Sono 26 i primi Comuni che beneficeranno dei fondi per il ripristino

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anno ii- n° 0 martedi’ 28 Febbraio 2017
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Luigi Iosa
L’Oscar del giorno a Luigi Iosa.
L’avvocato molisano ha ricevuto
due importanti riconoscimenti a
Roma. Il Premio Chiarelli/Selvaggi conferito in Corte Costituzionale lo scorso giovedì e il
Premio Marinosci conferito al
Quirinale il giorno seguente. Un
Oscar meritato.
L’Ardire
Nuclei industriali,
cimiteri di fabbriche
di Giuseppe Saluppo
T
re Consorzi industriali in Molise
ma nessuno in grado di dare un
segnale di vita. Percorrere le
strade di quelle aree oggi, equivale a fare un viaggio in una enorme zona,
vuota di lavoro ma piena di capannoni in
abbandono. Altre aziende in funzione che
invece resistono alla crisi. Lavoratori in
cassa integrazione, a orari ridotti, altri più
fortunati che non si augurano la stessa
sorte. I nuclei industriali del Molise sono lo
specchio della crisi nazionale aggravata,
però, dalla mancata riforma dei Consorzi
e dalla cronica assenza di un piano industriale. Eppure, nel passato, questi enti
hanno svolto un importante ruolo nello sviluppo industriale del territorio regionale e
sarebbe stata responsabilità di tutti cercare
di attuare riforme e modernizzare il sistema dei servizi nell’ottica dell’efficientamento pubblico. Così non è stato. A
partire dalla necessità di un Piano capace
di permettere di capire quali sono i punti
di forza del territorio a partire dalla cultura
manifatturiera. Dobbiamo tornare alla nostra profonda e sacrosanta cultura manifatturiera, perché abbiamo dimostrato che
così possiamo vincere. Per diffondere questo tipo di cultura, però, ci vuole innanzitutto un piano industriale, che oggi non c’è.
Ovvero, imprenditori stimolati, agevolati
e accompagnati ad investire nei nostri territori. Possibile, che in tutti questi anni non
ci sia stato qualcuno che ha pensato, che
ha promosso, sviluppato e cercato di rendere accogliente il territorio per gli imprenditori che avessero voluto fare
investimenti? In questo ambito la politica
dovrebbe avere un grande ruolo così come
le amministrazioni locali. Così anche e, soprattutto, il mondo dell'associazionismo
datoriale e sindacale. Discutere, ovvero,
intorno ad un Piano Strategico di Sviluppo
per servizi innovativi e tempestivi a favore
delle imprese che resistono e di quelle che
vorranno investire nel nostro territorio.
Queste iniziative strategiche devono poter
contare, al pari, su una rete locale di servizi pubblici pienamente efficiente, in
grado di supportare senza ritardi le iniziative private e di sostenerle con adeguate
iniziative di sistema. Uno scatto per evitare il cimitero delle aziende.
IL NOSTRO
TAPIRO
IL NOSTRO
OSCAR
Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione
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VimarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobasso
redazione tel: 0874.484486
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Micaela Fanelli
Il Tapiro del giorno torniamo ad assegnarlo a Micaela Fanelli. Ieri sera ci ha
provato, nel corso dell’assemblea regionale del Pd, a far vedere che tutto è
a posto all’interno del partito. Nonostante le dimissioni del vice segretario e
la fuoriuscita di Leva e Totaro. Ma le
assenze, nella serata di ieri, continuano
a pesare.
Sono 26 i primi Comuni
che beneficeranno dei fondi
per il ripristino delle interpoderali
e la captazione di acqua potabile
Servizio a pag.3
Regione
Centrali idroelettriche,
la nuova invasione
in Molise
Sono già troppe le autorizzazioni
per le centrali idroelettriche in
Molise.
Politica
L’assenza di un Piano
industriale mette a rischio
le scelte imprenditoriali
I tre Consorzi industriali del Molise
sono senza riforma. Mentre manca un
Piano industriale.
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28 febbraio 2017
Possibile, che il taglio dell’unità di Neurochirurgia all’ospedale ‘Cardarelli’ di
Campobasso sia il casus belli
per riaprire la mai sopita questione sanità pubblica-sanità
privata? Non è la questione
della chiusura dell’Unità a potere creare un vespaio quando
l’intero sistema avrebbe avuto
necessità, e da anni, di un’attenta riorganizzazione funzionale e strutturale. Con il
cittadino al centro del sistema e
non le logiche di primariati e di
doppioni. E’ il cittadino che
dalla sanità attende una risposta alle proprie patologie. Risposte che devono essere
tempestive e di qualità clinica.
Da qui, bisogna far ripartire
un Piano di riorganizzazione
che si ponga come obiettivo generale l’esplicitazione del percorso
in
atto
di
riorganizzazione e ammodernamento del Servizio Sanitario
Regionale, nel rispetto del
mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza, diretto a
favorire la riqualificazione
delle risposte assistenziali garantite alle persone. Non certamente da intrecci ideologici
che spaziano dal marxismo al
cattolicesimo e finiscono per
non produrre che vuote e sterile
parole.
Si guardi in faccia la realtà e
pensare a una generale riorganizzazione strutturale dei macrolivelli assistenziali (area
Una sanità per i cittadini
non per le vuote
e false ideologie
La chiusura di Neurochiururgia sembra la fine del mondo mentre manca
un vero e reale Piano di riorganizzazione sanitaria con al centro la gente
dell’assistenza collettiva; area
dell’assistenza sanitaria distrettuale; area dell’assistenza ospedaliera) e all’innovazione del
Servizio sanitario regionale. In
Molise la rete dei presidi, pubblici e privati, che erogano assistenza ospedaliera è in larga
parte ancora frutto di scelte effettuate negli anni ’80 ed è stata
solo in parte riordinata negli
anni ’90 per tenere conto dell’evoluzione degli indirizzi tecnico-scientifici che hanno
L’intervento
Egregio direttore,
leggo lo scritto di Dalla Torre
e mi viene in mente un proverbio locale “chiacchiarie e
futtet” che significa parla,
parla tanto non ti sento.
Questo si attaglia bene alla
politica molisana.
Hai voglia a far sentire la
voce dei cittadini molisani che
sono allo stremo delle forze
fisiche ed economiche quelli
che in tempo di elezionii pietiscono un voto, adesso se ne
fottono, come si dice a Napoli.
Il dopoguerra ha visto fiorire i
nostri comuni per attivita’
agricole ed artigianali, Ogni
paese aveva un frantoio, un
guidato lo sviluppo dell’assistenza ospedaliera nei paesi industrializzati. In carenza, poi,
di un Piano sanitario regionale
la rete dei presidi, pubblici e
privati, che erogano assistenza
ospedaliera si è altresì sviluppata in modo non organico ed
equilibrato sul territorio. In
particolare la distribuzione dei
posti letto tra le varie specialità
presenta lacune ed esuberi non
solo a livello regionale, ma soprattutto nelle singole aree ter-
ritoriali. Ecco perchè diventa
necessario procedere alla concreta realizzazione di una rete
di strutture e presidi ospedalieri
in grado di coniugare efficacia
delle risposte assistenziali, accessibilità ai servizi in tutto il
territorio regionale, efficienza
nell’impiego delle risorse. Da
qui una puntuale riorganizzazione della rete ospedaliera all’interno della Regione basata
sull’esigenza di prevedere la
distribuzione regionale delle
specialità cliniche in base al rispettivo tasso atteso di ospedalizzazione e al conseguente
bacino potenziale di utenza, articolandone l’attivazione sul
territorio secondo il livello di
diffusione da perseguire. Ma
anche per procedere, ove è prevista una riduzione dei posti
letto per acuti, alla loro trasformazione in posti letto post acuzie
(riabilitazione
e
lungodegenza) e alla conseguente riconversione delle attività, a garanzia di una più
appropriata assistenza a favore
del paziente e per sviluppare il
governo clinico degli ospedali
su base dipartimentale, al fine
di coordinare la gestione sanitaria delle strutture omologhe o
appartenenti alle macro-articolazioni delle discipline (area
medica, chirurgica, materno-infantile, servizi) o complementari, in base alla articolazione e
al numero delle specialità presenti nell’azienda sanitaria.
Sono dei punti qualificanti per
una concreta riorganizzazione
del Servizio sanitario regionale
che, ormai, non è più rinviabile.
In gioco c’è la salute di noi cittadini e non le false piste ideologiche.
Hanno distrutto il Molise che c’era
mulino ed anche un pastificio
a carattere familiare.Lentamente, passati i padri della patria molisana - sedati,
Lapenna, d’Aimmo, Samartino, di Lembo ed altri, lo spirito si e’ affievolito fino a
scomparire.
Si era creata la Sam a Boiano
ed adesso e’ quasi andata, si
era creato il frigomacello, il
polo industriale di San Polo e
Venafro e Termoli
Ma la fine e’ abbastanza vicina,tranne qualche spazio positivo, si e’ costruitala
Bifernina e la Trignina ma
adesso le strade sono da rottamare, la ferrovia funzionava
molto bene ed adesso e’ in
avaria sostanziale.
La sanita’ che riusciva a fornire servizi di alta qualita’ a
tutti adesso non si capisce
bene dove e’ diretta velocemente, forse si capisce.
Non e’ stata costruita una
strada,una parvenza di pro-
getto industriale, nemmeno un
piano dell’acqua come fu concepito da d’Aimmo.
C’e’ un assessore al turismo
che e’ l’araba fenice,quello
alla produttivita’ e’ silenzioso,
un assessore dice che il Molise non ha bisogno di piani
geologici quando praticare le
strade per Limosano, Sant’Angelo,Civitacampomarano
ecc. per vedere le frane in pectore.
Eppoi, infine, la citta’ capoluogo di una regione in via di
sviluppo - sic!!-e’ in uno stato
pietoso.
Un saluto di buona salute al
nostro Molise.
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Si è tenuto, a Palazzo Vitale, l’incontro tra il presidente della Regione Molise, Paolo Di Laura
Frattura, l’assessore all’agricoltura, Vittorino Facciolla e i sindaci
dei 26 Comuni beneficiari della
misura 4 “Investimenti in immobilizzazioni materiali”, sottomisura 4.3 “Sostegno a investimenti
nell’infrastruttura necessaria allo
sviluppo, all’ammodernamento e
all’adeguamento dell’agricoltura e
della silvicoltura”, che hanno firmato le concessioni per:
- Interventi di realizzazione, rifacimento e difesa delle strade interpoderali; - Realizzazione e
miglioramento delle infrastrutture
per la captazione dell’acqua potabile alle aziende agricole.
Ammontano a 3 milioni di euro, le
risorse messe a bando per il primo
step della sottomisura 4.3, altri 3
milioni sono destinati al secondo
step, la cui graduatoria sarà pubblicata entro la metà del mese di
marzo. “Riteniamo si tratti di
opere di miglioramento che andranno ulteriormente a favore e
sostegno delle aziende agricole ha detto l’assessore all’Agricoltura, Vittorino Facciolla - in quel
processo di crescita complessivo
che sta interessando il settore agricolo molisano. Ora, passeremo al
secondo step fino al terzo e, crediamo, di potere così coprire le richieste di 3/4 dei comuni
molisani”. A sottolineare l’azione
energica dell’assessorato, il presidente della Giunta, Paolo Frattura, che ha paralato di un risultato
corposo. “Di avvisi e bandi che
sono stati concordati con i comuni
proprio per garantire il pieno e migliore rispetto delle regole. Ora, ci
impegneremo sulla questione del-
aNell’ultima seduta del Consiglio di Amministrazione,
l’ESU ha deliberato di liquidare e pagare la prima rata
delle borse di studio a tutti gli
studenti idonei inseriti nelle
graduatorie del bando per
l’anno
accademico
2016/2017.
«È un risultato storico, che
non si verificava ormai da diversi anni, quello che registriamo oggi per il diritto allo
studio universitario nel Molise – dice con soddisfazione
il Presidente dell’ESU Candido Paglione. Infatti, grazie
al trasferimento da parte dell’Università del Molise alla
Regione dell’intero gettito
della tassa regionale versata
dagli studenti - che rappresenta una delle voci che determinano l’ammontare delle
somme da destinare alle borse
28 febbraio 2017
Frattura e Facciolla firmano i provvedimenti per 26 comuni che potranno
intervenire sulle strade interne e per la captazione di sorgenti a favore dell’agricoltura
“I fondi per le interpoderali
e l’acqua per le aziende agricole”
l’ordinaria manutenzione delle
strade interpoderali che da anni
non conoscono interventi strutturali e presentano vistose problematiche. Questi fondi, oggi, sono
un primo, immediato aiuto”.
Queste le misure:
Misura 4 - “Investimenti in immobilizzazioni materiali” . Sottomisura 4.3: Sostegno a investimenti
nell’infrastruttura necessaria allo
sviluppo, all’ammodernamento e
all’adeguamento dell’agricoltura e
della silvicoltura Pubblicazione
del bando: 23 novembre 2015
BURM n.38.Tipologia bando: la
formula del bando “aperto” ha
consentito di presentare le domande di aiuto in due fasi al termine delle quali sono state avviate
due istruttorie .
Finalità della misura: ridurre gli
svantaggi in cui operano le
aziende agricole, in particolare
quelle che avviano processi di diversificazione delle attività verso
la trasformazione o i servizi agrituristici. Le problematiche affrontate
sono
principalmente
ricollegabili a due categorie: le
cattive condizioni delle viabilità
interpoderali di collegamento
delle aziende agricole alla rete di
viabilità principale (con esclusione
degli interventi di manutenzione
ordinaria); la mancanza di infrastrutture per l’acqua potabile funzionali alle aziende agricole.
A chi si rivolge: Enti locali, forme
associative di Enti Locali, possessori pubblici di superfici forestali e
loro associazioni
Dotazione finanziaria del bando:
euro 6.000.000 così partite:
I step: scad. 31 marzo 2016 - €
3.000.000
II step: scad.31 luglio 2016 - €
3.000.000
I Comuni interessati dagli interventi
Interventi di realizzazione, rifaci-
Paglione:Borse di studio
per tutti i meritevoli”
di studio – è stato possibile,
per la prima volta e dopo diversi anni, liquidare tutti gli
studenti idonei».
Negli anni scorsi la poco piacevole figura degli studenti
“idonei non beneficiari”
aveva rappresentato percen-
tuali che andavano dal 25%
del 2014-2015 fino al 40% del
2011-2012.
Insomma un ottimo risultato a
mento e difesa delle strade interpoderali: Campochiaro Macchia
Valfortore Montaquila San Felice
del Molise Ferrazzano Mafalda
Campolieto Conca Casale Tavenna Pettoranello del Molise
Guardialfiera Montenero Val Cocchiara Ururi Bonefro CarovilliAgnone Gildone Trivento Lupara
LucitoSan Giuliano di Puglia
Realizzazione e miglioramento
delle infrastrutture per la captazione dell’acqua potabile alle
aziende agricole:
Roccamandolfi Casacalenda Belmonte del sannio Duronia San
Polo Matese
dimostrazione che con l’impegno di tutti si possono raggiungere importanti traguardi.
«Sicuramente è un bel segnale
– dice ancora Paglione - che
incoraggia tutti a fare meglio
per garantire sempre di più la
piena esigibilità del diritto
allo studio agli studenti meritevoli e bisognosi che scelgono la nostra Università».
Paglione, quindi, ritiene di
dover ringraziare, per la sensibilità e la celerità, i due enti
interessati:
«Un ringraziamento doveroso
all’Unimol e alla Regione
Molise che ha effettuato il
mandato di pagamento a favore del nostro Ente con
grande celerità, consentendoci in questo modo di soddisfare tutti gli studenti inseriti
nelle graduatorie degli idonei».
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28 febbraio 2017
Le polemiche sollevate a Cerro
al Volturno sul nuovo impianto
per la derivazione di acqua ai
fini idroelettrici, riapre la questione delle ultime concessioni
rilasciate dalla Regione Molise. Diamo acqua a profusione, fino al limite di mettere
a rischio le necessità locali, derivandola dalle sorgenti del
Volturno, del Biferno, del San
Bartolomeo, per citare i corsi
d’acqua più attinti, dalle dighe
del Liscione, di Occhito e di
Civitanova, e ciò che ne viene
è un risibile ristoro economico
e nessuna contropartita programmatica. Il Molise “concessorio”
è
una
entità
dilettantesca, che, dobbiamo
presumere, non consoce il valore delle risorse naturali di cui
dispone, o altrimenti è da considerare una entità compromessa e per questo impedita a
farsi valere. Dalla grandi concessioni alle piccole, il governo regionale si accontenta
delle briciole, e le ditte che derivano acqua dai fiumi e dai
torrenti producono centinaia
di Kw: energia elettrica che
non vendono al Molise, che ha
un surplus di produzione, ma
al mercato energetico del Centro/Nord. Ricordiamo l'autorizzazione all'Energy srl di Roma
a derivare acqua pubblica per
uso idroelettrico dal Fosso Tar-
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Centrali idroelettriche,
non sono già troppe?
A Cerro al Volturno c’è preoccupazione per la realizzazione di uno
dei quattro impianti le cui autorizzazioni sono state rilasciate
talussa in località “Acquabona” , in agro del comune di
Longano, per un impianto della
potenza di 135 kw; la Italbon
srl di Pontedera a derivare
acqua pubblica dal Torrente
Lorda in località “Giovannone”, in agro di Castelpizzuto, per un impianto della
potenza di 49,83 kw; la Sea srl
di Milano a derivare acqua
pubblica dal Volturno in loca-
lità “Petrara”, in agro di Cerro
al Volturno, per alimentare un
impianto della potenza di 368
Kw, e la Dp3 srl di Pescara a
derivare acqua pubblica dal
Torrente Acqua Santa, in loca-
lità “Colle delle castagne”, in
agro di San Massimo, per alimentare un impianto della potenza di 112,81 Kw. Sono
ormai decine e decine le centrali e le centraline idroelettriche alimentate dalle risorse
idriche molisane, ma a leggere
le ditte che ne hanno fatto richiesta si rimane basiti: gli impianti gestiti da ditte molisane
si contano sulle dita di una sola
mano. Più che noi, dovrebbe
essere la Regione Molise a
porsi la domanda come mai
tanto scarso interesse, e a darsi
una risposta, avendo poi il
buongusto di fare mente locale
e chiedersi se non sia giunto il
momento di intessere con la
Campania, il Lazio, la Puglia e
l’Abruzzo un diverso rapporto.
per regolare con maggiore
equità il patrimonio idrico, affinché la comunità molisana ne
ricavi il dovuto e giusto compenso da reinvestire nel miglioramento delle reti idriche
di adduzione e di distribuzione, e per contenere il costo
delle bollette.
L’ambiguità del Carnevale
di Monsignor Gabriele Teti
Il carnevale per tutti è senz’altro
visto come festa dell’allegria, caratterizzato dai colori e schiamazzi. Infatti in ogni carnevale
troviamo eccessi alimentari e
sessuali e , addirittura, violenze
giustificate come valvola di sfogo
per l’istintività repressa nel resto
dei mesi. Oggi però dobbiamo
ammettere che anche il destino
del carnevale è segnato: come
per tante altre feste importanti
prevale il consumo indotto, con
vestiti acquistati per mascherarsi
con piazze e strade da ripulire.
Sembra che il suo nome derivi da
Carnes levare, “togliere le carni”,
o da Carni vale ! ,”carne addio”,
in riferimento alle abbuffate che
esaurivano le ultime scorte di
carne prima della primavera. Sicuramente il primo nucleo di questa festa è costituito dai saturnali
romani : solenne festa religiosa
che si celebrava in onore del dio
Saturno e durante la quale si tenevano cerimonie religiose di ca-
rattere sfrenato e orgiastico, che
prevedevano tra l’altro la temporanea sospensione del rapporto
servo-padrone. Festa che la
Chiesa, poi, cercò di spostare
perché troppo a ridosso del natale
. Infatti già alle soglie dell’età
moderna in alcune regioni italiane il carnevale iniziava a Santo
Stefano, con il famoso detto popolare: “ Dopo natale è subito
carnevale” . In alcune zone iniziava dopo l’Epifania, in molte
altre dopo la Candelora del 2 febbraio . Ma la data che pian piano
si impose, quasi dappertutto, fu
quella del 17 gennaio con la festa
di Sant’ Antonio abate. Ovviamente la conclusione del carnevale dipende dall’inizio della
quaresima, la cui data, come sappiamo, varia secondo la Pasqua.
La formula più giocosa del carnevale è il travestimento nei modi di
vestire ma soprattutto del volto,
antica abitudine quanto l’uomo.
Così si ha la possibilità di nascondersi nei panni di altri personaggi per agire non riconosciuti,
per ottenere certamente effetti
plateali , liberi dai controlli sociali e da eventuali ritorsioni, per
essere , almeno per un giorno, più
visti, più temuti e , forse, più
ascoltati! Come fanno quei politici che con i voti di una ben definita parte politica da uno
schieramento passano all’altro ,
continuando a mantenere la maschera, sempre! Ma chi sente la
necessità di indossare la maschera deve sapere che è un’immagine ma anche un messaggio.
L’immagine rappresenta quello
che uno vorrebbe essere ,ad
esempio il proprio personaggio
preferito, ma non può essere;
come messaggio svela esigenze
ed urgenze covate nella propria
individualità rimaste inconfessate
che però si vogliono trasmettere
. Ecco perché è giusta la considerazione diffusa che la maschera
vela ma anche rivela e che il ballo
in maschera è una metafora della
vita, come celebrazione di una
tragicomica finzione perenne.
Purtroppo oggi, sempre più
spesso, con grande amarezza constatiamo come di maschera in
maschera si arriva alla confusione
, a non riconoscere più nemmeno
la propria identità andando oltre
misura. Il travestimento carnevalesco manifesta così l’ambiguità
sottile in cui spesso si vive e la
volontà ambivalente di identificarsi o di dissociarsi rispetto ad
una modello condannato o assunto con la maschera. Per molti
, infine, nell’attuale dominio tecnologico e di secolarizzazione ,in
un mare di solitudine, il carnevale è il tentativo giocoso di cambiare le carte della vita, di
rovesciarne il movimento e di illudersi che la magia della ritualità
gestuale possa vincere e sostituirsi alla durezza della responsabilità
e
della
personale
conversione del cuore.
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28 febbraio 2017
Incontro tra il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Cotugno
con il sindaco di Venafro Cotugno e i responsabili delle strutture, Pesino e Bucci
“Il Parco dell’Olivo e il Museo
Winterline di Venafro torneranno definitivamente nella
sede storica di Palazzo De
Utris”!
Ad annunciarlo il presidente
del Consiglio regionale, Vincenzo Cotugno, dopo il vertice
di stamani con il sindaco di Venafro, Antonio Sorbo, il presidente del Parco, Emilio Pesino,
e il responsabile del Museo
Winterline, Luciano Bucci.
Il Presidente Cotugno, che da
tempo stava lavorando ad una
risoluzione definitiva della vicenda, questa mattina ha comunicato la proposta, accettata da
tutti i partecipanti, di destinare
l’intero Palazzo De Utris al
Parco dell’Olivo e al Museo,
aprendo alla possibilità anche
ad altre associazioni culturali di
usufruire dello stabile nel centro storico di Venafro.
Alla soluzione trovata dal presidente Cotugno hanno contribuito gli incontri avuti con il
commissario dello Iacp, dott.
Lembo, che fin dal mese di gennaio aveva dato la massima disponibilità
per
risolvere
definitivamente la vicenda
tanto a cuore all’intero territorio venafrano.
“Grazie alla sensibilità del
Commissario Lembo e del Presidente Frattura siamo riusciti
ad ottenere una soluzione definitiva per il Parco e il Museo di
Venafro” afferma soddisfatto il
Presidente Cotugno “in questa
maniera si è riusciti a risolvere
“Il Parco dell’olivo
e il museo Winterline
resteranno nella sede storica
di palazzo De Utris
una vicenda che durava da mesi
e che aveva messo a rischio la
permanenza a Venafro del
Museo Winterline e dello stesso
Parco dell’Olivo. E’ la testimonianza di come con il dialogo e
con le buone pratiche si arrivi
sempre a delle soluzioni positive” sottolinea il presidente
Cotugno, che in tutte queste
settimane si era tenuto lontano
dalle polemiche, lavorando ad
una soluzione che potesse soddisfare tutti. “Quest’oggi c’è
stata una piena condivisione
istituzionale alla soluzione di
una problematica non solo del
territorio venafrano ma anche
dell’intera regione, stante la valenza regionale ed oltre sia del
Parco dell’Olivo che dello
stesso Museo Winterline. Contemporaneamente, cosi come
condiviso anche dal sindaco
Sorbo, riusciremo a rivaloriz-
zare anche l’intero centro storico venafrano, con due siti importanti che hanno l’obiettivo
di salvaguardare e promuovere
a livello turistico la nostra regione. Risolta questa vicenda”
ha rassicurato Cotugno “a breve
anche lo sblocco delle annualità
2015 e 2016, affinché, saldati i
debiti pregressi, si guardi con
estrema fiducia alla programmazione futura”.
Nello stesso incontro il Presidente Cotugno ha annunciato
l’impegno di salvaguardare
anche la sede dell’Arsarp, che
potrebbe essere allocata anch’essa nei locali di Palazzo De
Utris.
Al termine della riunione soddisfatti il presidente del Parco,
Pesino, del Museo, Bucci, e il
sindaco Sorbo che da tempo
avevano sollecitato una soluzione definitiva per due Enti
strategici del territorio venafrano.
La Usb lancia l’allarme per quella che considera una vera e propria emergenza
“Sfratti, famiglie disperate e politica in silenzio”
Nelle prossimi settimane sono stati segnalati, all’As.I.A/Usb, decine di sfratti esecutivi da parte dell’Istituto Autonomo Case
Popolari di Campobasso. Una vera e propria emergenza. L’As.I.A (Associazione
Inquilini e Abitanti) aderente all’USB
(Unione Sindacale di Base), denuncia l’intollerabile silenzio della regione e delle
istituzioni, colpevolmente inadempienti ed
inerti rispetto al dramma di intere famiglie
di Campobasso e provincia costrette a subire, senza colpa, per la gravissima situazione economica in cui versano, la perdita
del diritto alla casa.
“E’ particolarmente deplorevole il comportamento della Regione che non solo a
tutt’oggi non ha riaperto il bando per accedere al fondo per la morosità incolpevole,
ma è restata sorda alle richieste da più parti
sollevate di un incontro per mettere fine a
questa
drammatica
situazione.
Non è più possibile delegare alle istituzioni caritatevoli la gestione della terribile
situazione dell’emergenza abitativa
della nostra provincia e dell’intera regione, oramai al collasso sul piano delle
garanzie sociali e civili. E‘ indifferibile
pertanto che la Regione adotti tutte le
misure di carattere giuridico e amministrativo per alleviare, in materia di
sfratti Iacp lo stato di terribile sofferenza delle fasce più deboli della popolazioni al fine di tutelare la loro dignità
e l’insopprimibile e fondamentale diritto alla casa. La morosità nelle case
popolari è in aumento? Certo che lo è,
come era prevedibile e com’era stato
denunciato sin dai tempi del varo dell’ultima legge regionale, che aveva
comportato un aumento generalizzato
dei canoni. E ora la situazione è ulteriormente peggiorata. Insomma, c’è la
crisi che colpisce sempre più duro e non
si trova di meglio che aumentare i canoni
d’affitto nell’edilizia sociale, con l’unico
e scontato risultato di far schizzare alle
stelle il tasso di morosità. La situazione
è molto più scomoda in quanto ci sembra
riduttivo e semplicistico addossare la
colpa della situazione agli abusivi o ai
furbetti che non pagano il canone”. A tal
proposito l’As.I.A/Usb ha inviato una
nota al Prefetto di Campobasso, Dott.ssa
Maria Guia Federico, affinché si possa
arrivare in tempi celeri ad un incontro fra
tutte le istituzioni preposte al fine di evitare gli sfratti pervisti nelle prossime settimane e avviare reali politiche sociali a
sostegno delle famiglie colpite dalla crisi
sociale e economica.