Rischio inquinamento, triste record

Download Report

Transcript Rischio inquinamento, triste record

-MSGR - 05_LATINA - 33 - 27/02/17-N:
33
Lunedì 27 Febbraio 2017
www.ilmessaggero.it
Latina
Rischio inquinamento, triste record
In provincia il 36% degli impianti da bonificare
classificati dalla Regione Lazio a pericolo «altissimo»
`
polarizzazione molto preoccupante verso quest’area geografica
che risulta molto degradata ma è
al tempo stesso una zona nella
quale si trovano uno dei bacini
idrogeologici più importanti e territori a vocazione agricola»
Tra gli impianti che adesso si
chiede di autorizzare c’è appunto
La Cogna, tra Aprilia e Ardea, per
il quale nei giorni scorsi è arrivato il via libera della Soprintendenza dei beni archeologici. È recen-
AMBIENTE
Cinque discariche da bonificare
«ad altissimo rischio», sedici per
le quali è «alto» e diciotto «a medio e basso». Sono dati della Regione Lazio, riferiti al territorio
della provincia di Latina. Numeri
che vanno inquadrati nel contesto regionale per vedere quanto
l’area pontina ha pagato e ancora
paga le scelte effettuate nel corso
del tempo.
C’è anche l’area della Cogna, dove c’è in programma
un’altra discarica. Il comitato lancia l’allarme “sinkeholes”
`
te la costituzione del comitato di
“Tutela ambientale per la salute
pubblica” che ha messo insieme
cittadini di diverse realtà. Tra loro oltre a Nobili, attivo ad Ardea,
anche Ferdinando Bucci che invece si occupa di Aprilia. «Esistono
precise responsabilità politiche,
c’è una gerarchia che va dai Comuni in su per garantire la salute
pubblica che deve essere al primo
posto. Se non avverrà - dice Bucci
- andremo fino in Europa a difen-
I DATI
Su quattordici impianti a rischio
«altissimo», per esempio, cinque
sono in provincia di Latina. Sono
16 su 87 quelli a rischio alto, 18 su
172 medio o basso. In totale poco
più del 14% delle discariche da bonificare è su una porzione di territorio che ha meno di 600.000 abitanti. Addirittura oltre una su tre
di quelle a rischio «altissimo». In
tutta la provincia di Roma, per
esempio, sono il 14%. Il rapporto
della Regione Lazio su “Adeguamento dei siti contaminati da bonificare” è del 2012 ed è l’ultimo
pubblicato. Torna di attualità alla
luce delle richieste che pervengono da diverse realtà del territorio
per impianti di ogni genere. A Latina c’è la “Ex Nova solai”, per
esempio, lungo la Pontina. Rimossi gli pneumatici, ormai tempo fa, resta un sito a rischio. Indicati nel documento anche l’ex cava in località Sassi Rossi, la discarica La Cogna e quella Santa Apollonia, ad Aprilia, quindi la discarica di Quarto Iannotta a Fondi.
Tra quelle indicate a rischio alto,
invece, figurano la ex Pozzi Ginori a Latina, l’ex Nalco di Cisterna,
le discariche in località Merole e
Corso Trento a Campodimele,
quella Le Monache a Sonnino, la
Nordex ad Aprilia. Un documento che fa il “quadro” della situazione, ma poi per intervenire e
bonificare servono studi e soprattutto soldi. Milioni di euro che
non ci sono, mentre i siti a rischio
restano lì.
L’INIZIATIVA
«Solo le province di Latina e Frosinone superano, insieme, il 50%
delle presenze sul territorio di siti
critici e clandestini da bonificare
e se ci mettiamo il sud di Roma
arriviamo al 70 - dice Fabio Nobili, ricercatore - esiste quindi una
DISCARICHE, CAVE
MA ANCHE
AZIENDE CHIUSE
DA TEMPO COME
LA EX POZZI GINORI
A BORGO PIAVE
SEQUESTRO L’area ex Pozzi Ginori
IL 14% DI TUTTI I SITI
DISMESSI E PER I QUALI
SERVE UN INTERVENTO
DI SANIFICAZIONE
È NEL TERRITORIO
PONTINO
dere i nostri diritti».
L’analisi
IL FENOMENO
Nella conferenza dei servizi di novembre sono state elencate le possibili cause “escludenti” per realizzare l’impianto a La Cogna, in
un’area che in tal modo sarebbe
però “bonificata” prima di mettere altri rifiuti. Una situazione che
si trascina dal 1975, quando venne realizzato l’impianto, ed è dichiarata grave addirittura dal
1982. Bonificare e fare altro, quindi, perché no? Alle molteplici ragioni di chi è contrario - alle quali
si contrappongono inevitabilmente quelle di chi propone l’impianto - il comitato ne aggiunge
una di non poco conto. I cosiddetti “sinkholes”: «Tradotto letteralmente significa scarichi di un lavandino - spiega Nobili - messo in
un rapporto come quello
dell’Ispra, l’istituto per la protezione e la ricerca ambientale, nessuno va a fare caso a questa strana parola». Ebbene in zona sono
tre, indicati come La Cogna 1, La
Cogna 2 e Campo di Carne. «È la
conferma che gli strati geologici
sottostanti non hanno la compattezza necessaria per sopportare il
peso di una collina di 65 metri di
altezza costituita dai rifiuti» - dicono gli esponenti del comitato.
Un’altra causa “escludente”, si vedrà se metterà o meno la parola fine sull’impianto proposto.
Giovanni Del Giaccio
Cedimenti strutturali
68 i centri coinvolti
Le numerose osservazioni
all’impianto della Cogna si
arricchiscono con la vicenda
dei “sinkholes” che l’Istituto
per la ricerca e la tutela
dell’ambiente (Ispra) ha
evidenziato come noto sin
dagli anni ‘50. Si tratta di
cedimenti strutturali
registrati e mappati proprio
nella zona prossima alla
vecchia discarica abusiva
esistente e dove - una volta
bonificata - se ne vorrebbe
realizzare un’altra.
Secondo l’analisi svolta dal
Comitato il terreno non
“reggerebbe” il peso di altri
rifiuti. Il catalogo regionale
unificato dei “sinkholes” del
Lazio risale a gennaio del 2013 e
mette a confronto la situazione
del 2002 con quella del 2011 per
numero di Comuni coinvolti
dal fenomeno dei “buchi”. Si
passa da 22 del primo rapporto
a 68 del seondo. Le mappe
mostrano come la zona a sud di
Roma - in particolare l’area che
da Ardea arriva fino al litorale
pontino - sia quella
maggiormente interessata dal
fenomeno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Furto a San Rocco, l’appello del parroco:
«Chiese indifese, serve l’aiuto delle istituzioni»
FORMIA
E’ stato un gioco da ragazzi
per i ladri entrare di notte nella chiesetta di San Rocco, nel
cuore del quartiere formiano,
e trafugare parte del trittico
denominato “Madonna col
Bambino tra i SS. Sebastiano e
Rocco”, un’opera d’arte del
XVI secolo firmata da Girolamo Stabile. La finestra laterale dalla quale i malviventi sono penetrati nel tempio durante la notte tra venerdì e sabato era protetta da una semplice zanzariera. Non da una
vetrata e tantomeno da un’inferriata. Gli autori del furto sacrilego si sono arrampicati su
una scala, poi ritrovata abbandonata nei paraggi, fino alla finestra, alta da terra, e, dopo
aver divelto agevolmente la
zanzariera, si sono calati
all’interno della chiesetta
asportando con tutta tranquillità parte del Polittico di San
Rocco, l’olio su tavola risalente al XVI secolo, che raffigura
la Madonna con Bambino tra i
Santi Sebastiano e Rocco. Nel-
Il polittico è datato
XVI secolo
fu realizzato da Girolamo Stabile
ed è l’unica opera conosciuta
di questo artista meridionale
la fretta i ladri hanno lasciato
solo la tavola raffigurante San
Sebastiano, portando via invece la Madonna con Bambino e
l’altra tavola di San Rocco. Sicuramente ladri professionisti, esperti in questo tipo di incursioni, che devono aver studiato bene la zona, le caratteristiche della chiesa e le opere
Don Alfredo Micalusi
di un certo livello artistico che
sono contenute nel luogo di
culto, aperto al pubblico solo
periodicamente (una di queste occasioni è il 16 agosto,
giorno dedicato alla festa del
santo) e spesso meta di visite
guidate. Lo sconcertante episodio apre, però, numerosi in-
Piove sabbia, autolavaggi presi d’assalto
terrogativi sulla insufficiente
protezione delle chiese a Formia e nel sud pontino, dove
negli ultimi tempi e durante
l’ultimo anno si sono registrate incursioni ladresche a santuario di San Michele Arcangelo a Maranola e in diverse
chiese di Gaeta e Minturno.
La comunità di Castellone è
apparsa sconvolta dal raid
notturno nella chiesetta di
San Rocco. E il parroco di
San’Erasmo, don Alfredo Micalusi, che è anche responsabile della Caritas diocesana e
nella cui giurisdizione è compresa anche la chiesetta di
San Rocco, punta il dito sulla
inadeguata tutela del cospicuo patrimonio artistico-religioso della zona. “Ci sarebbe
bisogno di sistemi d’allarme,
di telecamere di videosorveglianza e di tante altre misura
di sicurezza – osserva – ma
non ci sono i soldi e resta ina-
Il Polittico di San Rocco
scoltato l’appello rivolto non
da oggi alle istituzioni. Per le
chiese di mia competenza ho
già speso, in questi miei primi
sette anni di mandato, 600mila euro, ma ci sono tante altre
cose da fare”.
Sandro Gionti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Per la pubblicità nelle pagine de
LA CURIOSITA’
Tutti in fila a lavare le automobili,
con attese che hanno sfiorato anche
un’ora: da ieri mattina fino al pomeriggio. Motivo? La pioggia di sabbia
caduta tra venerdì e sabato ha sporcato i veicoli e così oggi, complice la
bella giornata di sole e per di più festiva, molti si sono mossi per andare negli impianti di autolavaggio. A
Latina sono stati letteralmente presi d’assalto dalla mattina, sia quelli
automatici con “rulli” sia i self service dove dopo l’attesa ci si deve armare di buona volonta è sparare il getto d’acqua sull’auto, quindi insaponare, risciacquare e asciugare. Affari d’oro per i gestori degli impianti.
Le previsioni dicono che potrebbe
piovere nuovamente domani e poi
bel tempo fino a domenica.
Foto su IlMessaggero.it
edizione
LATINA
Contattare
FILE ANCHE DI UN’ORA
DA IERI MATTINA
DOMANI POMERIGGIO
PER0’ RISCHIO PIOGGIA
POI BEL TEMPO
FINO A DOMENICA
Via E. di Savoia, 5 - 04100 LATINA
Tel. 0773 668518 Fax 0773.668549
Auto in coda in uno degli autolavaggi
self service del capoluogo
mail: [email protected]
-TRX IL:26/02/17 21:09-NOTE: