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PRIMO PIANO
Giovedì 2 Marzo 2017
Prima, il caso di Fillon. Adesso, scoppia lo scandalo della moglie del socialista Hamon
Candidati azzoppati dalle mogli
La presidenza della repubblica francese è in salita
DA PARIGI
GIUSEPPE CORSENTINO
N
ella giornata più nera
(ma la campagna
elettorale non è ancora finita) del candidato repubblicano François
Fillon che ieri mattina, 1°
marzo, è stato formalmente
inquisito dalla magistratura
(con l’invio degli atti al giudice istruttore) per la fittizia
assunzione della moglie Penelope come assistente parlamentare (un milione di euro
per otto anni di lavoro), il settimanale satirico Le Canard
Enchaîné, dopo aver scoperto
il «Penelopegate» (e aver raggiunto il record di mezzo milione di copie vendute), apre
un altro «gate» e scopre un
altro affaruccio segreto di un
altro candidato.
Stavolta si cambia
campo. Non più la destra
repubblicana, ma la sinistra
radicale del partito socialista
che ha vinto le primarie con
il candidato Benoît Hamon,
una specie di Grillo in salsa
francese, quello che vorrebbe
portare anche qui il «salario
di cittadinanza», tassare pensate - i robot che rubano
il lavoro agli umani e dare
occhiali e dentiere gratis
a tutti (forse non sa che su
quest’ultimo punto, sulle dentiere, il copyright è del nostro
Berlusconi).
Anche in questo caso,
secondo la migliore tradizione del «cherchez la femme», a
metterlo nei guai, secondo la
puntuta ricostruzione del Canard, è la compagna, Gabriel-
le Guallar, mezza spagnola
e mezza danese, di professione lobbista, per sette anni al
Cabinet Kea di Bruxelles, poi
al CNC, Centre national de
cinématographie, struttura
pubblica dove si è occupa per
otto anni di rapporti e relazioni internazionali (in pratica,
finanziamenti per le grandi
produzioni cinematografiche)
e, infine, dal 2014 al quartier
generale di Lvmh, «le numero
un du luxe» di Bernard Arnault, come «responsable des
affaires publiques»: insomma
ancora una volta lobbista per
un gruppo che per le attività
di lobbying, come si sa, ha la
stessa attenzione di un grande sarto per le sue creazioni.
Arnault, che nelle prossime settimane verrà in Italia a inaugurare una manifattura di Bulgari dalle parti
di Valenza Po, è stato - come
ricorda il settimanale - amico e «proche» (per dirla alla
francese) di Mitterand, di
Chirac, di Fabius, di Sarkozy, insomma amico di tutti e a nessuno ha mai negato
un favore, un’assunzione. Ed
è proprio qui il punto-chiave.
A luglio 2014, tre mesi dopo
che Hamon, deputato socialista eletto nel dipartimento
Yvelines, è diventato ministro
dell’Educazione nazionale del
primo governo Valls, Gabrielle (che, per riconoscimento generale, è una che sa fare il suo
mestiere, parla cinque lingue
e ha una lunga esperienza di
lobbying nella capitale europea del lobbismo, Bruxelles)
presenta il suo curriculum
al gruppo Lvmh e viene as-
GIANNI MACHEDA’S TURNAROUND
Renzi pensa a un reddito d’inclusione di 500 euro al
mese. Pari a poco più di 6 referendum all’anno
***
È durato oltre due ore il primo tavolo ai Trasporti con
le associazioni dei tassisti. 150 euro senza ricevuta.
***
L’Italia è quel Paese in cui molti giovani vanno all’estero per vivere. E alcuni, anche per morire.
***
François Fillon
sunta.
Dov’è lo scandalo? Lo
stesso Hamon, intervistato
dalla sensualissima Karine
Le Merchand nel suo salotto
televisivo del canale M6 (Une
ambition intime, un’ora di
chiacchere sulla vita privata
dei politici: vedere ItaliaOggi del 2 gennaio), risponde un
po’ seccato che la sua Gabrielle, la madre dei suoi due figli,
si era stancata del vecchio
lavoro e «a été orientée vers
le secteur du luxe» e aveva
deciso di fare un’esperienza
nell’industria del lusso.
Che c’è di strano?, ammette lo stesso Canard: in
Francia ci sono decine di politici che hanno mogli e mariti
in posizioni di rilievo nell’industria privata. Insomma,
tutto nella norma (ma anche
l’assunzione di parenti e affini
come assistenti parlamentari,
come ha fatto Fillon, è nella
norma: vedere ItaliaOggi
del 15 febbraio), tranne una
telefonata. Svelata dal set-
Niente Oscar per Fuocoammare. Che in compenso entra
nella farmacopea ufficiale nella categoria «sedativi».
timanale. Pochi giorni dopo
che Gabrielle ha presentato
il suo curriculum, Hamon,
ministro dell’Educazione
Nazionale, fa una telefonata
a Marc-Antoine Jamet, suo
compagno di partito, sindaco
di Val-de-Reuil, un comunello dell’Alta Normandia,
segretario della federazione
socialista del dipartimento
dell’Eure (sempre Alta Normandia) e - udite!udite! - segretario generale, come a dire
direttore amministrativo, del
gruppo Lvmh. «Non volevo
raccomandare Gabrielle, ma
solo fare un gesto di cortesia
verso un mio vecchio compagno di partito avvertendolo in
anticipo» ha risposto Hamon,
sempre più innervosito, alle
contestazioni del Canard.
È credibile? Il settimanale non ne è tanto convinto
soprattutto quando scopre
che Gabrielle non è «tres junior dans se poste», una ragazzina che deve imparare il
mestiere «chez Lvmh» come
prova a giustificarsi il compagno Jamet (che, detto tra
parentesi, è anche un magistrato della Corte dei Conti
in aspettativa, un grand commis con mille entrature, figlio
di un giornalista di sinistra,
Claude Jamet, ex direttore
di France Soir, e nipote di un
giornalista di destra, Alain
Jamet, tra i fondatori del
Front National). Al contrario, Gabrielle è incaricata di
dossier scottanti come la trattativa con il Comune di Parigi
per l’apertura domenicale dei
magazzini Sephora (sempre
Lvmh) e l’inaugurazione del
nuovo cantiere dei magazzini La Samaritaine. E con chi
tratta tutte queste faccende
la compagna di Hamon? Con
il marito della sindaca di Parigi, Jean-Marc Germain,
deputato socialista e direttore
della campagna dello stesso
Hamon.Dopo l’affaire Fillon
si prepara l’affaire Hamon?
@pippocorsentino
©Riproduzione riservata
POLEMICHE PER UN VADEMECUM INVIATO AI FEDELI DA UN SACERDOTE DI PISTOIA IN VISTA DI PASQUA
Vuoi confessarti? Prima devi dirmi per chi voti
La politica viene inserita tra temi caldi come aborto, adulterio ed eutanasia
DI
V
FILIPPO MERLI
otare non è peccato. Ma
nel vademecum che un
sacerdote di Pistoia, don
Cristoforo Dabrowsky,
ha inviato ai suoi fedeli in vista
della confessione di Pasqua, viene
chiesto anche di spiegare i criteri
con cui sono stati scelti partiti e
politici. Un’iniziativa che ha scatenato la reazione dei movimenti
di sinistra, secondo cui il parroco
d’origine polacca è entrato con eccessiva prepotenza nella vita dei
cittadini.
Il questionario, al quale occorre rispondere con un sì o con
un no, affronta i temi più caldi e
disparati, dall’aborto all’adulterio,
sino al sesso e alla politica. Il motivo è indicato nel titolo del vademecum: «Esame di coscienza prima
della confessione di Pasqua».
Le domande, in tutto, sono
15. Qualche esempio: «Ho abortito
oppure cooperato all’aborto, acconsentendovi o anche solo consigliandolo? Ho accompagnato qualcuno
ad abortire? Se sono fidanzato/a, ho
peccato contro la purezza e la castità (rapporti sessuali prematrimoniali)? Ho commesso adulterio (anche solo col pensiero e lo sguardo)?
Ho adoperato mezzi contraccettivi
contrari alla morale cattolica (pillola, profilattico, spirale, coito interrotto)? Ho commesso atti impuri in
modo solitario?».
Poi c’è la parte che fa riferimento alla politica e alle intenzioni di voto dei fedeli. «Sono
favorevole a dottrine contrarie al
cristianesimo e condannate dalla
Chiesa (aborto, divorzio, contraccezione, eutanasia, fecondazione artificiale)? Ho dato il voto a partiti
o persone che appoggiano queste
aberrazioni? In passato ho votato
a favore dell’aborto e del divorzio?».
«È un aiuto all’esame di coscienza, utile perché molto concreto»,
ha spiegato don Cristoforo alla
Nazione. «Non si scappa: o sì o no,
o di qua o di là. Il compito della
Chiesa è ricordare le regole fondamentali. La Chiesa accoglie tutti,
ma bisogna innanzitutto capire la
situazione di ognuno: per il perdono è necessario sapere che cosa si
perdona».
Sulle questioni elettorali,
il sacerdote ha sottolineato che
«prima di votare ci si dovrebbe informare sui programmi dei partiti
e delle persone. Spesso, purtroppo,
i programmi non sono chiari e facili
da leggere, e può accadere che le
scelte legislative non siano in linea con essi, ma se voto un partito
che non espone queste posizioni,
chiaramente è un voto in bianco. È
arrivato il tempo che i cattolici si
sveglino. La Chiesa non indicherà
mai un partito, ma i principi sì».
Il vademecum non è passato
inosservato, sia tra i credenti, sia
tra le forze politiche locali. In par-
ticolare, Sinistra Unita ha accusato
don Cristoforo di essere «entrato a
gamba tesa» nelle scelte dei cittadini. «È gravissimo che si definiscano
aberrazioni la contraccezione e la
fecondazione artificiale, ma il parroco entra pesantemente anche in
questioni come il fine vita e l’aborto», ha incalzato un’esponente del
partito, Barbara Innocenti. «E
poi dovrà dirci qual è, secondo lui,
il partito da votare, che non sostiene queste che lui chiama, in modo
offensivo, aberrazioni».
Il parroco, però, è rimasto
indifferente alle polemiche. «Non
me ne importa nulla delle reazioni
negative. Io sono qui per esporre la
verità di Dio. L’esame di coscienza è
una cosa semplice ed è preso dal catechismo. Se ci sono delle reazioni,
bisogna ringraziare. Vuol dire che
è stata fatta un po’ di pubblicità».
Per don Cristoforo, anche votare
può essere peccato.
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