ritrovato - Atlantico Press

Download Report

Transcript ritrovato - Atlantico Press

il tempo ritrovato
Testo
Carla Ferron
i
l più famoso hotel di place Vendôme,
a Parigi, è stato per anni la casa di CoCo Chanel.
oggi la Maison torna ad abitarlo aprendo, per la prima
volta nella sua storia, uno sPazio dediCato ai
trattamenti. lì, dove si gioca con la fortuna del numero
5 e un massaggio per il viso può durare tRe oRe, si
entra in un’altra dimensione. ne abbiamo la prova
126 - AMICA
Viaggio nelle belle arti
ho dormito al Ritz.
In un pomeriggio d’autunno (erano le 16.30 di
venerdì 23 settembre), in un comodo letto riscaldato, cullata dalla musica e da aromi rassicuranti. Mi sono addormentata a più riprese
nelle tre ore di relax trascorse in quel monumento storico che è l’hotel parigino affacciato su
place Vendôme. Tre ore. Il tempo necessario
per vivere Le Grand Soin, un inedito firmato
Chanel. La Maison della Couture e della Parfumerie, del Beige e del Rouge Noire, della 2.55
e del N° 5, ha intrapreso una nuova strada: per
la prima volta nella sua lunga storia, all’interno
del Ritz Club, tempio del benessere cui si accede dall’hotel o dal numero civico accanto, il 17,
Chanel ha inaugurato un proprio spazio per i
trattamenti. Più che una spa, cinque alcove, le
sobrie ed eleganti cabine che rispettano nei colori e nelle linee i codici della Casa, con tanto di
boutique-compendio (di profumi, maquillage
& co). L’architetto e interior designer artefice di
questo universo è Thierry W. Despont, lo stesso che dal 2012 ha seguito la ristrutturazione
del Ritz, che, con il suo nuovo look, ha riaperto
i battenti una mattina dello scorso giugno. La
scelta di rue Cambon di inaugurare al Ritz Paris un’inedita “linea di business” non è casuale.

Gabrielle Chanel
fotografata
da Mark Shaw
nella sua suite
all’Hotel Ritz di
Parigi nel 1957.
Viaggio nelle belle arti
Un Coromandel nella
versione
contemporanea. Sotto,
un originale, sfondo
di un famoso ritratto
di Coco Chanel
scattato nel 1937 da
François Kollar.
Nei toni del beige e del nero,
i nuovi ARREDI in legno e vetro
rivisitano i celebri paraventi
coRomANDEl cari a mademoiselle
Si potrebbe parlare di decisione “ovvia”, visto il profondo legame tra Gabrielle Chanel e l’hotel: “Il Ritz è la mia casa”, confessava lei stessa nel
1960 a Marcel Haedrich, giornalista-scrittore. La storia spiega il perché.
coco ha abitato per la prima volta al Ritz nel dicembre
1919, dopo la morte di Boy Capel; nel 1937, vi si è proprio installata per 34
anni. Di giorno lavorava al 31 di rue Cambon, costruendo la fortuna della
sua casa di moda, la sera rientrava in hotel, cenava, incontrava amici che
portavano i nomi di Misia Sert, Salvador Dalí, Jean Cocteau. Dopo la suite,
abitata dal 1937 al 1940, al terzo piano con vista sulla colonna Vendôme e
sulla piazza che ha ispirato il tappo del flacone del N° 5, la casa di Mademoiselle è diventata due piccole camere al sesto piano con vista sui giardini dell’hotel, lato proprio rue Cambon. Inevitabile, invitati a sperimentare
l’offerta di Chanel au Ritz, ritrovarsi a “cercare” lo spirito di Coco. Compito
forse poco originale, sicuramente non così facile. Il Ritz stordisce col suo
fascino polivalente. Più di tre anni di lavori non hanno cancellato il passato,
ma l’hanno restaurato. I mobili originali depositati in 124 container (solo
per questo trasloco ci sono voluti due mesi) sono tornati ad arredarne le
stanze, uguali ma diverse. Anche la lunga Galleria delle boutique al piano
terra, percorsa tutti i giorni da Coco, ha inquilini differenti. In quanto alla
porta posteriore dell’hotel, da cui Coco raggiungeva direttamente il suo ap-

128 - AMICA
Chanel au Ritz Spa: il rito
del soin si conclude
sorseggiando cocktail
vegetali al riparo
di tendaggi bianchi.
partamento-ufficio in rue Cambon, è ancora chiusa, in attesa della fine dei
lavori. E la suite Coco Chanel è ora al secondo piano: non è la stessa abitata
da Mademoiselle, non ne è nemmeno la replica. Anche se i 174 metri quadrati occupati da due stanze e un soggiorno evocano l’atmosfera originale
con i colori (beige, bianco, nero), con gli specchi e le lampade di cristallo,
con le foto di Cecil Beaton e François Kollar, e i disegni di Karl Lagerfeld.
poi si scende la scalinata
Viaggio nelle belle arti
“i soin di bellezza devono
iniziare dal cuore
e dall’anima, sennò
i cosmetici non servono
a nulla” (Gabrielle Chanel)
130 - AMICA
che porta al Ritz
Club e si incontra Mademoiselle proprio là, in un posto che non esisteva.
Attorno alla splendida piscina, ecco un tempio di bellezza completamente ridisegnato, con lo spazio dedicato ai trattamenti Chanel. In omaggio
al numero portafortuna di Coco, cinque cabine sobrie e avvolgenti, in cui
nulla è lasciato al caso, dagli arredi che recuperano lo stile dei paraventi
Coromandel al profumo degli oli usati per i massaggi (sempre cinque: gelsomino, rosa di maggio e d’Oriente, vaniglia, agrumi), al menu. Le Grand
Soin è affiancato da Les Soins Particuliers che cercano luce, compattezza,
idratazione, rivitalizzazione per la pelle, dai trattamenti uomo e da L’Allure
Chanel, un programma per il corpo. E così, in questa particolare atmosfera,
quando si spengono le luci in cabina, mi sembra quasi di ascoltarla Mademoiselle: “I trattamenti di bellezza devono cominciare dal cuore e dall’anima, altrimenti i cosmetici non servono a nulla”. Davanti a un drink di benvenuto, non mi sono forse confessata io stessa a Charlotte? Che, elaborato
il mio percorso, ora è all’opera. Nulla è trascurato: décolleté, braccia, collo,
mani (sono io a rinunciare al cuoio capelluto). L’arte del trattamento, qui,
è soprattutto arte del tatto. Mi lascio cullare da un massaggio che ruba il
metodo alla manipolazione fasciale: l’estetista individua i punti di tensione
con le dita e con movimenti micro sollecita i tessuti e ne rimuove blocchi. I
tratti si distendono, la mente si rilassa e “al risveglio” ogni cosa è illuminata.
A partire dal viso. Un brillante successo. Al termine, un make up veloce e
via nella sala relax. Solo qui, sorseggiando un cocktail la cui ricetta mi verrà
consegnata all’uscita con le schede del mio rituale, guardo l’orologio. Tre ore
dopo, sento di aver ritrovato una corretta dimensione del tempo. Esco dalla
porta principale del Ritz, svolto l’angolo, anch’io diretta in rue Cambon. Un
giro più largo, io non sono Coco. Anche se...