Untitled - Atlantico Press

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album
Caccia
al colore
Testo Michele Falcone
Foto Filippo Bamberghi
Paola e Jejo volano da un continente all’altro alla ricerca
di nuances. Poi creano vernici in un ‘bazar d’artista’
nel centro di São Paulo finché non diventano decorazione.
E nella loro casa-studio i protagonisti sono gli strumenti
del mestiere: pennelli, pitture e cementine pastello
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La casa studio di Paola e Jejo si trova a Bixiga, nel quartiere italiano
di São Paulo. Tutti i mobili sono scovati nei mercatini della zona
o acquistati da artigiani e rigattieri in giro per il mondo. La poltrona
vintage è stata rivestita con una stoffa a quadri e rimessa a nuovo
dai proprietari di casa. Sedia Playwood Group DCM, Charles & Ray
Eames, Vitra. La lampada da terra in primo piano è di Dominici
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Al muro un quadro realizzato dal papà di Jejo e una maschera di
ceramica. Tra gli oggetti del ‘bazar d’artista’ di Studio Passalacqua
anche una brocca a forma di gallo e una scala di legno trovata
in un’ex centrale elettrica (sopra). In cucina, piastrelle e mattonelle
sono quelle di un tempo (a destra). Studi cromatici su pannelli
di legno. Sugli scaffali le bozze e i disegni (nella pagina accanto)
A caccia di colori per le strade del mondo. Colori che Paola
e Jejo catturano con lo sguardo, mescolano in secchi di vernice
e passano e ripassano su muri e cementine. Fashion e textile
designer lei, artista e scenografo lui, entrambi con la passione per
la pittura. Da cinque anni fanno coppia fissa nella vita, insieme
hanno fondato Studio Passalacqua nel bairro Bixiga di São Paulo,
il quartiere italiano che da queste parti chiamano il Bela Vista.
Nati in Brasile, connazionali lo sono un po’ anche loro: mamma
veneta e papà piemontese Paola, nonna milanese Jejo. Ammirano
Gio Ponti e Sergio Leone, mangiano pane e focaccia, e preparano
il caffè con la moka. All’Italia hanno dedicato la loro prima
collezione di nuances: «Torino, Venezia, Milano. Viaggiamo
spesso, siamo molto curiosi e prendiamo ispirazione da tutto
quello che ci circonda». Così la Mole Antonelliana, i palazzi
liberty e la laguna diventano sfumature delicate per pavimenti
e pareti. Appena rientrati da Lisbona, stanno preparando «uno
splendido verde salvia», come il letto del fiume Tago che sfocia
nell’Atlantico. Sarà la tendenza del 2017, dicono. Scorci di città,
dettagli di luoghi vicini e lontani che diventano palette color
pastello o pattern grafici appesi come quadri ai muri lasciati
grezzi. «Capita di prendere appunti su quello che abbiamo visto
e disegnare anche sul tovagliolo di un ristorante o su qualsiasi
superficie libera che ci troviamo davanti». La loro casa a dir la
verità sembra più un ‘bazar d’artista’: mobili e lampade d’epoca,
«alcune acquistate da un antiquario sui Navigli di Milano. Quelle
al soffitto le ha disegnate Jejo e colorate di azzurro ‘Lina’, un
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FORME E COLORI
SONO IDEATI DA NOI,
LE CEMENTINE LE REALIZZANO
GLI ARTIGIANI. L A TENDENZA
2017? UN VERDE SALVIA COME
LE ACQUE DEL TAGO
Sul muro, in pendant con i vasi e il piano della consolle, alcune delle
vernici di Studio Passalacqua (a destra). Il divano in salotto è stato
recentemente rivestito di lino grezzo, le due Rocking Chairs sono di
Michel Arnault. Gli altri arredi scovati in giro per il Brasile (sotto). Sulle
pareti una serie di cementine disegnate da loro e prodotte da artigiani
del luogo. La sedia è vintage, il pavimento originale (a sinistra)
Una delle stanze diventata il laboratorio di Studio Passalacqua. Qui
archiviano i lavori personali e conservano barattoli, pennelli e attrezzi
(a sinistra). Un ritratto di Jejo Cornelsen e Paola Croso, entrambi
brasiliani ma di origine italiana (a destra). Il piccolo terrazzo verde
della cucina con vista sulla città (nella pagina accanto)
omaggio all’architetta Lina Bo Bardi». E ancora barattoli, rulli e
pennelli. L’appartamento si trova a due passi dal Parco Ibirapuera
firmato Oscar Niemeyer, in via Monsignor Passalacqua «È in
questa strada che è nato tutto, ecco spiegato il nome. E poi l’acqua
è un elemento fondamentale per dipingere…». In realtà è Jejo che
abita qui, per Paola è come una seconda casa. Ci trascorre
giornate intere, insieme disegnano e si sporcano le mani, anche
di notte. «L’anno scorso per il Salone del Mobile abbiamo spedito
tonnellate di cementine. I nostri cari amici Emiliano e Britt
di Dimorestudio le hanno richieste per il loro spazio. Quando
viaggiamo, possiamo dimenticare lo spazzolino ma pitture e
piastrelle no». Sono fatte a mano in un’antica e rinomata fabbrica
del luogo e realizzate con forme di metallo e pochi materiali
(polvere di marmo, cemento e pigmenti naturali) proprio come
facevano i primi artigiani italiani arrivati in Brasile intorno agli
anni Venti. «Usiamo pitture a base di terra cruda, l’argilla. E da
poco abbiamo cominciato a lavorare con la calce». Recuperano
vecchi disegni o ne fanno di nuovi, anche su richiesta del cliente:
«Showroom, ristoranti e studi di architettura di solito ci
contattano via mail o telefonicamente ma stiamo cercando un
distributore per l’Europa, ci piacerebbe trovarlo in Italia». Ora
stanno dipingendo l’atelier di un giovane artista e un negozio
di design della zona. Di azzurro e di verde, di rosa chiaro e
di rosso scuro. Colori che Paola e Jejo catturano con lo sguardo
per le strade del mondo. E poi mescolano in secchi di vernice.
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CargoColleCtIve.Com/StUdIoPaSSal aCQUa