"Parata della fine" di Andreco in dialogo con Prato, a metà

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Transcript "Parata della fine" di Andreco in dialogo con Prato, a metà

28 febbraio 2017 delle ore 03:08
La "Parata della fine" di Andreco in dialogo con
Prato, a metà tra rito pagano e riflessione sulla
morte della nostra epoca
Le mascherature le fornirà l'artista, ma tassativo
è l'abito nero. Non è un funerale, ma una marcia
"pagana” tra le strade di Prato. Ecco la Parata
della fine, progetto di Andreco, che prenderà
forma oggi alle 16.30, partendo dai Giardini di
Piazzale Falcone Borsellino, per una
camminata a cui tutta la città è invitata, e che
vuole raccontare poeticamente il termine
dell'epoca dell'Antropocene o "Capitalocene”,
il nostro mondo. Un rituale pagano, omaggio
alla natura, dove ai partecipanti è richiesta
"consapevolezza della fine” e sentimento
ecologista: "Portando i simboli della geologia
ferita, rendono omaggio alla natura in forma di
rituale, per cercare di risanare un rapporto ormai
in crisi, le persone comporranno un cerchio e
stringeranno un patto di sostenibilità. Il Centro
Pecci diverrà il tempio sconsacrato scelto per
questo piccolo rituale”, è il messaggio di
Andreco, che da diversi anni si muove –
nell'interesse per l'ambiente – nei territori
dell’arte pubblica, dell’installazione, della
performance, integrando spazio urbano e
naturale. Una festa urbana, nonostante il tema
sia poco sereno, che coinvolgerà anche – sotto
la curatela di Giada Pellicari- percussionisti e
sbandieratori, per far diventare il Centro Pecci
e il territorio circostante uno spazio da vivere,
dando modo di relazionarsi in maniera diversa
con l’istituzione museale alla cittadinanza. In
caso di maltempo? Ombrelli neri, please!
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