESC) è il coordinamento di organismi della Chiesa italiana che dal 2003 promuove il servizio civile e lo propone a tutti, in modo particolare ai giovani, come importante esperienza formativa, di servizio agli ultimi, di testimonianza dei valori della pace, giustizia, cittadinanza attiva e solidarietà. Vi aderiscono: Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, Ufficio nazionale per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese, Ufficio nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro, Servizio nazionale per la Pastorale Giovanile, Azione Cattolica Italiana, ACLI, AGESCI, Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Confcooperative-Federsolidarietà, Cenasca-Cisl, Centro Sportivo Italiano, Volontari nel mondo-FOCSIV, G.A.V.C.I., Federazione SCS/CNOS, CDO Opere Sociali, Anspi e Unitalsi. 00165 ROMA – via Aurelia, 796 – conto corrente postale n. 347013 tel. 06 661771 – fax 06 66177602 Ufficio Comunicazione: tel. 06 66177226 / 502 – mob. 348 5804275 [email protected] – www.caritas.it – @CaritasItaliana

Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati

PRECIPITA LA SITUAZIONE IN YEMEN, SI PROFILA UNA CATASTROFE UMANITARIA

Pubblicato il 10 febbraio 2017 alle 2:34

I combattimenti nei distretti costieri di Al Mokha e Dhubab, nel governatorato occidentale di Taizz, in Yemen, si stanno estendendo nell’entroterra (nei distretti di Al Wazi’iyah e Mawza). Ciò ha provocato la fuga di oltre 34.000 persone. Circa 28.000 sono fuggite verso altri distretti di Taizz, mentre altre 2.600 si sono dirette verso il vicino governatorato di Al Hudaydah. In numeri minori si sono diretti a oriente, verso i governatorati di Lahj e Ibb. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha mobilitato il proprio personale nei governatorati di Hudaydah e Ibb e nel distretto di Maqbanah nel governatorato di Taizz, dove si stanno accogliendo le ultime persone in fuga. Qui l’Agenzia ha iniziato le operazioni di assistenza, distribuendo beni di prima necessità e allestendo alloggi di emergenza. A Hudaydah, l’UNHCR continua a distribuire beni di prima necessità quali materassi, stuoie, lenzuola, set da cucina, secchi e alloggi d’emergenza per 3.633 persone. Sono previste ulteriori distribuzioni di beni per gli sfollati presenti nei vari distretti del governatorato di Hudaydah così da fornire assistenza a 5.131 persone, posto che le condizioni di sicurezza lo consentano e che vengano rilasciati i permessi per raggiungerle. L’UNHCR sta inoltre garantendo assistenza a 301 persone a Ibb, fuggite da Al Mokha e Dhubab. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati sta in trattativa per dare assistenza a 6.342 persone a Maqbanah, nel governatorato di Taizz. Infatti, a causa delle ininterrotte operazioni militari, l’accesso degli aiuti umanitari resta un problema chiave da risolvere, su cui l’UNHCR è da tempo impegnato attraverso intensi negoziati con le autorità preposte al fine di raggiungere anche le aree più remote. Con l’intensificarsi delle ostilità, la situazione è divenuta sempre più pericolosa anche per il personale dell’UNHCR impegnato sul campo. Martedì, due membri dello staff sono miracolosamente scampati a un missile che ha quasi colpito il veicolo su cui viaggiavano presso Az Zaydiyah, a meno di 60 km dalla città di Hudaydah. I due membri del personale dell’UNHCR non sono stati feriti, ma sono rimasti profondamente scossi dall’incidente. Oltre alla situazione di crisi nel governatorato di Taizz, il conflitto sta avendo ripercussioni negative su tutto lo Yemen. Nonostante il Paese sia sull’orlo di una catastrofe umanitaria, i finanziamenti necessari per rispondere alla crisi restano drammaticamente inadeguati. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati rivolge un appello alla comunità internazionale affinché metta urgentemente a disposizione i fondi necessari per rispondere alla crisi, dal momento che le operazioni di assistenza in Yemen risentono della mancanza di finanziamenti cruciali. Nonostante sia già iniziato il mese di febbraio, l’UNHCR ha raccolto meno dell’1 per cento delle risorse necessarie per le operazioni in Yemen: la mancanza di fondi sta seriamente limitando la capacità di risposta dell’Agenzia. Al primo di febbraio 2017, l’UNHCR ha raccolto solo 738.303 di dollari statunitensi a fronte dei 99,6 milioni necessari per le operazioni di quest’anno in Yemen.

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali

Accordo CEI - Governo Italiano

Dalla Giordania un canale umanitario

Grazie ad un accordo tra la CEI e il Governo Italiano dal 7 marzo arriveranno in Italia 41 persone, tra le quali molte con gravi problemi di salute, provenienti dai campi profughi della Giordania. Si tratta di sette famiglie di cittadini siriani, il cui trasferimento è stato reso possibile dall’ambasciata italiana in Giordania e dalla Nunziatura apostolica, che hanno lavorato in stretta sinergia con Caritas Italiana, UNHCR e IOM. Grazie a tale canale umanitario verrà garantito a queste persone un accesso sicuro e protetto nel nostro Paese. A San Giovanni Rotondo (FG) i malati troveranno il supporto specialistico della “Fondazione centri di riabilitazione di Padre Pio” e dell’ospedale “Casa del sollievo della sofferenza”. L’accoglienza di queste famiglie sarà garantita dalla Caritas diocesana di Manfredonia nell’ambito del progetto “Protetto. Rifugiato a casa mia”; i siriani saranno accompagnati nel percorso di integrazione da famiglie della comunità cristiana. I primi due nuclei familiari arriveranno in Italia il 7 marzo all’aeroporto di Bari. La situazione dei profughi siriani in Giordania rimane drammatica. A centinaia di migliaia sono bloccati nei campi allestiti dal governo o in altre sistemazioni precarie in attesa di trovare una soluzione al proprio futuro. La stessa condizione è vissuta anche da migliaia di yemeniti e di iracheni, fra cui molti cristiani. Anche per questo motivo nel Paese è stato avviato il più ampio programma di reinsediamento a livello globale degli ultimi due anni che ha permesso ad oltre 56mila persone di raggiungere Paesi come gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e l’Italia. Roma, 2 marzo 2017

UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA CONTRO LE VIOLENZE DI GENERE E MAGGIORE TUTELA AGLI ORFANI PER CRIMINI DOMESTICI

A livello internazionale, i primi dati sul femminicidio sono stati evidenziati dal rapporto dell’Organizzazione mondiale della Sanità del 2002, secondo cui la prima causa di uccisione nel mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio da parte di persone conosciute, in particolare da parte di partner ed ex partner. L’ultimo rapporto O.M.S., quello del 2013, ci rivela che nel mondo il 35% delle donne subisce nel corso della vita qualche forma di violenza.

LA SITUAZIONE IN ITALIA.

Sono centodiciotto i casi di femminicidi registrati in Italia nel 2016. In lieve calo rispetto al 2015, ma questo non può costituire un elemento confortante. L’Istituto di ricerche economiche e sociali – Eures – che da anni dedica al fenomeno un osservatorio, racconta di una vera e propria strage. Negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 (pari al 71,9%) in famiglia; e 846 di queste (il 67,6%) all'interno della coppia; 224 (il 26,5%) per mano di un ex. E se si va ancora più indietro nel tempo, fino al 2000, anno

record

con 199 delitti, il dato sale addirittura a 2.800 femminicidi. Nel periodo 2005-2015, secondo i dati statistici gli omicidi avvenuti nell'ambito di una coppia hanno avuto nel 40,9% dei casi un movente passionale e nel 21,6% sono stati originati da liti o dissapori. Le armi più utilizzate per uccidere sono state quelle da taglio (32,5%) e da fuoco (30,1%). Mentre nel 12,2% dei casi si è fatto uso di armi improprie: il 9% ha strangolato la vittima e il 5,6% l'ha soffocata. Nel 16,7% dei casi il femminicidio è stato preceduto da violenze note, nel senso che si tratta di violenze regolarmente denunciate alle Forze dell'ordine. In tre casi su dieci, l'assassino si è tolto la vita e nel 9% dei casi ci ha provato senza riuscirci. Per quanto riguarda il riscontro territoriale, si nota che nel 2016 il 53,4% dei femminicidi (62 donne uccise) si è registrato al Nord (Lombardia in testa) e il 75,9% in ambito familiare. Al Sud il dato scende a quota 26,7%, al centro al 19,8%. L'età media delle vittime è di 50,8 anni, e nel 92,5% dei casi gli assassini sono uomini

killer.

Anche nel 2016 la famiglia (con 88 donne uccise, pari al 75,9% del totale), si conferma il principale contesto dei femminicidi. Meno frequenti i delitti tra conoscenti (6%), quelli nell'ambito della criminalità comune (4,3%) o scaturiti da conflitti di vicinato (2,6%) e all'interno di rapporti economici o di lavoro (1,7%). C'è infine il dramma degli orfani, i figli che hanno perso la madre per colpa del padre (o del convivente) assassino. Negli ultimi quindici anni il numero è salito fino a quota 1.628. Di loro si parla poco, essendo definiti incredibilmente quali vittime secondarie. Purtroppo, come cresce il numero delle donne uccise così non può che aumentare anche quello dei figli orfani.

UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE AD HOC.

Sono questi gli allarmanti, freddi e – come li ha qualificati il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio di fine anno 2016 - insopportabili dati di cui il Senato della Repubblica ha preso doverosamente atto, per deliberare, con 227 voti a favore e 5 astensioni, l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere. La relativa Delibera del 18 gennaio 2017 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 25 gennaio 2017. La Commissione monocamerale è composta da venti senatori, nominati dal Presidente del Senato, in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo e favorendo comunque l'equilibrata rappresentanza di senatrici e senatori. Avrà tempo un anno per portare a termine i lavori. Entro il gennaio 2018 dovrà presentare una relazione finale per rendere conto dell'attività svolta, ma soprattutto per illustrare le conclusioni di sintesi e le proposte, in conformità ai compiti ad essa assegnati. Nello svolgimento dei compiti, procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e con le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria, può richiedere agli organi e agli uffici della pubblica amministrazione copie di atti e di documenti da essi custoditi, prodotti o comunque acquisiti in materi attinenti all’inchiesta.

Compiti della Commissione.

Di straordinaria importanza i compiti affidati dalla Delibera alla Commissione: a)

svolgere indagini sulle reali dimensioni, condizioni,

qualità e cause del femminicidio, inteso come uccisione di una donna, basata sul genere e, piu' in generale, di ogni forma di violenza di genere; b)

monitorare la concreta attuazione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione

e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica - ratificata ai sensi della legge 27 giugno 2013 n. 77 - e di ogni altro accordo sovranazionale e internazionale in materia, nonché della legislazione nazionale ispirata agli stessi principi; c) accertare le possibili incongruità e carenze della normativa vigente rispetto al fine di tutelare la vittima della violenza e gli eventuali minori coinvolti; d)

analizzare gli episodi di femminicidio, verificatisi a partire dal 2011,

per accertare se siano riscontrabili condizioni o comportamenti ricorrenti, valutabili sul piano statistico, allo scopo di orientare l'azione di prevenzione; e)

accertare il livello di attenzione e la capacita d'intervento delle autorità e delle pubbliche amministrazioni,

centrali e periferiche, competenti a svolgere attività di prevenzione e di assistenza; f)

monitorare l'effettiva destinazione alle strutture che si occupano della violenza d

i genere delle risorse stanziate dalle leggi a partire dal 2011; g) proporre soluzioni di carattere legislativo e amministrativo al fine di realizzare la più adeguata prevenzione e il più efficace contrasto del femminicidio e, più in generale, di ogni forma di violenza di genere, nonché di tutelare la vittima della violenza e gli eventuali minori coinvolti.

VIOLENZE DI GENERE : “INTERVENIRE SULLE COSCIENZE IN TERMINI PREVENTIVI”

“Sulla violenza di genere si è spesso parlato, correttamente e giustamente, di repressione. Il fatto che questo tipo di violenza continui e aumenti sul piano statistico, oltre che sul piano della qualità dei delitti, ci porta a considerare che non è più sufficiente parlarne solo in termini repressivi, che pure rimane una priorità assoluta, ma è necessario intervenire sulle coscienze in termini preventivi”. Lo ha dichiarato il 17 gennaio 2017 nell’aula del Senato la relatrice della proposta di istituzione della Commissione, Doris Lo Moro. La quale ha anche aggiunto: “Abbiamo promosso l’istituzione di una Commissione monocamerale di inchiesta sul femminicidio perché quella che è una violazione dei diritti umani non può essere più considerata come un fatto privato, ma il suo contrasto va assunto come una battaglia degli uomini e delle donne del nostro Paese… Lo Stato, in tutte le sue componenti, deve smetterla di pensare che la violenza all’interno delle famiglie sia un fatto privato. Non può essere considerato privato il fatto che nel 2016, in Italia, almeno centodiciotto donne sono state uccise proprio in quanto donne”. Concetto ribadito dalla prima firmataria della proposta, la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli: “La violenza sulle donne non può più essere considerata un fenomeno privato. E’ un tema che riguarda tutte e tutti. Ognuno di noi, nel ruolo che ricopre, ha la responsabilità di agire”.

IN DIRITTURA D’ARRIVO UNA MAGGIORE TUTELA AGLI ORFANI PER CRIMINI DOMESTICI

L’Italia, ad oggi, risulta clamorosamente inadempiente relativamente alle misure da apportare per tutelare adeguatamente i circa duemila orfani coinvolti negli episodi di femminicidio. Secondo la relatrice Lo Moro, la Commissione d’inchiesta “dovrà entrare nel merito delle vicende per capire come si può imprimere una svolta alla situazione, che cosa si può fare per le vittime dei tentati femminicidi e anche per le vittime più deboli e più fragili, che sono i figli rimasti orfani”. L'omicidio del coniuge, infatti, comporta per i figli della vittima la perdita non solo del genitore ucciso, ma anche del genitore autore del delitto. Come dimostrano molti recenti casi di cronaca, al dramma della violenza e della perdita del genitore per i figli si aggiungono innumerevoli difficoltà di ordine pratico ed economico. Ben venga una Commissione parlamentare che contribuisca a dare una doverosa e più incisiva risposta anche a questo problema. Che intanto, però, nella giornata del 1° marzo ha trovato una prima risposta positiva da parte della Camera, la quale ha approvato all'unanimità un testo - che ora passa al Senato – recante disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici. Si tratta di un disegno di legge che rafforza le tutele per i figli – minorenni o maggiorenni non autosufficienti – rimasti orfani a seguito di un crimine domestico commesso dal coniuge, anche legalmente separato o divorziato, o da una persona che è o è stata legata da relazione affettiva e stabile convivenza con la vittima, consentendo loro l’accesso al patrocinio a spese dello Stato, a prescindere dai limiti di reddito e prevedendo una tutela più incisiva rispetto al loro diritto al risarcimento del danno. Il disegno di legge prevede – finalmente ! – la sospensione diritto alla pensione di reversibilità del soggetto indagato per omicidio volontario o tentato nei confronti del coniuge, a partire dalla richiesta di rinvio a giudizio dell’indagato. Durante tale periodo (e fino a quando vi siano i requisiti di legge) la pensione, senza obbligo di restituzione, sarà percepita dai figli della vittima. Per il soggetto indagato per omicidio volontario o tentato nei confronti del coniuge è altresì prevista la sospensione del diritto a succedere: i suoi beni saranno sequestrati a garanzia del pagamento dei danni subiti dai figli della vittima, che dovranno essere liquidati subito dal Giudice Penale, almeno per una quota del 50% del loro presumibile ammontare. Queste norme si applicheranno anche nei casi di omicidi commessi a danno della parte dell'unione civile. L'omicidio del coniuge, del partner civile e del convivente viene equiparato a quello dei genitori o dei figli e rientra pertanto nella fattispecie aggravata per la quale è prevista la pena dell'ergastolo. Arrivano poi per gli orfani di crimini domestici iniziative e sostegni da parte dello Stato per l'assistenza medico psicologica, per la creazione di borse di studio e per il loro inserimento lavorativo, grazie ad un fondo

ad hoc

.

Andrea Lebra Novara, 3 marzo 2017

ARONA

COMUNICATO STAMPA Presentati i progetti di solidarietà a sostegno della popolazione Saharawi

Coordinati dall’associazione “Gli Amici del Lago” sono stati r accolti fondi per due laboratori di cucito e di carpenteria nei campi profughi nel deserto algerino. Il Comune di Arona ha svolto il ruolo di capocordata per il progetto “Donna Saharawi” coinvolgendo altri sette comuni del circondario e i soci Coop dei presidi di Arona e Borgomanero hanno finanziato l’acquisto di macchine da cucire e tessuti. Raccolte risorse anche per avviare un laboratorio di carpenteria.

Arona, 2 marzo 2017.

Presentate ad Arona alcune iniziative di solidarietà nel nostro territorio a sostegno della popolazione Saharawi. Nell’ ambito del progetto

Donna Saharawi

, l’assessore

Marina Grassani

del Comune di Arona, nel ruolo di capocordata, ha coinvolto altri sette comuni del circondario, raccogliendo un finanziamento di 2.000 Euro. Questi fondi saranno destinati alla ristrutturazione di un laboratorio di cucito del campo profughi di Tindouf, nella Provincia di Auserd che si trova nel deserto algerino. Il laboratorio consentirà di confezionare e riparare abiti e tessuti di uso domestico servendo un bacino di utenza di circa 30.000 persone. Questo piccolo modello produttivo ed economico, oltre a svolgere un servizio alla popolazione, assicurerà l’impiego di 10 donne che potranno così contribuire al reddito delle loro famiglie. I Comun i che hanno sostenuto l’iniziativa, oltre ad

Arona

sono:

Borgomanero, Castelletto Ticino, Dormelletto, Invorio, Lesa, Meina, Pombia.

Questo progetto, coordinato dagli

Amici del Lago,

l’associazione no profit impegnata da divers o tempo in iniziative di solidarietà in questa parte di Africa, risponde a un’esigenza raccolta direttamente lo scorso anno dal vice presidente medicinali e materiale didattico per le scuole.

Massimiliano Caligara

, in occasione di uno dei suoi viaggi effettuati con una delegazione di volontari italiani, per portare nei campi profughi: aiuti, Il laboratorio di cucito potrà avviare rapidamente la sua produzione grazie anche al l’acquisto diretto di alcune macchine da cucire e diversi metri di tessuto, finanziati dai presidi dei soci

Coop

di Arona e Borgomanero . L’iniziativa di solidarietà è dedicata alla memoria di

Claudia Bersani

, la responsabile delle attività sociali di NovaCoop nel territorio, recentemente scomparsa in un tragico incidente stradale.

Inoltre “

Gli Amici del Lago

” in aggiunta al budget raccolto dai Comuni hanno reso disponibili ulteriori risorse che andranno a finanziare la ristrutturazione di un laboratorio di carpenteria. Questa attività oltre a creare posti di lavoro per la popolazione giovanile, contribuirà nello stesso tempo a consolidare a livello generale alcune infrastrutture minime nella Provincia di Auserd. Alla presentazione è intervenuta

Fatima Mahfoud

, rappresentante in Italia del Fronte del Polisario e della Repubblica Democratica Araba Saharawi che ha dichiarato: “

Ringrazio moltissimo le amministrazioni e i cittadini della provincia di Novara che da diversi anni ci aiutano a sostenere la nostra causa e contribuiscono in modo attivo con progetti di solidarietà a favore della nostra popolazione che vive nei campi profughi nel deserto algerino. Le condizioni di vita del nostro popolo, costretto ad affrontare moltissime difficoltà e disagi, ogni giorno diventano sempre più difficili e le prospettive per il futuro per una soluzione di questa tragedia umanitaria non sono affatto rassicuranti”.

Massimiliano Caligara,

vice presidente degli

Amici del Lago

ha dichiarato: “

Da diversi anni la nostra associazione è impegnata nel sostegno della causa del popolo Saharawi. Grazie alla collaborazione dei Comuni, degli enti locali, di numerose associazioni del territorio, di aziende e di privati, riusciamo a ospitare nei mesi estivi, per una breve vacanza, gruppi di bambini provenienti dai campi profughi, i nostri “piccoli ambasciatori di pace” . Inoltre raccogliamo fondi, abiti, medicinali e materiale didattico che spediamo o che portiamo direttamente in occasione dei viaggi delle delegazioni di volontariato italiane. Desidero sottolineare anche l’importanza dell’im pegno sul piano politico che è essenziale per sensibilizzare di questa grave situazione tutti i livelli politico-amministrativi nazionali ed internazionali”.

Nota di background per i media: Il Sahara Occidentale tra occupazione e autodeterminazione

Il popolo Saharawi, dal 1975, vive una difficile situazione in seguito all’occupazione militare da parte del Marocco. Dopo una lunga e impari guerra - di cui i Saharawi stanno rispettando il cessate il fuoco - si è rifugiato per la maggior parte nel deserto algerino, dove partendo dalle tendopoli di qua rant’anni fa ha costruito villaggi, scuole, ospedali, per sopravvivere in attesa di un referendum per l’autodeterminazione, come stabilito dalle Nazioni Unite nel 1991, ma mai realizzato. Ma se la situazione è difficile per i rifugiati che abitano nei campi in Algeria, ancora più gravi sono le continue violenze e soprusi che devono sopportare i Saharawi che hanno scelto o non hanno potuto lasciare la propria terra e sono rimasti nei territori occupati dal Marocco, una vera e propria prigione a cielo aperto. Per ulteriori informazioni

Massimiliano Caligara

Gli Amici del Lago tel 338 8208 968

Da Internazionale.it

IN GERMANIA I MIGRANTI PORTANO UN’ARIA DI IMPRENDITORIALITÀ

Martedì, 28 Febbraio 2017

I tedeschi sono noti per il duro lavoro e l’efficienza ma non necessariamente per lo spirito imprenditoriale. Aprono meno nuove attività di statunitensi, svedesi e perfino dei francesi. Ma la recente ondata migratoria sta facendo crescere il numero di nuove aziende

. Nel 2015, il 44 per cento delle nuove attività registrate in Germania è stato fondato da persone con passaporto straniero (nel 2003 erano appena il 13 per cento). In totale, circa un quinto di tutte le persone impegnate in attività imprenditoriali è nato all’estero. La percentuale è probabilmente destinata a crescere con l’arrivo di oltre un milione di profughi negli ultimi due anni. Il numero dei lavoratori autonomi di origine mediorientale è salito di circa due terzi tra il 2005 e il 2014, secondo René Leicht e Stefan Berwing, ricercatori presso l’università di Mannheim. “

C’è stata una crescita nella creazione di attività delle persone provenienti da Siria, Iraq e Afghanistan”

, spiega Malik Leonhardt di Ihk Berlin, un’associazione di piccole e medie imprese.

Alcuni profughi arrivano in Germania già con l’idea creare una propria azienda

. La famiglia di Iyad Slik possiede una fabbrica di dolciumi in Siria, e quando è arrivato a Berlino, tre anni fa, ha deciso di aprire una nuova sede. “L’anno scorso, per la prima volta, abbiamo avuto un margine di guadagno”, racconta Slik. La sua scommessa – convincere i tedeschi a mangiare frutta candita e quadrati di caramello ripieni di pistacchi siriani – sta avendo successo: tra i suoi clienti ci sono già KaDeWe, un centro commerciale di lusso e lo scintillante hotel Adlon.

I vantaggi del lavoro autonomo

Altri diventano imprenditori per forza di cose. Hussein Shaker, un programmatore, non aveva previsto di aprire un’attività in Germania: “Volevo solo un posto di lavoro nel settore tecnologico”. Bloccato a lavorare in un call center, Shaker si è reso conto di non essere l’unico dei suoi amici siriani a svolgere un lavoro al di sotto delle sue qualifiche.

Insieme ad alcuni soci del mondo delle startup berlinesi ha creato un sito web per rifugiati, MigrantHire , che attualmente mette in contatto tredicimila persone in cerca d’impiego con duemila offerte di lavoro

.

L’imprenditoria, tra i migranti, è una scelta che deriva in parte dalle difficoltà nell’accedere al normale mercato del lavoro. Molte start-up nell’ultimo decennio sono state create da cittadini dell’est europeo, provenienti da paesi dell’Unione europea ma che non garantiscono gli stessi diritti del lavoro presenti in altri stati dell’ Ue .

Gli stessi tedeschi sono più riluttanti a diventare imprenditori, in particolare a causa della bassa disoccupazione Il lavoro autonomo offre ai migranti più ambiziosi delle prospettive migliori, spiega Leicht: “Il loro reddito sale velocemente, tendono a fare cose più in linea con le loro qualifiche e la discriminazione è meno forte”. Chi cerca lavoro e ha un nome che suona straniero ha più difficoltà a farsi assumere nei colloqui con le aziende tedesche. In uno studio sugli imprenditori migranti effettuato da KfW, una banca per lo sviluppo tedesco, un terzo delle persone prese in esame ha affermato che non trovava un altro modo di guadagnarsi da vivere.

Essere un imprenditore in Germania non è certo una cosa semplice

: la Banca mondiale mette il paese solo al 114° posto nella classifica della facilità di creazione di nuove attività. I programmi d’integrazione nei centri per l’impiego spingono perlopiù i migranti verso le scuole di lingua o verso un lavoro ordinario, invece d’incoraggiarli a mettersi in proprio. E destreggiarsi nella burocrazia può essere difficile. “Ci sono così tante regole e questioni legali di cui nessuno ti parla”, racconta Shaker. Inoltre gli stessi tedeschi sono più riluttanti a diventare imprenditori, in particolare a causa della bassa disoccupazione. Il numero dei tedeschi nativi che sono lavoratori autonomi è sceso del 3 per cento dal 2005 al 2015. U

no dei motivi per cui i migranti mostrano un maggiore entusiasmo imprenditoriale è che sono, per natura o per necessità, persone abituate ad assumersi rischi.

Ai molti che sono fuggiti dalla guerra civile, che hanno attraversato il Mediterraneo e hanno percorso a piedi buona parte dell’Europa, avere a che fare con la burocrazia tedesca e ottenere un prestito non appare un problema insormontabile.

Febbraio 2017

NASCERE E MORIRE NELLA CULTURA AFRICANA: UN CONVEGNO A PADOVA

Padova - Prosegue il percorso di approfondimento su “Nascere e morire. Il mistero della vita” proposto per l’anno 2016-2017 dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Padova. La prossima giornata di studio, in programma martedì 28 febbraio in aula magna della Facoltà Teologica del Triveneto (via del Seminario 7 a Padova) ha avuto come tema “Nascere e morire nella cultura africana” e ha visto la partecipazione dell’antropologa Ana Cristina Vargas, del teologo Oliver Izuogu e di Mauro Anselmi, pediatra di Medici con l’Africa – Cuamm. Modera: Francesca Marin (filosofa). La riflessione si è sviluppata alla ricerca del senso del nascere e del morire in Africa nell’intento di evidenziare due prospettive diverse ma complementari: la presentazione della propria esperienza da parte di un africano e l’interpretazione della vita e della morte percepita ed elaborata da un occidentale. Nella cultura africana, infatti, c’è un legame strettissimo fra nascere e morire. L’idea di concepimento e di nascita è una parte integrale del modo in cui la religione africana considera la morte “normale”, cioè, la morte nella vecchiaia matura. Morire nella cultura africana inoltre significa ”essere nati” in un altro modo di appartenenza alla comunità. Non si può parlare di nascere e di morire nella cultura africana prescindendo da una prospettiva teologica, nella quale il nascere e il morire entrano nell’universo simbolico della cultura africana non come due fenomeni estranei, bensì interconnessi, in cui il morire segna l’inizio del rinascere.

Giovani e Carcere 2017

CARITAS AMBROSIANA

LA SPERANZA ABITI LA PENA!”

Dopo l’anno particolare del giubileo della misericordia, lasciamo risuonare le parole di Papa Francesco

non dà possibilità alla speranza, è una tortura non è una pena”

sperimentare l’incontro col carcere perché … la speranza abiti la pena!

“…Fare giustizia non è la pena in se stessa. Non c’è pena valida, senza la speranza. Una pena chiusa in se stessa, che

e invitiamo i giovani maggiorenni della Diocesi a L'obiettivo generale dell’iniziativa è di sensibilizzare in particolare i giovani, che avranno il compito di prendere decisioni future per il bene comune, riguardo alle questioni relative alla giustizia, alla legalità e alle misure alternative alla detenzione. E’ un percorso a tre tappe la cui partecipazione per intero è fondamentale e funzionale alla comprensione della proposta che ha bisogno di riflessione, confronto ed incontro diretto con storie, esperienze e persone. Al di fuori delle tre tappe, proponiamo inoltre uno spettacolo, la cui partecipazione è facoltativa. Ecco le tappe del percorso: la partecipazione a tutte le tappe del percorso è fondamentale e funzionale alla comprensione dell’intera proposta, che ha bisogno di riflessione, confronto ed incontro diretto con storie, esperienze e persone.

Prima tappa: SABATO 18 MARZO 2017 CONVEGNO “LA SPERANZA ABITI LA PENA!”

Cappellani.

Ore 14.30- 17.30 presso Caritas Ambrosiana via S. Bernardino 4 Milano

Incontro laboratoriale con la presenza della Garante dei detenuti del Comune di Milano, operatori di Caritas e

Seconda tappa: INCONTRO CON I CAPPELLANI :

CARCERE DI SAN VITTORE, CARCERE DI BOLLATE, CARCERE DI OPERA, CARCERE DI BUSTO ARSIZIO, DCARCERE DI VARESE, CARCERE DI LECCO.

Terza tappa: SABATO 1 APRILE 2017 INCONTRO DEI GIOVANI CON I DETENUTI NELLE CARCERI

preparazione. Per l’ingresso nel carcere sarà

indispensabile

Secondo le indicazioni precise che il Cappellano di riferimento darà in occasione dell’incontro specifico di portare con sè un

documento d’identità

.

NOVITA’ EDIZIONE GIOVANI E CARCERE 2017: PARTECIPAZIONE LIBERA Mercoledì 29 Marzo ore 20.00

Spettacolo presentato dalla compagnia teatrale del Carcere di Opera dal titolo " Il Figliol Prodigo” Chi è interessato, può presentarsi autonomamente

Mercoledì 29 marzo alle ore 20.00

Ai giovani del percorso che vorranno partecipare allo spettacolo è richiesto un , presso il Carcere di Opera (Via Camporgnago, 40, Opera) munito di documento di identità. Lo spettacolo inzizierà alle ore 21.00.

contributo di 10 euro a persona

da versare direttamente all’entrata. Posti limitati.

Redattore Sociale

Assistenza domiciliare, fino a 1000 euro per dipendenti e pensionati pubblici

Pubblicato dall'Inps il bando Homne care premium per il 2017: il progetto, rinnovato generalmente ogni due anni, prevede un contributo mensile (da 550 a 1.050 euro) per l'assistenza domiciliare in caso di non autosufficienza, limitatamente per i dipendenti o pensionati pubblici e i loro coniugi, familiari di primo grado e minorenni orfani

01 marzo 2017 ROMA – Da 500 a 1000 euro per l'assunzione di una badante e il pagamento dei cosiddetti “servizi integrativi”: è il contributo previsto da Home care premium, di cui ieri Inps ha pubblicato il nuovo bando. Il progetto, rinnovato generalmente ogni due anni, si rivolge a una platea limitata di beneficiari, quella dei dipendenti e pensionati pubblici: gli unici che contribuiscono, tramite trattenuta diretta e obbligatoria, ad alimentare un fondo dedicato alle politiche di welfare in favore di se stesso e della propria famiglia. Per la precisione, gli interventi possono essere a favore del dipendente o pensionato, oppure del coniuge convivente, dei familiari di primo grado e dei minorenni disabili orfani di dipendenti o pensionati pubblici. La domanda di assistenza può essere presentata dal dipendente stesso, oppure dal coniuge o convivente che debba assisterlo.

Badanti e servizi integrativi.

L'importo per l'

assunzione della badante

oscilla tra 550 e 1.050 euro, a seconda del grado di invalidità e dell'ammontare dell'Isee. Per quanto riguarda invece i cosiddetti “

servizi integrativi

”, il programma finanzia alcune prestazioni erogate da aziende, strutture ospedaliere ed enti pubblici socio assistenziali, a condizione che abbiano stipulato una convenzione con l'Inps. Tra questi servizi rientrano quelli resi da psicologi, fisioterapisti, logopedisti, come pure le prestazioni in strutture extradomiciliari, i servizi di sollievo a favore del nucleo familiare, il trasferimento assistito del disabile per specifici e particolari necessità (visite mediche, accesso al centro diurno etc.) e percorsi di integrazione scolastica. Anche per questi servizi integrativi, il contributo è calcolato in base al grado di disabilità e all'ammontare dell'Isee del richiedente. Attualmente sono 387 gli Ambiti territoriali sociali aderenti all'iniziativa, con circa 1.000 comuni coinvolti nelle diverse aree del Paese.

Quando e quanti.

Il programma coprirà 18 mesi di prestazioni (1 luglio 2017 – 31 dicembre 2018) e selezionerà 30mila beneficiari, sulla base di una graduatoria determinata dalla gravità della disabilità, dall'ammontare dell'Isee e dall'età anagrafica del richiedente. La procedura telematica per l’acquisizione della domanda sarà attiva dal 1 al 30 marzo 2017. Qui il bando integrale .

COSA CI DICONO I PRIMI DATI SUL SOSTEGNO D’INCLUSONE ATTIVA

27 febbraio 2017/in News /da Staff

I PRIMI DATI SIA

Il 27 febbraio l’Assessore alle politiche sociali Augusto Ferrari e l’Assessora all’Istruzione, Lavoro, Formazione professionale Gianna Pentenero

hanno tenuto una conferenza stampa relativa ai dati raccolti dei primi cinque mesi di attivazione della misura SIA (Sostegno all’Inclusione Attiva). Successivamente l’introduzione da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di tale strumento a livello nazionale, primo passo per affrontare il fenomeno della povertà, il 2 di settembre viene aperta la possibilità per i cittadini in possesso dei requisiti di presentare la richiesta di accesso. Ai fini della sperimentazione della misura, la Regione Piemonte ha individuato 30 ambiti territoriali per l’implementazione di tale sussidio. Al 31 dicembre 2016 le domande di accesso al SIA presentate in tutta la Regione sono state 7.778. L’ambito territoriale che presenta il maggior numero di domande presentate, parametrato alla popolazione, è quello del comune di Novara, seguito dall’area di Alessandria-Valenza e dalla Provincia di Asti. A fronte delle richieste compiute ne sono state accolte 2.433, pari al 31,3% di quelle presentate, percentuale del tutto in linea con la tendenza nazionale. L’ambito territoriale che presenta la maggior percentuale di domande accolte sul totale di quelle presentate è l’Area metropolitana Torino Nord (Pianezza), seguita dalla Provincia di Biella e dall’area Ciriè-Lanzo. Mostra invece un andamento equiparabile il tasso di accoglimento relativo ai cittadini italiani (34%) rispetto ai cittadini stranieri (30%). A commento di questi primi numeri, l’Assessore Ferrari spiega “I primi dati di avvio sul SIA mostrano un eccessivo restringimento della misura dovuto ad un atteggiamento prudenziale da parte del Ministero, in quanto non aveva dati di riferimento visto l’aspetto di assoluta novità della manovra. Fin da dicembre il Piemonte, l’Emilia Romagna e la Toscana, seguite da tutte le altre Regioni, hanno evidenziato criticità sulla misura, soprattutto in merito all’elevato numero di persone respinte, accolte immediatamente dal Ministero. La nuova bozza del decreto, per cui la Conferenza Stato-Regioni ha già dato parere positivo lo scorso mercoledì 22 febbraio, prevede un aumento dei fondi nazionali disponibili da 750 milioni di euro stanziati nel 2016 a 1,2 miliardi di euro previsti per il 2017 ed un drastico intervento circa l’abbattimento dei punteggi previsti per l’accesso al sussidio che diminuiranno da 45 punti a 25, permettendo a quella grande fetta di cittadini che attualmente sono stati esclusi, di rientrare pienamente.” L’Assessore Ferrari conclude: “Occorre sottolineare la fondamentale importanza della misura per combattere la povertà e favorire l’inclusione sociale grazie alla collaborazione con l’assessorato del Lavoro, nella figura dell’Assessora Gianna Pentenero, che costituisce la branca attiva della manovra, affinché questa misura non rimanga una mera forma assistenzialistica, ma faccia il salto dell’inclusività, necessaria per uscire da una condizione di povertà assoluta”.

INVITO CONFERENZA STAMPA mercoledì 1° marzo 2017 – ore 11.30

Civico Planetario “Ulrico Hoepli” Corso Venezia 57 - Milano 14

a

Fa’ la cosa giusta! 2017

Fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili edizione • 10 - 12 marzo • fieramilanocity

Presentazione della quattordicesima edizione nazionale della fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, organizzata da Terre di mezzo.

700 aziende e associazioni ospitate in 11 sezioni tematiche e 6 spazi speciali , su 32mila m2 di spazio espositivo. Un programma culturale di 300 appuntamenti tra labora tori pratici, incontri, convegni e una vera e propria accademia di cucina.

Tra le novità di quest’anno: isole di educazione al consumo, progetti che rigenerano i ter ritori investendo su bellezza e cultura, nuovi itinerari e percorsi a piedi nell’Anno Interna zionale del Turismo Sostenibile.

Intervengono alla conferenza stampa: Miriam Giovanzana , direttore editoriale Terre di mezzo Luca Dei Cas , coordinatore del programma culturale di Fa’ la cosa giusta!

Nella speranza di poterla incontrare durante la conferenza stampa, resto a sua disposizio ne per ulteriori informazioni e materiali.

Cordiali saluti, Elena Acerbi Responsabile ufficio stampa Fa’ la cosa giusta!

Main sponsor Ufficio stampa

Fa’ la cosa giusta! Elena Acerbi:

[email protected] - 345/9011715 - 02/89409670

Sara Cremaschi:

[email protected]

Marta Meroni:

[email protected]

Terre di mezzo Eventi - Via Calatafimi 10, 20122 Milano

Fa' la cosa giusta!: camminare per curarsi o cambiare vita

Il tema sarà val centro di due incontri della fiera del consumo critico (Milano, 10-12 marzo). Pazienti, operatori, persone con dipendenza, detenuti: saranno presentate "storie di vita e di speranza, ma anche di impegno e di riscatto"

02 marzo 2017 MILANO - Passo dopo passo si attraversano luoghi bellissimi e ci si confronta con la propria resistenza e forza. Quando si è un gruppo, poi, si condividono momenti di silenzio o di scherzo, ci si aiuta. Passo dopo passo, si arriva alla meta. Camminare può diventare una cura. Lo è per le persone con dipendenza da gioco d'azzardo, alcol o droghe che partecipano alle escursioni organizzate da "Passaggio chiave", rete di montagnaterapia, fondata nel 2013 da sei comunità terapeutiche e dai servizi dipendenze delle aziende sanitarie di Monza, Vimercate e Baranzate. Tra le tante imprese realizzate, anche quella di aver percorso l'anno scorso un tratto dalle via Francigena: 53 tra pazienti e operatori hanno camminato per cinque giorni da Altopascio a Siena, per un totale di 117 chilometri. "È stato impegnativo per i nostri ragazzi -racconta Lorenzo Grimaldi, educatore professionale dell'Unità Dipendenze Asst Monza-. Ma erano anche molto soddisfatti quando siamo arrivati a Siena: alcuni mi hanno detto che non avevano mai visto posti così belli. Hanno potuto immergersi nel paesaggio, camminare lentamente, gustarlo pienamente". Che la metà sia una vetta delle Alpi come quella di percorrere un sentiero pianeggiate che costeggia un lago,

il camminare può diventare uno strumento di cura importante per chi deve rompere con il gioco d'azzardo o con l'alcol o con ogni altra forma di dipendenza

. "Il cammino e la montagna permettono di conoscere il proprio corpo, sollecita a resistere alla fatica, a superare gli ostacoli e le difficoltà", sottolinea Lorenzo Grimaldi.

E il cammino come strumento per curarsi o cambiare vita sarà al centro di due incontri di Fa' la cosa giusta!, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, organizzata dal 10 al 12 marzo da Terre di mezzo

, nei padiglioni di Fieramilanocity (MM Lotto). In particolare, sabato 11 marzo, dalle 16 alle 17, verranno presentate "storie di vita e di speranza, ma anche di impegno e di riscatto", come quella di Fabrizio Pepini che, dopo aver scoperto di avere una malattia considerata incurabile, ha deciso di lottare, sottoponendosi alle cure mediche e ha iniziato a camminare: in cinque anni ha percorso circa 18 mila chilometri ed è appena tornato dal suo nono Cammino di Santiago. Interverranno anche Lorenzo Grimaldi e Fabiano Gorla, coordinatore della comunità terapeutica “Il Molino della Segrona” con la sua esperienza di cammino per detenuti. Ci saranno anche Laura Bonetti e Marco Rovati di “2 cuori in cammino” che hanno raggiunto pochi giorni fa Santiago di Compostella per raccogliere fondi per l’acquisto di un ecografo per la prevenzione dei tumori al seno. Domenica 12 marzo, alle ore12, si terrà invece l'incontro "

Lascio tutto, cambio vita".

Storie di uomini e donne che la svolta l'hanno realizzata coi piedi, macinando migliaia di chilometri. Interverranno Marco Maccarini, volto radiotelevisivo e camminatore, Elisabetta Cerea, psicoterapeuta, e i camminatori Andrea Polidoro, Claudio Pelizzeni e Paolo Cignini. "Le motivazioni per cui si inizia un cammino sono veramente tante -racconta Alberto Pugnetti, fondatore di Radio Francigena -. La motivazione religiosa riguarda solo il 10% delle persone. Per tutte le altre è un mettersi in gioco, è dare qualcosa di nuovo alla propria vita. Si affronta il malessere, lasciando tutto e mettendosi a camminare. C'è poi chi torna anche al proprio lavoro, dopo un periodo più o meno lungo. Ma c'è anche chi trova anche una nuova professione nel mondo dei cammini, come scrittore, documentarista o guida". (dp) Redattore Sociale

No-mafia bike tour e passeggiate interculturali: turismo consapevole a Fa' la cosa giusta!

Il 2017 è l'Anno internazionale del turismo sostenibile. In Italia associazioni e cooperative sociali propongono itinerari che permettono di conoscere da vicino esperienze di riscatto e di valorizzazione dei territori

03 marzo 2017 MILANO -

Dal No-mafia bike tour alla passeggiate urbane interculturali: c'è anche un turismo che mira a conoscere persone ed esperienze radicate nei territori che si visitano.

A

Fa' la cosa giusta!

una sezione è dedicata al

Turismo consapevole

. Il 2017, del resto, è l'Anno internazionale del turismo sostenibile e nella fiera dedicata al consumo critico e agli stili di vita (10-12 marzo, Fieramilanocity), sono numerose le proposte di itinerari e percorsi di turismo diverso da quello di massa, usa e getta. E così per chi cerca una vacanza all'insegna della legalità, SloWays propone il

No-Mafia Bike Tour

: progetto realizzato in collaborazione con l'associazione Addiopizzo per promuovere gli operatori turistici che rifiutano di pagare gabelle alle organizzazioni criminali. Si viene accompagnati da guide locali esperte o, grazie ad un'app per smartphone, ci si può muovere autonomamente. La cooperativa Viaggi Solidali propone, oltre che mete in Africa, America Latina e Mediterraneo, anche migrantour:

passeggiate urbane interculturali

accompagnate da migranti, in alcune grandi città italiane. La bicicletta, inoltre, è uno dei mezzi migliori per un turismo consapevole e lento. Tra gli espositori che si occupano di cicloturismo sarà presente Girolibero che dal 1998 organizza viaggi in bici. Partiti da un parco iniziale di 24 biciclette, ora ne ne contano 1.200, con un catalogo di oltre 200 itinerari in tutto il mondo, dalla classica ciclabile del Danubio, fino alla scoperta di New York in bici e agli esotici tour di Madagascar e Vietnam. Per gli amanti delle vacanze a piedi, con la Compagnia dei cammini sarà possibile scoprire nuovi percorsi, viaggi a piedi in compagnia degli asinelli o esperienze di meditazione camminata. La scoperta dello “spirito del luogo”, da soli, in gruppo o con la propria classe, sono l’obiettivo degli itinerari di Panda Trek, associazione milanese che organizza viaggi a piedi o in bicicletta.

Per chi invece preferisce le vacanze comode, ma autogestite, il Gruppo Italiano Amici della Natura propone il proprio circuito di 1200 case vacanza sparse in tutta Europa

. Queste case, offerte ai soci in autogestione, offrono, oltre a un ambiente naturale con attività per accrescere il senso di rispetto e di consapevolezza, uno stile diverso di intendere il turismo, incoraggiando gli aspetti socializzanti. Spazi comuni in cui ognuno è libero di muoversi e una gestione comunitaria della casa stimolano la costruzione di relazioni umane. © Copyright Redattore Sociale

XXII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie " Luoghi di speranza, testimoni di bellezza”

Cari e care quest’anno la

XXII “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”

si svolge in Calabria, a Locri, su precisa richiesta dei famigliari delle vittime innocenti calabresi, delle rete regionale di Libera e del Monsignor Francesco Oliva, Vescovo di Locri- Gerace. Replicando la “formula” adottata l’anno scorso, Locri sarà il 21 marzo la “piazza” principale,

ma simultaneamente in oltre 4000 luoghi d’Italia,

– scuole, associazioni, università, fabbriche, parrocchie – verranno letti i nomi delle vittime innocenti delle mafie.

Nella nostra regione la piazza principale sarà

VERBANIA

; a tutte quelle realtà, associazioni, scuole, università, parrocchie, cooperative, che per diversi motivi o impegni improrogabili non potranno sospendere le loro attività per partecipare all'appuntamento regionale,

chiediamo di essere uno dei quattromila luoghi del 21 marzo,

esponendo il materiale comunicativo, fermandosi insieme al resto d’Italia per ricordare le oltre 900 vittime innocenti delle mafie con la lettura dei nomi o un momento di silenzio facendosi portavoce di una richiesta di verità e giustizia. A sottolineare – non solo simbolicamente – che per contrastare le mafie e la corruzione occorre sì il grande impegno delle forze di polizia e di molti magistrati, ma prima ancora occorre diventare una comunità solidale e corresponsabile,

che faccia del “noi” non solo una parola, ma un crocevia di bisogni, desideri e speranze.

Volti di un Paese magari imperfetto, ma pulito e operoso, che non si limita a constatare ciò che non va, ma si mette in gioco per farlo andare.

Per qualsiasi ulteriore informazione e segnalare i luoghi dove si svolgeranno iniziative e letture dei nomi, in modo da aggiornare in tempo reale elenco sul sito nazionale scrivere a [email protected]

Libera Piemonte – Corso Trapani 91 10141 Torino – 011.3841081 fax 011.3841031 [email protected]

www.liberapiemonte.it

NOVARA Ce.Fo.V. LE SFIDE DELLA FAMIGLIA RELAZIONI USA E GETTA: LA CULTURA DEL PROVVISORIO

Prof. Giannino Piana., Teologo Moralista, Università di Urbino

Giovedì 16 Marzo 2017 ORE 21,00 SALA CONFERENZE DEL CENTRO DI CONSULENZA FAMILIARE VIALE FERRUCCI 14 NOVARA

Centro di Formazione per la Coppia, la Famiglia e il Volontariato Web: www.ccf-novara.it Email: [email protected]

NOVARA

SETTIMANA MONDIALE DEL CERVELLO 2017 PENSIERI PER LA TESTA

La "Settimana del Cervello" è una ricorrenza annuale dedicata a sollecitare la pubblica consapevolezza nei confronti della ricerca sul cervello. Coordinata dalla European Dana Alliance for the Brain in Europa e dalla Dana Alliance for Brain Initiatives negli Stati Uniti, la Settimana del Cervello è il frutto di un enorme coordinamento internazionale cui partecipano le Società Neuroscientifiche di tutto il mondo. L’argomento selezionato per l’edizione 2017 è “Curare il cervello migliora la vita”

Pensieri per la testa

è, infatti, il titolo della rassegna d’incontri organizzata in collaborazione con

Circolo dei lettori

e

Libreria Lazzarelli

promuovere i tre per sensibilizzare anche la comunità novarese sui progressi della ricerca e sulle terapie sviluppate per la prevenzione e la cura delle malattie neurologiche e psichiatriche, ma anche

Fondi Patrimoniali legati al tema delle neuroscienze

e

raccogliere donazioni

in loro favore. Tre illustri esponenti della cultura contemporanea, come

Marco Malvaldi

(17 marzo),

Armando Massarenti

(28 marzo) ed

Edoardo Boncinelli

(30 marzo), guideranno il pubblico nei meandri della mente e, traendo spunto dalle riflessioni contenute nei loro ultimi lavori, da poco dati alle stampe, tenteranno di aprire nuove e interessanti prospettive sul tema del

pensiero

, inteso come

azione

ed

emozione

, le stesse che trovano espressione nei campi della scienza, della filosofia, della letteratura, dell’etica. La nostra Fondazione sostiene la comunità

Settimana del cervello

-

commenta il presidente della

FCN

,

Cesare Ponti

- in quanto occasione per confrontarsi e porsi delle domande. Non solo sui progressi nell’ambito della ricerca, sulle terapie delle malattie neurologiche e psichiatriche e sulla prevenzione, ma anche sul pensiero stesso, che è componente fondante del singolo e strumento di condivisione di idee, progetti e buone prassi all’interno della Tutti gli incontri si svolgeranno nella Sala del

Circolo dei Lettori di Novara

(Complesso Monumentale del Broletto – via Fratelli Rosselli, 20) e saranno ad

ingresso libero e gratuito

fino a esaurimento posti. “I tre autori in rassegna - nostra civiltà.”

commenta

Paola Turchelli

, responsabile della sede di Novara del

Circolo dei lettori

– sanno ricreare "una stanza tutta per sé", ciascuno a suo modo, in cui la cultura umanistica e quella scientifica trovano non solo una congiunzione ma, per certi versi, diventano un ambito unico, in cui ritrovare le radici della

Di seguito, il programma degli incontri Venerdì 17 Marzo ore 21 Marco Malvaldi dialoga con Massimo Debernardi Martedì 28 Marzo ore 18.30 Armando Massarenti dialoga con Alessandro Barbaglia Giovedì 30 Marzo ore 18.30 Edoardo Boncinelli incontra il pubblico

Bandi CST 2017

Scuola - Volontariato

e

Assistenza

Il CST propone alle associazioni due bandi per sostenere le loro attività.

Il Bando Scuola - Volontariato

e il

Bando di Assistenza 2017

.

BANDO SCUOLA - VOLONTARIATO 2017

Il Centro di Servizio Centro Solidarietà e Sussidiarietà – Servizi per il territorio (CST), nel perseguire l’obiettivo di sostenere e qualificare l’attività di volontariato, emana un bando per raccogliere idee progettuali volte a favorire la crescita della cultura della solidarietà negli studenti delle Scuole di ogni ordine e grado della provincia di Novara e della provincia del Verbano Cusio Ossola. Le idee che supereranno la procedura concorsuale saranno trasformate in progetti e realizzate direttamente dal CSV, con la collaborazione delle OdV proponenti e di ogni altra OdV o soggetto diverso da OdV interessati a partecipare al progetto. Il CSV sarà l’unico responsabile dell’attuazione dei progetti; alle OdV non sarà erogato alcun contributo. Per la realizzazione dei progetti, sarà utilizzato apposito impegno di spesa che ammonta ad euro 15.000,00 Le idee progettuali devono essere finalizzate a favorire la crescita della cultura della solidarietà negli studenti delle Scuole di ogni ordine e grado della provincia di Novara e della provincia del Verbano Cusio Ossola e possono riguardare il volontariato nel suo insieme oppure singoli settori; devono avere ad oggetto interventi da svolgersi nelle Scuole del territorio della provincia di Novara e della provincia del Verbano Cusio Ossola; non devono prevedere attività di studio e ricerca; non devono prevedere l’acquisto o la ristrutturazione di beni immobili; non devono prevedere attività di formazione; non devono essere dirette a sostenere la gestione di attività usualmente svolte dai soggetti proponenti.

BANDO DI ASSISTENZA ANNO 2017

Il CST, nel perseguire l’obiettivo di sostenere e qualificare l’attività di volontariato, emana un Bando per la presentazione di progetti di Assistenza elaborati da Organizzazioni di Volontariato della provincia di Novara e della provincia del Verbano Cusio Ossola. Per il sostegno dei progetti che saranno dichiarati ammissibili, sarà utilizzato apposito impegno di spesa che ammonta ad euro 25.000,00 Le risorse del Bando saranno assegnate sulla base di due distinte sessioni nell’arco dell’anno, che avranno i seguenti termini di scadenza: 31/03/2017 (per un impegno di spesa pari ad € 15.000,00) e 30/09/2017 (per un impegno di spesa pari ad € 10.000,00). Ogni OdV può partecipare a tutte le sessioni del Bando, salvo risulti vincitrice come unica proponente o capofila già in una sessione. Il sostegno dei progetti da parte del CSV si realizzerà esclusivamente tramite l’erogazione di servizi; non sarà erogato all’OdV alcun contributo. Possono partecipare al presente Bando le OdV che alla data del 30/03/2017 risultano “accreditate presso il CSV”. I progetti devono essere finalizzati a raggiungere l’obiettivo di assistenza, inteso come sostegno sporadico e non continuativo dell’attività tipica dell’OdV, sia interna sia esterna, ossia verso gli utenti finali dell’OdV e devono svolgersi prevalentemente sul territorio della provincia di Novara e della provincia del Verbano Cusio Ossola Per informazioni rivolgersi a:

www.ciesseti.eu [email protected]

ARONA

GOZZANO

PROGETTO”FACCIAMO CENTRO”

In occasione della prossima

festa di San Giuseppe

, la

Casa San Giuseppe – Opera don Guanella

di Gozzano organizza un pomeriggio di giochi e laboratori rivolti ai bambini del territorio. L’evento si svolgerà

venerdì 17 marzo

dalle

ore 15

. La ricorrenza rappresenterà un’occasione importante per ricordare a ragazzi e famiglie il

valore educativo del lavoro col legno,

proposto come strumento ideale per lo sviluppo e la valorizzazione delle potenzialità creative dei minori a rischio disagio nel progetto

Facciamo centro!

, sostenuto dalla

FCN

sul

Bando 4/2016

e che, di fianco al laboratorio di falegnameria, prevede anche un percorso di consapevolezza e di lavoro sulle emozioni attraverso lo strumento della

zooantropologia didattica

. Il progetto vuole offrire una risposta qualificata al bisogno di sostegno, recupero, socializzazione e aggregazione dei minori in età evolutiva e a rischio disagio, che frequentino o meno la

Casa San Giuseppe dell’Opera don Guanella

. Accanto al sostegno didattico e alla promozione di attività ludico educative, il progetto intende anche realizzare interventi mirati sulle famiglie dei ragazzi coinvolti, tentando di attivare una efficace

alleanza scuola/famiglia/territorio

, che sappia offrire risposte tagliate sulle specifiche esigenze e contribuire a rivalutare l’importanza della relazione educativa genitori/figli nei nuclei più fragili.

R A D I I C A T I I N E L F U T U R O , , C U S T O D I I D E L L ’ ’ E S S E N Z I I A L E

per un’AC partecipe e responsabile XVI Assemblea di Azione Cattolica Piemonte Valle d’Aosta Consiglio Regionale elettivo

26 marzo 2017

Altavilla d’Alba – Casa esercizi spirituali ore 8.45 – 17.45

NOVARA

I

nizio di marzo piuttosto affollato di iniziative, tutte o quasi tese a ricordare che marzo martedì 14 marzo) ecco i primi appuntamenti del cineforum: 4 e 5 MARZO SEMINARIO CON BRUNO FORNARA (Araldo) 6 MARZO presso CIRCOLO XXV APRILE VIVERE ALLA GRANDE, documentario sul gioco d'azzardo.

7 MARZO proiezione speciale di FIGLI DELLA LIBERTA' in collaborazione con Movieday (entrata su prenotazione presso il sito) Per la serata dell'8 marzo all'Araldo, in collaborazione con Amnesty International, e la presentazione del libro fotografico di Carla Moro LA BELLEZZA NEGATA

UNITA' 26 febbraio 2017 Mo n i to r

Enzo Risso

DIRET TORE S CIENTIFICO S WG l

Un terzo della popolazione vive in condizioni di difficoltà economica Da troppo tempo si cumulano insidie, rabbie, rancore e ansie. Il Paese attende risposte

1

Le emozioni degli italiani

Tra le sguenti, quali sono le emozioni che prova piu spesso in questo periodo?

42 % Variazione % rispetto a ottobre 2016 +6 % Disgusto Rabbia Tristezza Paura Attesa Fiducia Tranquillità Serenità 5 % 5 % 9 % 18 % 24 % 25 % 36 % +3 % -6 % -1 % -7 % +2 % -3 % -1 % 2

Le prospettive per i figli

E rispetto alle prospettive del paese, quali sono secondo lei i principali rischi per il futuro dei suoi figli? Il rischio è che l’Italia diventi ...

3

Le fratture sociali più sentite

Nella realtà quotidiana, secondo lei quali dei seguenti poli di conflitto tra le persone sono molto forti ancora oggi (1 = poco forti e 10 = molto forti) Un paese con grandi ingiustizie sociali Un paese precarizzato Un paese povero Un paese con troppi stranieri Un paese senza identità Un paese degradato sul piano ambientale Un paese pericoloso Nessuno di questi Non sa non risponde 2 % 6 % 12 % 11 % 24 % 20 % 34 % 33 % 41 % Onesti-Furbi Ricchi-Poveri Lavoro stabile-Flessibile Equità-Diseguaglianza Immigrati-Prima gli italiani Tasse-Libertà d’impresa Chi può-Non può consumare Insicurezza-Sicurezza Popolo-Elite Esclusi-Inclusi Nell’euro-Fuori dall’euro Italia-Europa Periferia-Centro 7,3 7,5 7,3 7,3 7,2 7,1 6,8 6,8 6,6 7,6 7,8 8,0 8,0 Diff. rispetto dic. 2016 -0,1 = +0,5 = +0,3 = -0,2 = / = / / +0,5

U

na donna deceduta per il duro lavoro cui era sottoposta nelle campagne pugliesi.

Migliaia di giovani che vivono di lavoretti, pagati con pochi spiccioli l’ora.

Il calo del 37% dei contratti a tempo indeterminato, non appena finiti gli incentivi fiscali (dati Inps) e la crescita costante, anche se rallentata, dei voucher (+3,9% a gennaio 2017 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). Sono le notizie che hanno campeggiato questa settimana e che mostrano un Paese piuttosto lontano dai temi su cui la politica discute, si separa o vivacchia (aggrappandosi al limbo dell’indecisionismo e dell’incompetenza come mostra il caso dei Cinquestelle a Roma). Un Paese per certi versi sconosciuto: di cui si dimentica che un terzo della popolazione vive in condizioni di difficoltà economica e di cui si rimuove l’evoluzione sociale degli ultimi 15 anni, con il ceto medio quasi dimezzato rispetto al 2002 (allora si collocava nel ceto medio il 70% degli italiani, oggi si è ridotto al 42%). Una nazione in cui più di metà degli occupati denunciano un clima gelido nella propria azienda, un’atmosfera asfittica, in cui è difficile veder riconosciute le competenze, incentivate professionalità e capacità (solo il 28% degli italiani sostiene che nella propria azienda è apprezzato chi esegue il proprio lavoro con originalità). Un’Italia in cui le famiglie (a prescindere se sposate o di fatto) sono segnate dallo stress della gestione del quotidiano, inquietate dalla crisi economica e dall’incertezza lavorativa (Il 23% denuncia uno status di costante instabilità lavorativa, mentre il 19% evidenzia la permanente difficoltà a far quadrare i conti ogni mese).

Nuclei familiari marcati dalle ansie per i figli, dalla fragilità di comunicazione e dall’e g oismo dei componenti. Nell’Italia di oggi i sentimenti dominanti restano il disgusto (42%) e la rabbia (36%), mentre un terzo degli italiani si dimostra saldamente antieuropeista e anti-euro. Cresce, intanto, la simpatia verso il leit motiv “prima gli italiani” (piace al 42% delle persone, con uno sfondamento anche tra le fila degli elettori di centrosinistra e grillini), nel momento in cui il perdurare dei fatti corruttivi, degli scandali e delle inchieste, sospingono la sensazione di essere guidati da una classe dirigente (non solo politica, ma anche imprenditoriale e culturale) debole, mediocre e inadeguata.

Nel corso degli ultimi anni si sono affermate anche nuove e consistenti faglie sociali.

Fratture che si muovono al di sotto della superficie e marcano i sentiment delle persone.

Al primo posto c’è la faglia tra onesti e furbi, con il suo portato di insofferenza verso le tangenti, ma anche verso i furbi, i furbetti e i furbettini. Segue, per dimensione e peso, la frattura tra ricchi e poveri, trascinando con sé il senso d’ingiustizia e iniquità verso la società odierna e il rancore verso un sistema politico che non riesce a cogliere l’emerg enza diseguaglianze sociali che sta avanzando.

Lievita la faglia immigrati-italiani e con essa il rischio di tensioni, nonché il bisogno di chiusura e difesa da chi viene. Permangono le tensioni rispetto all’Europa, e l’euro, mentre ritorna a fare capolino la frattura tra periferia e centro, specie nelle grandi città.

L’Italia è un Paese inquieto, in cui tutto sembra scorrere nonostante tutto, ma si stanno cumulando, da troppo tempo, insidie e rabbie, rancore, ansie e paure. L’Italia assomiglia sempre di più a una polveriera, segnata dal risentimento e dalla sensazione di essere incamminati su un percorso buio e irto di 4

Uscita Unione Europea ed uscita Euro - serie storica

% di quanti vorrebbero che l’Italia uscisse da ...

...dall’ Euro ...dall’ Unione Europea 36 % 30 % 30-giu-2012 5

L’importanza di fare politica oggi

Quanto è importante fare politica oggi? (Risponde segmento 18-34 anni) Molto abbastanza poco per niente non saprei Condizione socio-economica Molto abbastanza totale molto+abbastanza poco per niente totale poco+per niente non saprei 5 % 7 % 32 % 30 % 26-set-2012 15 % 21 % 35 % 32 % 30-nov-2012 Totale 21 52 73 15 5 20 7 Buona 27 57 84 8 6 14 2 11-gen-2013 52 % 33 % 30 % 73 % 20 % Critica 15 39 54 19 9 28 18 ostacoli, sulla via di una società che lascerà ai propri figli un mondo più precarizzato e instabile, più povero e senza identità. Nel corso degli ultimi venti anni sono avvenute anche alcune trasformazioni significative negli asset valoriali degli italiani. Il fallimento liberista ha riaperto la riflessione sull’esigenza di una società in cui il materialismo non sovrasti e cancelli l’impegno morale; in cui la crescita sia marcata dal tratto della sostenibilità (ambientale, sociale, territoriale); in cui la comunità torni ad essere un attore e un fine dell’agire economico e non sia più slegata dai comportamenti imprenditoriali; in cui la vulnerabilità delle persone e le differenze sociali vengano limitate da opportunità e da un nuovo senso di comunità e fiducia.

Nel nostro Paese insieme alla tono rancoroso, avanza anche il bisogno di una nuova dimensione comunitaria, edificata sull’agire composito e intrecciato di tre item: onestà, rispetto e giustizia sociale. A sancire e sostenere questo nuovo bisogno comunitario, torna la voglia di fare politica; cresce la ricerca di nuovi collanti sociali, il desiderio di contribuire a uno scopo comune (33%), il bisogno di fare cose con gli altri (27%), di mettersi insieme, di non essere più solo monadi dedite al mero consumo, ma di tornare a conoscersi e ri-conoscersi, a sperimentare il valore del condividere. Il Paese che siamo ha bisogno di futuro e appare desideroso di affrontare alcune sfide: La prima è quella della crescita armonica e della ricomposizione dei tanti “d iv i d e”. È la spinta a un modello di sviluppo capace di intervenire sugli squilibri attuali: quelli tra natura ed economia; tra business e benessere umano; tra ricchi e poveri; tra finanza e impresa; tra persone e tecnologia; tra consumi e consumatori; fra proprietà e lavoro; fra individui e comunità; fra generazioni; fra immigrati e italiani; fra Stato e comunità.

La seconda sfida potrebbe essere rubricata sotto il titolo di “imparare a pensare agli altri e non solo a se stessi”. È la consapevolezza, per ora appena maggioritaria, che non si risolvono i problemi chiudendo le porte, erigendo muri, ma cercando soluzioni generali, visionarie e

Il bisogno di una nuova comunit à Al centro: one stà e giustizia so ciale

lungimiranti. È la consapevolezza che se non ci si mette su questa strada, la soluzione serrante resta l’unica agibile.

La terza sfida è quella che chiama in causa la politica; che spinge verso una politica che non lascia spazi agli affaristi, ai cacciatori di poltrone, ai politicanti e neanche agli apprendisti stregoni di varia natura, agli improvvisatori, agli antipolitici che si fanno politici.

Una politica che si sa reificare sulla volontà di cogliere e costruire il futuro, sull’impegno personale, sul mettersi al servizio del bene pubblico, sul costruire beni di cittadinanza.

La quarta sfida riguarda la società 4.0. Nella nuova epoca dell’economy e dell’industria 4.0, occorre gestire i cambiamenti senza scaricare i costi sociali sulle persone o sulla collettività, evitando di generare nuovi “d iv i d e” e puntando a costruire un’economia comunitaria e cooperativa, dei saperi, dei salari giusti e dell’i n c l u s i o n e.

Infine, la sfida della “vo l o n t à ” della speranza.

La voglia di fare e guardare oltre, di pensare al domani, ma anche come antidoto alla rassegnazione, come forza dinamica per non fermarsi mai.

La volontà della speranza, come patto con il futuro e come impegno, che ciascuno si assume, per fare la propria parte e per migliorare il nostro Paese.

l’Unità

Domenica, 26 Febbraio 2 0 17