Numero 22 - 05 Marzo 2017 - Basilica Parrocchia Santa Fara

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Transcript Numero 22 - 05 Marzo 2017 - Basilica Parrocchia Santa Fara

“Sono giunte le nozze dell’Agnello, la sua Sposa è pronta”
Anno XXV - n. 22 - Bari, 5 Marzo 2017 - 1a Domenica di Quaresima - Anno A
di D. Mario Castellano, Direttore Ufficio Liturgico e Ufficio Pastorale
Il tempo della Quaresima si apre con l’invito di
Dio, espresso dal profeta Gioele: «Ritornate a me con
tutto il cuore» (Gl 2,12). È il desiderio più profondo
del Padre: che i suoi figli tornino alla comunione con
Lui; ed è il bisogno più autentico di ogni uomo e di
ogni donna: ritornare alla bellezza delle origini,
quando Dio «creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò» (Gn
1,27). Se c’è una nostalgia divina nel cuore dei figli,
tante volte inascoltata e inespressa, prima ancora ce
n’è una che abita il cuore del Padre. È manifestata da
subito, nell’istante stesso in cui la creatura con la sua
disobbedienza rifiuta la vita divino-umana, infrange
la sua ‘comunione’ con il Creatore, imbrattando la
somiglianza con Lui, fino a renderla illeggibile nella
sua esistenza. «Dove sei?» (Gn 3,9) è la domanda
che il Padre rivolge al figlio che tenta di nascondersi
per la vergogna della sua ‘nudità’, segno di fragilità e
vulnerabilità di una umanità ‘individuale’ che ha
smarrito la luce dell’identità ‘personale’ e ‘comunionale’ con la donna e, insieme a lei, con il Padre. Da
quel momento Dio non ha mai smesso di cercare i
suoi figli per ricondurli a sé. Si è messo sui nostri
passi per inseguirci, facendosi vicino ai nostri fallimenti, piegandosi sulle nostre ferite, fino a «dare il
Figlio unigenito» perché in noi tornassero a risplendere la sua ‘immagine’ e la sua ‘somiglianza’. È il
senso dell’icona - tratta dai mosaici della cupola della
Genesi nella Basilica di San Marco a Venezia - che ci
sta accompagnando durante questo anno e che contempleremo soprattutto in questa Quaresima. Come
ha scritto il nostro Arcivescovo già nell’introduzione
della traccia pastorale di quest’anno: “è il Signore
stesso, nelle fattezze del Verbo, che guida. Pone deli-
Giovedì 9 Marzo
“Un amore accompagnato
dalla misericordia”.
Adamo ed Eva: le ferite
delle famiglie.
Catechesi Parrocchiale ore 20:00
Salone San Francesco.
catamente le mani
sulle spalle; incoraggia senza forzare,
resta indietro, quasi a
proteggere, a non invadere, mentre si
schiude la porta che
chiama al cammino,
al futuro, alla storia.
Il Signore stesso
«scende», fino alla
soglia in cui il Regno dei Cieli diventa Regno della
terra, e stende le sue mani sulla coppia: uomo e
donna”. E per il tempo della Quaresima mons. F. Cacucci esplicita: “più che la cacciata dal paradiso terrestre, in questa scena vediamo descritta, in modo
mirabile, la misericordia di Dio che si manifesta in
Gesù, il quale, amorevolmente (non con la spada di
fuoco) accompagna Adamo ed Eva verso il mondo,
dopo aver ricoperto le loro nudità di vesti… Non è
una fine, ma un nuovo inizio, e forse il vero inizio
della storia: dal grembo della misericordia”. Proprio
da questo grembo vogliamo ripartire perché a quel
grembo, che è la Vita del Padre, la nostra umanità ferita deve tornare. La strada del ritorno, però, non è
affidata alle nostre forze e ai nostri sforzi. Per realizzare questo il Figlio non si limita ad accompagnarci
indicandoci la strada del ritorno, è Lui stesso che ci
riapre l’accesso al “giardino” della comunione e
della partecipazione a quella Vita alla quale da sempre siamo chiamati. L’immagine del “giardino” è richiamata nel tempo pasquale come segno del compimento dell’amore del Padre: è “il giardino della
creazione, il giardino del Cantico, e il giardino del
paradiso aperto dal Cristo: compimento dello sposalizio con l’umanità attraverso il giardino della passione (Gv 18,1), della crocifissione e morte (Gv 1941-42) e della risurrezione (Gv 20,11-18)”. La Pasqua, alla quale la Quaresima conduce, ci ricorda che
Cristo è il nuovo Adamo e Maria è la Donna nuova,
la Chiesa. “Nell’ora della croce, talamo nuziale,
viene alla luce la vera coppia originaria, archetipa:
Cristo e la Donna sono, nella profondità del Mistero,
il primo Adamo e la prima Eva” (G. Mazzanti). Lo
esprime in modo mirabile Giacomo di Sarug, autore
siriaco e vescovo del V secolo: «Il fianco dello Sposo
è stato trafitto e da esso è uscita la Sposa, compiendo
il tipo offerto da Adamo ed Eva (…). Il promesso
Sposo fece entrare la figlia
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Santa Fara n. 22
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del giorno in un nuovo grembo, e le acque di prova
del battesimo furono nelle doglie e la partorirono:
Egli rimase nell’acqua e la invitò: essa scese si ammantò di luce e risalì; nell’eucaristia lo ricevette, e
così le parole di Mosè che i due saranno uno furono
provate. Dall’acqua deriva la casta e santa unione
della Sposa e dello Sposo, uniti in spirito nel battesimo… Quale sposo muore per la sua sposa, tranne
nostro Signore? Quale sposa ha scelto un trucidato
per marito? Chi, dall’inizio del mondo, ha mai dato
il suo sangue come dono nuziale, tranne il Crocifisso, che suggellò il matrimonio con le sue stesse ferite? (…) Egli morì sulla croce e dette il suo corpo alla
Sposa resa gloriosa, che lo coglie e lo mangia ogni
giorno alla sua mensa. Egli aprì il suo fianco e unì il
suo calice al santo sangue per darlo a lei da bere
così da farle dimenticare i suoi molti idoli. Lei lo
unse con olio, lo indossò nell’acqua, lo consumò nel
Pane, lo bevve nel Vino, affinché il mondo potesse
conoscere che i due sono uno». Nella luce della Pasqua Cristo si rivela pienamente come l’Amato che
cerca l’Amata, lo Sposo «...che ha amato la Chiesa e
ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti
la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga
o alcunché di simile, ma santa e immacolata» (cfr. Ef
5,25-32). A questo “mistero grande” l’apostolo riferisce l’amore del marito per la moglie. Questo amore,
ferito perché donato, perso e ritrovato, dobbiamo testimoniare, immergendo la nostra vita in quella di
Cristo per assumere la sua mentalità e lo stile del suo
amore pasquale e sponsale. Senza cedere a rassegnate
diagnosi, né a sterili ricette che inseguono una visione ‘ideale’ dell’amore e della vita cristiana, siamo invitati ad assorbire la vita divino-umana comunicata
dal Crocifisso Risorto e a percorrere la strada indicata da Papa Francesco dell’accompagnare, del discernere e dell’integrare. Consapevoli che “la storia di
Adamo ed Eva continua ancora oggi nelle nostre famiglie che sperimentano l’esperienza del peccato
come fallimento, smarrimento, tradimento o diffidenza”, dobbiamo tornare ad annunciare a tutti, con
gioia, la bella notizia che mai la caduta sarà l’ultima
parola e che le ‘ferite’ possono diventare ‘feritoie’
della stessa luce della risurrezione di Cristo. “Il progetto originario di Dio si compie il mattino della risurrezione, quando il Risorto va verso la donna - la
Maddalena - ferita e guarita dal suo amore, e la
chiama per nome: «Maria»”. Lui vuole la bellezza
riuscita della sua amata. Lei abbraccia il Cristo stringendogli i piedi come per trattenerlo nel suo giorno
terreno, ma lui la fa entrare nel giorno glorioso delle
Nozze eterne. Nel suo Cantico Spirituale il grande
mistico san Giovanni della Croce scriveva: «O notte
più amabile dell’alba, o notte che riunisti l’Amato
con l’amata, l’amata nell’Amato trasformata!». E
anche noi con lui, insieme alla Maddalena, che tutti
ci rappresenta, insieme a Maria e al veggente dell’Apocalisse, possiamo esultare perché: «Sono giunte le
nozze dell’Agnello la sua sposa è pronta» (Ap 19,7).
Sia questa la nostra gioia pasquale: quella sposa è la
Chiesa, sono io, sono le nostre famiglie, è l’umanità
redenta e salvata, …l’amata nell’Amato
trasformata!
LA
Q UARESIMA :
GIOIA DEL RITORNO
La gioia di ritornare a Dio… Questo mi ha ispirato
il salmo 51, che ascolteremo questa domenica, prima
di Quaresima. Il profeta Davide ha qui espressioni di
dolore, ma anche affermazioni di grande letizia quando afferma: “gioiscano le ossa che tu hai spezzate” o
anche “ripristina in me la gioia della tua salvezza” e
ancora “Signore, sei tu che apri le mie labbra, e proclama la mia bocca la tua lode”. La parola ispirata ci
insegna così che il pentimento è autentico quando non
solo è dolore per il peccato commesso, ma anche gioia
di una relazione recuperata con Dio e con gli altri.
Forse possiamo dire che il salmo 51 non è tanto una
richiesta di perdono, quanto piuttosto l’invocazione a
Dio per il rinnovamento della vita verso un gioioso ed
efficace servizio al Regno: “Insegnerò ai trasgressori
le tue vie, e i peccatori torneranno a te”. E dunque il
percorso della Quaresima è sì, in certa misura, un
cammino di afflizione, per la consapevolezza del nostro peccato, ma anche un percorso di ritorno e di
gioia, essendo la gioia ben superiore alla tristezza, secondo le parole che ascolteremo nella seconda lettura,
dalla lettera ai Romani. Dice infatti l’apostolo Paolo:
“Il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per
la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la
grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo
uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su
tutti”. Un altro punto vorrei sottolineare riguardo al
salmo 51: Davide non menziona mai lo specifico peccato nel quale è caduto con la moglie di Uria. Il genere
di colpa non sembra essere poi così importante, né egli
ritiene che il suo problema sia fondamentalmente di
natura affettiva, sentimentale o psicologica. Non fa
quello che facilmente noi facciamo in casi similari,
esaminando dottamente le ferite risalenti all’infanzia o
adolescenza, come anche il rapporto coi genitori …
nulla di tutto questo! Egli afferma chiaramente e
ripetutamente che il suo problema è uno solo: il rapporto con Dio, il dramma di un cuore di peccatore che
lo accompagna fin dal grembo di sua madre. Ora, quel
che vale per Davide vale anche per noi. Abbiamo tanti
problemi e difficoltà, con le annesse lentezze e contraddizioni, ma il vero ostacolo è il nostro personale
rapporto con Dio, il bisogno che abbiamo di ritornare
a gioire in pienezza del dono della sua salvezza, di
sentire gioia e letizia per riconsolidare le ossa spezzate
da Dio stesso a causa del nostro peccato. Il resto, che a
volte ci appare come il vero problema, non è altro che
sintomo di questo disagio interno, tanto per Davide
quanto per noi. Davide chiede perdono, sì, ma chiede
anzitutto gioia, un rinnovato rapporto di amore tra sé e
Dio e tra sé e gli altri, ai quali desidera proclamare le
vie di Dio affinché possano fare la sua stessa esperienza di ritorno. Prepariamoci alla Pasqua ormai prossima con questo atteggiamento. Abbiamo le nostre fatiche, insieme a decisioni importanti da prendere e che
ci impensieriscono, ma ogni cosa troverà il suo corso e
ogni asperità sarà appianata se come famiglia e come
singoli godremo ancora per il ritorno tra le braccia del
Padre per mezzo di Gesù, Signore nostro.
fr. Alfredo Marchello, Ministro Provinciale
5 Marzo 2017
13. L A
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L A S PERANZA CRISTIANA :
Q UARESIMA CAMMINO DI SPERANZA
UDIENZA DEL SANTO PADRE DEL 1 MARZO 2017
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
In questo giorno, Mercoledì delle Ceneri, entriamo nel Tempo liturgico della Quaresima. E poiché
stiamo svolgendo il ciclo di catechesi sulla speranza
cristiana,
oggi
vorrei
presentarvi
la Quaresima come cammino di speranza.
In effetti, questa prospettiva è subito evidente se
pensiamo che la Quaresima è stata istituita nella
Chiesa come tempo di preparazione alla Pasqua, e
dunque tutto il senso di questo periodo di quaranta
giorni prende luce dal mistero pasquale verso il
quale è orientato. Possiamo immaginare il Signore
Risorto che ci chiama ad uscire dalle nostre tenebre,
e noi ci mettiamo in cammino verso di Lui, che è la
Luce. E la Quaresima è un cammino verso Gesù Risorto, è un periodo di penitenza, anche di mortificazione, ma non fine a sé stesso, bensì finalizzato a
farci risorgere con Cristo, a rinnovare la nostra identità battesimale, cioè a rinascere nuovamente “dall’alto”, dall’amore di Dio (cfr Gv 3,3). Ecco perché
la Quaresima è, per sua natura, tempo di speranza.
Per comprendere meglio che cosa questo significhi, dobbiamo riferirci all’esperienza fondamentale
dell’esodo degli Israeliti dall’Egitto, raccontata dalla
Bibbia nel libro che porta questo nome: Esodo. Il
punto di partenza è la condizione di schiavitù in Egitto, l’oppressione, i lavori forzati. Ma il Signore non
ha dimenticato il suo popolo e la sua promessa: chiama Mosè e, con braccio potente, fa uscire gli israeliti
dall’Egitto e li guida attraverso il deserto verso la
Terra della libertà. Durante questo cammino dalla
schiavitù alla libertà, il Signore dà agli Israeliti la
legge, per educarli ad amare Lui, unico Signore, e ad
amarsi tra loro come fratelli. La Scrittura mostra che
l’esodo è lungo e travagliato: simbolicamente dura
40 anni, cioè il tempo di vita di una generazione.
Una generazione che, di fronte alle prove del cammino, è sempre tentata di rimpiangere l’Egitto e di tornare indietro. Anche tutti noi conosciamo la tentazione di tornare indietro, tutti. Ma il Signore rimane fedele e quella povera gente, guidata da Mosè, arriva
alla Terra promessa. Tutto questo cammino è compiuto nella speranza: la speranza di raggiungere la
Terra, e proprio in questo senso è un “esodo”, un’uscita dalla schiavitù alla libertà. E questi 40 giorni
sono anche per tutti noi un’uscita dalla schiavitù, dal
peccato, alla libertà, all’incontro con il Cristo Risorto. Ogni passo, ogni fatica, ogni prova, ogni caduta e
ogni ripresa, tutto ha senso solo all’interno del disegno di salvezza di Dio, che vuole per il suo popolo la
vita e non la morte, la gioia e non il dolore.
La Pasqua di Gesù è il suo esodo, con il quale
Egli ci ha aperto la via per giungere alla vita piena,
eterna e beata.
Per aprire questa
via, questo passaggio, Gesù ha
dovuto spogliarsi
della sua gloria,
umiliarsi, farsi
obbediente fino
alla morte e alla
morte di croce.
Aprirci la strada
alla vita eterna gli
è costato tutto il suo sangue, e grazie a Lui noi siamo
salvati dalla schiavitù del peccato. Ma questo non
vuol dire che Lui ha fatto tutto e noi non dobbiamo
fare nulla, che Lui è passato attraverso la croce e noi
“andiamo in paradiso in carrozza”. Non è così. La
nostra salvezza è certamente dono suo, ma, poiché è
una storia d’amore, richiede il nostro “sì” e la nostra
partecipazione al suo amore, come ci dimostra la nostra Madre Maria e dopo di lei tutti i santi.
La Quaresima vive di questa dinamica: Cristo ci
precede con il suo esodo, e noi attraversiamo il deserto grazie a Lui e dietro di Lui. Lui è tentato per
noi, e ha vinto il Tentatore per noi, ma anche noi
dobbiamo con Lui affrontare le tentazioni e superarle. Lui ci dona l’acqua viva del suo Spirito, e a noi
spetta attingere alla sua fonte e bere, nei Sacramenti,
nella preghiera, nell’adorazione; Lui è la luce che
vince le tenebre, e a noi è chiesto di alimentare la
piccola fiamma che ci è stata affidata nel giorno del
nostro Battesimo.
In questo senso la Quaresima è «segno sacramentale della nostra conversione» (Messale Romano,
Oraz. colletta I Dom. di Quar.); chi fa la strada della
Quaresima è sempre sulla strada della conversione.
La Quaresima è segno sacramentale del nostro cammino dalla schiavitù alla libertà, sempre da rinnovare. Un cammino certo impegnativo, come è giusto
che sia, perché l’amore è impegnativo, ma un cammino pieno di speranza. Anzi, direi di più: l’esodo
quaresimale è il cammino in cui la speranza stessa si
forma. La fatica di attraversare il deserto – tutte le
prove, le tentazioni, le illusioni, i miraggi… –, tutto
questo vale a forgiare una speranza forte, salda, sul
modello di quella della Vergine Maria, che in mezzo
alle tenebre della passione e della morte del suo Figlio continuò a credere e a sperare nella sua risurrezione, nella vittoria dell’amore di Dio.
Col cuore aperto a questo orizzonte, entriamo
oggi nella Quaresima. Sentendoci parte del popolo
santo di Dio, iniziamo con gioia questo cammino
di speranza.
LITURGIA DEL GIORNO
1ª Settimana del Tempo di Quaresima (Anno A)
(5 - 11 Marzo 2017) - Liturgia delle Ore: 1ª settimana
Dom 5 - 1ª Domenica del Tempo di Quaresima - Anno A
Perdonaci, Signore: abbiamo peccato
8:30
10:00
11:30
19:00
Pro Nicola e Tina (fam. Angarano)
Pro Populo
Pro Rosmary e Gino (fam. Calaprice)
Pro Giovanni e Cleofe (fam. Cassa)
Pro Vito (fam. Armenise)
Pro Giustina - 1º anniversario (fam. Ricci)
Lun 6 - San Vittore di Piacenza Diacono
Le tue parole sono spirito e vita
7:30 Pro Antonio (fam. Capruzzi)
Pro Laurentina e Nicola (fam. Ferrante)
19:00 Pro Filomena - Trigesimo (fam. Romano)
Pro Vincenzo - Anniversario (fam. Romano)
Pro Francesco (fam. Berloco)
Pro Domenica e Vincenzo (fam. Ferri)
Santa Fara n. 22
Avvisi
1 Pellegrinaggio
Odegitria
Mercoledì 8 Marzo ore 18:30 Cattedrale
Bari. Celebrazione Eucaristica.
1 “Dacci
Oggi il Nostro Amore
Quotidiano”
Percorso di Spiritualità per famiglie
Primi dieci/quindici anni di matrimonio: domenica 12 Marzo ore 11:00.
V IA C RUCIS
Mar 7 - Sante Perpetua e Felicita Martiri
Il Signore libera i giusti da tutte le loro angosce
7:30 Pro Francesca e Carolina (fam. Ferrante)
Pro Michele e Anna
19:00 Pro (fam. )
Mer 8 - San Giovanni di Dio Religioso
Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito e affranto
7:30 Pro Anna e Vito Franco (fam. Ferrante)
19:00 Pro Michele - Anniversario (fam. Valerio)
Pro Carolina (fam. Ferrante)
Venerdì 10 Marzo
ore 20:00
APPELLO
Ven 10 - San Vittore Martire in Africa
Se consideri le colpe, Signore, chi ti può resistere?
7:30 Pro Santa - Anniversario (fam. Petruzzelli)
Pro Michele e Liliana (fam. Salomone)
19:00 Pro Lina - 1º Anniversario (fam. D’Eredità)
Pro Roberto (fam. Fanelli)
Sab 11 - San Sofronio di Gerusalemme Patriarca
Beato chi cammina nella legge del Signore
7:30 Pro Carmela (fam. Noviello)
19:00 Pro Vito e Giusy (fam. Baldassarre)
Pro Michele e Vincenzo (fam. Grassi-Mancini)
Pro Eleonora (fam. Antonacci)
Pro Mauro e Maria (fam. Fiore)
DI
CARITÀ
Si richiedono i seguenti alimenti: zucchero, tonno,
olio, pelati, latte, riso e prodotti per l’igiene per le famiglie bisognose.
Gio 9 - Santa Francesca Romana Religiosa
Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto
7:30 Pro Pippo
19:00 Pro Antonio - 3º Anniversario (fam. Tunzi)
Pro Antonio (fam. Esposito)
Pro Franca (fam. Binetti-Tota)
Pro Saverio (fam. Fumai)
Vicariale
Foglio d’Informazione settimanale:
“Basilica Parrocchia Santa Fara”
Via G. N. Bellomo, 94 - Bari - Tel. / Fax: 080.561.82.36
Web: www.santafara.org - Email: [email protected]
Responsabile
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Raffaele Massari
Piero Errico
Maurizio Placentino
Gianpaolo Lacerenza
(Parroco - Rettore)
(Vice Parroco)
(Vice Parroco - Guardiano)
(Maestro Studenti)
Orario Ufficio Parrocchiale
Mercoledi e Venerdi 16.00 - 18.00
Orario Sante messe:
dal Lunedì al Sabato 7:30 Cripta - 19:00 Basilica
la Domenica ore 8:30 - 10:00 - 11:30 - 19:00
La Parrocchia Santa Fara ed il gruppo Fratres organizzano un
pellegrinaggio a La Verna — Assisi — Loreto
dalla sera del 21 al 24 aprile 2017. Per informazioni e prenotazione
rivolgersi al Sig. Vetturi Gennaro, telefonando al numero 3383885001
oppure direttamente presso la Parrocchia il sabato pomeriggio e la
domenica mattina.
È possibile consultare l’archivio storico e scaricare la versione digitale del “Foglio Santa Fara” dal sito www.santafara.org
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