[N-PRA - 10] NAZIONE/GIORNALE/PRA/10 28/02/17

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10 CAMPIONATO GIORNALISMO
Scuola media
F. Mazzei III D
Poggio a Caiano
MARTEDÌ 28 FEBBRAIO 2017
Migranti? Lo siamo in tanti
Il racconto delle famiglie che arrivarono nel pratese negli anni del boom
SE IN ITALIA ci fosse stato un
muro come quello in discussione
tra gli Usa e il Messico, noi non saremmo qui a raccontare le storie
dei nostri genitori e nonni, giunti
da lontano in Toscana qualche decennio fa. Perché, in fondo, siamo
tutti migranti. A Prato e provincia,
prima del boom cinese, sono arrivati da ogni parte d’Italia. Dal 1957 al
1965, infatti, il movimento migratorio salì a 30.253 persone, con il record del 1958: 5.280. Complessivamente, l’emigrazione interna fu un
evento senza precedenti dal 1952 al
1962: 15 milioni di italiani, il 30%
dello popolazione, cambiarono residenza. In queste percentuali, ci sono anche le nostre origini. C’è la
mamma di Emma, di origini umbre, che da giovanissima ha deciso
di venire in Toscana per avere maggiori possibilità di lavoro. E ci sono
i nonni di Noemi, entrambi calabresi, che sono giunti qui a causa
delle difficoltà del dopo guerra.
«La vita in Calabria – raccontano era un dura, e ci si doveva adattare
con quello che si aveva». Trasferen-
Emigranti in partenza alla stazione: siamo nel pieno degli anni Sessanta
dosi in Toscana, entrambi hanno
trovato lavoro, lui come operaio e
lei come donna delle pulizie. Adesso sono felicemente in pensione e il
nonno si dedica alla scrittura di
poesie e racconti. C’è poi chi, cambiando regione, ha trovato l’amore.
Come la nonna di Lorenzo, nata in
Sicilia, a Bompietro, in provincia
di Palermo, che all’età di 11 anni
ha seguito in Toscana la sua fami-
glia per motivi di lavoro. Qui, in
una sala da ballo del senese, luogo
d’origine del nonno, ha conosciuto
il marito. In alcuni casi, la migrazione è stata da luoghi meno distanti. Come nel caso dei nonni di
Edoardo, lui di Sesto e lei del Mugello (giunta per motivi di lavoro e
per aver perso un fratello a causa
dell’esplosione di una mina). Ma
c’è di più. Per il nonno, si può pen-
sare a origini più lontane: «Tutti i
suoi fratelli hanno i capelli chiari e
sono molto alti. Questo ci fa pensare che provengano dal Nord Europa». Trasferirsi a Prato non era una
strada in discesa. I soldi erano pochi e chi arrivava era costretto ad affittare una stanza. Fino agli anni
Sessanta, non ci furono problemi,
in seguito, però, i pratesi si accorsero che il numero degli inquilini era
doppio rispetto a quello dichiarato.
Il percorso di integrazione non è
stato sempre immediato e, anche a
trent’anni dal boom migratorio,
qualche episodio razzista c’è stato.
Come nel 1991, quando, sui muri
di fronte alla Stazione del Serraglio
a Prato, apparvero frasi violente,
«Sud=colera», «Vivisezione sul terrone», «Hitler: con gli ebrei anche i
terroni», scritte con la vernice nera.
A Poggio a Caiano, i cittadini di
provenienza straniera sono 1.166,
l’11,7% della popolazione residente
(fonte Censimento 2016), e un giorno i loro discendenti racconteranno le proprie origini, come noi stiamo facendo oggi.
L’INTERVISTA L’ASSESSORE CIAMBELLOTTI SPIEGA LE STRATEGIE PER GLI STRANIERI IN CLASSE
«Inclusione a scuola è la parola d’ordine»
Maria Grazia Ciambellotti,è
anche preside della media Mazzei
QUALE rapporto fra i ‘nuovi arrivati’ e la scuola?
Maria Grazia Ciambellotti preside della scuola media Mazzei e assessore alla Pubblica Istruzione del
Comune di Prato, racconta il rapporto tra i nuovi arrivati e la Scuola (nel 2015, il 26,3% in Provincia e il
17,6% a Poggio a Caiano), iniziando dalla dispersione scolastica: «Già dopo la terza media si registra un
forte abbandono, soprattutto a Prato, che aumenta
fino ai 18-19 anni. Negli anni passati, siamo arrivati
al 20%, ora siamo al 17,9%». Ma come si è attrezzata
l’amministrazione per far fronte alla presenza straniera? «Innanzitutto, agendo su i servizi educativi
che sono l’asilo nido, la scuola dell’infanzia, le elementari e le medie. Nei primi anni Novanta ero ancora insegnante. La prima bambina cinese giunta a
Prato, Hai Li, aveva tredici anni quando mi fu portata in classe. Pensai: ‘Cosa devo fare?’. In quel periodo, a Prato, furono chiamati alcuni mediatori che,
sostanzialmente, erano traduttori». «Dopo questa
prima fase - continua - abbiamo capito che era necessario fare un lavoro dentro la classe con i facilitatori,
chiamati ad agevolare i percorsi di apprendimento.
Adesso bisognerebbe che questo modo di lavorare
coinvolgesse tutta la classe, studiando la grammatica
in maniera più semplice attraverso la ‘Grammatica
valenziale’. Questo è l’obiettivo del progetto di mediazione linguistica portato avanti dal Comune».
Per la preside, la soluzione passa per l’inclusione,
che «è partire dalla diversità, accettando la persona
per come è». Inclusione, sottolinea la preside, è ascoltare, vedere, conoscere le abitudini degli altri, assimilandole e offrendo le proprie. Maria Grazia Ciambellotti ha un sogno: «Nelle scuole, si imparano l’inglese e il francese: ma perché non studiare il cinese o
l’arabo, che potrebbero darci una prospettiva differente?».
REDATTORI IN CLASSE
La pagina è stata realizzata dagli studenti
della III D dell’I.C. Filippo Mazzei di Poggio
a Caiano: Noemi Acri, Lorenzo Angeli, Giada Anselmo, Benedetta Bartolini, Walter
Paolo Bindi, Samuele Crabu, Maria Giulia
Craca, Natalie Esposito, Niccolò Fissi, Noemi Fratini, Gabriele Galletti, Asia Giovannetti, Serena Giraldi, Edoardo Gori, Andrea Hu, Angelo Hu, Giuseppe Impellizzeri, Xiaoying Lin, Pietro Luise, Emma Nesi,
Noemi Nucciotti, Sofia Rastrelli, Halima Sehimi, Giovanni Serafino, Braiton Toma.
Il dirigente scolastico è Maria Grazia Ciambellotti. Insegnanti tutor: Tiziana Mottola
e Daniele De Joannon.
PROGETTI
Ospiti e anziani
insieme
per Poggio
DAL 2014 Poggio a Caiano
è diventato un Comune che
fa di accoglienza e inclusione i due suoi principali
obiettivi. Racconta il vicesindaco Francesco Pugelli:
«Abbiamo circa 30 ospiti,
ma il numero è fluttuante.
Noi siamo stati tra i primi
in Toscana che hanno cercato di coinvolgere i ragazzi
in progetti utili per la comunità. Ciò ha determinato
senso di gratitudine e un segnale concreto per Poggio».
I migranti svolgono attività
di volontariato non retribuito in accordo coi soggetti gestori, Pane e Rose ed Astir,
e con la Prefettura. Nel corso degli anni, i ragazzi coinvolti hanno pulito le caditoie, le strade, sistemato gli addobbi natalizi, imbiancato
le palestre comunali e le aule della scuola per l’infanzia
‘Il Magnifico’, riqualificato
il Parco del Bargo. «Una serie di lavori – sottolinea Pugelli – fatti insieme ai volontari delle associazioni e agli
abitanti. I prossimi riguarderanno la ristrutturazione
dell’orto didattico del Comune, inattivo da anni, che
diventerà un laboratorio
per gli stessi migranti, i quali, sotto la guida di pensionati volontari e con la supervisione degli operatori del
Consorzio e dei dipendenti
del Comune, impareranno
rudimenti di muratura e imbiancatura, piccole ristrutturazioni, sistemazione giardini e altro. Gli insegnamenti appresi – continua il vicesindaco - saranno quindi applicati alla leggera ristrutturazione di alcuni giardini
pubblici nel territorio limitrofo all’orto».