[N-EMP - 7] NAZIONE/GIORNALE/EMP/09 07/03/17

Download Report

Transcript [N-EMP - 7] NAZIONE/GIORNALE/EMP/09 07/03/17

CAMPIONATO GIORNALISMO
MARTEDÌ 7 MARZO 2017
Classe II C
“Boccaccio”
Certaldo
7
I limiti del ‘mondo social’
Se il virtuale sostituisce il reale nascono molti problemi tra i giovani
GENERAZIONE
“@-social”.
Quando il mondo virtuale sostituisce quello reale. La nostra è la generazione di internet, dei contatti in
tempo reale, dei social. Trascorriamo gran parte del tempo online, ossessionati dal numero di ‘like’ da
raggiungere e poco interessati a coltivare i rapporti umani: uno sguardo, un sorriso, un profumo, un abbraccio sembrano non avere più significato e stiamo correndo il rischio di perdere la capacità di comunicare.
Ma perché ciò che ci permette di tenere il mondo a portata di click,
nello stesso tempo sta creando solchi apparentemente incolmabili
tra noi adolescenti? In realtà, ci siamo posti la questione dopo aver visto, in classe, il cortometraggio “Oltre lo schermo”, presentato al Social Word Festival di Vico Equense. Del corto ci ha colpito come le
nuove tecnologie abbiano influenzato il modo di relazionarsi tra persone fisicamente vicine ma affettivamente lontanissime.
Come una madre può non accorger-
Nel disegno la rappresentazione delle abitudini dei ragazzi
si del ritorno a casa, da scuola, del
figlio, semplicemente perché occupata al telefono, il che non le dà il
tempo di chiedere al suo bambino
come si sia svolta la giornata? Come una bambina, appena sveglia,
può mettersi a giocare con lo smartphone, anziché cercare la sua bambola preferita? Come una ragazza
può vivere la sua storia d’amore attraverso un telefono, anziché corre-
re dal ragazzo che le fa battere il
cuore?
Esempi emblematici che ci hanno
spinti a chiederci: «È a questo che
ci ha condotti la nostra tanto acclamata era digitale?». Dietro i volti
di ciascuno di quei personaggi,
ognuno di noi ha rivisto se stesso e
le nostre riflessioni su quanto l’uso
smisurato dei social ci stia rendendo un po’ aridi ed incapaci di vive-
re pienamente gli affetti, si sono
susseguite.
Instagram, Whatsapp, Facebook,
Snapchat, stanno minando le nostre capacità relazionali, forse perché abbiamo dato loro la priorità,
forse perché è più difficile parlare a
viso aperto, fare i conti con i nostri
stati d’animo, abbracciare chi amiamo! Ci limitiamo a mandarci un
messaggio con un po’ di emoticons, a camminare a testa bassa senza prestare attenzione a ciò che ci
circonda, perché quegli schermi ci
proteggono dalle nostre emozioni e
ci fanno credere di poter fare o dire
qualsiasi cosa.
La verità, però, è che uno ‘smile’
non può sostituire la bellezza di un
sorriso ed un cuoricino non può
spiegare l’intensità di un legame.
Pertanto, come fanno i protagonisti alla fine del cortometraggio, spegniamo ogni tanto i nostri dispositivi elettronici e lasciamo che si accendano i nostri sentimenti, senza
aver paura di mostrarli agli altri
perché, in fondo, non c’è niente di
più bello del guardarsi semplicemente negli occhi!
IL SONDAGGIO I RAGAZZI HANNO SENTITO GENITORI E NONNI SUL MODO DI PARLARSI DI QUALCHE TEMPO FA
Dialogo o telefonino, generazioni a confronto
Una striscia dei Peanuts
sull’invasività dei social network
GENERAZIONI a confronto: le risposte di Certaldo. «Ai miei tempi non andava così, si dialogava molto, si leggeva di più, ci si doveva incontrare per parlarsi». «Dove sono finite le lunghe chiacchierate?».
«Oggi, voi ragazzi, trascorrete le ore, ipnotizzati, a fissare uno schermo». Questi sono solo alcuni dei discorsi che sentiamo continuamente da parte dei nostri nonni o dei nostri genitori.
Così, riflettendoci sopra, ci siamo chiesti come fossero quei bei tempi andati di cui i nostri familiari parlano, spesso, con evidente nostalgia. Quindi, meglio ieri o oggi? Per provare a dare una risposta a questa
domanda, alcuni di noi sono andati in giro per il paese a sentire il parere della gente, mentre altri hanno
discusso la questione con i propri nonni.
Elena: «La tecnologia è un mezzo di comunicazione
e di conoscenza, ma ha ridotto al minimo la capacità
di dialogare, perché il semplice guardare negli occhi
una persona è cosa ormai rara. Da un punto di vista
lavorativo e scolastico, invece, offre tante opportunità».
Carmine: «I social sono il futuro: agevolano le conoscenze ma ne peggiorano la qualità». Nonna Lucia:
«La tecnologia è negativa perché non c’è più tempo
per parlare. Mi piaceva di più il modo di interagire
del passato, perché ascoltavo i racconti della nonna,
considerati oggi una perdita di tempo. Molto meglio
andare in giro a catturare i Pokemon!».
Altri intervistati, con tono malinconico, ci hanno
parlato di quanto fosse bello scriversi, di quel
soave profumo della carta da lettere, del tempo speso
a pensare a cosa scrivere ma, soprattutto, della
bellezza dell’attesa di quella lettera che sembrava
non arrivare mai…
LA REDAZIONE
La pagina è stata realizzata dagli studenti:
Emma Alfani, Giulia Arfaioli, Martina Bardi, Riccardo Bigazzi, Alice Cavallini, Mohamed Diouf, Viola Gangoni, Lucrezia Giovannetti, Chiara Giusti, Eleonora Guazzini,
Adam Lakbuichy, Claudia Li, Beatrice Marconi, Giorgio Mazaj, Elia Mazzoni, Gianluca
Merlini, Olimpia Migliorini, Arona Ngom,
Stefano Oddo, Silvestro Oliva, Michele Palmieri, Elena Sanni, Marta Spacone, Letizia
Tanzini, Alessio Zenuni.
Il tutor è la professoressa Lucrezia d’Epiro.
Il dirigente scolastico è il professor Fiorenzo Li Volti.
LA RIFLESSIONE
«Il cellulare
non inghiotta
la personalità»
IL NOSTRO interesse non
è quello di demonizzare i social né di condannarne
l’uso ma di rivolgerci ai nostri coetanei e, in un certo
senso, anche a noi stessi,
perché la nostra personalità
non può venire ‘inghiottita’
da uno smartphone. Noi nativi digitali abbiamo tante
opportunità, svariati stimoli, infinite finestre aperte
sul mondo. Tuttavia, ciò
non deve mai farci perdere
il contatto con la realtà,
chiuderci in noi stessi, aver
paura di raccontare e di raccontarsi. A volte sembriamo presi dall’ossessione di
inviarci continui sms, di
condividere foto e video;
nessuno di noi uscirebbe di
casa senza prima aver preso
il cellulare.
Inimmaginabile vivere ‘offline’. Sui nostri profili social abbiamo tanti amici,
ma quando sentiamo il bisogno di confrontarci con
qualcuno, spesso non ci riusciamo, perché forse ci sentiamo inadeguati se non c’è
internet a ‘proteggerci’. Ci
capita di uscire e di prestare
più attenzione a quanto scrivere sui nostri blog che alle
parole di un amico a cui, magari, serve un consiglio o un
conforto. Pertanto, è quando internet ci impigrisce, ci
isola, ci porta a dare più valore all’apparenza che alla
sostanza, ci spersonalizza,
ci separa dagli altri e da noi
stessi, che il suo uso è sbagliato. Allora, sì ai social ma
adoperiamoli in modo corretto, perché là fuori c’è la
vita ad aspettarci ed a chiederci di viverla, guardandola dritta in faccia.
••