i testi - Luzzago

Download Report

Transcript i testi - Luzzago

TESTO
LA RELIGIONE
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
22
I TESTI
Nel 1851 Schopenhauer pubblica i Parerga e Paralipomena, opera che lo rende celebre. Il
contenuto è sostanzialmente simile a quello degli scritti precedenti, ma la forma è molto più
chiara e, talora, perfino brillante, e ciò contribuisce molto al suo successo. Alcuni scritti dei
Parerga e Paralipomena riguardano la religione, che l’autore considera essenzialmente «figlia
dell’ignoranza» e quindi inesorabilmente destinata all’estinzione con il progressivo sviluppo
sapere scientifico-filosofico. Ciò non toglie che anche in quest’opera Schopenhauer affermi
che le religioni sono necessarie per i popoli, troppo rozzi per poterne fare a meno, e mostri
di apprezzare non solo il brahmanesimo e il buddhismo, ma anche il cristianesimo.
Coloro che s’immaginano che le scienze possano progredire e diffondersi sempre più, senza che
questo impedisca alla religione di sussistere e di fiorire senza tregua sono preda di un grosso errore. [La fisica e la metafisica sono i nemici naturali della religione, e quindi questa è la loro nemica,
che si sforza in ogni tempo di soffocarle, proprio come le suddette scienze cercano di minare la
religione. Voler parlare di pace e di accordo fra loro è estremamente ridicolo: si tratta di un bellum
ad internecionem]. Le religioni sono figlie dell’ignoranza, che non sopravvivono a lungo alla loro
madre. L’ha capito Omar, quando fece incendiare la biblioteca di Alessandria: il suo ragionamento,
secondo cui il contenuto dei libri o era identico al contenuto del Corano oppure era superfluo,
viene considerato sciocco, invece è assai intelligente, se inteso cum grano salis, dal momento che
dice che le scienze, se vanno al di là del Corano, sono nemiche della religione e perciò non debbono essere tollerate. Il cristianesimo avrebbe avuto un destino migliore, se i regnanti cristiani fossero stati intelligenti come Omar. Ma ora è un po’ troppo tardi per bruciare tutti i libri, abolire le
accademie e alle università far penetrare fino al midollo il pro ratione voluntas, per far ritornare
l’umanità al livello al quale si trovava nel Medioevo. E non c’è nulla da ottenere con un pugno di
oscurantisti: costoro sono guardati oggi come gente che vuol spegnere la luce per poter rubare.
Perciò è evidente che i popoli già cominciano a scuotersi di dosso il giogo della fede: se ne vedono
i sintomi dovunque, benché modificati diversamente in ciascun paese. La causa è il troppo sapere,
che si è diffuso fra i popoli. [Le cognizioni di ogni genere, che si accrescono di giorno in giorno e
si diffondono sempre più in tutte le direzioni, allargano l’orizzonte di ognuno, secondo la sua
sfera, e ciò avviene in misura tale, che quell’orizzonte deve raggiungere alla fine un’ampiezza, rispetto alla quale i miti, che costituiscono lo scheletro del cristianesimo, s’avvizziscono al punto che
la fede non vi si può aggrappare. L’umanità cresce oltre la religione, tal quale un bambino, crescendo, diventa troppo grande per il suo vestito; e non c’è niente da fare: il vestito si strappa].
(Arthur Schopenhauer, Parerga e Paralipomena,
trad. it. di M. Montinari e E. Amendola Kuhn,
a cura di M. Carpitella, Adelphi, Milano 1983,
vol. 2, pp. 516-517)
Analisi del testo
1-7 Schopenhauer esclude categoricamente che religione e ragione possano coesistere: tra loro non ci può
essere compromesso, ma soltanto una guerra annientatrice. Le religioni sono definite crudamente «figlie
dell’ignoranza»: proprio perché sono tali non possono
sperare di sopravvivere a lungo, dopo che l’ignoranza
avrà lasciato il posto alla conoscenza.
© Pearson Italia S.p.A.
Filosofia, Paravia
7-12 Schopenhauer afferma che il califfo Omar agì razionalmente, quando prese la decisione di dare alle
fiamme la biblioteca di Alessandria (nel 642 d.C.): aveva
capito che la cultura contenuta in quei volumi era pericolosa per la fede islamica; se i sovrani cristiani avessero seguito l’esempio di Omar, la loro religione avrebbe
avuto miglior sorte.
>
1
© Pearson Italia S.p.A.
Filosofia, Paravia
22-23 Come un abito quando il bambino è cresciuto
non gli va più bene e si strappa, così la religione risulta
sorpassata quando si è compiuta la crescita spirituale.
Da questo passo si deduce (come del resto l’autore afferma esplicitamente in altri scritti) che Schopenhauer
attribuisce una funzione parzialmente positiva alla religione, nella misura in cui essa concorre all’educazione
morale dei popoli immaturi e irrazionali.
I TESTI
12-22 Anche se lo volesse, la religione non potrebbe
più imporre il suo arbitrio al posto della ragione, riportando la società al Medioevo. I popoli ormai si ribellano
agli oscurantisti clericali, respingono da sé il giogo della religione; tutto questo si deve proprio al progresso
conoscitivo grazie al quale vengono demistificati i miti
che formano l’ossatura del cristianesimo.
2