Informativa ai genitori sulla pausa didattica

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Transcript Informativa ai genitori sulla pausa didattica

Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
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Prot. N. 909/B15
Roccella Ionica 07/03/2017
Circolare n.40
Oggetto: Pausa didattica – dal 27 FEBBRAIO al 17 MARZO 2017
INFORMATIVA GENITORI
Perché nasce l’esigenza di una pausa didattica? Nasce dalla piena consapevolezza che tale pausa
debba servire un po’ a tutti per sconvolgere quelli che sono spesso i ritmi costanti e pesanti della
scuola; nasce con l’intento di cercare di creare una comunità educante dove la scuola possa essere
un luogo dove l’istruzione non appartenga solo ai docenti ma a tutti coloro che vogliano far parte di
una comunità educante nel loro piccolo contributo. Nasce dalla possibilità che la conoscenza di
attività didattiche svolte all’interno della scuola debba essere divulgata affinchè il pensiero di chi
guarda dall’esterno non possa più dar fastidio ma rappresenta uno spazio aperto allo scambio e alla
comunicazione proficua. La pausa didattica deve servire ai docenti per osservare i propri alunni
anche in contesti creati fuori dall’aula scolastica evidenziando sia le difficoltà che il livello di
maturità nelle competenze relazionali e di autocontrollo. La pausa didattica può servire ai genitori
per osservare alcune attività nello spirito di confronto umano, fatto di rispetto, curiosità e
comprensione reciproca, dove ‘agire umano” si fonda sulla piena consapevolezza che cittadini si
diventa all’interno di un vasto contesto territoriale che spazia dalla casa alla scuola, dalla famiglia al
territorio vissuto attivamente.
A tal uopo il genitore che volesse visitare la scuola in questo periodo, può rivolgersi al proprio
rappresentante di classe e , previo accordo con i docenti, creare un gruppo attivo che possa
presenziare ad attività.
Il RAV della nostra scuola ha individuato una forte criticità negli apprendimenti degli alunni in
matematica ed ha evidenziato la necessità di supportare e potenziare la lingua madre per quelle parti
che attengono al testo espositivo, al testo continuo, al testo regolativo misto per migliorare la
capacità di comprensione profonda degli alunni. Inoltre si evidenzia un miglioramento deciso per
quanto riguarda la conoscenza della grammatica.
La restituzione dei dati INVALSI , nell’anno corrente, purtroppo conferma quest’ analisi che viene
rinforzata dal monitoraggio effettuato in seguito alle prove pluridisciplinari del primo quadrimestre.
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A tal uopo la “ Commissione flessibilità orario “ si è riunita per organizzare una pausa didattica
che è stata approvata dal Collegio Docenti del 23/02/2017.
Tutti gli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado effettueranno , nell’ambito della
didattica curricolare,la pausa didattica articolata in attività rivolte a gruppi di recupero,
consolidamento e potenziamento, in lingua italiana, matematica e inglese e trasversalmente
verranno coinvolte tutte le discipline.
Affinché il periodo di pausa didattica sia produttivo, è necessario che i docenti si scambino
informazioni e si confrontino sul percorso didattico e sulle necessità di intervento per ogni alunno,
così che l’attività sia basata su una chiara programmazione. La pausa didattica risponde all’esigenza
di ampliare l’offerta formativa o riprenderla in funzione dei bisogni cognitivi individuali destinando
un periodo di attività didattica al recupero, consolidamento e potenziamento. La differenzazione dei
percorsi permette la possibilità di attuare il potenziamento o il recupero in maniera programmata.
La pausa didattica si articolerà in tre fasi:
I^ FASE : DIDATTICA PER LIVELLI DI COMPETENZA
Dopo aver analizzato le prove quadrimestrali,dal 27 febbraio al 3 marzo 2017, la normale attività
didattica viene rimodulata e riorganizzata per una quota oraria del 50% dedicata alla pausa
didattica. Ogni docente svolgerà il proprio lavoro in seno al gruppo sperimentando nuove
metodologie, aprendo le classi e cercando di coinvolgere sempre più i discenti rendendoli
protagonisti attivi del loro percorso ed adottando strategie come lavori in piccoli gruppi, peer
tutoring e peer education cioè alunni con differenti livelli di apprendimenti che lavorano in gruppo
su una tematica specifica; gruppi di alunni che svolgono attività di ricerca che su internet o libri per
affrontare e comprendere tematiche scolastiche e non.
II^ FASE: PAUSA DIDATTICA
Nel periodo compreso tra il 6 e il 10 marzo sarà prevista una rimodulazione oraria giornaliera
dell’orario scolastico, per far si che la pausa didattica possa dare agli alunni il modo di
metabolizzare il lavoro svolto nel precedente periodo. I docenti organizzeranno attività di supporto
sul metodo di studio, attività per favorire il lavoro di studio individuale anche al di fuori dell’orario
scolastico, si potranno anche simulare eventuali prove strutturate tenendo presente le richieste delle
prove INVALSI riportate nei quaderni di riferimento.
III^ FASE : BATTERIE DI VERIFICA
Nel periodo tra il 13 e il 17 marzo si somministreranno prove disciplinari per verificare il lavoro
svolto ed avranno carattere sommativo e saranno volte all’accertamento del possesso di conoscenze,
capacità e competenze. Si può prendere in esame l’ipotesi di svolgere con opportune rimodulazioni,
visto gli esiti particolarmente problematici, le prove trasversali svolte per gli esiti quadrimestrali.
Il progetto sperimentato per la prima volta nel nostro istituto dovrebbe spingere il corpo docente a
comprendere che la didattica è un movimento degli uni verso gli altri. La scuola di oggi non vuole
più un docente che è semplice esecutore di un programma ma, costruttore egli stesso del
progetto educativo. In questa ottica rientra l’alunno con i suoi bisogni individuali e sociali
dove il docente educatore deve risvegliare energie latenti e stimolare l’incontro con settori
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sconosciuti del pensiero. La scuola che oggi vuole “educare” deve spingere gli alunni non ad
arrivare a destinazione ma, viaggiare tra diversi panorami.
Perché si è deciso di attuare una pausa didattica? Pausa didattica come qualcosa che pur nella pausa
si muove, si svolge; una pausa dove sia possibile attingere a forze inespresse. Pausa , insomma,
come momento creativo. La scuola della pausa è, in questo senso, quella che rende i suoi alunni
protagonisti del loro imparare, quella che fa del mattone (città) e del ciuffo d’erba ( paesaggio) i
suoi alfabeti, le sue aule didattiche decentrate in cui docenti, studenti, esperti, genitori, nonni sono
impegnanti a fare educazione e a fare cultura in modo nuovo. Per promuovere l’ambiente come
banca delle conoscenze, insieme di forze germinali, museo di valori sociali, per farlo apprezzare a
scuola come parte irrinunciabile del curricolo – non come materia/disciplina, occorre abbattere un
pregiudizio pedagogico ed un grottesco metodologico assai diffusi nella scuola. Il pregiudizio
pedagogico appartiene a quella ideologia culturale della scuola secondo la quale è sapere
autentico solo quello che rintocca dentro le pareti dell’aula; il fuori della scuola non gode di
pedigrée culturale, non ha patente formativa. Il grottesco metodologico è la conseguente
miniaturizzazione della ricerca d’ambiente come uscita una tantum in fila per due a fagocitare realtà
eccezionali ed estemporanee. La nostra “pausa didattica” dovrebbe promuovere ed avviare, un
sistematico uso didattico del territorio e delle sue risorse per esplorare tracce – segni – orme –
sguardi – gesti abituali, quotidiani, del proprio mondo di cose e di valori. Con questa speciale Pausa
potremmo condividere un’idea di apprendimento solido, duraturo, che ho già cercato di esprimere
in mille modi e che ora tento di descrivere con un episodio narrato da Maria Montessori. Quando
la sua Casa dei Bambini era ormai avviata a Roma, veniva visitata da numerose signore incuriosite
dalle voci che circolavano in città su questa strana scuola in cui i bambini facevano quello che
volevano e imparavano lo stesso. Un giorno venne in visita una ricca signora, ma purtroppo trovò la
Casa dei Bambini chiusa perché la Montessori era assente per un viaggio. La signora, girando per il
sobborgo, incontrò i bambini ed espresse la frustrazione per aver trovato la scuola chiusa. I bambini,
educati all’autonomia, risposero prontamente che gliel’avrebbero mostrata loro: presero le chiavi,
fecero gli onori di casa, tirarono fuori i materiali, e si misero al lavoro spiegando alla loro ospite
quanto lei desiderava. Alla fine la signora chiese, con un po’ di malizia, ad un bambino: “Senti, ma
è proprio vero che qui in questa scuola, voi fate tutto quello che volete?” Il bambino rispose: “No
signora, noi non facciamo tutto quello che vogliamo. Noi vogliamo tutto quello che facciamo!”.
Libera scelta nell’apprendimento, rispetto degli interessi personali, la passione per la vita, la gioia di
vivere sono ingredienti essenziali di un’educazione che mira alla piena realizzazione umana dalla
scuola dell’infanzia al primo ciclo che racchiude insieme primaria e secondaria di primo grado, cosa
questa che molti non sanno o ignorano volutamente. Primo ciclo significa continuità e gradualità,
condivisione, attenzione alle competenze di base, ai nuclei fondanti delle discipline, ai tempi distesi,
agli ambienti inclusivi, in una scuola divenuta Istituto Comprensivo e promotrice della essenzialità
(invisibile agli occhi), della leggerezza come un valore anziché un difetto (Calvino), dei laboratori,
degli apprendimenti significativi. La scuola che ancora ci ostiniamo a volere difendere, quella
dei banchi posti in un determinato modo, dei compiti a casa, della lezione trasmissiva è molto
più semplice perché non bisogna inventare nulla. Ma già da tempi immemori il docente che
possiede un cuore può diventare un motore. “Attaccarsi al bambino, seguirlo con dedizione, riuscire
a scrutarne i talenti nascosti. Senza mai dimenticare che il compito della scuola è trasformare un
gregge passivo in un popolo di cittadini pensanti”. Ecco cosa affermava il maestro Lodi.
E di lettori instancabili, aggiungo io.
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
MARIA GIULIANA FIASCHE’
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